MILANO – SANREMO 2024: LE PAGELLE

marzo 16, 2024 by Redazione  
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I voti de Ilciclismo.it ai protagonisti nella Milano – Sanremo 2024. Tante ‘promozioni’ ma anche alcune delusioni

JASPER PHILIPSEN. Non si vede per tutta la corsa ma resta sempre attaccato al gruppo dei migliori nel convulso finale. Van der Poel lo guida con sapienza nella preparazione della volata e quando fiuta l’occasione della vita non se la fa scappare. Vince così la sua prima corsa Monumento della sua carriera. VOTO: 9.

MATHIEU VAN DER POEL. Sempre presente nelle prime posizioni del gruppo sui Capi e sulla Cipressa, non batte ciglio sul doppio attacco di Pogacar sul Poggio, andando a chiudere senza problemi. Resta passivo in discesa alla ruota dello sloveno salvo poi tirare la volata a Philipsen. Una conduzione di corsa perfetta sia tatticamente che atleticamente. Se questi sono i presupposti alla prima apparizione stagionale su strada, tornerà presto a vincere. VOTO: 8.5

TADEJ POGACAR.. Dopo il grande lavoro dell’UAE Team Emirates che ha scremato il gruppo tra Capi, Cipressa e prima parte del Poggio, sferra due attacchi prima della discesa verso Sanremo che però non gli fanno fare la differenza. Alla fine deve accontentarsi del terzo posto ma da buon fuoriclasse tornerà a Sanremo per vincere. VOTO: 8

MICHAEL MATTHEWS. Dopo il terzo posto del 2020 si migliora a 33 anni chiudendo in seconda posizione dimostrando di avere le gambe per fare ottime volate e soprattutto per tenere su salite non impossibili. VOTO: 7.5

ALBERTO BETTIOL. Con la recente vittoria nella Milano – Torino aveva dimostrato di essere in buona forma. Rimane in alcune circostante alla ruota di Van der Poel tra salita sul Poggio e nella successiva discesa. In volata fa quello che può e conclude con un quinto posto dignitoso. VOTO: 7

MADS PEDERSEN. Tra i velocisti era quello che alla vigilia aveva le chance maggiori di ben figurare. Jasper Stuyven e Jonathan Milan gli sono vicini fin quando possono ma la fatica si fa sentire nelle gambe e non fa meglio del quarto posto. VOTO: 6.5

JULIAN ALAPHILIPPE. Non è più il ciclista del quadriennio 2017 – 2020, quando vinse una Sanremo e fece due podi, ma il suo nono posto nonostante una condizione fisica non perfetta gli assicura una ampia sufficienza. VOTO: 6.5

MAXIM VAN GILS. Alla vigilia aveva dichiarato di avere le gambe per provare a entrare nella top ten. Detto, fatto. Il 24enne ciclista belga in tutte le corse disputate nel 2024 ha dimostrato di avere un’ottina gamba sia nelle corse a tappe che in quelle di un giorno. VOTO: 6.5

MATEJ MOHORIC. Pur restando con i primi sul Poggio e pur provando a dare tutto al termine della discesa, non fa la differenza che aveva fatto nel 2022 e deve accontentarsi del sesto posto. VOTO: 6

FILIPPO GANNA. Conduce una corsa impeccabile fino alla discesa dal Poggio verso il traguardo finale, quando un problema al cambio lo estromette dalla possibilità di giocarsi le sue carte. VOTO: 6

THOMAS PIDCOCK. Dopo il problema occorso a Ganna, diventa lui il capitano dell’INEOS Grenadiers ma non può fare più di tanto nella volata finale. VOTO: 6

CHRISTOPHE LAPORTE. Doveva essere il capitano del Team Jumbo Visma Lease a Bike ma soffre già durante il passaggio sui Capi, abbandonando addirittura la corsa. VOTO: 4

Antonio Scarfone

LA SANREMO TORNA A UNO SPRINTER, PHILIPSEN TRIONFA IN VIA ROMA

marzo 16, 2024 by Redazione  
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Battuto il record di velocità media di Bugno, la Sanremo è volata via ad oltre 46 di media, la fuga non ha mai avuto spazio e, nel finale, i tentativi di anticipare la volata, comunque ristretta, sono naufragati. Il vincitore uscente si è sacrificato per permettere all’uomo più adatto ad un finale del genere di giocare le proprie carte al meglio.

Sarebbe stata la prima volta per entrambi. Per i due grandi favororiti della vigilia. Per Pogacar una prima volta personale, la prima vittoria alla Classicissima; per Van der Poel, che la Sanremo l’ha vinta lo scorso anno, sarebbe stata la prima vittoria della Sanremo da parte di un corridore all’esordio stagionale, traguardo che anche quest’anno è rimasto ancora inviolato.
Pogacar ha provato due volte e la prima non ha sortito grandi effetti, nonostante abbia provato uno scatto violento, ma troppo era il controllo degli avversari e troppo breve era il tratto con una pendenza di un certo rilievo. Più efficace è stato il secondo allungo, avvenuto un po’ a sorpresa da dietro, con un Van der Poel che però è riuscito molto bene a chiudere il buco e ad accodarsi allo sloveno nella discesa.
La Sanremo, si sa, è difficilissima da interpretare, aperta a tantissimi scenari, vinta da corridori con le caratteristiche più diverse, da un velocista puro come Mario Cipollini ad uno scalatore specialista degli attacchi da lontano come Claudio Chiappucci.
Quest’anno purtroppo, con una decisione scellerata, la corsa non è partita dalla città di Milano bensì da Pavia, con una riduzione del chilometraggio.
Vegni si è giustificato accusando l’amministrazione di Milano di non aver particolare interesse ad una corsa, pur così importante, come la Classicissima e probabilmente ha ragione. Questa circostanza però deve far riflettere su una situazione in cui – nonostante si promuova una mobilità dolce, della quale la bicicletta è non solo l’antesignana, ma anche la protagonista e nonostante Milano voglia proporsi come città in prima linea in questa battaglia – l’amministrazione preferisce non dar fastidio agli automobilisti e allontanare la corsa dalla città che l’ha resa grande.
Come si diceva, le medie sono state molto alte e la fuga di 10 uomini (Davide Baldaccini, Valerio Conti e Kyrylo Tsarenko del Team Corratec – Vini Fantini, Sergio Samitier del Movistar Team, Romain Combaud del Team Dsm-Firmenich PostNL, Davide Bais, Mirco Maestri e Andrea Pietrobon del (Team Polti-Kometa), Alessandro Tonelli e Samuele Zoccarato del VF Group-Bardiani CSF- Faizanè) che ha caratterizzato la corsa non ha mai avuto un grande spazio, raggiungendo un vantaggio massimo di 3 minuti
C’è stata, invece, grande attenzione da parte dei più attesi protagonisti che, sin dai tre storici capi dell’Aurelia hanno controllato, cercando di rimanere nelle prime posizioni e mantenendo la squadra sugli scudi. In questa fase si staccano due grossi nomi del calibro di Alexander Kristoff (Uno-X Mobility) e Christophe Laporte (Team Visma)
Come era prevedibile, sulla Cipressa sono stati gli uomini della UAE ad imporre un ritmo in grado di assottigliare il gruppo, ma anche gli uomini della Ineos e della EF Education si sono dimostrati attivi. Diversi commentatori avevano previsto un tentativo di attacco di Tadej Pogacar (UAE) sulla Cipressa, attacco che non c’è stato.
Indubbiamente la Cipressa è molto più adatta rispetto al Poggio per provare a fare la differenza, però non si può non considerare che i chilometri da percorrere sull’Aurelia prima di andare a prendere il Poggio sono un suicidio sportivo se percorsi da soli ed anche lo stesso Poggio presenta pendenze che favoriscono l’inseguimento di un gruppo, con la sola eccezione del breve passaggio all’8%.
Il lavoro dei compagni di squadra del campione sloveno ha effettivamente assottigliato il gruppo, ma nei chilometri pianeggianti per andare a prendere il Poggio è rientrato un folto gruppo guidato da Jonathan Milan (Lidl – Trek), che poi è andato subito in testa al servizio del capitano Mads Pedersen. Nel frattempo lungo le rampe della Cipressa il gruppo di testa si è sgretolato e davanti sono rimasti solo Samitier, Maestri e Bais, con i primi due messi fuori gioco da una caduta nella successiva discesa. Bais non si è arreso e una volta ripreso dal gruppo è ripartito all’attacco, riuscendo a fare qualche chilometro allo scoperto.
Sul Poggio le prime squadre a condurre le operazioni sono Ineos e Lidl, ma è l’accelerazione di Tim Wellens (UAE) ad annunciare il primo vero attacco, quello di Pogacar. Lo scatto è violento ma non fa male sia perché a resistere sono in tanti, sia perché lo sloveno si è rialzato dopo aver visto che non era riuscito a fare il vuoto e che Mathieu Van der Poel (Alpecin – Deceuninck) non era interessato a dargli il cambio, si è rialzato.
Si è quindi formato un drappello di testa, con tutti i migliori: Pogacar, Van Der Poel, Alberto Bettiol (EF Education – EasyPost), Filippo Ganna (Ineos Grenadiers), Pedersen, Michael Matthews (Team Jayco-AlUla), Tom Pidcock (Ineos Grenadiers), Jasper Stuyven (Lidl-Trek), Matteo Sobrero (Bora-hansgrohe), Jasper Philipsen (Alpecin-Deceuninck), Julian Alaphilippe (Soudal-QuickStep) e Maxim Van Gils (Lotto Dstny).
Per il secondo attacco Pogacar decide di provare a sorprendere gli avversari e parte secco da dietro. Stavolta riesce a guadagnare qualche metro, ma Van der Poel è lesto a chiudere e gli si accoda in discesa. Philipsen è molto vicino e a quel punto, diviene lui il favorito per la vittoria, viste le sue doti di velocista.
Il campione del mondo, infatti, non collabora con lo sloveno, consentendo il rientro di diversi corridori, tra cui non solo Philipsen, ma anche Matej Mohoric (Bahrain – Victorious), che proprio alla fine della discesa parte secco. Ganna, invece, sembra pedalare bene, ma viene bloccato lungo la discesa da un incidente meccanico che gli fa perdere la scia dei migliori.
Mohoric prova l’azione da finisseur, ma gli avversari sono troppo vicini e Van der Poel chiude poco prima del triangolo rosso dell’ultimo chilometro. L’ultimo tentativo è di Sobrero, sulla cui ruota salta Pidcock che prova ad anticipare lo sprint.
Stavolta è Stuyven, vincitore nel 2021, a chiudere per lanciare lo sprint di Pedersen che però non è brillante. Sono Matthews e Philipsen che se la giocano al fotofinish con la vittoria del secondo, ma un ottimo Tadej Pogacar partecipa alla volata e coglie il terzo gradino del podio.
Nelle interviste del post gara, il capitano della UAE sembra molto contrariato, ma in realtà un terzo posto in uno sprint pure ristretto, ma popolato da uomini molto più veloci di lui, dimostra che, dopo 290 chilometri di gara, serve una brillantezza che in pochi riescono a conservare per disputare uno sprint all’altezza della situazione.
Stavolta il Poggio non ha fatto la differenza, ma un significativo ruolo nella vicenda lo ha avuto il campione del mondo. Decidendo giustamente di non collaborare con Pogacar, ha permesso il rientro del compagno di squadra velocista e di altri atleti che probabilmente non sarebbero rientrati in caso di una collaborazione per andare a tutta fino al traguardo.
In questo caso Van der Poel ha sacrificato una buona occasione perché, sulla carta, sarebbe arrivato avvantaggiato in una volata a due con Pogacar; tuttavia, come si diceva poc’anzi, in una volata dopo 290 km di corsa un corridore all’esordio stagionale potrebbe anche non avere il colpo di pedale adatto per affrontare un avversario che, sebbene meno veloce, è sempre tra i più temibili su ogni terreno.
La Classicissima non ha tradito le attese, il fascino intramontabile di questa corsa sta nella sua imprevedibilità, nella difficoltà di lettura per scegliere la strategia migliore, nello spettacolo offerto dal caos totale e convulso che il finale offre sempre. Una corsa sempre da gustare fino in fondo e che si spera tornerà presto a partire dalla sua naturale sede di partenza.

