TRENTIN RE DI VALLONIA, ULTIMA TAPPA A WATSON

luglio 26, 2024 by Redazione  
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Matteo Trentin dopo la vittoria di ieri ha portato a casa la quarantacinquesima edizione dell’Ethias-Tour de Wallonie. L’ultima tappa è stata conquistata da Watson su Strong e Kielich.

Bersaglio centrato… Matteo Trentin ha messo la firma sulla quarantacinquesima edizione dell’ Ethias-Tour de Wallonie, conquistando nel contempo la prima corsa a tappe della sua carriera. Il trentino della Tudor Pro Cycling ha centrato il bersaglio grosso dopo il bel successo di ieri e si è potuto permettere il “lusso” di chiudere ottavo senza particolari patemi d’animo. La tappa conclusiva è andata al britannico Samuel Watson (Groupama FDJ), che si è improvvisato attaccante ed è andato a centrare la sua prima vittoria da professionista con una manciata di secondi sul gruppo, che aveva già lanciato la volata. Volata oramai di consolazione che è andata a Corbin Strong (Israel – Premier Tech) che ha messo la sua ruota davanti a quella di Timo Kielich (Alpecin – Deceuninck), Natnael Tesfatsion (Lidl – Trek), Per Strand Hagenes (Team Visma | Lease a Bike), Stan Dewulf (Decathlon AG2R La Mondiale Team), Iván García Cortina (Movistar Team), Trentin, Rudy Molard (Groupama – FDJ), Carlos Canal (Movistar Team) e tutti gli altri.
La vittoria di Watson ha così messo la parola fine ad un edizione della corsa vallone parla italiano, come avvenuto anche lo scorso anno. Trentin, infatti, succede nell’albo d’oro a Filippo Ganna (INEOS Grenadiers) che dodici mesi fa si era fatto valere grazie alle sue doti a cronometro, mentre in questa edizione non era prevista una gara contro il tempo. A proposito di tempo, quello finale fatto registrare dal trentino di Borgo Valsugana è stato identico a quello del secondo classificato, il neozelandese Stong. I migliori piazzamenti complessivi nelle 5 tappe hanno, però, premiato l’esperto italiano mentre sul terzo gradino del podio è salito il il lussemburghese Alex Kirsch (Lidl – Trek). Anche la classifica a punti ha visto il successo di Trentin, sempre davanti a Strong, mentre terzo si è piazzato Emilien Jeannière (TotalEnergies). Lo speciale ranking degli scalatori è andato a Jimmy Janssens (Alpecin – Deceuninck) su Markus Hoelgaard (Uno-X Mobility) e Johan Jacobs (Movistar Team). Per quanto concerne i giovani, il migliore alla fine di questi cinque giorni di gara è risultato Frederik Wandahl (Red Bull – BORA – hansgrohe), che ha chiuso in quinta posizione nella classifica generale con 18″ di ritardo da Trentin. Infine, il miglior Team è risultato l’Israel-Premier Tech, che ha distanziato di 29″ la Lidl-Trek e di 3′08″ la Bingoal WB.

Mario Prato

La premiazione di Matteo Trentin (Foto © Ethias-Tour de Wallonie)

La premiazione di Matteo Trentin (Foto © Ethias-Tour de Wallonie)

26-07-2024

luglio 26, 2024 by Redazione  
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ETHIAS – TOUR DE WALLONIE

Il britannico Samuel Watson (Groupama – FDJ) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Mouscron – Thuin, percorrendo 192.1 Km in 4h47′48″, alla media di 40.059 Km/h. Ha preceduto di 4″ il neozelandese Corbin Strong (Israel – Premier Tech) e il belga Timo Kielich (Alpecin – Deceuninck). Miglior italiano Matteo Trentin (Tudor Pro Cycling Team), 8°. Trentin si impone in classifica con lo stesso tempo di Strong e 15″ sul lussemburghese Alex Kirsch (Lidl – Trek)

VOLTA A PORTUGAL EM BICICLETA

IN AGGIORNAMENTO

TOUR ALSACE

Il norvegese Jørgen Nordhagen (Team Visma | Lease a Bike Developmentm) si è imposto nella terza tappa, Vesoul – La Planche des Belles Filles, percorrendo 132.6 Km in 3h27′01″, alla media di 38.432 Km/h. Ha preceduto di 40″ il francese Rémi Capron (Van Rysel – Roubaix) e Nicolas Breuillard (St Michel – Mavic – Auber93). Miglior italiano Alex Tolio (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè), 16° a 1′33″. Nordhagen è il nuovo leader della classifica con 52″ su Capron e 55″ su Breuillard. Miglior italiano Tolio, 14° a 1′53″

CZECH TOUR

L’elvetico Marc Hirschi (UAE Team Emirate) si è imposto nella seconda tappa, Zlín – Pustevny, percorrendo 172.7 Km in 4h17′42″, alla media di 40.21 Km/h. Ha preceduto di 11″ l’italiano Diego Ulissi (UAE Team Emirates) e di 14″ il colombiano Sergio Higuita (Red Bull – BORA – hansgrohe). Hirschi è il nuovo leader della classifica con 15″ su Ulissi e 20″ su Higuita

DOOKOLA MAZOWSZA (Polonia)

La terza tappa, circuito di Płońsk (163.2 Km) è stata annullata a causa di non meglio specificate ragioni di sicurezza. Il danese Mads Andersen (Airtox – Carl Ras) rimane leader della classifica con 1″ sul polacco Bartosz Rudyk (ATT Investments) e sul polacco Michał Pomorski (Mazowsze Serce Polski). Unico italiano in gara Jacopo Colladon (Team Novo Nordisk Development), 71° a 14″.

