20-12-2025
dicembre 21, 2025 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
VUELTA CICLISTA INTERNACIONAL A COSTA RICA
Il costaricense Luis Daniel Oses (7C – Economy – Hyundai) si è imposto nella nona tappa, circuito di Palmares, percorrendo 92.5 Km in 2h32′28″, alla media di 36.401 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Alejandro Granados (Colono Bikestation Kölbi) e di 21″ il connazionale Rodolfo Villalobos (Ciclo Café). Nessun italiano in gara. Oses è ancora leader della classifica con 1′33″ su Granados e 4′31″ sul connazionale Luis Aguilar (7C – Economy – Hyundai)
UNA STAGIONE UAE – 11 OTTOBRE 2025: GIRO DI LOMBARDIA
Pogacar sforna un’altra storica impresa, l’ultima della stagione 2025, vincendo per la quinta volta in carriera il Giro di Lombardia ed eguagliando il primato di vittorie detenuto da Fausto Coppi. Ma lo sloveno riesce a far ancora del “Campionissimo”, che di quei 5 Lombardia “solo” 4 li aveva conquistati consecutivamente, mentre il campione del mondo in carica non fallisce l’obiettivo dal 2021 e, considerata la giovane età potrebbe già nel 2026 ambire alla sesta affermazione nella “classica delle foglie morte”. Tadej, infatti, il 21 settembre 2026 compirà 28 anni, mentre quando vinse il suo ultimo Lombardia Coppi viaggiava verso i 36 anni e aveva già cominciato ad imboccare la fase declinante della sua carriera.
POGACAR COME COPPI: QUINTO LOMBARDIA! IL COPIONE NON CAMBIA
Tadej Pogacar raggiunge Fausto Coppi a quota cinque Giri di Lombardia. Come al mondiale ed all’europeo l’iridato è partito nel punto più duro, guadagnando oltre un minuto e mantenendo poi il vantaggio. Evenepoel stacca tutti gli altri ma non riesce a rosicchiare nulla al campione del mondo
Tutto come da pronostico, ormai è difficile aggiungere considerazioni quando il canovaccio si presenta sempre nello stesso modo, un grande gesto atletico di Tadej Pogacar (UAE Team Emirates – XRG) che oggi ha attaccato a 35 chilometri dalla conclusione semplicemente perché il Passo di Ganda era il punto più duro in cui fare la differenza nei confronti degli avversari. Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step) non ha neppure provato una reazione ma, pochi chilometri più avanti, ha staccato gli altri ed è andato a prendersi l’eterno secondo posto. Michale Storer (Tudor Pro Cycling Team), in giornata di grazia, è stato l’ultimo a mollare mentre il campione a stelle e strisce Quinn Simmons (Lidl – Trek), che era stato il primo a lanciare l’attacco subito dopo il via ufficiale ed era riuscito anche a staccare i compagni di avventura facendo molti chilometri da solo, è stato bravissimo a conquistare la quarta posizione, staccando anche un Isaac Del Toro (UAE Team Emirates – XRG) che sembra avere qualche problema oltre i 200 Km, dato che è stato poi raggiunto da un drappello nel quale viaggiavano l’ottimo giovanissimo Paul Seixas (Decathlon AG2R La Mondiale Team) e Tom Pidcock (Q36.5 Pro Cycling Team).
Evenepoel, come al mondiale ed all’europeo, anche in pianura è andato più forte degli altri ma non è riuscito a diminuire il gap dal campione del mondo che, nelle corse in linea, non cede nulla neppure sul terreno che dovrebbe sorridere al belga.
La corsa di oggi, con oltre quattromila metri di dislivello e salite lunghe, era quella che maggiormente si addiceva alla caratteristiche dell’iridato, che ha fa la differenza sul belga proprio in salita
Pogacar raggiunge Coppi a quota cinque giri di Lombardia, anche se il Campionissimo non li vinse consecutivamente e si può essere certi che l’anno prossimo lo sloveno avrà come obbiettivo quello di issarsi in vetta ai plurivincitori.
Come si diceva, è stato Simmons a promuovere un attacco che è partito subito dopo il via ufficiale. Oltre al già corridori, sono andati in avanscoperta Filippo Ganna, Lucas Hamilton e Victor Langellotti (INEOS Grenadiers), Gal Glivar (Alpecin – Deceuninck), Thibault Guernalec (Arkéa – B&B Hotels), Pello Bilbao (Bahrain – Victorious), Walter Calzoni (Q36.5 Pro Cycling Team), Louis Vervaeke (Soudal Quick-Step), Asbjørn Hellemose e Michael Matthews (Team Jayco AlUla), Bjorn Koerdt (Team Picnic PostNL), Mattia Bais (Team Polti VisitMalta) e Bart Lemmen (Team Visma | Lease a Bike).
