QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI PERUGIA

Ecco il tradizionale contenitore made ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione vinta dall’elvetico Carlo Clerici nel 1954)

SALA STAMPA

Italia

Pogacar senza limiti! Trionfa anche nella cronometro: rimonta Ganna e lo batte di 17″

Gazzetta dello Sport

Slovenia

Tadej Pogačar je poletel, Geraint Thomas podoživel Višarje (Tadej Pogačar ha volato, Geraint Thomas ha rivissuto Lussari)

Delo

Regno Unito

Pogacar leaves rivals flailing with time-trial dominance (Pogacar lascia i rivali in difficoltà con il dominio a cronometro)

The Guardian

Francia

Le gros coup de Pogacar (Il colpo grosso di Pogacar)

L’Équipe

Spagna

Pogacar tambalea el Giro (Pogacar fa vacillare il Giro)

AS

Belgio

Hij is gewoon in alles de beste: Tadej Pogacar overklast zelfs Filippo Ganna en wint tijdrit in Giro, Cian Uijtdebroeks verliest witte trui (È semplicemente il migliore in tutto: Tadej Pogacar surclassa addirittura Filippo Ganna e vince la cronometro al Giro, Cian Uijtdebroeks perde la maglia bianca)

Het Nieuwsblad

Paesi Bassi

Masterclass Pogacar

De Telegraaf

Germania

Entfesselter Pogacar fängt Ganna im Zeitfahren ab – Schachmann stark (Pogacar scatenato intercetta Ganna nella cronometro – Schachmann forte)

Kicker

USA

Pogacar blows away everyone on time trial to extend Giro lead to more than 2 minutes (Pogacar spazza via tutti nella cronometro estendendo il vantaggio del Giro a più di 2 minuti)

The Washington Post

Colombia

Daniel Martínez ‘voló’, excelente contrarreloj y es segundo en el Giro de Italia (Daniel Martínez ‘ha volato’, ottima cronometro ed è secondo al Giro d’Italia)

El Tiempo

Australia

Pogacar homes in on Giro glory as Aussies hunt podium (Pogacar punta alla gloria del Giro mentre gli australiani vanno a caccia del podio)

The West Australian

DISCOGIRO

La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

L’orologio (Adriano Celentano)

METEOGIRO

Spoleto: cielp sereno, 23°C (percepiti 25°C), vento moderato da N (9-27 Km/h), umidità al 39%
Leonessa – traguardo volante Sprint (Km 58) : nubi sparse, 18°C, vento moderato da E (4-27 Km/h), umidità al 41%
Capitignano – Intergiro (Km 104.4) : nubi sparse, 19°C, vento moderato da E (5-23 Km/h), umidità al 42%
Prati di Tivo: nubi sparse, 12°C, vento moderato da NE (9-32 Km/h), umidità al 59%

GLI ORARI DEL GIRO

12.15: inizio diretta su Eurosport
12.45: inizio diretta su RaiSport
12.45: partenza da Spoleto
14.00: inizio diretta su Rai2
14.00-14.15: GPM di Forca Capistrello
14.25-14.46: traguardo volante Sprint di Leonessa
15.30-15.55: traguardo volante Intergiro di Capitignano
15.50-16.20: GPM di Croce Abbio
16.20-16.55: inizio salita finale
16.40-17.20: traguardo volante Sprint di Pietracamela (con abbuoni)
17.00-17.35: arrivo a Prati di Tivo

I MISTERI DELLA CASSAPANCA

Con la ricomposizione della coppia al commento Pancani – Cassani la rubrica degli strafalcioni dei telecronisti riprende il suo titolo originario

De Luca: “Partono con un minuto di cadenza”
De Luca: “E’ partito il campionato nazionale”
Petacchi: “In una cronometro così lungo”
Petacchi” “E’ partito il posteriore”
Pancani: “Due gare all’interno della stessa tappa per un totale di 40 Km”
Pancani: “Secondo intermedio ai piedi della classifica” (ai piedi della salita finale)
Conti: “Salita più pedalabila”
Fabretti: “Ganna non era soddisfatto della prima garte”
Televideo: “Arensmann” (Arensman)

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera

Ordine d’arrivo della settima tappa, cronometro individuale Foligno – Perugia

1° Madis Mihkels
2° Edward Planckaert a 43″
3° Fabio Jakobsen a 51″
4° Caleb Ewan a 52″
5° Luka Mezgec a 1′06″

Miglior italiano Stefano Oldani, 13° a 1′55″

Classifica generale

1° Julius van den Berg
2° Ryan Mullen a 6′31″
3° Bastien Tronchon a 9′15″
4° Simon Clarke a 9′41″
5° Jimmy Janssens a 9′48″