Benedetto Ciccarone

Philipsen vince allo sprint la Milano-Sanremo 2024 (Getty Images)

Philipsen vince allo sprint la Milano-Sanremo 2024 (Getty Images)

VAN DER POEL E’ DI NUOVO IN FORMA E VA A PRENDERSI LA SANREMO IN CONTROPIEDE

marzo 18, 2023 by Redazione  
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Mathieu Van Der Poel, che era apparso in grave ritardo di condizione alla Strade Bianche e non aveva brillato neppure alla Tirreno-Adriatico, riesce con una frustata secca in contropiede a sorprendere Pogacar, Van Aert e un ottimo Ganna e a prendere una manciata di secondi, che gli saranno sufficienti per apporre il proprio nome nell’albo d’oro della Classicissima.

La Milano-Sanremo, la prima monumento della stagione, ha sempre il sapore della tradizione ed un fascino ineguagliabile nonostante il percorso, nel ciclismo moderno, possa apparire privo di significative insidie. In realtà, come ci ha insegnato la storia degli ultimi anni, l’elevatissimo chilometraggio, di poco inferiore ai 300 Km, al quale i corridori oggi non sono più abituati risulta essere un fattore non solo decisivo, ma anche un elemento in grado di modificare i classici valori in campo e quindi un fattore di incertezza che rende questa corsa altamente imprevedibile.
La salita del Poggio infatti, pur presentando pendenze estremamente dolci, negli ultimi anni è sempre stata determinante per portare sul traguardo di Via Roma un uomo solo oppure un drappello estremamente ridotto e questo proprio perché arriva dopo 285 chilometri di corsa.
Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), dopo aver rinunziato a partecipare alla Strade Bianche ed aver fatto man bassa alla Parigi-Nizza proprio in chiave Sanremo, ha fallito per la prima volta in questa stagione un vero dichiarato obiettivo. Va detto che una corsa come la Sanremo non presenta quelle caratteristiche che permettono allo sloveno di fare la differenza sugli avversari e si tratta quindi di una corsa difficile da vincere per lui, tuttavia come sappiamo il giovane capitano della UAE è non solo un grande campione, ma un corridore completo in grado di essere competitivo su tutti i terreni.
Wout Van Aert (Jumbo-Visma), era ovviamente uno dei favoriti per le proprie caratteristiche adatte alle classiche e per il proprio spunto veloce. Non è semplice togliersi di ruota uno come il belga sul Poggio e nella successiva discesa e portare sul traguardo il fortissimo uomo della Jumbo significa, almeno in teoria, condannarsi alla sconfitta.
Filippo Ganna (INEOS Grenadiers), è stato invece sorprendente anche se forse, a livello puramente fisico, poteva anche andare a competere per il successo. Il piemontese è stato bravissimo nel riuscire a resistere alla accelerazione di Pogacar in salita e anche ad accelerare nel finale per andare a cogliere il secondo posto. Proprio guardando il guizzo finale per prendersi il secondo gradino del podio, si è avuta l’impressione che Ganna ne avesse abbastanza anche per rispondere all’accelerazione di Mathieu van der Poel (Alpecin-Deceuninck), anche se bisogna dire che Van Aert e Pogacar una volta capito che la corsa era persa non si sono dannati l’anima per le posizioni d’onore.
Tuttavia questo non è sufficiente a scalzare l’impressione di un Ganna in grado di resistere a Van der Poel perché l’accelerazione decisiva del vincitore della corsa di oggi ha colto tutti di sorpresa. Tutti tenevano d’occhio Pogacar e si aspettavano almeno una seconda sgasata sul modello del 2022 ed invece lo sloveno ha calato il ritmo e, proprio in un momento di apparente calma, Van der Poel ha dato la frustata. Il tempo che i suoi avversari, ivi compreso Ganna, hanno impiegato per pensare a come reagire è stato fatale.
La discesa non ha visto grosse modifiche visto che dietro ha preso in mano le redini Van Aert, che è un ottimo discesista ma anche Van der Poel non è da meno. Nessuno, però, ha preso troppi rischi. Il tratto pianeggiante finale dopo il ritorno sull’Aurelia ha giocato a favore del fuggitivo, visto che la presenza di un uomo veloce come Van Aert non era certo per gli altri due un incentivo a collaborare in un inseguimento.
Il laeder dell’Alpecin era apparso opaco sia alla Strade Bianche, corsa nella quale era rimasto mestamente fuori di giochi abbastanza presto, sia alla Tirreno-Adriatico.
Oggi, invece, dopo una lunghissima gara è stato perfetto sia nel portarsi sul drappello selezionato dalla scatto di Pogacar, sia a cogliere l’attimo per sorprendere tutti con una accelerata brutale e dare tutto per mantenere quei pochi secondi presi in cima al Poggio.
La cronaca della corsa, come spesso accade, non è ricca di episodi da raccontare.
Questo elemento può essere mal visto da coloro i quali sono più attenti alle esigenze televisive, visto che una gara di oltre 6 ore in cui le emozioni si concentrano negli ultimi 20 minuti può sembrare un prodotto televisivamente poco appetibile, tuttavia costoro non capiscono che le emozioni degli ultimi 20 minuti sono conseguenza proprio dell’elevato chilometraggio.
Del resto, gli appassionati di ciclismo sanno perfettamente che, in una corsa di 160 chilometri, su una salita come il Poggio è difficile anche staccare un velocista.
Ecco che allora la Sanremo è lì ogni anno ad ammonire i fautori dell’attuale tendenza a ridurre sempre più il chilometraggio delle tappe adducendo un maggiore spettacolo, mentre invece i fatti dimostrano un maggiore livellamento anche sui percorsi più esigenti, salvo qualche felice eccezione.
La fuga di giornata si è formata quasi subito grazie all’iniziativa di Mirko Maestri (Eolo-Kometa) e Alessandro Tonelli (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè), ai quali si sono presto aggiunti Negasi Haylu Abreha (Q36.5 Pro Cycling Team), Alois Charrin (Tudor Pro Cycling Team), Alexandre Balmer (Team Jayco-AlUla), Jan Maas (Team Jayco-AlUla), Alexandr Riabushenko (Astana Qazaqstan), Samuele Rivi (Eolo-Kometa) e Samuele Zoccarato (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè).
Questi nove uomini non hanno mai avuto un vero via libera dal gruppo, dato che non è mai stato concesso loro un gran vantaggio, che si è sempre mantenuto nell’ordine dei 3 minuti.
In questa prima fase si possono quindi segnalare solo la scivolata di Pogacar, ancor prima del chilometro zero, e la caduta di Alaphilippe in cima al Turchino che ha costretto il francese a cambiare bicicletta, mentre peggio è andata lungo la discesa a Maciej Bodnar (TotalEnergies), che ha dovuto abbandonare la corsa.
Nella zona dei tre capi (Mele, Cervo e Berta) davanti rimangono in sei, mentre il gruppo comincia a perdere pezzi con uomini come Mark Cavendish (Astana Qazaqstan Team) che perdono contatto, mentre alcune cadute mettono fuori gioco Sam Bennett (Bora-hansgrohe), Jan Tratnik (Jumbo-Visma) e Michael Kwiatkowski (Ineos Grenadiers).
La fuga di giornata si esaurisce poco prima di attaccare la salita della Cipressa, sulla quale il gruppo inizia a procedere a ritmo blando finché in testa non arrivano gli UAE a dare la sveglia, mettendo in difficoltà alcuni corridori ma senza provocare vittime importanti.
Tutto rimandato al Poggio, che viene preso in testa dalla coppia Bahrain Fred Wright-Andrea Pasqualon, i quali hanno obiettivamente un ritmo non eccezionale, tanto che l’arrivo di Tim Wellens (UAE Team Emirates) a suonare la carica sembra raddoppiare la velocità del gruppo.
L’azione di Wellens porta via un drappello che prende qualche metro sul resto del gruppo, che si sfilaccia. Davanti rimangono Tadej Pogacar. Filippo Ganna, Mathieu van Der Poel, Wout Van Aert, Mads Pedersen (Trek – Segafredo), Soren Kragh Andersen (Alpecin-Deceuninck) e Neilson Powless (EF Education-EasyPost). Il tempo per contarsi non c’è perché Pogacar prova con una delle sue accelerazioni a mettere in difficoltà gli avversari.
Il più lesto a rispondere è Ganna, al quale si accodano Van Aert e Van der Poel.
Nel momento nel quale Pogacar rallenta il ritmo parte in contropiede Van der Poel, che come già narrato prenderà un vantaggio che gli sarà sufficiente per andare tagliare in solitaria a braccia alzate lo storico traguardo di Via Roma.
Ancora una volta si è vista una gara molto emozionante accesasi sul Poggio che. però, non ci si stancherà mai di ribadirlo, è conseguenza dell’elevato chilometraggio che si deve affrontare in precedenza e questo è l’elemento caratteristico della Sanremo, come i muri per il giro delle Fiandre o il pavè per la Roubaix.
La Classicissima, prima monumento della stagione, apre la fase delle grandi classiche di primavera che, visti i protagonisti in campo, si annuncia tutta da seguire.

Benedetto Ciccarone

Van der Poel lanciato verso la vittoria nella Milano-Sanremo (foto Tim de Waele/Getty Images)

Van der Poel lanciato verso la vittoria nella Milano-Sanremo (foto Tim de Waele/Getty Images)

MILANO – SANREMO. LE PAGELLE DE ILCICLISMO.IT

marzo 18, 2023 by Redazione  
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Le pagelle della Milano-Sanremo 2023 come sempre evidenziano pregi e difetti dei ciclisti che hanno dato spettacolo o deluso nella 114° edizione della Classicissima.

Mathieu van der Poel. Dopo un quinto ed un terzo posto nel 2021 e nel 2022 parte tra i grandi favoriti anche se non come il primo dei favoriti. Conduce una corsa attenta protetto alla perfezione dall’Alpecin Deceuninck. Sul Poggio si attacca alla ruota di Pogacar e dopo l’attacco dello sloveno contrattacca prima dello scollinamento guadagnando terreno sui diretti avversari. In discesa mantiene le distanze e va a vincere in Via Roma consegnando all’Olanda una vittoria che mancava dal 1985 con Hennie Kuiper. Voto: 9.

Filippo Ganna.. L’Italia riponeva le sue speranze sul capitano dell’INEOS, ancora più capitano dopo il forfait di Thomas Pidcock. Pippo ci mette cuore e gambe, denotando un’ottima condizione fisica che gli permette di restare sempre con i primi, anche sul Poggio quando Pogacar accelera. Patisce anche lui il successivo attacco di Van der Poel ed alla fine è comunque bravo ad anticipare almeno Van Aert sulla linea del traguardo, cogliendo un secondo posto che riporta un italiano sul podio dopo cinque anni di assenza. Voto: 8

Tadej Pogacar. L’UAE gli apre la strada fin sul Poggio, scremando il gruppo con un gran ritmo sia sui Capi che sulla Cipressa, grazie alle accelerazioni di Grossschartner, Ulissi e infine Wellens. Si attende soltanto lo scatto dei suoi sul Poggio e quando arriva non riesce a fare la differenza visto che Ganna, Van Aert e Van der Poel gli stanno alle costole. Patisce il contrattacco dell’olandese non riuscendo a rispondere in prima persona e dovrà così accontentarsi della quarta posizione.Voto: 7.5

Soren Krag Andersen. Una top five conquistata dopo aver lavorato per Mathieu van der Poel merita il giusto risalto per un ciclista poco appariscente ma comunque di buonissimo livello che nella volata per il quinto posto è capace di battere anche il connazionale Mads Pedersen, di gran lunga più veloce di lui. Voto: 7

Wout van Aert. Nelle interviste mattutine dichiara alla tv belga di sentirsi al 98.5%. Evidentemente il campione belga ci ha nascosto qualcosa e nonostante la sua Jumbo Visma abbia corso per lui, sul Poggio resta abbastanza solo a causa della caduta di Jan Tratnik, designato come gregario principale sull’ultima salita. Ricuce l’attacco di Pogacar insieme a Van der Poel e Ganna, ma alla fine non riesce neanche a centrare la seconda posizione, sulla carta alla sua portata contro Ganna e Pogacar. Voto: 6.5

Neilson Powless. Ciclisti USA e Milano-Sanremo non vanno molto d’accordo visto che in 114 edizioni ricordiamo un secondo posto di Greg LeMond nel 1986 ed un altro secondo posto di Fred Rodriguez nel 2002. Il ciclista statunitense partiva come gregario di Alberto Bettiol ma alla fine il capitano dell’EF Education EasyPost è stato lui. Voto: 6.5.