PRINCES ANNA VASA TOUR (Polonia – Donne)

IN AGGIORNAMENTO

MATTEO TRENTIN RITROVA LA VITTORIA AL TOUR DE WALLONIE

luglio 26, 2024 by Redazione  
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Ritorno alla vittoria per Matteo Trentin che si impone nella quarta tappa del Tour de Wallonie. Una vittoria questa che vale al trentino anche la conquista della vetta della classifica.

Per Matteo Trentin (Tudor Pro Cycling Team) il terzo posto di mercoledì deve essere stata una specie di prova generale. Una prova ben riuscita visto quanto successo oggi ad Herve. Il trentino si è, infatti, imposto con una volata potente sul traguardo della quarta tappa dell’Ethias-Tour de Wallonie, tornando così alla vittoria dopo un digiuno che durava da quasi due anni (l’ultimo successo risaliva al 12 ottobre 2022, quando si era imposto al Giro del Veneto). La vittoria è stata impreziosita dalla conquista della maglia di leader, ottenuta grazie agli abbuoni ai “danni” di Corbin Strong (Israel – Premier Tech), che oggi non ha partecipato alla volata e ha chiuso nella pancia del gruppo
L’ordine d’arrivo odierno vede il portacolori della Tudor Pro Cycling Team davanti a Timo Kielich (Alpecin – Deceuninck), Emilien Jeannière (TotalEnergies), Madis Mihkels (Intermarché – Wanty), Mick van Dijke (Team Visma | Lease a Bike), Louis Barré (Arkéa – B&B Hotels), Iván García Cortina (Movistar Team), Lewis Askey (Groupama – FDJ), Tibor Del Grosso (Alpecin-Deceuninck), Dion Smith (Intermarché – Wanty) e gli altri componenti del gruppo principale, forte di una sessantina di unità.
Il tracciato odierno era particolarmente nervoso, così come lo è stata la tappa. Dopo una cinquantina di chilometri è nata la fuga che, sebbene con alterne vicende, ha caratterizzato l’intera tappa. A promuoverla sono stati Lorenzo Milesi (Movistar Team), Michael Gogl (Alpecin – Deceuninck), Cole Kessler (Lidl – Trek Future Racing), Liam Slock (Lotto Dstny) e William Blume Levy (Uno-X Mobility), quest’ultimo primo a sfilarsi quando al termine mancava circa 15 Km all’arrivo. Annullata la fuga ai meno 3, è stata la volta di Per Strand Hagenes (Team Visma | Lease a Bike) cercare il colpo a sorpresa sfruttando una leggera ascesa del circuito finale. Sul norvegese, però, si sono riportati prima Samuel Watson (Groupama – FDJ) e successivamente quel che restava del plotone
Oggi la cnclusione con la Mouscron – Thuin, tappa di 214,8 Km che prevede tre GPM nelle fasi iniziali, tra i quali l’Oude Kwaremont (2,6 km al 3,7% con quasi un chilometro mezzo di pavé), storica ascesa del Giro delle Fiandre. La corsa si deciderà nel circuito finale, da inannellare quattro volte, che prevede l’arrivo sul muro di Thuin (0,5 km al 7,8%), trampolino di lancio perfetto per andare a giocarsi l’ultima tappa con uno sguardo anche alla classifica generale.

Mario Prato

Dopo un lungo digiuno Matteo Trentin torna al successo nella penultima frazione del Giro di Vallonia (Getty Images)

Dopo un lungo digiuno Matteo Trentin torna al successo nella penultima frazione del Giro di Vallonia (Getty Images)

25-07-2024

luglio 25, 2024 by Redazione  
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ETHIAS – TOUR DE WALLONIE

L’italiano Matteo Trentin (Tudor Pro Cycling Team) si è imposto nella quarta tappa, Verviers – Herve, percorrendo 188.5 Km in 4h20′03″, alla media di 43.494 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Timo Kielich (Alpecin – Deceuninck) e il francese Emilien Jeannière (TotalEnergies). Trentin è il nuovo leader della classifica con 6″ sul neozelandese Corbin Strong (Israel – Premier Tech) e 15″ sul lussemburghese Alex Kirsch (Lidl – Trek)

PRUEBA VILLAFRANCA – ORDIZIAKO KLASIKA

L’elvetico Jan Christen (UAE Team Emirates) si è imposto nella corsa spagnola, circuito di Ordizia, percorrendo 165.7 Km in 3h40′25″, alla media di 45.105 Km/h. Ha preceduto di 22″ l’italiano Vincenzo Albanese (Arkéa – B&B Hotels) e lo spagnolo Pau Miquel (Equipo Kern Pharma)

