UNA STAGIONE UAE – 28 SETTEMBRE 2025: CAMPIONATO DEL MONDO ELITE MASCHILE

dicembre 14, 2025 by Redazione  
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A rigor di logica non dovrebbe far parte di questo “revival” questa vittoria di Tadej Pogacar, in quanto ottenuta non indossando la divisa della sua formazione abituale ma quella della nazionale slovena. Ma in casa UAE avranno sicuramente stappato lo champagne per il secondo successo del loro pupillo ai campionati del mondo, ottenuto consecutivamente dopo l’affermazione dello scorso anno a Zurigo. Il circuito del mondiale ruandese è ancora più adatto alle caratteristiche dello sloveno rispetto al percorso di quello elvetico e, infatti, i distacchi che Pogacar affibbierà agli avversari sul traguardo di Kigali saranno maggiori: il belga Remco Evenepoel taglierà la linea d’arrivo un minuto e mezzo dopo l’arrivo del bicampione del mondo, mentre occorrerà attendere poco più di 2 minuti per assistere all’arrivo del terzo classificato, l’irlandese Ben Healy

BWANA POGACAR! IN RUANDA LO SLOVENO SI CONFERMA SIGNORE DEL CICLISMO

Tadej Pogacar si conferma campione del mondo, attaccando nuovamente a oltre cento chilometri dall’arrivo e mettendo tra sé e gli avversari un vantaggio che poi amministra molto bene anche quando Remco Evenepoel, dopo aver superati alcuni problemi patiti in gara, si lancia scatenato all’inseguimento.

Quando fu reso noto il percorso del mondiale in Ruanda molti commentatori affermarono che si trattava di uno dei percorsi più duri della storia. Un circuito con due strappi molto severi da ripetere 15 volte e con un giro più largo a circa metà gara con la scalata del Monte Kigali a oltre 1700 metri di quota.
La previsione di una corsa molto dura è stata in effetti rispettata, poiché sono stati solo 30 gli atleti a completare la corsa. Per vedere simili numeri bisogna riportare indietro la memoria al 1995, quando la prova mondiale di Duitama fu completata da 20 atleti con due grandi fuoriclasse come Indurain e Pantani sul podio alle spalle di un Abraham Olano che aveva approfittato del controllo tra il “Pirata” e il navarro.
La seconda scommessa era capire se Tadej Pogacar avrebbe attaccato nel punto più duro della corsa, ovvero sul Monte Kigali, anche se esso era posto a oltre 100 Km dalla conclusione.
Chi segue questo sport ha già avuto prova che certi attacchi non spaventano lo sloveno, che prova a muoversi sempre nel punto che ritiene maggiormente adatto a fare la differenza, anche quando si trova molto distante dall’arrivo. Di ciò si è avuto ampio riscontro alla Strade Bianche quando, nonostante una modifica del percorso che aveva spostato il difficile settore di Monte Sante Marie a oltre 80 km dal traguardo, Pogacar ha ugualmente attaccato su quel settore per andare a prendersi la vittoria.
E’ andata così anche oggi. Sulle dure rampe del Monte Kigali, l’iridato ha attaccato e solo
Juan Ayuso da subito e Isaac Del Toro in un secondo momento sono riusciti a rispondere. Lo spagnolo ha pagato quasi subito lo sforzo, mentre Del Toro, che era riuscito a rientrare con un minore dispendio energetico, è stato in grado di rimanere con Pogacar per una trentina di chilometri prima di essere costretto inesorabilmente ad alzare bandiera bianca.
Il quattro volte vincitore del Tour de France è rimasto da solo a 65 chilometri dalla conclusione, ma non si è fatto assolutamente intimorire e, giro dopo giro, gestendosi alla perfezione e senza alcun passaggio a vuoto ha incrementato il proprio vantaggio, che è poi riuscito a mantenere anche quando Remco Evenepoel (che aveva avuto problemi che lo avevano costretto a cambiare bicicletta due volte) si è riportato sul primo gruppo inseguitore e ha provato, prima con altri contrattaccanti e poi da solo, un disperato tentativo di inseguimento.
Tutto ciò rappresenta l’ennesima conferma dello straordinario motore che possiede il campione sloveno e che, dopo le brutali accelerate alle quali risulta impossibile rispondere senza sfinirsi, riesce a mantenere ed incrementare il distacco anche quando ad inseguirlo sono diversi atleti.
Oggi è stato inseguito per moltissimi chilometri da Evenepoel, Ben Healy e e Mattias Skjelmose, ma il distacco non è mai sceso sotto il minuto. L’impressione è che l’iridato si sia regolato sul ritmo a cui andavano dietro, dando ogni tanto qualche accelerata per incrementare il vantaggio.
Insomma, oggi non ce n’era per nessuno e si è avuta la prova che la cronometro non eccezionale disputata qualche giorno fa, gara in cui era stato raggiunto da Evenepoel partito due minuti e mezzo dopo, non era stata disputata a tutta in previsione del vero obiettivo, che era proprio la prova odierna.
La corsa è vissuto, nella prima parte, su di una fuga di sette uomini che rispondono ai nomi di Menno Huising (Paesi Bassi), Ivo Oliveira (Portogallo), Marius Mayrhofer (Germania), Anders Foldager (Danimarca), Fabio Christen (Svizzera) e Julien Bernard (Francia), sui quali si è portato in un secondo momento Raul Garcia Pierna (Spagna).
Il tentativo è stato tenuto sotto controllo da Belgio e Slovenia, in attesa del testa a testa tanto atteso.
Avvicinandosi al Monte Kigali i ritmi del gruppo hanno portato il gap, che aveva raggiunto punte di 2 minuti e mezzo, ad appena un minuto, mentre il gruppo di battistrada si disgregava e la fuga del mattino terminava quando Pogacar, grazie ad un’accelerazione, riprendeva Bernard, ultimo fuggitivo ad arrendersi.
All’attacco di Pogacar, Evenepoel in un primo momento prova a rispondere, ma ben presto deve mollare la presa e lo sloveno rimane solo con Ayuso. Nella successiva discesa Isaac del Toro riesce a riportarsi molto bene sulla coppia di testa e sul successivo strappo cittadino riesce a restare alla ruota del campione del mondo, mentre Ayuso paga la propria volontà di rispondere colpo su colpo e si stacca.
Dietro, si erano formati vari gruppetti che si sono ricompattati al rientro nel circuito, quando la situazione vede Pogacar e Del Toro in testa alla corsa con un distacco di circa un minuto su un folto drappello composto da Primož Roglič (Slovenia), Remco Evenepoel, Quinten Hermans e Cian Uijtdebroeks (Belgio), Mikkel Frølich Honoré e Mattias Skjelmose (Danimarca), Andrea Bagioli, Giulio Ciccone, Marco Frigo e Gianmarco Garofoli (Italia), Thomas Pidcock (Regno Unito), Valentin Paret-Peintre, Paul Seixas e Pavel Sivakov (Francia), Thymen Arensman e Bauke Mollema (Paesi Bassi), Jai Hindley, Michael Matthews, Michael Storer e Jay Vine (Australia), Kevin Vermaerke (USA), Juan Ayuso e Carlos Canal (Spagna), Afonso Eulalio (Portogallo), Jan Christen e Marc Hirschi (Svizzera), Andreas Leknessund e Embret Svestad-Bårdseng (Norvegia), Harold Tejada (Colombia), Richard Carapaz (Ecuador), Ben Healy (Irlanda), Amanuel Ghebreigzabhier (Eritrea), Toms Skujins (Lettonia) e il russo Artem Nych (Atleti Indipendenti).
Nelle fasi immediatamente successive Evenepoel cambia due volte la bicicletta, probabilmente per problemi alla sella che si erano già manifestati sul Monte Kigali. La scelta dei tempi, tuttavia, non è delle migliori e il belga perde contatto dal gruppo inseguitore, nel frattempo esploso a causa di un attacco di Honoré (Danimarca), Sivakov ed Healy. Grazie anche all’aiuto dei compagni di squadra, Evenepoel riesce a rientrare sul terzetto e, dopo una fase di rimescolamento, porta via un drappello con Skjelmose, Healy (Irlanda), Pidcock e Jai Hindley (Australia), mentre davanti Pogacar stacca – senza neppure cambiare andatura – uno sfinito Del Toro quando all’arrivo mancavano ancora 65 chilometri.
Il belga non riceve cambi dai compagni di avventura e prova a impostare un inseguimento che, però, ha come risultato unicamente quello di mantenere stabile il passivo intorno al minuto. Si tratta comunque di un ritmo importante, tanto che dopo un paio di giri sia Hindely sia Pidcock sono costretti a cedere.
Rimasti in tre i contrattaccanti, anche Healy e Skjelmose cominciano a dare qualche cambio ma è troppo poco, cosicché Evenepoel, al penultimo giro, decide di lanciarsi solitario all’inseguimento del battistrada e stacca perentoriamente gli altri due contrattaccanti sullo strappo di Kigali Golf.
Neppure questo tentativo scalfisce la determinazione di Pogacar, che continua con un ritmo elevato senza cedimenti la sua grandissima impresa iniziata con un’accelerazione a 110 Km dall’arrivo.
Dalla lotta per l’ultima medaglia disponibile, esce vincitore Haely, che riesce a staccare Skjelmose.
Per quanto riguarda l’Italia il capitano designato Giulio Ciccone non è riuscito ad accodarsi al quintetto formatosi con il rientro di Evenepoel e è rimasto con il secondo gruppo inseguitore, giungendo al traguardo in sesta posizione a 6′47″ e migliorando comunque la venticinquesima posizione dello scorso anno.
Il prossimo appuntamento per gli appassionati di ciclismo è il campionato europeo di domenica prossima, che presenta un percorso molto esigente. Sarà l’occasione per una nuova sfida tra Pogacar ed Evenepoel, ma stavolta ci sarà anche Jonas Vingegaard…