Matej Mohoric. Il vincitore dell’edizione 2022 fa lavorare la Bahrain Victorious ma non è mai sembrato capace di incidere più di tanto. E’ soltanto ottavo, terminando nel secondo gruppetto dei battuti a 26 secondi di ritardo da Van der Poel. Voto: 6.

Julian Alaphilippe. Che la condizione fisica dell’ex campione del mondo non fosse al massimo lo si era già notato tra Strade Bianche e Tirreno-Adriatico. La stagione è lunga ed il francese avrà altre occasioni per mettersi in luce, ma oggi non era proprio giornata, visto che conclude in un anonimo undicesimo posto. Voto: 5

Caleb Ewan.. Doveva essere uno dei velocisti di riferimento in caso di arrivo in volata. L’australiano resta con i primi fino ad un km circa dallo scollinamento sul Poggio, quando prima Pogacar e poi Van der Poel salutano tutti e se ne vanno. Terminerà addirittura sedicesimo, nel terzo gruppo di battuti a 32 secondi di ritardo da Van der Poel. Voto: 5

Luigi Giglio

TRA DUE SLOVENI IL TERZO GODE

marzo 19, 2022 by Redazione  
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Matej Mohoric ha vinto la centotredicesima edizione dalla Classicissima con una azione perfetta lanciata nella discesa del Poggio, dopo aver resistito alle sfuriate del connazionale Pogacar e di Kragh Andersen.
Dopo aver guadagnato pochi secondi, Mohoric è riuscito a resistere al tentativo di rientro del drappello con Turgis che lo ha insidiato fino a poche centinaia di metri dal traguardo di via Roma.

Slovenia pigliatutto nella prima parte della stagione 2022.
Dopo UAE Tour, Strade Bianche, Parigi-Nizza e Tirreno-Adriatico anche la Sanremo finisce nel palmares di uno sloveno.
Tra due grandi campioni, come Roglic e Pogacar, Mohoric può essere considerato un outsider, la verità però è che Mohoric è un ottimo corridore, uno dei migliori discesisti in gruppo e dotato di grandi doti di guida della bici, come ha dimostrato oggi quando è riuscito a mantenere la barra dritta in due punti in cui ha rischiato il volo andando davvero al limite.
Mohoric ha adottato l’unica tattica possibile per lui, non ha mai messo il naso fuori, ha solo pensato a restare nel gruppo principale, a resistere sulla Cipressa e sul Poggio e poi dare tutto nella discesa, sfruttando le sue doti funamboliche. Tornato sull’Aurelia, ha proseguito con un lunghissimo rapporto e, come accaduto negli ultimi anni, è riuscito a mantenere quei pochi secondi che, dopo quasi 300 Km di corsa, sembrano impossibili da annullare.
Pogacar ha fatto quello che tutti si aspettavano, corsa dura con la squadra sulla Cipressa e quattro tentativi di allungo sul Poggio… ma non è bastato.
L’arma che ha consentito allo sloveno di fa man bassa alla Tirreno-Adriatico ed alla Strade Bianche non è stata sufficiente in una corsa apparentemente semplice, ma proprio per questo in realtà davvero complessa, come la Sanremo
La verità è che le pendenze del Poggio, anche se arrivano dopo quasi 290 Km di corsa, possono essere sufficienti per fare la differenza solo se dietro non ci siano uomini assatanati della levatura di Van Aert e di Van der Poel, che sembra essersi ripreso dai recenti problemi.
Tuttavia il Poggio ha presentato comunque fattura a diversi uomini, come ad esempio Primoz Roglic che non è riuscito a rispondere ai continui attacchi fino allo scollinamento.
Se Pogacar ha tentato tre affondi, Kragh andersen ne ha tentato uno solo che, però, è sembrato ancor più violento di quelli del vincitore della ultime due edizioni del Tour de France.
Il danese del Team DSM ha piazzato una rasoiata terribile nel tratto all’8% ed anche Pogacar ha avuto la sua bella gatta da pelare per riuscire a riprendere la ruota dell’avversario, che si stava pericolosamente allontanando.
Van Aert ha puntato a tenere chiunque tentasse di evadere, con l’ovvio intento di infilare tutti in volata dopo la capitolazione dei velocisti puri e la sfortuna di uomini pericolosi come Sagan.
Tutto ciò non è stato sufficiente a fronte del numero offerto dal vincitore di oggi.
La Corsa, partita formalmente dallo storico velodromo Vigorelli che per tanti anni ha ospitato la conclusione del Giro d’Italia, è stata caratterizzata da una lunghissima fuga di giornata che, formata inizialmente da sette uomini, è stata definitivamente annullata quando davanti erano rimasti in due.
Al chilometro zero si sono subito portati in avanti Yevgeniy Gidich (Astana Qazaqstan Team), Artyom Zakharov (Astana Qazaqstan Team), Alessandro Tonelli (Bardiani CSF Faizanè), Filippo Tagliani (Drone Hopper – Androni Giocattoli), Ricardo Zurita (Drone Hopper – Androni Giocattoli) , Filippo Conca (Lotto Soudal) e Samuele Rivi (Eolo-Kometa Cycling Team).
Il drappello guadagna rapidamente un vantaggio che toccherà un massimo di circa 7 minuti, ma è apparso subito evidente che il gruppo non aveva alcuna intensione di lasciare che la fuga prendesse il largo.
Il vantaggio ha a lungo veleggiato intorno ai sei minuti, con la Jumbo che si è presa la briga di controllare la corsa, quasi sempre con uno stoico Jos Van Emden.
Dopo la discesa del Turchino e l’approdo sull’Aurelia, il vento a favore fa il gioco dei battistrada e il loro vantaggio rimane stabile per diversi chilometri.
Sui primi due capi la corsa non vede scossoni, ma sul Berta salta l’accordo tra i battistrada con Conca, Gidich, Rivi, Sevilla Lopez e Tonelli che si avvantaggiano.
Nel gruppo c’è la prima vittima eccellente, il britannico Thomas Pidcock, che perde decisamente terreno in preda ad una brutta crisi, cosa che capiterà poco dopo anche a Conca, costretto addirittura scendere dalla bicicletta a causa dei crampi.
Proprio quando sta per iniziare la salita di Costarainera, com’è altrimenti nota la celebre Cipressa, Sagan accusa un problema meccanico e, nonostante i tentativi messi sulla strada, non riuscirà più a rientrare anche a causa del ritmo elevatissimo che prima Jan Polanc e poi Davide Formolo impongono sulla salita per ordine di Pogacar.
In questa fase il ritmo forsennato degli UAE riduce il gruppo ad una trentina di unità, con molti velocisti puri, come ad esempio Viviani, che perdono definitivamente contatto.
Il ritmo degli UAE prosegue anche nel successivo tratto pianeggiante, mentre davanti sono rimasti soltanto Rivi e Tonelli, che hanno il merito di non mollare, venendo raggiunti solo dopo l’imbocco del Poggio.
Sulla salita Pogacar prova tre allunghi, ma Van Aert non molla un metro e un ottimo Van der Poel pure si affila ad ogni tentativo.
Ad un certo punto anche Roglic si mette in testa, ma si vede subito che la sua pedalata non è efficace.
L’allungo più pericoloso lo piazza Soren Kragh Andersen, una vera rasoiata che riesce a mandare tutti in difficoltà. Pogacar è il primo che riesce a chiudere sul corridore danese, non senza difficoltà. Il rientro dello sloveno fa desistere il danese, che non è esattamente un fulmine in volata, e così anche Van Aert e Van der Poel si riportano sulla coppia, mentre Matthews penserà a riportare sotto altri corridori
Nelle retrovie, invece, una caduta di Cosnefroy apre un buco, con Kwiatowsky e Démare che rimangono attardati.
Si arriva così in cima al Poggio con gruppetto di una decina di unità ma, appena iniziata la discesa, Matej Mohoric apre il gas e inizia una picchiata a folle velocità, prendendosi enormi rischi e riuscendo per due volte ad evitare la caduta con numeri da equilibrista.
Lo sloveno riesce a guadagnare circa 5/6 secondi e, una volta giunto sull’Aurelia. spinge il lungo rapporto.
Nell’ultimo chilometro dal drappello degli inseguitori, riesce ad avvantaggiarsi il francese Antony Turgis, che si avvicina pericolosamente allo sloveno, senza però riuscire a ricucire.
Sul terzo gradino del podio sale un ottimo Van Der Poelk, che ha dimostrato che, quando partecipa ad una gara, intende sempre essere protagonista.
Matej Mohoric non era certo il nome che girava sulle bocche degli addetti ai lavori alla vigilia, tuttavia il fascino intramontabile della Classicissima, l’elemento che la rende una delle corse più amate dagli appassionati, è proprio l’incertezza che la caratterizza, la difficoltà di imbroccare l’azione giusta, pur in un percorso che non sembrerebbe presentare grosse difficoltà.
Ancora una volta si è avuta la conferma del fatto che il lungo chilometraggio è una difficoltà che può fare la differenza e che oggi, a causa della mania insana di ridurre la lunghezza dei percorsi, i corridori non sono più abituati ad affrontare.
Come di consueto la Classicissima, ritornata per quest’anno nella sua tradizionale collocazione in calendario il giorno di San Giuseppe, apre la stagione delle grandi classiche di primavera che ora si sposteranno a nord per offrire agli appassionati il consueto spettacolo su muri e pavè.

Benedetto Ciccarone

Mohoric vince meritatamente la 113a edizione della Milano-Sanremo (foto Marco Bertorello / AFP)

Mohoric vince meritatamente la 113a edizione della Milano-Sanremo (foto Marco Bertorello / AFP)

SANREMO 2021: ZITTI E BUONI, ECCO LE PAGELLE

marzo 22, 2021 by Redazione  
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A poche ora dalla conclusione della “Classicissima” ecco le pagelle dell’edizione 2021

JASPER STUYVEN: Il vincitore che non ti aspetti, lui che aveva lottato per qualche buon piazzamento nelle classiche del pavé del nord trova la giornata ideale per beffare i big e vincere l’edizione 2021 della Milano-Sanremo. Il ventottenne corre con arguzia e attenzione, non si fa trovare impreparato quando la corsa esplode e – mentre i vari Alaphilippe, Van Aert e Van der Poel si guardano – lui parte. VOTO 10

CALEB EWAN: Prima o poi il suo nome sarà impresso nell’albo d’oro della corsa. È uno dei velocisti con più resistenza sugli strappi e, a differenza delle ultime edizioni, è in forma e non cede sul Poggio e sulla Cipressa. Un secondo posto come nel 2018 che sa di rammarico. VOTO: 8

WOUT VAN AERT: Il vincitore in carica prova e riprova ma è marcato a vista. Gli occhi dei rivali sono tutti puntati su di lui e, mentre rifiata, scatta Stuyven che befferà tutti quanti. Un corridore straordinario che coglierà nonostante tutto un ottimo terzo posto. VOTO: 7

ALEX ARANBURU: Il giovane corridore spagnolo dell’Astana sta diventando una buona costante nelle corse di un giorno. Settimo lo scorso anno, settimo nel 2021. Attenzione nelle prossime edizioni. VOTO: 6,5

FILIPPO GANNA: Lavora per il capitano Kwiatkowski e lo fa in modo impeccabile. VOTO: 6,5

MICHAEL MATTHEWS: Il corridore australiano non delude mai, è sempre lì, fino alla fine, a giocarsi le sue carte. VOTO: 6

SØREN KRAGH ANDERSEN: Il danese della DSM si ritrova da solo con Stuyven, collabora ma poi lo perde. Peccato di inesperienza. VOTO: 6