VOLTA A PORTUGAL EM BICICLETA

L’elvetico Colin Stüssi (Team Vorarlberg) si è imposto nella prima tappa, Anadia (Sangalhos) – Miranda do Corvo (Observatório do Parque Éolico de Vila Nova), percorrendo 158.2 Km in 4h15′20″, alla media di 37.175 Km/h. Ha preceduto di 28″ il portoghese Antonio Carvalho (ABTF Betão – Feirense) e di 41″ il portoghese Luís Fernandes (Credibom / LA Alumínios / Marcos Car). Unico italiano in gara Alexander Konychev (Team Vorarlberg), 72° a 13′45″. Stüssi è il nuovo leader della classifica con 32″ su Carvalho e 58″ su Fernandes. Konychev 71° a 13′54″

TOUR ALSACE

Il francese Tom Donnenwirth (Decathlon AG2R La Mondiale Development Team) si è imposto nella seconda tappa, Riedisheim – Ferrette, percorrendo 154.9 Km in 3h33′57″, alla media di 43.44 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Alexandre Delettre (St Michel – Mavic – Auber93) e di 7″ il norvegese Jørgen Nordhagen /(Team Visma | Lease a Bike Development). Miglior italiano Federico Biagini (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè), 4° a 7″. Donnenwirth è il nuovo leader della classifica con 8″ su Delettre e 12″ sul connazionale Joris Delbove (St Michel – Mavic – Auber93). Miglior italiano Alessio Martinelli (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè), 6° a 18″.

CZECH TOUR

Lo statunitense Luke Lamperti (Soudal Quick-Step) si è imposto nella prima tappa, Prostějov – Ostrava, percorrendo 151.2 Km in 3h50′25″, alla media di 39.372 Km/h. Ha preceduto allo sprint il ceco Pavel Bittner (Team Dsm-Firmenich PostNL) e l’isreaeliano Itamar Einhorn (Israel – Premier Tech). Miglior italiano Alberto Bruttomesso (Bahrain – Victorious), 9°. Lamperti è il primo leader della classifica con 3″ su Bittner e 6″ su Einhorn. Miglior italiano Bruttomesso, 11° a 10″

DOOKOLA MAZOWSZA (Polonia)

Il polacco Bartosz Rudyk (ATT Investments) si è imposto nella seconda tappa, circuito di Grodzisk Mazowiecki, percorrendo 166.4 Km in 3h22′14″, alla media di 49.369 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Cas van der Veen (Sensa – Kanjers voor Kanjers) e il connazionale Michał Pomorski (Mazowsze Serce Polski). Unico italiano in gara Jacopo Colladon (Team Novo Nordisk Development), 84°. Il danese Mads Andersen (Airtox – Carl Ras) è ancora leader della classifica con 1″ su Rudyk e Pomorski. Colladon 71° a 14″.

PRINCES ANNA VASA TOUR (Polonia – Donne)

Il team olandese Team Visma | Lease a Bike si è imposto nella prima tappa, cronometro a squadre di Toruń, percorrendo 3.2 Km in 3′46″, alla media di 50.973 Km/h. Ha preceduto di 6″ il team polacco MAT Atom Deweloper Wrocław e di 8″ il team olandese VolkerWessels Women’s Pro Cycling Team. Miglior team italiano la BTC City Ljubljana Zhiraf Ambedo, 14° a 23″. L’olandese Riejanne Markus (Team Visma | Lease a Bike) è la prima leader della classifica con lo stesso tempo della connazionale Nienke Veenhoven (Team Visma | Lease a Bike) e della francese Margaux Vigie (Team Visma | Lease a Bike). Miglior italiana Lara Crestanello (BTC City Ljubljana Zhiraf Ambedo), 64° a 23″.

TOUR DE BANYUWANGI IJEN (Indonesia)

L’eritreo Merhawi Kudus (Terengganu Cycling Team) si è imposto nella quarta ed ultima tappa, Boom Marina – Ijen, percorrendo 162.8 Km in 4h34′56″, alla media di 35.529 Km/h. Ha preceduto di 1′13″ il connazionale Metkel Eyob (Terengganu Cycling Team e di 2′13″ il francese Benjamín Prades (VC Fukuoka). Nessun italiano in gara. Kudus si impone in classifica con 9″ su Eyob e 2′19″ su Prades

HOELGAARD VINCE IN VALLONIA, TRENTIN SECONDO IN CLASSIFICA

luglio 25, 2024 by Redazione  
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Vittoria al termine di una lunga fuga a due per il campione di Norvegia Markus Hoelgaard davanti a Jimmy Janssens. Terzo Matteo Trentin che sale al secondo posto della classifica dietro a Corbin Strong.

La tappa Regina dell’Ethias-Tour de Wallonie ha visto il successo del campione norvegese Markus Hoelgaard (Uno-X Mobility), che ha battuto il compagno di fuga Jimmy Janssens (Alpecin – Deceuninck). Terzo dopo 43″ si è piazzato Matteo Trentin (Tudor Pro Cycling Team), che ha regolato un gruppetto forte di una quindicina di unità. Grazie a questa prestazione l’esperto ciclista di Borgo Valsugana è salito al secondo posto della classifica generale a soli 7” da Corbin Strong (Israel – Premier Tech), oggi sesto.
I primi due dell’ordine d’arrivo erano gli unici sopravissuti di una fuga a 5 che comprendeva anche Johan Jacobs (Movistar), Gilles De Wilde (Team Flanders – Baloise) e Thomas Bonnet (TotalEnergies). Il tentativo era nata fin dalle prime pedalate e, pur perdendo pezzi strada facendo, è riuscito ad arrivare al traguardo. Il terzo di giornata, Trentin, si era già fatto vedere strada facendo nel tentativo di riportarsi sui fuggitivi.
Oggi il Tour de Wallonie prosegue con la quarta tappa che porterà i corridori in 188.5 Km da Verviers a Herve. Il percorso vallonato potrebbe potrebbe aprire a diverse soluzioni: tra le altre difficoltà altimetriche è prevista la mitica Côte de la Redoute (1.5 km al 10,5%), la salita simbolo della Liegi-Bastogne-Liegi, ma la sua collocazione a 56 Km dall’arrivo non dovrebbe renderla determinante.