Benedetto Ciccarone

Pogacar vola verso il suo secondo titolo mondiale (foto Dirk Waem/Belga Mag/AFP via Getty Images)

Pogacar vola verso il suo secondo titolo mondiale (foto Dirk Waem/Belga Mag/AFP via Getty Images)

UNA STAGIONE UAE – 14 SETTEMBRE 2025: GRAND PRIX CYCLISTE DE MONTRÉAL

dicembre 13, 2025 by Redazione  
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Quasi due mesi dopo la vittoria al Tour i media ciclistici tornano a interessarsi a Tadej Pogacar. Lo sloveno ha nel mirino il secondo mondiale e a poco più di una settimana dall’evento si rimette in sella, dopo un lungo “digiuno”, sulle strade del Gran Premio di Montréal, dove non manca di dimostrazione che la condizione è ancora quella della Grande Boucle. Non vince, ma è protagonista con il compagno di squadra Brandon McNulty, al quale concede la vittoria dopo esser giunti assieme al traguardo e aver staccato gli avversari

POGACAR E MC NULTY SHOW: DOMINIO UAE, VITTORIA DELLO STATUNITENSE

Tadej Pogačar e Brandon McNulty dominano il GP di Montréal, dopo una corsa ricca di attacchi e selezione, i due uomini UAE hanno fatto il vuoto nell’ultimo giro: lo sloveno ha gestito la situazione e con grande generosità ha lasciato il successo al compagno di squadra statunitense. Terzo posto per Quinn Simmons, staccato di oltre un minuto.

La corsa si apre subito con grande vivacità: sette corridori provano a prendere il largo, tra cui Andrew August, Artem Shmidt e Jørgen Nordhagen. Dopo una sessantina di chilometri, però, gli attacchi si moltiplicano e un nuovo drappello di inseguitori si porta davanti, fino a formare un gruppo più folto con nomi come Alex Baudin, Mauro Schmid e Jan Tratnik. La UAE Team Emirates prende in mano la situazione e inizia a dettare un ritmo severo, riducendo progressivamente il margine degli attaccanti. Diversi protagonisti si arrendono, tra cui Victor Lafay e Lewis Askey, finché restano solo sei uomini in testa. La corsa si accende ulteriormente sulla Côte Camillien-Houde: qui si staccano corridori di rilievo come Wout van Aert e Michael Matthews, mentre Baudin tenta un allungo solitario, presto neutralizzato. Con Tim Wellens e Pavel Sivakov a guidare il forcing, il gruppo si assottiglia giro dopo giro. Persino Julian Alaphilippe deve alzare bandiera bianca. A 36 km dall’arrivo è Brandon McNulty a rompere gli equilibri: con lui si muovono Quinn Simmons, Louis Barrè e Tadej Pogačar, che rapidamente si porta al comando. Il quartetto guadagna mezzo minuto, ma Barrè non regge il passo. A 23 km dal traguardo Pogačar cambia marcia e si invola, salvo poi rallentare per attendere McNulty. I due proseguono insieme, mentre Simmons resta staccato. Il vantaggio cresce fino a superare il minuto nell’ultimo giro. Gli ultimi chilometri diventano una passerella per la coppia UAE, con lo sloveno che lascia generosamente la vittoria al compagno. Brandon McNulty taglia così il traguardo a braccia alzate, abbracciato dal campione del mondo. Simmons completa il podio, terzo a poco più di un minuto.

