“LAGGIÚ A CALÍ…”

ottobre 16, 2012 by Redazione  
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Nella prima tappa di coppa del mondo su pista si sono verificate novità tanto assurde quanto affascinanti, come l’egemonia della nazione colombiana nel medagliere finale con quattro ori finali, e i due ori conquistati dalla spedizione italiana. Confermano la loro forza in questo settore delle due ruote anche gli inglesi e gli australiani.

Foto copertina: un momento di gara (www.copamundopistacali.com)

Era la prima uscita ufficiale della pista dopo le Olimpiadi di Londra della recente estate, e come nelle previsioni ci sono, state alcune sorprese; conseguenza di alcune assenze importanti, come quelle per ritiro di Chris Hoy e Victoria Pandleton e altre per ko fisico dopo una stagione lunga ed estenuante e ci riferiamo a uomini interessanti anche su strada come Coquard e Hansen.
E in primo luogo è d’obbligo ripercorrere le prime posizioni ottenuta dalla Colombia: nell’inseguimento a squadre maschile, con il quartetto composto da Avila, Arango Carvajal, Castro e Roldan Ortiz, che distanziano nell’ordine Russia e Svizzera; sul chilometro da fermo maschile con Fabian Puerta davanti a Emadicoffin (Belgio) e Lafargue (Francia); nel Keirin maschile sempre con Fabian Puerta; e come ciliegina sulla torta nel keirin femminile con Juliana Gaviria davanti a Gonzalez (Messico) e Cueff (Francia).
Come anticipato l’Italia ottiene due ottime medaglie d’oro nell’inseguimento a squadre femminile, con Giulia Donato, Beatrice Bartelloni e Maria Giulia Confalonieri, davanti al Galles e alla Colombia; e nell’Omnium maschile con un Paolo Simion costante nelle sei prove (in cui spicca il secondo posto nello scratch), vittorioso sullo spagnolo Juaneda e sullo svizzero Perizzolo. Una sola invece è la medaglia di bronzo, ottenuta da Elena Cecchini nello Scratch dietro all’australiana King e alla ceca Machacova
Altre prestazioni importanti sono state offerte nello sprint femminile dove la coreana Sze Lee ha ragione dell’inglese Angharad James, nell’Omnium femminile in cui domina l’Australia grazie a Isabella King che lascia a 12 lunghezze la polacca Rutkowska e dove si segnala in quinta posizione la ventenne Giulia Donato.
Prove spettacolari come la corsa a punti maschile è stata vinta dall’austriaco Graf; la sfida nella velocità maschile tra il tedesco Thiele e il colombiano Puerta, sorride all’europeo; nella velocità a squadre maschile domina la Germania con Thiele, Engler e Schroeder, mentre nell’analoga prova femminile è la scuola inglese a dettare legge con il duo Angharad James e Varnish.
É stata una tre giorni come si è potuto notare molto intensa, dove gli atleti hanno dato ancora battaglia e spettacolo pur essendo in ottobre inoltrato.
Ma è proprio questo il bello della pista, quello di iniziare quando la strada va in vacanza, e i prossimi appuntamenti sono il mese prossimo a Glasgow per il secondo appuntamento di Coppa del Mondo.
Comunque sia questa edizione rimarrà nel cervello di parecchi atleti, perché per loro inizia un ciclo di gare e di avventure che si concluderà nella cornice di Rio de Janeiro 2016, quella delle prossime Olimpiadi.

Paolo Terzi

I SUDDITI DI SUA MAESTA’ SI CONFERMANO I MIGLIORI IN PISTA

agosto 8, 2012 by Redazione  
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Ci aspettavamo qualcosa in più dagli australiani e forse anche da francesi, tedeschi e russi, ma in questo 2012 il ciclismo è affare britannico. Dopo la stagione stratosferica di Wiggins ecco i suoi connazionali, che sembravano aver perso la supremazia nei velodromi, riprendere il comando della situazione conquistando 7 ori su 10 a disposizione.

Foto copertina: Hoy, campione olimpico nel keirin (www.london2012.com)

Quella che si è conclusa ieri (ciclisticamente parlando, per gli altri sport i giochi continuano fino al 12) è stata l’olimpiade dei britannici, non solo perchè si è corsa a Londra, ma perchè ancora una volta hanno dimostrato di sapersi preparare come nessun altro quando l’appuntamento è quello a cinque cerchi. Molti addetti ai lavori, guardando la coppa del mondo e i mondiali, si erano illusi che gli australiani avessero ormai superato i britannici, invece a Londra tutti gli atleti di casa si sono presentati al via delle varie prove con una condizione stratosferica e con una concentrazione mai viste prima.
E’ stato proprio grazie a questa concentrazione e convinzione che l’amatissima Victoria Pendleton ha potuto vincere il Keirin, surclassando la più veloce Meares, relegata al quinto posto in una disciplina in cui contano non solo la velocità, ma anche il colpo d’occhio, la scaltrezza e l’abilità nel guidare il mezzo. Secondo posto per la cinese Guo, plurimedagliata dei giochi grazie ad un bronzo e ai due argenti conquistati, anche se uno dei due argenti avrebbe dovuto essere oro… Ancora una volta, infatti, nella velocità olimpica la giuria, come già aveva fatto agli ultimi mondiali, si è dimostrata intransigente e in finale ha squalificato la Cina per cambio effettuato al limite dei 15 m che il regolamento stabilisce. La Cina si era dimostrata la squadra più forte facendo segnare il nuovo record del mondo al primo turno, fermando il cronometro a 32.422. A vincere la velocità olimpica è stata così la Germania, favorita della vigilia ma rivelatasi più debole delle velocissime cinesi, mentre al terzo posto si è piazzata l’Australia, trascinata dalla fenomenale Meares.
Nella velocità la forza ha fatto la differenza e la Meares ha vinto la prova superando 2 a 0 una Pendleton conscia della sua inferiorità e abbattuta dalla ripetizione della prima manche, che la britannica aveva vinto. Al terzo posto la cinese Guo a completare un podio veritiero, che ha confermato i valori in gioco.
L’inseguimento a squadre femminile è stato vinto ancora una volta dalle fortissime britanniche che hanno migliorato di un secondo il precedente record del mondo, portandolo a 3′14”051 e superando nella finale le statunitensi, incapaci di reggere un ritmo simile.
L’omnium, prova appena entrata nel programma olimpico (e già in fase di revisione), ha visto trionfare ancora una volta l’inglese Trott, davanti alla statunitense Hammer e all’australiana Edmonson.
Passando agli uomini la musica non cambia e così l’inno che viene suonato alle premiazioni è sempre quello britannico.
Nella velocità, dove Bauge veniva dato come grande favorito, Kenny si dimostra fin dalle qualifiche molto competitivo, facendo segnare il miglior tempo e vincendo tutte le batterie. In finale i due più forti si ritrovano ma il britannico mostra una marcia in più del transalpino; per il terzo posto l’australiano Perkins supera un sorprendente atleta di Trinidad e Tobago, Njisane.
La velocità olimpica, che sembrava una prova molto aperta, in realtà si è capito fin da subito che non avrebbe avuto molta storia, con la Francia che in finale ha dovuto inchinarsi al terzetto dei razzi britannici Hoy, Kenny e Hindes, che hanno stabilito anche il nuovo record del mondo con 42.600; al terzo posto la Germania, favorita della vigilia.
Il keirin è stata la prova conclusiva delle olimpiadi e una delle più attese in quanto al via c’era il portabandiera britannico, sir Chris Hoy, in cerca del record di medaglie d’oro per un atleta della sua nazione. Le aspettative non sono state deluse poichè con una volata impressionante per potenza e lunghezza Hoy ha dominato la prova; alla sua ruota un impotente Levy, staccati e a pari merito Mulder e van Velthooven.
L’ inseguimento a squadre era una delle prove da cui ci si attendevano sfracelli a causa della iperspecializzazione che i quartetti avevano dimostrato negli ultimi periodi e così è stato: i britannici (Clancy, Thomas, Kennaugh e Burke) hanno stravinto la prova abbassando il record del mondo di un secondo e mezzo e portandolo a 3′51”659; alle loro spalle i bravissimi australiani, che però non si sono avvicinati ai quattro fenomeni di casa, terzo posto per la Nuova Zelanda davanti ad una Russia deludente.
L’unica prova che vedeva al via un atleta azzurro era l’omnium, con Elia Viviani che, dopo aver corso la prova in linea, si presentava al via delle 6 prove con la convinzione di poter dire la sua.
Il percorso di Elia è stato molto buono (sesto nel giro lanciato, quarto nella corsa a punti, secondo nell’eliminazione, quarto nell’inseguimento, secondo nello schratch) ritrovandosi al primo posto a pari merito con altri due atleti prima dell’ultima prova, il kilometro da fermo. Purtroppo in quest’ultima prova, che sapevamo essere sfavorevole ad Elia, il risultato è stato deludente, un nono posto, anche se con un tempo discreto, che è costato caro. Viviani dal primo posto è sceso al sesto, anche se ha emozionato gli spettatori con la sua grinta e col suo impegno. A vincere la gara è stato il danese Hansen davanti al francese Cocquard e al britannico Clancy.

