DELFINATO: TRIS DI POGACAR MA VINGEGAARD E’ IN RIPRESA, REMCO NON CI SIAMO
Nel tappone del Delfinato trionfa ancora Tadej Pogacar, ma stavolta Vingegaard trova il ritmo giusto e, dopo aver perso 20 secondi, riesce a mantenere il distacco fino al traguardo. Invece Evenepoel perde altri 2 minuti e mezzo e non sembra in grado di inserirsi nella sfida per il Tour.
Si sa, il Delfinato serve a testarsi e ad affinare la preparazione in vista del Tour de France. Non sempre è un test veritiero, ricordiamo tutti la pessima prova di Nibali nell’anno in cui poi arrivò in maglia gialla sul podio di Parigi; tuttavia, specie negli ultimi anni, con la crescente importanza anche da punto di vista economico del ranking, la vittoria diventa un obiettivo importante.
Dopo la tappa a cronometro Tadej Pogacar (UAE Team Emirates – XRG) non sembrava in stato di grazia, ma l’iridato già nella tappa di ieri aveva voluto mettere le cose in chiaro. In una frazione per lui ideale era, infatti, riuscito a rifilare un minuto a Jonas Vingegaard (Team Visma | Lease a Bike) e già si parlava di un Tour de France segnato.
Nella frazione di oggi, un vero e proprio tappone anche se di limitato chilometraggio, le indicazioni sono state leggermente diverse. Due salite lunghe e iconiche come Madeleine e Croix de Fer, prima della ascesa finale pure di 16 chilometri, andavano a comporre il disegno di un tracciato più adatto a un corridore come Vingegaard. Il danese in effetti si è mosso insieme a Pogacar, ma non ha tentato di rispondere alla rasoiata violenta del rivale, proseguendo del proprio passo, che era comunque superiore a quello di tutti gli altri. Dopo aver perso rapidamente 20 secondi, è riuscito a mantenere il distacco per diversi chilometri, andando alla stessa velocità di Pogacar e recuperando dei secondi nel finale.
A dir le verità, si è avuta la sensazione che il portacolori della UAE non abbia spinto al massimo, cosa che ha confermato egli stesso nell’intervista post gara, e che abbia più badato a gestire il finale; tuttavia la scalata di Vingegaard, isolatamente considerata, è stata molto buona e ha dato l’impressione di un atleta che si sta man mano avvicinando al top della condizione.
In un quadro del genere, il danese può legittimamente aspirare a contendere il trionfo al Tour de France al vincitore uscente, specie nei tapponi pirenaici e alpini, ma dovrà stare attento nella prima parte di Tour de France, molto più adatta ad un corridore come Pogacar, che sembra già piuttosto in forma e potrebbe anche non aver scoperto tutte le carte.
Chi non sembra poter essere della partita è Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step) che, dopo la débâcle di ieri, ha perso altri 2 minuti e 40 secondi. La sua indubbia superiorità contro il tempo non è sufficiente a bilanciare la sua inferiorità in montagna e non solo per il limitato chilometraggio delle prove a cronometro.
Buona la prova di Florian Lipowitz (Red Bull – BORA – hansgrohe) che ha confermato il terzo posto di ieri e quello in classifica, riuscendo fino a un certo punto a difendersi molto bene. Ha pagato un po’ nel finale ma è comunque riuscito ad arrivare al traguardo con la metà del distacco di Evenepoel e ora ha un vantaggio di quasi 2 minuti sull’olimpionico in classifica.
Ora bisognerà vedere in che condizioni si presenterà Primoz Roglic (Red Bull – BORA – hansgrohe) alla Grande Boucle perché il team non vorrà commettere lo stesso errore fatto al Giro sacrificando un giovane in forma come Giulio Pellizzari per un Roglic che, al di là delle cadute, non era sembrato affatto brillante.
La tappa di oggi ha visto subito il tentativo di attacco solitario di Victor Campenaerts (Team Visma | Lease a Bike). Dopo qualche chilometro, c’è stata una girandola di scatti e controscatti dalla quale è nato un drappello con la presenza di Matteo Jorgenson (Team Visma | Lease a Bike), che ha costretto la UAE ad andare a chiudere.
Davanti rimangono Valentin Paret-Peintre (Soudal Quick-Step) e Bruno Armirail (Decathlon AG2R La Mondiale Team) sui quali rientrano Ben Healy (EF Education – EasyPost), Alexey Lutsenko (Israel – Premier Tech) e Sepp Kuss (Team Visma | Lease a Bike). Con il passare dei chilometri, si uniscono all’attacco in tempi diversi Sergio Higuita (XDS Astana Team), Clément Braz Afonso (Groupama – FDJ), Juan Guillermo Martinez (Team Picnic PostNL), Jordan Jegat (Team TotalEnergies), Santiago Buitrago (Bahrain – Victorious), Louis Meintjes (Intermarché – Wanty), Romain Bardet (Team Picnic PostNL), Iván Romeo (Movistar) e Andreas Leknessund (Uno-X Mobility).
Sulla Croix de Fer il gruppo di testa perde Paret-Peintre che si stacca, ma trova Guillaume Martin (Groupama – FDJ) che esce dal gruppo e va a prendere la testa della corsa. In testa al gruppo i Visma impongono il cambio di ritmo, facendo scendere sensibilmente il vantaggio dei battistrada.
In discesa rimane davanti solo Bardet che, alla vigilia dell’addio, prova l’attacco solitario. Il gruppo maglia gialla scollina forte di meno di dieci unità e Pogacar non ha gregari.
Dopo il tratto tecnico di discesa, si calmano le acque ed il gruppo maglia gialla si ripopola con Pogacar che ritrova Pavel Sivakov (UAE Team Emirates – XRG), il quale fa un ottimo lavoro in testa per evitare attacchi e offrire al capitano l’occasione di provare l’affondo.
Come era accaduto ieri, Vingagaard prova a rispondere solo per pochi secondi perché capisce subito che la rasoiata è troppo violenta per lui. Il danese, però, in pochi chilometri trova il ritmo giusto e mantiene il distacco di 20 secondi da Pogacar, mentre Lipowitz – che aveva tentato di resistere a Vingagaard – deve mollare il colpo.