Antonio Scarfone

Pogacar lascia la vittoria a Mc Nulty (Photo credit: Getty Images)

Pogacar lascia la vittoria a Mc Nulty (Photo credit: Getty Images)

UNA STAGIONE UAE – 11 SETTEMBRE 2025: COPPA SABATINI

dicembre 12, 2025 by Redazione  
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Non c’è due senza il tre e dopo GP di Larciano e Giro delle Toscana Isaac Del Toro fa suo anche il trittico di chiusura della tre giorni toscana di fine estate. E’ ancora il messicano, infatti, a imporsi sul traguardo della Coppa Sabatini, semiclassica che finisce nella bacheca della UAE per il terzo anno consecutivo, dove che le due precedenti edizioni erano state entrambe conquistate dall’elvetico Marc Hirschi, passato alla Tudor proprio all’inizio della stagione 2025

DEL TORO TRIS: SUA ANCHE LA COPPA SABATINI

Non poteva andare meglio la campagna italiana per Isaac Del Toro (UAE), dopo la delusione del Giro è stato sicuramente un buon modo per riscattarsi sulle strade azzurre. Tre vittorie su tre, con una superiorità disarmante e vista sul Mondiale.

La fuga di giornata è partita dopo 18 Km, inizialmente compost da Samuele Zoccarato (Team Polti VisitMalta), Valentin Retailleau (Team TotalEnergies) ed Edgar Cadena Martinez (Petrolike), a cui si sono aggiunti a breve giro Jon Agirre (Euskaltel – Euskadi), Simon Dalby (Uno-X Mobility), Luca Cretti, Ben Granger, Nicolò Pizzi (Mg.K Vis Costruzioni e Ambiente), Alexander Balmer (Solution Tech Vini Fantini) ed Edoardo Cipollini (MBH Bank Ballan CSB), nipote del celebre Mario. La corsa è scivolata via tranquilla sotto il controllo dell’UAE e dell’Intermarch, con gli attaccanti che percorrono in solitaria il primo tratto in linea, perdendo strada facendo Agirre e Pizzi lungo il circuito di Peccioli e presentandosi con circa 2’ di vantaggio all’ultimo passaggio dal muro di Via Greta.
Ci prova subito Benjamin Thomas (Cofidis) seguito a ruota da Isaac Del Toro e dal compagno di squadra Jan Christen (UAE); con loro ci sono anche Natnael Tesfatsion (Movistar), Richard Carapaz (EF), Marc Hirschi (Tudor), Pau Miquel (KERN), Christianh Scaroni (XDS Astana) e Alexandre Delettre (TotalEnergies), che si mettono subito all’inseguimento di Cadena e Balmer, ultimi superstiti della fuga con circa 11”. Nel frattempo rientrano anche Francesco Busatto (Intermachè) e Davide Piganzoli (Polti) quando il plotone è giunto all’inizio dell’ultimo giro.
I primi timidi tentativi sono di Christen e Carapaz, ma il lampo è sempre Del Toro, il quale viene seguito da Thomas e dal redivivo Granger, che dopo la lunga fuga è rimasto con i primi. I tre guadagnano rapidamente una ventina di secondi, sufficienti a giocarsi la vittoria sulle ultime rampe verso l’arrivo.
A 400m Del Toro si invola in solitaria, Thomas chiude terzo mentre Granger, dopo le fatiche della giornata, si deve accontentare di uno straordinario podio. Più indietro Scaroni stacca di poco Delettre, Hirschi, Carapaz, Miquel, Christen e Piganzoli.

Andrea Mastrangelo

Del Toro completa il triplete toscano imponendosi nella Coppa Sabatini (foto Luc Claessen/Getty Images)

Del Toro completa il "triplete" toscano imponendosi nella Coppa Sabatini (foto Luc Claessen/Getty Images)

UNA STAGIONE UAE – 10 SETTEMBRE 2025: GIRO DELLA TOSCANA

dicembre 11, 2025 by Redazione  
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Tre giorni dopo l’affermazione al GP di Larciano il messicano Del Toro torna alla vittoria imponendosi al Giro della Toscana, la corsa che da una decina d’anni è intitolata alla memoria dell’indimenticato commissario tecnico della nazionale Alfredo Martini. E, intanto, zitta zitta la UAE rimpingua il suo bottino di successi stagionali arrivando a quota 82

L’ARIA DI TOSCANA FA BENE A DEL TORO

La Toscana è da sempre terra del vino, accostata spesso ai cavalli e al palio. Più raro l’abbinamento con i tori. Eppure ogni volta che il portacolori della UAE mette piede in queste zone si carica. A naggio aveva preso la maglia rosa sulle strade di Siena, salvo poi perderla malamente sul Colle delle Finestre, qualche giorno fa si era aggiudicato il GP Larciano e oggi ha fatto doppietta col Giro di Toscana.

