AMSTEL 2023: LE PAGELLE

aprile 16, 2023 by Redazione  
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TADEJ POGACAR: Con una superiorità netta rispetto a tutti gli altri ciclisti, il fuoriclasse sloveno della UAE-Team Emirates si è aggiudicato la 57ª edizione della classica che si corre nel Limburgo. Vittoria ottenuta con un capolavoro assoluto correndo sempre da protagonista, attaccando quando e come ha voluto. Non ha mai sofferto nessun attacco da parte dei suoi avversari e ha dimostrato ancora una volta, per coloro che ancora non lo avessero capito, di essere in grado di vincere allo stesso modo e con la medesima facilità i Grandi Giri e le corse da un giorno. VOTO 10 E LODE

BEN HEALY: L’irlandese è la sorpresa di giornata, il secondo posto rende onore a questa giovane promessa della Ef Education-EasyPost che nel 2023 sta sfoggiando ottime prestazioni. Grande tenacia quando rientra su Pogacar e Pidcock, non si risparmia e prova con coraggio a rientrare sullo sloveno quando prende il largo. VOTO 7,5

THOMAS PIDCOCK: È l’ultimo ad arrendersi al nuovo cannibale Pogacar. Pidcock prova a tenergli la ruota ad ogni costo facendo qualche fuorigiri di troppo. Paga lo sforzo scoppiando negli ultimi chilometri e perdendo terreno anche da Healy. VOTO: 6,5

ALEXEY LUTSENKO e ANDREAS KRON: I due corridori si fanno trovare pronti ai primi attacchi di Pogacar, resistono finché possono per poi ritrovarsi da soli all’inseguimento del terzetto Pogacar-Healy-Pidcock. Il loro inseguimento è stoico, non tanto per il risultato ma per aver collaborato per tantissimi chilometri nonostante i continui litigi e insulti scambiati. VOTO 6,5

ANDREA BAGIOLI: Arriva sesto a oltre tre minuti da Pogacar. In una corsa tra umani avrebbe potuto tentare l’assalto a un risultato più prestigioso, ma ha trovato sulla sua strada un extraterrestre. VOTO 6

MICHAL KWIATKOWSKI: Lui l’Amstel l’ha già vinta e prova a vendere cara la pelle. Sulle salite il passo non è quello dei giorni migliori e i rivali sono troppo forti. VOTO 5,5

NEILSON POWLESS: il corridore statunitense si fa trovare impreparato quando i big attaccano e spezzano la corsa. Una volta attardato viene anche coinvolto in una caduta che lo mette definitivamente fuori dai giochi. VOTO 5

Luigi Giglio

POGACAR PIGLIATUTTO: L’AMSTEL E’ SUA E PUNTA AL TRIS ALLE ARDENNE

aprile 16, 2023 by Redazione  
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Tadej Pogacar ha vinto l’Amstel Gold Race con un attacco partito a 90 Km dall’arrivo insieme ad un gruppo di 16 uomini che ha sgretolato un po’ per volta sino a rimanere da solo ai meno 27. In realtà non c’è stata storia, senza Van der Poel e Van Aert: la superiorità dello sloveno è stata netta anche nei confronti di Pidcock,l che pure aveva fatto una impresa proprio in stile Pogacar alla Strade Bianche.

Niente da fare: disco rosso per tutti.
Gli aggettivi per definire Tadej Pogacar si sono ormai esauriti e quindi tanto vale definirlo semplicemente per quello che è: un fuoriclasse. Quando punta ad una corsa non ce n’è per nessuno, con qualche rarissima eccezione, come ad esempio la Sanremo, con la quale ha ancora un conto aperto e che vuole vincere nonostante non sia affatto adatta alla sue caratteristiche.
Pogacar ha dichiarato di voler disputare tutte e tre le corse delle Ardenne (Amstel, Freccia e Liegi) per vincerle nello stesso anno e realizzare così uno storico tris.
La cosa, a quanto pare, è iniziata nel migliore dei modi, visto che lo sloveno oggi ne ha fatta una delle sue.
Non appena il gruppo ha ripreso la fuga del mattino, quando mancavano ancora 90 Km allo striscione del traguardo, è nato un tentativo con sedici uomini di primo piano nel quale il capitano UAE si è inserito senza farsi pregare.
Le manovre di inseguimento, forse non organizzate al meglio, non hanno avuto esito ma lo sloveno non si è limitato ad inserirsi nella fuga ed a dare il suo contributo. Invece, ha piazzato accelerate su ogni collina, assottigliando sempre di più il drappello fino a rimanere con i soli Thomas Pidcock (INEOS Grenadiers) e Ben Healy (EF Education-EasyPost) che sono stati messi in croce e staccati perentoriamente sul Keutenberg.
Da lì, un assolo di 30 chilometri come tanti ne abbiamo visti sinora, il vantaggio che sale inesorabilmente poco alla volta grazie a un ritmo regolare ma molto elevato, che dietro non riescono proprio a tenere. I vari gruppi formatisi al suo inseguimento hanno continuato a perdere e al traguardo i distacchi sono stati abissali. Solo un ottimo Healy ha tentato di reagire intorno ai -13, attaccando a testa bassa Pidcock, che ha dovuto cedere e ha rischiato di perdere il podio. Con l’attacco Haely ha recuperato una quindicina di secondi sino a portarsi a 20 dal battistrada ma, quando Pogacar ha visto assottigliarsi il gap ha aumentato il ritmo e il vantaggio ha ripreso a lievitare fino a quando l’irlandese ha un po’ pagato lo sforzo e si è arreso, tagliando comunque il traguardo con un braccio alzato per festeggiare quello che è per lui è comunque un gran risultato.
In un simile quadro la cronaca della corsa diventa un elemento quasi relativo.
La fuga, partita nei primi chilometri, è formata da Alessandro Fedeli (Q36.5 Pro Cycling Team), Leon Heinschke (Team DSM), Tobias Ludvigsson (Q36.5 Pro Cycling Team), Martin Urianstad (Uno-X), Mathias Vacek (Trek – Segafredo), Ward Vanhoof (Team Flanders – Baloise) e Mattéo Vercher (TotalEnergies). Il vantaggio massimo di questi uomini arriverà a toccare i 4 minuti e mezzo per poi ridursi fino ad essere annullato intorno ai 100 Km dalla conclusione.
A questo punto, è già il momento decisivo, attaccano Pogacar, Healy, Pidcock, Gianni Veermersch (Alpecin), Kévin Geniets (Groupama – FDJ), Christopher Juul-Jensen (Team Jayco – AlUla), Andreas Kron (Lotto Dstny), Arjen Livyns (Lotto Dstny), Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan Team), Quentin Pacher (Groupama – FDJ), Magnus Sheffield (INEOS Grenadiers), Matteo Sobrero (Team Jayco – AlUla), Tosh Van Der Sande (Jumbo-Visma), Axel Zingle (Cofidis), Lars van den Berg (Groupama – FDJ) e Stan Van Tricht (Soudal – QuickStep).
Sono presenti molti uomini rappresentativi di diverse squadre e quindi in gruppo sono poche le formazioni che si incaricano dell’inseguimento; lo scarso coordinamento tra loro non aiuta.
Pogacar parla spesso via radio con l’ammiraglia che in un primo tempo non riesce ad avvicinarsi, finché sul Kruisberg raggiunge il capitano che cambia la bicicletta.
Su questa salita attaccano Andrea Bagioli (Soudal-QuickStep), Jai Hindley (Bora-hansgrohe), Tiesj Benoot (Jumbo-Visma) e Alexander Kamp (Tudor Pro Cycling), che rispondono a una accelerazione di Matteo Trentin (UAE Team Emirates) e Ide Schelling (BORA – hansgrohe), che vengono ripresi e staccati. Sul quartetto di contrattaccanti si riportano pure Mattias Skjelmose Jensen (Trek – Segafredo) e Maxim Van Gils (Lotto Dstny). Il drappello arriva sino a 15 secondi dalla testa della corsa, ma sull’Eyserbosweg Pogacar fa il diavolo a quattro e solo Pidcock resiste, mentre Healy si riporta sulla coppia in un secondo momento, gestendosi molto bene. Invece, Lutsenko e Kron non riescono a seguire l’irlandese.
Questa battaglia taglia fuori dai giochi il gruppetto di Bagioli, che continua a perdere terreno.
Sul Keutenberg Pogacar piazza il colpo del knock out, staccando senza pietà Pidcock e Healy. In un primo tempo Pidcock rimane da solo all’inseguimento ma successivamente Healy si riporta su di lui ed ai -13 riuscirà anche a staccarlo.
Healy taglia il traguardo con un distacco di 38 secondi mentre Pidcock, molto provato nel finale, ha rischiato di perdere il podio venendo praticamente raggiunto dalla coppia Kron – Lutsenko, giunta con un ritardo di oltre 2 minuti.
A oltre 3 minuti il gruppo di Bagioli, regolato in volata proprio dall’italiano.
Forse gli inseguimenti non sono stati organizzati bene ed è mancata la collaborazione tra le squadre, ma è anche vero che quando va via un gruppo con quei componenti il rischio che almeno qualcuno vada all’arrivo è molto alto, per cui quelli che puntano alla vittoria devono inserirsi (cosa che Pogacar ha dimostrato di aver capito). Semmai il problema sta nel fatto che la moderna cultura del ciclismo fa considerare scriteriato un tentativo che parte da così lontano. Da quando, però, sono comparsi sulla scena atleti come Mathieu van der Poel, Wout Van Aert e Pogacar questi schemi mentali devono cambiare, perché questi corridori hanno dimostrato di essere capaci di tirare fuori il coniglio dal cilindro in ogni gara. Ovviamente per potersi inserire nei vari tentativi non basta solo la lettura tattica, ma servono anche le gambe che indubbiamente fanno la differenza.
L’impresa di oggi, con l’attacco partito a 90 Km dal traguardo, dimostra che non è affatto vero quel che da più parti si va dicendo, ossia che si dovrebbero ridurre i chilometraggi dei tracciati per avere più spettacolo. Simili assurde tesi sono portate avanti soprattutto dalle televisioni, che puntano a far adattare gli sport alle loro esigenze e ai loro tempi. E’ invece importante lottare in ogni modo contro questa insana sottocultura affaristica che fa dello sport un prodotto economico. Occorre resistere per difendere la bellezza, il fascino, la vera emozione e il valore sportivo della tradizione ciclistica.
Dopo la grande impresa di oggi, si attende Pogacar mercoledì alla Freccia Vallone, secondo atto delle Ardenne che lo sloveno intende conquistare.
Si tratta di una corsa ancor più antica ed iconica dell’Amstel, tuttavia l’aver posto l’arrivo sul durissimo muro di Huy ha portato spesso a una corsa decisa all’ultimo chilometro, senza particolari sussulti nei chilometri precedenti. Visto, però, il modo di correre del fuoriclasse sloveno gli appassionati sono legittimati ad aspettarsi lo spettacolo che una corsa di tradizione come la Freccia Vallone merita.

