UNO SGUARDO DAL PONTE

maggio 19, 2022 by Redazione  
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Oggi il Giro tornerà sulla strada dove si consumò la tragedia di Wouter Weylandt per poi, nel finale di gara, affacciarsi dal Ponte San Giorgio di Genova, dove quattro anni fa il crollo del Morandi causò 43 vittime. Sarà una “tappa della memoria” destinata, però, a non lasciare un grosso segno nella storia del Giro 2022. L’organizzazione si è vista, infatti, costretto a togliere dal percorso l’interessante salita al Monte Becco per questioni di sicurezza, trasformando la tappa in una frazione interlocutoria buona per imbastire una fuga da lontano, senza escludere del tutto la possibilità di un epilogo allo sprint nel cuore della “Superba”

Può essere ribattezza la “tappa della memoria” la dodicesima frazione del Giro 2022, entrato nella seconda metà del suo cammino. Oggi si toccheranno luoghi rimasti nel cuore, negli occhi e nella memoria di tutti per due tragedie avvenuto lungo la strada, la drammatica morte del corridore belga Wouter Weylandt durante la terza tappa del Giro del 2011 e il crollo del Ponte Morandi che il 14 agosto 2018 provocò 43 vittime. Nel corso della Parma – Genova, infatti, i corridori percorreranno la discesa del Passo del Bocco dallo stesso versante nel quale perse la vita Weylandt, mentre nel finale ci sarà un breve “sconfinamento” in autostrada per transitare sul nuovo viadotto che ha preso il posto del ponte crollato. Sono i due “pilastri” attorno ai quali è stata “ricostruita” la tappa, che in origine doveva avere un percorso differente e molto più impegnativo rispetto a quello sul quale oggi si troveranno a gareggiare i “girini”. L’organizzazione è stata costretta a togliere dal tracciato l’impegnativa salita al Monte Becco, che si sarebbe dovuta affrontare a ridosso del traguardo e la cui discesa, alla luce dei sopralluoghi di rito sul tracciato, è risultata troppo pericolosa. Si sarebbe potuta farla affrontare al contrario, ma poi è arrivata la proposta delle autorità locali d’inserire nel tracciato il passaggio sul Ponte San Giorgio e così si è preferito rimodulare completamente il finale di una frazione che poteva essere insidiosa per qualche corridore di classifica e invece è divenuta un’altra giornata di trasferimento. L’ultima salita inserita sul tracciato – il Valico di Trensasco – sarà la più impegnativa delle tre che si dovranno superare, ma avrebbe potuto avere un certo peso se si fosse affrontata in prossimità del traguardo e non a una trentina di chilometri dalla conclusione; e così ci saranno buone probabilità di assistere a un arrivo allo sprint, magari non a gruppo compattissimo, anche se l’ultimo chilometro non sarà dei più semplici da gestire per i velocisti e i loro “ultimi uomini” perché tracciato in leggera ma costante ascesa.
Una lieve ascesa caratterizzerà anche la prima parte della corsa che, lasciata Parma, intraprenderà subito la dolce risalita della valle del Taro toccando dopo pochi chilometri dal via la località di Fornovo, sui libri di storia per la celebre battaglia che fu combattuta il 6 luglio 1495 durante la “Prima guerra italiana” tra l’esercito della lega italica e quello di Carlo VIII di Francia, uscito sconfitto dalla tenzone. In un contesto che pian piano si farà sempre più montano si giungerà sulle strade di Borgo Val di Taro, il centro principale della valle, noto ai cercatori di funghi per i suoi porcini IGP e caro anche alla Gazzetta perché vi nacque Bruno Raschi, il giornalista che fu vicedirettore della “Rosea” dal 1976 al 1983, anno della sua prematura scomparso, e al quale dal 2005 è intitolato uno speciale premio letterario che viene assegnato in occasione del prestigioso Premio Bancarella di Pontremoli. Sempre in lieve ma progressiva salita la corsa giungerà sulle strade di Compiano, centro d’aspetto medioevale dominato da un castello appartenuto alla famiglia Malaspina. Dopo Bedonia le pendenze si faranno un po’ più sensibili, anche se si dovranno attendere gli ultimi 6 Km al 4% del Passo del Bocco per parlare di salita vera, seppur facilissima. Raggiunto un valico che, seconda una leggenda metropolitana, avrebbe avuto tra i suoi visitatori il celebre regista Stanley Kubrick (si dice abbia trovato l’ispirazione per “Shining” dopo aver visto l’edificio in abbandono che ospita l’ex collegio estivo della Fondazione Devoto, istituzione creata per provvedere all’istruzione elementare e professionale degli orfani degli italiani emigrati), i corridori con un pizzico di timore imboccheranno la discesa in fondo alla quale undici anni fa trovò la morte Weylandt, corridore che l’anno prima sulle strade della Corsa Rosa si era imposto nella tappa di Middelburg, successo che si era affiancato a quello ottenuto nel 2008 alla Vuelta, sul traguardo di Valladolid. L’incidente avvenne in uno dei tratti meno insidiosi della discesa, dopo che ci si era lasciati alle spalle la parte più tecnica di una planata che ricorda quella del Passo del Turchino, una quindicina di chilometri al 5.6% movimentati da otto tornanti.
Giunti alle porte di Carasco ecco il cambio di percorso rispetto al “progetto” originario di questa tappa, che prevedeva a questo punto di raggiungere la vicina Chiavari e da lì imboccare la Via Aurelia in direzione del capoluogo ligure. I “girini”, invece, svolteranno a destra per imboccare la Val Fontanabuona, celebre per le sue cave di ardesia (Lavagna non è lontana), toccandone dopo pochi chilometri il centro di Cicagna, il principale della valle, presso il quale si trova il Santuario di Nostra Signora dei Miracoli, imponente edificio inaugurato nel 1937 sul luogo di una precedente chiesa, teatro quattrocento anni prima di un prodigioso miracolo che ebbe per protagonista una scolorita statua della Madonna, improvvisamente trasfiguratasi e ravvivatasi nelle tinte. Poco più avanti si toccherà Moconesi, dove è possibile visitare due interessanti musei, uno dedicato ai giocattoli e l’altro alla famiglia paterna di Cristoforo Colombo, originaria di questo luogo. Non è stato soltanto il celebre navigatore ad avere radici ben piantate in Val Fontanabuona, perché da qui partì per emigrare in quella stessa America che Colombo aveva scoperto la mamma di Frank Sinatra, nativa di Lumarzo, il centro dove per il gruppo avrà inizio la seconda delle tre salite di giornata. Sono i 9 Km al 4,3% della Colletta di Boasi (semplicemente segnalata come La Colletta sulle altimetrie ufficiali), corrispondenti alla quasi totalità del versante sudest del celebre Passo della Scoffera. Alle porte di quest’ultimo si svolterà a sinistra per intraprendere la veloce discesa verso la “Grande Genova”, l’entità territoriale venutasi a creare tra il 1874 e il 1926 con la progressione annessione al municipio del capoluogo ligure di 25 comuni dell’entroterra. Il primo tra questi a essere toccato dalla corsa sarà Struppa, presso il quale si possono ammirare l’antica chiesa di San Siro, un tempo annessa a un’abbazia, e uno dei ponti dell’Acquedotto Storico di Genova, oggi non più in funzione e trasformato in itinerario escursionistico che permette di camminare nel canale dove un tempo scorreva l’acqua. Costeggiando il corso del Bisagno – il torrente dal quale partì la disastrosa alluvione che colpì Genova il 4 novembre del 2011 provocando sei vittime e 120 sfollati – si giungerà a San Gottardo, il rione del quartiere Molassana dove inizierà il momento più difficile di questa tappa, la salita verso Trensasco. La pendenza media è del 7.9% e sono poco più di 4 i chilometri che si dovranno percorrere per raggiungere il valico, luogo dal quale parte un sentiero che permette di raggiungere in poco più di un chilometro di faticosa scarpinata il Forte Diamante, uno dei ventidue costruiti sulle alture circostanti Genova per la protezione della “Superba”. Temporaneamente sconfinati nel territorio comune di Sant’Olcese, nel corso della discesa si farà rientro nella “Grande Genova” pedalando in direzione della Val Polcevera, che il gruppo raggiungerà alle porte di Bolzaneto, dove si transiterà ai piedi del Monte Figogna, frequentata meta di pellegrinaggi diretti al Santuario di Nostra Signora della Guardia, costruito sul luogo di un’apparizione avvenuta il 29 agosto 1490 e presso il quale sono apparsi anche i “girini” quando il 22 maggio 2007 vi si concluse una tappa della Corsa Rosa, vinta dallo scalatore pugliese Leonardo Piepoli.
Lasciate le rive del Polcevera, la breve e pedalabile salita verso il quartiere di Borzoli (900 metri al 5.6%) anticiperà di qualche chilometro l’ingresso sull’Autostrada dei Fiori, sulla quale si percorreranno poco più di 2 Km tra gli svincoli “Genova Aeroporto” e “Genova Ovest”, attraversando in questo tratto la galleria che transita nelle viscere della collina di Coronata – che deriva il nome da un santuario situato poco sotto la vetta, uno dei più antichi tra quelli mariani della Liguria – prima di andare a percorrere la carreggiata sud del Ponte San Giorgio, il viadotto progettato da Renzo Piano dopo il drammatico crollo del Ponte Morandi e così battezzato in onore di uno dei quattro santi protettori di Genova (gli altri sono San Lorenzo, San Giovanni Battista e San Bernardo). Si uscirà dall’autostrada percorrendo in discesa la rampa che punta verso l’area del quartiere di Sampierdarena sulla quale troneggia la celebre Lanterna, il faro alto 77 metri che dal 1128 è uno dei simboli di Genova. Da un antico emblema del capoluogo ligure a uno dei suoi simboli più recenti il passo sarà breve e, infatti, subito dopo il gruppo imboccherà la famosa Sopraelevata, la prima strada del genere realizzata in Italia, costruita negli anni ’60 per snellire il traffico nella zona del porto, che i “girini” lanciati verso il traguardo sorvoleranno transitando aerei sopra un’altra creazione di Renzo Piano, che per le Colombiadi del 1992 progettò la ristrutturazione del Porto Antico disegnando l’edificio che ospita il più grande acquario d’Italia, la bolla detta “Biosfera” e il monumento del Bigo. E, come la celebre archistar, a questo punto le squadre dei velocisti staranno gettando le salde fondamenta di una vittoria difficile da conquistare perché da lì a breve le ultime due svolte del tracciato lanceranno verso un chilometro conclusivo in lieve salita, al termine del quale ergere le braccia alte al cielo….