Mario Prato

Markus Hoelgaard vince la terza tappa del Giro di Vallonia (foto Luc Claessen/Getty Images)

Markus Hoelgaard vince la terza tappa del Giro di Vallonia (foto Luc Claessen/Getty Images)

24-07-2024

luglio 24, 2024 by Redazione  
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ETHIAS – TOUR DE WALLONIE

Il norvegese Markus Hoelgaard (Uno-X Mobility) si è imposto nella terza tappa, Arlon – La Roche-en-Ardenne, percorrendo 192.6 Km in 4h46′53″, alla media di 40.287 Km/h. Ha preceduto di 2″ il belga Jimmy Janssens (Alpecin – Deceuninck) e di 43″ l’italiano Matteo Trentin (Tudor Pro Cycling Team), 8°. Il neozelandese Corbin Strong (Israel – Premier Tech) è ancora leader della classifica con 7″ su Trentin e 11″ sul lussemburghese Alex Kirsch (Lidl – Trek)

VOLTA A PORTUGAL EM BICICLETA

Il portoghese Rafael Reis (Sabgal / Anicolor) si è imposto nel prologo, circuito a cronometro di Águeda, percorrendo 5.6 Km in 6′48″, alla media di 49.412 Km/h. Ha preceduto di 40 centesimi di secondo il danese Julius Johansen (Sabgal / Anicolor) e di 6″ lo statunitense Tyler Stites (Project Echelon Racing). Unico italiano in gara Alexander Konychev (Team Vorarlberg), 22° a 21″. Reis è il primo leader della classifica con lo stesso tempo di Johansen e 6″ su Stites. Konychev 22° a 21″

TOUR ALSACE

Il team nazionale tedesco si è imposto nella prima tappa, cronometro a squadre di Sausheim, percorrendo 4.3 Km in 4′57″, alla media di 52.121 Km/h. Ha preceduto di 1″ il team britannico Trinity Racing e di 1″ il team francese St Michel – Mavic – Auber93. Miglior team italiano la CTF Victorious, 6° a 4″. Il tedesco Tim Torn Teutenberg (nazionale tedesca) è il primo leader della classifica con lo stesso tempo dei connazionali Niklas Behrens (nazionale tedesca) e Louis Leidert (nazionale tedesca). Miglior italiano Renato Favero (Soudal – Quick-Step Devo Team), 10° a 2″.

DOOKOLA MAZOWSZA (Polonia)

Il danese Mads Andersen (Airtox – Carl Ras) si è imposto nella prima tappa, circuito di Teresin, percorrendo 168 Km in 3h36′45″, alla media di 46.505 Km/h. Ha preceduto di 2″ il polacco Bartłomiej Proć (Santic – Wibatech) e l’olandese Lars Rouffaer (Diftar Continental Cyclingteam) Unico italiano in gara Jacopo Colladon (Team Novo Nordisk Development), 59° a 2″. Andersen è il primo leader della classifica con 8″ su Proć e sul polacco Michał Pomorski (Mazowsze Serce Polski). Colladon 63° a 14″.

TOUR DE BANYUWANGI IJEN (Indonesia)

L’estone Oskar Nisu (Ferei Quick-Panda Podium Mongolia Team) si è imposto nella terza tappa, Glenmore – Banyuwangi, percorrendo 166.8 Km in 3h48′54″, alla media di 43.722 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli indonesiani Muhammah Imam Arifin (Nusantara Cycling Team) e Jamalidin Novardianto (Dr. J Cycling Team). Nessun italiano in gara. Arifin è il nuovo leader della classifica con 1″ sul neozelandese Boris Clark (St George Continental Cycling Team) e 14″ sull’eritreo Metkel Eyob (Terengganu Cycling Team).

TAPPA E MAGLIA PER CORBIN STRONG AL GIRO DI VALLONIA

luglio 24, 2024 by Redazione  
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Cambio della guardia all’Ethias-Tour de Wallonie. Corbin Strong si impone su Emilien Jeannière e Paul Penhoët conquistando la maglia di leader.