Matteo Colosio

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MARVULLI E MARGUET VINCONO LA SEIGIORNI DELLE ROSE

luglio 16, 2012 by Redazione  
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Seigiorni molto equilibrata quella ospitata che si è disputata al velodromo Pavesi di Fiorenzuola. A vincere è la coppia svizzera che supera due coppie ceche, alle loro spalle un folto gruppo di olimpici che hanno forse fatto pretattica in vista di Londra.

Foto copertina: il podio della seigiorni 2012 (www.6giornidellerose.com)

La seigiorni delle rose 2012 si presentava come un ottimo allenamento in vista dei giochi olimpici di Londra e così al via della manifestazione si sono schierati alcuni sicuri protagonisti della prova omnium alle olimpiadi come Perez, Archbold, Irvine e Muntaner.
Nonostante questo il livello dei partecipanti è sembrato essere inferiore rispetto agli anni scorsi. L’organizzatore della seigiorni, Claudio Santi, ha ammesso le difficoltà crescenti per allestire una manifestazione simile in tempi di crisi ed ha ammesso la necessità di tagliare alcune spese accessorie, limitando gli spettacoli collaterali e facendo anche un po’ di economia sugli ingaggi di alcuni big.
Al via della seigiorni si sono così presentate solo poche coppie davvero papabili per il trionfo finale e, fra queste, le più quotate erano quelle con gli atleti olimpici e la coppia elvetica Marvulli – Marguet.
La prima sera i due elvetici si dimostrano subito in grande forma e prendono il comando della classifica, nonostante la difficoltà – molto maggiore rispetto agli anni passat i- nel guadagnare i giri su una pista lunga quasi 400 m e ciò ha reso meno spettacolari le Madison.
La seconda sera di gare vede altri protagonisti farsi avanti per la leadership; a prendere il simbolo del primato è la coppia costituita dai cechi Hochmann e Hacecky, i quali sembrano quasi aver stretto un patto di non belligeranza con le altre due coppie di loro connazionali presenti alla gara.
Durante la terza sera sono invece Kankovsky e il neo campione nazionale su strada della repubblica ceca Kadlec a balzare in testa alla classifica.
In tutti questi ribaltoni Marvulli e Marguet restano comunque sempre vicinissimi ai primi della classifica, continuando a fare punti preziosi nelle varie prove, soprattutto nel giro lanciato dove Marguet si dimostra velocissimo.
La quarta serata a Fiorenzuola è tradizionalmente quella della Madison di 100 km che va alla coppia Muntaner – Irvine ma che vede la classifica farsi ancora più corta con 6 coppie a pieni giri e con Marvulli e Marguet che ottengono il primato a termine serata ma con un vantaggio molto esiguo.
Durante la quinta serata Marvulli e Marguet superano i 200 punti in classifica e guadagnano un giro sul resto degli atleti. Kankovsky e Kadlec non si danno per vinti e durante la sesta giornata di gare superano anche loro la soglia dei 200 punti e ritornano in lizza per la vittoria finale.
Tutto si decide, quindi, con l’ultima Madison nella quale Marvulli e Marguet si dimostrano più veloci dei rivali e vincono la seigiorni 2012 (per Marvulli è il quinto trionfo, per Marguet il primo) con 9 punti sui Kankovsky e Kadlec. Completa il podio la coppia Hocmannn – Hacecky che sopravanza proprio in quest’ultima Madison i russi Krasnov e Zhurkin.

Matteo Colosio

MONDIALI PISTA, L’AUSTRALIA VINCE IN CASA

aprile 10, 2012 by Redazione  
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Nonostante da diversi anni i canguri australiani abbiano dimostrato di essere diventati la nazione faro per quanto riguarda il ciclismo su pista, i sudditi di sua maestà dimostrano ancora una volta che, quando c’è da competere per qualcosa di importante, loro sono pronti e riescono a riportarsi alle spalle degli australiani nel medagliere, pronti al sorpasso alle Olimpiadi.

Foto copertina: i belgi Kenny De Ketele e Gijs Van Hoecke festeggiano il successo nella Madison (foto Mark Gunter)