Mauro Facoltosi

I VALICHI DELLA TAPPA

Passo del Bocco (956 metri). È la depressione che separa l’omonimo monte dal Vailera, attraversata dalla SP 26 bis “di Valmogliana” che mette in comunicazione Santa Maria del Taro con Montemoggio. Nei pressi del passo confluiscono altre due rotabili asfaltate provenienti da Borzonasca (attraverso il Passo del Ghiffi, 1068 metri) e da Varese Ligure (passando per il Passo Malanotte, 1050 metri). Non va confuso con un altro quasi omonimo valico ligure, il Passo del Bocco di Bargone (908 metri), valicato da una strada sterrata che mette in comunicazione Bargone con Maissana. Quotato 957 metri sulle cartine del Giro 2011, è stato affrontato sei volte come GPM e una come arrivo di tappa, terminal di una cronoscalata atipica (gli ultimi chilometri erano in discesa) disputata nel 1994, partita da Chiavari e vinta dalla maglia rosa Evgenij Berzin. Gli altri conquistatori del Bocco sono stati lo spagnolo Federico Bahamontes nel 1956 (tappa Rapallo – Lecco vinta da Giorgio Albani), il veronese Flaviano Vicentini nel 1966 (Genova – Viareggio, vinta da Giovanni Knapp), il britannico Robert Millar nel 1987 (Imperia – Borgo Val di Taro, vinta da Moreno Argentin), il portoghese Acacio Da Silva (1991, Sala Baganza – Savona, vinta da Maximilian Sciandri), l’elvetico Steve Zampieri nel 2004 (Novi Ligure – Pontremoli, vinta da Damiano Cunego), mentre nella drammatica Reggio Emilia – Rapallo del 2011, vinta dallo spagnolo Ángel Vicioso, pochi minuti prima del tragico incidente di Weylandt era transitato per primo in vetta al Bocco Gianluca Brambilla.

Colletta di Boasi (tunnel – 642 metri). Quotata 615 sulle cartine del Giro 2022, mette in comunicazione la Val Fontanabuona con la Val Bisagno ed è attraversata dalla SP 77 “di Boasi”, tra l’omonima località e il Passo della Scoffera. Viene affrontata per la prima volta quest’anno come GPM, mentre la poco soprastante Scoffera (674 metri) ha ospitato il traguardo della montagna in quattro occasioni, che hanno visto transitare in testa Aldo Moser nel 1958 (tappa Mondovì – Chiavari, vinta da Silvano Ciampi), Giuseppe Saronni nel 1978 (Novi Ligure – La Spezia, vinta dallo stesso corridore), Flavio Zappi nel 1984 (Lerici – Alessandria, vinta da Sergio Santimaria) e l’elvetico Pascal Richard nel 1994 (Lavagna – Bra, vinta da Massimo Ghirotto), occasione nella quale non si salì fino al valico ma si terminò la scalata all’imbocco della sottostante galleria.

Valico di Trensasco (394 metri). Valicato dalla SP 80 “di Trensasco” tra San Gottardo e Bolzaneto, è quotato 392 sulle cartine del Giro 2022. Il Giro vi è salito due volte, la prima durante la tappa La Spezia – Varazze del 1997 (vinta da Giuseppe Di Grande) e la seconda nel finale della Camaiore – Santuario di Nostra Signora della Guardia del 2007, conquista da Leonardo Piepoli. Soltanto in quest’ultima occasione il passaggio in vetta fu considerato valido come GPM (sulle cartine ufficiali figurava con il nome di Campi, frazione di Sant’Olcese poco sottostante il valico) e fu conquistato da Fortunato Baliani.

Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).

Il nuovo Ponte San Giorgio di Genova e l’altimetria della dodicesima tappa (www.arcadata.com)

Il nuovo Ponte San Giorgio di Genova e l’altimetria della dodicesima tappa (www.arcadata.com)

CIAK SI GIRO

C’è un film totalmente girato all’estero che ha un location in Italia e per ammirarla bisogna recarsi nel porto antico di Genova. A pochi metri dall’acquario progettato da Renzo Piano è, infatti, ormeggiato il Neptune, il vascello realizzato nel 1986 dallo scenografo francese Pierre Guffroy e dal suo collega italiano Bruno Cesari e che rappresentò la principale location di “Pirati”, film che valse al regista franco-polacco Roman Polański ben due “César”, il corrispettivo francese dell’Oscar, uno dei quali assegnato proprio per la scenografia. Realizzato in acciaio e legno d’iroko, il vascello era ed è perfettamente navigante e per questo motivo sarà nel 2011 temporaneamente rimosso dal porto di Genova per esser trasferito sul set di “Neverland – La vera storia di Peter Pan”, miniserie nella quale la nave interpreterà il “ruolo” della Jolly Roger di Capitan Uncino. Se, però, volete “immergervi” nei luoghi dove effettivamente Polański aveva fatto veleggiare il Neptune dovrete precipitarvi all’aeroporto e volare fino alle lontane Seychelles: è sulla spiaggia di Anse Gouvernement, sull’isola di Praslin, che approdano il vascello e il pirata Thomas Bartholomew Red, interpretato da Walter Matthau, l’attore statunitense che due anni più tardi approderà per davvero in Italia per recitare al fianco di Roberto Benigni nel film “Il piccolo diavolo”, campione d’incassi della stagione cinematografica 1988-89. Ironia della sorte, complici anche gli alti costi profusi nella costruzione del vascello, “Pirati” fu invece un autentico flop al botteghino.

Scena di Pirati girata alle Seychelles con il veliero costruito appositamente per il film e oggi ormeggiato nel Porto Antico di Genova (www.davinotti.com)

Scena di "Pirati" girata alle Seychelles con il veliero costruito appositamente per il film e oggi ormeggiato nel Porto Antico di Genova (www.davinotti.com)

Cliccate qui per scoprire le altre location dei film

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/pirati/50009880

FOTOGALLERY

Parma, Palazzo della Pilotta

Borgo Val di Taro vista dal ponte sul fiume Taro

Castello di Compiano

Passo del Bocco

Il muro con il ricordo di Wouter Weylandt nel punto dove il corridore belga perse la vita al Giro 2011

Cicagna, Santuario di Nostra Signora dei Miracoli

La casa natale della famiglia paterna di Cristoforo Colombo (https://storico.beniculturali.it)

La casa natale della famiglia paterna di Cristoforo Colombo (https://storico.beniculturali.it)

Struppa, Chiesa di San Siro

Viadotto dell’antico acquedotto di Genova alle porte di Struppa

Forte Diamante

Santuario della Madonna della Guardia

Santuario di Nostra Signora Incoronata

Ponte San Giorgio

La Lanterna di Genova vista dalla Sopraelevata

Il tratto della Sopraelevata che transita accanto al porto antico di Genova

QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI REGGIO EMILIA

maggio 18, 2022 by Redazione  
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Ecco il tradizionale contenitore made ne ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione del 1962 a 60 anni dalla prima delle due vittorie consecutive di Franco Balmamion)

SALA STAMPA

Italia

Favola Dainese, a Reggio Emilia arriva la prima vittoria italiana al Giro! – Dainese, l’ex giocatore di basket che ha fatto emozionare l’Italia