Le ventilate difficoltà altimetriche della seconda tappa dell’Ethias-Tour de Wallonie non hanno sortito l’effetto che alcuni si aspettavano. Anche la tappa della corsa belga disputata tra Saint-Ghislain e Ouffet si è, infatti, conclusa in volata.
A spuntarla è stato il neozelandese Corbin Strong (Israel – Premier Tech) che ha tenuto a bada le velleità di Emilien Jeannière (TotalEnergies) mentr terzo, come il giorno prima, si è piazzato Paul Penhoët (Groupama – FDJ). Grazie agli abbuoni spettanti al primo classificato Corbin ha conquistato tre posizioni in classifica andandosi a insediare in vetta.
Il percorso della seconda tappa poteva ispirare gli attaccanti di giornata, anche se la classifica molto corta ha fatto si che i molteplici tentativi avutisi strada facendo siano sempre stati tenuti d’occhio dal plotone. Il finale è stato affrontato da alcuni con il cipiglio giusto, senza però ottenere il risultato sperato. Alla fine sul traguardo si è presentato un gruppo folto di una quarantina di unità, regolato come detto da Corbin Strong, mentre miglior italiano anche oggi si è confermato Matteo Trentin (Tudor), ottavo allo sprint e settimo in classifica con 11 secondi di ritardo.
Ora il Tour de Wallonie proseguirà con la tappa regina, disegnata tra Arlon e La Roche-en-Ardenne sulla distanta di 192 Km. In particolare bisognerà superare quasi 2900 metri di dislivello con le fase salienti da affrontare nel circuito conclusivo di 30 Km da ripetere due volte, anello che prevede le salite della Côte de Maboge (2,8 km al 6,5%) e del Col de Haussire (4,1 km al 6,9%).

Mario Prato

Corbin Strong vince la seconsa tappa del Tour de Wallonie (Getty Images)

Corbin Strong vince la seconsa tappa del Tour de Wallonie (Getty Images)

TOUR DE FRANCE 2024 – LE PAGELLE

luglio 23, 2024 by Redazione  
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Le pagelle del Tour de France appena concluso

TADEJ POGACAR. Il nuovo cannibale del ciclismo domina il Tour 2024 lasciando le briciole agli avversari. Una dimostrazione di classe e potenza che si riassume nelle sei vittorie di tappa conquistate dal fenomeno sloveno tra Pirenei e Alpi. Entra con merito nel club dei ciclisti che hanno fatto la doppietta Giro – Tour nello stesso anno. Il prossimo passo sarà la tripletta Giro-Tour-Vuelta?. VOTO: 9.5

JONAS VINGEGAARD. Fa quello che può per contrastare Pogacar e vince anche l’11° tappa di Le Lioran davanti allo sloveno, forse illudendo se stesso e gli appassionati di ciclismo che avrebbe potuto competere per la vittoria finale. Ma alla fine il ritardo di preparazione dovuto alla caduta al Giro dei Paesi Baschi si fa sentire, pur concludendo in crescendo ed ottenendo con merito il secondo posto finale. VOTO: 8.5

REMCO EVENEPOEL. Alla partenza da Firenze non lo si era mai visto così magro e soprattutto convinto di poter ambire al podio finale. Fa vedere le cose migliori nella prima metà del Tour, raggiungendo il punto più alto con la vittoria nella cronometro individuale di Gevrey-Chambertin, salvo poi mantenersi a galla nelle tappe pirenaiche ed alpine. La brillantezza viene meno nel finale e alla fine oltre 9 minuti di ritardo da Pogacar si fanno sentire, anche se mantiene la terza posizione. VOTO: 8

JOAO ALMEIDA. Tra i gregari più preziosi di Pogacar, si ritaglia un suo spazio non mollando mai nelle tappe più impegnative, dopo essere stato spesso e volentieri l’ultimo uomo per lo sloveno. Alla fine termina in quarta posizione ma ci resta il dubbio che senza Pogacar sarebbe arrivato abbastanza comodamente nei primi tre. VOTO: 8

BINIAM GIRMAY. È il primo africano di colore a vincere la maglia verde al Tour de France. Mostra una tenacia e una convinzione davvero esemplari che lo portano a vincere tre tappe e altrettante top five, lui che inizialmente sembrava dovesse tirare le volate al compagno di squadra Gerben Thijssen. La caduta nel finale della sedicesima tappa poteva minare le sue certezze ma con grande abnegazione riesce a ribaltare le sorti a suo favore negli ultimi traguardi volanti. VOTO: 8

MARK CAVENDISH. Con la vittoria nella quinta tappa supera Eddy Merckx nel computo totale delle vittorie di tappa al Tour. Chapeau! VOTO: 8

MIKEL LANDA. Lavora per Evenepoel e anche lui non affonda del tutto nelle retrovie della classifica generale, concludendo in quinta posizione, pur con oltre 20 minuti di ritardo da Pogacar. VOTO: 7.5

RICHARD CARAPAZ. Sfrutta le sue doti di scalatore e vince l’insidiosa diciassettesima tappa con arrivo a SuperDévoluy, dopo aver addirittura indossato la maglia gialla al termine della terza tappa. Capisce che può inserirsi nella lotta per la maglia a pois e nelle tappe conclusive sulle Alpi è sempre protagonista tra fughe e scollinamenti sui GPM. Vince la maglia di leader degli scalatori nonostante Pogacar provi a insidiarlo nelle ultime tappe. VOTO: 7.5

ADAM YATES. Si sacrifica con abnegazione e dedizione alla causa di Pogacar risultando, forse al pari di Almeida, un valido gregario. Le sue accelerazioni in testa al gruppo selezionano il gruppo dei favoriti e la top ten finale è il giusto premio per un ciclista che avrebbe potuto tranquillamente fare corsa a sé. VOTO: 7

ROMAIN BARDET. La prima maglia gialla è sua grazie al bell’attacco in coppia col compagno di squadra Frank van den Broek. Una bella soddisfazione per un ciclista che si avvia sul viale del tramonto avendo dichiarato alla vigilia che sarebbe stato il suo ultimo Tour. VOTO: 7