La fuga è stata tenuta sotto controllo dagli uomini della UAE che hanno concesso al gruppetto dei battistrada un vantaggio non superiore a due minuti, vantaggio che è salito quando Simmons, ai meno 80, sulle rampe della salita verso il Passo della Crocetta ha salutato la compagnia degli altri attaccanti e ha provato l’azione solitaria, riuscendo a mettere in cascina un vantaggio che ha superato i tre minuti.
Gli uomini di Pogacar – e in particolare Jay Vine e Rafał Majka, all’ultima gara di una splendida carriera – come era prevedibile hanno dato una decisa accelerata sulle prime rampe del passo di Ganda, riducendo il gruppo ad uno sparuto drappello. Quando è partito Pogacar, nessuno ha provato a rispondere. Lo sloveno ha ripreso Simmons in un amen e ha scollinato con un minuto e 15 secondi di vantaggio, gap che non è più sceso.
Evenepoel è rimasto con Storer, Del Toro e Seixas, ma nessuno ovviamente ha collaborato, in primo luogo perché non avrebbe avuto senso spendere energie necessarie per cercare il piazzamento per aiutare uno che si sapeva avere una marcia in più, ma soprattutto perché non ne avevano.
Storer è stato quello che ha cercato di raggiungere Evenepoel nella discesa di Selvino, ma l’impresa si è rivelata non realizzabile, mentre Del Toro, che era andato in crisi nel finale della salita verso il Passo di Ganda, è riuscito a raggiungere Simmons in discesa; ma la benzina era finita, il messicano ha dovuto mollare la ruota dell’americano ed è anche stato raggiunto dal primo gruppo inseguitore con Seixas e Pidcock, che è poi riuscito a regolare allo sprint conquistando l’ultimo posto disponibile della top five.
Pogacar, dopo un 2024 che sembrava irripetibile, chiude un’altra grande stagione in cui ha provato ad attaccare sulla Cipressa alla Sanremo, cosa che sembrava impensabile, e ha anche partecipato alla Parigi-Roubaix, conquistando il secondo posto nonostante una caduta che, probabilmente, gli ha precluso la possibilità di giocarsi la vittoria con Mathieu Van der Poel (Alpecin-Deceuninck) e si può essere certi che l’anno venturo proverà a completare il palmares delle monumento.
Benedetto Ciccarone

Il momento dell'attacco di Pogacar sul Passo di Ganda (foto di Dario Belingheri/Getty Images)
19-12-2025
dicembre 20, 2025 by Redazione
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VUELTA CICLISTA INTERNACIONAL A COSTA RICA
Il costaricense Luis Aguilar (7C – Economy – Hyundai) si è imposto nell’ottava tappa, Pérez Zeledón – Oreamuno, percorrendo 120 Km in 3h25′50″, alla media di 34.834 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Alejandro Granados (Colono Bikestation Kölbi) e l’ecuadoriano Richard Huera (Movistar Best PC). Nessun italiano in gara. Il costaricense Luis Daniel Oses (7C – Economy – Hyundai) è ancora leader della classifica con 1′29″ su Granados e 1′45″ su Aguilar
UNA STAGIONE UAE – 9 OTTOBRE 2025: GRAN PIEMONTE
48 ore prima dell’atteso di Giro di Lombardia va in scena la centonovesima edizione del Gran Piemonte, classica leggermente meno “nobile” della “Corsa delle foglie morte” ma egualmente nobilitata da un albo d’oro prestigioso nel quale spiccano nomi come quelli di Binda e Bartali, Gimondi e Merckx, Bugno e Chiappucci. Il 9 ottobre va a affiancarsi a questi grandi del ciclismo quello del messicano Isaac Del Toro, che allunga così ulteriormente la lista dei successi della UAE nella stagione 2025, a poche ore dalla pronostica quinta vittoria in carriera di Pogacar al Lombardia
SI SCRIVE DEL TORO, SI LEGGE POGACAR. AL MESSICANO IL GRAN PIEMONTE 2025
Con un’azione che ha ricordato quella del più noto compagno di squadra, Isaac Del Toro (UAE Team Emirates XRG) attacca e sgretola la concorrenza sul tratto più duro del gpm di Castelletto d’Erro, involandosi verso la sesta vittoria su suolo italiano nel giro di un mese