Gazzetta dello Sport

Ungheria

Megoldották a Girón, hogy ne legyen újabb „szemkilövés”

Magyar Nemzet

GRAN BRETAGNA

Dainese secures first home victory of Giro d’Italia on stage 11 – Champagne cork eye injury forces history-maker Girmay to abandon Giro

The Independent

FRANCIA

Dainese au sprint, Démare 4e

L’Équipe

SPAGNA

Alberto Dainese se lleva la undécima etapa del Giro

AS

PORTOGALLO

Dainese vence e Almeida cai uma posição no Giro – Girmay desiste do Giro após acidente na cerimónia de pódio

Público

BELGIO

Alberto Dainese sprint verrassend naar winst in Giro, solo Dries De Bondt strandt in laatste twee kilometer – Andere ritwinnaars voelen mee met Girmay, maar willen wel met prosecco blijven spuiten: “Te cool om ermee te stoppen”

Het Nieuwsblad

PAESI BASSI

Dainese verslaat grote sprinters – Giro verder zonder Afrikaanse sensatie Girmay na kurk-incident

De Telegraaf

GERMANIA

Dainese holt ersten italienischen Etappensieg

Kicker

COLOMBIA

Fernando Gaviria pierde la etapa en la raya – Richard Carapaz, segundo en el Giro de Italia, por una bonificación – Biniam Girmay: insólito retiro del Giro de Italia 2022

El Tiempo

ECUADOR

Carapaz bonifica y ya es segundo en el Giro de Italia; esprint de la etapa 11 fue para Dainese – Lesión ocular deja a Biniam Girmay fuera del Giro de Italia

El Universo

DISCOGIRO

La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Partigiano Reggiano (Zucchero)

METEOGIRO

Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa del giorno dopo

Parma : nubi sparse, 25.2°C, vento debole da E (10-12 km/h), umidità al 38%
Borgo Val di Taro – traguardo volante (56.9 Km): poco nuvoloso, 25.4°C, vento debole da SW (8 km/h), umidità al 40%
Passo del Bocco – GPM (97.6 Km): nubi sparse, 23.7°C, vento debole da WSW (3 km/h), umidità al 52%
Ferrada – traguardo volante (134.9 Km): nubi sparse, 23°C, vento debole da SW (4 km/h), umidità al 59%
Valico di Trensasco – GPM (173.4 Km): nubi sparse, 22.8°C, vento debole da SW (3-4 km/h), umidità al 60%
Genova: nubi sparse, 23.4°C, vento debole da NNE (5 km/h), umidità al 55%

GLI ORARI DEL GIRO

11.05: inizio diretta su RaiSport
11.40: inizio diretta su Eurosport 1
12.05: partenza da Parma
13.20-13.35: traguardo volante di Borgo Val di Taro
14.00: inizio diretta su Rai2
14.20-14.40: GPM di Passo del Bocco
15.10-15.30: traguardo volante di Ferrada
15.40-16.10: GPM di La Colletta
16.15-16.45: GPM di Valico di Trensasco
16.40-17.15: passaggio su Ponte San Giorgio
16.55-17.30: arrivo a Genova

STRAFALGAR SQUARE

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

Petacchi: “Nessuno ha cercato di alimentare i due attaccanti”
Petacchi: “Cavendish ha rischiato di andare a casa e ci è andato vicino grazie alla squadra che lo ha aspettato”
Petacchi: “Le squadre di Bardet, le squadre di Landa”
Saligari: “La parte destra del corpo è tutta un’abranone”
Borgato: “Tanti colometri”
Rizzato: “Problema di caduta per Richie Porte”
Rizzato: “Andamento planimetrico di qui in poi”
Piva: “Pozzovivo è in top condizione”
Genovesi: “Armando Cougnet, primo direttore del Giro, era nato a Reggio Emilia” (Cougnet è nato a Nizza, di Reggio era la madre)
Fabretti: “Sonny Combrelli” (Colbrelli)
Borgato: “Aveva una butta bronchite”
Fabretti: “Danese” (Dainese)
Garzelli: “Una delle tappe più importante”
Garzelli: “Contrastato di Bardet” (contrattacco)
Televideo: “Alberto Daines (Belgio)”

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera

Ordine d’arrivo dell’undicesima tappa, Santarcangelo di Romagna – Reggio Emilia

1° Jonathan Castroviejo
2° Tobias Bayer a 2′07″
3° Alexander Krieger s.t.
4° Oscar Riesebeek s.t.
5° Oier Lazkano a 2′10″

Miglior italiano Davide Cimolai, 8° a 2′10″

Classifica generale

1° Roger Kluge
2° Pieter Serry a 5′27″
3° Caleb Ewan a 6′08″
4° Bert Van Lerberghe a 6′39″
5° Mark Cavendish a 6′56″

Miglior italiano Filippo Tagliani, 9° a 22′37″

IL GIRO DI 60 ANNI FA

Riviviamo l’edizione 1962 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”

11a TAPPA: FANO – CASTROCARO TERME (170 Km) – 29 MAGGIO 1962

SECONDO SUCCESSO DI VAN LOOY NELLA DECIMA TAPPA DEL GIRO
Il belga primo a Castrocaro davanti a sei compagni di fuga
Il gruppo è giunto con un distacco di due minuti – Ronchini guadagna cinque posizioni in classifica – In ritardo Zancanaro e Meco – Oggi 290 chilometri interamente pianeggianti: è la frazione più lunga

Il ponte di Calatrava a Reggio Emilia illuminato dai colori del Giro (www.reggionline.com)

Il ponte di Calatrava a Reggio Emilia illuminato dai colori del Giro (www.reggionline.com)

ARCHIVIO QUARTIERTAPPA

Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo

Raduno di partenza Budapest
1a tappa: Budapest – Visegrad
2a tappa: Budapest – Budapest (cronometro individuale)
3a tappa: Kaposvár – Balatonfüred
4a tappa: Avola – Etna-Nicolosi (Rifugio Sapienza)
5a tappa: Catania – Messina
6a tappa: Palmi – Scalea (Riviera dei Cedri)
7a tappa: Diamante – Potenza
8a tappa: Napoli – Napoli
9a tappa: Isernia – Blockhaus
10a tappa: Pescara – Jesi

IL DAINO SFRECCIA PIÙ VELOCE DEL MISSILE, IMPRESA DEL PADOVANO A REGGIO EMILIA

maggio 18, 2022 by Redazione  
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Alberto Dainese (Team DSM) trionfa a Reggio Emilia con una volata sontuosa, il velocista padovano è artefice di un recupero fantastico su Fernando Gaviria (UAE Team Emirates) secondo, e Arnaud Démare (Groupama-FDJ) partito troppo presto sarà sopravanzato in terza posizione anche da Simone Consonni (Cofidis). Leggera variazione in classifica generale con Richard Carapaz (Ineos Grenadiers), che con 3″ di abbuono guadagnati al traguardo volante rosicchia secondi preziosi alla maglia rosa di Juan Pedro Lopez (Trek-Segafredo).