Benedetto Ciccarone

Il decisivo attacco di Pogacar sulle strade del Limburgo (Getty Images)

Il decisivo attacco di Pogacar sulle strade del Limburgo (Getty Images)

AMSTEL 2022: LE PAGELLE

aprile 11, 2022 by Redazione  
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Dopo il bis di “Kwiato” nell’unica classica del nord disputata nei Paesi Bassi ecco le pagelle dell’Amstel Gold Race 2022

MICHAL KWIATKOWSKI: Il corridore polacco della INEOS Grenadiers ritorna alla vittoria dopo un 2021 avaro. Corre in avanscoperta per proteggere il compagno di squadra Pidcock, poi la corsa prende una piega favorevole e si trova da solo con Cosnefroy in un finale da brivido. Michal prepara la volata nel migliore dei modi nonostante lo spunto più veloce del rivale. Il fotofinish decreta una vittoria meritata per un corridore generoso e dal talento che si era un po’ offuscato nell’ultimo periodo. VOTO: 10

BENOIT COSNEFROY: Il giovane ventiseienne dell’ Ag2r Citröen paga solo l’inesperienza nella volata finale dove soccombe ad un volpone come Kwiatkowski. Il francese corre sempre nelle prime posizioni ed è l’unico che si butta all’inseguimento del polacco. Tanto cuore e coraggio per l’ex campione del mondo under 23. VOTO: 9

TIESJ BENOOT: Nelle ultime stagioni non riesce a trovare lo spunto vincente, raccoglie piazzamenti su piazzamenti, ma di vittorie poche. Prova nel finale a raggiungere da solo il duo di testa Cosnefroy-Kwiatkowski, ma senza successo. Generosità coi tempi sbagliati. VOTO: 7

THOMAS PIDCOCK: Il britannico è in crescita. Prende il via all’Amstel coi gradi di capitano, la corsa però prende un’altra piega e nei chilometri finali si mette a disposizione di Kwiatkowski nel rompere i cambi agli inseguitori. VOTO: 6,5

MATHIEU VAN DER POEL: Il campione olandese partiva coi favori dei pronostici, ma la strada ha detto tutt’altro. Corre bene ma non riesce a fare la differenza. Ogni tanto anche lui ritorna un ciclista normale e si deve accontentare di un semplice quarto posto. VOTO: 6,5

VICTOR CAMPENAERTS: Il belga della Lott-Soudal corre con generosità e grinta che farebbe comodo ad ogni team. Si lancia all’inseguimento dei fuggitivi, li raggiunge e, una volta ripresi dal gruppo, si mette in testa a tirare come un mulo. VOTO: 6,5

ALEXANDER KAMP: Il ciclista danese della Trek-Segafredo si ritrova davanti col primo gruppo inseguitore e prova a giocarsi il tutto per tutto per trovare e prendersi un posto d’onore. Coglie un ottimo quinto posto finale. VOTO: 6

MARC HIRSCHI: Lo svizzero sta tornando sui ritmi del 2020, gara dopo gara. Non trova l’attimo decisivo per entrare nell’azione decisiva di giornata ma c’è, un buon segnale per i prossimi appuntamenti. VOTO: 6

KASPER ASGREEN: Il danese, anche oggi in ombra, chiude al sesto posto dietro il connazionale Kamp, segno di una Quick-Step Alpha Vinyl Team molto deludente in questa prima parte dell’Inferno del Nord. VOTO: 5,5

MICHAEL VALGREN: Il ciclista danese è il capitano di giornata della EF Education-EasyPost- Purtroppo per lui e per il suo team non riesce mai ad entrare nel vivo della corsa. VOTO: 5

MATTEO TRENTIN: Il corridore della UAE Team Emirates chiude al diciassettesimo posto a 1′50” da Kwiatkowski. Non è in formissima ma alla fine è il primo italiano a tagliare il traguardo, non un bel segnale. VOTO: 5

TOM DUMOULIN: Il corridore della Jumbo-Visma voleva onorare al meglio la corsa di casa, ma tra il dire e il fare c’è di mezzo una condizione atletica e psicologica non proprio ottimale. VOTO: 5

Luigi Giglio

AMSTEL, BIS DI KWIATKOWSKI. COSNEFROY BEFFATO AL FOTOFINISH

aprile 10, 2022 by Redazione  
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L’Amstel Gold Race 2022 si conclude esattamente come un anno fa con un finale grottesco che vede nuovamente protagonista il fotofinish. Ad alzare le braccia al cielo dopo un paio di minuti di attesa è stato il redivivo Michal Kwiatkowski (Ineos Grenadiers) che ha battuto di pochi centimetri il francese Benoit Cosnefroy (Ag2r Citroen Team) al termine di uno sprint a due. Così come nel 2021, anche questa volta l’analisi del fotofinish ha regalato momenti a dir poco teatrali, con Cosnefroy che ha inizialmente esultato dopo aver ricevuto la comunicazione (errata) della vittoria per poi sprofondare nell’amarezza una volta ufficializzato il trionfo del Polacco. Kwiatkowski ha così potuto festeggiare la sua seconda vittoria all’Amstel dopo quella ottenuta con la maglia iridata nel 2015. Terzo posto per Tiesj Benoot (Team Jumbo-Visma) che è riuscito ad anticipare nel finale il gruppetto inseguitore di cui faceva parte anche il grande favorito della vigilia Mathieu Van der Poel (Alpecin-Fenix).

Dopo l’edizione 2021, disputata su un circuito ridotto a causa delle restrizioni dovute alla pandemia, il percorso della classica olandese è tornato ad affrontare l’intera sequenza di brevi strappi che aveva caratterizzato le precedenti edizioni. Lungo i 254,1 km, con partenza a Maastricht ed arrivo a Valkenburg, i corridori erano attesi da ben 33 le cotes, inserite in una serie di circuiti concentrici ed immerse nella campagna del Limburgo.
La fuga di giornata è partita già al km 9 ed è stata animata da Ide Schelling (Bora-Hansgrohe), Owain Doull (EF Education-EasyPost), Johan Jacobs (Movistar Team), Emils Liepens (Trek-Segafrdo), Aaron Van Poucke (Sport Vlaanderen Baloise), Luca Rastelli e Davide Gabburo (Bardiani-CSF-Faizanè). Quest’ultimo si è però ben presto staccato, lasciando in testa alla corsa un drappello di 6 corridori che è riuscito a toccare un vantaggio massimo di circa 5 minuti.
Il gruppo, tirato principalmente dagli uomini dell’Alpecin-Fenix, ha man mano ridotto il vantaggio finchè, ai -96, si è staccato un gruppetto di contrattaccanti formato da Nathan Van Hooydonck (Jumbo-Visma), Victor Campenaerts (Lotto-Soudal) e Ivan Garcia Cortina (Movistar Team). Lo spagnolo di lì a poco si è rialzato, lasciando la coppia belga all’inseguimento dei 5 battistrada (nel frattempo aveva perso contatto Rastelli). L’inseguimento di Van Hooydonck e Campenaerts si è poi concretizzato ai -88, quando la coppia è rientrata sulla testa della corsa andando a formare un gruppetto di 7 battistrada che ha a lungo mantenuto un vantaggio di circa un minuto e mezzo sul gruppo principale.

