LE PAGELLE DEL GIRO DELLE FIANDRE: POGACAR INARRIVABILE, ITALIANI COMPLESSIVAMENTE DISCRETI

I voti ai protagonisti e non del Giro delle Fiandre. Su tutti Pogacar, l’Italia si fa vedere con Ganna, Ballerini e Trentin. Molti di questi ciclisti li ritroveremo alla Parigi – Roubaix di domenica 13 aprile.

TADEJ POGACAR. La fenomenale accelerazione sull’ultimo Oude Kwaremont resterà impressa negli occhi degli appassionati di ciclismo. Il campione sloveno in quel momento si scrolla di dosso gli avversari più temibili e va a vincere il suo secondo Giro delle Fiandre. E con queste premesse adesso prepariamoci per un’altrettanto fantastica Parigi – Roubaix. VOTO: 9.5

MATHIEU VAN DER POEL. Il trionfatore della Milano – Sanremo è l’ultimo a mollare le ruote di Pogacar. In conferenza stampa dichiara di essere stato poco bene ed di aver assunto antibiotici. Resta il fatto che sui muri e sul pavè ha dimostrato di avere una marcia in più insieme allo sloveno, fino all’attacco decisivo di quest’ultimo. E comunque sale sul podio dimostrando di esserci sempre. VOTO: 9

MADS PEDERSEN. Bissa il secondo posto del 2018 salendo sul podio per la terza volta alla Ronde. Nel carniere ha anche un terzo posto nel 2023. L’ex campione del mondo è in forma smagliante e può davvero sorprendere alla Parigi – Roubaix di domenica prossima. VOTO: 9

WOUT VAN AERT. Il ciclista belga sta tornando sui suoi livelli e coglie un quarto posto che gli dà fiducia per le prossime gare, prima di tutte in ordine di tempo la Parigi – Roubaix di domenica prossima. Pogacar, Pedersen e Van der Poel hanno dimostrato di essergli superiore. Alla fine chiude una top five di altissimo livello. VOTO: 8.5

TIESJ BENOOT. Se Stuyven è stato l’ombra di Pedersen, lui è stata quello di Van Aert. A circa 20 km dalla conclusione un problema alla bici gli fa perdere il treno per tornare sui battistrada e chiude con un ottimo sesto posto. VOTO: 8

STEFAN KUNG. Il ciclista svizzero alla Ronde sa sempre farsi vedere in qualche modo e ottiene la terza top ten in carriera. VOTO: 7.5

DAVIDE BALLERINI. Ottiene il suo miglior risultato al Giro delle Fiandre con una prova molto omogenea. Va in fuga, resiste al ritorno dei primi, chiude al decimo posto. Di più, oggettivamente, non poteva. VOTO: 7

MATTEO TRENTIN. Gli anni passano anche per lui ma nelle fasi calde della corsa è il terzo italiano, insieme a Ganna e Ballerini, a farsi notare. VOTO: 7

ALEXANDER KRISTOFF. Alla sua ultima Ronde il ciclista norvegese chiude in 55° posizione onorando la corsa che ha vinto nel 2015. Chapeau. VOTO: 7

FILIPPO GANNA. Chiude in ottava posizione, primo degli italiani, regolando il primo gruppo inseguitore, giunto al traguardo con 2 minuti e 19 secondi di ritardo da Pogacar. Nelle fasi calde lotta, stringe i denti e cerca di mantenere la testa della corsa finchè i fenomeni accelerano e se ne vanno. Alla Parigi – Roubaix non ci sono muri ma se riuscirà a mantenere salde le mani sul manubrio può sorprendere su quei tratti in pavè. VOTO: 6.5

IVAN GARCIA. I ciclisti spagnoli non amano molto il Giro delle Fiandre e considerando che non stiamo parlando di Juan Antonio Flecha la top ten finale gli vale una sufficienza più che meritata. VOTO: 6.5

MATTEO JORGENSON . Doveva essere una delle punte della Visma Lease a Bike ma alla fine lavora per Van Aert. VOTO: 6

YVES LAMPAERT. Il voto che diamo a Lampaert è quello dato anche alla Soudal Quick Step, squadra faro del ciclismo belga che da un po’ di tempo non ottiene risultati in linea alla sua tradizione. Arriveranno tempi migliori? Chi lo sa… VOTO: 4

Antonio Scarfone

POGACAR – VAN DER POEL 1 – 1, LO SLOVENO STACCA TUTTI SUL VECCHIO KWAREMONT

aprile 6, 2025 by Redazione  
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Dopo la sconfitta alla Sanremo Pogacar rende pan per focaccia al rivale olandese e stavolta, dopo molti tentativi, riesce a levarsi di ruota il più temibile avversario delle classiche di primavera. Neppure il lavoro di un fuoriclasse come Van Aert consente al gruppo inseguitore di avvicinarsi al campione del mondo, che mette in bacheca l’ottava monumento della carriera.

La sfida a a due che sta caratterizzando la stagione della classiche di primavera si ripeterà domenica prossima sui tratti di pavè della edizione 2025 della Parigi-Roubaix, alla quale Tadej Pogacar (UAE Team Emirates – XRG) parteciperà per la prima volta.
L’Inferno del Nord non presenta un percorso adatto alla caratteristiche dell’iridato ma, si sa, quando Pogacar decide di partecipare ad una corsa non lo fa per andare a fare esperienza ma punta sempre e comunque alla vittoria.
Pogacar si presenterà sulle pietre dopo aver pareggiato i conti al Giro delle Fiandre con il vincitore delle ultime due edizioni Mathieu van der Poel (Alpecin – Deceuninck), che lo aveva sconfitto due settimane fa alla Milano-Sanremo dopo essere riuscito a resistere agli attacchi portati dallo sloveno sulla Cipressa e sul Poggio.
La “classicissima”, però, non presenta pendenze sulle quali fare agevolmente la differenza ed è quindi difficile, anche per un fuoriclasse come Pogacar, riuscire a fare la differenza; al contrario, sui muri delle Fiandre i continui attacchi hanno alla fine sfiancato tutti e, una volta che Pogacar si è levato di ruota i più pericolosi rivali, lo sloveno si è involato verso il traguardo nonostante l’inseguimento condotto da un altro pezzo da 90 come Wout Van Aert (Team Visma | Lease a Bike)
La sfida, dunque, continua, ma oggi si è avuta una chiara dimostrazione che lo stato di forma del capitano della UAE non è, fino a questo momento, inferiore a quello dello scorso anno; anzi, il campione del mondo si sta dimostrando anche più maturo e pronto alla sfida più difficile sulle pietre.
Oggi, in corsa, Pogacar ha perso diversi compagni coinvolti in cadute ma, una volta chiuso sui tentativi di attacco da lontano, ha iniziato una girandola di scatti tutti rintuzzati da Van der Poel, fino al terzo passaggio sul vecchio Kwaremont, dove è partito in contropiede su un attacco di Van Aert, riuscendo a levarsi di ruota anche l’olandese.
A quel punto gli avversari, che si erano un po’ sfilacciati, si sono ricompattati in un quartetto che contemplava anche Jasper Stuyven e Mads Pedersen (Lidl – Trek), ma non sono riusciti a trovare un accordo e così l’inseguimento è stato condotto soprattutto da Van Aert, che ha dato l’impressione di averne di più rispetto a Van der Poel (comunque alla fine arrivato sul podio alla spalle di Stuyven, precedendo proprio il belga).
Dopo i primi cinque sono giunti al traguardo Tiesj Benoot (Team Visma | Lease a Bike) e Stefan Kung (Groupama – FDJ), ultimi superstiti del primo contrattacco, mentre Filippo Ganna (INEOS Grenadiers), che era stato riassorbito dal gruppo, ha conquistando l’ottava posizione; la top ten che è stata chiusa dallo spagnolo Iván García (Movistar) e dal nostro Davide Ballerini (XDS Astana Team)
Subito dopo la partenza di Bruges sono in molti a provarci, ma il tentativo buono è quello animato da Elmar Reinders (Jayco AlUla), Alessandro Romele (Astana), Connor Swift (INEOS), Rory Townsend (Q36.5), Marco Haller (Tudor), Victor Vercouille (Team Flanders), Sean Flynn e Timo Roosen (Picnic).
La UAE e la Alpecin mettono in testa i loro uomini per tenere la fuga sotto controllo. Dopo il primo muro si verifica una caduta a centrogruppo in cui resta coinvolto senza conseguenze anche Van der Poel, mentre due uomini di Pogacar (Wellens e Narvaez) escono malconci dal capitombolo andando a complicare i piani dell’iridato.
Sul Molenberg nasce un tentativo di contrattacco promosso da Ballerini al quale aderiscono anche Vito Braet (Intermarché – Wanty), Küng e Benoot. Intorno ai -100 sul terzetto si riportano Ganna, Matteo Trentin (Tudor), Daan Hoole (Lidl Trek) e Quinten Hermans (Alpecin), mentre i battistrada, che conservano solo 25 secondi di margine, vedono la loro sorte inesorabilmente segnata.
La presenza di un uomo dell’Alpecin tra i contrattaccanti fa ricadere il peso dell’inseguimento sulla UAE. Pogacar a questo punto decide si aprire le danze lungo la seconda ascesa al vecchio Kwaremont e sulle sue ruote saltano senza indugio Matteo Jorgenson (Team Visma | Lease a Bike), Van Aert, Pedersen e Van der Poel.
Mentre davanti resistono Ganna, Ballerini, Trentin, Benoot, Hoole e Küng, tra i più immediati inseguitori infuria la battaglia sul Paterberg e sul Koppenberg, con Pogacar e Van der Poel che se le danno di santa ragione e sembrano i più brillanti.
Dopo il Koppenberg gli inseguitori si ricompattano e ai -40 raggiungono la testa della corsa, andando a formare un drappello di tredici uomini Van der Poel, Pogacar, van Aert, Ganna, Küng, Pedersen, Hoole, Stuyven, Trentin, Benoot, Jorgenson, Haller e Ballerini.
Sui successivi muri – Steenbeekdries, Taaienberg e Oude Kruisberg – Pogacar attacca a testa bassa ma trova sempre qualcuno in grado di rispondere; in particolare Van der Poel rimane da solo con lui per qualche chilometro, prima del rientro di Stuyven, Pedersen e Van Aert in vista dell’ultimo passaggio sul vecchio Kwaremont.
Il primo ad attaccare è Van Aert, ma Pogacar parte per la quinta volta e passa il belga a doppia velocità e stavolta anche Van der Poel, che pure aveva provato a rispondere, deve cedere e paga lo sforzo perché da qui in avanti non riuscirà a dar linfa al tentativo di rientro.
L’inseguimento è vano perché lo sloveno continua ad incrementare il vantaggio e va a vincere la Ronde edizione 2025 con un minuto su Stuyven, che riesce a conquistare la piazza d’onore anticipando lo sprint. Van der Poel si consola con gradino più basso del podio, come aveva fatto il suo rivale sul traguardo di Sanremo.
La sfida è di nuovo in parità e la prossima puntata sarà sulle pietre della Roubiax, dove il grande favorito sarà l’olandese vincitore delle ultime due edizioni.