Tappa di trasferimento quest’oggi al Giro d’Italia 2022 da Santarcangelo di Romagna a Reggio Emilia, piatta come il tappeto di un biliardo offre ai velocisti un’occasione ghiottissima per la vittoria di tappa. La fuga della prima ora non tarda a formarsi, ci provano Filippo Tagliani (Drone Hopper – Androni Sidermec) e Luca Rastelli (Bardiani CSF Faizanè) evasi in pratica subito dopo il chilometro zero. Per loro vantaggio massimo di 5’ dopo le prime due ore di corsa, solo a questo punto nel gruppo suona la sveglia, quando, a portarsi in testa sono gli uomini della maglia ciclamino. Al primo traguardo volante transita per primo Tagliani, la volata del gruppo è vinta da Mark Cavendish (Quick-Step Alpha Vinyl), su Giacomo Nizzolo (Israel-Premier Tech) e Arnaud Dèmare (Groupama-FDJ). Il ritmo di chi insegue sale e così il ritardo del gruppo è ora a 4’ per poi, qualche chilometro dopo scendere a soli 2’, è un cambio di passo per portare sia i capitani per la classifica generale sia i velocisti deputati alla volata in testa. La fuga viene così inesorabilmente annullata pochi chilometri dopo il passaggio da Bologna con la Bahrain Victorious, la Cofidis e la Groupama-FDJ a condurre il gruppo. In una tappa così semplice l’unica variabile che può condizionare la corsa è il vento, vento che in questo tratto di corsa c’è ma non spira laterale e non consente di creare ventagli ma solo un generale nervosismo in testa al gruppo. La Ineos si schiera così davanti a proteggere Richard Carapaz, è una mossa, in realtà, studiata con molta probabilità fin dal mattino perché al traguardo volante di San Giovanni in Persiceto l’ecuadoregno transita per primo ben scortato dai suoi compagni che vanno anche a togliere i restanti secondi abbuono, tre secondi quindi guadagnati in classifica generale a 12” dalla maglia rosa. Questa accelerazione in testa miete la prima eccellente vittima, Caleb Ewan (Lotto Soudal) non riesce a tenere la coda del gruppo, solo grazie ad un grande lavoro di Thomas De Gendt e Roger Kluge riesce poco dopo a riportarsi nel plotone, ma sono preziose energie lasciate per strada in vista della volata finale. Subito dopo il cartello che segna 50 Km al traguardo prova un allungo Dries De Bondt (Alpecin-Fenix), per lui vantaggio massimo di 1’:45”. Il belga spinge il rapporto più duro ed inizialmente sembra imprendibile, dietro le squadre devono impegnarsi a fondo, ai meno 40 Km il gruppo si porta a 40”, ai meno 25 Km il gap è di 20”, ad inseguire si portano anche Quick-Step Alpha Vinyl e Team DSM che insieme alla Groupama-FDJ si portano ai meno 4 Km a 15” da De Bondt. Grande prova di forza del belga che viene riassorbito soltanto in vista del triangolo rosso. In testa si porta la Groupama-FDJ per lanciare, ben posizionato è anche Mark Cavendish (Quick-Step Alpha Vinyl) scortato da Davide Ballerini. La volata viene accesa da Dèmare con Fernando Gaviria (UAE Team Emirates) lesto ad affiancare il francese, sembra un affare dei due in un arrivo a loro congeniale, ma da dietro, sulla sede stradale di sinistra spunta come una freccia Alberto Dainese (Team DSM), che svernicia il colombiano e va così a conquistare il primo successo in un grande giro, terzo Simone Consonni (Cofidis), quarto Arnaud Démare (Groupama-FDJ), quinto Caleb Ewan (Lotto Soudal), soltanto sesto Mark Cavendish (Quick-Step Alpha Vinyl). Torna così al Giro la prima vittoria italiana nell’undicesima tappa e fiorisce tutta la classe di Alberto Dainese che siamo certi potrà ancora regalarsi e regalarci emozioni bellissime come quelle vissute oggi. Domani tappa trabocchetto da Parma a Genova, che si presta alle fughe, ma viste le scaramucce di oggi è probabile possa accadere qualcosa anche tra gli uomini di classifica!

Antonio Scarfone

18-05-2022

maggio 18, 2022 by Redazione  
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GIRO D’ITALIA

L’italiano Alberto Dainese (Team DSM) si è imposto nell’undicesima tappa, Santarcangelo di Romagna – Reggio Emilia, percorrendo 203 Km in 4h’19′04″, alla media di 47.015 Km/h. Ha preceduto allo sprint il colombiano Fernando Gaviria (UAE Team Emirates) e l’italiano Simone Consonni (Cofidis). Lo spagnolo Juan Pedro López (Trek-Segafredo) è ancora maglia rosa con 12″ sull’ecuadoriano Richard Carapaz (INEOS Grenadiers) e sul portoghese Joao Almeida (UAE Team Emirates). Miglior italiano Domenico Pozzovivo (Intermarché-Wanty-Gobert), 8° a 54″

UNA MANO DI PIANURA

maggio 18, 2022 by Redazione  
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Esattamente nel mezzo del cammino del Giro 2022 spunta una bella prateria, l’unica frazione totalmente pianeggiante. Sarà la più lunga – 203 Km spaccati – ma anche la più facile, affrontando la quale bisognerà comunque tenere alto il livello d’attenzione.

Osservare un’altimetria come quella della tappa di Reggio Emilia ha un effetto un po’ straniante. È un po’ come soffermarsi davanti ad una parete totalmente bianca e morire dalla voglia di aggiungerci qualcosa, un quadro, una mensola, una lampada. Lo stesso capita con le tappe totalmente piatte, vere e proprie rarità in un ciclismo sempre più mediatico, che deve sempre escogitare qualcosa per accalappiare l’interesse degli appassionati, che altrimenti potrebbero scegliere di non mettersi davanti alla tv per assistere a una frazione noiosa, di quelle che il gruppo corre con l’unica intenzione di arrivare al traguardo. Così questo tipo di tappe è stato “abbandonato” quasi ovunque e si cerca sempre d’”inquinarne” la purezza della pianura inserendo piccole ascese qua e là, possibilmente in vista del finale. Ma dalla Pianura Padana non c’è tanto da cavar salite e così ecco scodellata una tappa di totale calma piatta, ma non per questo scevra d’insidie. Su percorsi del genere bisogna sempre tenere alta l’attenzione, anche perché l’assenza di asperità invoglia il gruppo all’alta velocità e in tal contesto curve, rotatorie e altre varie ed eventuali possono trasformarsi in trappole. D’altronde cadute, forature e altre sfortune di corsa sono il pane quotidiano del ciclismo e possono tradursi in tempo prezioso perduto in una giornata nella quale non se ne dovrebbe perdere. E poi, anche se oggi si correrà lontano dal mare, bisognerà sempre tenere in considerazione l’eventuale presenza del vento, che negli spazi sconfinati della pianura ha campo libero per le sue scorribande…
Oggi le danze (anzi il “liscio”, visto il profilo altimetrico e la circostanza che si partirà dalle terre natali del popolare ballo) si apriranno a Santarcangelo di Romagna, il centro nel cui castello si consumarono le gesta di Paolo Malatesta e Francesca da Polenta, i peccaminosi cognati che ispirarono a Dante Alighieri il quinto canto dell’Inferno. Lasciato il raduno di partenza ci si allontanerà veloci seguendo la direttrice della Via Emilia, che sarà percora costantemente nei primi 100 Km giungendo ben presto sulle strade di Cesena, dominate dalle basse colline sulle quali troneggiano la Rocca Malatestiana e il complesso abbaziale di Santa Maria del Monte, conosciuto per la sua sterminata collezione di ex voto (quasi 700 pezzi). Le prossime mete dei “girini” saranno i centri di Forlimpopoli, nel cui cuore si può ammirare la Rocca Albornoziana, e di Forlì, all’uscita dal quale sarà certamente in strada ad attendere il passaggio del gruppo Ercole Baldini, il vincitore del Giro del 1958, che abita nella frazione di Villanova, in una villetta dove è anche allestito un museo a lui intitolato. I corridori non avranno certo il tempo per visitarlo perché tireranno dritti sull’antica strada consolare concepita da Marco Emilio Lepido per congiungere in linea retta Placentia con Ariminun, le odierne Piacenza e Rimini. Dopo altri frenetici chilometri di gara – a questo punto potrebbero essere ancora in corso le grandi manovre che anticipano l’avvio della fuga di giornata – il plotone piomberà in quel di Faenza, cittadina celebre per la produzione di ceramiche di pregio, un campionario del quale è visibile nel MIC (Museo Internazionale delle Ceramiche), istituzione importante al punto da esser stata riconosciuta dall’UNESCO nel 2011 “Monumento testimone di una cultura di pace”. Alle soglie del settantesimo chilometro di gara si arriverà quindi in quel di Imola, dove ciclismo e automobilismo – due sport così distanti tra loro – vanno a braccetto sulla pista dell’Autodromo Enzo e Dino Ferrari, che non solo ha ospitato appassionanti edizioni del Gran Premio di San Marino di Formula 1 (l’ultima disputata nel 2006 e vinta da Michael Schumacher) ma anche competizione ciclistiche come due mondiali di ciclismo, nel 1968 e nel 2020, e l’arrivo di diverse edizioni della Coppa Placci, storica competizione uscita dal calendario nel 2010.
Transitati ai piedi del colle di Dozza – il borgo medioevale famoso per i suoi murales moderni – il gruppo tirerà dritto in direzione di Bologna, dove si percorreranno i viali che cingono il capoluogo emiliano sul lato delle colline, andando a sfiorare gli storici Giardini Margherita, 26 ettari di verde che costituiscono il principale parco cittadino, inaugurato il 6 luglio 1879 con l’intitolazione alla Regina Margherita, la consorte del re d’Italia Umberto I°, la stessa sovrana alla quale dieci anni più tardi sarà dedicata a Napoli la più celebre delle pizze.
Dopo il passaggio da Bologna il tracciato abbandonerà la Via Emilia per inoltrarsi nella Pianura Padana in direzione di San Giovanni in Persiceto, centro nel quale si possono ascoltare – presso la collegiata di San Giovanni Battista – i rintocchi della più antica campana esistente in terra bolognese, fusa nel 1318. Si toccherà quindi Crevalcore, cittadina nota agli appassionati di ciclismo poiché dal 2011 al 2019 è stata presenza fissa nel tracciato della Settimana Internazionale di Coppi e Bartali, ospitando arrivi di tappe a cronometro o destinate ai velocisti. Attraversata la vicina Camposanto, nel 1743 teatro di una cruenta battaglia della Guerra di successione austriaca che vide contrapporsi l’esercito austro-piemontese e le truppe spagnole, il percorso dell’undicesima frazione cambierà direzione puntando prima verso Cavezzo e poi su Carpi, dove il gruppo transiterà a due passi dalla centralissima Piazza dei Martiri, sulla quale si affacciano la Cattedrale di Santa Maria Assunta e il Castello dei Pio, complesso composto di più edifici innalzati tra l’XI e il XVII secolo.
Il traguardo finale bussa oramai alle porte e dopo il passaggio da Correggio, paese natale del pittore rinascimentale Antonio Allegri (soprannominato, per l’appunto, il “Correggio”), si faranno più accese le fasi preparatorie di un inevitabile arrivo allo sprint all’ombra del Tricolore, che a Reggio sventolò per la prima volta il 7 gennaio 1797. Storia di 225 anni fa che ha attraversato due secoli e continua a narrare le gesta degli italiani che hanno fatto grande la nostra nazione. E, chissà, magari sarà proprio uno dei nostri a farsi onore su un traguardo caro al Giro anche per un altro fattore: reggiano d’adozione era, infatti, il nizzardo Armando Cougnet, che della Corsa Rosa fu ideatore e primo direttore, dal 1909 fino al 1946 quando, al momento della ripresa dopo il forzato stop della Seconda Guerra Mondiale, decise di lasciare il comando a un promettente e giovane milanese, il ventisettenne Vincenzo Torriani.