Miglior italiano Manuele Tarozzi, 15° a 13′20″

IL GIRO DI 70 ANNI FA

Riviviamo l’edizione 1954 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”. Quell’anno si impose grazie a una storica fuga bidone l’elvetico Carlo Clerici

28 MAGGIO 1954 – 7a TAPPA: L’AQUILA – ROMA (150 Km)

SCATENATI GLI ASSI CONTRO LA «MAGLIA ROSA» E NETTA VITTORIA DI ALBANI IN VOLATA SU KOBLET

Energico risveglio di combattività nella tappa L’Aquila-Roma del Giro – Fausto Coppi non sta bene ma non pensa a ritirarsi

L’offensiva si è iniziata appena mezz’ora dopo la partenza, protagonista Monti – Oltre 40 km. all’ora di media – La tenace difesa di Clerici che conserva il primato in classifica con 36 minuti di vantaggio su Coppi – “Tante ne ho sentite – dice il campionissimo – che ormai non ci bado più” – Come egli spiega la volata di ieri – Magni: “Aspettate, prima di farci il funerale”

La Fontana Maggiore di Perugia illuminata di rosa (www.rainews.it)

La Fontana Maggiore di Perugia illuminata di rosa (www.rainews.it)

ARCHIVIO QUARTIERTAPPA

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Raduno di partenza a Venaria Reale
1a tappa: Venaria Reale – Torino
2a tappa: San Francesco al Campo – Santuario di Oropa
3a tappa: Novara – Fossano
4a tappa: Acqui Terme – Andora
5a tappa: Genova – Lucca
6a tappa: Torre del Lago Puccini (Viareggio) – Rapolano Terme

POGACAR ASSO PIGLIATUTTO AL GIRO… ED ORA?

La maglia rosa conquista anche la prima tappa a cronometro del Giro d’Italia, infliggendo distacchi importanti agli avversari per la classifica generale e battendo uno specialista come Filippo Ganna che, in verità, non ha gestito bene lo sforzo ed è arrivato in debito. I distacchi in generale sono ora molto pesanti e, vista la superiorità dimostrata, Pogacar potrebbe tentare domani di mettere la pietra tombale sul giro e fare una seconda parte in gestione.