L’ottobre italiano di ciclismo continua con il Gran Piemonte che giunge alla sua 109° edizione e presenta un percorso accattivante con diverse salite, le più interessanti delle quali sono il Bric della Forma ed il Rocchetta Palafea nei primi 110 km per poi entrare del circuito finale da ripetere due volte e dove spicca la doppia scalata di Castelletto d’Erro. Si parte da Dogliani e si arriva ad Acqui Terme dopo 179 km. Sono in tutto venti le squadre alla partenza di cui tredici WT. Neilson Powless (Team EF Education EasyPost) torna a difendere la vittoria del 2024 ma dovrà scontrarsi con diversi ciclisti capaci di rendergli la vita difficile, prima fra tutti Isaac Del Toro (UAE Team Emirates XRG), capace di vincere le ultime 5 corse su 8 disputate in Italia. La fuga di giornata vedeva protagonisti sette ciclisti ovvero Victor Langellotti (Team INEOS Grenadiers), Jan Tratnik (Team Redbull BORA Hansgrohe), Jasha Sutterlin (Team Jayco AlUla), Matteo Trentin (Team Tudor Pro Cycling), Odd Christian Eiking (Team Uniber Tietema Rockets), Quinten Hermans (Team Alèecin Deceuninck) ed Ådne Holter (Team Uno X Mobility). Al termine del primo passaggio sul gpm di Castelletto d’Erro restavano in testa Hermans, Tratnik ed Holter. A circa 45 km dalla conclusione il terzetto dei battistrada aveva un vantaggio di una cinquantina di secondi su un drappello di sei ciclisti formato da Marc Hirschi (Team Tudor Pro Cycling), Jardi Christiaan van der Lee (Team EF Education EasyPost), Ion Izagirre (Team Cofidis), Bauke Mollema (Team Lidl Trek), Einer Rubio e Lorenzo Milesi (Team Movistar). Il gruppo principale era ancora più dietro, a circa 20 secondi di ritardo dal primo gruppo inseguitore in cui le squadre più attive erano UAE Team Emirates XRG e INEOS Grenadiers. Sul tratto più duro del secondo passaggio sul gpm di Castelletto d’Erro era Isaac Del Toro ad accelerare con decisione nel gruppo principale. Il messicano andava ad una velocità doppia rispetto agli altri ed in poco tempo raggiungeva Hirschi che era rimasto da solo in testa. Ai due battistrada restava attaccato anche un generoso Mollema. Una nuova accelerazione del messicano era fatale per Hirschi e Mollema che rimbalzavano irrimediabilmente dietro. Del Toro scollinava da solo al comando quando mancavano 14 km al termine, tra discesa e pianura. Il messicano aumentava addirittura il vantaggio sugli immediati inseguitori ed andava a vincere a braccia alzate sul traguardo di Acqui Terme. A 39 secondi di ritardo la volata dei battuti era vinta da Hirschi che anticipava Mollema mentre il gruppo principale era regolato per la quarta posizione da Fabio Christen (Team Q36.5 Pro Cycling) davanti a Michael Matthews (Team Jayco AlUla) mentre Edoardo Zambanini (Team Bahrain Victorious) era il primo italiano in sesta posizione. Del Toro continua a macinare vittorie per l’UAE Team Emirates XRG e chissà che al Giro di Lombardia di dopodomani Tadej Pogačar debba temere proprio il suo compagno di squadra più di Remco Evenepoel.
Antonio Scarfone

Isaac Del Toro vince il Gran Piemonte (foto: Getty Images)
18-12-2025
dicembre 19, 2025 by Redazione
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VUELTA CICLISTA INTERNACIONAL A COSTA RICA
Il costaricense Joseph Gerardo Ramírez (Colono Bikestation Kölbi) si è imposto nella settima tappa, Neily – Buenos Aires, percorrendo 161.2 Km in 3h00′27″, alla media di 53.732 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Sebastian Brenes (Canel’s – Java) e l’olandese Wessel Lange (Universe Cycling Team). Nessun italiano in gara. Il costaricense Luis Daniel Oses (7C – Economy – Hyundai) è ancora leader della classifica con 1′37″ sul connazionale Alejandro Granados (Colono Bikestation Kölbi) e 1′39″ sul connazionale Gabriel Francisco Rojas (Manza Té La Selva Scott).
UNA STAGIONE UAE – 7 OTTOBRE 2025: TRE VALLI VARESINE
Tadej Pogacar non ne ha fatto mistero e dopo la doppietta tra mondiale ed europeo ha dichiarato che punta alla quinta affermazione al Giro di Lombardia, una vittoria che lo porterebbe ad eguagliare il record di successi nella “Classica delle foglie morte” attualmente detenuto da Fausto Coppi. Strada facendo le rotte dello sloveno si intersecano con quelle della Tre Valli Varesine, l’atto di chiusura del Trittico Lombardo che aveva già conquistato nel 2022. E anche sul traguardo di Varese è lo sloveno ad alzare gaudente le braccia al cielo
TRE VALLI VARESINE, POGACAR UN LAMPO IRIDATO SULLE STRADE DI VARESE
La 104ª edizione della Tre Valli Varesine si è conclusa con un capolavoro firmato Tadej Pogacar, che ha aggiunto un nuovo trionfo alla sua straordinaria stagione. Il campione del mondo ha imposto la propria legge con un attacco deciso e spettacolare negli ultimi chilometri, staccando tutti e tagliando il traguardo di Varese in solitaria, con la maglia iridata a brillare sotto il sole d’autunno.