L’attacco di Pogacar è stato meno devastante di quello di ieri, perché anche Evenepoel, in evidente difficoltà, è riuscito per molto chilometri a mantenere un gap intorno al minuto, salvo poi colare a picco nel finale.
L’impressione che ha dato Pogacar è stata di non aver spinto a tutta ed egli stesso, nell’intervista, ha detto di aver attaccato per evitare di essere egli stesso attaccato e di aver badato a controllare nel finale.
Domani è in programma l’ultima tappa con l’arrivo sul Moncenisio. Non si tratta una salita impossibile ma è pur sempre il punto più alto della corsa e sarà interessante capire se andrà di nuovo in scena una sfida tra i due principali protagonisti della corsa transalpina e del prossimo Tour.
Benedetto Ciccarone

Pogacar vince anche a Valmeinier 1800 (Getty Images)
DELFINATO, POGACAR RIBALTA IL VERDETTO DEL CRONOMETRO E SI RIPRENDE LA MAGLIA GIALLA
Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) sferra l’attacco decisivo nel tratto più duro della Côte de Domancy, Nessuno riesce a tenere la sua ruota ed il campione sloveno va a vincere in solitaria sul traguardo di Combloux. Pogacar indossa di nuovo la maglia rosa e praticamente ipoteca la vittoria del Giro del Delfinato 2025
Nonostante sia lunga poco meno di 127 km, la quinta tappa del Giro del Delfinato da Valserhône a Combloux promette fuochi d’artificio per quanto riguarda la classifica generale. I cinque gpm in programma saranno la miccia di questi fuochi ed in particolare sulla Côte de Domancy, a circa 7 km dall’arrivo, i big di classifica sono attesi ad uno scontro frontale su pendenze costantemente in doppia cifra per quasi 2 km. Un muro vero e proprio dove Remco Evenepoel (Team Soudal Quick Step) dovrà difendersi dagli atticchi si Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) e Jonas Vingegaard (Team Visma Lease a Bike) anche se non sono da scartare altri nomi caldi come quelli di Florian Lipowitz (Team Redbull BORA Hansgrohe), Matteo Jorgenson (Team Visma Lease a Bike) e ci mettiamo dentro anche il sorprendente Paul Seixas (Decathlon AG2R La Mondiale), tutti quanti presenti nella top ten generale. Ci sono poi quegli scalatori che hanno toppato nella cronometro di due giorni fa ed avranno voglia di rifarsi e citiamo tra gli altri i vari Carlos Rodriguez (Team INEOS Grenadiers), Lenny Martinez (Team Bahrain Victorious) ed Enric Mas (Team Movistar). Dopo la partenza da Valserhône si segnalava subito un attacco di quattro ciclisti ovvero Mathieu van der Poel (Team Alpecin Deceuninck), Anders Foldager (Team Jayco ALUla), Victor Guernalec (Team Arkéa B&B Hotels) e Fabien Doubey (Team TotalEnergies) a cui si aggiungevano poco dopo Søren Wærenskjold (Team Uno-X Mobility), Fabian Weiss (Team Tudor Pro Cycling) e Toms Skujiņš (Team Lidl Trek). Questo primo tentativo di fuga veniva però annullato dalla pronta reazione del gruppo maglia gialla. Dopo una ventina di km si formava un altro drappello di fuggitivi con Van der Poel sempre presente, al quale si aggiungevano Michael Leonard (Team INEOS Grenadiers), Bruno Armirail (Decathlon AG2R La Mondiale), Alex Baudin (Team EF Education EasyPost), Andreas Leknessund (Team Uno-X Mobility), Romain Bardet (Team Picnic PostNL), Pierre Thierry (Team Arkéa B&B Hotels) ed Anthony Turgis (Team TotalEnergies). Questa volta il gruppo lasciava fare e dopo 30 km il vantaggio dei battistrada saliva a 1 minuto e 30 secondi. Armirail scollinava per primo sul gpm della Côte de Villy-le-Pelloux posto al km 35. Il ciclista francese scollinava in prima posizione anche sul successivo gpm del Col des Fleuries posto al km 59. Erano sempre UAE Team Emirates e Visma Lease a Bike le squadre che conducevano il ritmo nella prima parte del gruppo. Sul successivo gpm della Côte de Mont-Saxonnex il gruppo dei fuggitivi si scremava ed allo stesso tempo anche quello della maglia gialla perdeva parecchi ciclisti. Baudin scollinava in prima posizione seguito da Leonard ed Armirail mentre il gruppo maglia gialla era capeggiato da un generosissimo Tim Wellens (UAE Team Emirates). Baudin vinceva anche il traguardo volante di Le Grangeat posto al km 107.5 dopodicheè tutti aspettavano ormai l’imminente finale con la scalata in rapida successione della Côte de Domancy e della Côte de la Cry. Baudin e Leonard prendevano in testa la Côte de Domancy ma il ritmo infernale imposto dagli uomini dell’UAE Team Emirates non dava scampo alla coppia che conduceva la corsa. Proprio nel tartto più duro della Côte de Domancy Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) apriva il gas e nel giro di una ventina di secondi faceva il vuoto. Ultimo ciclista a mantenere la sua ruota era Jonas Vingegaard (Teanìm Visma Lease a Bike) che però si arrendeva allo strapotere dello sloveno e si limitava ad andare del suo passo, un po’ come tutti gli altri…Pogacar aumentava il vantaggio sugli avversari diretti pedalata dopo pedalata mentre la maglia gialla Remco Evenepoel (Team Soudal Quick Step) si perdeva nelle retrovie. Il fenomeno sloveno andava a vincere sul traguardo di Combloux con 1 minuto ed 1 secondi di vantaggio su Vingegaard e con 1 minuto e 22 secondi di vantaggio si Lipowitz. Chiudevano la top five Matteo Jorgenson (Team Visma Lease a Bike) in quarta posizione e Remco Evenepoal in quinta posizione, rispettivamente a 1 minuto e 30 secondi di ritardo ed a 1 minuto e 50 secondi di ritardo da Pogacar. Dopo la vittoria nella prima tappa, Pogacar concede il bis e si riprende la maglia gialla con 43 secondi di vantaggio su Vingegaard e 54 secondi di vantaggio su Lipowitz. Domani si sale ancora di più nella settima tappa da Grand-Algueblanche a Valmeinier 1800 di 131.6 km. Tre gpm hors categorie – Col de la Madeleine, Col de la Croix de Fer e l’arrivo di Valmenier 1800 – dicono tutto sulla durezza della tappa. Se oggi Pogacar ha ipotecato la vittoria della breve corsa a tappe francese, domani può chiudere definitivamente il discorso.