Una volta entrati negli ultimi 60 km, l’andatura è aumentata sia nel gruppo inseguitore sia nel drappello di testa in cui il più attivo era il belga Nathan Van Hooydonck. A farne le spese sono stati prima Campenaerts e Schelling, che han perso contatto sul Loorberg (ai -58), e poi Emils Liepins che ha invece mollato la presa sul Gulperbergweg (-52). Dietro invece a tirare un gruppo sempre meno folto ed ormai lontano solo 40″ erano ancora i compagni di squadra di Mathieu Van der Poel. Di lì a poco (ai -50) è arrivato lo scatto di Tim Wellens (Lotto-Soudal) a cui si è immediatamente accodato Christophe Laporte (Jumbo-Visma), ma la mancata collaborazione del francese ha fatto finire ben presto l’azione.
Ai -47 il ritmo del gruppo è notevolmente aumentato per effetto del lavoro svolto dagli uomini dell’Ineos e così nel giro di un paio di chilometri (ai -44, sull’Eyserbosweg) i quattri battistrada superstiti sono stati assorbiti. A quel punto il plotone era ridotto ormai a non più di quaranta corridori.

La corsa è definitivamente scoppiata lungo uno dei muri più duri, il Keutenberg, posto ai -35. Il primo (timido) attacco è stato opera di Michal Kwiatkowski, ma non ha sortito particolari effetti. Ben più incisivo il successivo allungo di Tiesj Benoot che ha fatto uscire allo scoperto tutti i favoriti di giornata. Si è così formato un gruppetto che, oltre al belga della Jumbo-Visma, vedeva la presenza di Michal Kwiatkowski e Tom Pidcock della Ineos Grenadiers e poi Mathieu Van der Poel (Alpecin-Fenix), Kasper Asgreen (Quick Step Alpha Vinyl), Benoit Cosnefroy (Ag2r Citroen Team), Michael Matthews (Team BikeExchange-Jayco), Marc Hirschi (UAE Team Emirates), Stefan Kung (Groupama-FDJ), Alexander Kamp (Trek-Segafredo) e Dylan Teuns (Bahrain-Victorius). Il nuovo plotoncino di testa ha ben presto guadagnato un margine di sicurezza di 30″ su un gruppo in cui tra gli altri vi erano Matej Mohoric (Bahrain-Victorius), Michael Valgren (EF Education-EasyPost) e Matteo Trentin (UAE Team Emirates) ed ha proceduto senza sussulti fino all’ultimo passaggio sul Cauberg (-24). Proprio lungo lo strappo simbolo della corsa limburghese sono arrivati gli scatti di Hirschi e Pidcock che però non hanno fatto male a nessuno lasciando la situazione inalterata.

L’azione decisiva è venuta fuori poco dopo, in prossimità dell’ultimo passaggio sul traguardo, quando Kwiatkowski ha provato a mettere a frutto la superiorità numerica dell’Ineos allungando sugli altri 10. Il Polacco si è presentato ai piedi della penultima asperità, il Geulhemmerberg, con una decina di secondi sul gruppo inseguitore in cui la collaborazione non era così efficace. E così, ai -19, lungo le rampe del suddetto strappo Benoit Cosnefroy se ne è andato in solitaria, riprendendo nel giro di poche decine di metri il corridore dell’Ineos. A quel punto Pidcock si è reso protagonista di un allungo difficile da comprendere, vista la presenza di un suo compagno di squadra davanti. Il britannico, evidentemente resosi conto dell’errore, si è rialzato proprio mentre in contropiede partiva Dylan Teuns. Il fiammingo si è avvicinato ai due battistrada, ma è poi rimbalzato finendo per essere ripreso ai -15, mentre la coppia di testa aveva portato il vantaggio a 20″. Il gap è ulteriormente cresciuto (fino a 32″) nel tratto di avvicinamento all’ultimo strappo e, nonostante l’accelerazione messa in atto da Marc Hirschi lungo il Bemelerberg (-8), i due battistrada si sono ritrovati a difendere un margine di circa 20″ nei 7000 metri finali, una volta terminate tutte le asperità. Dietro si procedeva a strappi e a poco sono servite un paio di accelerazioni tentate da Van der Poel, non sufficienti ad avvicinare la coppia di testa.

Una volta entrati negli ultimi 1000 metri, il duo di testa ha iniziato guardarsi un pò troppo con Kwiatkowski intenzionato a restare in seconda ruota fino allo sprint finale. E così da dietro c’ha provato di nuovo Benoot. Il belga stavolta è riuscito a sfuggire ai compagni di fuga e si è lanciato nel disperato tentativo di rientrare sulla coppia di testa che aveva rallentato in maniera un pò troppo evidente. Ma a differenza di quanto successo domenica scorsa al Fiandre, stavolta l’aggancio finale non è riuscito e così ai -200 Cosnefroy ha lanciato la sua lunga volata. Kwiatkowski gli è rimasto a ruota uscendo ai -80. Il polacco ha lentamente affiancato il transalpino, superandolo grazie ad un colpo di reni chirurgico, mentre dietro Benoot (a 10″) doveva accontentarsi del gradino più basso del podio. Alle sue spalle Van der Poel ha regolato il gruppetto inseguitore (giunto a 20″) chiudendo 4° davanti a Kamp, Asgreen, Matthews, Kung, Hirschi, Teuns e Pidcock.
Tagliato il traguardo è iniziata la farsa perchè, in attesa del responso ufficiale del fotofinish, un’errata comunicazione di radiocorsa ha scatenato la gioia di un incredulo Cosnefroy, mentre un perplesso Kwiatkowski attendeva l’ufficialità dell’ordine d’arrivo. Un paio di minuti dopo è giunta la classifica ufficiale che invece vedeva vincitore proprio Kwiatkowski. Per il polacco una grande vittoria dopo un lungo periodo in cui i successi e le buone prestazioni erano mancate.

Pierpaolo Gnisci

AMSTEL GOLD RACE – LE PAGELLE

aprile 19, 2021 by Redazione  
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Ecco le pagelle dell’edizione 2021 dell’Amstel Gold Race

WOUT VAN AERT: Il campione della Jumbo-Visma macina vittorie su vittorie, oggi col fotofinish ma sono sottigliezze. Vince con merito l’Amstel Gold Race 2021, sempre attento e nel vivo della corsa, non si fa sorprendere mai e quando la corsa esplode si trova al punto giusto, non facendosi beffare dalla Ineos Grenadiers che ce la mette tutta per batterlo. Numeri stagionali per Van Aert che fanno paura, in 14 gare ne ha vinto quattro finendo altre sei volte sul podio. Domenica prossima lo vedremo al via della Liegi-Bastogne-Liegi. VOTO: 10

THOMAS PIDCOCK: Dopo la vittoria alla Freccia del Brabante prova a vincere anche all’Amstel e per un millimetro non ci riesce. Uno dei ciclisti più aggressivi e coraggiosi, sfrutta la superiorità numerica della Ineos ma purtroppo gli manca poco, anzi pochissimo, per battere un grande Van Aert allo sprint. VOTO: 9,5

MAXIMILIAN SCHACHMANN: Il tedescone della Bora si ritrova nel terzetto che si gioca il tutto per tutto nella fase finale della corsa, purtroppo per lui si trova a competere con due compagni d’avventura devastanti nello sprint. Poteva provare ad anticipare la volata? Forse, ma la stanchezza nelle gambe era tanta. VOTO: 8

MICHAŁ KWIATKOWSKI: La Ineos è la squadra che ha corso meglio all’Amstel, il polacco ne è l’emblema. Attacca sfruttando la superiorità numerica, ripreso si mette a rompere i cambi in difesa di Pidcock. VOTO: 7

RICHARD CARAPAZ: Quando si sprigiona l’attacco decisivo lui è lì per mettersi a disposizione dei compagni di squadra Kwiatkowski e Pidcock. Se il gruppo non li riprende buon merito è di Carapaz, che si mette in testa a pedalare come un ossesso. VOTO: 7

DYLAN VAN BAARLE: L’olandese della Ineos Grenadiers si sacrifica nella parte centrale della corsa nel tentativo di stanare i rivali dei propri capitani. Con le sue accelerazioni prova ad allungare il gruppo in più parti e si mette anche ad inseguire i fuggitivi di giornata. VOTO: 6,5

MICHAEL MATTHEWS: Non è in una forma eccezionale ma, nonostante tutto, raccoglie un quarto posto di tutto rispetto e lancia un buon segnale per il prosieguo della stagione. VOTO: 6,5

ALEJANDRO VALVERDE: È l’eterno Valverde, spirito e gambe da giovincello, per lui il tempo non passa mai. Sul Cauberg è autore di un recupero sul gruppetto dei fuggitivi che lascia a bocca aperta. VOTO: 6,5

KRISTIAN SBARAGLI: Il trentenne dell’Alpecin-Fenix corre coi gradi da capitano, non ha le gambe dei big per fare la differenza sul Cauberg ma tiene botta e arriva allo sprint con il gruppo inseguitore. Buon settimo posto per lui. VOTO: 6

JULIAN ALAPHILIPPE: Il Campione del Mondo in carica non è nella giornata migliore e lo si nota specialmente sul Cauberg, dove non riesce a stare coi primi e soffre alle ruote di Valverde. Segnale non incoraggiante in vista della Liegi-Bastogne-Liegi. VOTO: 5

GREG VAN AVERMAET: Il capitano della AG2R Citroen Team non lo si vede mai, sempre nella pancia del gruppo in attesa di uno sprint decisivo a ranghi compatti che non ci sarà. VOTO: 5

MATTEO TRENTIN: Corre al coperto, il problema è che rimane al coperto anche quando non dovrebbe. Chiude al dodicesimo posto una gara corsa al risparmio. VOTO: 5

JAKOB FUGLSANG e ALEXEY LUTSENKO: Si saranno nascosti in vista della Liegi-Bastogne-Liegi? Mai visti, lontani dai radar. VOTO: 4,5

Luigi Giglio

SPLENDE L’AMSTEL PER VAN AERT, SUA LA CORSA OLANDESE AL FOTOFINISH

aprile 18, 2021 by Redazione  
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Dopo un anno di assenza forzata a causa della pandemia da Covid-19, oggi si tornava a correre l’Amstel Gold Race, corsa ciclistica che si tiene come tradizione nella provincia del Limburgo tra Valkenburg e Maastricht, nei Paesi Bassi nel mese di Aprile. Cinquantacinquesima edizione della classiche delle Ardenne che veniva vinta dal fenomeno Wout Van Aert (Team Jumbo-Visma) grazie ad uno sprint a tre contro Maximilian Schachmann (Bora Hansgrohe) e Thomas Pidcock (Ineos Grenadiers).