I Campionati del mondo di ciclismo su pista si sono svolti a Melbourne, dall’altra parte del mondo, durante la settimana santa “ambivalente”, sia per il calendario cristiano sia per quello ciclistico essendo stati questi i sette giorni intercorrente fra il Fiandre e la “via crucis” della Roubaix.
Nonostante il periodo già affollato di appuntamenti ciclistici, nessuno dei big della pista ha voluto saltare questo appuntamento fondamentale per la stagione e per i posti olimpici, essendo questa l’ultima prova utile per qualificarsi.
La prima giornata di corsa si farà ricordare (almeno fino alle Olimpiadi) per il nuovo record del mondo fatto segnare dal quartetto britannico nell’inseguimento a squadre. Il primato stabilito nella finale, vinta a sorpresa sugli australiani, è di 3′53′295, un tempo stratosferico che mostra come i progressi in questa disciplina siano continui, nonostante il livello raggiunto sia altissimo. A completare il podio una Russia spuntata nei suoi uomini migliori ma che, a parere dello scrivente, alle Olimpiadi impensierirà maggiormente le prime due nazionali.
Gli australiani si rifanno subito e vincono, anche qua a sorpresa, la velocità a squadre superando i francesi, storici maestri di questa disciplina, per un solo millesimo dopo che i transalpini avevano fatto segnare il miglior tempo in qualifica. A caratterizzare la prova è stata sicuramente l’inflessibilità della giuria che ha squalificato 4 nazionali fra cui Germania e Gran Bretagna per cambi irregolari. Queste squalifiche molto fiscali hanno fatto discutere e sono state solo le prime decisioni discutibili di questi campionati del mondo che, però, porteranno certamente le varie nazioni ad essere più precise durante le prossime Olimpiadi per evitare di perdere medaglie preziose a causa di piccole sviste.
Le velociste tedesche riscattano la squalifica dei colleghi maschi e vincono la velocità a squadre battendo 2 volte il record del mondo, poichè Vogel e Welte abbassano il tempo a 32′549 e hanno facilmente la meglio su Australia e Cina.
Lo stradista britannico Ben Swift porta alla regina la seconda maglia iridata vincendo lo scratch, prova in cui l’azzurro Viviani godeva dei favori del pronostico, ma proprio a causa di questo ha dovuto controllare e chiudere su molti tentativi lanciati dagli avversari. L’ultimo sforzo, quello per riprendere negli ultimi giri l’austriaco Muller, è costato caro ad Elia che, trovatosi senza energie, si è poi rialzato e ha concluso la prova in ultima posizione.
La beniamina di casa Meares nella prova di qualificazione della velocità abbatte un altro record del mondo portando quello sui 200m a 10′782 e si presenta ai turni successivi con le carte in regola per vincere facilmente.
L’inseguimento a squadre donne mostra ancora una volta le atlete britanniche in grande spolvero e il terzetto infrange il record sui 3 km abbassandolo a 3′15”720 in una disciplina in evoluzione che da qui a Londra siamo certi permetterà un miglioramento ulteriore delle prestazioni.
Il chilometro da fermo sorride per il secondo anno di fila al tedesco Nimke che, col tempo di 1′00′082, supera di 5 decimi il transalpino D’Almeida; purtroppo da quando questa disciplina massacrante non è più nel programma olimpico molti dei big che prima si sfidavano sui 4 giri di pista (ad esempio Hoy) non disputano più questa antica specialità e questo ha fatto abbassare il livello della competizione.
La corsa a punti femminile ha visto al via anche la campionessa del mondo su strada e favorita per la vittoria finale Giorgia Bronzini che, un po’ come per Viviani nello scratch, ha pagato il favore del pronostico e non è riuscita ad entrare nella caccia che ha portato alla conquista del giro. Nonostante questo l’abbia esclusa dalla lotta per le medaglie Giorgia ha sprintato in ogni occasione dando il meglio di sè e raccimolando comunque 23 punti, solo uno in meno della Ryan, giunta terza. A vincere la prova è la russa Chulkova con 31 punti.
La prova che più interessava gli italiani era l’omnium maschile, dove Elia Viviani nutriva speranze iridate e quasi certezze di qualificazione alle olimpiadi. Purtroppo Elia durante la corsa a punti è caduto a causa del contatto con un corridore cinese; riesce comunque a vincere la prova, poi partecipa anche all’eliminazione (dove la giuria ingiustamente lo squalifica relegandolo al sesto posto) e solo a fine gara si rende conto che deve fare degli esami perchè il dolore non passa. Esito della radiografia, bacino fratturato e 6 settimane di stop. Addio ai sogni mondiali, al Giro d’Italia e preparazione in vista di Londra da rifare; per fortuna il pass olimpico arriva comunque mentre a vincere la prova è l’australiano O’shee davanti al canadese Bell e al danese Hansen.
Lo scratch donne risulta essere una gara molto controllata e povera di emozioni nella quale a spuntarla, grazie ad una volata impressionante, è la polacca Pawlowska che supera sulla linea d’arrivo la statunitense Hoskin; l’italia si piazza all’undicesimo posto grazie alla giovane Elena Cecchini, che, per il gossip, è la fidanzata di Elia Viviani.
Dopo una serie di assurde decisioni della giuria, che si dimostra oltre che intransigente anche cieca, la maglia iridata della velocità femminile va per la sesta volta alla Pendleton, atleta entrata nella storia del ciclismo su pista ma che ha dimostrato di non essere più la numero uno della specialità; la Meares, infatti, è superata dall’inglese solo grazie ad una decisione dei giudici. Al secondo posto la Krupeckaite si dimostra atleta regolarissima e sempre ai primi posti in tutte le discipline veloci.
Nella corsa a punti maschile ancora una volta grandissima Australia grazie a Cameron Mayer, bicampione di specialità e grande favorito della vigilia che, però, in corsa resta schiacciato dal pronostico e da uno Swift in grande spolvero che blocca tutti i suoi tentativi di caccia fino a quando ai 4 km all’arrivo Meyer, assieme al neozelandese, si lancia in una caccia che porta Cameron a guadagnare giro e 5 punti di uno sprint facendogli agguantare all’ultimo secondo una maglia iridata che sembrava perduta. Buona prova dell’italiano Ciccone, giunto sesto dopo una prova corsa in modo prudente ma efficace.
La velocità maschile, come diversi altri tornei, è stato caratterizzata ancora una volta dalla giuria che per delle minime infrazioni ha squalificato con molta facilità; i favoriti dal pronostico raggiungono tutti le fasi finali e nelle semifinali il confronto diventa di altissimo livello: i britannici Hoy e Kenny si battono in una lotta fratricida da cui il secondo (più giovane) esce vittorioso, mostrando qualche limite di Hoy nella preparazione, probabilmente incentrata sulle sole Olimpiadi. A Kenny tocca quindi il compito di sfidare Bauge nella replica della finale dello scorso anno: campione uscente della specialità, ma squalificato per questioni di controlli della salute saltati, Bauge arriva alla finale senza troppa fatica, dimostrando una superiorità netta; infatti, anche la prima manche della finale vede il francese vincere facile. Nella seconda manche, invece, Kenny fa una scelta azzardata, pronti via ed è già a tavoletta; Bauge sorpreso si lancia all’inseguimento ma poi, quando sembra stia per raggiungerlo, molla e Kenny vince fra lo stupore di tutti. Il povero britannico però, all’uscita dell’ultima curva aveva leggermente allargato la propria traiettoria e tanto è bastato alla giuria per squalificarlo e dare la vittoria a tavolino al pur meritevole Bauge.
Le finali dell’inseguimento sono ancora una volta a favore dell’ Australia con l’unico neo del terzo posto del sorprendente neozelandese Gough, che supera Dennis per il bronzo. Anche la finale tutta australiana offre, però, una sorpresa poichè il primatista del mondo e campione uscente Bobridge viene superato di pochissimo e negli ultimi giri dal giovanissimo Hepburn, con un tempo bassissimo.
Nel keirin la Meares, la velocista migliore al mondo in questo momento, si prende quanto gli spetta e con una volata di potenza supera tutte le avversarie, prendendosi lo sfizio di partire dal fondo del gruppo e rimontandole una a una. Anna Meares conferma poi la sua velocità vincendo e stabilendo il nuovo record del mondo nei 500 m da fermo, dove però mancava la Krupeckaite, grande interprete della disciplina.
L’omnium femminile sorride alla Gran Bretagna che con la diciannovenne Trott ottiene un successo importante in chiave olimpica: seconda la Edmonson (australia) e la Hammer (USA).
La Madison si annunciava come una copia della corsa a punti, dove gli australiani erano i super favoriti, ma stavolta non è tutto facile, anzi; il super controllo e la velocità di belgi e britannici costringono la coppia australiana al terzo gradino del podio senza riuscire a prendere il giro di pista che avrebbe assicurato l’oro. A vincere la prova è il Belgio che, privo di Keisse, si era affidato a De ketele e Van Hoecke, davanti alla strana coppia britannica Swift-Thomas. Nel Keirin maschile, prova a cui non ha preso parte il fortissimo Bauge, Hoy dimostra che non si vince solo con le gambe e grazie alla sua abilità ed esperienza riesce a mettere alle sue spalle Levy (GER) e il connazionale Kenny.