Benedetto Ciccarone

Pogacar aggiunge unaltra perla alla sua carriera vincento il Giro delle Fiandre 2025 (Getty Images)

Pogacar aggiunge un'altra perla alla sua carriera vincento il Giro delle Fiandre 2025 (Getty Images)

GIRO DELLE FIANDRE 2023: LE PAGELLE

Le pagelle della 107a edizione del Giro delle Fiandre

Tadej Pogacar: Lo sloveno è un fenomeno e lo sapevamo, ma i risultati che sta portando a casa sono davvero eccezionali. Alla sua tenera età e dopo i due successi al Lombardia e quello alla Liegi, con la vittoria del Giro delle Fiandre è già alla quarta Monumento in carriera. Un 2023 dove ha trionfato in dieci corse e si appresta a correre da protagonista le prossime, gare compreso il Tour de France. Corre il Fiandre con assoluta padronanza, sempre nel vivo nella corsa non sbaglia un colpo lasciando di sasso Van der Poel. Erede naturale di Eddy Merckx, fenomeno assoluto. VOTO 10

Mads Pedersen: Gradino più basso del podio per il corridore della Trek-Segafredo. Corre con coraggio e aggressività, attacca da lontano e si fa chilometri su chilometri da solo in testa facendo vedere i sorci verdi agli inseguitori. Il danese si dimostra ancora una volta un ciclista temibile e imprevedibile, pronto a sfruttare ogni occasione per vincere. VOTO 8,5

Mathieu van der Poel: Secondo posto al Giro delle Fiandre per l’olandese e quarto podio consecutivo. Il corridore dell’Alpecin-Deceuninck era uno dei favoriti di giornata dopo le due vittorie precedenti e forse per questo nella prima parte della corsa è stato un po’ distratto, facendosi trovare sempre dietro rispetto agli altri big della corsa. Nel momento clou del Fiandre prova a fare il vuoto ma trova in Pogacar un rivale insuperabile. VOTO 8

Matteo Trentin: Grande lavoro da gregario per il ciclista italiano e un decimo posto al traguardo che vale come un podio. Pedina importante per la UAE Team-Emirates, prova a stanare i rivali di Pogacar e tira il gruppo all’inseguimento quando la corsa entra nel vivo. Lavoro da stopper quando il suo capitano prende il largo. Gregario d’oro. VOTO 7,5

Neilson Powless: Il ventiseienne ciclista statunitense della Ef Education-Easy Post coglie un quinto posto nel suo primo Giro delle Fiandre corso in carriera. Un 2023 dove lo abbiamo visto più volte cogliere un piazzamento importante. Per la legge dei grandi numeri prima o poi arriverà il risultato importante. VOTO 7

Stefan Küng: Lo svizzero rinasce come ogni anno sulle pietre, un sesto posto che gli sta stretto per come ha corso. Il corridore della Groupama – FDJ corre con attenzione ed è l’ultimo ad arrendersi al duo Pogacar – Van der Poel. VOTO 6,5

Kasper Asgreen: Il danese si prende sulle spalle una Soudal – QuickStep in ombra, nonostante un 2023 non in gran forma dà il massimo cogliendo un settimo posto. VOTO 6

Wout Van Aert: Uno dei grandi sconfitti di giornata è lui. Il corridore della Jumbo-Visma si trova nella pancia del gruppo quando viene coinvolto nella caduta causata da Filip Macieijuk, un colpo al ginocchio che si farà sentire nel prosieguo della corsa. Getta la spugna sul Kruisberg quando non riesce a stare al passo di Pogacar e Van der Poel. Un quarto posto che non può essere certamente soddisfacente per lui. VOTO 6

Jhonatan Narváez: Si prende sulle spalle la Ineos Grenadiers dopo l’abdicazione di Pidcock, ma non ottiene grossi risultati. VOTO 5,5

Thomas Pidcock: La caduta alla Tirreno-adriatico si fa ancora sentire e quando il Fiandre entra nel vivo sui muri più duri sparisce dai radar. VOTO 5

Luigi Giglio

SUI MURI FIAMMINGHI POGACAR VENDICA L’AFFRONTO DI SANREMO

aprile 2, 2023 by Redazione  
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Tadej Pogacar ha vinto l’edizione 2023 del Giro della Fiandre imponendo corsa dura e sgretolando il gruppo a oltre 50 km dall’arrivo. Dopo essere rimasto solo con Van Aert e Van der Poel ha resistito all’attacco dell’olandese, che ha fatto fuori il corridore di casa, e ha poi piazzato l’affondo decisivo che gli ha permesso di presentarsi solo sul traguardo con una quindicina di secondi di vantaggio sul corridore che lo aveva staccato sul Poggio andando a vincere la Milano Sanremo, obbiettivo dichiarato dello sloveno.