Mauro Facoltosi

La pianura reggiana e l’altimetria dell’undicesima tappa (Foto di Sergio Barbieri, www.flickr.com)

La pianura reggiana e l’altimetria dell’undicesima tappa (Foto di Sergio Barbieri, www.flickr.com)

CIAK SI GIRO

Un regista che non ti aspetti. Alzi la mano chi avesse mai sospetto che Liguabue – il cantante, non il pittore – nel suo curriculum non abbia solo pluripremiati album ma anche libri e film. Dei primi ne ha scritti sei e il primo, “Fuori e dentro il borgo”, pubblicato nel 1997, gli consentì di farsi notare anche in quel campo, vincendo subito due premi letterari, tra i quali quello intitolato alla scrittrice romana Elsa Morante. Quel successo, forse insperato anche per lui, lo convinse a fare il passo successivo e a misurarsi come regista per mettere in immagini alcuni dei racconti che componevano il suo libro. L’anno successivo esce così al cinema “Radiofreccia” e il successo stavolta sarà ancora maggiore rispetto a quello riscosso dodici mesi prima perché il “Liga” si porterà a casa un cospicuo bottino di premi: tre David di Donatello, due Nastri d’Argento e quattro Ciak d’Oro, ai quali si affiancherà nel 2006 un prestigioso riconoscimento a livello mondiale quando il suo film sarà trasmesso nientemeno che a New York, in occasione di una rassegna organizzata dal MoMA (Museum of Modern Art). Ispirato da alcuni dei racconti che compongono “Fuori e dentro il borgo”, il film racconta la storia di una radio locale, Radiofreccia appunto, prossima alla chiusura. Per le riprese – che consacrarono ufficialmente Stefano Accorsi tra i grandi attori italiani dopo il successo del precedente “Jack Frusciante è uscito dal gruppo” – la rockstar emiliana scelse le terre che ben conosceva e nelle quali aveva ambientato anche le storie raccontate dal libro: è così, a parte un paio di capatine a Carpi, Reggiolo a Borgoforte, gran parte del film fu girato a Correggio, dove Ligabue era nato il 13 marzo 1960, e diversi scorci della cittadina emiliana si possono ritrovare nel film, dal centralissimo Corso Mazzini – che una ventina di anni prima era stato set del drammatico film di Gianni Puccini ispirato alle vicende degli antifascisti fratelli Cervi – all’ex caserma dei carabinieri, dai quartieri industriali alle campagne circostanti il “borgo” narrato nel libro, velata autobiografia del “Liga”, anche se questi non compare mai, né nelle pagine dell’opera prima, né nel film.

Corso Mazzini di Correggio visto in Radiofreccia (www.davinotti.com)

Corso Mazzini di Correggio visto in "Radiofreccia" (www.davinotti.com)

Cliccate qui per scoprire le altre location dei film citati

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/radiofreccia/50007965

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/i-sette-fratelli-cervi/50023510

FOTOGALLERY

Il castello di Santarcangelo di Romagna

La Rocca Malatestiana di Cesena

La Rocca Albornoziana di Forlimpopoli

Faenza, Museo Internazionale delle Ceramiche

L’autodromo di Imola

Uno scorcio del borgo di Dozza

Il laghetto dei Giardini Margherita a Bologna

San Giovanni in Persiceto, cattedrale di San Giovanni Battista

Carpi, Piazza dei Martiri

Reggio Emilia, Basilica di San Prospero

QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI JESI

maggio 17, 2022 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Ecco il tradizionale contenitore made ne ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione del 1962 a 60 anni dalla prima delle due vittorie consecutive di Franco Balmamion)

SALA STAMPA

Italia

Girmay fa la storia del Giro: a Jesi trionfa un eritreo – Girmay vince, ma va in ospedale: il tappo dello spumante gli finisce in un occhio!

Gazzetta dello Sport

Ungheria

A Giro főszereplői: az első fekete-afrikai győztes és egy papagáj

Magyar Nemzet

GRAN BRETAGNA

Biniam Girmay becomes first black African to win grand tour stage with historic Giro d’Italia victory

The Daily Telegraph

FRANCIA

Girmay résiste à Van der Poel

L’Équipe

SPAGNA

Girmay sigue haciendo historia – Un corcho en el ojo manda a Girmay directo al hospital

AS

PORTOGALLO

Bini Girmay faz história na Volta a Itália

Público

BELGIO

Girmay klopt Van der Poel na indrukwekkende sprint! – Deze keer maakt prosecco ook echt slachtoffer: Biniam Girmay naar ziekenhuis nadat hij kurk in gezicht laat ontploffen

Het Nieuwsblad

PAESI BASSI

Van der Poel geklopt door Girmay – Ritwinnaar Girmay schiet kurk in eigen oog en moet naar ziekenhuis

De Telegraaf

GERMANIA

Van der Poel bricht ab: Eritreer Girmay schreibt beim Giro Geschichte – Historischer Girmay muss nach Siegerehrung ins Krankenhaus

Kicker

COLOMBIA

Biniam Girmay gana la décima etapa, triunfazo

El Tiempo

ECUADOR

Giro de Italia: Carapaz, en el grupo principal de la etapa 10; eritreo Biniam Girmay, el vencedor

El Universo

ERITREA

Biniam Ghirmay makes history

Shabait

DISCOGIRO

La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

L’aquila (Lucio Battisti, dedicata a Michele Scarponi, l’Aquila di Filottrano)

METEOGIRO

Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa del giorno dopo

Santarcangelo di Romagna: cielo coperto, 23.5°C, vento moderato da E (16-19 km/h), umidità al 55%
Forlì (36.8 Km): cielo coperto, 24.6°C, vento moderato da ESE (18-19 km/h), umidità al 52%
Toscanella di Dozza – traguardo volante (76.4 Km): nubi sparse, 25.1°C, vento moderato da ESE (17-19 km/h), umidità al 49%
San Giovanni in Persiceto – traguardo volante (126.7 Km): nubi sparse, 26.7°C, vento moderato da ESE (19-21 km/h), umidità al 46%
Carpi (171.8 Km): cielo sereno, 28.4°C, vento moderato da ESE (20-24 km/h), umidità al 40%
Reggio Emilia: cielo sereno, 28.4°C, vento moderato da ESE (20-22 km/h), umidità al 39%

GLI ORARI DEL GIRO

11.35: inizio diretta su RaiSport
12.10: inizio diretta su Eurosport 1
12.30: partenza da Santarcangelo di Romagna
14.00: inizio diretta su Rai2
14.15-14.30: traguardo volante di Toscanella di Dozza
15.20-15.40: traguardo volante di San Giovanni in Persiceto
17.00-17.30: arrivo a Reggio Emilia

STRAFALGAR SQUARE

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

Rizzato: “Lungo risalita”
Borgato: “Carbodrati” (Carboidrati)
Petacchi: “Salita che porteranno”
Rizzati: “De Marchi si abbeverava il corpo”
Martini: “Potenza Picentina” (Potenza Picena)
Saligari: “Prendere il sacchetto del ghiaccio che gli aveva esposto il suo direttore sportivo”
Borgato: “Ha un caschetto viola che ogni tanto si sbuca”
Borgato: “Juan Perez Lopez” (Juan Pedro Lopez)
Petacchi: “La salita di Monsano, dove rammentava Saligari”
Rizzato: “Christopher Hamilton” (Lucas Hamilton)
Petacchi: “Ha contenuto Van der Poel fino allo sfinamento”
Fabretti: “Il colore del pappagallo di questo Frankie” (Frankie è il nome del pappagallo amico di Scarponi)
Televideo: “L’eritreo è il primo corridore africano a segno al Giro” (il primo è stato il sudafrican Alan Van Heerden nel 1979 a Pesaro)
Televideo: “Sam Comen” (Oomen)

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera

Ordine d’arrivo della decima tappa, Pescara – Jesi

1° Caleb Ewan
2° Roger Kluge a 1′41″
3° Bert Van Lerberghe a 13′10″
4° Pieter Serry s.t.
5° Julius Van Den Berg s.t.