Antonio Scarfone

Tadej Pogacar vince a Combloux (foto: Getty Images)
DAUPHINÉ, STEWART SORPRENDE MILAN A MÂCON
Successo per lo sprinter britannico della Israel – Premier Tech nella quinta tappa del Giro del Delfinato (Saint-Priest – Mâcon, 183 km), che batte Axel Laurence (Ineos-Grenadiers) e il norvegese Søren Wærenskjold. Il friulano della Lidl-Trek chiude al quinto posto e non riesce a finalizzare al meglio il lavoro di squadra. Caduta senza conseguenze per Remco Evenepoel all’ultimo chilometro, ma il belga resta al comando della classifica generale.
La quinta tappa del Giro del Delfinato era perfetta per una eventuale fuga e ne hanno approfittato cinque corridori – l’olandese Enz Leijnse (Picnic – PostNL) e i francesi Jordan Labrosse (Decathlon – AG2R La Mondiale), Benjamin Thomas (Cofidis), Thibaut Guernalec e Pierre Thierry (Arkea B&B Hotels) – che hanno accumulato un vantaggio mai superiore ai due minuti.
Il quintetto ha comunque resistito lungo il percorso vallonato e caratterizzato da quattro GPM, l’ultimo posizionato a 20 km dall’arrivo. Sulle rampe della Côte de Quatre Vents restano in tre ma il gruppo trainato dall’Alpecin – Deceuninck di Mathieu Van der Poel fatica a guadagnare terreno su di loro e il terzetto dei fuggitivi resiste fino ai -2 dall’arrivo. Una volta ripresa la fuga si mette in testa la Lidl – Trek di Jonathan Milan e all’ultimo chilometro cade la maglia gialla Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step), per fortuna senza conseguenze. Nello sprint Jake Stewart (Israel – Premier Tech) sorprende Milan – oggi solo quinto – e compagni e si porta a casa la tappa.
Evenepoel grazie alla cronometro di ieri resiste in testa alla classifica generale con 4” su Florian Lipowitz (Red Bull – Bora Hansgrohe) e 9” su Ivan Romeo (Movistar Team). Da domani si comincia a fare sul serio con l’arrivo in salita a Combloux, al termine di una tappa breve (soli 127 Km), ma molto esplosiva.
Andrea Giorgini

Jake Stewart vince la quinta tappa del Delfinato (Getty Images)
EVENEPOEL SBRICIOLA CRONOMETRO E AVVERSARI A SAINT-PERAY. TAPPA E MAGLIA PER IL BELGA
L’attesa cronometro di Saint-Péray vede la vittoria di Remco Evenepoel (Team Soudal Quick Step) che rispetta i pronostici della vigilia e si impone indossando la maglia di campione del mondo della specialità. Il belga è la nuova maglia gialla con una manciata di secondi di vantaggio su Lipowitz e Romeo. Domani tappa interlocutoria che potrebbe anche non esserlo visto che in gruppo oltre ad Evenepoel ci sta gente come Pogacar e Vingegaard
I 17.4 km della cronometro individuale da Charmes-sur-Rhône a Saint-Péray ci diranno molto sulla piega che prenderà i Giro del Delfinato da qui al termine. Dopo il blitz di Ivàn Romeo nella tappa di ieri, oggi i vari Pogacar, Vingegaard ed Evenepoel dovranno rispondere da par loro e dare una scossa decisa alla classifica generale in vista delle salite del week end. Il percorso della cronometro presenta un breve tratto in salita di circa 2 km che potrebbe infastidire i cronomen puri. Resta il fatto che Evenepoel, campione del mondo della specialità, è tra i favoriti principali per la vittoria di tappa. Ed Evenepoel rispetta i pronostici della vigilia vincendo con il tempo di 20 minuti e 50 secondi. Il podio parziale viene completato dai due ciclisti della Visma Lease a Bike con Jonas Vingegaard in seconda posizione e Matteo Jorgenson in terza posizione, rispettivamente a 21 e 38 secondi di ritardo. Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) è ’solo’ quarto a 49 secondi di ritardo da Evenepoel mentre la top five è chiusa da un ottimo Floriam Lipowitz (Team Redbull BORA Hansgrohe) che si classifica a 57 secondi di ritardo da Evenepoel. Il campione belga ottiene la terza vittoria stagionale e precisamente la seconda a cronometro dopo quella nella quinta tappa del Tour de Romandie. Evenepoel è anche la nuova maglia gialla con 4 secondi di vantaggio su Lipowitz e 9 secondi di vantaggio su Romeo ma nel giro di 2 minuti sono racchiusi ancora 31 ciclisti quindi si può dire che la classifica generale sia ancora molto corta. Domani è in programma la quinta tappa da Saint-Priest a Mâcon di 183 km in cui spiccano i quattro gpm di Saint-Amour, Fontmartin, Boubpn e Quatre Vents: due ‘cols’ e due ‘côte’ che non impensieriranno minimamente gli uomini di classifica ma che possono tagliare fuori i velocisti puri per la vittoria di tappa, visto che dall’ultimo scollinamento il traguardo dista circa 25 secondi e sarà dura per le squadre dei velocisti organizzarsi per rientrare sul gruppo maglia gialla, soprattutto se il ritmo imposto dalle squadre dei big sarà elevato come già successo nella tappa di ieri. Evenepoel potrebbe addirittura ampliare il suo vantaggio in classifica sugli avversari diretti con un’azione delle sue.