Matteo Colosio

COPPA DEL MONDO: ANTIPASTO OLIMPICO A LONDRA

febbraio 20, 2012 by Redazione  
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Si è conclusa ieri l’ultima tappa della coppa del mondo nel nuovissimo velodromo di Londra, quello che la prossima estate ospiterà le prove olimpiche. L’impianto ribattezzato Pringles per la sua forma si è rivelato velocissimo e i diversi record infranti ne sono la prova più evidente.

Foto copertina: una veduta dall’alto dell’impianto che ospiterà in estate le gare olimpiche di Londra (foto newtec.us)

Non ha deluso le aspettative l’ultima prova di Coppa del mondo, la rifinitura in vista dei mondiali del prossimo mese e la penultima occasione per accumulare punti in chiave olimpica.
L’occasione era ghiotta anche perchè permetteva di testare l’impianto olimpico in una gara vera, infatti tutti gli atleti più quotati erano presenti anche se alcuni probabilmente erano ancora in ritardo di preparazione.
La velocità a squadre maschile,è una delle poche prove priva di molti attori protagonisti a livello internazionale e questo causa poco spettacolo e diversi errori, anche da parte della Germania, che vince la prova davanti alla Francia ma si scompone lasciando uno dei suoi corridori all’ aria per due tornate. Al terzo posto la Gran Bretagna conferma di poter dire la sua in questa disciplina anche se c’è da lavorare sui meccanismi della prova.
La prova non olimpica in programma offre prestazioni deludenti, infatti nel kilometro il campione del mondo Nimke ha vinto ma con un tempo molto alto e alle sue spalle si è piazzato il giovane francese D’Almeida. Solo 13° l’italiano Francesco Ceci.
Hoy sente aria di casa e si carica nonostante le 35 primavere alle spalle; domina il suo Keirin supernado Enders e il transalpino Bourgain.
La finale più attesa è stata però quella della velocità individuale in cui Hoy ha superato tutti i migliori del lotto già nelle qualificazioni, scendendo sotto i 10”. In finale il baronetto supera il tedesco Levy, al terzo posto un altro tedesco, Forsterman che ha la meglio sul primatista del mondo dei 200m Sireau
L’omnium maschile, unica prova in cui possiamo sperare di avere un rappresentante alle olimpiadi parte male, Viviani nel giro lanciato, nonostante un buon tempo, si piazza 7° ( i primi sono racchiusi in pochi centesimi ma a contare non è il tempo ma il piazzamento). Il coriaceo Elia però mette in mostra la sua classe, vince l’eliminazione e arriva quarto nella corsa a punti piazzandosi al secondo posto in classifica generale al termine della prima giornata di gare. La seconda giornata si apre con la prova più ostica, l’inseguimento ed Elia mostra la sua preparazione imperfetta per questa specialità piazzandosi solo 12°, a deludere è però il 10° posto nello scratch prova gradita a Elia che lo proietta al 5° posto in classifica generale, nel kilometro da fermo, facendo valere tutta la sua classe, Viviani ottiene un 5° posto eccezionale che lo fa salire al 4° posto assoluto, piazzamento che gli permette di guardare con serenità alla qualificazione olimpica in attesa dell’ultima manifestazione che assegna punti olimpici, i mondiali del prossimo mese. La vittoria nell’omnium va al Colombiano Arango, uno dei favoriti per l’oro olimpico.
La finale dell’inseguimento a squadre vede contrapporsi dei mostri sacri della specialità, i campioni olimpici britannici e i campioni del mondo australiani che promettono di fare le prove generali in vista delle olimpiadi, anche se i quartetti da qua alle olimpiadi subiranno ancora qualche piccolo aggiustamento. Le attese sono soddisfatte, i britannici partono a tutta, ma gli australiani in un kilometro recuperano lo svantaggio e continuano a crescere vincendo e fermando il cronometro a 3′54′615 a 1” e 500 centesimi dal record del mondo stabilito a Pechino nel 2008 da Wiggins e company. Siamo comunque convinti che alle olimpiadi questo record stratosferico verrà abbassato.
Nella velocità a squadre femminile le australiana Anna Meares e Kaarle McCulloch già durante le qualificazioni abbattono il record del mondo col tempo di 32”966 e nessuno riesce ad avvicinarle nonostante la coppia britannica stabilisca il nuovo record nazionale. La finale del pomeriggio però va in modo diverso contro le previsioni di tutti e la coppia britannica caricata dal tifo casalingo realizza una prestazione impressionante, non solo vince, ma abbassa nuovamente il record del mondo fino a 32”754, per Varnish e Pendleton il risultato porta la vittoria e la consapevolezza di essere le favorite assolute in vista delle olimpiadi.
La Guo bissa il risultato di Pechino e vince davanti alla Meares la velocità individuale mostrando una superiorità netta, frutto anche della forma fisica già al top dell’ atleta asiatica. Solo quarta l’ idolo di casa Pendleton.
Prova di alto livello quella del keirin femminile che viene vinto dalla lituana Krupeckaite davanti alla rappresentante di Homg Kong Lee e alla cinse Guo. Solo quinta la Pendleton che non è riuscita a lanciarsi al meglio, ancora più indietro la Meares.
Anche le finali dell’ inseguimento a squadre femminile offrono emozioni e record. Già nella finalina Olanda e Australia fanno sul serio e le cangurine Edmonson, Cure e Tomic abbattono il record del mondo col tempo di 3′19”364. La finale per l’oro vede contrapposte Gran Bretagna e Canada ed entrambe le squadre superano nuovamente il record del mondo, la vittoria va alle padrone di casa Trott, King e Rowsell col tempo di 3′18”148.
La prova non olimpica in programma per le donne è stato lo scratch, vinto dall’australiana Hoskins, da segnalare l’ottimo quarto posto dell’italiana Laura Basso che difendeva i colori del Cycling team Friuli.
Vittoria della statunitense Hammer nell’omnium femminile davanti all’australiana Edmonson con lo stesso punteggio ma con peggiori tempi nelle gare cronometrate.
La vittoria finale della Coppa del mondo a squadre va alla Germania sulla Francia, l’ Italia ancora una volta non è pervenuta. Dobbiamo tener presente che i risultati della coppa del mondo nell’anno olimpico spesso non sono molto veritieri a causa degli allenamenti in vista delle olimpiadi. Ad Agosto infatti ci aspettiamo di vedere si in evidenza Germania e Francia, ma ci aspettiamo molto di più da Gran Bretagna e Australia e siamo curiosi di vedere cosa farà la Russia di cui qualcuno dice di prestazioni impressionanti durante gli allenamenti privati.