Al via centosettantacinque ciclisti suddivisi in venticinque squadre tra cui la Deceuninck – QuickStep, il Team Jumbo-Visma e il Team Ineos Grenadiers che si presentavano con un roster di tutto rispetto. Julian Alaphilippe, grande sconfitto di oggi e con qualche dubbio sulla Liegi-Bastogne-Liegi poteva contare su gregari come Mattia Cattaneo, Florian Sénéchal e Mauri Vansevenant, mentre in casa Jumbo-Visma sia Wout Van Aert e Primoz Roglic partivano coi gradi di capitano. Molto aggressiva nella parte centrale e soprattutto finale della corsa la condotta di gara del team britannico del DS Servais Knaven. Ineos Grenadiers che ha avuto un ottimo Dylan Van Baarle attivo nel cercare di spezzare la corsa nei primi chilometri per mettere pressione ai rivali dei suoi capitani Michel Kwiatkowski e Thomas Pidcock. Finale invece dove Carapaz si spendeva per permettere l’allungo di Pidcock, difeso poi da Kwiatkowski. Peccato per l’ex Team Sky non aver conquistato la corsa dopo una condotta così egregia, purtroppo per loro si sono trovati di fronte un campione come Van Aert. Solo dieci gli italiani al via, tra di loro Matteo Trentin (UAE-Team Emirates) e Sonny Colbrelli (Bahrein-Victorious), gli unici che avevano sulla carta buone possibilità di un piazzamento importante. Assente il vincitore dell’edizione del 2019, Mathieu Van der Poel (Alpecin – Fenix), presente invece tra i pochi spettatori presenti sulle strade, per le normative belghe, un Tom Dumoulin ormai semplice spettatore. Normative prese dagli organi di sicurezza belga insieme agli organizzatori della corsa per ridurre l’afflusso delle persone, come si poteva notare già dalla partenza che avveniva alle 12:00 dall’interno di un’area chiusa in cima al Cauberg e non come gli scorsi anni dalla Vrijthof a Maastricht. Percorso stravolto di 216,7 km da correre in un circuito di 16,9 chilometri da ripetere 12 volte, più un ultimo giro leggermente diverso e accorciato a 15,8 chilometri, con le asperità del Geulhemmerberg, Bemelerberg e del già citato Cauberg dove era posto anche l’arrivo.
Subito dopo aver superato la stazione di partenza e arrivo a Vilt, avveniva la partenza ufficiale in prossimità dell’Hotel Lamerichs. Percorsi pochi minuti di strada si formava un piccolo gruppo di dieci ciclisti in testa alla corsa, ne facevano parte Edward Theuns, Julien Bernard (Trek – Segafredo), Stan Dewulf (AG2R Citroën Team), Sébastien Grignard (Lotto Soudal), Maurits Lammertink, Loïc Vliegen (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux), Chad Haga (Team DSM), Ryan Gibbons (UAE-Team Emirates), Kenny Molly (Bingoal Pauwels Sauces WB) e Anders Skaarseth (Uno-X Pro Cycling Team). Assenti corridori italiani e soprattutto gli uomini della Deceuninck QuickStep e della Jumbo-Visma. I fuggitivi prendevano tranquillamente il largo, tanto che a 100 chilometri dalla linea d’arrivo avevano più di tre minuti di vantaggio. Mentre nel gruppo si notava un Jasper Stuyven (Trek-Segafredo) in difficoltà, avanti si mettevano a tirare con un notevole ritmo la Qhubeka Assos di Simon Clarcke e dell’ancora promessa non confermata Robert Power, e la BikeExchange di Michael Matthews che facevano crollare notevolmente il vantaggio dei dieci corridori in fuga.
Quando di chilometri alla conclusione ne mancavano poco più di 40, i fuggitivi potevano contare su solo 35 secondi di vantaggio, il loro destinato era quasi segnato quando dal gruppo allungavano sei ciclisti: Sonny Colbrelli (Bahrain – Victorious), Dylan Van Baarle (Ineos Grenadiers), Florian Sènèchal (Deceuninck – Quick Step), Rui Costa (UAE-Team Emirates) e Simon Clarke (Team Quebeka-Assos). I sei corridori riprendevano i fuggitivi ai piedi del Cauberg, tutti tranne Vliegen che aveva allungato ulteriormente trovandosi da solo in testa. Arrivati sul Cauberg, con Ineos Grenadiers e Deceuninck – QuickStep presenti pericolosamente nel primo gruppetto, usciva prepotentemente fuori Primoz Roglic. Lo sloveno della Jumbo-Visma accelerava di gran lena andando a riprendere i ciclisti che si erano avvantaggiati precedentemente, ad eccezione del solito Vliegen che veniva ripreso facilmente dal gruppo qualche chilometro dopo. Chi invece veniva ripreso con diffocoltà era Ide Schelling (Bora – hansgrohe). L’olandese gregario di Schachmann si era avvantaggiato sfruttando l’attimo in cui il gruppo dopo aver ripreso Vliegen si era messo a rifiatare qualche minuto. Azione di Schelling che sarebbe durata fino all’ultimo passagio sul Cauberg quando grazie all’andatura di Mauri Vansevenant il gruppo lo riprendeva.
Si arrivava all’ultimo giro di circuito con grossi colpi di scena, Primoz Roglic aveva avuto un problema alla catena sulle prime rampe del Cauberg, mentre il Campione del Mondo in carica Alaphilippe era apparso in grosse difficoltà a ruota di Alejandro Valverde (Movistar Team). Il team Ineos Grenadiers notando questi due colpi di scena partiva all’attacco, accelleravano Pidcock e Kwiatkowski seguiti dal fido Richard Carapaz. Attento Van Aert a non farli scappare con Matthews e Schachman a ruota. Sui sei battistrada rientrava un eterno Valverde, ma nemmeno il tempo di rifiatare che la Ineos sfruttava la propria superiorità numerica con Kwiatkowski che allungava ulteriormente, allungo che sarebbe durato pochi chilometri.
Mentre dietro la UAE-Team Emirates e soprattutto la Deceuninck – QuickStep cercavano di riprendere il gruppetto in testa che reggeva il vantaggio grazie anche ad un gran lavoro di Carapaz, Pidcock partiva in progressione portandosi dietro gli attenti Van Aert e Schachmann. A dieci chilometri dall’arrivo si trovavano in testa alla corsa: Wout Van Aert della Jumbo Visma, Maximilian Schachmann della Bora Hansgrohe e Thomas Pidcock della Ineos Grenadiers, grande assente Julian Alaphilippe. I tre si davano cambi regolari con un vantaggio che oscillava tra i 15 e i 20 secondi dal primo gruppo inseguitore dove Bauke Mollema abbandonava per una foratura e Michel Kwiatkowski da grande uomo squadra si metteva a rompere i cambi regolari in testa per rallentare il ritmo dell’inseguimento.
Si arrivava all’ultimo chilometro con i tre davanti che avevano accumulato ben 22 secondi di vantaggio sugli inseguitori, ormai il destino della corsa era deciso, l’Amstel Gold Race 2021 sarebbe stata vinta da uno di loro. Più si avvicinavano al traguardo più i tre rallentavano studiandosi l’un l’altro. Schachmann in volata sicuramente meno veloce dei tre doveva provare il classico colpo da finesseur, ma la stanchezza era tale che per il tedesco della Bora non c’è stato nemmeno un timido tentativo. Si arrivava alla volata con Van Aert che partiva lungo, uno sprint potente ed elegante, imbattibile, tanto sicuro il campione belga che smetteva di pedalare a ridosso della linea d’arrivo non rendendosi conto di un recupero in extremis di Pidcock. Il corridore della Ineos Grenadiers era partito subito dopo Va Aert, e la sua progressione in volata era stata notevole, un rientro su cui ha dovuto intervenire il fotofinish per aggiudicare la vittoria a Van Aert. Un altro successo importante per il belga, questa volta per una questione di pochi millimetri. Primo tra gli inseguitori Matthews, solo sesto Alaphilippe che arrivava alle spalle di un eterno Valverde. Tra gli italiani il primo a tagliare il traguardo era Kristian Sbaragli (Alpecin-Fenix) giunto settimo. Grandi assenti di giornata gli uomini Astana. Jakob Fuglsang, Alexey Lutsenko e Alex Aranburu assenti ingiustificati.