PETER SAGAN: Zitto zitto il fuoriclasse slovacco arriva ad un passo dal podio finale. Corre in modo intelligente e accorto, arriva col gruppo dei migliori e come loro si lascia sorprendere da Stuyven. VOTO: 6

SONNY COLBRELLI: Ottavo posto per il corridore della Bahrein-Victorius, il primo degli italiani ma lontano dal vincere la corsa. VOTO: 6

JULIAN ALAPHILIPPE: Il Campione del Mondo è il primo a dar fuoco alle ceneri sul Poggio, ma non riesce a fare la differenza. Si perde negli ultimi chilometri. VOTO: 5,5

MATHIEU VAN DER POEL: Termina la sua corsa la quinto posto, ma da un campione come lui si sperava in qualcosa di più. Non ha lo spunto dei giorni migliori e non riesce a dar sfoggio del suo talento né sulla Cipressa, né sul Poggio. VOTO: 5,5

MATTEO TRENTIN: Al corridore della UAE-Team Emirates manca sempre qualcosa per fare la differenza nei momenti concitanti della corsa. Anche oggi era lì ma non riesce a trovare lo spunto giusto. VOTO: 5,5

MICHAŁ KWIATKOWSKI: L’Ineos Grenadiers corre e si sacrifica per lui, purtroppo non è in giornata di grazia e si perde nel finale. VOTO: 5

ARNAUD DÉMARE: Lui che vinse la corsa qualche anno fa dovrebbe sapere quali sono le fasi della gara in cui non si ci dovrebbe trovare impreparato, eppure sulla Cipressa non lo fa e perde le ruote del gruppo dei migliori. VOTO: 4,5

FERNANDO GAVIRIA: Anche quest’anno il colombiano arriva lontano dal giocarsi le sue chance di vittoria della Classicissima di Primavera. Salta in malo modo sulla Cipressa. VOTO: 4

ELIA VIVIANI: Non è in condizione e si vede. Per il talento italiano un vortice che sembra non finire mai e la prima vittoria in maglia Cofidis è ancora lontana. VOTO: 4

Luigi Giglio

Stuyven stringe tra le mani il trofeo spettante al vincitore della Milano - Sanremo (foto Bettini)

Stuyven stringe tra le mani il trofeo spettante al vincitore della Milano - Sanremo (foto Bettini)

UN FAGIANO IMPALLINA I CACCIATORI, STUYVEN BEFFA I GRANDI FAVORITI ALLA SANREMO

marzo 20, 2021 by Redazione  
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Tutti si aspettavano di vedere Van Aert, Van der Poel e gli altri grandi favoriti lottare gomito a gomito sul rettilineo di Via Roma. E, invece, con la classica “fagianata” l’inatteso Jasper Stuyven li ha fatti secchi tutti quanti e si è portato a casa a sorpresa la Sanremo numero 112

Jasper Stuyven (Trek-Segafredo) è il vincitore a sorpresa della 112^ edizione della Milano-Sanremo, la Classicissima di Primavera, la prima delle Classiche Moumento della stagione ciclistica. Vittoria portata a casa grazie allo stacco decisivo in via Roma a pochi chilometri dal traguardo. Corsa che riproponeva il percorso classico, eccezion fatta per il Passo del Turchino che veniva scartato a causa di un tratto non percorribile a causa di una frana. L’asperità più importante della prima frazione di gara era l’insolita salita del Colle di Giovo che anticipava la strada che portava sull’Aurelia ad Albisola. Classici gli ultimi 112 km che da sempre contraddistinguono la Milano-Sanremo con il passaggio sui capi storici della Cipressa e del Poggio.
I corridori alla partenza erano 175, suddivisi in 25 squadre. Molti campioni al via, su tutti il campione in carica Wout van Aert (Jumbo-Visma) che veniva anche da un ottimo secondo posto in classifica generale nell’ultima Tirreno-Adriatico. Presente anche il suo acerrimo rivale, Mathieu van der Poel (Alpecin-Fenix), trionfatore delle Strade Bianche e di due tappe impegnative vinte nell’ultima Corsa dei Due Mari. Non poteva mancare il campione del mondo in carica Julian Alaphilippe (Deceuninck- QuickStep), già vincitore della Milano-Sanremo nel 2019. Tra i partecipanti anche i vincitori delle edizioni passate: Vincenzo Nibali ( Trek-Segafredo) vincitore nel 2018; Michał Kwiatkowski (Ineos Grenadiers) trionfatore nel 2017; Arnaud Demare (Groupama – FDJ) il quale battè tutti allo sprint nel 2016; John Degenkolb (Lotto Soudal) leader nel 2015 e Alexander Kristoff (UAE-Team Emirates) che si impose nel lontano 2014. Altri nomi di spicco erano Maximilian Schachmann (Bora-Hansgrohe), fresco vincitore della Parigi-Nizza, e il compagno di squadra Peter Sagan (Bora Hansgrohe), tre volte campione del mondo ma che non è mai riuscito a trionfare nella classicissima. Milano-Sanremo che era è resterà per sempre un rammarico anche per Philippe Gilbert (Lotto Soudal). Il belga infatti aveva vinto tutte le Classiche Monumento meno per la Classicissima di Primavera. Oltre a Vincenzo Nibali, tra i ciclisti italiani erano presenti Filippo Ganna (Ineos Grenadiers), Elia Viviani (Cofidis), Alberto Bettiol (EF Education Nippo) e il campione italiano ed europeo Giacomo Nizzolo (Team Qhubeka ASSOS).
La prima parte della corsa veniva caratterizzata dalla fuga partita grazie all’azione di Nicola Conci (Trek-Segafredo), Andrea Peron e Charles Planet (Team Novo Nordisk), Mattia Viel e Filippo Tagliani (Androni-Sidermec), Alessandro Tonelli (Bardiani-CSF-Faizanè), Taco Van der Hoorn (Intermarché-Wanty-Gobert) e Mathias Norsgaard Jorgensen (Movistar). Fuga che prendeva forma dopo sette chilometri, con Tagliani che risuciva a rientrare dopo una decina di chilometri. La Ineos con le altre squadre dei favoriti spingevano forte rendendo la corsa velocissima. Il gruppo dopo aver concesso loro un vantaggio massimo di 7′30″ li riprendevano uno dopo l’altro, l’ultimo Van der Hoorn sulle prime rampe della Cipressa.
Sul Poggio la corsa esplodeva grazie al lavoro straordinario di Luke Rowe e Ganna (Ineos Grenadiers) che allungavano il gruppo e appesantivano le gambe dei velocisti puri. Il primo ad attaccare era Julian Alaphilippe con a ruota un sorprendente Caleb Ewan(Lotto Soudal), l’australiano aveva lasciato l’amaro in bocca al suoi tifosi nelle ultime edizioni della Milano-sanremo mentre oggi correva finalmente libero da eventuali blocchi fisici o emotivi. Allo scollinamento, si portavano in avanscoperta un gruppetto di 11 corridori tra i quali Van der Poel, Van Aert e Sagan. Stuyven, il più sottovalutato del gruppo teneva testa ai più quotati, e al termine della discesa, il belga affondava anticipando tutti. Stuyven non si
scomponeva nemmeno quando lo raggiungeva Kragh Andersen mentre dietro Van Aert non riusciva a fare la differenza. Alaphilippe, Van der Poel e Van Aert si guardavano troppo sbagliando a non uscire in tempo all’inseguimento del corridore della Trek Segafredo. Gli inseguitori arrivavano a tiro, ma Stuyven non si lasciava intimidire cogliendo un grande successo. Caleb Ewan si doveva accontentare ancora una volta del secondo posto. Terzo posto per Van Aert, quarto un Peter Sagan che aveva corso una Classicissima di Primavera in modo attento e non avventato. Miglior italiano di giornata Sonny Colbrelli giunto ottavo.

Luigi Giglio

Jasper Stuyven anticipa i favoriti alla Milano-Sanremo (Getty Images Sport)

Jasper Stuyven anticipa i favoriti alla Milano-Sanremo (Getty Images Sport)

IL CAPOLAVORO DI VAN AERT RIPORTA LA SANREMO IN BELGIO

agosto 8, 2020 by Redazione  
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Non la vincevano dal 1999, quando sul traguardo di Via Roma era giunto per primo Andrei Tchmil, russo di nascita ma da un paio di stagioni naturalizzato belga. E senza questo passaggio burocratico il digiuno dei belgi dalla classicissima sarebbe stato ancora più lungo perchè la precedente vittoria risaliva al 1981, quando si era imposto Alfons De Wolf. Ora la straordinaria affermazione di Wout Van Aert potrebbe riaprire il discorso, perchè il belga ha tutte le carte per cercare di avvicinare l’inavvicinabile primato delle sette vittorie del suo connazionale Eddy Merckx.