Matteo Colosio

A PECHINO GLORIA SOLO PER LA CECCHINI

gennaio 16, 2012 by Redazione  
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Trasferta sull’anello che ha ospitato l’ultima olimpiade per capire se qualche progresso iniziamo a farlo. I risultati, però, non lasciano molto spazio alla speranza. Arriva una sola buona notizia dalla corsa a punti femminile grazie alla giovane Elena Cecchini, che vince la coppa del mondo di specialità in una prova che alle olimpiadi non c’è più.

Foto copertina: Elena Cecchini (www.corrieredellosport.it)

Anche la terza tappa di Coppa del Mondo si è rivelata al di sotto delle aspettative, sia a livello di partecipazione globale sia come risultati dei nostri atleti. Ci si chiede se l’attuale formula della coppa del mondo sia davvero la più azzeccata per il mondo della pista, con il risultato di campioni che saltano le prove o che partecipano solo all’ultima tappa per preparare il campionato del mondo, unico e vero obiettivo dei pistard di livello in ogni stagione assieme, ogni 4 anni, alle olimpiadi.
Forse si potrebbero ridurre ancora le tappe di coppa assegnandone una per continente (Africa esclusa) e facendo saltare ogni anno la tappa del continente che ospita i campionati del mondo, nel contempo dando però ulteriore peso alla coppa del mondo con una maglia che possa essere portata anche nelle altre manifestazioni e con punti che diventino determinanti per la qualificazione a mondiali e olimpiadi in base alla classifica finale e non alle singole tappe.
Andando a vedere i risultati della tappa di Pechino vediamo come i nostri atleti già nel corso della prima giornata non abbiano mostrato segni di crescita. Nell’inseguimento a squadre, specialità dal passato glorioso e su cui si lavora da diversi anni, nonostante l’innesto nel quartetto del professionista Marco Frapporti l’Italia non si è neppure lontanamente avvicinata ai tempi che contano. A vincere la prova è stato il Team RusVelo, che conferma la crescita del movimento russo in questa disciplina dopo la vittoria ottenuta a Calì lo scorso mese, davanti ai quartetti giovani (si guarda al futuro) di Australia e Nuova Zelanda.
Nello scratch, prova non olimpica inserita nel programma, vittoria per il giovane talentuoso Russo Sveshnikov che guadagna un giro su tutti e vince lasciando al gruppo la volata per i posti di rincalzo che vanno allo spagnolo Torres Barcelo e al bielorusso Lisousk. Ciccone, impegnato nella prova con le Fiamme Azzurre, non è andato oltre il 14° posto mentre Buttazzoni si è ritirato.
Nell’inseguimento individuale maschile vittoria per il neozelandese Latham con 4′25”964, risultato che gli è valso anche la classifica finale di coppa del mondo di specialità. L’azzurro Frapporti non ha concluso la sua prova in quanto è stato squalificato, errore perdonabile per il nostro atleta alla sua prima esperienza in coppa del mondo, anche se a certi livelli queste cose dovrebbero essere più uniche che rare.
L’omnium maschile si è giocato sul duello fra l’australiano O’shee e il francese Coquard, vinto dal primo grazie al passo falso di Coquard nell’inseguimento che è costato i 3 punti necessari per far meglio dell’avversario. Bertazzo conclude 18° ma vince lo scratch grazie al giro di vantaggio che riesce a conquistare.
La Madison vede al via della finale due 2 coppie italiane, quella della nazionale e quella delle Fiamme Azzurre, dopo che entrambe hanno superato la qualificazione. A dominare letteralmente la corsa è la coppia della Repubblica Ceca Blaha-Hacecky che vince con un giro di vantaggio sul Belgio e con 2 giri su tutte le altre coppie, guidate dalla Spagna. La classifica finale di coppa del mondo della Madison viene vinta dalla Svizzera grazie al quinto posto in questa tappa. Gli azzurri Buttazzoni- Bertazzo non concludono la prova, mentre i “Fiamme Azzurre” Ciccone e Masotti concludono all’8 posto.
La velocità a squadre maschile è stata vinta dai russi del Moscow Track Team davanti alla Cina, anche se i tempi fatti segnare hanno dimostrato il livello basso della competizione a cui non ha preso parte nessuno fra i velocisti migliori. Al terzo posto si è piazzata la Nuova Zelanda, che ha superato il Venezuela nella finalina.
Nel keirin vittoria quasi scontata del velocista più famoso presente in Cina, il francese Pervis, che ha superato il russo Borisov e l’australiano Taylor; Francesco Ceci e Fabio Masotti (stranamente impegnato in questa disciplina) non ganno, invece, superato il primo turno.
La velocità maschile ha sorriso ancora alla Francia con il giovane talento Concord che ha superato i numerosi velocisti cinesi al via della prova e, in finale, ha avuto ragione 2 a 0 di Zhang. Al terzo posto si è piazzato il riusso Dmitriev, che è così balzato al comando della coppa del mondo di specialità anche se con un vantaggio limitato sugli avversari. Per questo sarà quindi necessario attendere l’ultima tappa per vedere chi vincerà la Coppa del mondo. Gli azzurri Ceci e Cazzaro non hanno superato le qualificazioni: se da Cazzaro ci si poteva attendere l’ultimo posto (non è uno specialista della velocità), da Ceci questi risultati deludenti stanno ormai diventando troppi per essere uno specialista delle prove veloci. Probabilmente è giunto il tempo di provare a fare un po’ di ricambio fra i velocisti provando a portare alle prove di coppa atleti giovani con la speranza che possano crescere e puntare sulla pista, anche in modo da costruire una base solida in vista delle olimpiadi del 2016.
Nella corsa a punti femminile la nostra Elena Cecchini grazie al quinto posto ottenuto in gara conquista la Coppa del mondo di specialità che si disputava in due sole tappe (nella prima tappa la Cecchini era arrivata terza). Il risultato è di prestigio anche se arriva dopo due prove non ottime ma di alto livello e, comunque, fatte da una atleta molto giovane, al primo anno di elite e alla prima partecipazione in coppa del mondo. Peccato davvero che questa disciplina da sempre amica dei colori azzurri (ricordiamo negli ultimi anni i grandi risultati della Bronzini e della Cucinotta) non faccia più parte del programma olimpico.
L’inseguimento a squadre femminile ha visto una finale che contrapponeva le favorite bielorusse allo strano terzetto ucraino, composto anche da una velocista. Fra la sorpresa generale il terzetto bielorusso ha sbagliato la partenza e le ucraine ne hanno così approfittato, partendo a tutta e raggiungendo le rivali prima che queste potessero riorganizzarsi.
L’omnium femminile va alla russa Romanyuta, che ha vinto facile sulla cinese Li, mentre al terzo posto si è piazzata la polacca Wojtyra. L’azzurra Scandolara ha, invece, concluso al 17° posto dopo una prestazione senza infamia e senza lode.
I 500 m da fermo, prova ormai snobbata da quasi tutte le migliori atlete veloci, sono andati alla cubana Rodriguez col tempo di 34”657.
La velocità a squadre femminile, come da pronostico, è andata alle padrone di casa cinesi che hanno preparato al meglio questo appuntamento e in qualificazione hanno fatto segnare un tempo che si è avvicinato al record del mondo. Alle loro spalle s’incontrano una Bielorussia non al meglio e un team cinese, il Max Succes Procycling, che ha superato un altro team cinese a dimostrazione di quanto questa nazione continui a far sul serio nel ciclismo su pista, in particolare nella velocità.
Nella velocità individuale la Guo, che ha superato in 2 volate su 2 la Krupeckaite, si è confermata già in forma. Va fatto notare che tra le prime 16 classificate ben 7 atlete erano cinesi (con Li medaglia di bronzo), risultato sbalorditivo anche se ottenuto in una tappa che, come già detto, non vedeva al via tutte le migliori.
La Guo ha vinto anche il keirin superando ancora la Krupeckaite mentre al terzo posto si è piazzata la venezuelana Larreal. Le azzurre Frisoni e Tagliaferro sono state eliminate ai ripescaggi del primo turno e anche qua si potrebbe fare lo stesso discorso fatto per i velocisti perchè la Frisoni si è persa dopo le belle prestazioni di alcune stagioni fa mentre la Tagliaferro non è una specialista della velocità. Forse cercare nuove interpreti per queste discipline è la cosa giusta da fare per sperare in un futuro migliore.