Una cronometro lunga, di 40 chilometri, raro negli ultimi anni vederne una così.
Una cronometro difficile, pianeggiante nella prima parte ma con molti tratti tecnici, con curve difficili da affrontare in velocità e un finale in salita che ha rimescolato tutte le carte rispetto al secondo intertempo, posto ai piedi della ascesa finale verso il capoluogo umbro.
I migliori specialisti delle prove contro il tempo dicono che, per vincere le tappe a cronometro, bisogna partire forte ed arrivare fortissimo.
Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) ha preso alla lettera il suggerimento e ha disputato una prova in crescendo. Già nella prima parte la maglia rosa ha guadagnato sui diretti rivali per la classifica e ha limitato i danni nei confronti di uno specialista come Filippo Ganna (INEOS Grenadiers), che aveva anche incontrato meno vento nel tratto pianeggiante. La vittoria di tappa è poi ovviamente maturata nella parte finale in salita. che è stata determinante per tutti i corridori, nel bene o nel male. Sulle rampe verso Perugia il fuoriclasse sloveno ha messo tutto sulla strada e ha inflitto un distacco di 1′04″ a Ganna nel giro di soli 7 chilometri, il che significa 9 secondi al chilometro.
Ora certamente il tratto finale sorrideva più a Pogacar che a Ganna, tuttavia un distacco così ampio è spia del fatto che Ganna è arrivato in riserva nel tratto finale. Probabilmente una distribuzione dello sforzo non ottimale, che era oggettivamente uno dei rischi a cui un corridore come il campione italiano di specialità poteva andare incontro.
E’ ovvio che un atleta fortissimo in pianura provi a dare tutto nel tratto a lui favorevole, ma è altrettanto ovvio che, se si esagera, si arriva sulla salita con la spia accesa.
Ganna, infatti, ha perso secondi da quasi tutti gli avversari diretti nel tratto finale e anche gli atleti che ha superato in vista del traguardo sembravano riuscire a stargli a ruota abbastanza agevolmente.
Geraint Thomas (INEOS Grenadiers), dal canto suo, è andato anche peggio perché è stato uno dei pochi a perdere secondi da Ganna nel tratto finale.
Al chilometro 18, al primo intertempo, il distacco tra Pogacar e Thomas era di soli 8 secondi mentre, al secondo intertempo, ai piedi della salita, era salito a 40 secondi. All’arrivo il gallese ha accusato un passivo di 2 minuti, perdendo quindi 1′20″ in salita, ossia 11 secondi al chilometro… un’eternità. Probabilmente anche la scelta dei rapporti non ha aiutato il solido capitano della INEOS .
Molto meglio di lui ha fatto il suo compagno di squadra Tymen Arensman, che ha perso anche lui un minuto da Pogacar sulla salita finale, ma ha concluso la prova con il quarto tempo, essendo andato molto bene nel tratto in pianura. L’olandese è ora undicesimo a cinque minuti dal capoclassifica, ritardo in gran parte accumulato nelle prime due tappe, nelle quali non è apparso in condizione.
Daniel Felipe Martinez (BORA – Hansgrohe) ha, invece, limitato molto bene i danni sulla salita, accusando un passivo di 1′47″ da Pogacar, di cui solo 32 secondi maturati negli ultimi 7 chilometri, sui quali ha fatto registrare il secondo miglior tempo dopo Pogacar. Del resto il colombiano, pur essendo campione nazionale di specialità, non è comunque un cronoman di razza, tanto che, al secondo intertempo, accusava un ritardo di 2 minuti da GannaM al quale ha recuperato oltre mezzo minuto in salita.
Grazie alla sua prova, Martinez ha scavalcato Thomas al secondo posto in classifica e si candida a lottare per il podio, essendo un discreto scalatore.
La top 5 della classifica si conclude con Ben O’Connor (Decathlon AG2R La Mondiale Team) e Lucas Plapp (Team Jayco AlUla), che si sono difesi abbastanza bene, anche se il ritardo dalla maglia rosa è considerevole. In particolare, O’Connor ha fatto registrare il terzo miglior tempo nel tratto in salita.
Nel capitolo italiani c’è da sottolineare l’ottima prova di Antonio Tiberi (Bahrain – Victorious), che ha concluso in sesta posizione con un ritardo di 1′21: tuttavia, al primo intertempo, il corridore laziale perdeva 23 secondi dalla maglia rosa e al secondo rilevamento cronometrico 41 secondi. La prova di Tiberi è stata, quindi, estremamente regolare, non ha avuto cali nel percorso e non è crollato in salita, sulla quale ha fatto anzi registrare il quarto tempo. Si tratta di un elemento significativo perché, in una crono di oltre 50 minuti, che i corridori non sono più abituati a disputare su queste distranze, non è facile per un giovane riuscire a gestire lo sforzo. Del resto, un uomo esperto come Thomas ha anch’egli pagato caro alcuni errori e un campione come Ganna ha perso la cronometro anche a causa di una distribuzione dello sforzo non ideale.
Insieme a Tiberi, anche Filippo Zana (Team Jayco AlUla), quindicesimo di giornata, e Lorenzo Fortunato (Astana Qazaqstan Team), trentatreesimo, sono entrati nella top 10 della classifica e domani, su un terreno più congeniale, potranno provare a far bene.
Non si può negare che il Giro abbia preso una piega ben precisa e, del resto, visto il campo partenti c’era da aspettarselo. Il divario tra il leader della generale e gli avversari è abissale e se anche domani lo sloveno dovesse affondare il colpo, potrà gestire in tranquillità le ultime due settimane, che diventeranno una lotta per il secondo posto (salvo clamorosi imprevisti, che sono comunque sempre possibili in una corsa di 21 giorni che nasconde rischi e insidie a ogni metro).
La strategia sembra chiara: picco di forma nella prima settimana, quindi gestione per arrivare al secondo picco nella fasi decisive del Tour de France e provare a centrare la doppietta che dal lontano 1998 è una chimera.

Benedetto Ciccarone

Pogacar vola a prendersi anche la lunga crono di Perugia (foto Luca Bettini / AFP / Getty Images)

Pogacar vola a prendersi anche la lunga crono di Perugia (foto Luca Bettini / AFP / Getty Images)

CUORE NEL CUORE

Primo appuntamento a cronometro sulle strade dell’Umbria. Circa 40 saranno i chilometri che si dovranno percorrere contro il tempo tra Foligno e Perugia, con la salita finale a fare da contraltare a una prima parte di gara totalmente pianeggiante. I primi tratti dell’ascesa verso il capoluogo umbro hanno pendenze da muro, poi le inclinazioni si fanno più morbide, un doppio capovolgimento di fronte che potrebbe far soffrire i cronoman che avranno esagerato troppo nella prima parte di corsa a loro più favorevole.