Miglior italiano Samuele Rivi, 7° a 13′10″

Classifica generale

1° Roger Kluge
2° Pieter Serry a 4′36″
3° Caleb Ewan a 4′46″
4° Bert Van Lerberghe a 5′17″
5° Mark Cavendish a 5′34″

Miglior italiano Filippo Tagliani, 9° a 21′15″

IL GIRO DI 60 ANNI FA

Riviviamo l’edizione 1962 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”

10a TAPPA: CHIETI – FANO (218 Km) – 28 MAGGIO 1962

CONTRASTATA VOLATA A FANO: LA VITTORIA ASSEGNATA PRIMA A BRUNI, POI A TONUCCI
Emozionante conclusione della decima tappa del Giro d’Italia
La “fotofinish” ha dato torto al verdetto del giudice d’arrivo, quando Bruni era già stato festeggiato quale vincitore della tappa – Battuti i gregari di Van Looy, Schroeders e Van Est – Oggi i ciclisti giungono a Castrocaro Terme

Piazza della Repubblica a Jesi illuminata di rosa in attesa del Giro (www.anconanotizie.it)

Piazza della Repubblica a Jesi illuminata di rosa in attesa del Giro (www.anconanotizie.it)

ARCHIVIO QUARTIERTAPPA

Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo

Raduno di partenza Budapest
1a tappa: Budapest – Visegrad
2a tappa: Budapest – Budapest (cronometro individuale)
3a tappa: Kaposvár – Balatonfüred
4a tappa: Avola – Etna-Nicolosi (Rifugio Sapienza)
5a tappa: Catania – Messina
6a tappa: Palmi – Scalea (Riviera dei Cedri)
7a tappa: Diamante – Potenza
8a tappa: Napoli – Napoli
9a tappa: Isernia – Blockhaus

LA FAVOLA DI GIRMAY FIORISCE A JESI

maggio 17, 2022 by Redazione  
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Biniam Girmay (Intermarché – WantyGobert) in una giornata densa di emozioni per il Giro d’Italia con il passaggio a Filottrano in memoria di Michele Scarponi dopo una tappa tiratissima piazza una volata regale sfinendo Mathieu van der Poel (Alpecin – Fenix) che si arrende allo strapotere dell’eritreo, terzo un bravissimo Vincenzo Albanese (Eolo – Kometa).

Ritorna, dopo il giorno di riposo, il Giro d’Italia con una tappa marchigiana che porterà i girini all’arrivo di ieri, dopo una prima parte facile ed una seconda mossa. Bisogna aspettare il passaggio al ventesimo chilometro per vedere formarsi la fuga di giornata. L’azione è promossa Alessandro De Marchi (Israel-PremierTech), Mattia Bais (Drone Hopper – Androni Sidermec) e Lawrence Naesen (Ag2r Citroën). I tre uomini prendono subito il largo arrivando a gestire un vantaggio massimo di 6’:15”. Dietro l’intenzione del gruppo è chiara quando in testa si portano l’Alpecin-Fenix e la Intermarché – WantyGobert. Questa volta i capitani, Biniam Girmay e Mathieu van der Poel non entrano in fuga ma vogliono tenere cucita la corsa per sfruttare l’ultima asperità di Monsano, a meno 8 Km dall’arrivo per giocarsi poi la vittoria di tappa in una volata ristretta ad un gruppetto. Prima però c’è da riportarsi sulla testa della corsa con una mano di aiuto che viene dato anche dalla Lotto Saudal. L’impatto sulla corsa è evidente con il gap che scende a 4’:20” poco prima dello sprint intermedio di Civitanova Marche. Verso il GPM di Crocette di Montecosaro i tre fuggitivi perdono ancora secondi preziosi, dietro il ritmo è davvero indiavolato tanto che a farne le spese sono i primi velocisti tra cui Caleb Ewan (Lotto Soudal) il primo a perdere contatto dalla coda del gruppo. Stessa sorte toccherà pochi chilometri dopo a tutti i velocisti puri costretti ad arrendersi ai piccoli ma ostici “muri” del tracciato in succesione. Verso Recanati, altro stappo, in cui alzano bandiera bianca Bais e Naesen, in testa al comando della corsa resta solo Alesandro De Marchi. Fantastico il passaggio da Filottrano in memoria dell’indimenticabile Michele Scarponi, i ciclisti sono accolti da due ali di folla rosa. La fuga di De Marchi viene annullata a 25 Km dal traguardo, da qui in poi è un’altra corsa, con il ritmo sempre altissimo fatto dagli Alpecin per far fuori le ultime ruote veloci rimaste. In testa sono adesso gli Ineos Grenadiers a voler provare a far fuori la maglia rosa Juan Pedro Lòpez (Trek – Segafredo) apparso un attimo in difficoltà in coda al gruppo ma che riesce a salvarsi. L’accelerazione provoca che la maglia ciclamino Arnaud Démare deve alzare bandiera bianca nell’ultima difficoltà di giornata, la salita di Monsano, imnsieme al francese si stacca anche Fernando Gaviria (UAE Team Emirates). Il gruppo dei migliori è ridotto ad una trentina di unità. Allo scollinamento, nel primo tratto di discesa verso Jesi, è Vincenzo Nibali (Astana Qazaqstan Team) a fiondarsi all’attacco con Mathieu Van Der Poel ed un ritrovato Simon Yates a portarsi sulla ruota dell’italiano, i tre vengono perà subito ripresi dalla prima parte del gruppetto da cui avevano provato un contrattacco Richard Carapaz (Ineos Granadiers) seguito da Mikel Landa (Bahrain – Victorius) e Romain Bardet (Team DSM). Sono scatti che non producono nessun effetto, nemmeno l’ultimo piazzato da Hugh Carthy annullato a 1500 metri dal traguardo. Si aspetta a questo punto soltanto la volata con gli Intermachè in netta superiorità numerica, ben due uomini per Girmay l’ultimo è un inesauribile Domanico Pozovivo che lancia l’eritreo sulla parte destra della strada ai meno 400 m. Van Der Poel non si fa sorprendere ed affianca, seppur con un po’ di ritardo, Girmay, è un testa a testa spettacolare, tutti con il fiato sospeso fin quando l’olandese cede a poche decine di metri dal traguardo non riuscendo a sopravanzare uno straordinario Girmay che lascia esplodere tutta la sua gioia per una vittoria storica, al terzo posto arriva poco dopo Vincenzo Albanese (Eolo – Kometa) che ha svolto una condotta di gara impeccabile ma che ha dovuto arrendersi quest’oggi ai due più forti. In classifica generale non cambia nulla, domani l’arrivo a Reggio Emilia strizza l’occhio ai velocisti puri.

Antonio Scarfone

Biniam Girmay esulta a Jesi (Foto: Getty Images)

Biniam Girmay esulta a Jesi (Foto: Getty Images)

17-05-2022

maggio 17, 2022 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA

L’eritreo Biniam Girmay (Intermarché-Wanty-Gobert) si è imposto nella decima tappa, Pescara – Jesi, percorrendo 196 Km in 4h’32′07″, alla media di 43.22 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Mathieu van der Poel (Alpecin-Fenix) e l’italiano Vincenzo Albanese (EOLO-Kometa Cycling Team). Lo spagnolo Juan Pedro López (Trek-Segafredo) è ancora maglia rosa con 12″ sul portoghese Joao Almeida (UAE Team Emirates) e 14″ sul francese Romain Bardet (Team DSM). Miglior italiano Domenico Pozzovivo (Intermarché-Wanty-Gobert), 8° a 54″

DURANGO – DURANGO EMAKUMEEN SARIA (Donne)

L’olandese Pauliena Rooijakkers (CANYON//SRAM Racing) si è imposta nella corsa spagnola, circuito di Durango, percorrendo 113 Km in 2h’55′48″, alla media di 38.567 Km/h. Ha preceduto di 15″ la statunitense Veronica Ewers (EF Education-TIBCO-SVB) e di 20″ la danese Cecilie Uttrup Ludwig (FDJ-Nouvelle Aquitaine-Futuroscope). Miglior italiana Soraya Paladin (CANYON//SRAM Racing), 6° a 1′40″

DOLCI COLLINE DI SCARPONI

maggio 17, 2022 by Redazione  
Filed under News

Tante colline punteggiano il finale della tappa marchigiana, ma dimentichiamo i muri che hanno caratterizzato negli scorsi anni certe frazioni della Tirreno-Adriatico. Gli organizzatori stavolta ne hanno proposti giusto un paio, all’interno di un percorso che non dovrebbe causare particolari problemi ai corridori che puntano al successo finale al Giro 2022. Quella odierna sarà un’occasione d’oro per i cacciatori di tappe, con ottime probabilità che la fuga del giorno riesca ad andare in porto.