La prossima tappa di Coppa del Mondo si terrà a Londra il prossimo mese e in questa occasione troveremo al via i migliori atleti di tutte le specialità, che non rinunceranno alla possibilità di testarsi sull’anello che assegnerà l’alloro olimpico la prossima estate.

Matteo Colosio

A ROTTERDAM VINCONO GLI OLANDESI

gennaio 12, 2012 by Redazione  
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Anno nuovo e coppia nuova che si impone nella seigiorni di Rotterdam. I beniamini di casa Schep e Stroetinga superano infatti Marvulli e Mouris durante l’ultima serata di gara.

Foto copertina: un momento di gara alla seigiorni di Rotterdam (http://www.zesdaagserotterdam.nl)

Grande spettacolo alla seigiorni di Rotterdam, una delle poche che si possono seguire in streaming e che, quindi, anche alcuni appassionati italiani hanno potuto vedere almeno nelle fasi più importanti. Spettacolo sulla pista proposto da numerose coppie competitive fino all’ultima serata e spettacolo fuori dalla pista dove il pubblico ha dimostrato che è ancora possibile organizzare una seigiorni senza il timore di non avere spettatori.
La delusione della seigiorni sono stati Keisse e Terpstra, il primo ancora imbattuto in questa stagione accoppiato ad un olandese fra i migliori seigiornisti, capace di dire la sua anche su strada. Il duo che, alla vigilia, tutti davano per favorito non è però riuscito a trovare la giusta intesa e ha terminato la seigiorni solo in quarta posizione con un giro e 50 punti di ritardo dai vincitori, gli olandesi Peter Schem e Wim Stroetinga.
La coppia vincitrice invece è riuscita, dopo una lunga rincorsa, a superare un redivivo Marvulli che, in coppia con Mouris, sembrava ormai avere in pugno la tenzone.
Notizia bomba della settimana è stata ancora una volta una news riguardante il doping, in quanto il campione del mondo in carica della velocità individuale e a squadre, il francese Bauge, ha subito una squalifica retroattiva per aver saltato 3 controlli a sorpresa. La conseguenza della sanzione, terminata lo scorso Dicembre (quindi Bauge non ha mai interrotto l’attività), è stata la perdita del titolo mondiale, che l’UCI ha assegnato a tavolino al secondo classificato, l’inglese Kenny, mentre l’iride della velocità a squadre è stato attribuito alla Germania.
Se Bauge fosse italiano la sua carriera sarebbe finita in quanto atleti italiani coinvolti in questioni di doping non possono più essere convocati in nazionale e l’attività su pista è quasi esclusivamente svolta con la nazionale; fortunatamente il velocista è francese e quindi avremo ancora modo di apprezzarne le qualità. Peccato che le regole non siano uguali per tutti.
Prossimo appuntamento la coppa del mondo che si correrà nel fine settimana.

Matteo Colosio

COPPA DEL MONDO: LA SECONDA TAPPA ESALTA LA GERMANIA

dicembre 5, 2011 by Redazione  
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A Cali, capitale del ciclismo su pista della Colombia e del Sud America, la Germania impone la propria legge sfruttando le numerose assenze, ormai tipiche ,nella tappa di Dicembre della Coppa del Mondo.

Foto copertina: la pista di Cali (foto Luis Barbosa)

Prima di vedere come è andata la prova di Cali di Coppa del Mondo dedichiamo qualche riga alla storica seigiorni di Zurigo, divenuta quest’anno, a causa ancora una volta delle difficoltà economiche, la Quattro Sere di Zurigo. Atleti importanti al via della gara che si poteva anche seguire in streaming su internet. Ad avere la meglio è stata la coppia dei super favoriti della vigilia Marvulli-Keisse: il primo, il beniamino di casa, è tornato alla vittoria a Zurigo dopo la battuta d’arresto del 2010 e porta a 5 le vittorie finali in questa seigiorni mentre il secondo, belga, si conferma imbattuto in questa stagione. La piazza d’onore va alla strana coppia elvetico-australiana O’Shee-Dillier, staccata di un giro e 20 punti. Al terzo posto si piazza la solida coppia tedesca Hondo-Bartko che, nonostante sia partita con la vittoria nella prima serata, forse non ha creduto fino in fondo di poter vincere la Quattro Sere. A questo proposito vi segnaliamo un aneddoto. La scorsa settimana in un autogrill sulla A4 abbiamo incontrato per caso Hondo e gli abbiamo chiesto come stava e se era pronto per la Quattro Sere, ma lui mi ha subito risposto: “Vincono Marvulli- Keisse”. Alla faccia della determinazione!