La corsa ha preso il via da Busto Arsizio, in un clima di grande entusiasmo popolare. Fin dai primi chilometri non sono mancati i tentativi di fuga: un gruppo di cinque uomini — tra cui Colleoni, Bais e Milesi — ha preso il largo, accumulando un vantaggio di oltre tre minuti sul gruppo principale. Il ritmo, inizialmente controllato, si è via via alzato con l’ingresso nel tratto collinare che porta verso il circuito finale di Varese. Le squadre dei big, in particolare la UAE Team Emirates, hanno preso il comando delle operazioni, riducendo progressivamente il margine e tenendo sempre Pogacar ben protetto nelle prime posizioni. Sul circuito cittadino — tecnico, nervoso e caratterizzato da brevi strappi come il Montello e il Bobbiate — la corsa è esplosa. Gli attaccanti di giornata sono stati raggiunti a una ventina di chilometri dal traguardo, mentre davanti restavano solo i più forti. Tra questi si sono distinti Julian Alaphilippe, sempre aggressivo nelle fasi più dure, e il giovane danese Albert Withen Philipsen, brillante nel seguire i migliori. Ma il protagonista assoluto era ancora nascosto nel gruppo: Pogacar osservava, aspettava il momento giusto, consapevole che la Tre Valli si vince con lucidità, non solo con le gambe. La mossa decisiva è arrivata con un allungo a poco più di 20 km dall’arrivo. Dopo l’ultima salita, Pogacar ha cambiato ritmo all’improvviso, lanciandosi con coraggio in picchiata verso Varese. Lo sloveno ha disegnato le curve come un artista, guadagnando secondo dopo secondo sugli inseguitori. Dietro, nessuno è riuscito a organizzare un inseguimento efficace: troppo forte, troppo rapido il suo scatto. Nel tratto finale, Pogacar ha potuto gestire con eleganza il margine di vantaggio, godendosi il boato del pubblico all’ingresso nel rettilineo d’arrivo. Alle sue spalle, la volata dei battuti ha premiato Albert Withen Philipsen, secondo, e Julian Alaphilippe, terzo, entrambi protagonisti di una corsa generosa. Ma la scena apparteneva tutta a Pogacar, che ha tagliato il traguardo con le braccia al cielo ed un sorriso che raccontava più di mille parole. Per lui, si tratta della 19ª vittoria stagionale e della 107ª in carriera, numeri che confermano il dominio di un corridore capace di vincere ovunque, in ogni modo.
Archiviata la Tre Valli Varesine, il pensiero corre subito al Giro di Lombardia, in programma sabato 11 ottobre. Pogacar arriverà al via come grande favorito, con la possibilità di entrare nella storia: vincere per la quinta volta consecutiva la “Classica delle foglie morte”, un record assoluto che lo porrebbe accanto — e forse oltre — ai miti del ciclismo di ogni epoca. Le colline e i laghi lombardi lo attendono ancora. E se il preludio di Varese è stato un assolo da fuoriclasse, sabato potremmo assistere a un nuovo capitolo della leggenda di Tadej Pogacar.
Antonio Scarfone

Pogacar trionfa a Varese (foto Dario Belingheri/Getty Images)
17-12-2025
dicembre 18, 2025 by Redazione
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VUELTA CICLISTA INTERNACIONAL A COSTA RICA
Il costaricense Sebastian Calderón (7C – Economy – Hyundai) si è imposto nella sesta tappa, Pérez Zeledón – Neily, percorrendo 198 Km in 3h40′32″, alla media di 53.869 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’ecuadoriano Alejandro Bladimir Pita (Liv / Giant Toscana Mitsubishi Team) e il connazionale José Pablo Sancho (Colono Bikestation Kölbi), che aveva tagliato per primo il traguardo ma poi era stato retrocesso. Nessun italiano in gara. Il costaricense Luis Daniel Oses (7C – Economy – Hyundai) è ancora leader della classifica con 1′37″ sul connazionale Alejandro Granados (Colono Bikestation Kölbi) e 1′39″ sul connazionale Gabriel Francisco Rojas (Manza Té La Selva Scott).