Centoundicesima edizione della Classicissima di Primavera, la Milano-Sanremo, quest’anno corsa in estate inoltrata a causa della pandemia di Covid-19. Percorso stravolto nei suoi 305 chilometri di strada, tranne il finale con Poggio, Cipressa e arrivo in via Roma invariati, ma con alcune località storiche come il Passo del Turchino, Capo Mele e Capo Berta messe da parte in attesa di essere rispolverate nel 2021, Coronavirus permettendo. Dopo il fondo, oltre 300 chilometri che hanno messo a dura prova la resistenza e la forma fisica dei ciclisti soprattutto in questa stagione anomala, le difficoltà maggiori per le ruote veloci venivano rappresentate dalle asperità delle salite di Niella Belbo al 161° chilometro, edel Colle di Nava al 269° Km (3.9 chilometri di lunghezza al 3% di pendenza media). Alla partenza si schieravano ventisette squadre formate da sei ciclisti ciascuno per un totale di centosessantadue corridori e tra di loro c’erano i vincitori delle ultime edizioni (2015 escluso): Julian Alaphilippe (Deceuninck-Quick Step), Vincenzo Nibali (Trek-Segafredo), Michał Kwiatkowski (Ineos), Arnaud Démare (Groupama-FDJ) e Alexander Kristoff (UAE-Team Emirates). Tra gli altri partenti si segnalavano il campione slovacco Peter Sagan (Bora Hansgrohe), Greg Van Avermaet (CCC Team) e gli scoppiettanti Mathieu Van der Poel (Alpecin-Fenix) e Wout Van Aert (Jumbo-Visma), vincitore della Strade Bianche a Siena pochi giorni fa. Fernando Gaviria (UAE-Team Emirates), Elia Viviani (Cofidis) e Caleb Ewan (Lotto Soudal) erano, invece, tre tra i velocisti più pericolosi al via che avrebbero subito attacchi dalle squadre dei passisti sul Poggio e sulla Cipressa, tenendo presente che la riduzione a sei ciclisti per squadra rendeva più difficile il controllo della corsa ai vari team. La Lotto Soudal, per esempio, oltre al già citato Ewan poteva contare anche su Philippe Gilbert, corridore che non ha certo bisogno di presentazione e al cui nutrito palmarès manca proprio la Milano-Sanremo.
La partenza avveniva qualche minuto dopo le undici, sotto un caldo pungente. Dopo solo 2 Km partivano all’attacco sette ciclisti Mattia Bais (Androni Giocattoli Sidermec), Manuele Boaro (Astana), Alessandro Tonelli (Bardiani), Damiano Cima (Gazprom), Héctor Carretero (Movistar), Marco Frapporti (Vini Zabù) e il giovane Fabio Mazzucco (Bardiani), che li raggiungeva qualche chilometro più tardi. Nonostante le alte temperature, dopo due ore di gara la media della corsa toccava i 43,6 km/h, mentre la fuga al comando viaggiava con 6′30″ di vantaggio sul gruppo. A guidare il plotone all’inseguimento si alternavano le squadre dei velocisti ed in particolare Lotto Soudal, Jumbo-Visma, Deceuninck-Quick Step e Groupama-FDJ, formazioni rispettivamente di Caleb Ewan, Van Aert, Alaphilippe e Démare.
Sulla salita di Niella Belbo si raggiungevano le 3 ore di corsa con la fuga che manteneva sempre 6 minuti di vantaggio dagli inseguitori, nel quale non si facevano ancora notare i favoriti per la vittoria, ben protetti nella pancia del gruppo. Solo 4 ore dopo la partenza della Classicissima il vantaggio dei fuggitivi calava vistosamente scendendo sotto i 3 minuti e mezzo. Prima dell’inizio del Colle Nava tale gap calava per la prima volta sotto i tre minuti grazie all’impulso delle squadre dei favoriti e in quel frangente era da segnalare il buon lavor di Oliviero Troia (UAE-Team Emirates).
Il primo colpo di scena avveniva ai meno 88 km dall’arrivo, quando una caduta nella pancia del gruppo metteva a terra diversi ciclisti tra i quali Simone Consonni (Cofidis) e Matteo Trentin (CCC Team). Proprio quest’ultimo, vice campione del mondo in carica, era quello che ne faceva le spese venendo costretto al ritiro. Per lui una brutta botta alla spalla mentre il gruppo ìera a quasi 2 minuti dai sei al comando, che a pochi chilometri della vetta del Colle di Nava perdeva Carretero, che esausto si faceva inghiottire dalle fauci del gruppo guidato dalla Bora-Hansgrohe. Da segnale all’inizio della discesa Nibali nelle primissime posizioni, con Sagan attento alle sue ruote.
A 60 chilometri dall’arrivo, con il gruppo che lasciava il Piemonte per entrare in Liguria e con un ritardo di 1′10” dai fuggitivi, le squadre dei big iniziavano a fare le prime mosse. Nel tratto di falsopiano che seguiva la discesa del Colle di Nava Mazzucco si fermava a causa di problemi mecccanici, mentre la Trek-Segafredo di Nibali mandava all’attacco il giovane e promettente Nicola Conci, con i compagni Giulio Ciccone e Gianluca Brambilla nelle prime venti posizioni del gruppo, pronti a rilanciare in caso di tentativo vano da parte di Conci. Data la distanza dal traguardo, questa era una mossa che serviva più che altro per stanare le squadre dei favoriti e per far lavorare e stancare i gregari dei velocisti in vista di Cipressa e Poggio. Il tentativo veniva, però, annullato dalla Deceuninck-Quick Step di Alaphilippe, che prendeva le redini della corsa portandosi a 15” dai fuggitivi, nel frattempo rimasti solo in cinque, definitivamente ripresi a 35 chilometri dall’arrivo, mentre si transitava dal centro di Imperia e il gruppo si apprestava a tornare sulle strade classiche della Sanremo.
Intanto due pedine fondamentali della Deceuninck Quick Step, Alaphilippe prima e Bob Jungels poi, erano costretti a cambiare bici per problemi meccanici e a rientrare frettolosamente nel plotone, pilotato dall’Alpecin-Felix che si era messa a totale disposizione del proprio capitano Matheu Van der Poel. Si attaccava la Cipressa con la Trek di Nibali pronta a chiudere ogni velleità di attacchi ed in particolare era bravo Jacopo Mosca a raggiunger Loïc Vliegen (Circus-Wanty Gobert): i due prendevano il largo mentre Ewan era in difficoltà nelle retrovie e si staccava, sorte che un paio di chilometri più tardi toccherà anche a Fernando Gaviria. Ripresi un ottimo Mosca e Vliegen, la discesa successiva vedeva l’attacco del ligure Niccolò Bonifazio (Direct Énergie), seguito poco dopo da Daniel Oss (Bora-Hansgrohe). Dietro si assisteva ad un immobilismo che francamente nessuno si aspettava e così Oss, non nuovo ad azioni sulla Cipressa, riusciva a guadagnare 15” di vantaggio prima di essere ripreso dal gruppo poco prima dell’inizio del Poggio.
A 10 chilometri dall’arrivo iniziava la bagarre e la Milano-Sanremo entrava nel clou. Il primo ad attaccare era Gianni Moscon, primo tentativo di un Team Ineos deludente, azione che veniva bloccata da un attento Zdeněk Štybar (Deceuninck-Quick Step). Poi ci provava ancora la Trek-Segafredo con Gianluca Brambilla, al cui inseguimento si lanciava il belga Aimé De Gendt (Circus-Wanty Gobert); intanto il ritmo costava caro ai velocisti reduci dalla Cipressa e tra quelli che si staccavano sul Poggio c’erano gli italiani Sonny Colbrelli (Bahrain) e Viviani. La Trek-Segafredo era molto attiva, con l’unica pecca di Ciccone, il cui timido attacco non riuscito dopo il Nava non aveva avuto seguito A meno di sette chilometri all’arrivo ci provava un pezzo da 90, lo squalo Vincenzo Nibali, ma questo attacco non faceva il vuoto come invece riuscirà ad Alaphilippe, che si lasciava tutti alle spalle e scollinava da solo. Van Aert si era inizialmente fatto sorprendere, ma in discesa riusciva a raggiungere il transalpino, con il quale andava a formare un duetto micidiale per gli inseguitori. Gli ultimi tre chilometri veniva affrontanti con un vantaggio limitato per i primi due e con il francese consapevole di avere uno spunto meno veloce del corridore belga: Alaphilippe si incollava alla ruota di Van Aert senza dargli un cambio, ma l’avversario, dimostrando sangue freddo e un’esperienza fuori dal comune per la sua giovane età, rispondeva prontamente tenendo alta l’andatura e controllando sia il rivale, sia il plotone che era a soli 5 secondi. Van Aert e Alaphilippe a ridosso del traguardo si giocavano il tutto per tutto, con il francese che cercava di mettere pressione e stuzzicare Van Aert. Ma tale strategia risultava inutile perchè il campione belga che accelerava e andava a vincere in volata la sua prima Classica Monumento con mezza ruota di vantaggio.
Alle loro spalle, dopo due secondi, Michael Matthews (Sunweb) vinceva la volta del gruppo inseguitori. Peter Sagan era quarto, ancora una volta piazzato, quinto era Giacomo Nizzolo (NTT). Tra i big Van Avermaet terminava ottavo, Gilbert nono, Van der Poel tredicesimo, Davide Formolo (UAE-Team Emirates) sedicesimo, Alberto Bettiol (EF Pro Cycling) diciottesimo e Vincenzo Nibali ventitreesimo.
Consegnata alla storia questa straordinaria Sanremo d’agosto, ora l’attenzione dei tifosi si sposterà sul Giro di Lombardia di Ferragosto e sul Delfinato che scatterà il 12 agosto, prova generale del Tour de France che prenderà le mosse sabato 29 da Nizza.

Luigi Giglio

Wout Van Aert batte Alaphilippe alla Milano-Sanremo 2020 (Getty Images)

Wout Van Aert batte Alaphilippe alla Milano-Sanremo 2020 (Getty Images)

A SANREMO RIMBOMBA L’ASSOLO DI ALAPHILIPPE

marzo 23, 2019 by Redazione  
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La Deceuninck-Quick Step controlla la corsa e la vince grazie alla classe di Julian Alaphilippe, che si ripete dopo la vittoria alle Strade Bianche. Delude il compagno di squadra Viviani. Nibali primo degli italiani.

Ci eravamo lasciati con le braccia alzate di Vincenzo Nibali (Bahrein-Merida) in via Roma, dopo l’attacco sul Poggio che lasciò senza fiato l’intero mondo ciclistico, per poi far eplodere di gioia tutti quanti quando tagliava la linea d’arrivo andando a vincere con un’impresa leggendaria la Classicissima, la Milano-Sanremo. 291 km di gara nei quali per la maggior del tempo il gruppo e i gregari dei favoriti giocano come il gatto col topo coi fuggitivi di giornata, per poi arrivare sulla Cipressa tutti uniti. Cipressa e soprattutto Poggio sono i punti strategici dove i non-velocisti cercano con tutte le loro forze di far esplodere la corsa e frantumare così i sogni degli sprinteur. Nibali e l’anno prima Michał Kwiatkowski (Team Sky) hanno infiammato i finali delle ultime due Milano-Sanremo, un copione che non era facile ripetere. La centodecima edizione della Classica di Primavera partiva come tradizione da Milano alle ore 10:12 con tutti i 175 ciclisti iscritti regolarmente al via. Tra i partenti si poteva assistere a diverse tipologie di ciclisti, molti velocisti, tanti finisseur pronti a giocarsi tutto negli ultimi chilometri, cacciatori di classiche e persino uomini da grandi corse a tappe: come consuetudine l’appeal della Milano-Sanremo aveva fatto gola a tutti. Subito dopo la partenza iniziavano gli attacchi e dopo pochi minuti partivano in fuga Fausto Masnada (Androni Sidermec), Mirco Maestri e Alessandro Tonelli (Bardiani-CSF), Guy Sagiv (Israel Cycling Academy), Luca Raggio e Sebastian Schönberger (Neri Sottoli) e ben quattro ciclisti della Novo Nordisk, Jonas Henttala, Andrea Peron, Charles Planet e Umberto Poli. Da menzionare l’impegno del team statunitense, ultimamente sempre invitato alla corsa, una squadra sportiva interamente composta da corridori ammalati di diabete. La missione della squadre è quella di ispirare, educare e incoraggiare tutti coloro che soffrono di questo problema. Da menzionare anche Mirco Maestri, reduce dalla Tirreno-Adriatico dove si era contraddistinto per i numerosi attacchi in fuga e, soprattutto, per aver vinto la classifica a punti: lo stesso corridore della Bardiani entrava per il quarto anno di fila nella fuga di giornata della Milano-Sanremo. Il suo compagno di squadra e di fuga, Tonelli, era invece il primo a transitare sulla cima del Passo del Turchino. Il primo dei ciclisti a ritirarsi dalla corsa era Nathan Van Hooydonck (Team CCC), quando mancavano 92 km al traguardo. La fuga, nel frattempo, aveva raggiunto e superato i 5′ di vantaggio su di un gruppo guidato in modo alternato dalle squadre dei principali favoriti, dalla UAE-Team Emirates di Fernando Gaviria, alla Deceuninck-Quick Step di Elia Viviani e Julian Alaphilippe, dalla Lotto Soudal di Caleb Ewan alla Bora-Hansgrohe di Peter Sagan.
In vista di Capo Mele lo stacanovista del pedale Adam Hansen (Lotto Soudal) in testa al gruppo rosicchiava secondi su secondi ai fuggitivi, dimezzando il vantaggio fin lì accumulato. I fuggitivi, infatti, scollinavano con soli 2′30” di vantaggio e a nulla serviva il gran lavoro di Sagiv e Henttala, i più generosi nel gruppetto. Sul Capo Berta, ai meno 38 km dalla conclusione, tra i fumogeni accesi dai soliti idioti il gruppetto si spaccava sotto l’impulso di Schönberger, che lasciava i suoi compagni di fuga andando nuovamente all’attacco. Il solo Masnada rispondeva prontamente all’attacco e una volta raggiunto il corridore austriaco lo superava ulteriormente rimanendo da solo in testa alla corsa.
Enfasi e nervosismo regnavano nel gruppo nei pressi della Cipressa, a 27 km dal traguardo, dove le diverse squadre facevano a spallate per prendere le prime posizioni in vista dell’attacco della salita. Sky, Cofidis, Groupama-FDJ e Deceuninck Quick-Step era le più attive, mentre dalla pancia del plotone le altre squadre cercavano con fatica di emergere. Masnada imboccava la salita con 12” di vantaggio sul gruppo, che aveva riassorbito in precedenza gli altri fuggitivi di giornata. Il bergamasco veniva riassorbito a 25 km dall’arrivo dal gruppo trainato da Davide Ballerini, Manuele Boaro e Laurens De Vreese, tutti dell’Astana, mentre nelle retrovie si staccavano diversi ciclisti tra i quali Jurgen Roelandts (Movistar), Filippo Ganna (Sky) e soprattutto Dylan Groenewegen (Jumbo-Visma).
Niccolò Bonifazio (Direct Énergie), che nel 2015 arrivò quinto alla Sanremo, attaccava a tutta velocità nella discesa successiva, sfrecciando tra le curve con traiettorie al limite. Il corridore ligure raggiungeva 20” di vantaggio, poi sul Poggio veniva ripreso dal gruppo, riorganizzatosi nel tratto pianeggiante e sospinto a tutta dalla Deceuninck Quick-Step. Il team di Lefevere, con Zdeněk Štybar in testa, aveva ormai il controllo della corsa che avrebbe puntato a vincere con Alaphilippe. Il campione francese era, infatti, sempre nelle prime posizioni, mentre Viviani mostrava i primi segni di difficoltà nel tratto iniziale della salita barcollando nella coda del gruppo. Purtroppo ancora una volta la Milano-Sanremo sarebbe stata indigesta per il velocista veronese, forse perchè i suoi 291 km sono davvero troppi per il fisico.
Vincenzo Nibali, Kwiatkowski, Philippe Gilbert (Deceuninck Quick-Step), i ciclisti che avevano sparigliato le carte sul Poggio nelle ultime edizioni, stavolta non si muovevano, rimanendo nelle prime posizioni nel gruppo. Finito il lavoro di Štybar, dopo un timido tentativo di attacco di Alberto Bettiol (EF Education First), a partire all’attacco era Alaphilippe, quando mancavano 6,3 km dal traguardo, nella parte più ripida del Poggio. Peter Sagan prima, e poi Kwiatkowski, Matteo Trentin (Mitchelton-Scott), Wout Van Aert (Jumbo-Visma), Oliver Naesen (Ag2R La Mondiale) e Alejandro Valverde (Movistar) si accodavano, raggiungendolo qualche metro più tardi. I sette al comando dopo aver preso vantaggio si guardavano tra di loro, mentre da dietro rientravano Davide Cimolai (Israel Cycling Academy), Simon Clarke (EF Education First), Daniel Oss (Bora-Hansgrohe), Tom Dumoulin (Sunweb) e Vincenzo Nibali. Si erano, invece, perse le tracce di Fernando Gaviria (UAE-Team Emirates) e Caleb Ewan (Lotto Soudal), due dei favoriti di giornata, che si erano fatti sorprendere sul Poggio. Trentin, sapendo di non potersi giocare le proprie chances di vittoria in volata, cercava di sorprendere il gruppetto attaccando a 2 km dalla linea d’arrivo. Veniva stoppato dagli avversari senza non poche difficoltà grazie soprattutto a Van Aert. Dopo un tentativo di Matej Mohorič (Bahrein-Merida) si arrivava in prossimità del traguardo coi ciclisti che comprendevano il gruppetto di testa pronti a giocarsi la vittoria in volata. Julian Alaphilippe, con una poderosa volata, lunga e potente, era il primo a transitare dal traguardo di Via Roma e la Milano-Sanremo tornava così a parlare francese, come nel 2016 quando vinse Arnaud Démare. Secondo si piazzava Oliver Naesen (Ag2R La Mondiale), terzo Kwiatkowski e solo quarto Sagan.
La Deceuninck ha condotto la gara in modo perfetto, permettendo ad un fuoriclasse come Alaphilippe di arrivare nelle migliori condizioni per potersi giocare le sue possibilità di vittoria. Lo stesso corridore transalpino si conferma come uno dei più grandi talenti del panorama ciclistico internazionale e, dopo la vittoria alle Strade Bianche di soli 15 giorni fa, riesce a ripetersi portando a casa la prestigiosa Classica di Primavera.
Queste le dichiarazioni di Julian Alaphilippe al traguardo: «La squadra ha corso in maniera perfetta, abbiamo lavorato per fare la selezione sul Poggio ma non sono riuscito a fare quello che volevo. Speravo infatti di creare una maggiore selezione, invece si è formato un gruppetto di atleti di grande valore. Sapevo che Trentin era più forte di me in volata, ma quando è partito tutto solo sull’Aurelia mi sono sentito rasserenato, perché era un rivale in meno per lo sprint. In basso alla discesa ho pensato a respirare e a cercare una buona posizione per lo sprint, così quando è partito Mohoric gli ho preso la ruota e sono andato dritto fino al traguardo. Una vittoria fantastica, una grandissima gioia».