Dall’altra parte del globo in contemporanea iniziava la seconda tappa della Coppa del Mondo e durante la prima giornata di gare subito arriva una sorpresa: la Germania nella velocità a squadre batte il record del mondo fatto segnare dal terzetto delle meraviglie britannico Hoy-Kenny-Staff alle Olimpiadi di Pechino. Il nuovo record è 32”914 e i nuovi primatisti sono Enders, Levy e Nimke. Al secondo posto SI piazza un altro team tedesco, il Team Erdgas, al terzo posto un sorprendente Venezuela che supera la Francia, al via con i velocisti di rincalzo in attesa del ritorno alle competizioni del campione del mondo della velocità Bauge.
Nel chilometro da fermo la vittoria è andata al transalpino Pervis, ottimo il quinto posto di Francesco Ceci che gli permette di qualificarsi ai campionati del mondo di specialità.
Anche nel keirin maschile altra vittoria tedesca con Levy che vince tutti i turni a cui partecipa e in finale ha la meglio sul transalpino Pervis e sul venezuelano Canelon, nome nuovo della specialità; solo quattordicesimo Francesco Ceci.
Nella velocità individuale maschile continua lo show tedesco, con i primi quattro posti della classifica che sono affar loro dopo aver fatto segnare i quattro migliori tempi in qualificazione ed essersi sbarazzati dei rivali negli ottavi e nei quarti. A vincere è il giovanissimo Bòtticher che supera i connazionali Levy e Frostermann, in partenza più quotati di lui.
Anche nella velocità femminile si è sfiorato il record del mondo e anche qua a è stata la Germania a dettare legge con Vogel e Welte che hanno superato nell’ordine l’Ucraina e la Russia.
Nella velocità individuale si ripete la Vogel davanti alla giovane francese Cueff, capace di battere nel testa a testa atlete con una velocità di punta superiore sui 200 m. Le atlete azzurre nonostante le numerose assenze si classificano al ventisettesimo (Frisoni) e al trentasettesimo (Tagliaferro) posto, rischiando di non qualificare l’Italia neppure ai mondiali. A nostro parere spendere soldi per una trasferta oltreoceano di atleti che ottengono questi risultati (senza essere giovani o alle prime esperienze) è uno di quegli sprechi che in tempi di crisi è da tagliare senza se e senza ma e senza neppure che spiaccia troppo.
Bel ritorno alla vittoria per la Bielorussa Krupeckaite nel keirin femminile, vittoria che non consente alla Germania l’en plein nelle prove veloci; la Vogel deve accontentarsi del secondo posto, al terzo posto ancora la giovane francese Cueff.
L’omnium maschile, la disciplina ormai al centro degli interessi della nostra nazionale in quanto è l’unica gara che può vedere al via un nostro atleta alle olimpiadi di Londra, parte subito con una caduta che esclude diversi protagonisti annunciati dalla lotta per la vittoria: i più quotati tra questi sono Teruel e Archbold che, assieme al nostro Ciccone (Viviani non ha preso parte alla prova in quanto sta facendo un periodo di riposo dopo la lunga stagione), vengono esclusi dalla classifica e quindi non guadagnano punti in chiave olimpica. A vincere la prova grazie alle ottime prove cronometrate della seconda giornata di omnium è il colombiano Arango che supera il neozelandese Bell e il francese Coquard, in testa dopo la prima giornata ma crollato durante la seconda.
Nella corsa a punti vittoria per lo spagnolo Elorriaga che riesce a sorprendere tutti e a guadagnare un giro assieme ad altri 8 atleti, vince poi 4 volate e riesce ad avere la meglio sul belga De Poortere. Buona la prova di Cazzaro, solo undicesimo, ma alla prima esperienza in Coppa del Mondo dopo il bronzo europeo nel derny (questo è un giovane su cui dobbiamo assolutamente puntare!) .
Nella Madison vittoria per i padroni di casa Colombiani che riescono a prendere un giro di vantaggio e superano la Francia e la Svizzera; ottimo il quarto posto per Ciccone e Cazzaro che lancia l’Italia nei posti alti della classifica di Coppa del Mondo di specialità.
L’inseguimento a squadre femminile è stato molto sottotono, soprattutto nelle finali dove i tempi fatti segnare sono al livello di gare nazionali: a vincere è la solita Gran Bretagna che schiera ai blocchi di partenza anche una atleta disabile (a memoria è la prima volta che in pista succede una cosa simile). Il secondo posto va alla Nuova Zelanda e al secondo si piazza la Danimarca, che supera la Colombia nella finalina.
Nello scratch femminile ad imporsi è la belga Druyts, mentre le atlete azzurre Cecchini e Tagliaferro si classificano settima e diciassettesima.
Adesso è ufficiale che non ci saranno atlete a rappresentare l’Italia nell’omnium femminile a Londra 2012, e rischiamo anche che nessuno ci rappresenti ai prossimi mondiali di specialità.
La Scandolara, complice una giornata storta, viene eliminata nelle qualificazioni della prova e ad avere la meglio è la solita Hammer, giunta davanti alla Whitten dopo un lungo duello che si è risolto a causa di una brutta prestazione nello scratch della canadese; al terzo posto la Trott.
Il prossimo appuntamento di Coppa del Mondo, la terza prova, si celebre a Pechino a gennaio. a

Matteo Colosio

BARKTO E DE KETELE VINCONO A GAND

novembre 28, 2011 by Redazione  
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Nella prestigiosissima seigiorni di Gand, priva del beniamino di casa Keisse, ancora squalificato in Belgio, vittoria conquistata con fatica dall’inedita coppia belgo-tedesca.

Foto copertina: il podio della 6 Giorni di Gand (sport.be.msn.com)

Le coppie al via della seigiorni priva di Keisse (dominatore delle prime due seigiorni della stagione e del campionato europeo Madison) sono per la maggior parte inedite, soprattutto perchè gli organizzatori, rompendo gli abbinamenti classici, hanno voluto aggiungere pepe alla manifestazione.
La prima serata è vinta dalla coppia più affiatata, Stroetinga-Schep, che sfrutta la già rodata armonia per superare gli altri pretendenti alla vittoria finale che stanno ancora prendendo le misure al nuovo compagno di coppia. Anche la seconda serata vede lo stesso copione della prima e chi guarda i risultati inizia a pensare che forse la seigiorni non sarà decisa dalla forza delle coppie in gara ma dal loro affiatamento, spesso sottovalutato nelle altre seigiorni, nella quali lo si dà per scontato.
La terza serata di gare vede una rivoluzione in testa alla classifica con Marvulli e Grassman che dal sesto posto passano in testa recuperando un giro e facendo incetta di punti in modo da superare la soglia dei 200 e guadagnare un ulteriore giro di bonus. Superando nel corso della quarta serata la soglia dei 200 punti e guadagnando un giro sugli altri Barko e De Ketele dimostrano di aver trovato l’affiatamento e balzano in testa alla classifica; alle loro spalle, durante la quinta serata, si portano Lampater e il nome nuovo delle seigiorni Van Der Sande, che insidiano la coppia leader. L’emozione gioca però un brutto scherzo a Van der Sande e a Lampater, tanto che nell’ultima sera di gare perdono due posizioni e scendono addirittura dal podio, sopravanzati dalle coppie Stroetinga-Schep e Kneisky-Hester, che comunque non riescono a recuperare il giro di ritardo nei confronti della coppia De Ketele-Bartko, meritatamente vincitrice della seigiorni.
La prossima settimana tornerà la Coppa del mondo con la tappa colombiana di Calì. Per l’Italia gli atleti al via saranno pochi e con l’obiettivo di fare punti per qualificarsi ai mondiali di Marzo. Infatti, le olimpiadi di Londra sono ormai irraggiungibili per tutti, tranne che per Viviani il quale, però, non parteciperà alla prova poichè farà una pausa per poi ripresentarsi nel 2012 pronto per conquistare i pochi punti necessari per la qualificazione matematica e, soprattutto, per i giochi di Luglio.