“L’Italia ha un cuore verde: l’Umbria” campeggiava su uno striscione che fu esposto il pomeriggio del 17 maggio del 1978 sul rettilineo d’arrivo di Piediluco, traguardo della decima tappa del Giro d’Italia vinto dal belga Johan De Muynck. In quello stesso cuore verde il 10 maggio del 2024 palpiteranno i grandi campioni al via della Corsa Rosa perché è sulle strade dell’Umbria che andrà in scena la prima delle due tappe a cronometro inserite quest’anno nel tracciato del Giro, quasi 40 Km che tolgono il sonno agli scalatori ma, al contempo, inquietano non poco anche i corridori più attrezzati sul passo. La tratta da percorrere tra Foligno e Perugia, infatti, non sarà del tutto pianeggiante e, dopo una prima parte effettivamente snella, quando mancheranno poco più di 8 Km al traguardo si comincerà a salire verso il centro storico del capoluogo umbro. Non si tratterà, però, di una salita unitaria perché avrà un aspetto discontinuo per via dell’alternarsi di tratti intermedi privi di pendenza ad altri nei quali la strada salirà a volte con dolcezza e a volte con l’aspetto di vero e proprio muro. Tutte queste variazioni di ritmo potrebbero costituire un bell’handicap per quei corridori più dotati a cronometro che avranno speso troppo nella prima parte di gara, ideale per le loro cilindrate, nel tentativo di affibbiare il maggior distacco possibile agli scalatori. E, alla fine, questi ultimi potrebbero riuscire proprio in virtù del tratto finale a limitare i danni, anche se al traguardo potrebbero comunque perdere diversi minuti.
La rampa di lancio sarà collocata a Foligno, una città che negli ultimi vent’anni ha rappresentato un richiamo irresistibile per il gruppo organizzatore della Gazzetta dello Sport avendo già ospitato quattro volte il Giro d’Italia e cinque la Tirreno-Adriatico, corsa che ha un legame speciale con Foligno perché nel 1966 vi terminò la prima della tappa della prima edizione, terminata con il successo dell’elvetico Rolf Maurer, che allo sprint ebbe ragione dei veneti Dino Zandegù e Flaviano Vicentini. Dalla centralissima Piazza della Repubblica – sulla quale si affacciano il Duomo e il Palazzo Comunale dominato dal torrino simbolo della città dal giorno del suo crollo nel 1997 a causa del terremoto che colpi l’Umbria – già in passato sono salpate due tappe a cronometro del Giro, nel 1995 diretta ad Assisi e nel 2017 a Montefalco, ma in questa terza occasione il via sarà dato alla di fuori dalla cerchia del centro storico. Nei primi 12 Km si ricalcherà la parte iniziale della crono del 1995, dominata dall’elvetico Tony Rominger, che costruì il suo successo unicamente lungo il tratto finale in salita perché nella prima parte di gara i tempi cronometrati furono quasi tutti simili a causa della forte pioggia che costrinse a moderare la velocità, con i pochi che tentarono di alzarla che si ritrovarono a terra. Seguendo le rotte di quella crono a circa 5 Km dal via si sfioreranno le prime pendici del Monte Subasio, sulle quali sono arroccati il centro di Spello e i suoi monumenti – come Porta Venere e la collegiata di San Maria Maggiore – che ne hanno fatto uno dei borghi più belli d’Italia e come tale membro dell’omonima associazione. Giunti in località Passaggio di Assisi si lascerà la strada diretta alla città di San Francesco e con essa anche il tracciato della tappa del 1995, seguitando sulla strada pianeggiante che punta su Rivotorto, un altro luogo di pellegrinaggio frequentato dai devoti al santo “poverello” per la presenza del santuario eretto nel XV secolo attorno al Sacro Tugurio (una delle prime dimore del santo) e interamente rifatto in stile neogotico dopo il terremoto che l’aveva diroccato nel 1854. È un luogo di culto “minore” se paragonato a quello più celebre verso il quale si dirigeranno ora i corridori, la basilica di Santa Maria degli Angeli, imponente opera barocca all’interno della quale è conservata la Porziuncola, la piccola chiesetta che fu uno dei luoghi prediletti da San Francesco, che qui vi scoprì la sua vocazione e vi accolse i primi compagni con i quali fonderà l’Ordine dei Frati Minori (quelli che comunemente sono detti, per l’appunto, francescani). È in questo luogo che conosceremo i primi verdetti dell’orologio, essendo previsto in prossimità del santuario il primo punto nel quale i cronometristi prenderanno i tempi di gara e comunicheranno i distacchi che i favoriti avranno già dato agli avversari. Per i meno dotati nell’esercizio ci sarà ancora da stringere i denti per parecchi chilometri e intanto ci si lascerà alle spalle la collina di Assisi per puntare su Bastia Umbra, l’unico comune della regione a presentare un territorio totalmente pianeggiante, presso il quale si erge la Rocca Baglionesca, maniero oggi occupato da un monastero benedettino femminile.