Luigi Giglio

Il fotofinish che ha decretato la vittoria di Van Aert

Il fotofinish che ha decretato la vittoria di Van Aert

AMSTEL GOLD RACE 2019: LE PAGELLE

aprile 23, 2019 by Redazione  
Filed under 5) AMSTEL GOLD RACE, Approfondimenti

Dopo la straordinaria impresa di Van der Poel sulle strade dell’Amstel Gold Race ecco le pagelle dell’unica classica del nord disputata sulle strade dei Paesi Bassi

MATHIEU VAN DER POEL: Fenomeno lui o polli Alaphilippe e Fuglsang? Nel dubbio lui fa il suo dovere, che è qualcosa di straordinario. Ricuce da solo il buco negli ultimi 3 km e sprinta in faccia a gente più forte ed esperta di lui. Un treno che non conosce fermate, sempre dritto! Voto: 10 e lode

MICHAŁ KWIATKOWSKI: Il polacco prova a prendere le ruote di Fuglsang e Alaphilippe; ci riesce solo nell’ultimo chilometro ma, purtroppo per lui, rientra solo poco tempo prima di Van Der Poel. Voto: 7

ALESSANDRO DE MARCHI: Ci prova nel finale e conquista un settimo posto che non è da buttare. Il friulano ha carta bianca e prova a giocarsi tutte le sue chances di vittoria entrando nell’azione decisiva del campioncino della Coredon-Circus, ma allo sprint non è uno dei ciclisti più validi. Voto: 7

SIMON CLARKE: Zitto zitto, si mette a ruota di Van Der Poel e guadagna mesto mesto un ottimo secondo posto. Chi si vuole piazzare si deve attaccare al treno Van der Poel. Voto: 7

DAVIDE VILLELLA: Si mette in testa al gruppo e ricuce il distacco dei fuggitivi in un attimo; è il miglior gregario di giornata per distacco. Voto: 6,5

MAXIMILIAN SCHACHMANN: Si spazientisce quando il gruppo non si organizza per prendere i due in testa, Fuglsang e Alaphilippe, e attacca da solo. Alla fine arriva 5°: contro questo Van Der Poel c’era poco da fare. Voto: 6,5

PHILIPPE GILBERT: Resta nelle retrovie, non spinge data la presenza di Alaphilippe in testa alla corsa, ma nel momento clou non riesce a tenere testa a Van Der Poel. Non era facile e la corsa sembrava ormai finita. Voto: 6

MATTEO TRENTIN: Alla fine arriva 10°, però corre da protagonista, su strade che non sono proprio le sue preferite. Voto: 6

ALBERTO BETTIOL: Prestazione anonima per il toscano della Ef Education First, che aveva saltato la Parigi-Roubaix per prepararsi in vista delle Ardenne. Vedremo tra Freccia Vallone e Liegi-Bastogne-Liegi se riuscirà a stupirci di nuovo. Al momento c’è solo il passaggio a vuoto dell’Amstel. Voto: 5

WOUT VAN AERT: Giornata no. Sembra in fase calante, che abbia bisogno di riposo per ricaricare le pile? Voto: 5

JULIAN ALAPHILIPPE: Se arrivava da solo con Fuglsang al traguardo avrebbe vinto 10 su 10 in volata. Il problema è che da dietro hanno fatto rientrare prima Kwiatkowski e poi Van Der Poel. Voto: 5

ALEJANDRO VALVERDE: Sessantacinquesimo a 4′19”, il campione del mondo proprio non riesce a far sua l’Amstel. Voto: 5

JAKOB FUGLSANG: Il danese attacca nel momento giusto, esce dal gruppo con Alaphilippe ma poi si perde tra errori tattici e incomprensioni con l’ammiraglia. Voto: 4,5

PETER SAGAN: Sparisce subito dal vivo della corsa e non arriverà nemmeno al traguardo. Sconsolante. Voto: 4

MICHAEL VALGREN: Il vincitore della passata edizione termina al 52° posto, senza un guizzo, senza nessuna voglia di conservare il titolo. Alla fine ha fatto quello che sta facendo da inizio stagione: niente. Voto: 3

Luigi Giglio

VAN DER POEL CONFEZIONA UN’AMSTEL DI PASQUA CON IL FIOCCO

aprile 21, 2019 by Redazione  
Filed under 5) AMSTEL GOLD RACE, News

Vittoria sorprendente di Mathieu van der Poel (Coredon-Circus) con un numero nell’ultimo chilometro, quando i giochi sembravano già fatti. Astana e Deceuninck non riescono a fermare l’astro olandese. Ancora deludente Sagan (Bora-Hansgrohe).

Si è disputata oggi la cinquantaquattresima edizione dell’Amstel Gold Race, la classica della ”Birra” che con ben 35 “côtes” da affrontare nello scenario olandese del Limburgo, ha da sempre affascinato gli appassionati di questa disciplina sportiva. La prima classica vallonata di questa regione, che insieme alla Freccia Vallone e alla Liegi-Bastogne-Liegi forma un trittico di tutto rispetto, nel quale sport, storia, tradizione e spettacolo vanno a fondersi in una settimana di pura ”passione”. Ben 265,7 i chilometri che i partecipanti hanno dovuto affrontare prima di giocarsi le loro possibilità di vittoria all’arrivo posto a Valkenburg. Era la domenica di Pasqua e, come potrete leggere, è stata una giornata dal finale sorprendente, degno del miglior regalo che si possa trovare in uovo di Pasqua.
I ciclisti partivano in leggero ritardo, alle 10:40, da Maastricht, con il dorsale numero sulle spalle del danese Michael Valgren, vincitore dell’edizione della passata edizione. Dodici mesi fa in gara col Team Astana, quest’anno in maglia Dimension Data, Valgren non sembrerebbe aver assimilato il cambio di casacca a causa di una prima parte di stagione corsa sottotono e lontana dai fasti del 2018. Al via anche l’italiano Alberto Bettiol (EF Education First), vincitore due domeniche fa del Giro del Fiandre, e il campione del mondo in carica Alejandro Valverde (Movistar), quest’ultimo dal palmarès di primissimo livello, ma con nessuna Amstel Gold Race nel curriculum.
La fuga non riusciva a prendere subito il largo e vari tentativi venivano annullati dal gruppo, finché un piccolo drappello, tra nel quale c’era l’italiano Paolo Simion (Bardiani-CSF), riusciva a prendere il largo intorno al km 40. Più avanti questo piccolo gruppetto veniva raggiunto da altri fuggitivi che andavano a comporre un plotoncino di undici corridori che dopo 60 km di corsa, viaggiavano con un vantaggio di oltre 7 minuti sul gruppo inseguitore. Oltre a Simion lo componevano Grega Bole (Bahrain-Merida), Julien Bernard (Trek-Segafredo), Marcel Meisen (Corendon-Circus), Thomas Sprengers e Aaron Verwilst (Sport Vlaanderen Baloise), Michael Schär (CCC Teeam), Nick van der Lijke (Roompot-Charles), Tom Van Asbroeck (Israel Cycling Academy), Marco Minnaard e Jérôme Baugnies (Wanty-Gobert). Tra i corridori all’attacco da notare la presenza di un compagno di squadra di uno dei grandi protagonisti di giornata, l’olandese Mathieu van der Poel (Corendon-Circus). Anche Greg Van Avermaet (CCC Team), fuoriclasse non troppo incline all’Amstel, aveva mandato uno dei suoi fedelissimi nella fuga di giornata, segno che le intenzioni erano bellicose.
Il primo dei fuggitivi ad alzare bandiere bianca era proprio l’italiano Simion, costretto a staccarsi a causa dell’andatura elevata dei fuggitivi quando di chilometri al traguardo ne mancavano ancora 90. Il resto dei fuggitivi transitava per la seconda volta sul leggendario Cauberg con 4′50” di vantaggio sul gruppo, in quei frangenti guidato a tutta velocità dall’italiano Davide Villella (Astana), la cui azione faceva velocemente scendere il ritardo a 2′30”. Villella, che come corridore per le corse mosse di un giorno è sempre da tenere d’occhio, si era messo oggi a completa disposizione dei due più quotati compagni di squadra, Jakob Fuglsang e Alexey Lutsenko, quest’anno già plurivincitori tra tappe del Tour fo Oman, della Vuelta a Andalucía e della Tirreno-Adriatico.
A 43 Km dal traguardo, quando i fuggitivi erano ormai a soli 10” di distanza dal gruppo grazie al lavoro del Team Astana, Van der Poel attaccava sulla salita del Kruisberg. L’olandese provava l’azione a sorpresa da lontano, portandosi dietro non diversi corridori, come avrebbe voluto, ma il solo Gorka Izagirre (Astana) come stopper. I due venivano presto da Julian Alaphilippe (Deceuninck – Quick Step) e Jacob Fuglsang (Astana), esponenti delle due formazioni che in questo inizio di 2019 hanno mostrato una condizione e un’organizzazione tattica superiore alle altre. Mentre l’olandese veniva ripreso dal gruppo principale, il francese e il danese allungavano nuovamente e a 33 Km dal traguardo viaggiavano con 8″ su un terzetto di inseguitori composto da Matteo Trentin (Mitchelton-Scott), Michał Kwiatkowski (Sky) e Michael Woods (EF Education First), Van der Poel, per il quale sembravano essere finite lì le veilleità di vittoria odierna, era cronometrato a 40” assieme a Philippe Gilbert (Deceuninck – Quick Step), Michael Matthews (Sunweb), Van Avermaet, Wout Van Aert (Jumbo-Visma) e Lutsenko, rientrato dopo una caduta. Non faceva parte di questo gruppo Peter Sagan (Bora-Hansgrohe), autore dell’ennesima uscita stagionale infelice.
Sull’ultimo passaggio dal Cauberg, a 18,7 km dalla linea d’arrivo, Kwiatkowski forzava inultimente nel tentativo di raggiungere il duo di testa, azione che faceva staccare Woods prima e Trentin poi. il gruppo inseguitore, nel quale giustamente non tiravano Deceuninck – Quick-Step, Astana e Sky, non riusciva ad organizzare un adeguato inseguimento e viaggiava con quasi un minuto di ritardo, tanto che un altro dei favoriti di giornata, il tedesco Maximilian Schachmann (Bora-Hansgrohe) usciva di prepotenza e si portava da solo all’inseguimento dei primi. Sotto l’arco dei 10 chilometri al traguardo Alaphilippe e Fuglsang, che collaboravano d’amore e d’accordo, passavano con 16” di vantaggio su Trentin, riuscito a riportarsi su Kwiatkowski, il quale che aveva pagato l’inutile sforzo di raggiungere il duo in testa da solo. Schachmann era a 30” e aveva guadagnato in pochi chilometri 15” sul resto del gruppo. Sapendo di essere meno forte allo sprint Fuglsang giustamente provava a staccare Alaphilippe sull’ultima salita, il Bemelerberg (900 metri al 4,6% di pendenza). Il francese dimostrava, però, una freschezza fisica non indifferente e rispondeva colpo su colpo. Se non erano serviti per staccare i francesi, gli attacchi del danese aveva avuto l’effetto di far aumentare il vantaggio dal duo Trentin-Kwiatkowski, ora cronometrato a 43″.
Diversi corridori uscivano dal gruppo a 3 km dall’arrivo e tra questi c’erano Alessandro De Marchi (CCC Team), Bauke Mollema (Trek-Segafredo), Simon Clarke (EF Education First) e nuovamente Van der Poel. Dopo aver provato ad attaccare a 43 Km dalla linea d’arrivo, il capitano della Coredon-Circus aveva aspettato solo i -3, decisione incomprensibile ai più poichè a questo punto i giochi sembravano per tutti ormai decisi. Ma, come vedremo, nell ciclismo tutto può succedere e non bisogna mai dare nulla per scontato.
Giunti sotto l’arco dell’ultimo chilometro Fuglsang e Alaphilippe, stanchi, si guardavano l’un l’altro, mentre Kwiatkowski, ripresosi, era a pochissimi secondi di distanza dal duo di testa. Proprio mentre il polacco sembrava poter tirare un sospiro di sollievo per aver completato l’inseguimento, da dietro spuntava un sorprendente Van der Poel, che in due chilometri aveva completamente annullato il gap. L’olandese non mostrava segni di affaticamento, nonostante la rincorsa appena portata a termine, e andava a vincere in volata di prepotenza, da vero dominatore. Secondo si piazzava Clarke, che era riuscito a tenere le ruote nell’inseguimento a Van der Poel, mentre terzo era Fuglsang e solo quarto si piazzava Alaphilippe. Primo degli italiani, al settimo posto, era De Marchi, mentre un ottimo Trentin si collocava decimo.
Dopo la vittoria alla Freccia del Brabante ecco un’altra vittoria di classe e potenza per il gioiellino olandese della Coredon-Circus, vittoria che fa aumentare ancora il rammarico per l’assenza forzata, causa mancato invito da parte di Aso, alla Parigi-Roubaix di domenica scorsa.