Matteo Colosio

ASTANA IN GRANDE STILE

novembre 7, 2011 by Redazione  
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Si apre la coppa del mondo 2011-2012 e il palcoscenico è fantastico, il nuovissimo impianto della capitale kazaka. Peccato che gli azzurri, a parte il solito Viviani e la soprendente Cecchini, non riescano a dare spettacolo neppure in questo splendido contesto.

Foto copertina: la vittoria al fotofinish di Hoy su Dmitriev (www.cyclingnews.com)

La Coppa del mondo parte dal nuovissimo impianto di Astana, un velodromo modernissimo, con circa 20000 posti a sedere e un centro commerciale al suo interno. Anche la pista si dimostra velocissima, tanto che se in futuro si disputeranno su di essa dei campionati del mondo siamo sicuri che verranno infranti molti record del mondo.
I kazaki dimostrano ancora una volta di voler fare davvero sul serio col ciclismo e così, dopo aver dato vita a due squadre professionistiche di cui una pro tour, adesso hanno costruito un velodromo fra i migliori al mondo e hanno destinato molti fondi all’attività su pista, creando una squadra destinata esclusivamente a questo settore.
Come evento promozionale, durante le giornate di gara sarebbe dovuto andare in scena anche il tentativo di superare il record dell’ora (detenuto dal ceco Sosenka con 49,700 Km) da parte del beniamino di casa Kashechkin, tentativo poi rinviato a causa di non meglio specificati problemi del kazako.
Venendo alle gare, che hanno visto diverse defezioni fra i più forti atleti della pista a causa della data ad inizio stagione della prova, dobbiamo subito iniziare con una notizia buona che viene dalla nostra portacolori Elena Cecchini. La giovanissima atleta friulana è, infatti, riuscita a vincere nella corsa a punti una bella medaglia di bronzo, arrivando vicinissima all’oro, vinto dalla Coreana Ah Reum Na. Per la Cecchini, al primo anno fra le Elite, questo è un grandissimo risultato, che ci fa anche sperare di riuscire a superare la “Bronzini dipendenza” della pista femminile.
Nella velocità a squadre donne vittoria con tempo vicinissimo al record del mondo per la coppia australiana, che si conferma imbattibile in questa disciplina.
Nella prova scratch maschile vittoria del belga Van Hoecke che riesce a guadagnare un giro sui più forti; delusione per l’azzurro Ciccone, solo ventesimo.
L’inseguimento a squadre donne è stato vinto dall’Olanda sulla sorprendente Cina che, dopo aver già dimostrato il suo valore nelle prove veloci, inizia a perfezionare anche le discipline di resistenza, anche se forse in vista di Londra è troppo tardi.
Una formazione Russa (RUSVELO) vince l’inseguimento a squadre maschile con un tempo eccezionale (3′56”127), superando un quartetto sperimentale australiano formato da atleti giovanissimi, che vedremo con assiduità dopo i giochi olimpici.
Anche nella velocità a squadre maschile la vittoria è andata ad un team e non ad una nazione: ad avere la meglio è stata la tedesca Erdgas che ha superato l’australiano Team Jayco. Anche in questa prova molti dei migliori non erano ai nastri di partenza.
Durante la terza giornata di gare è arrivata la seconda buona notizia per i colori azzurri, la medaglia di bronzo conquistata da quella che ormai è la nostra unica certezza in pista, Elia Viviani, che nel suo omnium sta diventando puntuale come un orologio svizzero. Con questo risultato Elia mette in cassaforte la qualificazione alle olimpiadi e questo gli permetterà, forse, di staccare la spina dopo una stagione iniziata lo scorso Gennaio con le prove di coppa del mondo in pista e continuata con la strada nel corso dell’anno. Il bronzo è sicuramente un risultato importante, anche se c’è un po’ di rammarico per come è venuto in quanto Elia ha buttato via la medaglia d’argento nello scratch (prova a lui molto congeniale), dove si è classificato solo dodicesimo. e nella corsa a punti dove è arrivato ottavo.
Nell’inseguimento individuale maschile, vittoria per l’australiano O’Shee sul belga Cornu, con tempi molto alti causati dal fatto che, ormai, l’interesse per questa disciplina esclusa dal programma olimpico cala col passare del tempo.
Spettacolare la velocità femminile, dove la Panarina eguaglia il record del mondo sui 200 m nelle qualificazioni, ma si deve poi accontentare solo del bronzo a causa delle sue carenze tecniche nella sfida a due. A vincere la prova è stata l’ucraina Lyubov Shulika, recente campionessa d’Europa, che supera la fenomenale Anna Meares, probabilmente non ancora al top della condizione.
Bella vittoria nel keirin maschile per il greco Volikakis, velocista adattissimo alla prova in quanto tecnicamente molto dotato. Grazie alla sua abilità nel guidare il mezzo e alla sua capacità di sfruttare le scie, il greco è riuscito, infatti, a superare atleti che gli sono superiori: lo sconfitto di turno è niente di meno che il grande Hoy. L’ Italia resta ancora non pervenuta nelle prove di velocità, che saranno quelle più numerose ai prossimi giochi olimpici.
La prova della velocità maschile si dimostra subito di prim’ordine: il tempo per qualificarsi risulta bassissimo e fior di velocisti (uno su tutti l’olandese Mulder) sono esclusi subito dal torneo. La sorpresa del torneo è l’ex campione europeo il russo Dmitriev che supera il primatista del mondo Sireau e il campione del mondo Perkins prima di trovarsi di fronte Hoy in finale, vinta dal baronetto inglese che dopo molto tempo torna ad essere sul trono della velocità che in passato è stato suo a lungo: la vittoria gli è costata molta fatica ed è stata sancita solo dal fotofinish.
A vincere la spettacolare Madison è la coppia australiana Glenn O’Shea – Alexander Edmondson (quest’ultimo, classe 1993, è un atleta juniores) che supera i giovani svizzeri Dillier e Perizzolo. Quinti e a poca distanza dal podio gli azzurri Vivviani e Ciccone: spiace dirlo perchè la Madison è una delle discipline più prestigiose della pista, ma dato che Viviani a questo punto deve cercare di dare il massimo nell’omnium (prova massacrante) forse sarebbe meglio per ora accantonare le altre discipline e cercare di dare tutto nella prova che fa parte del programma olimpico.
A vincere l’omnium femminile è la solita Romanyuta che supera l’inglese King e la cinese Huang.
L’ultima prova in programma è stato il keirin femminile dove l’esperta francese Sanchez ha superato la tedesca Vogel e ha regalato alla sua nazione la prima medaglia della coppa del mondo, risultato sotto le aspettative per i cugini transalpini che restano comunque fiduciosi soprattutto nel settore della velocità maschile dove di sicuro torneranno ad essere protagonisti, fin dalla prossimo prova di Calì.

Matteo Colosio

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(la vittoria al fotofinish di Hoy su Dmitriev)

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