“Vendetta, tremenda vendetta” deve aver pensato Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) dopo essersi lasciato sfuggire Mathieu van der Poel (Alpecin-Deceuninck) sul Poggio di Sanremo ed aver fallito uno degli obiettivi di stagione al quale teneva di più.
Tanto non stava più nella pelle lo sloveno da dimenticare anche che la vendetta è un piatto che si serve freddo. Alla prima vera occasione il capitano delle UAE ha servito il suo piatto ancora fumante al rivale olandese, staccandolo con una progressione micidiale e mantenendo senza problemi il distacco accumulato anche nel tratto pianeggiante che dal Paterberg portava all’arrivo.
La vittoria, però, non è stata costruita nel finale. Il primo affondo di Pogacar è arrivato sull’Oude Kwaremont, a oltre 50 Km dalla conclusione. E’ stato quello l’attacco che ha fatto esplodere la corsa e poi uno successivo sul Paterberg a formare un terzetto di contrattaccanti.
Pogacar ha così dimostrato di avere energie da vendere perché non si è limitato a finalizzare un lavoro svolto da altri, ma ha attaccato a più riprese finché non è riuscito a levarsi tutti di ruota. Del resto, arrivare al traguardo con Van der Poel o Wout Van Aert (Jumbo-Visma) sarebbe stata una condanna alla sconfitta senza alcuna possibilità di diverso epilogo.
Nella prima fase di gara il gruppo non consente alcun tentativo di fuga e le emozioni sono date da un’accelerazione della Bahrain che spezza il gruppo, lasciando indietro anche qualche big come ad esempio Van der Poel. Saranno necessari circa 20 chilometri e un inevitabile dispendio di energie per la squadre prima di arrivare al ricongiugimento.
Poco dopo una caduta provoca un secondo frazionamento del gruppo nel quale incappa Pogacar. In questo caso, però, le operazioni di inseguimento di concludono più rapidamente.
Ripresa la girandola di attacchi sono Filippo Colombo (Q36), Jasper De Buyst (Lotto-Dstny), Daan Hoole (Trek-Segafredo), Elmar Reinders (Jayco-AlUla) e Guillaume Van Keirsbulck (Bingoal WB) ad andar via. I cinque vengono raggiunti da Jonas Rutsch (EF Education-EasyPost), Tim Merlier (Soudal-QuickStep) e Hugo Houle (Israel-PremierTech) nel primo tratto di pavè.
A questo punto il gruppo lascia fare agli attaccanti, che mettono da parte un buon vantaggio, circa 4 minuti.
Poco prima del primo passaggio sull’Oude Kwaremont, Filip Maciejuck (Bahrain Victorious) finisce fuoristrada e centra una buca con dell’acqua e, nel tentativo di riportarsi sulla strada, innesca una maxi caduta nella quale rimangono coinvolti diversi atleti. Ad avere la peggio saranno Tim Wellens (UAE Team Emirates), Shane Archbold e Marco Haller (Bora-Hansgorhe) che dovranno abbandonare la corsa ed affidarsi alla cure ospedaliere.
La perdita di Wellens è un brutto colpo per la UAE, se si pensa all’accelerazione che questo forte atleta aveva impresso sul Poggio di Sanremo per lanciare il capitano all’attacco.
Sul Wolvenberg è Mads Pedersen (Trek – Segafredo)a provare un attacco, con Matteo Trentin (UAE Team Emirates), Gianni Vermeersch (Alpecin-Deceuninck) e Kevin Geniets (Groupama-FDJ) che non mollano la ruota dell’ex iridato. Questo tentativo sarà rintuzzato, mentre migliore sorta avrà quello nato sul Molenberg per iniziativa di Kasper Asgreen (Soudal-QuickStep). Al danese si accodano Stefan Küng (Groupama-FDJ), Jhonatan Narváez (Ineos Grenadiers), Neilson Powless (EF Education-EasyPost), Trentin, Nathan Van Hooydonck (Jumbo-Visma) e Fred Wright (Bahrain Victoroius) e, in un secondo momento, Pedersen e Florian Vermeersch (Lotto-Dstny). Anche Matteo Jorgenson (Movistar) e Benoit Cosnefroy (Ag2R Citroen) riescono ad unirsi a questo drappello di contrattacanti, che incrementano il loro vantaggio sul gruppo e si riportano sui battistrada sul Berg Ten Houte quando mancano circa 80 chilometri alla conclusione e il gruppo ha 1′45″ di ritardo.
La UAE prende in mano le redini delle operazione e in un primo tempo lascia fino a 3 minuti di vantaggio al gruppo di testa; ma al secondo passaggio sull’Oude Kwaremont inizia un gran forcing di Mikkel Bjerg che lancia all’attacco il capitano Pogacar. L’azione sorprende Van Aert e Van der Poel che si trovavano nella retrovie.
I due grandi favoriti cercano di chiudere il gap insieme a Christophe Laporte (Jumbo-Visma) e Tom Pidcock (Ineos Grenadiers). E’ proprio una successiva accelerata di Laporte che permette al drappello di riportarsi su Pogacar, il quale attacca nuovamente e, stavolta, sono solo Van Aert e Van der Poel che riescono a resistere alla sgasata.
Nel gruppo di testa, intanto, diversi atleti vengono staccati e via via ripresi dal terzetto di fuoriclasse all’inseguimento.
Tra i reduci del gruppo dei battistrada è Pedersen a lanciare il guanto della sfida ai piedi del Kruisberg. Su queste rampe Van der Poel prova un allungo che fa male a Van Aert, il quale rimane staccato, mentre Pogacar riesce agevolmente chiudere.
Van Aert continua a perdere nel successivo falsopiano e l’aiuto di Van Hooydonck, che sembra efficace, arriva forse troppo tardi perché all’ultimo passaggio sul Vecchio kwaremont Pogacar con una progressione micidiale stacca anche Van der Poel, che pure si era dimostrato pimpante staccando Van Aert. Niente da fare perchè Pedersen viene fagocitato rapidamente, mentre Pogacar se ne va e Van der Poel, che non molla, rimane da solo all’inseguimento. A questo punto, inizia una sfida a distanza tra i due che lascerà il gap oscillare tra i 15 e i 20 secondi fino al traguardo, tagliato a braccia alzate da Pogacar che mette nel palmeres una monumento che non aveva mai vinto prima, mentre Van der Poel deve accontentarsi della seconda posizione, centrando il quarto podio in cinque partecipazioni.
Dietro, si ricompatta un gruppetto con Pedersen, Van Aert, Powless, Kung, Asgreen e Wright.
E’ Pedersen a regolare questo gruppetto togliendo a Van Aert la gioia del podio.
Anche la seconda monumento della stagione non ha tradito le attese, si è accesa già a 50 Km dall’arrivo e da lì è stato un susseguirsi di emozioni e attacchi.
Pogacar ha dimostrato per l’ennesima volta di essere un fuoriclasse e di poter vincere su tutti i terreni.
Le sue dichiarazioni bellicose fanno pensare che punti a vincere almeno una volta tutte le classiche monumento e allo stato attuale la più ostica per lui sembrerebbe la Roubaix, ma a questo punto non si può esser certi di nulla.
La vera speranza è quella di vedere Pogacar tentare la doppietta Giro-Tour perché, dopo Marco Pantani, se c’è qualcuno che può davvero riuscirci questi è proprio lo sloveno, che ha tra l’altro dato prova di andar forte per tutta la stagione.
La fase della classiche di primavera sta offrendo grande spettacolo, oggi i corridori hanno interpretato alla grande una corsa che presenta già di per sé un percorso duro, dal chilometraggio elevato e costellato di muri e i favoriti hanno sfruttato appieno le difficoltà per darsi battaglia, senza attendismi o tatticismi, a dimostrazione che, anche nel ciclismo moderno, è possibile affrontare certe prova a viso aperto anche rischiando di saltare.
Il prossimo appuntamento per gli appassionati sarà la Parigi-Roubaix in programma il giorno di Pasqua. Nell’attesa della classica della pietre domani prenderà il via la sesta corsa a tappe stagionale del circuito World Tour, il Giro dei Paesi Baschi.

Benedetto Ciccarone

Pogacar allattacco sul Paterberg (foto Tim de Waele/Getty Images)

Pogacar all'attacco sul Paterberg (foto Tim de Waele/Getty Images)

GIRO DELLE FIANDRE 2022 – LE PAGELLE

A poche ore dalla vittoria di Van der Poel ecco le pagelle della prima grande classica del nord

MATHIEU VAN DER POEL: Sulla sua grandezza c’è poco da discutere, ha avuto un inizio di stagione difficile che ha superato brillantemente e nonostante abbia ancora scorie addosso riesce a trionfare contro un Pogacar in versione Cannibale 2.0. Sui muri non risponde subito alle accelerazioni dello sloveno, sale col suo passo e in progressione lo raggiunge. Nel finale dimostra di avere nervi di acciaio e non si preoccupa di far rientrare gli inseguitori. Esegue uno sprint perfetto dove fa mangiare la polvere ai rivali e vince un secondo Giro delle Fiandre con un merito che rispecchia un talento cristallino e una mentalità ormai matura e vincente. VOTO: 10

DYLAN VAN BAARLE: Tra Pogacar e Van der Poel si inserisce lui, con una corsa aggressiva sin dalle prime fasi. Rientra nel finale dopo aver cercato in tutti i modi a resistere al duo Pogacar-Van der Poel. Nello sprint finale non riesce a tenere le ruote del suo connazionale, in compenso conquista un secondo posto onorevole. VOTO: 8,5

VALENTIN MADOUAS: Il francese della Groupama-FDJ corre spesso col vento in faccia, ha una generosità da vendere, come spesso accade quando gareggia. Riesce a salire sul gradino più basso del podio superando anche Pogacar nel finale. VOTO: 8,5

TADEJ POGACAR: Sul Kwaremont esce dal gruppo, raggiunge i fuggitivi e li salta uno a uno come birilli, un’immagine che resterà nella storia del Giro delle Fiandre. Sui muri è il più forte e solo Van der Poel resiste alle sue accelerazioni, Lo sloveno, però, paga nel finale una scelta sbagliata che a ripensarci gli farà mangiare i gomiti. Nel complesso è un fenomeno, un corridore capace di vincere su ogni tipo di terreno a prescindere se si tratti di una corsa a tappe o no. Il Fiandre 2022 è andato a Van der Poel, ma non passerà troppo tempo prima di vedere Pogacar vittorioso. VOTO: 8

STEFAN KUNG: Nel finale spunta dal nulla alle spalle dei ciclisti che si stavano giocando la vittoria, segno che le gambe oggi c’erano. Perde l’attimo giusto non riuscendo a seguire Van der Poel e Pogacar. Quinto posto che sa di beffa. VOTO: 7

DYLAN TEUNS: Il belga corre con coraggio alternandosi coi compagni di squadra nei momenti topici del Fiandre. La Bahrain-Merida movimenta la corsa in più fasi e raccoglie il risultato più importante solo con lui, sesto al traguardo. VOTO: 6,5

FRED WRIGHT: Il ventiduenne britannico segue alla lettera gli ordini di scuderia e attacca a ogni piè sospinto. Termina il Fiandre al settimo posto a undici secondi da Van der Poel. VOTO: 6,5

CHRISTOPHE LAPORTE: Dopo il forfait di Van Aert tutte le speranze della Jumbo-Visma ricadono su di lui. Nella fase centrale della corsa finisce malamente fuoristrada, rientra con affanno e centra un nono posto niente male. VOTO: 6,5

ALEXANDER KRISTOFF: Il norvegese si ritrova a 34 anni ad entrare nella top ten di un Giro delle Fiandre tutt’altro che leggero. Intramontabile. VOTO: 6

LUCA MOZZATO: Il giovane ventiquattrenne vicentino della B&B Hotels – KTM entra nella prima fuga di giornata, viene ripreso e non tira i remi in barca chiudendo al venticinquesimo posto, primo degli italiani al traguardo. VOTO: 6

KASPER ASGREEN: La Quick-Step in questa campagna nell’Inferno del Nord non è la schiacciasassi degli anni passati. Il danese cerca di tenere il ritmo dei migliori e per buona parte di corsa ci riesce, finché un salto di catena gli fa perdere quel terreno che non recupererà più. VOTO: 6

ALBERTO BETTIOL: Corre bene per 3/4 della corsa, svanisce nella fase finale dove non ne ha più. Dal vincitore del Fiandre 2019 ci si aspettava molto di più. VOTO: 5,5

MADS PEDERSEN: Spende troppe energie nella fase centrale della corsa facendosi trovare impreparato quando Pogacar fa esplodere il Fiandre. Fa di tutto per rientrare ma ormai i giochi sono fatti. VOTO: 5,5

TIESJ BENOOT: Alla Dwars door Vlaanderen aveva mandato segnali incoraggianti, cosa che non succede al Fiandre dove corre sottotono terminando lontano dal vincitore di giornata. VOTO: 5

THOMAS PIDCOCK: Era uno dei corridori più attesi ma, nonostante i segnali propositivi dei giorni scorsi, non riesce ad entrare mai nel vivo della corsa. VOTO: 5

Luigi Giglio

DOPPIETTA VAN DER POEL NELLE FIANDRE CON FINALE A SORPRESA

aprile 3, 2022 by Redazione  
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Mathieu van der Poel, in uno sprint a quattro, ha vinto l’edizione 106 del Giro delle Fiandre, dopo aver conquistato qualche giorno fa la semiclassica “Dwars door Vlaanderen”, che condivide alcuni tratti di percorso con la più illustre sorella maggiore, dopo aver resistito a tutti gli attacchi di Pogacar ed al ritorno di Madouas e Van Baarle a pochissimi metri dall’arrivo.