Luigi Giglio

ORDINE D’ARRIVO

1 Mathieu Van Der Poel (Ned) Corendon – Circus 6:28:18
2 Simon Clarke (Aus) EF Education First 0
3 Jakob Fuglsang (Den) Astana Pro Team 0
4 Julian Alaphilippe (Fra) Deceuninck – Quick – Step 0
5 Maximilian Schachmann (Ger) Bora – Hansgrohe 0
6 Bjorg Lambrecht (Bel) Lotto Soudal 0
7 Alessandro De Marchi (Ita) CCC Team 0
8 Valentin Madouas (Fra) Groupama – FDJ 0
9 Romain Bardet (Fra) AG2R La Mondiale 0
10 Matteo Trentin (Ita) Mitchelton – Scott
11 Michal Kwiatkowski (Pol) Team Sky 0:00:02
12 Bauke Mollema (Ned) Trek – Segafredo
13 Rui Costa (Por) UAE Team Emirates 0:00:46
14 Greg Van Avermaet (Bel) CCC Team
15 Daryl Impey (RSA) Mitchelton – Scott 0:00:54
16 Michael Matthews (Aus) Team Sunweb
17 Jay Mc Carthy (Aus) Bora – Hansgrohe
18 Roman Kreuziger (Cze) Team Dimension Data
19 Dion Smith (NZl) Mitchelton – Scott
20 Kristian Sbaragli (Ita) Israel Cycling Academy
21 Robert Gesink (Ned) Team Jumbo – Visma
22 Diego Ulissi (Ita) UAE Team Emirates
23 Toms Skujins (Lat) Trek – Segafredo
24 Ben Hermans (Bel) Israel Cycling Academy
25 Enrico Battaglin (Ita) Team Katusha Alpecin
26 Patrick Konrad (Aut) Bora – Hansgrohe
27 Xandro Meurisse (Bel) Wanty – Gobert Cycling Team
28 Oliver Naesen (Bel) AG2R La Mondiale
29 Sergio Luis Henao Montoya (Col) UAE Team Emirates
30 Philippe Gilbert (Bel) Deceuninck – Quick – Step
31 Dylan Van Baarle (Ned) Team Sky
32 Rudy Molard (Fra) Groupama – FDJ
33 Dries Devenyns (Bel) Deceuninck – Quick – Step 0:04:02
34 Tom Van Asbroeck (Bel) Israel Cycling Academy 0:04:19
35 Gianni Vermeersch (Bel) Corendon – Circus
36 Nathan Haas (Aus) Team Katusha Alpecin
37 Grega Bole (Slo) Bahrain – Merida
38 Bryan Coquard (Fra) Vital Concept – B&B Hotels
39 Clement Venturini (Fra) AG2R La Mondiale
40 Dries Van Gestel (Bel) Sport Vlaanderen – Baloise
41 Enrico Gasparotto (Ita) Team Dimension Data
42 Huub Duijn (Ned) Roompot – Charles
43 Benoit Cosnefroy (Fra) AG2R La Mondiale
44 Maurits Lammertink (Ned) Roompot – Charles
45 Matej Mohoric (Slo) Bahrain – Merida
46 Lawrence Warbasse (USA) AG2R La Mondiale
47 Paul Martens (Ger) Team Jumbo – Visma
48 Nick Van Der Lijke (Ned) Roompot – Charles
49 Patrick Müller (Swi) Vital Concept – B&B Hotels
50 Mikael Cherel (Fra) AG2R La Mondiale
51 Marcel Meisen (Ger) Corendon – Circus
52 Michael Valgren Andersen (Den) Team Dimension Data
53 Marc Hirschi (Swi) Team Sunweb
54 Serge Pauwels (Bel) CCC Team
55 Thomas Sprengers (Bel) Sport Vlaanderen – Baloise
56 Marcus Burghardt (Ger) Bora – Hansgrohe
57 Wout Van Aert (Bel) Team Jumbo – Visma
58 Tomasz Marczynski (Pol) Lotto Soudal
59 Michael Albasini (Swi) Mitchelton – Scott
60 Maxime Monfort (Bel) Lotto Soudal
61 G Lawson Craddock (USA) EF Education First
62 Gorka Izagirre Insausti (Spa) Astana Pro Team
63 Dylan Teuns (Bel) Bahrain – Merida
64 Luis León Sanchez (Spa) Astana Pro Team
65 Alejandro Valverde (Spa) Movistar Team
66 Diego Rosa (Ita) Team Sky
67 Alexey Lutsenko (Kaz) Astana Pro Team
68 Damiano Caruso (Ita) Bahrain – Merida
69 Alberto Bettiol (Ita) EF Education First 0:07:53
70 Sonny Colbrelli (Ita) Bahrain – Merida
71 Logan Owen (USA) EF Education First
72 Alex Howes (USA) EF Education First
73 Dennis Van Winden (Ned) Israel Cycling Academy
74 Quentin Pacher (Fra) Vital Concept – B&B Hotels
75 Floris De Tier (Bel) Team Jumbo – Visma
76 Mathias De Witte (Bel) Roompot – Charles
77 Simone Petilli (Ita) UAE Team Emirates
78 Carlos Barbero (Spa) Movistar Team
79 Michael Gogl (Aut) Trek – Segafredo
80 Michal Golas (Pol) Team Sky
81 Andrey Amador (CRc) Movistar Team
82 Cesare Benedetti (Ita) Bora – Hansgrohe
83 Tom-Jelte Slagter (Ned) Team Dimension Data
84 Jimmy Janssens (Bel) Corendon – Circus
85 Bert-Jan Lindeman (Ned) Team Jumbo – Visma
86 Pieter Weening (Ned) Roompot – Charles
87 Christopher Juul Jensen (Den) Mitchelton – Scott 0:07:56
88 Michael Schär (Swi) CCC Team 0:09:12
89 Julien Bernard (Fra) Trek – Segafredo
90 Mikkel Frølich Honoré (Den) Deceuninck – Quick – Step 0:10:59
91 Romain Seigle (Fra) Groupama – FDJ 0:11:17
92 Andrea Pasqualon (Ita) Wanty – Gobert Cycling Team
93 Clément Chevrier (Fra) AG2R La Mondiale
94 Odd Christian Eiking (Nor) Wanty – Gobert Cycling Team
95 Julien Vermote (Bel) Team Dimension Data
96 August Jensen (Nor) Israel Cycling Academy
97 Oscar Riesebeek (Ned) Roompot – Charles
98 Stijn Devolder (Bel) Corendon – Circus
99 Kevin Deltombe (Bel) Sport Vlaanderen – Baloise
100 Edward Dunbar (Irl) Team Sky
101 Jerome Baugnies (Bel) Wanty – Gobert Cycling Team
102 Koen Bouwman (Ned) Team Jumbo – Visma
103 Rick Zabel (Ger) Team Katusha Alpecin 0:13:09
104 Edward Theuns (Bel) Trek – Segafredo 0:13:39
105 Nicholas Schultz (Aus) Mitchelton – Scott 0:15:41
106 Wout Poels (Ned) Team Sky
107 Carlos Verona Quintanilla (Spa) Movistar Team
108 Lennard Kämna (Ger) Team Sunweb
109 Enrico Barbin (Ita) Bardiani Csf