BEN HEALY. Attaccare (quasi) sempre e comunque. Questo il motto del ciclista irlandese, protagonista spesso e volentieri nelle prime posizioni del gruppo. Siamo sicuri che prima o poi al Tour una tappa la vincerà. VOTO: 7

ANTHONY TURGIS, KEVIN VAUQUELIN. Danno alla Francia, dopo Bardet, altre due vittorie di tappa. VOTO: 7

DYLAN GROENEWEGEN. Vince in volata a Digione ottenendo complessivamente la sesta vittoria al Tour de France. VOTO: 7

VICTOR CAMPENAERTS. Va in fuga nella diciottesima tappa e vince in una volata ristretta davati a Vercher e Kwiatkowski, consegnando al Belgio la quarta vittoria di tappa al Tour 2024. VOTO: 7

JASPER PHILIPSEN. Una prima settimana da dimenticare lo esclude praticamente dalla lotta per la maglia verde, nonostante una seconda parte di Tour in crescendo condita da tre vittorie di tappa. Fatale, probabilmente, il declassamento nella tappa di Digione per avere chiuso Wout Van Aert contro le transenne. VOTO: 6

WOUT VAN AERT. Nonostante l’impegno e l’obiettivo dichiarato di vincere almeno una tappa, riesce a ottenere soltanto due secondi posti e cinque top ten. Lavora quando deve per Vingegaard, ma nel complesso non è apparso brillantissimo, avendo dovuto fare anche lui i conti con un lungo recupero dopo la brutta caduta alla Dwars door Vlaanderen. VOTO: 6

PRIMOZ ROGLIC. Alla vigilia del Tour sembrava la minaccia più grande per Pogacar ma non ha mai dato la sensazione di esserlo concretamente. La caduta – per colpe non sue – e il ritiro al termine della 12a tappa mettono fine ad un Tour a cui non possiamo dare la sufficienza. Lo aspettiamo alla Vuelta per una pronta reazione. VOTO: 5.5

GIULIO CICCONE. Sulla carta era e si conferma l’italiano più forte al Tour 2024. Due quinti posti nell’undicesima e nella quattordicesima tappa non bastano comunque a fargli raggiungere la sufficienza, anche perchè fallisce la top ten finale. VOTO: 5.5

CARLOS RODRIGUEZ. Il capitano designato dell’INEOS dopo un ottimo Giro di Romandia e un buon Criterium del Delfinato stecca il Tour senza se e senza ma, risultando impalpabile, quasi apatico, alle dinamiche di corsa. Mai un attacco, mai uno scatto, mai un sussulto. Il settimo posto finale sembra addirittura generoso per un ciclista dal quale ci si aspettava sinceramente qualcosa in più. VOTO: 5

ALBERTO BETTIOL. Sfoggia la maglia di campione italiano recentemente conquistata ma non riesce mai a incidere o a essere protagonista più di tanto, nonostante i proclami iniziali. Non fa meglio di un decimo posto nella tappa inaugurale da Firenze a Rimini, poi nel prosieguo del Tour si perde nell’anonimato fino al ritiro nella quattordicesima tappa. VOTO: 5

Antonio Scarfone

23-07-2024

luglio 23, 2024 by Redazione  
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ETHIAS – TOUR DE WALLONIE

Il neozelandese Corbin Strong (Israel – Premier Tech) si è imposto nella seconda tappa, Saint-Ghislain – Ouffet, percorrendo 188.2 Km in 4h04′23″, alla media di 46.218 Km/h. Ha preceduto allo sprint i francesi Emilien Jeannière (TotalEnergies) e Paul Penhoët (Groupama – FDJ). Miglior italiano Matteo Trentin (Tudor Pro Cycling Team), 8°. Strong è il nuovo leader della classifica con 3″ sul belga Jordi Meeus (Red Bull – BORA – hansgrohe) e 5″ su Penhoët. Miglior italiano Trentin, 7 a 11″

VUELTA A CASTILLA Y LEÓN

L’australiano Caleb Ewan (Team Jayco AlUla) si è imposto nella corsa spagnola, Valladolid – La Cistérniga, percorrendo 199.7 Km in 4h33′55″, alla media di 43.743 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Davide Cimolai (Movistar Team) e il belga Jenthe Biermans (Arkéa – B&B Hotels)

MEMORIAŁ ANDRZEJA TROCHANOWSKIEGO

Il polacco Norbert Banaszek (Mazowsze Serce Polski) si è imposto nella corsa polacca, circuito di Mława, percorrendo 143.5 Km in 3h25′56″, alla media di 47.345 Km/h. Ha preceduto allo sprint il danese Magnus Bak Klaris (Airtox – Carl Ras) e il connazionale Bartłomiej Proć (Santic – Wibatech). Unico italiano in gara Jacopo Colladon (Team Novo Nordisk Development), 66°.

TOUR DE BANYUWANGI IJEN (Indonesia)

L’estone Martin Laas (Ferei Quick-Panda Podium Mongolia Team) si è imposto nella seconda tappa, Alaspurwo – Banyuwangi, percorrendo 147.8 Km in 3h20′46″, alla media di 44.171 Km/h. Ha preceduto allo sprint il malese Mohamad Izzat Hilmi Abdul Halil (Malaysia Pro Cycling) e l’indonesiano Terry Kusuma (Kelapa Gading Bikers). Nessun italiano in gara. L’australiano Ryan Cavanagh (Kinan Racing Team) è ancora leader della classifica con 8″ sul neozelandese Boris Clark (St George Continental Cycling Team) e 13″ sull’indonesiano Muhammah Imam Arifin (Nusantara Cycling Team).