190km, partenza e arrivo a Pontedera, tre passaggi a Peccioli, dove si correrà nei prossimi giorni la Coppa Sabatini, e due sul Monte Serra: questo il menù della 97a edizione del Giro della Toscana, gara che dal 2016 è stata intitolata alla memoria dell’indimenticato commissario tecnico della nazionale italiana di ciclismo Alfredo Martini, scomparso due anni prima.
Il primo tentativo di giornata, a vuoto, è quello di Matteo Spreafico (Mg.K Vis Costruzioni e Ambiente), Leonardo Vesco (MBH Bank Ballan CSB), Filippo Ridolfo e David Lozano (Team Novo Nordisk), quindi parte la fuga con Tyler Stites (Caja Rural – Seguros RGA), Nil Gimeno (Equipo Kern Pharma), Sam Brand (Team Novo Nordisk), Mattia Bais (Team Polti VisitMalta) e Adne Holter (Uno-X Mobility).
La situazione rimane cristallizzata fino al primo passaggio sul Monte Serra, quando davanti rimangono Bais e Holter, raggiunti nel successivo tratto pianeggiante da Lorenzo Milesi (Movistar).
Giunti al secondo passaggio si sono accendono le polveri. I primi a guadagnare qualche metro sono Michael Storer (Tudor) e Paul Double (Jayco), ma i due non hanno avuto altro effetto che sventolare la stola rossa sono il naso (Del) Toro, che con un attacco fulmineo ha salutato la compagnia per rivederli tutti dopo il traguardo.
L’ecuadoriano Richard Carapaz (EF) ha provato un inseguimento uno contro uno nel tratto pianeggiante, ma ha dovuto alzare bandiera bianca e farsi riprendere dal gruppo inseguitorem che si è poi giocato in volata la seconda posizione in volata, conquistata da Storer davanti a Steff Cras (TotalEnegies), Alessndro Pinarello (Bardiani), Yannis Voisard (Tudor), Christian Scaroni (Astana), Jordan Jegat (TotalEnergies), Davide Piganzoli (Polti), Carapaz e Daniele Formolo (Movistar).
Ora si disputerà un altro tradizione appuntamento del calendario settembrino, la 73a Coppa Sabatini, gara nella quale Del Toro tenterà una straordinaria tripletta.

Andrea Mastrangelo

Del Toro vince anche il Giro della Toscana (foto Luc Claessen/Getty Images)

Del Toro vince anche il Giro della Toscana (foto Luc Claessen/Getty Images)

UNA STAGIONE UAE – 7 SETTEMBRE 2025: GRAN PREMIO DI LARCIANO

dicembre 10, 2025 by Redazione  
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Si annuncia un fine stagione travolgente per la UAE, che tra settembre e ottobre nell’ultimo mese di corse mette in fila una ventina abbondante di affermazioni. In particolare all’inizio di settembre si rifà vivo Isaac Del Toro, il corridore messicano rivelazione del Giro d’Italia che nel giro di quattro giorni fa sue tre prestigiose corse toscana, cominciando con il GP Industria & Artigianato di Larciano, che da un paio di stagioni è stato traslocato dalla tradizionale collocazione primaverile alla fine dell’estate

DEL TORO FA DIECI E OTTANTUNO: SUO IL GP INDUSTRIA E ARTIGIANATO

Dieci sono le sue vittorie stagionali dopo aver battuto Scaroni (XDS Astana) e Piganzoli (Team Polti) sul traguardo di Larciano. 81 è l’incredibile numero di vittorie stagionali della UAE che, mentre domina alla Vuelta, fa sue anche le classiche di fine stagione.

Il GP Industria e Artigianato può contare anche quest’anno su un campo partenti molto importante. Ci sono il messicano Isaac Del Toro (UAE Team Emirates – XRG), l’elvetico Marc Hirschi (Tudor) e l’ecuadoriano Richard Carapaz (EF), oltre a una batteria di outsider italiani pronti a giocarsela coi grandi nomi.
Pronti via evade un folto drappello che raggiungerà i 5’ di vantaggio, rimarrà in avanscoperta quasi tutta la corsa e verrà man mano ripreso lungo l’ultima tornata del circuito del San Baronto, l’ultimo e il più duro dei tre che compongono la corsa.
I primi attaccanti sono Pierre Latour (TotalEnergies) e Filippo Dignani (Sam-Vitalcare-Dynatek), raggiunti in seconda battuta da un quartetto formato da Tyler Stites (Caja Rural-Seguros), Cedrik Bakke Christophersen (Unibet-Tietema Rockets), David Delgado (Burgos) e Matteo Spreafico (Mg.KVis). In seguito tentano il congiungimento Leonardo Vesco (MBH), Mattia Piccini (Gragnano) e Andrea Nannini (Sam), che però non colgono l’attimo, provano a lungo a rientrare, ma alla fine devono alzare bandiera bianca e attendere il gruppo.
Giunti all’ultima tornata la fuga comincia a perdere dei pezzi, mentre da dietro iniziano gli attacchi. A questo punto il destino dei primi è segnato. Ad aprire le danze è Joris Delbove (TotalEnergies), seguito da Christian Scaroni (XDS Astana Team) e da Davide Piganzoli (Team Polti VisitMalta) Solo in un secondo momento Del Toro, rimasto senza compagni, si riporta sui primi con un’accelerata impietosa. Allo scollinamento sono in tre in testa alla corsa, Piganzoli, Scaroni e Del Toro. Il portacolori della Polti, vistosi battuto, prova ad anticipare la volata ai 400. Niente da fare poichè con questo Del Toro non si può nulla; infatti il messicano lo stacca portandosi dietro Scaroni, che si accontenta del secondo posto.
23 secondi più tardi Felix Engelhardt (Jayco) si aggiudica la volata degli inseguitori precedendo Alexandre Delettre (TotalEnergies).
Ora l’attenzione degli appassionati italiani rimane concentrata sulla Toscana, dove nei prossimi giorni si disputeranno il Giro della Toscana e la Coppa Sabatini, poi nel fine settimana andranno in scena il Memorial Pantani in Romagna e il Trofeo Matteotti in Abruzzo.

Andrea Mastrangelo

Del Toro vince a Larciano la 47a edizione del GP Industria & Artigianato (foto UAE Team Emirates)

Del Toro vince a Larciano la 47a edizione del GP Industria & Artigianato (foto UAE Team Emirates)

UNA STAGIONE UAE – 6 SETTEMBRE 2025: 14a TAPPA VUELTA A ESPAÑA

dicembre 9, 2025 by Redazione  
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A completare la sinfonia UAE alla Vuelta 2025 è un altro corridore iberico, lo spagnolo Marco Soler, che “splende” nell’ultima delle due tappe asturiane, quella con arrivo in salita alla Farrapona, teatro di un’altra sfida senza nè vincitori nè vinti tra il suo compagno di squadra João Almeida e il danese Jonas Vingegaard. Non otterranno altre vittorie i corridori del team emiratini, con Jay Vine che sfiorerà il tris nella cronometro di Valladolid (persa per un solo secondo da Filippo Ganna) e Almeida che si dovrà accontentare del secondo posto ion classifica, a 1′16″ dal danese