UNA STAGIONE UAE – 5 OTTOBRE 2025: COPPA AGOSTONI
Lo stesso giorno del campionato europeo si corre in Italia la gara d’apertura del Trittico Lombardo, la Coppa Agostoni. Anche sulla classica tre giorni gli UAE hanno messo gli occhi, ma stavolta non riusciranno a fare il bottino pieno perchè nella Coppa Bernocchi i componenti del team emiratino non entreranno nemmeno nella top ten. Diversamente andranno le cose nelle altre due gare, con il trittico che viene inaugurato dall’affermazione di Adam Yates sulle strade della Brianza
ENNESIMA VITTORIA UAE, NELLA COPPA AGOSTONI SI IMPONE ADAM YATES
La corsa che inaugura il trittico lombardo viene decisa da una fuga partita lontano dal traguardo, ma con alcuni nomi illustri al suo interno: alla fine gli ultimi due superstiti, il britannico Adam Yates e lo spagnolo Carlos Canal, resistono al ritorno del gruppo dei migliori fin quasi al traguardo, quando lo spagnolo, a causa di una foratura, deve alzare bandiera bianca. Yates, gregario di lusso nella squadra che da due stagioni sta dominando il panorama ciclistico, coglie così la 31esima vittoria della sua carriera, la 90esima quest’anno per la UAE.
Con la Coppa Agostoni prende il via il cosiddetto “Trittico Lombardo”, un insieme di tre corse in linea che si disputano in Lombardia nel giro di pochi giorni, un tempo nel mese di agosto, da qualche anno invece alla fine dell’estate, subito prima del Giro di Lombardia. Quest’anno la coincidenza con i campionati europei ha indotto molti corridori a rinunciare a queste gare, in particolare alla Coppa Agostoni che si disputa lo stesso giorno della prova in linea maschile; il campo dei partecipanti, tuttavia, rimane di buon livello e presenta al via diversi corridori che già ieri si sono cimentati nel Giro dell’Emilia, fra i quali il suo vincitore, il messicano Isaac del Toro (UAE Team Emirates – XRG), i suoi compagni di squadra Jay Vine e Adam Yates e gli italiani Simone Velasco (XDS Astana Team), ieri 24esimo, e Davide Piganzoli (Team Polti VisitMalta), ieri 18 esimo e primo dei nostri. Il percorso, come sempre, parte da Lissone per tornarci dopo quattro giri di un circuito di 28 chilometri sulle colline della Brianza che presenta le 3 salite più importanti del tracciato: quella di Sirtori (1.5 km al 5.7%), quella di Colle Brianza (3.6 km al 6.4%) e infine il Lissolo (2 km al 6.7%), ascesa simbolo della gara. Dopo l’ultima salita a Lissolo si torna a Lissone, dove saranno stati percorsi quasi 167 chilometri, con gli ultimi 35 sostanzialmente pianeggianti, il che rende abbastanza rari gli arrivi in solitaria. Tuttavia non mancano i nomi illustri nell’albo d’oro della corsa, come quelli di Merckx, Gimondi, De Vlaeminck, Moser, Saronni, Bugno e Ullrich, anche se spesso a vincere sono stati corridori di secondo piano. Tra questi una menzione speciale va al leggendario Luigi Malabrocca, il cui nome sarà per sempre associato alla “maglia nera” del Giro d’Italia e che vinse questa corsa nel 1948. Si tratta della sola vittoria di un certo peso conseguita nella sua carriera.
Si prende il via alle 13; il tempo è ottimo e le condizioni di gara sono ideali. Nonostante questo i corridori se la prendono comoda e, per quanto già sulle prime salite si veda un po’ di movimento, nessuna fuga parte sino al secondo dei quattro giri in programma, quando un nutrito gruppo di corridori riesce a prendere il largo. Fra in nomi in fuga ci sono Piganzoli, Yates e il suo compagno di squadra Rafal Majka, ma i più quotati sono Del Toro e Vine, che ieri hanno speso molte energie e che si tengono pronti a passare all’azione soltanto se nel finale della corsa la fuga dovesse esaurirsi. All’inizio del terzo giro i fuggitivi hanno circa due minuti di vantaggio sul gruppo, ma è nel corso del quarto che la situazione cambia drasticamente: Yates, seguito presto dallo spagnolo Carlos Canal (Movistar Team), lascia il gruppetto dei fuggitivi e va in cerca della vittoria solitaria; un’altra coppia, formata da Vine, rinvenuto dal gruppo, e dal francese Paul Lapeira (Decathlon AG2R La Mondiale Team) si forma alle loro spalle, con l’australiano a proteggere la fuga del compagno di squadra. Nel frattempo il gruppo si sfalda sulle ultime salite, dove rimangono davanti solo i migliori, fra i quali Del Toro, Velasco e, grande sorpresa di giornata, il nostro giovanissimo Lorenzo Finn (Red Bull – BORA – hansgrohe Rookies), recente campione del mondo U23. A 37 chilometri dalla fine il gruppo coi migliori riprende gli ultimi corridori che facevano parte della fuga, ad esclusione delle due coppie di testa, e a 25 chilometri dal traguardo vengono ripresi anche Vine e Lapeira. Yates e Canal continuano nella loro azione solitaria, con un folto gruppo di inseguitori che forse potrebbe anche riprenderli, ma che, invece, senza la collaborazionedegli uomini della UAE, che continuano a coprire la fuga del loro compagno di squadra, perde inesorabilmente terreno. A 12 chilometri dall’arrivo la fortuna dà un’ulteriore mano al navigato corridore britannico: Canal fora e non riesce più a recuperare, venendo nettamente staccato, anche se il gruppo inseguitore non riesce ad avvicinarlo. La corsa termina, senza che succeda altro, con la facile vittoria di Yates, per lui la 31esima di una buona carriera, mentre Canal, dopo aver perso ben un minuto e 14 secondi, arriva secondo. Il gruppo degli inseguitori arriva dopo due minuti e dieci secondi: qui Del Toro si disinteressa dello sprint ed è il nostro Velasco a conquistare il terzo gradino del podio, bruciando sotto lo striscione d’arrivo un deluso Lapeira. Finn è solo 32esimo, tra gli ultimi del gruppo che nel finale di corsa è arrivato a comprendere 36 uomini: per lui comunque un risultato che fa ben sperare per il suo futuro.