POGI, SEMPRE POGI, FORTISSIMAMENTE POGI: DODICI TAPPE PER UNA DOPPIETTA

luglio 23, 2024 by Redazione  
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Bulimia Pogacar. Vince sempre lui. Se al Giro sceglieva, fatti salvi regali impiattati su vassoi d’argento dagli avversari, al Tour si prende tutto. Tranne Parigi… perché quest’anno si finisce a Nizza, e perché Tadej rinuncia alle Olimpiadi imminenti.

La tappa finale di Nizza, originale (per il Tour) soluzione a crono che sostituisce causa Olimpiadi il classico e monumentale sprint sui Campi Elisi con Arco di Trionfo a condimento, emette un verdetto tutto fuorché originale: podio di giornata, Pogacar-Vingegaard-Evenepoel. Podio finale del TDF: Pogacar-Vingegaard-Evenepoel. Pochissime le sorprese, minimi i rivolgimenti su una classifica ormai già scandita a giri di clessidra più che a ticchettii di cronometro.
Fuori il dente, fuori il dolore: l’unica notizia di giornata per quanto concerne la top ten conclusiva riguarda l’italiano Ciccone, che dopo un Tour solido e costante esce sonoramente sconfitto dal gioco delle “sedie musicali” che vedeva quattro atleti battagliare per i tre posti dall’ottavo al decimo, rimasugli caduti dalla tovaglia dei quattro big team (UAE, Visma, Soudal-Quickstep e INEOS) che avevano già precettato con capitani e gregari – gregari di grandissimo lusso, s’intende – tutta l’alta classifica. Se lo svizzero Gall era prematuramente uscito dalla giostra in cui erano in lizza con lui e Ciccone anche il colombiano Buitrago e il canadese Gee, l’ingordigia inarrestabile degli squadroni aveva riportato in ballo lo statunitense Jorgenson della Visma, prima impiegato come supporto a Vingegaard: grazie a una serie di cavalcate autonome, tenute a bada dal solo Pogacar, il promettente, versatile e sempre sorprendente lungagnone si era sulle Alpi proiettato con prepotenza verso l’ottavo posto, rimandando dunque Ciccone, Gee e Buitrago a scannarsi per nona e decima piazza. Jorgenson suggella l’operazione con un’eclatante cronometro conclusiva che lo vede primo degli umani dietro i tre fenomeni del cui dominio si è detto in apertura, mentre Ciccone, a dispetto di una bella discesa, cede proprio in salita da Buitrago ma soprattutto da un Gee clamoroso, il quale proprio nei segmenti ascendenti era stato addirittura il primo rivale dei Magnifici Tre. Ecco dunque tre atleti delle Americhe a imbottire la base della top 10, con tre storie interessanti e variegate: la sorpresa Gee come GC-man per gli israeliani; la crescita regolare di Buitrago ultimo alfiere del ciclismo colombiano (illusoria la bella classifica di Bernal nella prima metà di Tour); la folgorante ascesa di Jorgenson, scoperto dalla Movistar poi abbandonata con disprezzo. Ma al di là dei meriti altrui, Giulio paga il proprio umano appannamento, dopo essersi a più riprese esposto nelle tappe precedenti per mettere in difficoltà gli avversari, vanamente purtroppo.
E qui viene a galla uno dei leit motiv impliciti di questo Tour: Pogacar ha decretato con editto imperiale che non sarebbe stata concessa libertà di movimento alcuna a chi lottasse per la classifica. Scelta peculiare e dispendiosa, visto che “essere in classifica” in questo Tour, fatti salvi appunto i primi tre gradini del podio, significa avere accumulato un distacco di venti minuti-mezzora (il quarto in classifica generale è a 19 minuti Almeida, peraltro gregario di Pogacar, il decimo è Buitrago a 29 minuti), vale a dire un distacco che in qualsiasi altro contesto sarebbe perfettamente compatibile con l’essere un candidato per la fuga di giornata.
Come già l’anno scorso, ma a parti invertite, abbiamo goduto di un Tour insospettabilmente apertissimo per due terzi, poi la svolta: nel 2023 alla sedicesima tappa la crono di Combloux aveva sancito un’esplosiva superiorità di Vingegaard al di là di ogni gestibilità per Pogacar, poi crollato più di testa che di gambe prima del contentino finale sui Vosgi. Quest’anno è la quindicesima tappa, Plateau de Beille che stronca ogni velleità del danese, per il quale quanto segue è solo sofferenza e strenua difesa, peraltro solida, nei confronti delle insidie portate dal giovane Evenepoel verso il secondo posto. Certamente nel 2023 la questione è che al netto della battuta a vuoto sul Marie Blanque, Pogacar era apparso in realtà più forte, seppur leggermente, del proprio avversario, almeno fino al risultato choc della crono che aveva completamente sovvertito ogni pronostico. Dopodiché lo sloveno aveva patito, come detto, un crollo verticale, anche rispetto al resto della concorrenza, salvo poi tornare ad affermarsi (ma forse tenuto al guinzaglio) alla penultima tappa. Quest’anno invece la sorpresa era consistita nel vedere un Vingegaard capace di reggere in modo solvente sotto i veementi colpi d’ariete dell’avversario, a maggior ragione su una gamma di terreni che tutti vedevano più favorevole