Questa volta indubbiamente Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) ha commesso un grave errore di valutazione.
Il ragazzo è giovane e probabilmente la sua grande potenza è di gran lunga superiore alla sua esperienza.
Questo fa sì che lo sloveno riesca a vincere corse dure, contro avversari di valore, anche partendo da molto distante e rischiando parecchio; tuttavia quando la corsa si fa tatticamente difficile, gli manca ancora quel pizzico di furbizia ed intelligenza che solo l’esperienza ti può dare.
Pogacar, dopo aver attaccato a più riprese ed essere rimasto da solo con Mathieu van der Poel (Alpecin-Fenix), senza essere riuscito a staccarlo, era perfettamente consapevole di essere sfavorito allo sprint ed ha deciso quindi di cercare ad ogni costo di rimanere alla ruota dell’olandese, mandando in scena una specie di surplace.
Ha così trascurato i pericoli di andare incontro ad una volata a quattro con Valentin Madouas (Groupama – FDJ) e Dylan van Baarle (INEOS Grenadiers), che arrivavano da dietro a doppia velocità
Van der Poel, conscio di essere il più forte allo sprint, ha lasciato fare a Pogacar per poi far valere il suo spunto veloce nei confronti di Van Baarle e Madouas, che erano rientrati proprio per via del rallentamento.
Risultato, vittoria di Van Der Poel, Pogacar fuori dal podio e abbastanza alterato per essere stato chiuso nello sprint da Van Baarle.
Lo sloveno va comunque lodato per aver messo in strada un’altra volta la sua grande classe e potenza, iniziando a fare il diavolo a quattro quando mancavano ancora più di 50 km alla conclusione.
Su ogni muro dava una sgasata, scrollandosi di dosso colpo su colpo tutti i corridori, salvo un coriaceo Van der Poel, che ha mirato solo a non mollare la ruota dell’avversario più pericoloso, ben consapevole che lasciare venti metri di vantaggio a Pogacar significa aver perduto la corsa.
Sul Peterberg, muro in pavè con pendenze al 20%, l’olandese ha dato ad un certo punto l’impressione di aver avuto un passaggio a vuoto, ma probabilmente si è trattato solo di un inconveniente nel cercare di andare a prendere la parte più esterna della carreggiata per evitare le pietre.
Kasper Asgreen (Quick-Step Alpha Vinyl Team), vincitore lo scorso anno, è stato sfortunato perché ha patito un incidente meccanico nel punto più duro del Koppenberg, mentre Pogacar attaccava a più non posso, e questo lo ha tagliato fuori dai giochi molto presto.
Sfortunato è stato anche un altro superfavorito come Wout Van Aert (Jumbo-Visma), che ha dovuto dare forfait a causa della positività al covid, notizia che purtroppo non si è rivelata essere un pesce d’aprile come molti appassionati avevano sperato.
La corazzata Jumbo si è così affidata a Tiesj Benoot, arrivato secondo qualche giorno fa nella Dwars door Vlaanderen, che però non è riuscito ad essere all’altezza dei migliori, pur avendo provato comunque a collaborare all’inseguimento quando in testa erano in cinque.
La corsa è partita di buon mattino, visto il lungo chilometraggio da coprire, le temperature erano rigide anche se, per fortuna, i corridori non hanno dovuto correre sotto il nevischio che era caduto nella giornata di venerdì e che aveva fatto temere condizioni da tregenda.
I tentativi di fuga sono partiti subito e quello buono ha visto la partecipazione di Sébastien Grignard (Lotto Souda), Mathijs Paasschens (Bingoal Pauwels Sauces WB), Taco van der Hoorn (Intermarché-Wanty-Gobert), Stan Dewulf (Ag2r Citroen), Tom Bohli (Cofidis), Max Kanter (Movistar), Luca Mozzato (B&B Hotels-KTM) e Lindsay De Vylder (Sport Vlaanderen-Baloise).
Il tentativo di attacco è sempre stato tenuto sotto controllo da Jumbo-Visma, Alpecin-Fenix, Quick-Step Alpha Vinyl e Ineos Grenadiers, che non hanno mai lasciato prendere più di cinque minuti ai battistrada. Dopo i primi due tratti di pavè, quando stavano per iniziare i muri, il gruppo ha alzato i ritmi, cominciando ad erodere pian piano il gap.
La prima azione che muove le acque nasce per iniziativa di Jonas Koch (Bora-hansgrohe), che accelera in modo deciso e viene poco dopo raggiunto da Nathan Van Hooydonck (Jumbo-Visma).
I due riescono a prendere circa trenta secondi sul gruppo dal quale escono, sulle rampe del Berendries, Ivan Garcia Cortina (Movistar) Alberto Bettiol (EF Education-EasyPost), Marco Haller (BORA – hansgrohe), Alex Kirsch e Mads Pedersen (Trek – Segafredo), Olivier Le Gac (Groupama – FDJ), Jannik Steimle e Zdeněk Štybar (Quick-Step Alpha Vinyl Team), Ben Turner (INEOS Grenadiers), Gianni Vermeersch (Alpecin-Fenix) e Mick van Dijke (Jumbo-Visma). Questo gruppetto raggiunge i due andando a comporre un primo gruppo inseguitore, mentre dietro il gruppo principale si spezza a causa di una caduta e il primo a dare una frustata è Matteo Trentin (UAE Team Emirates), che spezza ulteriormente il plotone e riduce il distacco.
Dopo questa fase, il gruppo si placa e i contrattaccanti tornano a raggranellare circa trenta secondi, mentre la fuga del mattino continua a perdere terreno.
Avvicinandosi al Vecchio Kwaremont Trentin ripropone un allungo che è il preludio all’attacco di Pogacar, il quale si riporta agevolmente sugli inseguitori che, nel frattempo, avevano chiuso sulla testa della corsa.
In cima rimane un gruppetto con Pogacar e Asgreen, ma un drappello di circa venti uomini con Tom Pidcock (INEOS Grenadiers) e Van der Poel si riporta prontamente sulla testa.
Nel successivo tratto, allungano Fred Wright (Bahrain-Victorious) e Van Baarle.
Sul Koppenberg Pogacar imprime una nuova accelerazione e stavolta riescono e resistere solo Van der Poel e, seppur con qualche difficoltà, Madouas, mentre Asgreen, a causa di un problema meccanico nel punto peggiore, perde contatto e non riuscirà più a rientrare.
Il gruppo inseguitore si è estremamente ridotto e manca l’accordo per strutturare un inseguimento sicché, quando i battistrada hanno già quasi un minuto di vantaggio, escono dal plotone Benoot, Stefan Kung (Groupama-FDJ) e Dylan Teuns (Bahrain-Victorious).
All’ultimo passaggio sul Vecchio Kwaremont è nuovamente Pogacar ad accelerare e stavolta resiste solo Van der Poel, mentre dietro si forma una coppia all’inseguimento perchè Van Baarle raggiunge Madouas, che aveva ceduto per ultimo all’accelerazione del vincitore degli ultimi due Tour de France.
Sulle durissime pendenze del Peterberg Pogacar prova di nuovo ad accelerare a tutta, ma anche stavolta l’olandese della Alpecin resiste alla sfuriata.
Negli ultimi 13 chilometri pianeggianti la coppia di inseguitori non si dà per vinta e riesce a rosicchiare pian piano qualcosa sino a portarsi a circa 20 secondi all’ultimo chilometro, mentre si avvicinano pericolosamente anche Wright, Kung e Teuns.
20 secondi sotto il triangolo rosso sembrano più che sufficienti per andarsi a giocare lo sprint a due, ma Pogacar vuole partire da dietro per cercare di avere una possibilità contro un avversario decisamente superiore allo sprint.
Va così in scena un quasi surplace tra i due, cosa che permette a Van Baarle e Madouas di rientrare a doppia velocità ai 300 metri.
Van der Poel è lesto a lanciare lo sprint e vincerlo senza difficoltà, mentre Pogacar viene superato dai due avversari e non riesce ad uscire, complice anche una manovra di Van Baarle che lo chiude in maniera comunque regolamentare.
Lo sloveno che è stato sicuramente il più attivo della corsa, avendo tentato l’affondo su tutti i muri sin dai 50 km all’arrivo e avrebbe certamente meritato di più, ma la mancanza di esperienza lo ha lasciato fuori dal podio.
Il ragazzo comunque ha una condizione di forma straordinarie e, se la Parigi Roubaix allo stato attuale non sembra adatta alle sue caratteristiche (ma chissà…), le altre monumento che non ha ancora vinto (Sanremo e Fiandre) potrebbero sicuramente entrare nel suo palmares nei prossimi anni.