Andrea Carta

Yates vince a Lissone l'edizione 2025 della Coppa Agostoni (foto Dario Belingheri/Getty Images)
UNA STAGIONE UAE – 5 OTTOBRE 2025: CAMPIONATO EUROPEO ELITE MASCHILE
Tadej Pogacar non si accontenta solo della maglia iridata. Vuole anche quella stellata di campione europeo e poco importa se potrà indossarla solo sul podio della gara, perchè per l’UCI la casacca di campione del mondo ha l’assoluta priorità su tutte e quella conquistata a Kigali dovrà obbligatoriamente indossarla per 365 giorni, gare a cronometro escluse. Il circuito disegnato nei dintorni della cittadina francese di Guilherand-Granges non è tosto come quello di Kigali ma poco di manca e pure è adatto alle caratteristiche della sloveno, che anche qua si sbarazza della concorrenza e vola in solitaria verso il traguardo, dove il primo dei battuti è ancora una volta Belgio Remco Evenepoel
POGACAR D’AUTUNNO CAPITOLO SECONDO: SUO ANCHE L’EUROPEO
Tadej Pogacar, a distanza di una settimana dal successo ai mondiali, conquista anche il campionato europeo in linea con un copione quasi uguale a quello di Kigali e, staccando tutti sulla salita più impegnativa, consegue un minuto di vantaggio che poi gestisce. Anche stavolta secondo in solitaria è Remco Evenepoel, mentre terminano lontanissimi tutti gli altri. Buona Italia con Scaroni che manca la medaglia ma al quale non si può rimproverare nulla.
Tadej Pogacar è con ogni probabilità il peggior incubo di Remco Evenepoel. Sì perché, se non ci fosse in giro la attuale maglia iridata, il belga sarebbe nettamente il dominatore non solo delle prove contro il tempo, ma anche nelle corse di un giorno e avrebbe realizzato una storica quaterna in queste due settimane caratterizzate dalla scelta, non proprio geniale, di piazzare in successione campionato mondiale e campionato europeo. Testimonianza di tutto ciò la danno sia la facilità con la quale Evenepoel stacca sempre coloro che si trovano insieme a lui ad inseguire Pogacar, sia i distacchi che lo stesso campione belga riesce a rifilare a costoro.
Come una settimana fa a Kigali, il canovaccio ha visto Pogacar attaccare da una distanza siderale, accelerando sulla salita più dura e riuscendo a infliggere quei venti secondi che poi sono aumentati poco alla volta fino ad arrivare intorno al minuto per poi stabilizzarsi. Il belga ha dovuto mollare la ruota del rivale e ha poi provato ad organizzare un vano inseguimento, fino a quando si è deciso a lasciare la compagnia di Juan Ayuso, Christian Scaroni e Paul Seixas per provare da solo l’impossibile.
Stavolta non ci sono scuse, non ci sono stati cambi di bicicletta, selle inclinate o altri problemi di sorta, semplicemente Pogacar ed Evenepoel hanno lo stesso ritmo di crociera. La differenza sta nel fatto che lo sloveno riesce a mantenere quel ritmo per un maggior numero di chilometri, mentre quando Evenepoel innesta il turbo va più o meno alla stessa velocità ma, anche stavolta, Pogacar ha piazzato l’accelerata a 76 chilometri dal traguardo, in un tratto in cui sapeva di poter staccare il belga. Dal canto suo Remco si è deciso a mettere la quinta solo a 38 chilometri dall’arrivo, perché probabilmente è quella la distanza che lui riesce a reggere andando a tutta.