a Pogacar. La sconfitta secca, tuttavia, sarebbe giunta proprio nel giorno in cui tutti, a cominciare dalla Visma, credevano sarebbe potuto emergere un differenziale positivo a favore del proprio atleta. Dopo la batosta, sancita da uno sguardo all’indietro, in quel caso verso Pogacar a ruota, il segno distintivo del Tour di Vingegaard sarebbe divenuto lo sguardo indietro, ma stavolta ad Evenepoel, vuoi come alleato, vuoi come avversario. Ma l’iniziativa sarebbe stata sostanzialmente sempre nelle mani del belga, nonostante quest’ultima frazione abbia ratificato che le energie fisiche maggiori erano ancora nelle gambe del danese, inibito però dall’esprimerle nelle tappe in linea per un proprio approccio, diciamo, contropiedista, nonché, senz’altro, per la tremenda botta morale di vedersi surclassato dall’avversario storico.
Non è forse un caso che entrambi i fenomeni nell’anno della sconfitta venissero da una preparazione perfettibile. Comunque la loro superiorità è tale che non è necessario ottimizzare per essere ampiamente irraggiungibili non solo per gli atleti professionisti “normali”, ma perfino per indiscutibili campioni come Roglic o – finora – per un talento naturale straripante com’è quello di Evenepoel. La bilancia s’inclina in una direzione o nell’altra solo fra loro due.
Pogacar è stato sostenuto nel proprio dominio sconcertante da una squadra di campioni acquistati al suo servizio, Vingegaard aveva avuto nelle sue due vittorie un team capace di elevare al rango di veri e propri mostri gli onesti mestieranti via via contrattati. Quest’anno la Visma sembra aver perso la relativa bacchetta magica, ma questo depone a favore del danese, il cui rendimento è rimasto estremamente alto. D’altro canto va però detto che quando un po’ di polvere di stelle si è sparsa in casa Visma, sostanzialmente sulle Alpi, il team ha prodotto grandi manovre strategiche degne di Annibale o Napoleone, ritrovando gambe fenomenali, ma è stato in questo caso proprio il capitano a non provare azzardi sulla lunga gittata, vuoi per timore di perdere il secondo posto, vuoi perché travolto in una spirale di sudditanza nei confronti del Re Sole Pogacar.
Ora, come insegnano storie e leggende di ogni latitudine, dopo aver sconfitto il proprio più temibile rivale, resta ancora un avversario capace di sprofondare l’eroe solare in precipizi tenebrosi: se stesso. Il cannibalismo di Pogacar anche in termini di tappe va apparendo via via più innecessario, i colpi di maglio psicologici volti a stroncare un Vingegaard in affanno risultano invero gratuiti. D’accordo scegliere, come al Giro, qualche tappa da vincere comunque per il significato speciale che possa avere, leggasi Livigno o Oropa, d’accordo dedicare una giornata allo spettacolo quando la classifica è già chiusa, come sul Grappa, d’accordo anche prendersi una tappa quasi per sbaglio se le trovate di altri team la servono su piatto d’argento e, al contempo, i possibili donatari non hanno i mezzi fisici per farsi girare il regalo. Qui però si è andati oltre: sembrava trasparire una rabbia cupa per le sconfitte passate, perfino per la lesa maestà di essere stato affrontato alla pari per una buona metà di Tour. Ben vengano grandi rivalità che sono il sale del ciclismo, ma attenzione alle fessure inattese dalle quali possa strisciare nella sala del treno la serpe della disgrazia. Per fare un piccolo esempio banale, Tadej ha appena annunciato che non parteciperà alle Olimpiadi di Parigi, dove sarebbe stato una garanzia di medaglia per la propria federazione e per il proprio Paese. La ragione addotta ufficialmente, la stanchezza. Le malelingue parlano di dissidi con la federazione nazionale in merito alla selezione femminile, dalla quale sarebbe stata esclusa, nonostante ottimi risultati sulla scena locale, la storica fidanzata di Pogi, a cui lui è legatissimo (sacrificò una Liegi a un lutto familiare di lei). Decisione assolutamente legittima, ma purtroppo nel ciclismo inimicarsi la propria federazione, pur quasi inevitabile in certi contesti se si è atleta di peso e dignità, può attrarre conseguenze incontrollabili.
Intanto però non pensiamo alle ombre e crogioliamoci almeno per un po’ al sole di questo Tour che ex post ci può sembrare scontato e dominato, ma che, se ci pensiamo bene, ci ha lasciati nella più grande incertezza fino a tutto il secondo weekend: e oltre, volendo, dato che pur definitisi i rapporti di forza, comunque si poteva credere in qualche folle gesto d’orgoglio da parte del danese e del suo team. Con tappe assolutamente superbe per la classifica quali quella degli sterrati o quella del Massiccio Centrale, ma certamente anche la prima crono, il Galibier o Pla d’Adet.

Gabriele Bugada

Il podio del Tour 2024 (foto Marco Bertorello / AFP / Getty Images)

Il podio del Tour 2024 (foto Marco Bertorello / AFP / Getty Images)

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