Antonio Scarfone

Remco Evenepoel vince a Saint-Péray (foto: Stefano Cavasino / DPP / Shutterstock))
ROMEO SORPRENDE TUTTI A CHARANTONNAY, TAPPA E MAGLIA PER LO SPAGNOLO DELLA MOVISTAR
Una fuga ben assortita – basti pensare ai nomi di Mathieu van der Poel (Team Alpecin Deceuninck) e Florian Lipowitz (Team Redbull BORA Hansgrohe) – mette in scacco gruppo i presunti big di classifica che non riescono a riprenderla ed a Charantonnay a vincere è Ivàn Romeo (Team Movistar), che attacca al punto giusto ed indossa anche la maglia gialla. Domani ci si aspetta la reazione dei vari Pogacar, Vingegaard ed Evenepoel nell’attesa cronometro di Saint-Péray
La terza tappa del Giro del Delfinato parte da Brioude e termina a Charantonnay dopo quasi 203 km. Jonathan Milan (Team Lidl Trek) deve difendere la maglia gialla conquistata ieri ma non sarà facile visto la presenza di cinque gpm, comunque non durissimi ma che spezzetteranno continuamente il ritmo ed in più i primi 150 km sono costellati da numerosi saliscendi che si faranno sentire specialmente nelle gambe dei ciclisti più pesanti. Pronti via si saliva subito verso il primo gpm della Côte de Cornille posta al km 8.9 sulla quale scollinava in prima posizione Ruben Guerreiro (Team Movistar). Quest’ultimo gpm, dopo una breve discesa si immetteva sulla successiva Côte de Brbate sulla quale era Louis Barré (Team Intermarchè Wanty) a scollinare per primo. Il francese vinceva poco dopo anche il traguardo volante di La Chaise-Dieu posto al km 29.4. Dopo una quarantina di km e diversi attacchi nel gruppo si formava finalmente la fuga di giornata composta da un totale di tredici ciclisti. Oltre all’attivissimo Barré erano presenti anche Florian Lipowitz (Team Redbull BORA Hansgrohe), Julien Bernard (Team Lidl Trek), Ivàn Romeo (Team Movistar), Mathieu van der Poel (Team Alpecin Deceuninck), Andreas Leknessund (Team Uno X Mobility), Harold Tejada (Team XDS Astana), Brieuc Rolland (Team Groupama FDJ), Krist Neilands (Team Israel Premier Tech), Eddie Dunbar (Team Jayco AlUla), Anthony Turgis (Team TotalEnergies), Axel Laurance e Michael Leonard (Team INEOS Grenadiers). Barré scollinava in prima posizione sulla Côte de Malataverne, terzo gpm in programma posto al km 78.7. Dopo essersi staccato già sui primi due gpm dei giornata, Milan provava comunque a tenere duro nonostante fosse segnalato in ritardo nella parte centrale della tappa rispetto al primo gruppo inseguitore in cui erano presenti tutti i big di classifica e dove UAE Team Emirates e Soudal Quick Step mantenevano un ritmo abbastanza sostenuto in modo da tenere a bada i tredici battistrada. Barré scollinava in prima posizione anche sul Col du Tracol posto al km 129.6. A 22 km dalla conclusione il ritardo del gruppo sulla fuga era di 1 minuto e 10 secondi. Sulla Côte du Château Jaune, ultimo gpm in programma, nel gruppo dei battistrada si avvantaggiavano di qualche metro Lipowitz, Leknessund, Bernard e Tejada. Era un tira e molla continuo che vedeva alla fine, a poco più di 5 km dalla conclusione, l’attacco decisivo di Romeo che allungava ed andava a vincere con 14 secondi di vantaggio su Tejada e Barrè mentre Lipowitz chiudeva in quarta posizione e Van der Poel in quinta a 27 secondi di ritardo da Romeo. Il gruppo inseguitore non riusciva a rientrare sui battistrada ed arrivava al traguardo con 1 minuto e 8 secondi di ritardo. Per Romeo è la seconda vittoria stagionale dopo quella ottenuta a febbraio nella terza tappa della Volta a la Comunitat Valenciana. Il giovane spagnolo è anche la nuova maglia gialla con 17 secondi di vantaggio su Barrè e 18 secondi di vantaggio su Tejada. Domani la cronometro individuale da Charmes-sur-Rhône a Saint-Péray di 17.4 km sarà il primo vero spartiacque di questo Giro del Delfinato con la classifica generale che cambierà fisionomia e con i veri protagonisti di questa edizione che dovrebbero emergere dalla massa, ed i nomi più caldi sono naturalmente quelli di Pogacar, Vingegaard ed Evenepoel. Certo dovranno impegnarsi tutti e tre per riprendere quelli che gli stanno davanti, in particolare Van der Poel che a cronometro non scherza, perciò assisteremo sicuramente ad una bella lotta in ottica classifica generale.