Benedetto Ciccarone

Van der Poel vince la seconda classica monumento della stagione 2022 (Getty Images Sport)

Van der Poel vince la seconda classica monumento della stagione 2022 (Getty Images Sport)

FIANDRE 2021: LE PAGELLE

Ecco le pagelle del Giro delle Fiandre 2021 conquistato ieri da Kasper Asgreen

KASPER ASGREEN: Il ventiseienne della Deceuninck-Quick Step vincendo il Giro delle Fiandre conquista la vittoria più importante della sua carriera. Sfrutta al meglio la superiorità numerica del suo team e si gestisce perfettamente nel finale. Sorprende sul Pateberg dove dimostra di averne di più di un sfinito Van der Poel. Rimasto da solo col campione olandese gestisce con saggezza le forze in attesa dello sprint decisivo, in cui mantiene il sangue freddo e taglia per primo il traguardo in una volata senza storie. VOTO: 10

MATHIEU VAN DER POEL: Corre bene, propizia sempre le azioni decisive nelle fasi cruciali della corsa, ma non è al 100% e lo si vede nel finale. Generoso, anche troppo, non ne ha più negli ultimi chilometri, quando non riesce ad allungare su Asgreen sul Pateberg. Cede allo sprint contro il danese, che lo recupera facilmente dopo aver provato ad anticiparlo senza successo. VOTO: 7,5

GREG VAN AVERMAET: Corre di rimessa, si fa trovare impreparato quando parte il gruppetto Asgreen-Alaphilippe-Van Aert-Van der Poel. Non riesce a rientrare e si accontenta di vincere la volata per il terzo posto. VOTO: 7

JASPER STUYVEN: Il vincitore della Milano – Sanremo, costretto a rinunciare alla Dwars door Vlaanderen di mercoledì scorso, conquista un quarto posto di tutto rispetto. Per il corridore della Trek-Segafredo un piazzamento che certifica la sua maturazione ciclistica nelle corse che contano. VOTO: 6,5

GIANNI VERMEERSCH: Per il belga della Alpecin-Fenix una stagione ad altissimi livelli come uomo squadra. Si rivela un compagno affidabile per Mathieu Van der Poel e a 28 anni trova la sua giusta dimensione. VOTO: 6,5

FLORIAN SÉNÉCHAL: Il corridore della Deceuninck corre da uomo squadra. Presente nel gruppetto inseguitore, nel finale della corsa si mette a rompere i cambi aiutando i compagni Asgreen e Alaphilippe in fuga. VOTO: 6,5

ANTHONY TURGIS: Il ventiseienne della Total Direct Énergie dimostra di essere un uomo da pavé. Non ci sarà da sorprendersi se in un futuro non troppo lontano lo troveremo sull gradino più alto del podio. VOTO: 6,5

JULIAN ALAPHILIPPE: Il Campione del Mondo in carica è attivissimo nella fase centrale della corsa. Spreca energie e arrivato al lumicino si mette al servizio di Asgreen. Termina 42° a 2′35” dal compagno di squadra. VOTO: 6

THOMAS PIDCOCK: Il giovane ciclista della Ineos Grenadiers affronta per la prima volta il Giro delle Fiandre. Soffre sul Kwaremont ma i segnali per il futuro sono più che buoni. VOTO: 6

SEP VANMARCKE: Quinto posto per il corridore della Israel Start Up Nation. Cresciuto su queste pietre, le conosce a memoria ed è un vero peccato che nella sua lunga carriera non sia mai riuscito ad imporsi in una classica del nord. Il successo più importante su queste rotte lo ha ottenuto nel 2012 alla Omloop Het Nieuwsblad. VOTO: 6

DYLAN VAN BAARLE: Come alla Gand Wevelgem di domenica scorsa il vincitore della Dwars door Vlaanderen ha la colpa di perdersi e non farsi trovare pronto nelle azioni decisive della corsa, nonostante sia uno dei corridori atleticamente più in forma. VOTO: 5,5

DYLAN TEUNS ed HEINRICH HAUSSLER: Si fanno trovare pronti quando la corsa entra nel vivo e infatti lo ritroviamo presenti nell’azione dove si crea il gruppetto Asgreen-Va der Poel. I corridori della Bahrain, come quelli della Deceuninckm posso far valere la superiorità numerica, ma falliscono. VOTO: 5,5

WOUT VAN AERT: Il fuoriclasse belga incappa in una giornata negativa, emblematica l’azione in cui sale a zig zag sullo Kwaremont. Testa attenta ma gambe scariche. Termina sesto a 47” da Asgreen. VOTO: 5

ALBERTO BETTIOL: Il vincitore del Fiandre 2019 non arriva al via con grosse ambizioni e la corsa conferma il suo stato di forma non eccelso. VOTO: 5

PETER SAGAN: I buoni segnali mandati alla Milano-Sanremo naufragano in questo Giro delle Fiandre. Un quindicesimo posto che non è da lui. VOTO: 4

OTTO VERGAERDE: Il 26enne belga della Alpecin Fenix è protagonista di un gesto non proprio bello nei confronti di Yevgeniy Fedorov. Viene squalificato per comportamento scorretto, dopo aver minacciato il 21enne kazako dell’Astana, anche lui mandato a casa per la reazione. VOTO: 4

Luigi Giglio

ASGREEN, VOLATA MONUMENTALE. IL DANESE BATTE VAN DER POEL ALLO SPRINT E VINCE IL FIANDRE

aprile 4, 2021 by Redazione  
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Un cerchio che si è chiuso dopo 2 anni. Nel 2019 un giovane Kasper Asgreen si rivelò al grande pubblico sul traguardo di Oudenaarde ottenendo un sorprendente secondo posto al suo primo Giro delle Fiandre. A distanza di due anni il campione di Danimarca si è imposto di prepotenza sullo stesso traguardo e ha conquistato la prima classica monumento della sua giovane carriera. Il corridore della Deceuninck-Quick Step, recente vincitore del E3 Prijs Harelbeke, ha battuto al termine di un avvincente sprint a due Mathieu Van der Poel (Alpecin-Fenix),il vincitore uscente e grande favorito della vigilia. Sul terzo gradino del podio il redivivo Greg Van Avermaet (Ag2r Citroen Team) che ha avuto la meglio su Jasper Stuyven (Trek-Segafredo) nello sprint per il 3° posto. Prestazione deludente per Wout Van Aert (Jumbo-Visma) che si è dovuto accontentare del 6° posto, alle spalle anche di Sep Vanmarcke (Israel Start-Up Nation).


La 105a edizione della Ronde Van Vlaanderen prevedeva il via per il 4° anno consecutivo da Anversa e ed un percorso molto simile a quello delle ultime edizioni, nonostante l’assenza (così come nel 2020) del Kapelmuur. Il muro simbolo della corsa fiamminga è stato nuovamente lasciato fuori dalla corsa ufficialmente per motivi legati all’emergenza covid. Gli organizzatori hanno infatti preferito non percorrere la Route Nationale e il ‘Muur’ al fine di sfavorire potenziali assembramenti dei tifosi.
Il menù di giornata prevedeva dunque 254 km caratterizzati da diversi tratti in pavè e da 19 muri, tra cui l’Oude Kwaremont (da affrontare tre volte, rispettivamente ai km 121, 200 e 238), il Paterberg (due passaggi, ai km 203 e 241) e il terribile Koppenberg posto al km 210.

La fuga di giornata ha iniziato a prendere forma al km 7 grazie all’attacco dell’elevetico Stefan Bissegger (EF Education Nippo) a cui si sono rapidamente accodati il danese Mathias Norsgaard (Movistar Team), i fiamminghi Jelle Wallays (Cofidis) e Fabio Van Den Bossche (Sport Vlaanderen-Baloise) e il neerlandese Matthijs Paasschens (Bingoal). I cincque battistrada nel giro di pochi chilomentri sono riusciti a prendere il largo portando il gap ad oltre 40” (km 12). Una volta capito che l’azione sarebbe stata quella buona, gli uomini dell’Astana PremierTech e del Team DSM, evidentemente intenzionati a rientrare sui fuggitivi, hanno provato ad rilanciare l’andatura del gruppo. Proprio in questa fase è giunta la squalifica per Otto Vergaerde (Alpecin-Fenix) e Evgeny Fedorov (Astana PremierTech). Durante le concitate fasi iniziali della corsa, il belga avava colpito con una spallata il kazako che a sua volta aveva provato a ricambiare la cortesia. Entrambi sono stati puniti dalla giuria dopo aver esaminato le immagini.
Poco dopo, intorno al km 20, proprio un corridore dell’Astana, il canadese Hugo Houle, e uno del Team DSM, il tedesco Nico Denz, sono evasi dal gruppo lanciandosi all’inseguimento dei fuggitivi. I due contrattaccanti sono rientrati al km 34 mentre il gruppo, che nel frattempo si era completamente rialzato, era scivolato già a 5’45”.