Luigi Giglio

ORDINE D’ARRIVO

1 Julian Alaphilippe (Fra) Deceuninck-QuickStep 6:40:14
2 Oliver Naesen (Bel) AG2R La Mondiale
3 Michal Kwiatkowski (Pol) Team Sky
4 Peter Sagan (Svk) Bora-Hansgrohe
5 Matej Mohoric (Slo) Bahrain-Merida
6 Wout Van Aert (Bel) Team Jumbo-Visma
7 Alejandro Valverde (Spa) Movistar Team
8 Vincenzo Nibali (Ita) Bahrain-Merida
9 Simon Clarke (Aus) EF Education First
10 Matteo Trentin (Ita) Mitchelton-Scott
11 Tom Dumoulin (Ned) Team Sunweb 0:00:03
12 Michael Matthews (Aus) Team Sunweb 0:00:08
13 Daniel Oss (Ita) Bora-Hansgrohe 0:00:24
14 Alexander Kristoff (Nor) UAE Team Emirates 0:00:27
15 Magnus Cort (Den) Astana
16 Fernando Gaviria (Col) UAE Team Emirates
17 Marco Haller (Aut) Katusha-Alpecin
18 Mike Teunissen (Ned) Team Jumbo-Visma
19 Davide Ballerini (Ita) Astana Pro Team
20 Giacomo Nizzolo (Ita) Dimension Data
21 Amund Grondahl Jansen (Nor) Team Jumbo-Visma
22 Davide Cimolai (Ita) Israel Cycling Academy
23 Julien Simon (Fra) Cofidis, Solutions Credits
24 Clement Venturini (Fra) AG2R La Mondiale
25 Luka Mezgec (Slo) Mitchelton-Scott
26 Reinardt Janse Van Rensburg (RSA) Dimension Data
27 Nils Politt (Ger) Katusha-Alpecin
28 Sam Bennett (Irl) Bora-Hansgrohe
29 Caleb Ewan (Aus) Lotto Soudal
30 Jean-Pierre Drucker (Lux) Bora-Hansgrohe
31 Simone Velasco (Ita) Neri Sottoli-Selle Italia-KTM
32 Arnaud Demare (Fra) Groupama-FDJ
33 Matteo Montaguti (Ita) Androni Giocattoli-Sidermec
34 Gianluca Brambilla (Ita) Trek-Segafredo
35 Krists Neilands (Lat) Israel Cycling Academy
36 Alberto Bettiol (Ita) EF Education First
37 Enrico Battaglin (Ita) Katusha-Alpecin
38 Lilian Calmejane (Fra) Direct Energie
39 Jos van Emden (Ned) Team Jumbo-Visma
40 Roman Kreuziger (Cze) Dimension Data
41 Anthony Turgis (Fra) Direct Energie
42 Greg Van Avermaet (Bel) CCC Team
43 Sonny Colbrelli (Ita) Bahrain-Merida
44 Lawson Craddock (USA) EF Education First
45 Tao Geoghegan Hart (GBr) Team Sky
46 Nicolas Roche (Irl) Team Sunweb
47 Dario Cataldo (Ita) Astana Pro Team
48 Marc Hirschi (Swi) Team Sunweb
49 Enrico Gasparotto (Ita) Dimension Data
50 Romain Bardet (Fra) AG2R La Mondiale
51 Tom-Jelte Slagter (Ned) Dimension Data
52 Soren Kragh Andersen (Den) Team Sunweb
53 Jens Keukeleire (Bel) Lotto Soudal
54 Sven Erik Bystrom (Nor) UAE Team Emirates
55 Jacopo Guarnieri (Ita) Groupama-FDJ 0:00:35
56 Niki Terpstra (Ned) Direct Energie
57 Stephen Cummings (GBr) Dimension Data
58 Alessandro De Marchi (Ita) CCC Team 0:01:01
59 Stefan Kung (Swi) Groupama-FDJ 0:01:15
60 Laurens De Vreese (Bel) Astana Pro Team
61 Christophe Laporte (Fra) Cofidis, Solutions Credits
62 Nacer Bouhanni (Fra) Cofidis, Solutions Credits
63 Carlos Barbero (Spa) Movistar Team
64 Marcus Burghardt (Ger) Bora-Hansgrohe
65 Elia Viviani (Ita) Deceuninck-QuickStep 0:01:27
66 Yves Lampaert (Bel) Deceuninck-QuickStep
67 Zdenek Stybar (Cze) Deceuninck-QuickStep
68 Philippe Gilbert (Bel) Deceuninck-QuickStep
69 Kristian Sbaragli (Ita) Israel Cycling Academy 0:01:29
70 Larry Warbasse (USA) AG2R La Mondiale
71 Tom Van Asbroeck (Bel) Israel Cycling Academy
72 Diego Ulissi (Ita) UAE Team Emirates
73 Marco Marcato (Ita) UAE Team Emirates
74 Viacheslav Kuznetsov (Rus) Katusha-Alpecin
75 Cyril Lemoine (Fra) Cofidis, Solutions Credits
76 Jose Goncalves (Por) Katusha-Alpecin
77 Umberto Marengo (Ita) Neri Sottoli-Selle Italia-KTM
78 Dylan Groenewegen (Ned) Team Jumbo-Visma
79 Jasper Stuyven (Bel) Trek-Segafredo 0:01:33
80 Matteo Busato (Ita) Androni Giocattoli-Sidermec 0:01:36
81 Sacha Modolo (Ita) EF Education First 0:01:54
82 Edward Theuns (Bel) Trek-Segafredo 0:02:06
83 Toms Skujins (Lat) Trek-Segafredo 0:02:13
84 John Degenkolb (Ger) Trek-Segafredo 0:02:37
85 Manuel Belletti (Ita) Androni Giocattoli-Sidermec 0:02:39
86 Lukasz Wisniowski (Pol) CCC Team 0:02:54
87 Taco van der Hoorn (Ned) Team Jumbo-Visma
88 Yevgeniy Gidich (Kaz) Astana Pro Team
89 Anthony Roux (Fra) Groupama-FDJ
90 Giovanni Carboni (Ita) Bardiani CSF
91 Carlos Betancur (Col) Movistar Team 0:03:11
92 Dorian Godon (Fra) AG2R La Mondiale
93 Luis Mas Bonet (Spa) Movistar Team
94 Tomasz Marczynski (Pol) Lotto Soudal
95 Danny van Poppel (Ned) Team Jumbo-Visma
96 Francesco Gavazzi (Ita) Androni Giocattoli-Sidermec
97 Manuele Boaro (Ita) Astana Pro Team
98 Jonas Gregaard Wilsly (Den) Astana Pro Team
99 Gijs Van Hoecke (Bel) CCC Team
100 Tosh Van Der Sande (Bel) Lotto Soudal
101 Mattia Cattaneo (Ita) Androni Giocattoli-Sidermec
102 Maximiliano Richeze (Arg) Deceuninck-QuickStep
103 Luke Rowe (GBr) Team Sky
104 Oscar Gatto (Ita) Bora-Hansgrohe
105 Sebastian Langeveld (Ned) EF Education First
106 Heinrich Haussler (Aus) Bahrain-Merida 0:03:39
107 Kristijan Koren (Slo) Bahrain-Merida 0:03:51
108 Nikolas Maes (Bel) Lotto Soudal 0:04:46
109 Reto Hollenstein (Swi) Katusha-Alpecin 0:05:22
110 Koen de Kort (Ned) Trek-Segafredo 0:05:26
111 Michael Schar (Swi) CCC Team
112 Salvatore Puccio (Ita) Team Sky
113 Christopher Juul Jensen (Den) Mitchelton-Scott 0:05:27
114 Filippo Ganna (Ita) Team Sky 0:06:31
115 Owain Doull (GBr) Team Sky
116 Marcel Sieberg (Ger) Bahrain-Merida
117 Roger Kluge (Ger) Lotto Soudal
118 Julius van den Berg (Ned) EF Education First
119 Daryl Impey (RSA) Mitchelton-Scott
120 Robert Stannard (Aus) Mitchelton-Scott
121 Matthieu Ladagnous (Fra) Groupama-FDJ
122 Ignatas Konovalovas (Ltu) Groupama-FDJ
123 Zico Waeytens (Bel) Cofidis, Solutions Credits
124 Guillaume Van Keirsbulck (Bel) CCC Team
125 Marco Frapporti (Ita) Androni Giocattoli-Sidermec
126 Fausto Masnada (Ita) Androni Giocattoli-Sidermec
127 Luca Pacioni (Ita) Neri Sottoli-Selle Italia-KTM
128 Bernhard Eisel (Aut) Dimension Data
129 Nans Peters (Fra) AG2R La Mondiale
130 Jerome Cousin (Fra) Direct Energie
131 Niccolo Bonifazio (Ita) Direct Energie
132 Mads Schmidt Wurtz (Den) Katusha-Alpecin 0:07:45
133 Matthias Brandle (Aut) Israel Cycling Academy
134 Roy Curvers (Ned) Team Sunweb 0:10:18
135 Conor Dunne (Irl) Israel Cycling Academy
136 Guy Sagiv (Isr) Israel Cycling Academy
137 Sebastian Schonberger (Aut) Neri Sottoli-Selle Italia-KTM
138 David Lozano Riba (Spa) Team Novo Nordisk
139 Joonas Henttala (Fin) Team Novo Nordisk
140 Charles Planet (Fra) Team Novo Nordisk
141 PŽter Kusztor (Hun) Team Novo Nordisk
142 Mirco Maestri (Ita) Bardiani CSF
143 Umberto Orsini (Ita) Bardiani CSF
144 Daniele Bennati (Ita) Movistar Team
145 Michal Golas (Pol) Team Sky
146 Markel Irizar (Spa) Trek-Segafredo
147 Mikel Landa (Spa) Movistar Team
148 Olivier Le Gac (Fra) Groupama-FDJ
149 Jurgen Roelandts (Bel) Movistar Team
150 Jasper Philipsen (Bel) UAE Team Emirates 0:13:56
151 Julien Duval (Fra) AG2R La Mondiale
152 Tim Declercq (Bel) Deceuninck-QuickStep 0:14:42
153 Bert Van Lerberghe (Bel) Cofidis, Solutions Credits
154 Oliviero Troia (Ita) UAE Team Emirates
155 Kenneth Vanbilsen (Bel) Cofidis, Solutions Credits
156 Paul Ourselin (Fra) Direct Energie
157 Sam Brand (GBr) Team Novo Nordisk
158 Alessandro Tonelli (Ita) Bardiani CSF
159 Fabien Grellier (Fra) Direct Energie
160 Daniel McLay (GBr) EF Education First
161 Andrea Peron (Ita) Team Novo Nordisk
162 Giovanni Visconti (Ita) Neri Sottoli-Selle Italia-KTM
163 Luca Raggio (Ita) Neri Sottoli-Selle Italia-KTM
164 Edoardo Affini (Ita) Mitchelton-Scott
165 Umberto Poli (Ita) Team Novo Nordisk 0:19:25
166 Michael Hepburn (Aus) Mitchelton-Scott 0:20:53
167 Alessandro Pessot (Ita) Bardiani CSF
168 Adam Hansen (Aus) Lotto Soudal