Va dato atto allo sloveno che quelli che si prende lui sono rischi non indifferenti, stavolta ha fatto da solo 76 chilometri a fronte del 66 del mondiale, con Evenepoel a inseguire e molti tratti pianeggianti favorevoli al belga che, ancora una volta, si è trovato in una situazione tattica difficile, con compagni di avventura che non tiravano.
Va però osservato che le ire del belga contro gli altri inseguitori sono del tutto ingiustificate, perché non si capisce per quale motivo corridori come Seixas, Scaroni e Ayuso dovrebbero aiutarlo in un inseguimento dispendioso e probabilmente vano, quando sanno benissimo che l’olimpionico può staccarli quando vuole. Questo è casomai sintomo del fatto che a Evenepoel manca forse anche un po’ di freddezza, cosa che certo non lo aiuta a gestire al meglio le situazioni a cui Pogacar lo costringe.
Il campione del mondo ha sfruttato più volte questo semplice tatticismo: staccare Evenepoel in un tratto duro, sapendo benissimo che i corridori che quest’ultimo troverà sulla strada non avranno nessunissima voglia di dargli una mano.
Così posta, la situazione è molto semplice e non richiede grandi commenti: Taddeo è più forte. E’ più forte nelle grandi corse a tappe ed è più forte nelle classiche, mentre Evenepoel è più forte nelle prove contro il tempo.
Per quel che ha mostrato quest’anno, l’iridato potrà anche aspirare alla Roubaix, che un tempo poteva sembrargli preclusa, mentre la corsa più complessa per lui sarà invece la Sanremo, classica in cui è difficile conseguire quel gap di 15/20 secondi che, una volta aperto, nessuno riesce più a colmare.
Se per il primo ed il secondo posto c’è stato un sostanziale monologo dei due assi, molto emozionante è stata la lotta per la medaglia di bronzo, conquistata meritatamente dal giovanissimo francese Seixas, che ha piegato la resistenza prima di Ayuso e poi di Scaroni, che pure era stoicamente riuscito e resistere sulla ripida salita della Val de l’Enfer e che lo avrebbe con ogni probabilità battuto allo sprint. Mentre lo spagnolo ha ceduto sulle arcigne rampe della salita, l’italiano ha mollato nel secondo dei successivi strappi non classificati, che si fanno però sentire nelle gambe specie dopo una corsa disputata a tutta per stare dietro ad Evenepoel, finché è stato possibile.
Seixas è uno scalatore e ha quindi attaccato a testa bassa e, nel finale, ne aveva di più, anche se a Scaroni non può rimproverarsi proprio nulla, perché è stato bravissimo ainserirsi nel gruppo che ha lottato per le medaglie e ha messo davvero il cuore sulla strada dando il massimo. Un buon segnale per un movimento in crisi che mostra qualche timidissimo segnale di ripresa.
La corsa si è accesa sin dalla prima battute, con un’azione che ha portato allo scoperto Mathias Vacek (Repubblica Ceca), Daan Hoole e Mathijs Paasschens (Paesi Bassi). Molte le squadre che hanno provato a evadere, ma il compito non è stato semplice a causa del grande controllo del gruppo. I tentativi proseguono ed alla fine si forma un gruppo di contrattaccanti con Danny Van Der Tuuk (Polonia), Kristians Belohvosciks (Lettonia) Mihael Štajnar (Slovenia), Louis Vervaeke (Belgio), Niklas Larsen e Casper Pedersen (Danimarca), Marco Frigo (Italia), Nicolas Prodhomme (Francia), Tiago Antunes (Portogallo), Jan Stockli (Svizzera), Martin Svrček (Slovacchia), Mats Wenzel (Lussembugo), Emiliano Vila (Grecia), Victor Langellotti (Monaco) e Andréa Mifsud (Malta).