La prospettiva di trascorrere un pomeriggio di corsa sulle colline marchigiane poteva provocare un brivido a più d’un corridore, soprattutto a coloro che sanno quanta fatica si faccia da queste parti alla Tirreno-Adriatico, che spesso ha proposto in queste terre insidiose frazioni ricche di muri e talvolta risultate più selettive e decisive della tappa di montagna. Con un sospiro di sollievo avranno appreso che nel disegnarla s’è scelto di usare la mano leggera ed evitare muri particolarmente ostici, inserendone solo un paio e non dei più difficili, facendone una tappa di quasi normale trasferimento che offrirà un’occasione da non lasciarsi sfuggire per i cacciatori di tappe. Con i velocisti naturalmente esclusi dai giochi per la vittoria, oggi le loro squadre non saranno particolarmente invogliate a collaborare e chi sarà in fuga potrebbe riuscire ad arrivare al traguardo con un bel vantaggio. Si potrebbero così assistere a due corse in una nel tratto collinare, davanti quella tra i fuggitivi per tentare di staccare i compagni d’avventura e involarsi verso la vittoria, dietro quella tra i big se qualcuno vorrà provare a dare una “sgasata” sui rari tratti più impervi per saggiare i rivali e vedere se hanno “ammortizzato” la giornata di riposo, che per alcuni corridori è un handicap.
Prima di arrivare sui colli, che punteggeranno a fasi alterne gli ultimi 90 Km di gara, bisognerà sorbirsi un’abbondante porzione di pianura, “caparra” di quella che caratterizzerà interamente la tappa del giorno successivo. Si partirà da Pescara in direzione nord, costantemente seguendo la direttrice della litoranea adriatica e giungendo dopo pochi chilometri ai piedi del colle di Montesilvano, vecchia conoscenza del gruppo che tutti gli anni ci sale più volte in occasione del Trofeo Matteotti, corsa che nel 2022 si disputerà il 18 settembre e che lo scorso anno è stata conquistata da Matteo Trentin.
Sfiorata l’antica torre costiera del Cerrano, innalzata all’epoca del Regno di Napoli e dal 2010 situata all’interno di un’area protetta, si giungerà sulle strade di Pineto per poi toccare la località di Roseto degli Abruzzi e successivamente Giulianova, sede dell’unico porto della provincia di Teramo e cittadina dalla doppia anima, suddivisa tra la popolosa frazione balneare del Lido e il centro storico situato su di una bassa collina che guarda verso la spiaggia e sulla quale bisogna salire per ammirare il rinascimentale Duomo di San Flaviano, mentre è necessario tornare verso il mare per visitare la chiesa di Santa Maria a Mare, costruita in stile romanico lombardo.
Raggiunta Tortoreto, dove ancora fresco è il ricordo della vittoria di Peter Sagan nella tappa dei “muri” del Giro del 2020, la corsa lascerà l’Abruzzo per entrare nelle Marche e giungere sulle ben note strade di San Benedetto del Tronto, dove il passaggio del gruppo sarà sorvegliato dalla Torre dei Gualtieri, principale monumento della cittadina che è naturale approdo finale della Tirreno-Adriatico sin dal 1967, anno della seconda edizione della corsa creata da Franco Mealli e che inizialmente si chiamava “Tre Giorni del Sud”, ereditandone il nome da una corsa a tappe che si svolse in Molise per una sola edizione nel 1961, vinta da Vito Taccone. Subito dopo ad applaudire i “girini” saranno gli abitanti di Grottammare, nel cui centro storico, inserito nel novero dei “Borghi più belli d’Italia”, si può ammirare la Chiesa di Santa Lucia, fatta realizzare da Papa Sisto V nel luogo dove si trovava la casa natale del pontefice, lo scorso anno celebrato con una lunga serie di eventi nel cinquecentesimo anniversario della nascita.
L’ultimo tratto di pianura di questa tappa si svolgerà ai piedi delle colline sulle quali stanno appollaiati i borghi che costituisco il cosiddetto “distretto calzaturiero fermano”, piccoli centri che a turno hanno quasi tutti ospitato arrivi di tormentate tappe della citata Tirreno-Adriatico, spesso conquistate da corridori di prestigio a conferma della validità di quei percorsi e dell’impegno che richiedono: qui ci limitiamo a ricordare le affermazioni di corridori del calibro di Giuseppe Saronni, di Greg LeMond – che nel 1982 s’impose a Monte San Pietrangeli a soli vent’anni d’età – di Moreno Argentin e di Maurizio Fondriest, di Óscar Freire e di Paolo Bettini e del citato Sagan, nomi che altrove sono andati ad arricchire l’albo d’oro di Giri, Tour e Mondiali.
Giunti a Civitanova Marche il gruppo saluterà il mare per volgere verso l’entroterra e affrontare la prima delle sette salite che daranno una diversa piega al tracciato della decima tappa, diretta alla località Crocette, piccola frazione del borgo di Montecosaro, nel cui territorio comunale si trova la basilica di Santa Maria a Piè di Chienti, uno dei principali esempi di architettura romanica della regione. Superata questa prima, facile ascesa (5 Km al 2.2% con i primi 3 Km al 5%) il percorso volgerà in direzione di Montelupone, fermandosi dopo 1.8 Km al 5.9% a breve distanza da questo centro, pure noto agli appassionati di ciclismo per il suo tremendo muro, verticale di 1500 metri all’11% di pendenza media che in due occasioni ha ospitato l’arrivo di tappa alla “Corsa dei Due Mari”, entrambe timbrate dal corridore spagnolo Joaquim Rodríguez. Ai “girini” sarà evitato quel tremendo tratto ma si presteranno ora ad affrontare la più impegnativa salita prevista dal percorso odierno che, sceso ad attraversare la valle del fiume Potenza, ne risalirà l’altro versante in direzione dell’ermo colle leopardiano. La prossima meta del gruppo sarà, infatti, la cittadina di Recanati, alla quale si salirà percorrendone una delle strade d’accesso secondarie, che propone 2.7 Km d’ascesa al 7.7%. Non si tratta di numeri particolarmente “allarmanti” ma proprio all’inizio c’è uno scalino di quasi mezzo chilometro al 13.3% al quale fa eco un secondo balzo di 400 metri al 12.8% proprio all’ingresso della città natale di Giacomo Leopardi.
Al tratto più impegnativo di questa tappa ne seguirà uno che potremmo definire di stanca, con il tracciato che per una quindicina di chilometri si snoderà in quota mentre si percorrerà la strada che conduce verso Montefano, centro che nel 1501 diede “accidentalmente” (i suoi genitori si trovavano di passaggio durante un viaggio dall’originaria Montepulciano a Macerata) i natali a un papa, Marcello II, che fu l’ultimo a utilizzare il suo nome di battesimo dopo l’elezione al soglio di San Pietro e il cui pontificato fu uno dei più brevi della storia, stroncato da un infarto dopo soli 22 giorni.
Dalle emozioni delle pendenze si passerà presto a quello del ricordo e a uno dei più struggenti perché qualche chilometro più avanti si percorreranno le strade di Filottrano, dove si transiterà proprio nel luogo dove Michele Scarponi fu investito e perse la vita il 22 aprile di cinque anni fa. Ci sarà giusto il tempo d’asciugarsi una lacrima perchè subito il percorso richiamerà alla realtà con la successiva salita, un’asperità inserita nel tracciato tempo dopo la presentazione ufficiale del tracciato, che originariamente prevedeva di raggiungere il centro di Santa Maria Nuova attraverso un’altra strada. Come nel caso di Recanati si seguirà un itinerario più defilato, che raggiunge la piccola frazione di Collina con una salita di 1.2 Km al 7% che presenta un minimuro di 200 metri all’11.4% proprio in vetta.
Ritrovato il percorso originario all’altezza della località Torre di Jesi, il cui nome ricorda quello di un’antica torre di guardia medioevale demolita dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale, s’imboccherà la discesa che conduce direttamente a Jesi, senza tuttavia ancora raggiungere la sede di tappa odierna. Giunti alle porte della moderna frazione di Borgo Minonna si cambierà nuovamente strada e si tornerà a pedalare in direzione dei colli per superare una salita di un chilometro spaccato al 6.6%, movimentata da una mezza dozzina di tornanti, che si conclude in vista della piccola frazione di Mazzangrugno. Sarà la penultima difficoltà prevista dal tracciato, che ora scenderà a incrociare il corso del fiume Esino – il secondo della regione per portata dopo il Metauro – subito prima di andare incontro all’ultimo ostacolo di giornata, 1400 metri al 7.1% verso il borgo di Monsano, salita che inizia nei pressi del santuario di Santa Maria fuori Monsano, eretto a partire dal 1471 nel luogo dove quello stesso anno la Madonna era apparsa sopra un olmo, dal quale sarebbe scesa a tracciare sulla neve la pianta di una cappella da erigere in suo nome.
Apparizioni per i “girini” a questo punto non ce ne saranno più perché attraversato il soprastante centro davanti a loro avranno solo la veloce discesa verso il paese natale di Giovanni Battista Pergolesi, il compositore che – nonostante le origini marchigiane – è considerato uno dei principali esponenti della scuola musicale napoletana. I suoi concerti nella storia hanno allietato le orecchie di molti ma oggi le dolci note saranno solo per uno, per il corridore che per primo uscirà vittorioso dalla selva dei colli jesini.