Con la vittoria alla Milano-Sanremo naltra perla va ad arricchire il palmarès di Julian Alaphilippe (foto RCS Sport)

Con la vittoria alla Milano-Sanremo n'altra perla va ad arricchire il palmarès di Julian Alaphilippe (foto RCS Sport)

LO SQUALO SBANCA LA SLOT DELLA SANREMO

marzo 17, 2018 by Redazione  
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Vincenzo Nibali vince alla grande la Classicissima con un’azione di forza sul Poggio che non lascia scampo agli avversari. Il tentativo di inseguimento di Trentin naufraga negli ultimi chilometri sull’Aurelia, tratto in cui Nibali stringe i denti e riesce per un soffio a resistere al disperato tentativo di rientro del gruppo. Beffati i velocisti che, fino al Poggio, erano riusciti a tenere chiusa la corsa in un modo per loro ideale.

Non è la sua corsa in assoluto e quella di quest’anno non lo era neppure in modo relativo, visto come si è sviluppata. Ma Vincenzo Nibali (Bahrain Merida) è noto per essere in grado di tirare fuori il coniglio dal cilindro quando meno te lo aspetti ed è esattamente quello che ha fatto oggi, inventandosi un’azione che, per audacia ed imprevedibilità, ha lasciato tutti di stucco, favorendo così il guadagno di un piccolo gruzzoletto di secondi, che gli hanno consentito di presentarsi sul rettilineo d’arrivo con un vantaggio sufficiente a tagliare il traguardo di Via Roma braccia al cielo, nonostante il disperato tentativo di recupero del gruppo, andato praticamente in porto sulla linea d’arrivo, quando oramai era troppo tardi.
In realtà, due elementi potevano far presagire da un lato il possibile tentativo del siciliano, dall’altro la concreta possibilità di vincere. Durante le fasi importanti della corsa Nibali ha, infatti, fatto a “sportellate” per riuscire a mantenere le posizioni migliori in gruppo, sia sui tre storici capi, sia sulla Cipressa, e questo è l’elemento che poteva ingenerare il sospetto che lo “Squalo” fosse venuto a questa corsa per tentare di fare risultato. La caratteristica della Sanremo che, invece, poteva far pensare alla possibilità per un corridore come Nibali di imporsi era il chilometraggio. Per un fondisti di talento come lui, i più di 300 Km da percorrere (considerando anche i 7,5 Km da pedalare per raggiungere il via ufficiale) potevano essere l’elemento decisivo per riuscire a fare la differenza, nel momento nel quale le energie degli avversari si sarebbero ridotte al lumicino. La progressiva riduzione delle distanze delle corse attuali fa sì che, specialmente i più giovani, non siano più abituati a chilometraggi come quello della Sanremo, che ha lasciato la propria lunghezza quasi invariata rispetto al 1907, anno della prima edizione.
La vittoria di Nibali, inoltre, ha riportato questa meravigliosa corsa nella sua giusta dimensione per quanto riguarda la levatura dei vincitori. Scorrendo l’albo d’oro si trovano nomi come quelli di Girardengo, Binda, Bartali, Coppi, Merckx, Gimondi, De Vlaeminck, Fignon, Bugno,Chiappucci, Jalabert, oltre a molti altri che tralasciamo solo per brevità.
Nel ciclismo moderno, però, le caratteristiche del percorso hanno molto spesso portato alla volata, premiando i velocisti ma, anche in quei casi, coloro che sono riusciti a vincere sono stati quelli che hanno retto meglio il chilometraggio che oggi solo questa corsa presenta.
La Cipressa e il Poggio non sono salite durissime e, per di più, vengono percorse a velocità spesso molto elevate anche se regolari, rendendo difficili tentativi di attacco. Tuttavia, dopo aver percorso 290 K anche questa strategia di gara può saltare ed è esattamente ciò che è accaduto oggi. I velocisti sono riusciti a tenere narcotizzata la corsa nonostante la capitolazione della fuga già dal Capo Berta, quando mancavano ancora 40 Km alla conclusione. Sulla Cipressa uomini come Démare (Groupama – FDJ) sono andati in carrozza, leccandosi i baffi pensando alla volata finale nella quale le loro possibilità sarebbero state significativamente elevate. Anche la media molto bassa, dovuta anche al veloce formarsi di una fuga con uomini senza grandi pretese ed alla pioggia che è caduta copiosa per moltissimi chilometri prima di lasciar spazio ad ampie schiarite, sembrava favorire i velocisti, che così potevano risparmiare energie.
La fuga, come si diceva, è partita dopo pochissimi chilometri di gara ed era composta da Mirco Maestri e Lorenzo Rota (Bardiani – CSF), Evgeny Koberniak (Gazprom – Rusvelo), Guy Sagiv e Dennis Van Winden (Israel Cycling Academy), Sho Hatsuyama (NIPPO – Vini Fantini – Europa Ovini), Charles Planet (Novo Nordisk), Matteo Bono (UAE Team Emirates) e Jacopo Mosca (Wilier – Selle Italia).
Questi uomini hanno avuto un vantaggio massimo vicino ai 7 minuti, ma il gruppo ha sempre tenuto sotto controllo l’azione di costoro, che hanno preso moltissima acqua durante la loro azione. Il tentativo ha intrapreso il viale del tramonto nella marcia di avvicinamento alla fase calda della corsa ed è terminato definitivamente lungo la discesa del Capo Berta, dopo che il gruppo di testa si era appena sgretolato sulle pendenze più cattive del celebre strappo. In quel frangente il primo grosso nome a farne le spese è stato quello del tedesco Marcel Kittel (Team Katusha – Alpecin), che partecipava alla Sanremo per la prima volta in carriera.
Da questo momento è stata una guerra di posizione, con gli uomini più blasonati impegnati a tenere le migliori posizioni, anche perché ritrovarsi dietro in queste fasi potrebbe anche voler dire salutare definitivamente le speranze di vittoria. Diverse cadute si sono registrate negli ultimi 40 Km e la più paurosa è stata certamente quella occorsa a Mark Cavendish (Dimension Data) che, nel tratto immediatamente precedente l’imbocco del Poggio, è andato ad impattare violentemente contro uno spartitraffico posto dopo l’uscita di un rondò, facendo un volo pauroso e venendo centrato da un altro corridore che sopraggiungeva.
Sulla Cipressa, gli uomini di Démare hanno tenuto una andatura molto regolare e neppure l’avvicendarsi in testa degli Sky ha potuto scalfire la tranquillità del campione francese che, nella pericolosa discesa successiva, ha messo di nuovo in testa i suoi uomini e si è ripresentato sull’Aurelia addirittura con qualche secondo di vantaggio sul resto del gruppo, ancora composto da ben oltre cento unità.
Nel generale tentativo di restare davanti si è arrivati al Poggio con i migliori intenti a fare a spallate. Appena iniziato lo salita è partito Marcus Burghardt (Bora – Hansgrohe), che sembra più intenzionato ad accelerare l’andatura del gruppo in vista di un attacco di Peter Sagan piuttosto che a staccare gli altri. Quasi subito Jean-Pierre Drucker (BMC) si è riportato sul tedesco ma, tramontato tale tentativo, si è mosso Krists Neilands (Israel Cycling Academy) con a ruota Vincenzo Nibali. Dietro si sono marcati un po’ troppo, pensando ad un tentativo effimero e, nel tratto più duro della salita, lo “Squalo dello Stretto” ha provato l’affondo deciso, riuscendo a guadagnare una decina di secondi grazie all’indecisione di Sagan e Michał Kwiatkowski (Sky), che continuavano a marcarsi tra loro aspettando ognuno che fosse l’altro a prendere in mano la situazione. In un simile quadro l’esperto Matteo Trentin (Mitchelton-Scott), intuito il pericolo concreto, si è lanciato all’inseguimento ed un’altra volta Sagan e Kwiatkowski non sono saltati sulla ruota del corridore di Borgo Valsugana, lasciandolo da solo all’inseguimento di Nibali. Trentin ha continuato l’inseguimento nella discesa ma, una volta ritornato sull’Aurelia, il gruppo, lanciato a forte velocità, lo ha tosto riassorbito.
Gli ultimi 2,8 Km sono stati i più duri per Nibali che, dopo aver affrontato la discesa a forte velocità, ha dovuto dare fondo a tutte le energie per resistere al ritorno del gruppo su vialoni dritti e larghi da percorrere faccia al vento. In un simile terreno, 100 corridori che inseguono un uomo solo sono certamente in grado di recuperare una decina di secondi ma, ancora una volta, gli avversari del messinese non sono riusciti a condurre un inseguimento strutturato, procedendo un po’ disordinatamente alla ricerca di una quadra che non hanno mai trovato. Il vantaggio di Nibali ha cominciato a polverizzarsi solo quando da dietro hanno lanciato lo sprint lungo. Tutto ciò non è stato sufficiente per raggiungere il bravissimo siciliano che ha tagliato lo storico traguardo di Via Roma con almeno un paio di biciclette di vantaggio su Caleb Ewan (Mitchelton-Scott) che ha preceduto Arnaud Démare.
Dopo l’ormai lontano successo di Filippo Pozzato, datato 2006,, la Classicissima prende di nuovo la strada dell’Italia, grazie ad un numero veramente pregevole di Vincenzo Nibali.
Anche se la condotta di gara degli avversari dopo l’attacco ha certamente favorito la vittoria del siciliano, non si può non apprezzare la classe e la fantasia di questo atleta che si conferma un fuoriclasse che, dove non arriva con le gambe, arriva con la testa e con una perfetta visione di gara.
Dopo la conclusione, Nibali affermerà che la strategia di gara era quella di fare da stopper per portare alla volata Sonny Colbrelli, ma è apparso chiaro che l’inserimento in eventuale tentativo era finalizzato a tenere aperte entrambe le possibilità per la squadra.
La stagione delle classiche monumento non poteva iniziare in un modo migliore e si spera che anche la corse del Nord possano offrire grande spettacolo e qualche soddisfazione per i nostri atleti che vi parteciperanno. Il prossimo grande appuntamento sarà rappresentato dalla Gand-Wevelgem di domenica prossima, che anticiperà di una settimana l’atteso Giro delle Fiandre, quest’anno in calendario il giorno di Pasqua.