Antonio Scarfone

Ivàn Romeo vince a Charantonnay (foto: Getty Images)
DELFINATO, STAVOLTA È VOLATA VERA: MILAN SEGNA E RADDOPPIA, LA MAGLIA GIALLA È SUA
Stavolta i velocisti non si sono fatti scappare i “grandi” sotto il naso, come era capito ieri pomeriggio nel finale della prima tappa. E così il nostro Jonathan Milan non solo ha potuto solo gustare il piacere del successo, ma è riuscito pure a condirlo con la conquista della maglia gialla, tolta grazie agli abbuoni a Tadej Pogacar
La seconda tappa del 77esimo Giro del Delfinato parte dal paese di Prémilhat, a pochi chilometri dalla città di Montluçon dove ieri si è conclusa la prima, e prosegue la lenta marcia di avvicinamento alla zona delle Alpi, che saranno le protagoniste assolute delle ultime tre tappe. L’arrivo è previsto nel paese di Issoire dopo 205 chilometri e, come già nella tappa di ieri, non mancheranno i GPM, nessuno dei quali davvero impegnativo: se ne contano uno di seconda categoria, due di terza e tre di quarta. Verranno affrontate in successione la Côte de la Font Nanaud (4° categoria, 3,5 chilometri al 5%) dopo 33 chilometri, la Côte de Saint-Priest-des-Champs (4° categoria, poco più di un chilometro al 5%) dopo 50 chilometri, la Côte des Rivauds (3° categoria, 3,5 chilometri al 4%) dopo 62 chilometri, la Côte de Saint Jacques-d’Ambur (3° categoria, 3 chilometri al 5%) dopo 71 chilometri e poi, nella seconda parte della tappa, la Côte du Château de Buron (2° categoria, 3 chilometri al 7%) al chilometro 147 e infine la Côte de Nonette (4° categoria, 2 chilometri al 6%), al chilometro 187, quando al traguardo ne mancheranno meno di 18. Vi saranno tuttavia altre salite nel corso della tappa, non considerate GPM, delle quali la più importante sarà probabilmente lo strappo di Chauffour (800 metri al 4%), situato ad appena 4 chilometri dall’arrivo e sul quale potremmo vedere gli scatti dei finisseur. Ogni esito è comunque possibile, dalla volata generale, ieri mancata per un soffio, allo show dei quattro grandi, che ieri sono arrivati ai primi quattro posti nell’ordine di arrivo dopo un finale incredibile, oltretutto corso in pianura e non già sull’ultima salita. Ma sarà difficile che anche oggi i grandi vogliano sprecare energie preziose in una tappa che non potrà produrre distacchi importanti e non c’è dubbio che anche le squadre dei velocisti faranno di tutto per non perdere nuovamente una delle poche occasioni di vedere un loro uomo sul gradino più alto del podio.
Si parte alle 12.20 con un tempo ottimo, così come quello di ieri, e subito torna all’attacco il francese Paul Ourselin (Cofidis), che forse nutre la segreta speranza di vincere la classifica degli scalatori che lo vede al comando dopo la lunga fuga di ieri, quando per quattro volte è transitato primo sui GPM di quarta categoria. Ourselin stavolta fa tutto da solo e, approfittando dell’andatura cicloturistica tenuta dal gruppo, porta il suo vantaggio a quasi 7 minuti già al 33esimo chilometro, quando passa sul primo GPM, la Côte de la Font Nanaud. A questo punto la distanza che lo separa da quelli che dovrebbero inseguirlo è di ben 5 chilometri! Finalmente gli uomini della Lidl – Trek, che hanno nelle loro fila il nostro Jonathan Milan, tra i più forti velocisti in circolazione, iniziano a darsi da fare e quando Ourselin passa sul secondo GPM, la Côte de Saint-Priest-des-Champs, il suo vantaggio è sceso a cinque minuti e mezzo. Il fuggitivo scollina per primo anche sul terzo e quarto GPM, col gruppo che, molto lentamente, riduce il distacco a poco più di quattro minuti. Ourselin è primo anche nel villaggio di Olby, situato a metà tappa, dove si trova un traguardo volante con 3 secondi di abbuono, e inizia la seconda parte della corsa odierna ancora con quattro minuti abbondanti di vantaggio. Da notare che Olby si trova a soli 8 chilometri dalla vetta del Puy de Dôme, tra le salite più iconiche del Tour de France, e che purtroppo viene solo aggirato dal percorso della tappa odierna: d’altra parte è da molti anni che questa montagna non può più essere scalata, neanche in bicicletta (sia pure con una notevole eccezione due anni fa). Dal gruppo iniziano a fare sul serio e, dopo che il vantaggio dello stremato Ourselin – ieri in fuga per 140 chilometri – è sceso ad un solo minuto, si riportano su di lui tre corridori, i francesi Romain Combaud (Team Picnic PostNL) e Victor Guernalec (Arkéa – B&B Hotels) e il danese Christopher Juul-Jensen (Team Jayco AlUla), anni fa campione nazionale a cronometro. Ourselin riprende fiato e in compagnia dei nuovi arrivati riporta il vantaggio a circa un minuto in mezzo quando inizia l’ascesa del GPM di 2° categoria, la Côte du Château de Buron. Sulla salita Combaud e l’affaticato Ourselin si staccano ed è Guernalec a passare per primo in cima: Ourselin è comunque terzo e rafforza il primato nella classifica degli scalatori, per quanto le grandi montagne siano ancora lontane. Dal gruppo, intanto, si staccano i corridori meno adatti alle salite, fra i quali Milan e il forte passista norvegese Magnus Cort (Uno-X Mobility), che tuttavia riusciranno a rientrare nella piana successiva. A 45 chilometri dalla fine il gruppo è nuovamente compatto, avendo riassorbito i fuggitivi, e dopo pochi minuti passa ad Issoire, sulla linea del traguardo, dove si immette in un circuito di circa 43 chilometri da percorrersi una volta sola e che presenta le ultime salite di questa tappa. Nulla accade sino all’ultimo GPM, la Côte de Nonette, dove parte il grande Romain Bardet (Team Picnic PostNL), che tra pochi giorni abbandonerà l’attività agonistica: è lui a scollinare per primo e poi a insistere nell’azione solitaria, sperando di ottenere un’ultima vittoria nel corso di questa stagione, cosa che ancora non gli è riuscito di fare. Ma anche in questa occasione la sorte e le gambe non gli sono amiche e a 9 chilometri dal traguardo il gruppo rinviene su di lui. Torna la calma finché non arriva lo strappo di Chauffour, sul quale Tim Wellens (UAE Team Emirates – XRG) e il compagno di squadra Jhonatan Narváez aumentano l’andatura, proteggendo il loro capitano Tadej Pogačar, leader della classifica, dagli attacchi dei finisseur. Si va dunque alla volata finale, con la squadra di Milan che all’ultimo chilometro prende in mano la situazione e lancia il nostro velocista verso una facile vittoria. Alle sue spalle si piazza il britannico Fred Wright (Bahrain – Victorious), già in evidenza ieri, mentre terzo è Mathieu van der Poel (Alpecin – Deceuninck), che probabilmente sperava di strappare la maglia gialla dalle spalle di Pogacar grazie al gioco degli abbuoni. È invece Milan a prenderla, con lo stesso tempo (ma migliori piazzamenti) dello sloveno e con Van der Poel ancora terzo. Domani la tappa sarà più impegnativa, ma è probabile che sino alla cronometro di mercoledì saranno gli abbuoni, e non i distacchi, a decidere i primi della classifica.