MARC SOLER TRIONFA A LA FARRAPONA, VINGEGAARD E ALMEIDA COMPLETANO IL PODIO

Ancora festa per la UAE Team Emirates XRG alla Vuelta a España 2025. La settima vittoria di squadra arriva grazie a Marc Soler, protagonista assoluto della fuga di giornata e capace di resistere fino al traguardo nonostante il forcing del gruppo. Nella parte finale della salita, Giulio Pellizzari ha aumentato il ritmo per favorire l’attacco di Jai Hindley, ma lo spagnolo ha difeso il suo margine fino al traguardo, chiudendo con 39 secondi di vantaggio su Jonas Vingegaard e João Almeida, che hanno regolato la volata dei migliori. Più indietro il leader della Red Bull – Bora – hansgrohe, che ha provato a rilanciarsi per avvicinarsi al podio della generale, riuscendo a staccare Tom Pidcock di una decina di secondi. In classifica generale, la Maglia Rossa resta sulle spalle del capitano della Visma | Lease a Bike, che ora vanta 48 secondi su Almeida e 2’38” su Pidcock. Hindley è a 3’10”, mentre Felix Gall (Decathlon Ag2r La Mondiale) occupa la quinta posizione a 3’30”. Pellizzari, sesto a 4’21”, mantiene la Maglia Bianca con 32 secondi di margine su Matthew Riccitello (Israel Premier Tech), giunto nello stesso gruppo dopo aver perso terreno quando il marchigiano aveva alzato il passo.

La corsa si accende subito con Jonas Rickaert (Alpecin-Deceuninck), che guadagna qualche secondo prima di essere raggiunto da altri corridori, tra cui i Bahrain Victorious. Antonio Tiberi e Finlay Pickering provano a fare la differenza, ma vengono ripresi; il britannico insiste ed entra nella fuga buona. Dopo meno di 20 km si forma il drappello di giornata, con dentro Mikkel Bjerg e Marc Soler (UAE Team Emirates XRG), Victor Campenaerts (Visma | Lease a Bike), Andrea Bagioli e Carlos Verona (Lidl-Trek), Cepeda (Movistar), Nico Denz e Tim Van Dijke (Red Bull-Bora-hansgrohe), Garofoli (Soudal Quick-Step), Shaw (EF), Armirail, Bisiaux, Staune-Mittet, Pickering, Masnada, Thierry, Samitier, Herrada, Smith, Vermaerke e Hirt. A loro si uniscono successivamente Azparren e Leemreize, con Campenaerts costretto a fermarsi per una foratura. Il vantaggio dei 24 al comando supera i 6 minuti, ma sulle prime salite il gruppo guidato dalla UAE inizia a ridurre lo scarto. L’andatura di Ivo Oliveira e poi di Ayuso screma il plotone, selezionando una ventina di corridori tra cui i big della generale. Intanto davanti emergono Soler e Staune-Mittet, ma lo spagnolo resta solo a 16 km dal traguardo e lancia la sua azione decisiva verso La Farrapona. Dietro, la Red Bull-Bora-hansgrohe e poi di nuovo la UAE cercano di ridurre lo svantaggio con Bjerg e Vine. Restano davanti i migliori: Vingegaard, Almeida, Hindley, Gall, Pidcock, Riccitello e pochi altri. Pickering resiste fino quasi all’ultimo chilometro, poi viene ripreso mentre Pellizzari detta un ritmo feroce per lanciare Hindley. L’australiano attacca, seguito solo da Vingegaard e Almeida, mentre Pidcock perde contatto.
Davanti, però, Soler ha già messo la vittoria in cassaforte, regalando alla UAE il settimo successo (il quarto consecutivo, considerando la neutralizzazione di Bilbao). Nella volata dei migliori Vingegaard batte Almeida, mentre Hindley, pur non riuscendo a tenere la ruota, guadagna comunque qualche secondo sugli altri favoriti.

Antonio Scarfone

Marc Soler trionfa a la Farrapona (Photo credit: Getty Images)

Marc Soler trionfa a la Farrapona (Photo credit: Getty Images)

UNA STAGIONE UAE – 5 SETTEMBRE 2025: 13a TAPPA VUELTA A ESPAÑA

dicembre 8, 2025 by Redazione  
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E’ il portoghese Almeida la punta di diamante dell’UAE alla Vuelta 2025, dopo l’uscita di scena dai piani alti di Juan Ayuso, e il corridore lusitano conferma il suo stato di forma sulla salita regina del Giro di Spagna. E’ lui, infatti, a tagliare per primo il traguardo posto in cima al tremendo Alto de l’Angliru, sulle cui arcigne rampe non riesce però a scrollarsi di dosso il danese Jonas Vingegaard, che rimane leader della classifica con 46 secondi di vantaggio su Almeida.

L’ANGLIRU E’ DI ALMEIDA MA VINGEGAARD RESTA IN MAGLIA ROSSA

La battaglia sull’Angliru premia Joao Almeida (UAE Team Emirates) che vince in una volata a due davanti a Jonas Vingegaard (Team Vsma Lease a Bike), con il danese che resta comunque in maglia rossa con 46 secondi di vantaggio sul portoghese. Tom Pidcock (Team Q36.5 Pro Cycling) perde terreno rispetto ai primi due