Mauro Facoltosi

Le colline jesine e l’altimetria della decima tappa (Foto di Stefano Grilli, www.destinazionemarche.it)

Le colline jesine e l’altimetria della decima tappa (Foto di Stefano Grilli, www.destinazionemarche.it)

CIAK SI GIRO

Non potevano non girarlo a Recanati “Il giovane favoloso”, il film di Mario Martone che nel 2014 ha narrato le gesta di Giacomo Leopardi. Il borgo marchigiano, come molti altri di questa regione, ha conservato quasi del tutto intatti scorci del suo centro storico, che successivamente con operazioni di “maquillage” al computer hanno perduto tutto quanto era stato aggiunto in tempi moderni, dai cavi elettrici ai pannelli stradali. Così si vede Elio Germano, che interpreta il celebre poeta, uscire dal portone di quello che – sia nella finzione, sia nella realtà storica – è il palazzo della famiglia Leopardi, dove il “giovane favoloso” era nato il 29 giugno del 1798. L’edificio si affaccia sulla piazza che è stata intitolata a una delle sue poesie più celebri, “Il sabato del villaggio”, e proprio di fronte – anch’essa mostrata nel film di Martone – c’è la casa dove abitava Teresa Fattorini, la figlia del cocchiere di casa Leopardi al quale dedicò la lirica nota come “A Silvia”. Fedele agli spostamenti del poeta, che lascerà definitivamente il paese natio nel 1830, il film propone anche scorci delle città dove visse Leopardi, da Firenze a Roma giù giù fino a Napoli, dove l’idropisia polmonare lo porterà alla morte il 14 giugno del 1837, a pochi giorni dal trentanovesimo compleanno.

Palazzo Leopardi (allestrema sinistra) inquadrato nel film Il giovane favoloso (www.davinotti.com)

Palazzo Leopardi (all'estrema sinistra) inquadrato nel film "Il giovane favoloso" (www.davinotti.com)

Cliccate qui per scoprire le altre location del film

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/il-giovane-favoloso/50034588

FOTOGALLERY

Pescara vinta dalla passerella ciclopedonale del Ponte del Mare

Pineto, Torre di Cerrano

Giulianova, chiesa di Santa Maria a Mare

San Benedetto del Tronto, Torre dei Gualtieri

Grottammare, Chiesa di Santa Lucia

Vista panoramica da Sant’Elpidio a Mare verso i colli del distretto calzaturiero fermano

Morrovalle, basilica di Santa Maria a Piè di Chienti

Recanati, l’ermo colle leopardiano

La porta d’ingresso al centro storico di Filottrano

Monsano, Santuario di Santa Maria fuori Monsano

Jesi, Teatro Pergolesi

GIRO 2022 – LE PAGELLE DELLA PRIMA SETTIMANA

maggio 16, 2022 by Redazione  
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Dopo il tappone del Blockhaus ecco le pagelle della prima settimana. Per ora chi si merita il massimo punteggio è un velocista….

ARNAUD DEMARE: In Ungheria prende le misure a Cavendish e in Italia non ce n’è per nessuno. Vince a Messina di potenza e a Scalea con scaltrezza per una questione di millimetri. Al momento anche la Maglia Ciclamino è salda nelle sue mani. VOTO: 9

JUAN PEDRO LOPEZ: Il giovane ciclista spagnolo della Trek Segafredo prende la Maglia Rosa sull’Etna e non la perde più. Impressiona nella tappa di Potenza dove nella prima parte della tappa insegue Kamna e i rivali in classifica per non lasciarli andare in fuga. Si difende alla grande anche sul Blockhaus mantenendo il primato per una decina di secondi. Sorpresona. VOTO: 8,5

MATHIEU VAN DER POEL: IL fuoriclasse dell’ Alpecin-Fenix è la prima Maglia Rosa del Giro d’Italia, all’arrivo di Visegrad svernicia i rivali con un’accelerazione impressionante. Difende il primato fino all’Etna, dove cede in un arrivo non particolarmente favrevole alle sue caratteristiche. VOTO: 7,5

JAI HINDLEY: Il corridore della Bora – Hansgrohe è una bella conferma al Giro d’Italia, sul Blockhaus tiene il passo dei big e batte tutti in volata, un gran segnale per il prosieguo della corsa dove in classifica generale è a soli venti secondi da Juan Pedro Lopez. VOTO: 7,5

ROMAIN BARDET: Il transalpino è un combattivo nato e lo dimostra nella prima parte del Giro d’Italia. In ogni tappa è sempre attento, anche a cronomentro; è sempre vicino ai rivali in salita e lancia un segnale importante: per la Maglia Rosa c’è anche lui. VOTO: 7

THOMAS DE GENDT: L’esperto ciclista della Lotto Soudal riesce ancora ad avere la freschezza degli anni migliori per andare e centrare la fuga vincente. A Napoli fa un capolavoro gestendo anche il finale dove beffa Gabburo e Arcas. VOTO: 7

BINIAM GIRMAY: Il corridore dell’Intermarché non riesce a vincere ma è sempre lì, tra i primi all’arrivo c’è sempre il suo nome, sia che si tratti di un arrivo in volata o di una fuga. VOTO: 7

JOAO ALMEIDA: Il portoghese non si fa vedere, ma tappa dopo tappa scala la classifica generale arrivando a soli quattordici secondi dalla Maglia Rosa. VOTO: 6,5

MARK CAVENDISH: La prima volata di questa edizione della Corsa Rosa è sua, a trentasei anni è ancora lì a giocarsi la vittoria allo sprint contro i giovani rivali rampanti. VOTO: 6,5

KOEN BOUWMAN: L’olandese della Jumbo-Visma riesce ad entrare nella fuga di giornata a Potenza e, sfruttando la superiorità numerica della sua squadra, riesca a vincere contro due ciclisti del calibro di Mollema e Formolo. VOTO: 6,5

LENNARD KAMNA Il ciclista della Bora-Hansgrohe va in fuga sull’Etna e riesce a vincere la prima tappa con arrivo in montagna. Per pochi secondi fallisce la conquista della Maglia Rosa. VOTO: 6,5

DIEGO ROSA: Il piemontese della EOLO-Kometa è il leader attuale della classifica degli scalatori, leadership conquistata grazie alla generosità che lo porta ad entrare in quasi tutte le fughe di giornata e a prendere tanta aria in faccia, come nella tappa Palmi-Scalea dove corre per quasi 100 chilometri da solo contro tutti. VOTO: 6,5

RICHARD CARAPAZ: L’ecuadoregno della INEOS-Grenadiers non si espone in questa prima parte di Giro d’Italia. Soffre un po’ più del dovuto nella crono di Budapest mentre sull’Etna e sul Blockhaus sembra controllare gli avversari. VOTO: 6

DOMENICO POZZOVIVO: L’esperto scalatore lucano è il migliore degli italiani in classifica generale, non molla sull’Etna e sul Blockhaus restando in corsa per un piazzamento d’onore. VOTO: 6

DAVIDE GABBURO: Nella tappa di Napoli sfiora la vittoria, sarebbe stato un successo storico per lui e il suo team. VOTO: 6

CALEB EWAN: Il velocista della Lotto Soudal non riesce a trovare lo spiraglio giusto nelle volate, anche a causa di una caduta nelle prime tappe che gli causa dolore alla schiena. Perde a Scalea per una manciata di millimetri. VOTO: 5,5

SIMON YATES: Il britannico parte benissimo dando segnali importanti nella cronometro ungherese di Budapest dove è il più veloce di tutti. Purtroppo per lui un problema al ginocchio lo debilita sul Blockhaus facendogli perdere ogni speranza per la corsa alla Maglia Rosa. VOTO: 5,5

GIULIO CICCONE: Lo scalatore abruzzese della Trek-Segafredo crolla nella sua terra, sul Blockhaus, compromettendo la corsa nelle posizioni che contano in classifica generale. VOTO: 5

FERNANDO GAVIRIA: Il velocista colombiano è sfortunato in più occasioni, a volte lo tradisce il cambio a volte lo ingabbiano gli avversari. Resta il fatto che non riesce mai a vincere una volata. VOTO: 5

TOM DUMOULIN: I sogni di gloria naufragano sull’Etna, di un Tom che dominava il Giro d’Italia in lungo e in largo è rimasto solo un bel ricordo. VOTO: 5

Luigi Giglio

Arnaud Demare in maglia ciclamino (Getty Images)

Arnaud Demare in maglia ciclamino (Getty Images)

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