Stremato per limpresa appena compiuta, Mathieu Van der Poel esulta da terra dopo aver conquistato lAmstel Gold Race (foto Bettini)

Stremato per l'impresa appena compiuta, Mathieu Van der Poel esulta da terra dopo aver conquistato l'Amstel Gold Race (foto Bettini)

AMSTEL GOLD RACE 2019 – I FAVORITI

aprile 20, 2019 by Redazione  
Filed under 5) AMSTEL GOLD RACE, News

Il giorno di Pasqua va in scena la 54a edizione dell’Amstel Gold Race, l’unica classica del nord interamente disegnata sul suolo olandese. Qui trovate i favoriti

25% – MATHIEU VAN DER POEL: Al Fiandre ha mostrato una forma eccelsa, alla Freccia del Brabante l’ha confermata alla grande battendo fior fiori di corridori coma Julian Alaphilippe e Michael Matthews. L’unica pecca è che non ha una squadra in grado di supportarlo nei momenti più delicati della corsa e si potrà trovare nella morsa degli uomini della Deceuninck Quick-Step. Resta comunque il favorito numero 1.

15% – JULIAN ALAPHILIPPE: Per domenica si potrebbe riassumere tutto con il titolo Deceuninck Quick-Step vs Van Der Poel. Alaphilippe è la punta principale del team di Lefevere per l’Amstel Gold Race, è un corridore che non ha bisogno di presentazioni, un ciclista che ha vinto molto e che pochi giorni fa è stato sverniciato in volata da Va Der Poel. Classe, squadrone e voglia di rivalsa ne fanno uno dei principali favoriti.

15% – PHILIPPE GILBERT: Dopo la Parigi-Roubaix vinta meritatamente domenica scorsa, lui che ha vinto qui sulle Ardenne proprio due anni fa, come si potrebbe escluderlo dai favoriti? Lui poi che di Amstel ne ha vinte addirittura quattro…

10% – PETER SAGAN: Lo slovacco della Bora-Hansgrohe è sempre da tenere d’occhio, ma la costante del 2019 è un ”voglio ma non posso”. Corre bene, sempre nelle prime posizioni, poi arriva il momento topico, gli ultimi chilometri, e c’è sempre qualcuno che lo batte. Vedremo se ci sarà un’inversione di tendenza.

10% – MICHAEL MATTHEWS: L’australiano ha le doti e le caratteristiche perfette per vincere l’Amstel. Al suo fianco ha una Sunweb che avrà al via anche un corridore di esperienza come Nicolas Roche, che potrà rivelarsi un ottimo asso nella manica.

10% – ALEJANDRO VALVERDE: Il Campione del Mondo in carica ha un palmares da far invidia a chiunque e una delle poche corse che gli mancano è proprio l’Amstel Gold Race, corsa che ha chiuso più volte sul podio ma mai da vincitore. Che sia giunta l’ora di portarla a casa?

5% – ALBERTO BETTIOL: Il ciclista italiano della EF Education Firs sta finalmente attraversando una primavera da sogno. Vittorioso al Fiandre, fuori dal podio per poco alla Freccia del Brabante, il toscano sarà al via per rompere le uova nel paniere agli avversari più quotati.

5% – WOUT VAN AERT: Il campioncino belga è alla ricerca della sua prima vittoria di prestigio in questa stagione ciclistica. Le Ardenne fanno per lui, è un terreno che ama; che l’Amstel sia la svolta che tutti attendono con ansia per il definito lancio del duello anche su strada con Van Der Poel?

1% – GREG VAN AVERMAET: il campione olimpico del CCC Team è sempre da tenere in considerazione, anche se terreno e forma non sono proprio al top per lui.

1% – JACOB FUGLSANG: Il danese del Team Astana, quando arrivano le Ardenne, diventa sempre uno degli outsider più quotati.

1% – MICHAŁ KWIATKOWSKI: Inizio di stagione in ombra per il fuoriclasse polacco. Vincitore nel 2015, ripetersi sembrerebbe molto difficile, specie se guardiamo alle ultime sue uscite stagionali. Ma nel ciclismo mai dire mai.

1% – ENRICO GASPAROTTO: Per l’italiano in maglia Dimension Data non è un mistero che l’Amstel sia la sua corsa prediletta, vinta due volte (e altre due volte sul podio). Alla Freccia del Brabante ha fatto vedere di essere in forma e in grado di giocarsi le sue carte per cercare la fatidica tripletta.

1% – MICHAEL VALGREN: Il vincitore dell’anno scorso dopo l’approdo alla Dimension Data sta viaggiando su binari completamente opposti rispetto al rendimento della passata stagione. Che possa ripetersi sembrerebbe estremamente difficile.

Luigi Giglio

VALGREN CONQUISTA L’AMSTEL, GASPAROTTO PERDE L’ATTIMO

aprile 16, 2018 by Redazione  
Filed under 5) AMSTEL GOLD RACE, News

Dopo la selezione decisiva avvenuta negli ultimi 40 Km, Valgren e Kreuziger lanciano l’attacco decisivo a due chilometri dalla conclusione. Enrico Gasparotto si lascia sorprendere e prova da solo a ricucire sui due battistrada, mancando l’obbiettivo. Allo sprint, l’atleta dell’Astana riesce agevolmente ad imporsi sul ceco.