La Vuelta a España 2025 giunge a uno dei suoi momenti clou con la tredicesima tappa da Cabezón de la Sal all’Alto de l’Angliru di oltre 202 km. Una delle salite più dure d’Europa attende i ciclisti e specialmente gli uomini di classifica che sono attesi a loro volta a dare spettacolo, con Jonas Vingegaard (Team Visma Lease a Bike) pronto a difendere la maglia rossa e anzi ad aumentare il suo vantaggio sui diretti avversari. L’ultima volta che la Vuelta arrivò in cima al Gigante delle Asturie la formazione olandese fece una storica tripletta con Primoz Roglic, lo stesso Vingegaard e Sepp Kuss. L’Alto La Mozqueta e l’Alto del Cordal faranno da antipasto alla salita finale dopo una prima parte di tappa quasi completamente pianeggiante. Dopo la partenza da Cabezón de la Sal partiva una maxifuga che comprendeva 24 ciclisti tra cui si segnalava la presenza di due italiani, Antonio Tiberi (Team Bahrain Victorious) e Gian Marco Garofoli (Team Soudal Quick Step). Nel frattempo Ben O’Connor (Team Jayco AlUla) si ritirava e così veniva meno il secondo classificato della Vuelta 2024. La fuga giungeva ai piedi dell’Alto La Mozqueta, primo GPM di giornata, con circa tre minuti di vantaggio sul gruppo maglia rossa. Nicolas Vinokurov (Team XDS Astana) scollinava in prima posizione. Mads Pedersen si aggiudicava il successivo traguardo volante di La Vega posto al km 175. Vinokurov scollinava in prima posizione anche sul gpm dell’Alto del Cordal posto al km 181.6. Vinokurov era l’ultimo ciclista a essere ripreso dal gruppo maglia rossa quando mancavano circa 5 km alla conclusione. Vingegaard e Almeida si avvantaggiavano negli ultimi 2 Km con Almeida che andava a vincere la volata a due davanti a Vingegaard. Terzo era Jai Hindley (Team Redbull BORA Hansgrohe) a 28 secondi di ritardo dal portoghese mentre chiudevano la top five Sepp Kuss (Team Visma Lease a Bike) in quarta posizione e Felix Gall (Decathlon AG2R La Mondiale Team) in quinta posizione, rispettivamente con 30 e 52 secondi di ritardo da Almeida. Dopo aver vinto tappe in giri di una settimana (Parigi – Nizza, Giro dei Paesi Baschi, Giro di Romandia e Giro di Svizzera), Almeida ottiene la prima vittoria stagionale in un GT ma in classifica generale Vingegaard resta in maglia rossa con 46 secondi di vantaggio sul portoghese, mentre Tom Pidcock (Team Q36.5 Pro Cycling) è a oltre 2 minuti di ritardo dal danese. Domani è in programma la quattordicesima tappa da Avilés alla Farrapona, altra salita classica della Vuelta con gli ultimi 7 km a quasi il 9% di pendenza media. A questo punto la Vuelta sembra una lotta tra Vingegaard e Almeida e ancora tutto può succedere tra i due contendenti quando mancano otto tappe alla fine.

Antonio Scarfone

Almeida e Vingegaard fanno il vuoto sulla salita dellAngliru (foto Dario Belingheri/Getty Images)

Almeida e Vingegaard fanno il vuoto sulla salita dell'Angliru (foto Dario Belingheri/Getty Images)

UNA STAGIONE UAE – 4 SETTEMBRE 2025: 12a TAPPA VUELTA A ESPAÑA

dicembre 7, 2025 by Redazione  
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E’ una Vuelta agrodolce per Juan Ayuso quella del 2025. Dopo la débâcle patita nella prima frazione pirenaica riesce a riscattarsi parzialmente conseguendo due vittorie di tappa e condendo il tutto con dichiarazioni al vetriolo del corridore spagnolo sulla UAE, definita una squadra dittatoriale e dannosa per la sua immagine. Intanto torna ad alzare le braccia al cielo sul traguardo di Los Corrales de Buelna, alla vigilia dell’impegnativa due giorni asturiana

VUELTA, BIS DI AYUSO. IL GRUPPO LASCIA FARE IN ATTESA DEL TAPPONE ASTURIANO

Come da pronostico, la fuga prende corpo e va a segno nella tappa odierna della Vuelta (la dodicesima, da Laredo a Los Corrales de Buelna, 144.9 km), ancora caratterizzato da un percorso selettivo di media montagna. Juan Ayuso batte in una volata a due il connazionale Javi Romo (Movistar Team), regalando un’altra vittoria alla UAE Team Emirates – XRG. Il gruppo chiude a 6′ di ritardo ma domani c’è l’Angliru, una salita “monstre” che non ha bisogno di presentazioni.

All’indomani delle tensioni di Bilbao a causa delle manifestazioni Pro-Palestina che hanno bloccato l’arrivo nella città basca, la Vuelta riparte con una frazione destinata alle fughe, sia per il percorso vallonato, sia per la grande attesa del tappone di venerdì nelle Asturie. Nella Laredo – Los Corrales de Buelna sono, infatti, ben 43 i corridori ad andare all’attacco, un vero e proprio gruppone che in seguito diventa composto da addirittura 52 unità.
Nulla succede fino all’attacco della salita della Collada de Brenes, quando prendono il largo Brieuc Rolland (Groupama-FDJ), Michael Hessmann (Movistar Team), Magnus Sheffield (INEOS Grenadiers), Finlay Pickering (Bahrain – Victorious), Victor Guernalec (Arkea – B&B) e James Shaw (EF Education-Easypost), che hanno fino a 35” di gap sui primi inseguitori, trainati da Marc Soler. Il corridore della UAE Team Emirates – XRG è un aiuto prezioso per il compagno di squadra Juan Ayuso, che scatta in compagnia di Javi Romo (Movistar Team) andando a riprendere e staccare tutti gli attaccanti. La collaborazione tra i due spagnoli è perfetta e vanno a guadagnare anche un minuto di vantaggio in discesa; nulla possono fare i restanti inseguitori, seppure un tentativo disperato di Rolland aveva riacceso le speranze del corridore transalpino.

Romo imposta la volata in testa ma non può fare nulla contro Ayuso, al secondo successo di tappa in questa Vuelta. Rolland si piazza terzo e ai piedi del podio terminano Victor Campenaerts (Visma|Lease a Bike) e la Maglia Verde Mads Pedersen (Lidl-Trek), sempre più leader della classifica a punti. La generale è sempre guidata da Jonas Vingegaard (Visma|Lease a Bike), con 50” su Joao Almeida (UAE Emirates-XRG) e 56” su Tom Pidcock (Q36.5 Pro Cycling Team). Grazie alla fuga di oggi entra in Top 10 Bruno Armirail (Decathlon – AG2R La Mondiale), 6° a 2′23”.

Domani c’è l’attesissimo arrivo sull’Alto de l’Angliru, per la decima volta nella storia della Vuelta: il “mostro” asturiano verrà affrontato al termine di una tappa di 202.7 km con partenza da Cabezon de la Sal e sarà preceduto dai GPM di 1° categoria dell’Alto de la Mozqueta e dell’Alto del Cordal. Il finale dell’ultima ascesa è tremendo: su 12.5 km complessivi di salita, gli ultimi 6.5 sono costantemente in doppia cifra e spesso sopra il 20%. Il punto più duro è nella zona di Cueña Les Cabres, a circa un chilometro dallo scollinamento. Gli ultimi 500 metri sono in leggera discesa e portano sull’arrivo dopo una tappa che sicuramente cambierà molto la classifica generale.