La corsa si è così stabilizzata: i 7 fuggitivi hanno trovato una buona collaborazione e, complice l’atteggiamento rilassato del gruppo, hanno continuato ad incrementare il gap che, dopo i primi 50 km aveva già superato i 10 minuti
Per i primi 80 km il gruppo principale è stato tirato dal solo Edoardo Affini (Jumbo-Visma). Giunti in prossimità dei primi due tratti di pavè (Lippenhovestraat e Paddestraat, rispettivamente ai km 85 e 87) in testa al gruppo sono arrivate anche le maglie della Deceuninck-Quick Step. Tuttavia il ritmo del plotone non è per nulla cambiato, anzi propio in questa fase i fuggitivi hanno raggiunto il massimo vantaggio, portando il gap ad oltre 12’. Si è così giunti senza particolari colpi di scena a primo muro di giornata, il Katteberg (km 102) che faceva da preludio al terzo tratto di pavè, quello di Holleweg (km103).
Il gruppo ha cambiato marcia poco dopo, mentre si avvicinava al primo passaggio sul Oude Kwaremont (km 121), in particolare grazie al lavoro svolto dal solito Tim Declercq (Deceuninck-Quick Step). Il ritmo imposto dal gigante fiammingo ha prodotto una prima diminuzione del distacco, sceso sotto i 10’ già in cima al Kwaremont. Gli uomini della Deceuninick (oltre a Declercq, molto attivi anche Bert Van Lerberghe e successivamente Davide Ballerini) hanno continuato ad imprimere un’andatura elevanta anche nei chilometri successivi producendo un ulteriore decremento del gap: a 100 chilometri dal traguardo, dopo aver superato il Molenberg (6° muro di giornata), il distacco era ormai inferiore ai 7 minuti.

Gli uomini di Patrick Lefevere hanno ulteriormente incrementato il ritmo lungo il tratto in pavè di Marlboroughstraat (-98), grazie ad un’accelerazione portentosa di Kasper Asgreen che ha letteralmente spaccato il gruppo, contribuendo ad avvicinare ulteriormente i 7 battistrada ( 5’40” di vantaggio al km 95). Poco dopo, all’inizio del muro di Berendries, Kevin Genites (Groupama-FDJ) ha tentato un nuovo allungo dal gruppo principale. Sulle ruote del lussemburghese si è subito riportato Davide Ballerini (Deceuninck-Quick Step) insieme ad altri 8 corridori: Luke Rowe (Ineos Grenadiers), Edward Theuns (Trek-Segafredo), Nathan Van Hooydonck (Jumbo Visma), Joris Nieuwenhuis (Team DSM), Edvald Boasson Hagen (Total Direct Energie), Bryan Coquard (B&B Hotels p/b KTM), Oscar Riesebeek (Alpecin-Fenix) e Boy Van Poppel (Intermarchè-Wanty Gobert). I 10 contrattaccanti hanno resistito in avanscoperta solo per qualche km, prima di essere ripresi in prossimità del Valkenberg. Nel frattempo il vantaggio dei 7 fuggitivi era calato ad appena 4 minuti.
I corridori del gruppo hanno rifiatato sul successivo muro, quello di Berg Ten Haute (-76), per poi ricominciare a darsi battaglia sul Kanarieberg (-70) quando è arrivato l’attacco di Soren Kragh Andersen (Team DSM). Il danese, evidentemente intenzionato a portare via un gruppetto, è rimasto per una paio di chilometri solo all’inseguimento dei 7 fuggitivi, prima di farsi riprendere da un gruppo che aveva iniziato ad essere sempre meno folto.
A 66 chilometri dall’arrivo una caduta avvenuta poco dietro la testa del gruppo ha coinvolto molti corridori, tra cui diversi attesi protagonisti come Julian Alaphilippe (Deceunick-Quick Step), Alexander Kristoff (UAE Team Emirates) e Oliver Naesen (Ag2r Citroen Team). Tutti I corridori finiti a terra sono riusciti a risalire in bici e a rientrare sul gruppo principale nei chilometri successivi, poco prima di arrivare al secondo passaggio sul Oude Kwaremont (-54).

Proprio sul Kwaremont, l’elvetico Stefan Bissegger ha deciso di rompere gli indugi visto che il vantaggio del gruppo di testa sul plotone principale si era ormai ridotto ad 1’40”. L’elevetico si è facilmente tolto di ruota gli ormai ex compagni di fuga. Tra questi il più in difficoltà era il giovane (classe 2000) Fabio Van Den Bossche che non è riuscito a tenere neanche le ruote di Denz, Houle, Wallays, Norsgaard e Paasschens, rimasti all’inseguimento di Bissegger.
Nel gruppo principale la prima accelerazione è stata operata da Yves Lampaert (Deceuninck-Quick Step) con a ruota il capitano Julian Alaphilippe e Tim Wellens (Lotto-Soudal). La loro azione non ha però sortito particolari effetti. Decisamente più incisiva l’iniziativa di Mathieu Van der Poel e Kasper Asgreen che nel tratto finale del Kwaremont sono riusciti ad allungare sul resto del gruppo. Fiutato il pericolo, Wout Van Aert ha immediatamente reagito, portandosi a ruota dei due rivali e trascinando con se quel che restava del gruppo dei migliori. Un nuovo scatto della coppia Asgreen-Van Der Poel si poi consumato al primo passaggio sul Paterberg (-51) e ancora una volta è stato Wout Van Aert a ricucire lo strappo. Una volta ripresi Asgreen e Van der Poel, sono partiti in contropiede Florian Senechal (Deceuninck-Quick Step), Tom Pidcock (Ineos Grenadiers), Marco Haller (Bahrain Victorius) e Tim Wellens a cui poco dopo si sono aggiunti Christophe Laporte (Cofidis) e Julian Alaphilippe. Il sestetto inseguitore di lì a poco ha ripreso i cinque reduci della fuga di giornata ed ha approcciato le durissime rampe del Koppenberg con 35”di distacco da Bissegger ed appena 15” di vantaggio sul gruppetto comprendente tutti gli altri favoriti.

Lungo il Koppenberg (-45) Alaphilippe ha provato ad evitare il rientro del gruppo inseguitore imprimendo una nuova accelerazione e andando a riprendere facilmente un esausto Bissegger. La nuova coppia di testa è rimasta da sola al comando per appena un paio di chilometri visto che di lì a poco sono rientrati anche Van der Poel, Van Aert, Turgis, Pidcock, Wellens, Laporte e Haller e poco dopo anche il gruppetto di Van Avermaet. Ad approfittare del successivo rallentamento è stato così Marco Haller che ha allungato poco prima di imboccare il Taaienberg (-37). Anche sul quart’ultimo muro di giornata i big non hanno esistato a darsele: all’ennesimo attacco di Van der Poel hanno nuovamente risposto Asgreen, Van Aert, Alaphilippe e poi anche un ottimo Dylan Teuns (Bahrain Victorius). I cinque contrattaccanti hanno rapidamente ripreso Haller andando a formare un interessante sestetto che vedeva la presenza di ben 2 corridori per Deceuninck e Bahrain, oltre ai due fenomeni del ciclocross. Il drappello di testa ha in breve tempo guadagnato una ventina di secondi sul gruppo inseguitore formato da Greg Van Avermaet (Ag2r Citroen Team), Jasper Stuyven (Trek-Segafredo), Dylan Van Baarle e Thomas Pidcock (Ineos Grenadiers), Tiesj Benoot (Team DSM), Anthony Turgis (Total Direct Energie), Christophe Laporte (Cofidis), Tim Wellens (Lotto-Soudal), Gianni Vermeersch (Alpecin-Fenix), Valentin Madouas (Groupama-FDJ) e Sep Vanmarcke (Israel Strat-Up Nation).

Gli inseguitori hanno provato a rientrare sui sei battistrada, rieuscendo però a recuperare solo qualche secondo, non abbastanza per poter ricucire il buco. E così, lungo il terzultimo muro, il Kruisberg-Hotond, Anthony Turgis ha provato a riportarsi tutto solo sui fuggitivi, riuscendo a riprenderli poco dopo lo scollinamento, proprio mentre dietro uno sfortunato Trentin forava nel momento peggiore.
Turgis non ha avuto neanche il tempo di rifiatare perchè proprio al termine del Kruisberg, Kasper Asgreen ha impresso l’ennesima progressione di giornata, stavolta seguito solo da Wout van Aert e Mathieu Van der Poel. Il gruppetto di Alaphilippe, Turgis, Haller e Teuns ha invece lentamente perso terreno venendo poi ripreso dagli inseguitori ai 19 km dall’arrivo, poco prima del terzo e ultimo passaggio sul Oude Kwaremont.

Sul Kwaremont (-17), Turgis ha nuovamente provato a rientrare sulla testa della corsa portandosi a ruota un ottimo Van Avermaet e riducendo parzialmente il gap dal terzetto dei battistrada. Ma proprio nelle ultime centinaia di metri del muro, è giunto l’ennesima sferzata di Van der Poel che ha mandanto in netta difficoltà Van Aert. Asgreen, dopo aver perso qualche metro, è invece rapidamente rientrato sul campione olandese. Terminato il Kwaremont, i corridori erano attesi dal breve ma durissimo Paterberg (-14), ultima asperità prima del traguardo di Oudenaarde. Van Aert ha disperatamente tentato di rientrare su Asgreen e Van der Poel ma le forze erano ormai vicine all’esaurimento e il fuoriclasse belga è rimbalzato sull’ultimo muro di giornata. Asgreen e Van der Poel hanno invece scollinato insieme continuando poi a collaborare lungo i successivi 12 km.
Van Aert è stato invece mestamente ripreso dal gruppo inseguitore che viaggiava con un distacco di circa 28” dai battistrada. Proprio da tale drappello, ai -3 è giunto lo scatto di Van Avermaet e del vincitore dell’ultima Milano-San Remo, Jasper Stuyven, decisi ad anticipare gli altri inseguitori nella lotta per il 3° posto.