Probabilmente Enrico Gasparotto si starà ripetendo l’adagio latino di Orazio “carpe diem” perché è stato proprio l’attimo fuggente quello che l’azzurro non è riuscito a cogliere per tentare di vincere l’edizione 2018 dell’Amstel Gold Race.
Quando Valgren ha forzato in modo deciso a due chilometri dall’arrivo, in gruppo c’è stata indecisione, Sagan, che era il maggiore indiziato per chiudere sull’allungo, non è sembrato brillante ed Enrico Gasparotto ha impiegato un instante di troppo per capirlo e buttarsi da solo a capofitto per tentare di chiudere sullo stesso Valgren e su Kreuziger, che invece non aveva mollato la ruota del danese. Niente da fare, nonostante il grandissimo sforzo il friulano non riesce a riportarsi sulla coppia di testa che va a giocarsi la vittoria allo sprint e Gasparotto deve accontentarsi del gradino più basso del podio.
La corsa si è svolta in maniera abbastanza tranquilla fino ai 40 Km dalla conclusione. Le fasi iniziali sono state caratterizzate dai tentativi di formare una fuga, che si concretizza dopo 16 Km di corsa grazie all’iniziativa di Willie Smit (Katusha – Alpecin), Tsgabu Grmay (Trek – Segafredo), Matteo Bono (UAE Team Emirates), Marco Tizza (NIPPO – Vini Fantini – Europa Ovini), Preben Van Hecke (Sport Vlaanderen – Baloise), Bram Tankink (Lotto NL – Jumbo), Lawson Craddock (EF – Drapac), Eddie Dunbar (Aqua Blue Sport) e Oscar Riesebeek (Roompot – Nederlandse Loteri). Il gruppo lascia che questi uomini prendano il largo con la conseguenza che il vantaggio massimo arriverà addirittura a superare il quarto d’ora.
Il gruppo, a questo punto, comincia ad aumentare il ritmo per evitare di perdere il controllo della situazione, con le squadre dei big (Movistar, Astana, Bora e Sky) che si alternano in testa al gruppo dando vita ad una fase di gara nella quale il vantaggio dei battistrada cala a ritmo costante. Ai meno 50, arrivano anche la Bahrein Merida e la Lotto Soudal ad aiutare le formazioni impegnate nel tentativo di ridurre il gap. Il lavoro di queste due squadre comincia a provocare selezione con il gruppo che si spezza e si riduce progressivamente. Anche nel gruppo di test, cominciano le defezioni con Smit, Tizza e Tankink che non tengono il ritmo degli altri fuggitivi. Nel gruppo dei big, invece, si muovono in prima persona i pezzi da novanta con Bob Jungels (Quick-Step Floors, Roman Kreuziger (Mitchelton-Scott) e Mikel Landa (Movistar Team) che si alternano in testa.
Ai 30 dall’arrivo, ci prova Ion Izagirre (Bahrain Merida) che riesce anche a guadagnare un certo margine, ma sul Keutemberg il gruppo si riporta su di lui. Più incisivo il tentativo, pochi chilometri dopo, di Kreuziger ed Enrico Gasparotto (Bahrain Merida) che riescono a distanziare il gruppo ed a riportarsi sulla testa della corsa.
Dietro il gruppo dei big continua ad assottigliarsi fino a ridursi ad un drappello grazie all’azione di Alejandro Valverde (Movistar) sul Geulhemmerberg che, insieme a Peter Sagan (Bora – Hansgrohe), Julian Alaphilippe (Quick-Step Floors), Tim Wellens (Lotto Soudal) e Michael Valgren (Astana), riesce a chiudere sui fuggitivi. Ai – 8 prova ad uscire Jakob Fuglsang (Astana), ma Sagan e Valverde fanno buona guardia e non si fanno sorprendere. L’Astana però ha ancora un asso nella manica e il team kazako decide si sfruttare la superiorità numerica e tenta di sparigliare le carte, lanciando l’outsider Valgren, sperando che il controllo su Fuglsang possa favorire il tentativo di Valgren. Il primo tentativo del danese va a vuoto, ma il secondo, avvenuto ai – 2, si rivela decisivo. Valgren accelera portandosi dietro Kreuziger e staccando Sagan, Valverde, Wellens, Fuglsang, Alaphilippe e Gasparotto. Quest’ultimo, resosi conto del pericolo con un attimo di ritardo, accelera a sua volta nel disperato quanto vano tentativo di riportarsi sulla coppia lanciata verso il traguardo, ma non ce la fa e allo sprint Valgren riesce abbastanza agevolmente ad imporsi su Kreuziger.
Ottima la strategia dell’Astana che, visto lo stretto marcamento sul maggiore indiziato Fuglsang, è riuscita grazie alla superiorità numerica ed al controllo proprio su Fuglsang a lanciare Valgren cogliendo di sorpresa Sagan, che sembrava un po’ in affanno nel finale, e tutti gli altri big che si sono guardati in faccia troppo a lungo ed alla fine hanno mollato con il solo Gasparotto che, grazie all’accelerata nel finale, ha tagliato il traguardo con 2 secondi di ritardo dal vincitore.

Benedetto Ciccarone

ORDINE D’ARRIVO

1 Michael Valgren (Den) Astana Pro Team 6:40:07
2 Roman Kreuziger (Cze) Mitchelton-Scott
3 Enrico Gasparotto (Ita) Bahrain-Merida 0:00:02
4 Peter Sagan (Svk) Bora-Hansgrohe 0:00:19
5 Alejandro Valverde (Spa) Movistar Team
6 Tim Wellens (Bel) Lotto Soudal
7 Julian Alaphilippe (Fra) Quick-Step Floors
8 Jakob Fuglsang (Den) Astana Pro Team 0:00:23
9 Lawson Craddock (USA) EF Education First-Drapac p/b Cannondale 0:00:30
10 Jelle Vanendert (Bel) Lotto Soudal 0:00:36
11 Daryl Impey (RSA) Mitchelton-Scott 0:00:53
12 Preben Van Hecke (Bel) Sport Vlaanderen-Baloise
13 Philippe Gilbert (Bel) Quick-Step Floors
14 Greg Van Avermaet (Bel) BMC Racing Team
15 Rudy Molard (Fra) Groupama-FDJ
16 Floris De Tier (Bel) LottoNL-Jumbo
17 Matteo Bono (Ita) UAE Team Emirates
18 Sergio Henao (Col) Team Sky
19 Ion Izagirre (Spa) Bahrain-Merida
20 Michael Woods (Can) EF Education First-Drapac p/b Cannondale
21 Oscar Riesebeek (Ned) Roompot-Nederlandse Loterij 0:00:56
22 Gorka Izagirre (Spa) Bahrain-Merida 0:01:19
23 Tsgabu Grmay (Eth) Trek-Segafredo 0:01:51
24 Michael Matthews (Aus) Team Sunweb 0:02:11
25 Dylan Teuns (Bel) BMC Racing Team
26 Serge Pauwels (Bel) Dimension Data
27 Rui Costa (Por) UAE Team Emirates
28 Robert Gesink (Ned) LottoNL-Jumbo
29 Alexis Vuillermoz (Fra) AG2R La Mondiale
30 Quentin Pacher (Fra) Vital Concept Club
31 Michal Kwiatkowski (Pol) Team Sky
32 Vincenzo Nibali (Ita) Bahrain-Merida
33 Bob Jungels (Lux) Quick-Step Floors
34 Alessandro De Marchi (Ita) BMC Racing Team
35 Bauke Mollema (Ned) Trek-Segafredo
36 Mikel Landa (Spa) Movistar Team
37 Viacheslav Kuznetsov (Rus) Katusha-Alpecin 0:03:15
38 Jérôme Baugnies (Bel) Wanty-Groupe Gobert 0:03:26
39 Kristian Sbaragli (Ita) Israel Cycling Academy
40 Toms Skujins (Lat) Trek-Segafredo
41 Pim Ligthart (Ned) Roompot-Nederlandse Loterij
42 Anthony Roux (Fra) Groupama-FDJ
43 Tom Devriendt (Bel) Wanty-Groupe Gobert
44 Omar Fraile (Spa) Astana Pro Team
45 Bert-Jan Lindeman (Ned) LottoNL-Jumbo
46 Dries Van Gestel (Bel) Sport Vlaanderen-Baloise
47 Andrea Pasqualon (Ita) Wanty-Groupe Gobert
48 Benoit Cosnefroy (Fra) AG2R La Mondiale
49 Marcus Burghardt (Ger) Bora-Hansgrohe
50 Diego Ulissi (Ita) UAE Team Emirates
51 Thomas Sprengers (Bel) Sport Vlaanderen-Baloise
52 Guillaume Boivin (Can) Israel Cycling Academy
53 Axel Domont (Fra) AG2R La Mondiale
54 Silvan Dillier (Swi) AG2R La Mondiale
55 Rúben Guerreiro (Por) Trek-Segafredo
56 Simone Ponzi (Ita) Nippo-Vini Fantini-Europa Ovini
57 Marco Canola (Ita) Nippo-Vini Fantini-Europa Ovini
58 Lawrence Warbasse (USA) Aqua Blue Sport
59 Manuele Mori (Ita) UAE Team Emirates
60 Dion Smith (NZl) Wanty-Groupe Gobert
61 Benjamin King (USA) Dimension Data
62 Grega Bole (Slo) Bahrain-Merida
63 Valentin Madouas (Fra) Groupama-FDJ
64 Maurits Lammertink (Ned) Katusha-Alpecin
65 Alex Howes (USA) EF Education First-Drapac p/b Cannondale
66 Jan Bakelants (Bel) AG2R La Mondiale
67 José Joaquin Rojas (Spa) Movistar Team
68 Andrey Grivko (Ukr) Astana Pro Team
69 Ben Gastauer (Lux) AG2R La Mondiale
70 Patrick Konrad (Aut) Bora-Hansgrohe
71 Marco Minnaard (Ned) Wanty-Groupe Gobert
72 Christopher Juul Jensen (Den) Mitchelton-Scott
73 Sonny Colbrelli (Ita) Bahrain-Merida
74 August Jensen (Nor) Israel Cycling Academy
75 Tom-Jelte Slagter (Ned) Dimension Data
76 Rigoberto Uran (Col) EF Education First-Drapac p/b Cannondale
77 Pieter Serry (Bel) Quick-Step Floors
78 Simon Gerrans (Aus) BMC Racing Team
79 Aleksandr Riabushenko (Blr) UAE Team Emirates
80 Michal Golas (Pol) Team Sky
81 Edward Dunbar (Irl) Aqua Blue Sport
82 Tomasz Marczynski (Pol) Lotto Soudal
83 Benoit Vaugrenard (Fra) Groupama-FDJ
84 Carlos Verona (Spa) Mitchelton-Scott
85 Pieter Weening (Ned) Roompot-Nederlandse Loterij
86 Paul Martens (Ger) LottoNL-Jumbo
87 Simon Geschke (Ger) Team Sunweb
88 Carlos Betancur (Col) Movistar Team
89 Winner Anacona (Col) Movistar Team
90 Sep Vanmarcke (Bel) EF Education First-Drapac p/b Cannondale
91 Gregor Mühlberger (Aut) Bora-Hansgrohe
92 Oliver Naesen (Bel) AG2R La Mondiale
93 Laurens ten Dam (Ned) Team Sunweb
94 Bram Tankink (Ned) LottoNL-Jumbo 0:03:35
95 Damiano Caruso (Ita) BMC Racing Team 0:04:50
96 Scott Davies (GBr) Dimension Data

LAstana scomina le squadre rivali e manda Valgren al successo allAmstel Gold Race (foto Bettini)

L'Astana scomina le squadre rivali e manda Valgren al successo all'Amstel Gold Race (foto Bettini)

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