Andrea Carta

Il friulano Milan vince la seconda tappa del Delfinato (Getty Images)
CRITERIUM, ED È SUBITO POGACAR
Tadej Pogacar è già in formissima in vista del via del Tour e lo ha dimostrato oggi imponendosi subito nella prima tappa del Criterium del Delfinato. Ma hanno impressionato anche i diretti rivali per la Grande Boucle Vingegaard ed Evenepoel, che gli sono giunti immediatamente alle spalle in una volata nella quale s’è inserito Van der Poel.
Il Giro del Delfinato, giunto quest’anno alla sua 77esima edizione, inizia con una tappa quasi pianeggiante, che compie un lungo giro nelle basse colline della Francia centrale, con partenza nel paese da Domerat e arrivo nella città di Montluçon dopo 196 chilometri. Siamo ai margini della regione di Lione, dove tradizionalmente si svolge la maggior parte di questa storica corsa a tappe, e da domani i corridori si sposteranno progressivamente verso Est sino a raggiungere le Alpi, dove il Giro si concluderà domenica prossima con un’arrivo a pochi passi dal confine italiano, sul colle del Moncenisio.
Il percorso odierno prevede l’ascesa di ben 7 GPM di quarta categoria, in realtà delle semplici “côtes”che non dovrebbero presentare grandi difficoltà: nell’ordine s’incontrano la Côte de Sainte-Thérence (2.5 km al 4%) dopo 107 chilometri, la Côte d’Argenty (2 km al 5%) al chilometro 114 e, quindi, al chilometro 125, si sale per la prima volata sulla Côte de Buffon (600 metri al 9%) dopo aver imboccato il circuito finale intorno a Montluçon, anello che verrà percorso due volte così da poter effettuare altri due passaggi sia sulla citata Côte de Buffon (ai chilometri 157 e 189, a meno di 7 dal traguardo), sia sulla meno impegnativa Côte de Domérat (1.8 km al 4%) ai chilometri 140 e 171. È improbabile che i tre grandi delle corse a tappe – Tadej Pogačar (UAE Team Emirates – XRG), Jonas Vingegaard (Team Visma | Lease a Bike) e Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step) – vogliano scoprire le carte dal primo giorno e l’esito finale della tappa è, almeno oggi, del tutto imprevedibile. Anche una volata generale non può essere esclusa, mentre un occhio di riguardo andrà tenuto nei confronti di Mathieu van der Poel (Alpecin – Deceuninck), che ha confermato la sua presenza solo pochi giorni fa, nonostante la frattura al polso subita durante una gara di MTB.
Alla partenza, che viene data poco dopo le 10, se ne vanno in fuga due gregari semisconosciuti: l’esperto Paul Ourselin (Cofidis) e il giovane Pierre Thierry (Arkéa – B&B Hotels), il cui vantaggio arriva sino a un massimo di tre minuti. Il gruppo procede tranquillamente, senza lasciare che il vantaggio dei fuggitivi diventi troppo importante, ma senza darsi concretamente da fare per riprenderli. Sulla prima “côte”, quella di Sainte-Thérence, quando i corridori sono già oltre metà gara, è Ourselin a passare per primo, mentre il vantaggio sul gruppo è di circa due minuti. Nulla cambia sulla seconda ascesa, quella di Argenty, con Ourselin primo e il gruppo a due minuti. Poi, quando inizia il circuito finale e si affronta per la prima volta la breve ma ripida salita di Buffon, i fuggitivi iniziano a perdere colpi e il gruppo si avvicina a circa un minuto. Ourselin transita primo anche su questa terza ascesa e al chilometro 132, quando siamo già oltre due terzi di gara, i corridori passano per la prima volta sulla linea del traguardo. Nulla cambia nei chilometri successivi, con Ourselin primo anche sulla salita di Domérat e il gruppo a soli 40 secondi. Poco dopo proprio Ourselin tira i remi in barca, lasciando Thierry in fuga da solo. Nonostante la defezione del compagno di fuga riduca al lumicino le sue possibilità di arrivare vittorioso sul traguardo finale, il corridore continua con decisione e transita primo al secondo passaggio sulla Côte de Buffon. Il suo vantaggio si riduce però a soli 10 secondi, anche perché su quest’ascesa il gruppo accelera. Poco dopo ne esce il britannico Fred Wright (Bahrain – Victorious), che raggiunge subito Thierry e continua la fuga con lui; la coppia di testa riprende un buon vantaggio e transita per la seconda e penultima volta sulla linea del traguardo di Montluçon con 36 secondi sul gruppo, ancora compatto. Si risale ben presto sulla penultima côte, col secondo passaggio sul Domérat, ed è ancora Thierry a transitare per primo; poi, come già aveva fatto Ourselin, il francese si fa riassorbire dal gruppo, mentre Wright continua da solo e a 20 chilometri dal traguardo mantiene a fatica una decina di secondi di vantaggio. Nel gruppo inizia a tirare la Lidl – Trek, probabilmente sperando che il loro velocista di punta, il nostro Jonathan Milan, possa vincere la volata a Montluçon, ma il corridore britannico resiste tenacemente ed è solo quando iniziano a tirare anche gli uomini di Van der Poel e Vingegaard che viene ripreso, a 7 chilometri dalla conclusione. In quel momento la corsa si trova sull’ultima salita, quella già du volte affrontata della Côte de Buffon. Nel tratto più ripido dil francese Axel Laurance (INEOS Grenadiers), un giro di Norvegia al suo attivo, allunga con decisione portandosi dietro il britannico Lukas Nerurkar (EF Education – EasyPost), che transita primo in cima alla salita. Entrambi vengono ripresi subito dopo, po il gruppo rimane allungato nel tratto pianeggiante successivo. Il colpo di scena arriva a 5 chilometri dalla conclusione: è Vingegaard che attacca in prima persona, con Pogačar che subito lo segue; si accodano immediatamente Van der Poel e il colombiano Santiago Buitrago (Bahrain – Victorious) e poco dopo, con un leggero ritardo sugli altri quattro, anche Evenepoel si accoda, Assistiamo così all’incredibile spettacolo di una fuga negli ultimi chilometri proprio da parte dei quattro grandi, ciascuno dei quali vuole intimorire gli altri mostrando di essere già al massimo della forma. Nel gruppo le squadre dei velocisti cercano di reagire e il quintetto dei fuggitivi non riesce mai a superare gli 8 secondi di vantaggio. All’ultimo chilometro il loro vantaggio è ancora di 5 o 6 secondi e dietro non si danno per vinti. Il finale è da cardiopalma: Van der Poel tenta un allungo a 700 metri dall’arrivo, senza successo, e ai 500 metri il gruppo, allungatissimo, ha che una cinquantina di metri di svantaggio. Ai 200 metri il vantaggio svanisce del tutto e partono simultaneamente due sprint: davanti Van der Poel lancia il suo, seguito da Evenepoel, Pogacar e Vingegaard, mentre Buitrago si arrende; dietro il gruppo tenta a sua volta di saltare i fuggitivi ma, senza avere in testa i migliori velocisti, rimasti attardati per il ritmo elevatissimo tenuto negli ultimi chilometri, non riesce nell’impresa e consente a Pogačar di andare incredibilmente a vincere la volata davanti a Vingegaard, con Van der Poel che cede negli ultimi metri e arriva terzo. Quarto è Evenepoel, seguto a pochi centimetri dal transito del primo elemento del gruppo, l’inglese Jake Stewart (Israel – Premier Tech). A leggere l’ordine d’arrivo, con 79 corridori accreditati dello stesso tempo, si direbbe che il fuoriclasse sloveno abbia vinto un “volatone” e non uno sprint ristretto. Il nostro Milan, che non è riuscito a portarsi in tempo nelle posizioni di testa, è solo 28esimo. Primo degli italiani Simone Velasco (XDS Astana Team), ventesimo.
Alla fine Pogačar si ritrova, forse inaspettatamente, in maglia gialla e con in tasca la 96esima vittoria della sua carriera. La classifica, basata soltanto sugli abbuoni, è cortissima, ma i segnali ci sono tutti: i tre grandi sono già in piena forma e nessuno vuole essere da meno degli altri. Questa edizione del Delfinato si preannuncia davvero combattuta e le salite vere, che come in ogni edizione saranno numerose, devono ancora arrivare.
Andrea Carta

Pogacar vince in volata la prima tappa del Giro del Delfinato (Getty Images)
GIRO DI SLOVENIA 2025; IVO OLIVEIRA TRIONFA NELL’ULTIMA TAPPA, JOHANNESSEN SI IMPONE IN CLASSIFICA
Ivo Oliveira (UAE Team Emirates-XRG) si impone nettamente nella quinta e ultima tappa del Giro di Slovenia, conquistando uno sprint ristretto a Novo Mesto. A trionfare in classifica generale è il norvegese Anders Halland Johannessen (Uno-X Mobility), che difende con successo la maglia gialla e firma la sua prima vittoria in carriera in una corsa a tappe.
L’ultima frazione del Giro di Slovenia 2025 ha regalato emozioni e conferme, con un finale a tutta velocità nella tradizionale volata di Novo Mesto. Ivo Oliveira, portacolori della UAE Team Emirates-XRG, ha dimostrato una determinazione rabbiosa e una condizione eccellente battendo in volata Andrea Bagioli (Lidl-Trek) e Fernando Barceló (Caja Rural-Seguros). Per Oliveira si tratta della terza vittoria stagionale, dopo le due tappe vinte al Giro d’Abruzzo, portando a sei i successi in carriera. Si è trattato di un trionfo dal sapore speciale, dedicato al fratello Rui Oliveira, che era stato declassato nella seconda tappa, decisione della giuria che era stata contestata dal fratello.
La tappa, di 124 km da Litija a Novo Mesto, è stata movimentata sin dai primi chilometri con continui attacchi e una doppia scalata a Vače che ha animato la corsa. Un gruppo di cinque corridori, tra i quali Juan Pedro López e Sam Oomen (entrambi in forze alla Lidl-Trek), ha tentato la fuga ma è stato ripreso a meno di un chilometro dal traguardo. Nel finale Ivo Oliveira ha piazzato lo scatto decisivo a 300 metri dal traguardo, lasciando Bagioli e Barceló senza risposta.
Oltre a Oliveira sono da segnalare le ottime prestazioni di Fabio Christen (Q36.5) – quarto e vincitore delle classifiche a punti e GPM – e di Ludovico Crescioli (Polti-VisitMalta), quinto. Bene anche Lorenzo Quartucci (Solution Tech), ottavo, e Matteo Scalco (VF Group-Bardiani CSF-Faizanè), nono.
In classifica generale non ci sono stati cambiamenti di rilievo: Anders Halland Johannessen (Uno-X Mobility) ha saputo controllare la corsa gestendo il vantaggio sugli inseguitori e ha chiuso con 14” di margine su Felix Großschartner (UAE Team Emirates-XRG) e di 19” su Tao Geoghegan Hart (Lidl-Trek). Chiudono la topfive Quarto Jakob Omrzel (Bahrain-Victorious) e Christen. Il primo italiano in classifica è Alex Tolio (VF Group Bardiani CSF Faizanè), decimo a 1’32”.
Con questa vittoria di tappa e la conferma di Johannessen in maglia gialla, il Giro di Slovenia 2025 si chiude con un bilancio positivo per entrambe le squadre e per i tanti giovani protagonisti pronti a emergere nel panorama internazionale.
Mario Prato

La premazione di Anders Halland Johannessen, il vincitore dell'edizione 2025 del Giro di Slovenia (foto Sportida)
GIRO DI SLOVENIA: TSARENKO TRIONFA IN SALITA A GOLTE, JOHANNESSEN NUOVO LEADER
Kyrylo Tsarenko (Solution Tech-Vini Fantini) si impone nella tappa regina del Giro di Slovenia 2025, con l’arrivo in salita a Golte. L’ucraino ha staccato nel finale l’italiano Samuele Zoccarato (Team Polti VisitMalta), conquistando una vittoria di prestigio. Sul podio anche il norvegese Anders Halland Johannessen (Uno-X Mobility), che grazie al terzo posto balza in testa alla classifica generale.