Davanti, Asgreen aveva continuato a tirare nonostante fosse, almeno sulla carta, molto meno veloce di Van der Poel. Soltanto una volta entrati nell’ultimo chilomentro, il danese ha deciso di non collaborare più ponendosi a ruota del campione d’Olanda, in una condizione molto simile a quella che si era verificata nell’edizione 2020 della classica fiamminga con Wout Van Aert. Van der Poel ha controllato Asgreen fino ai 250 metri dall’arrivo, quando il danese ha lanciato la sua lunga volata da dietro. Van der Poel ha resistito in testa fino a 100 metri dal traguardo quando la luce si è completamente spenta. Asgreen ha affiancato un Van der Poel ormai in piena riserva e sempre più barcollante e l’ha passato a velocità doppia imponendosi con un margine nettissimo.

Asgreen centra così la vittoria più importante della sua carriera davanti al favorito n°1, battuto e visibilmente deluso nel post-gara. La volata per il terzo posto ha invece premiato un ottimo Greg Van Avermaet (a 32”) che ha battuto in un’altro sprint a due il connazionale Stuyven. La volata del gruppo inseguitore (giunto a 47″) è andata a Sep Vanmarcke bravo a beffare un deludente Wout Van Aert, il sorprendente Gianni Vermeersch, Anthony Turgis, Florian Senechal, Dylan Van Baarle e Christophe Laporte.

Per gli uomini del ‘Wolfpack’ si tratta dell’ennesimo trionfo in un grande classica del nord. Per Kasper Asgreen è invece il primo alloro in una classica momumento, dopo le vittorie ottenute ad Harelbeke e alla Kuurne-Bruxelles-Kuurne.

Pierpaolo Gnisci

Asgreen trionfo al Fiandre (fonte: Getty Images Sport)

Asgreen trionfo al Fiandre (fonte: Getty Images Sport)

GIRO DELLE FIANDRE: IL RITORNO DEI VAN DER POEL

ottobre 19, 2020 by Redazione  
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Vittoria di Mathieu Van der Poel (Alpecin-Fenix) dopo il successo di 34 anni fa del padre Adrie. Volata a due vinta contro il rivale di sempre Wout Van Aert (Jumbo-Visma). Caduta per un sorprendente Julian Alaphilippe(Deceunick-QuickStep).

—IN CALCE ALL’ARTICOLO TROVERETE LE PAGELLE DEL FIANDRE—

Edizione 2020 vinta da un bravissimo Mathieu Van der Poel, il quale sempre attento nelle fasi cruciali della corsa, si avvantaggiava con Julian Alaphilippe (deceunicnk-quickstep) e Wout Van Aert sul Koppenberg staccando i rivali. Dopo la caduta del francese causata dal rallentamento brusco di una moto, il duo Van der Poel-van Aert, si ritrovava a giocarsi la vittoria finale in un testa a testa emozionante tra due rivali di sempre. Duello vinto dall’olandese in volata per soli 3 centimetri.

Corsa unica con i suoi muri e le sue cotes leggendarie dal fascino irresistibile, il Giro delle Fiandre è da sempre una delle gare più importanti del panorama ciclistico internazionale. Anche quest’anno, nonostante i vari problemi dovuti al covid-19, la corsa ha espresso il meglio del ciclismo. Partenza tirata dal gruppo che creava non poche difficoltà alla creazione di una fuga. Dopo vari tentativi, solamente dopo 25 chilometri di corsa si assisteva al primo attacco di giornata con una fuga composta da sei ciclisti, tra i quali l’esordiente​ Samuele Battistella​ (Ntt Pro Cycling), Gregor Mühlberger​ (Bora Hansgrohe),​ Danny Van Poppel​ (Circus – Wanty), Gijs Van Hoecke (CCC Team), Dimitri Peyskens (Bingoal – Wallonie Bruxelles) e Fabio Van Den Bossche (Sport Vlandereen – Baloise). Buon segnale da parte di Battistella, giovane corridore che nel futuro potrà ben figurare in corse di questo genere. Per gli attaccanti, un vantaggio massimo che arriverà a 8’20” dopo 75 km, e che andrà piano piano a scemare a causa del lavoro, prima della​ Trek-Segafredo​ di Mads Pedersen, vincitore qualche giorno fa della Gent-Wevelgem, e poi della Deceuninck-QuickStep, oggi in formato Elegant-QuickStep grazie al nuovo sponsor, che si presentava al via con una roster di altissimo livello: Julian Alaphilippe, Kasper Asgreen, Yves Lampaert, Zdenek Stybar e Florian Sénéchal, tutti possibili capitani unici in molte altre squadre World Tour. Prima parte di corsa dove si registrava una caduta per fortuna senza gravi conseguenze di Wout Van Aert e una NTT agguerrita che faceva attaccare di volta in volta uno dei propri ciclisti. Ci provava anche la Ineos con Michel Kwiatkowski lanciato da Luke Rowe, ma il polacco non riusciva a sorprendere i big dove Alberto Bettiol (Ef) e soprattutto Matteo Trentin (CCC Team) faticavano.

La corsa esplodeva definitivamente​ sul​ Koppenberg, dove già si notava l’assenze di Stephen Kung (Groupama-Fdj) e dove Mads Pedersen (Trek-Segafredo) rimbalzava terribilmente indietro staccandosi in malo modo. A 45 chilometri dalla conclusione, sulla mitica cote, l’attacco di Alaphilippe. frantumava il gruppo allungato in più tronconi. Il francese, non contento, attaccava nuovamente 6 chilometri più tardi quando rispondeva e rilanciava all’attacco di un buon Anthony Turgis (Direct). che ha frantumato letteralmente il gruppo. Alle spalle di Alaphilippe si accodavano solamente Van der Poel e Van Aert. Alle loro spalle nel primo gruppo inseguitore si trovavano una decina di ciclisti tra cui Lampaert, Naesen (Ag2r-LaMondiale), Bettiol, John Degenkolb (lotto soudal) e Alexander Kristoff (UAE-Team Emirates). Gruppo inseguitori che non trovava l’accordo per organizzare l’inseguimento consegnando così la vittoria ai tre davanti.
Ai meno 35 chilometri dall’arrivo, un brutto colpo di scena riduce la sfida a tre ad una sfida a due. In un tratto in discesa, una moto della giuria rallenta pericolosamente sulla destra della carreggiata. Van der Poel riesce ad evitare l’impatto con la moto per un soffio, mentre Alaphilippe che è immediatamente dietro la vede all’ultimo momento centrandola in pieno. Il campione del mondo in carica cadeva a terra e doveva dire ai suoi sogni di vincere il Fiandre alla prima partecipazione. Restavano così 34 chilometri di strada dove si assisteva al testa a testa fra i due campioni più attesi di giornata, Mathieu Van der Poel e Wout Van Aert. I due ciclisti, entrambi i maggiori indiziati alla vigilia come vincitori del Fiandre, collaboravano incessantemente fino al momento della volata. Una volata compiuta a sangue freddo da entrambi, i quali con molta attenzione e grinta davano il tutto per tutto per tagliare per primi il traguardo. Due ciclisti che si conoscevamo bene e che da anni lottavano con alterni successi nel ciclocross. Lanciata la volata, tatticamente molto bella, Van der Poel riusciva ad anticipare il rivale per pochissimi centimetri, riuscendo a vincere il Giro delle Fiandre 34 dopo il successo del padre Adrie. Terzo posto per Alexander Kristoff cheregolava allo sprint il gruppetto degli inseguitori. Quarto un ottimo Turgis. Miglior italiano di giornata Alberto Bettiol, sedicesimo e ultimo posto del gruppetto giunto alle spalle dei due di testa. Male Trentin a oltre 10 minuti dal vincitore Van der Poel, mentre un generoso Andrea Pasqualon (Wanty) terminava ventiquattresimo.

LE PAGELLE

Mathieu Van der Poel: Vittoria cercata e finalmente trovata. 34 anni dopo la vittoria del padre Adrie, tocca al figlio riportare la Ronde a casa Van der Poel. Lancia l’attacco decisivo ai meno 39 km, e da lì, a causa della caduta di Alaphilippe, sarà un duello a due contro il rivale di sempre Van Aert. Ultimi chilometri da sangue freddo e volata perfetta. Chapeau. Voto 10

Wout Van Aert: Parte col piede sbagliato quando si ritrova coinvolto in una caduta nelle primissime fasi della corsa. Sempre attento, deve fare i conti con un Van der Poel in grande spolvero. Un testa a testa finale bellissimo e volata a due persa per 3 cm. Unica pecca, non aver messo più pressione a Van der Poel sui muri, sapendo che l’olandese è più forte in volata. Voto: 8

Julian Alaphilippe: ha una squadra fortissima e la fa muovere bene. Dopo la beffa della Liegi corre un Fiandre stupendo, attacca, rilancia e contrattacca, purtroppo la sfortuna lo perseguita. Cade a causa di una moto che aveva rallentato troppo a 35 km dall’arrivo. Sfortunato. Voto: 7

Alexander Kristoff: non ha la gamba degli scorsi anni, ma c’è sempre. Il norvegese arriva terzo dopo i mostri Van der Poel e Van Aert. Sempre attento, una garanzia. Voto: 7