Andrea Giorgini

La UAE Team Emirates continua a mietere successi sulle strade della Vuelta 2025 (foto Dario Belingheri/Getty Images)

La UAE Team Emirates continua a mietere successi sulle strade della Vuelta 2025 (foto Dario Belingheri/Getty Images)

UNA STAGIONE UAE – 2 SETTEMBRE 2025: 10a TAPPA VUELTA A ESPAÑA

dicembre 6, 2025 by Redazione  
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E’ nella seconda settimana del Giro di Spagna che gli UAE danno il meglio mettendo in bacheca 4 vittorie, tre della quali consecutive. L’unica a rimanere “isolata” dalla altre è quella di Jay Vine che, dopo essersi imposto durante la prima settimana nella frazione di Pal, fa sua anche la terza ed ultima delle tre tappe disegnate sulla catena pirenaica, con arrivo in salita nella stazione di sport invernali di Larra Belagua. Nel frattempo finisce la “favola rossa” del norvegese Torstein Træen ad opera di Jonas Vingegaard, che si riveste del simbolo del primato

L’UAE BRINDA ANCORA CON VINE, VINGEGAARD SORPASSA TRÆEN E TORNA IN ROSSO

L’australiano Jay Vine, già leader della classifica degli scalatori, rafforza il suo primato e approfitta di una tappa con una sola salita impegnativa per centrare la seconda vittoria in questa Vuelta; gli uomini di classifica si guardano sino alla fine e, anche se la maglia rossa passa – secondo le previsioni – sulle spalle di Jonas Vingegaard, non cambia quasi nulla nelle prime posizioni.

Per la sua decima tappa l’80esima edizione della Vuelta a España torna sui Pirenei, dopo che già vi erano arrivate, con due arrivi in salita, la sesta e la settima tappa. Stavolta si parte dal Parco Naturale Sendaviva, a Nord Ovest di Saragozza, e si arriva nella zona di Larra Belagua, un’area montagnosa al confine con la Francia famosa per le sue escursioni e per la stazione sciistica del Ferial, dove è posto il traguardo dopo 173 chilometri di corsa. L’arrivo in salita (9.4 km al 6.1% con punte superiori al 10%) vale come GPM di 1° categoria, ma in precedenza, al chilometro 128, se ne affronta uno di 3°, l’Alto de Las Coronas (7.5 km al 4.7%), che oltretutto non è l’unica salita posta lungo il percorso. Non è detto che questo ennesimo arrivo in salita porti sconvolgimenti in classifica generale, ma certamente non sarà facile per il suo attuale leader, il norvegese Torstein Træen (Bahrain – Victorious), mantenerne il comando. Lo seguono in classifica, infatti, i due favoriti della corsa, il danese Jonas Vingegaard (Team Visma | Lease a Bike) a 37 secondi e il portoghese João Almeida (UAE Team Emirates – XRG) a 1 minuto e 15 secondi. Leader della classifica a punti è l’altro danese Mads Pedersen (Lidl – Trek), primo grazie ai traguardi volanti e ai piazzamenti nonostante abbia sinora deluso negli arrivi alla sua portata; leader di quella degli scalatori è l’australiano Jay Vine (UAE Team Emirates – XRG), primo dei giovani il nostro Giulio Pellizzari (Red Bull – BORA – hansgrohe), uno dei tre italiani che si trovano nei primi 10 della classifica generale (gli altri due sono Giulio Ciccone della Lidl – Trek, sesto, e Lorenzo Fortunato della XDS Astana Team, settimo).
Si parte verso l’una, con tempo coperto e temperature miti, come è accaduto sinora nella prima metà di questa corsa solitamente funestata dal caldo torrido e quest’anno invece dal maltempo. Ieri c’è stato il primo giorno di riposo e i corridori non sembrano ancora aver recuperato lo spirito combattivo: nessuna fuga parte prima di una sessantina di chilometri, quando si muovono tre uomini fra i quali Vine; tuttavia nessuno fa sul serio e quasi subito i tre vengono ripresi. Le prime salite vedono staccarsi i velocisti, fra i quali Pedersen, ma è solo intorno al centesimo chilometro che iniziano gli attacchi veri e propri (e purtroppo anche le cadute), finché, quando manca poco all’inizio del primo GPM, rimane in testa un folto gruppo di una trentina di corridori, tutti lontani dai vertici della classifica (il migliore è il francese Bruno Armirail della Decathlon AG2R La Mondiale Team. 19esimo). Tra questi si segnalano il già citato Vine e il polacco Michał Kwiatkowski (INEOS Grenadiers), da anni in declino dopo una grande carriera che lo ha visto campione del mondo e vincitore a Sanremo. Il resto del gruppo, con tutti i migliori, segue a circa un minuto e mezzo quando inizia la salita all’Alto de Las Coronas. In cima al GPM passa per primo lo spagnolo Javier Romo (Movistar Team), che ha staccato i molti compagni di fuga; Vine lo segue a una ventina di secondi, poi, alla spicciolata, il resto dei fuggitivi. Il gruppo coi migliori, che sulla salita se l’è presa comoda, passa a ben tre minuti nonostante sia tirato dagli uomini di Træen. In discesa Vine raggiunge Rom e poco dopo si uniscono a loro altri sette corridori usciti dal gruppo dei fuggitivi; quando la strada inizia nuovamente a salire verso il traguardo ci sono quindi due gruppetti in fuga, staccati di circa una ventina di secondi, mentre il gruppo coi migliori continua a perdere terreno e a 30 chilometri dalla fine accusa un ritardo di tre minuti e mezzo. Al traguardo volante di Isaba, quando mancano 22 chilometri all’arrivo, passa per primo il francese Julien Bernard (Lidl – Trek), col gruppo dei migliori che si è riportato a circa tre minuti. Ben presto il giovane ma forte passista belga Alec Segaert (Lotto), che si trova nel secondo gruppetto di fuggitivi, dapprima raggiunge il primo e poi se ne stacca, tentando l’impresa solitaria, e inizia la salita finale con una quarantina di secondi sui primi inseguitori, fra i quali c’è sempre Vine; con loro si trova anche il nostro Nicola Conci (XDS Astana Team). Il gruppo ha un po’ ridotto le distanze dai fuggitivi, ma ha sempre tre minuti e rotti di ritardo da Segaert, che a poco a poco cede e sul quale si riporta il primo gruppetto. È allora lo spagnolo Pablo Castrillo (Movistar Team) a tentare a sua volta l’azione solitaria, mentre dietro di lui i fuggitivi cominciano a cedere, uno ad uno, e vengono riassorbiti dal gruppo dei migliori. A 6 chilometri dall’arrivo sono rimasti in pochi in testa alla corsa e tra questi ci sono Segaert, Vine, Romo e Conci, ad inseguire Castrillo; il gruppo dei migliori, dai quali ha finito per staccarsi Træen, rinviene inesorabilmente. La notizia sembra dare le ali a Vine, che in breve si riporta su Castrillo, lo stacca e tenta l’azione decisiva. A 5 chilometri dalla fine il gruppo dei migliori si è ridotto a cinque uomini: Vingegaard, Almeida, Matteo Jorgenson (Team Visma | Lease a Bike), Tom Pidcock (Q36.5 Pro Cycling Team) e il sorprendente americano Matthew Riccitello (Israel – Premier Tech). Ciccone sembra in difficoltà e con lui molti altri uomini di classifica. Ai 3 chilometri Vine ha acquisito oltre 20 secondi sul tenace Castrillo; il gruppetto dei migliori segue a circa un minuto e venti secondi, ma a questo punto rallenta e permette il rientro di molti uomini e con loro ci sono Ciccone e Pellizzari. Tutti i fuggitivi, a esclusione di Vine e Castrillo, vengono ripresi prima dell’ultimo chilometro, e la vittoria arride, per la seconda volta in questa Vuelta, al corridore australiano, che trionfa con 35 secondi sullo spagnolo e poco più di un minuto sul gruppo dei migliori, salito a una dozzina di uomini e regolato in volata da Romo, tra gli ultimi fuggitivi ad essere ripresi. Arrivano più staccati, oltre a Træen (a un minuto da Vingeaard), anche Egan Bernal (INEOS Grenadiers), Sepp Kuss (Team Visma | Lease a Bike), Fortunato e Felix Gall (Decathlon AG2R La Mondiale Team). Come previsto la classifica non viene sconvolta ma, pure come previsto, Træen lascia la maglia rossa a Vingegaard e scende al secondo posto, a 26 secondi dal danese, rimanendo davanti ad Almeida, che si trova adesso a 37 secondi dal rivale. Ciccone resta sesto e primo degli italiani, Pellizzari diventa nono. Vine, ovviamente, consolida il primo posto nella classifica degli scalatori, mentre Pedersen resta primo in quella a punti e Pellizzari in quella dei giovani. Domani si prosegue con un impegnativo circuito attorno a Bilbao dove saranno presenti ben sette GPM, nessuno dei quali veramente duro (a parte l’ultimissimo muro), ma che difficilmente permetteranno ai velocisti di vincere la tappa. Potrebbe essere il giorno di Pedersen, che sinora ha mancato alle attese? Oppure vedremo nuovamente in azione gli uomini di classifica imitando le gesta dei fratelli Yates nella tappa d’apertura del Tour del 2023, che si corse sulle medesime strade?