La quarta tappa del Giro di Slovenia, la più attesa e impegnativa, ha regalato uno spettacolo avvincente con una fuga da manuale e una battaglia in salita degna di una grande classica. Fin dai primi chilometri un gruppo di sei corridori – Samuele Zoccarato (Team Polti VisitMalta), Carl-Frederik Bevort (Uno-X Mobility), Kyrylo Tsarenko (Solution Tech-Vini Fantini), Anže Skok (Adria Mobil), Dominik Röber (Benotti Berthold) e Mihael Štajnar (Pogi Team Gusto Ljubljana) – ha preso il largo, guadagnando fino a cinque minuti sul gruppo.
Tra i battistrada Tsarenko e Zoccarato sono i più forti e, dopo una lunga lotta, Tsarenko impone il suo ritmo sulla salita finale di Golte (13 km al 7,5%), staccando Zoccarato a meno di 4 chilometri dal traguardo e andando a vincere con 28 secondi di margine. Il giovane azzurro si è difeso con orgoglio, chiudendo secondo, mentre a completare il podio è arrivato Anders Halland Johannessen (Uno-X Mobility), primo dei big della generale, terzo a 38 secondi.
La bagarre tra i favoriti si è accesa a circa 2,5 km dall’arrivo, quando Tao Geoghegan Hart (Lidl-Trek) e Juan Pedro Lopez (Lidl – Trek) hanno provato ad attaccare, ma senza successo. Il gruppo si è ridotto a una decina di corridori, con il leader della classifica Fabio Christen (Q36.5 Pro Cycling Team) in difficoltà negli ultimi 2500 metri, costretto a cedere oltre un minuto alla nuova maglia gialla Johannessen.
Alla vigilia dell’ultima frazione il norvege3se guida la classifica generale con 16 secondi su Felix Großschartner (UAE Team Emirates-XRG) e 19 secondi su Geoghegan Hart. Il primo degli italiani in classifica è Alex Tolio (VF Group Bardiani-CSF Faizanè), decimo a 1’32”.
Con questo risultato Tsarenko festeggia la sua quarta vittoria stagionale in appena due mesi, dopo il successo al Tour of Hainan e al Trofeo De Gasperi, mentre Johannessen dimostra di essere un serio candidato alla vittoria finale del Giro di Slovenia.
Domani la corsa si concluderà a Novo Mesto con un’ultima frazione dal finale interessante perchè nel circuito finale dovrà essere affrontato il breve ma erto muro di Trška, 1500 metri al 10.5% che potrebbero buttare all’aria il verdetto della tappa di montagna, considerati i pochi secondi che distanziano i primi 5 corridori della classifica generali, raccolti in un fazzoletto di 50 secondi.
Mario Prato

Tsarenko vince la tappa regina del Giro di Slovenia 2025 (Eurosport)
GIRO DI SLOVENIA 2025, GROENEWEGEN CONCEDE IL BIS. SUA ANCHE LA TERZA TAPPA A ORMOŽ
Il velocista olandese domina di nuovo in volata e conquista la settima vittoria in carriera nella corsa slovena. Molano secondo, bene gli italiani Parisini e Colnaghi. Fabio Christen resta leader in classifica generale.
La terza tappa del Giro di Slovenia 2025, Majšperk-Ormož di 172 chilometri, premia ancora Dylan Groenewegen. Il corridore del Team Jayco AlUla, già vincitore della frazione inaugurale, ha messo il proprio sigillo anche sul traguardo di Ormož, battendo in uno sprint serrato il colombiano Juan Sebastian Molano (UAE Team Emirates-XRG) e il tedesco Phil Bauhaus (Bahrain Victorious).
Un finale non semplice, quello di oggi, disegnato tra saliscendi, strade strette e raffiche di vento, che non ha impedito al gruppo di riassorbire la fuga del giorno e lanciarsi compatto verso l’arrivo. Il copione si è ripetuto: Molano ha provato ad anticipare la volata partendo lungo, ma Groenewegen ha reagito con lucidità cogliendo il momento giusto per superarlo sul filo dei centimetri. Per l’olandese si tratta della terza vittoria stagionale, la settima complessiva al Giro di Slovenia.
La tappa era stata animata da una lunga fuga a sei, con protagonisti Mikel Retegi (Equipo Kern Pharma), Danny van der Tuuk (Euskaltel Euskadi), Marcel Skok (Adria Mobil), Albert Gathemann (Benotti Berthold), Nejc Komac (Factor Racing) e Jon Pritržnik (Pogi Team Gusto Ljubljana). Il loro vantaggio ha superato i cinque minuti, poi a 37 chilometri dal traguardo Komac ha tentato l’azione solitaria, tenendo il gruppo a distanza fino ai -4 km, prima dell’inevitabile epilogo in volata.
Tra gli italiani si segnalano due piazzamenti importanti: Nicolò Parisini (Q36.5 Pro Cycling Team) ha chiuso ottavo, mentre Luca Colnaghi (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) ha ottenuto il decimo posto.
La classifica generale non subisce scossoni. Lo svizzero Fabio Christen (Q36.5) conserva la maglia di leader con 16” di vantaggio su Anders Halland Johannessen (Uno-X Mobility) e 21” su Tao Geoghegan Hart (Lidl-Trek). Primo degli italiani è Colnaghi, 12º a 1’18”.
Le parole di Groenewegen al traguardo confermano la difficoltà e il valore di questa affermazione:
“È stata una grande battaglia con Molano. Il percorso non era affatto facile, tra salite, vento e strade strette. Ma la squadra ha fatto un lavoro perfetto per mettermi nelle condizioni di vincere. Questa seconda vittoria è una spinta importante per me e per tutti i compagni”.
Domani sarà il giorno della frazione regina, con l’atteso arrivo in salita a Golte: la classifica generale è pronta a cambiare volto.
Mario Prato

Groenewegen vince la terza tappa del Giro di Slovenia (foto Sportida)