Lungo la prima ascesa a Saint-Romain-de-Lerps i contrattaccanti si riportano sui battistrada, mentre il gruppo viene condotto dagli uomini di Pogacar. La rappresentanza slovena non è una squadra fortissima, non è certo al livello del Belgio ma è comunque in grado di tenere sotto controllo la fuga e ha i suoi uomini di punta in Domen Novak e Matej Mohoric. Sulla secondo ascesa a Saint-Romain-de-Lerps il Belgio mostra i muscoli accelerando decisamente e mettendo in evidenza la giornata no di Jonas Vingegaard (Danimarca), che era molto atteso in una prova con tanta salita e che ha invece mostrato che le fatiche di Tour e Vuelta non sono ancora del tutto recuperate e che le corse di un giorno non sono il suo terreno preferito. Sul forcing si avvantaggiano Pogačar, Evenepoel, Ayuso, Mattias Skjelmose (Danimarca), e Pavel Sivakov (Francia) ma il gruppo rientra in discesa. Pochi chilometri dopo,, sulla seconda ascesa di Val d’Enfer, allunga Evenepoel e solo Pogacar e Seixas sono in grado di rispondere al belga. I tre trovano vari fuggitivi lungo la strada ma, ancora una volta, un gruppo sempre meno numeroso riesce a rientrare e, sotto la linea d’arrivo, la testa della corsa è composta da Pogačar, Evenepoel, Tiesj Benoot, Steff Cras e Louis Vervaeke (Belgio), Larsen, Pedersen e Skjelmose (Danimarca), Marco Frigo, Gianmarco Garofoli e Scaroni (Italia), Romain Gregoire, Aurélien Paret Peintre, Nicolas Prodhomme, Seixas e Sivakov (Francia), Daan Hoole e Mathijs Paasschens (Paesi Bassi), Ayuso (Spagna), Tiago Antunes (Portogallo), Jan Christen (Svizzera), Felix Grossschartner (Austria), Mathias Vacek (Repubblica Ceca), Martin Svrček (Slovacchia), Toms Skujiņš (Lettonia), Mats Wenzel (Lussemburgo), Victor Langellotti (Monaco) e Andréa Mifsud (Malta).
Si va quindi ad attaccare per la terza e ultima volta la salita di Saint-Romain-de Lers e ai meno 76 arriva l’attacco dello sloveno, che accelera sempre nel punto più duro, indipendentemente dalla distanza dal traguardo. Inizialmente Evenepoel risponde al campione del mondo ma in breve deve mollare e viene ripreso da Seixas, Ayuso e Scaroni che, con grande fatica, si riportano sull’olimpionico.
Pogacar scollina con 36 secondi ma, in discesa, Ayuso fa il diavolo a quattro e riesce a portare i contrattaccanti a soli 22 secondi. L’accordo non c’è, perché Scaroni sembra al gancio e Seixas non tira probabilmente perché dietro c’è un gruppo, guidato dai francesi, che tenta di rientrare.
Il vantaggio di Pogacar sale quindi fino a superare il minuto, mentre Evenepoel è molto irritato per l’atteggiamento degli altri contrattaccanti che lasciano tutto su di lui il peso dell’inseguimento e ai meno 38, con una perentoria accelerata, li lascia sul posto.
A questo punto, il gap tra Pogacar ed Evenepoel si mantiene stabile, mentre il terzetto che si gioca il bronzo perde a vista d’occhio e nel finale rischia anche di subire il rientro di Skujins (che precederà Ayuso sul traguardo).
I giochi per la terza medaglia si fanno sull’ultima salita a Val D’Enfer, con l’attacco di Seixas che fa fuori Ayuso ma non Scaroni, che resiste stoicamente ma si vede che è al gancio.
L’operazione bronzo si concluderà su uno strappo successivo, con un attacco di Saixas che riuscirà a distanziare Scaroni in modo definitivo fino all’arrivo. Da sottolineare che sono stati soltanto 17 i corridori a concludere la gara, anche se probabilmente molti gregari si sono ritirati dopo aver concluso il loro lavoro.
Così oggi gli appassionati hanno assistito all’ennesimo capolavoro di Pogacar, che non si può non apprezzare per l’azzardo ed il coraggio. Ogni sua azione è uno spettacolo per chi ama davvero questo sport e coloro i quali affermano che è noioso vedere un corridore che va via da solo per 80 chilometri probabilmente non riescono a cogliere il pregio del gesto atletico e lo spettacolo intrinseco che c’è in imprese come quella di oggi.
I prossimi appuntamenti per gli appassionati saranno la Coppa Bernocchi di domani, la Tre Valli Varesine di martedì (annullata lo scorso anno a causa del maltempo) e ovviamente l’ultima monumento della stagione, il Giro di Lombardia che Pogacar tenterà di conquistare per la quinta volta in carriera per eguagliare il Campionissimo.
Benedetto Ciccarone

Una settimana dopo il mondiale, Pogacar fa suo anche il campionato europeo (foto Billy Ceusters/Getty Images)
16-12-2025
dicembre 16, 2025 by Redazione
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VUELTA CICLISTA INTERNACIONAL A COSTA RICA
L’ecuadoriano Wilson Steven Haro (Liv / Giant Toscana Mitsubishi Team) si è imposto nella quinta tappa, San José – Pérez Zeledón, percorrendo 126.5 Km in 3h22′10″, alla media di 24.945 Km/h. Ha preceduto allo sprint i costaricensi Donovan Ramírez (Colono Bikestation Kölbi) e Alejandro Granados (Colono Bikestation Kölbi). Nessun italiano in gara. Il costaricense Luis Daniel Oses (7C – Economy – Hyundai) è il nuovo leader della classifica con 1′37″ su Granados e 1′39″ sul connazionale Gabriel Francisco Rojas (Manza Té La Selva Scott).