Andrea Carta

Vine concede il bis sulle strade del Giro di Spagna 2025 (foto Dario Belingheri/Getty Images)

Vine concede il bis sulle strade del Giro di Spagna 2025 (foto Dario Belingheri/Getty Images)

UNA STAGIONE UAE – 29 AGOSTO 2025: 7a TAPPA VUELTA A ESPAÑA

dicembre 5, 2025 by Redazione  
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Ayuso risorge dopo la rovinosa crisi del giorno precedente e si inserisce nel tentativo di fuga che movimenta la seconda tappa pirenaica. Quando al traguardo mancano 11 Km lo spagnolo si sbarazza della compagnia dei compagni d’avventura e tutto solo si presente sotto la linea d’arrivo di Cerler, a quasi 2000 metri d’altitudine, conquistando la terza vittoria consecutiva per gli UAE

AYUSO TORNA A BRILLARE: SUCCESSO SOLITARIO A CERLER

Dopo la giornata difficile sull’arrivo di Pal, Juan Ayuso si è riscattato con una vittoria di grande carattere. Lo spagnolo della UAE Team Emirates XRG ha scelto la via dell’attacco da lontano e, nonostante i contrattacchi alle sue spalle, è riuscito a resistere fino all’ascesa finale di Cerler, dove ha staccato i compagni di fuga e si è involato verso il traguardo. Alle sue spalle, con distacchi superiori al minuto, si sono piazzati Marco Frigo (Israel-Premier Tech) e Raúl García Pierna (Arkéa-B&B Hotels).

La tappa si è animata sin dalle prime rampe, con numerosi tentativi di fuga che non hanno avuto fortuna fino a quando Ayuso ha deciso di muoversi. Lo spagnolo, dopo aver gestito un piccolo margine, ha trovato collaborazione da un drappello di inseguitori, ma sull’ultima salita ha dimostrato di avere una gamba superiore, lasciando tutti sul posto. L’azione è stata suggellata da un finale in solitaria che ha fatto esplodere la folla a bordo strada.La corsa ha visto anche qualche movimento tra gli uomini di classifica, con João Almeida a provare a smuovere le acque, ma senza veri scossoni: il gruppo dei favoriti ha tagliato il traguardo quasi compatto, permettendo a Torstein Træen (Bahrain Victorious) di conservare la Maglia Rossa.
Nella graduatoria generale cambia invece il volto del podio: alle spalle del leader norvegese si porta Jonas Vingegaard (Visma | Lease a Bike), a 2’33”, seguito dallo stesso Almeida a 2’41” e da Giulio Ciccone (Lidl-Trek) a 2’42”. Quinta piazza per Lorenzo Fortunato (XDS Astana) a 2’47”. Conserva la Maglia Bianca dei giovani Giulio Pellizzari (Red Bull-Bora-hansgrohe), mentre pagano dazio due protagonisti attesi come Antonio Tiberi e David Gaudu, giunti con oltre dodici minuti di ritardo.
Tra i big, qualche schermaglia ha animato gli ultimi chilometri, con Almeida, Vingegaard e Ciccone protagonisti, ma senza distacchi significativi. Solo un breve allungo di Marc Soler ha portato un lieve scompiglio, chiudendo una giornata che resterà segnata soprattutto dal ritorno in grande stile di Ayuso, ora pronto a recitare un ruolo da protagonista nella corsa spagnola.

Antonio Scarfone

Juian Ayuso esulta allarrivo della settima tappa della Vuelta (Photo credit: Getty Images)

Juian Ayuso esulta all'arrivo della settima tappa della Vuelta (Photo credit: Getty Images)

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