Anthony Turgis: l’olandese è la sorpresa del Fiandre. Un peperino, sempre saldo nel primo troncone del gruppo. Attacca sul koppenberg e da il via all’azione che lancerà Alaphilippe, Van Aert e Van der Poel. Purtroppo per lui non riuscirà a reggere il contrattacco dei tre. Chiude comunque​ quarto. Voto: 7

Yves Lampaert: uno dei capitani della Deceunicnk-QuickStep, dove rimane nel gruppo alle spalle di Alaphilippe. Una volta caduto Julian si mette a collaborare con gli altri inseguitori, ma il duo Van der Poel-van Aert è ormai troppo lontano. Chiude al quinto posto. Voto: 6.5

Oliver Naesen: il corridore dell’Ag2r-LaMondiale è un eterno piazzato, arriva sesto Ma gli va dato atto di aver provato da solo sull’oude Kwaremont a staccare il resto del gruppo inseguitore per il terzo posto invece di giocarsi il gradino più basso del podio in volata dove Kristoff e Lampaert erano più forti. Voto:6

Alberto Bettiol: un sedicesimo posto che purtroppo ci sta. Il corridore italiano della Ef Pro Cycling già sui primi muri mostra una gamba non eccelsa e lontana dal Fiandre del 2019. Quando la corsa esplode rimane indietro sorpreso. Voto:5

Stefan Küng: 102° a oltre 10 minuti da Van der Poel. Si arrende subito quando la corsa si inizia ad infiammare. Una delle più grosse delusioni di giornata. Voto: 5

Matteo Trentin: Capitano unico della ccc-team, sparisce subito dai radar. Aveva fatto ben sperare alla Gent-Wevelgen, ma al Fiandre crolla subito. Voto: 5

Mads Pedersen: Erano molte le attese per il corridore danese della Trek-Segafredo dopo la vittoria della Gent-Wevelgen.​ Sul Koppenberg viene respinto brutalmente. Voto:5

Luigi Giglio

Lo sprint tra Van der Poel e Van Aert sul rettilineo darrivo del Giro delle Fiandre (Getty Images Sport)

Lo sprint tra Van der Poel e Van Aert sul rettilineo d'arrivo del Giro delle Fiandre (Getty Images Sport)

GIRO DELLE FIANDRE 2019: LE PAGELLE

Poche ore dopo la conclusione della classica fiamminga ecco le pagelle dell’edizione 2019 del Giro delle Fiandre, partendo ovviamente da Alberto Bettiol

ALBERTO BETTIOL: In un Fiandre dove le stelle si nascondono, splende il sole della giovane promessa italiana. Il toscano sfrutta alla perfezione il lavoro della EF Education First e sull’Oude Kwaremont lascia tutti di sasso involandosi da solo verso il traguardo. Disputa gli ultimi 18 chilometri con la consapevolezza di un veterano, non si volta mai indietro, spinge e guadagna addirittura terreno sul Pateberg, stringe i denti sull’asfalto per poter andare finalmente ad esultare con largo anticipo sulla linea dal traguardo. Dopo gli infortuni delle ultime stagioni che lo hanno frenato, il talento cristallino di Bettiol è finalmente sbocciato, e chi lo ferma ora? Voto: 10

KASPER ASGREEN: In una Deceuninck – Quick Step nella quale le punte si chiamano Štybar, Jungels, Lampaert e Gilbert, nessuno si sarebbe aspettato il danese come primo classificato della squadra di Lefevere. Asgreen è sempre sul pezzo, attacca con Vandenberg, Vanmarcke e Van Baarle, viene raggiunto e assorbito dal gruppo ma resiste sull’Oude Kwaremont e, soprattutto, sul Pateberg. È l’unico ciclista a sfuggire dal controllo di Langeveld, ma Bettiol è ormai andato e per lui ‘’solo” un secondo posto. Voto: 8,5

SEP VANMARCKE: Sul secondo passaggio dell’Oude Kwaremont attacca insieme a Vandenberg, Asgreen e Van Baarle. Quando l’azione sembra avere il destino segnato si stacca e si mette a tirare il gruppo principale dando il via all’azione che lancerà Alberto Bettiol verso il successo nella Classica dei Muri. Voto: 8

MATHIEU VAN DER POEL: Il talentino olandese ha una gamba da far invidia a molti ma alla sua prima ”Ronde” paga lo scotto dell’inesperienza. Purtroppo scivola e cade rovinosamente, si rialza e spreca energie per rientrare. Una volta rientrato rimane sempre nelle prime posizioni del gruppo, specie sui muri dove cerca di forzare. Ben marcato da Langeveld, viene battuto in volata da Kristoff, terminando fuori dal podio il suo primo Fiandre. Se il buongiorno si vede dal mattino, abbiamo trovato un predestinato. Voto: 8

SEBASTIAN LANGEVELD: L’olandese è una pedina fondamentale della EF Education First. Negli ultimi chilometri, quando Bettiol è lanciato da solo verso il traguardo, si sacrifica a fare lo stopper ai vari tentativi di rimonta. Gli sfugge il solo Asgreen, ma solo nel finale quando la vittoria di Bettiol è ormai sicura. Voto: 7,5

ALEXANDER KRISTOFF: Il norvegese della UAE-Team Emirates, fresco vincitore della E3 Harelbeke, riesce a salire anche sul podio del Fiandre. Regge sui muri, soffre ma non si stacca, resiste bene e allo sprint riesce a regolare il pimpante Van Der Poel. Voto: 7

ALEJANDRO VALVERDE: Il campione del mondo in carica partecipa alla sua prima ”Ronde”. Lo spagnolo corre in modo astuto, non da mai l’impressione di poter fare di più, ma con intelligenza riesce a terminare all’ottavo posto. Voto: 6,5

HUGO HOULE: Il canadese dell’Astana è il primo ciclista che in fuga riesce a passare sull’Oude Kwaremont, conquistando così il GP Stig Broeckx che vale 5000 € da destinare a un’associazione benefica belga a scelta. Voto: 6,5

NILS POLITT: Sorpreso sul Grammont, mette tre uomini dei suoi a tirare per rientrare nel gruppo principale. Giovanissimo, classe ‘95 come Bettiol, una volta rientrato il tedesco non si fa sorprendere più, a parte l’azione vincente della EF Education First. Ottiene un buonissimo 5° posto. Voto: 6,5

OLIVER NAESEN: Il belga dell’Ag2r La Mondiale, reduce da un malanno provocatogli dallo champagne versato addosso da Kristoff sul podio della Gand-Wevelgem, corre in modo intelligente, forse troppo. Non riesce a mettere mai il naso fuori dal gruppo, ma è sempre lì, a ridosso dei primi. Termina al settimo posto. Voto: 6

WOUT VAN AERT: Il corridore belga della Jumbo-Visma è sempre tra i primi, ma non ha la gamba per forzare. Corre in modo intelligente ma meno sprezzante rispetto al suo rivale ‘’storico” Van Der Poel. Voto: 6

JENS KEUKELEIRE: Il corridore della Lotto-Soudal prova più volte col compagno di squadra Tim Wellens (voto 6) a far saltare il banco negli ultimi 30 chilometri. La Deceuninck – Quick Step e la Ef Education First lo bloccano, ma sarà da tenere d’occhio per le prossime corse sul pavè. Voto:6

BOB JUNGELS: Corre troppo in avanscoperta, troppo generoso e alla fine, quando prova ad inseguire Bettiol lanciato verso il traguardo, si deva fare da parte a causa dei crampi. Voto: 5,5

GREG VAN AVERMAET: Uno dei favoriti di giornata, sempre attento e nel vivo della corsa. Sorpreso da Bettiol, tergiversa troppo a guardare i movimenti degli altri big per chi si sarebbe messo ad inseguire l’italiano. Come l’anno scorso, quando gli scappò Terpstra, non riesce più a recuperare nonostante sul Pateberg sia il più generoso. Termina al decimo posto. Voto: 5,5

MATTEO TRENTIN: Anche questo Fiandre non va per il verso giusto. L’uomo di punta della Mitchelton-Scott per questa corsa non riesce nemmeno ad entrare nei primi 20 di giornata. Voto: 5

PETER SAGAN: Un campione come lui parte sempre tra i favoriti. Che non sia una bella giornata per lui si vede già sul Grammont, dove rimane nella seconda parte del gruppo. Rientrerà, ma non darà mai l’impressione di provarci sul serio. Si vede solo nei chilometri finali, quando ormai la corsa aveva preso binari diversi. Che sia più un problema di testa che di gambe? Voto: 5

NIKI TERPSTRA: Una caduta lo costringe al ritiro dopo pochi chilometri dalla partenza. Il campione in carica del Fiandre abdica così, senza poter combattere. Rimandato

GIANNI MOSCON: Il trentino della Sky non entra mai nel vivo della corsa. Sulla carta doveva dividersi i gradi di capitano con Van Baarle e Rowe, la strada lo respingeva inesorabilmente. Voto: 5

ZDENĚK ŠTYBAR: Alla partenza era il favorito numero 1, ma non riuscirà mai ad entrare nel vivo della corsa. Terminerà il suo Fiandre al 36° posto a oltre 2′ da Bettiol. Giornata nera per il ceco. Voto: 4,5

PHILIPPE GILBERT: Il campione belga disputa il Fiandre più negativo della sua lunga carriera ciclistica. Si perde sul Grammont e non si vede più. Voto: 4

Luigi Giglio

Le pagelle della 103a edizione del Giro delle Fiandre (foto Bettini)

Le pagelle della 103a edizione del Giro delle Fiandre (foto Bettini)

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