Benedetto Ciccatone

ORDINE D’ARRIVO

1 Vincenzo Nibali (Ita) Bahrain-Merida 7:18:43
2 Caleb Ewan (Aus) Mitchelton-Scott
3 Arnaud Demare (Fra) Groupama-FDJ
4 Alexander Kristoff (Nor) UAE Team Emirates
5 Jurgen Roelandts (Bel) BMC Racing Team
6 Peter Sagan (Svk) Bora-Hansgrohe
7 Michael Matthews (Aus) Team Sunweb
8 Magnus Cort (Den) Astana Pro Team
9 Sonny Colbrelli (Ita) Bahrain-Merida
10 Jasper Stuyven (Bel) Trek-Segafredo
11 Michal Kwiatkowski (Pol) Team Sky
12 Matti Breschel (Den) EF Education First-Drapac p/b Cannondale
13 Christophe Laporte (Fra) Cofidis, Solutions Credits
14 Sacha Modolo (Ita) EF Education First-Drapac p/b Cannondale
15 Marco Canola (Ita) Nippo-Vini Fantini-Europa Ovini
16 Edvald Boasson Hagen (Nor) Dimension Data
17 Greg Van Avermaet (Bel) BMC Racing Team
18 Nathan Haas (Aus) Katusha-Alpecin
19 Elia Viviani (Ita) Quick-Step Floors
20 Maximiliano Richeze (Arg) Quick-Step Floors 0:00:04
21 Daryl Impey (RSA) Mitchelton-Scott
22 Jens Debusschere (Bel) Lotto Soudal 0:00:05
23 Krists Neilands (Lat) Israel Cycling Academy
24 Jos van Emden (Ned) LottoNL-Jumbo
25 Matej Mohoric (Slo) Bahrain-Merida
26 Tony Gallopin (Fra) AG2R La Mondiale
27 Damiano Caruso (Ita) BMC Racing Team
28 Luis León Sanchez (Spa) Astana Pro Team
29 Gianni Moscon (Ita) Team Sky
30 Christopher Juul Jensen (Den) Mitchelton-Scott
31 Tom Dumoulin (Ned) Team Sunweb
32 Daniel Oss (Ita) Bora-Hansgrohe 0:00:10
33 Heinrich Haussler (Aus) Bahrain-Merida 0:00:11
34 Simon Spilak (Slo) Katusha-Alpecin 0:00:15
35 Julian Alaphilippe (Fra) Quick-Step Floors
36 Oscar Gatto (Ita) Astana Pro Team 0:00:17
37 Matteo Trentin (Ita) Mitchelton-Scott
38 Julien Vermote (Bel) Dimension Data 0:00:32
39 Edward Theuns (Bel) Team Sunweb
40 Scott Thwaites (GBr) Dimension Data
41 Alexis Vuillermoz (Fra) AG2R La Mondiale
42 Cyril Gautier (Fra) AG2R La Mondiale
43 Koen de Kort (Ned) Trek-Segafredo
44 Ben Swift (GBr) UAE Team Emirates
45 August Jensen (Nor) Israel Cycling Academy
46 Fabio Felline (Ita) Trek-Segafredo
47 Guillaume Boivin (Can) Israel Cycling Academy
48 Sam Oomen (Ned) Team Sunweb 0:00:34
49 Jacopo Guarnieri (Ita) Groupama-FDJ
50 Enrico Battaglin (Ita) LottoNL-Jumbo
51 Davide Cimolai (Ita) Groupama-FDJ 0:00:45
52 Filippo Pozzato (Ita) Wilier Triestina-Selle Italia 0:00:53
53 José Gonçalves (Por) Katusha-Alpecin 0:01:02
54 Sven Erik Bystrøm (Nor) UAE Team Emirates
55 Danny van Poppel (Ned) LottoNL-Jumbo
56 Jean-Pierre Drucker (Lux) BMC Racing Team
57 Carlos Barbero (Spa) Movistar Team 0:01:21
58 Marcus Burghardt (Ger) Bora-Hansgrohe 0:01:27
59 Zakkari Dempster (Aus) Israel Cycling Academy
60 Igor Boev (Rus) Gazprom-Rusvelo 0:02:23
61 Nils Politt (Ger) Katusha-Alpecin
62 Oliver Naesen (Bel) AG2R La Mondiale
63 Matthieu Ladagnous (Fra) Groupama-FDJ
64 Edoardo Zardini (Ita) Wilier Triestina-Selle Italia
65 David Lozano (Spa) Team Novo Nordisk
66 Giulio Ciccone (Ita) Bardiani CSF
67 Clement Venturini (Fra) AG2R La Mondiale
68 Koen Bouwman (Ned) LottoNL-Jumbo
69 Kristian Sbaragli (Ita) Israel Cycling Academy
70 Stijn Vandenbergh (Bel) AG2R La Mondiale
71 Ignatas Konovalovas (Ltu) Groupama-FDJ
72 Artem Nych (Rus) Gazprom-Rusvelo
73 Stephen Cummings (GBr) Dimension Data
74 Sergey Firsanov (Rus) Gazprom-Rusvelo
75 Philippe Gilbert (Bel) Quick-Step Floors
76 Fabio Sabatini (Ita) Quick-Step Floors
77 Carlos Betancur (Col) Movistar Team
78 Sebastian Langeveld (Ned) EF Education First-Drapac p/b Cannondale
79 Alexis Gougeard (Fra) AG2R La Mondiale
80 Juan José Lobato (Spa) Nippo-Vini Fantini-Europa Ovini
81 Ivan Santaromita (Ita) Nippo-Vini Fantini-Europa Ovini
82 Marco Tizza (Ita) Nippo-Vini Fantini-Europa Ovini
83 Neilson Powless (USA) LottoNL-Jumbo 0:02:56
84 Winner Anacona (Col) Movistar Team 0:03:52
85 Franco Pellizotti (Ita) Bahrain-Merida 0:04:00
86 Luka Pibernik (Slo) Bahrain-Merida
87 Nikolas Maes (Bel) Lotto Soudal 0:04:50
88 Gijs Van Hoecke (Bel) LottoNL-Jumbo
89 Cesare Benedetti (Ita) Bora-Hansgrohe
90 Salvatore Puccio (Ita) Team Sky
91 Daniele Bennati (Ita) Movistar Team
92 Michael Schär (Swi) BMC Racing Team
93 Simone Consonni (Ita) UAE Team Emirates
94 Dayer Quintana (Col) Movistar Team
95 Alberto Bettiol (Ita) BMC Racing Team 0:05:20
96 Simone Ponzi (Ita) Nippo-Vini Fantini-Europa Ovini
97 Michael Valgren (Den) Astana Pro Team
98 Giovanni Carboni (Ita) Bardiani CSF
99 Dylan van Baarle (Ned) Team Sky
100 Enrico Barbin (Ita) Bardiani CSF
101 Aleksandr Vlasov (Rus) Gazprom-Rusvelo
102 Davide Villella (Ita) Astana Pro Team
103 Diego Ulissi (Ita) UAE Team Emirates
104 Sam Bewley (NZl) Mitchelton-Scott
105 Lennard Kämna (Ger) Team Sunweb
106 Roger Kluge (Ger) Mitchelton-Scott
107 Alexey Lutsenko (Kaz) Astana Pro Team 0:05:22
108 Mirco Maestri (Ita) Bardiani CSF 0:06:14
109 Jasper De Buyst (Bel) Lotto Soudal 0:06:42
110 Maciej Bodnar (Pol) Bora-Hansgrohe 0:07:53
111 Gregory Rast (Swi) Trek-Segafredo
112 Jens Keukeleire (Bel) Lotto Soudal 0:08:30
113 Guillaume Bonnafond (Fra) Cofidis, Solutions Credits
114 Alessandro Tonelli (Ita) Bardiani CSF 0:08:37
115 Kiel Reijnen (USA) Trek-Segafredo 0:09:37
116 Joonas Henttala (Fin) Team Novo Nordisk
117 Ryan Mullen (Irl) Trek-Segafredo
118 Andrea Peron (Ita) Team Novo Nordisk
119 Marcel Sieberg (Ger) Lotto Soudal
120 Rick Zabel (Ger) Katusha-Alpecin
121 Francisco Ventoso (Spa) BMC Racing Team
122 Marco Coledan (Ita) Wilier Triestina-Selle Italia
123 Victor De La Parte (Spa) Movistar Team
124 Kristijan Koren (Slo) Bahrain-Merida
125 Iljo Keisse (Bel) Quick-Step Floors
126 Maarten Wynants (Bel) LottoNL-Jumbo
127 Ian Stannard (GBr) Team Sky
128 Simone Andreetta (Ita) Bardiani CSF
129 Mickael Delage (Fra) Groupama-FDJ 0:11:40
130 Lars Bak (Den) Lotto Soudal
131 Charles Planet (Fra) Team Novo Nordisk
132 Andreas Schillinger (Ger) Bora-Hansgrohe
133 Stepan Kuriyanov (Rus) Gazprom-Rusvelo
134 Dennis van Winden (Ned) Israel Cycling Academy
135 Lorenzo Rota (Ita) Bardiani CSF
136 Sam Brand (GBr) Team Novo Nordisk
137 Guy Sagiv (Isr) Israel Cycling Academy
138 Olivier Le Gac (Fra) Groupama-FDJ
139 Truls Engen Korsaeth (Nor) Astana Pro Team
140 Roy Curvers (Ned) Team Sunweb
141 Jay Thomson (RSA) Dimension Data
142 Umberto Poli (Ita) Team Novo Nordisk
143 Boy van Poppel (Ned) Trek-Segafredo
144 Damiano Cima (Ita) Nippo-Vini Fantini-Europa Ovini
145 Jacopo Mosca (Ita) Wilier Triestina-Selle Italia
146 Luke Rowe (GBr) Team Sky
147 Nikolai Cherkasov (Rus) Gazprom-Rusvelo 0:13:19
148 Cyril Lemoine (Fra) Cofidis, Solutions Credits 0:15:03
149 Bert Van Lerberghe (Bel) Cofidis, Solutions Credits
150 Sho Hatsuyama (Jpn) Nippo-Vini Fantini-Europa Ovini
151 Hector Carretero (Spa) Movistar Team
152 Svein Tuft (Can) Mitchelton-Scott 0:16:13
153 Maxim Belkov (Rus) Katusha-Alpecin
154 Taylor Phinney (USA) EF Education First-Drapac p/b Cannondale
155 Marcel Kittel (Ger) Katusha-Alpecin
156 Tim Declercq (Bel) Quick-Step Floors 0:16:32
157 Juraj Sagan (Svk) Bora-Hansgrohe
158 Brian Kamstra (Ned) Team Novo Nordisk
159 Matteo Busato (Ita) Wilier Triestina-Selle Italia
160 Jakub Mareczko (Ita) Wilier Triestina-Selle Italia
161 Filippo Ganna (Ita) UAE Team Emirates 0:16:53
162 Liam Bertazzo (Ita) Wilier Triestina-Selle Italia
163 Daniel Teklehaimanot (Eri) Cofidis, Solutions Credits 0:21:00
164 Evgeny Kobernyak (Rus) Gazprom-Rusvelo

Nibali allattacco sul Poggio, dove osano le grandi aquile della Sanremo (foto Bettini)

Nibali all'attacco sul Poggio, dove osano le grandi aquile della Sanremo (foto Bettini)

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