Si andrà ora a superare l’unica difficoltà altimetrica prevista nella prima parte di questa cronometro, un dentello di 200 metri al 5.6% in vetta al quale si attraverserà Collestrada, centro situato sulla sommità della modesta collina che fa da spartiacque tra la piana di Assisi e il bacino del Tevere. Il fiume di Roma sarà varcato 3 Km più avanti sul “Nuovo Ponte Vecchio”, così chiamato perché l’attuale – di legno – è stato inaugurato nel 2000 in sostituzione del precedente di pietra era stato distrutto dai bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale. Conosciuti alle porte della frazione di Ponte San Giovanni i nuovi responsi del tic-tac inizieranno ora gli ultimi chilometri “tranquilli” di questa cronometro, che si snoderà nei successivi 2000 metri in direzione della località di Ponte Valleceppi, nome che deriva da un altro ponte gettato sul Tevere, risalente al XIV secolo e oggi privo della porta daziaria e della torre di difesa demolite quattrocento anni più tardi.
Sceso il sipario sul tratto più veloce della crono ci sarà un repentino cambio di direzione per cominciare ad “aggredire” le pendici della collina sulla quale sorge Perugia e aggressivi lo saranno per davvero i primi tratti della salita finale, che complessivamente misura 8.2 Km e presenta una pendenza del 3.2%. Bisogna, infatti, digerire un’inclinazione media del 10.7% per raggiungere la località di Casaglia, passata la quale la salita si spegne letteralmente per un paio di chilometri, tratto in quota che s’interrompe per circa 400 metri (media del 5.1%) in prossimità del bivio per il castello di Monterone, che oggi ospita un albergo e che si racconta fosse un tempo ospizio gestito dai mitici cavalieri templari, che avevano il loro monastero presso la vicina Chiesa di San Bevignate. Da quest’ultima si transiterà subito prima della “riaccensione” della salita, che comunque da qui in poi non avrà più il piglio del ripido muro iniziale e ora proporrà una rampa di 700 metri al 6.9%, superata la quale si penetrerà in falsopiano nel quartiere di Monteluce, alle cui porte è stato realizzato l’omonimo polo universitario. Quando mancheranno circa 4 Km all’arrivo la salita tornerà a essere un ricordo e, anzi, si procederà in leggere discesa in direzione dell’antica Porta San Girolamo, che si varcherà con un secco tornante nel corso dell’ultimo tratto di vera salita e che un tempo costituiva il punto d’accesso alla città per i viandanti che arrivavano da Roma. Nel corso dei successivi 400 metri al 5% si transiterà sotto Porta di San Pietro, superata la quale si attraverserà l’omonimo rione medioevale, uno dei cinque rioni storici nel quale è suddivisa la città di Perugia. Per quasi buon chilometro la pendenza si farà dolcissima (media dell’1.5%), poi le inclinazioni tornano leggermente a incrementare nei 500 metri conclusivi al 3.5% con i quali si raggiungerà il cuore della città, il centralissimo Corso Vannucci, il salotto buono di Perugia in fondo al quale troneggia la monumentale Fontana Maggiore, scenografica quinta ai primi, severi responsi dell’orologio.

Mauro Facoltosi

La Fontana Maggiore di Perugia e l’altimetria della settima tappa (www.paesaggioitaliano.eu)

La Fontana Maggiore di Perugia e l’altimetria della settima tappa (www.paesaggioitaliano.eu)

I VALICHI DELLA TAPPA

Colle Strada (240 metri). Non toccato direttamente dal percorso di gara, si trova non distante dalla località di Collestrada, esattamente all’altezza dello svincolo tra la Strada Statale 3 bis “Tiberina” e la Strada Statale 75 “Centrale Umbra”.

Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).

CIAK SI GIRO

Quando nel 2021 Pupi Avati decise di mettere in pratica il progetto di un film su Dante Alighieri, la cui prima versione del soggetto era stata scritta dallo stesso nel 2003, la volontà del celebre regista bolognese era, ovviamente, di girare il tutto a Firenze. Dopo i primi sopralluoghi, però, ci si rese conto che la città era troppo cambiata e anche i luoghi che ancora avevano connotati medioevali erano “inquinati” da troppi segni della modernità, come nel caso dell’unica location veramente fiorentina, la chiesa di Orsanmichele, che dopo esser stata filmata fu sottoposta a “maquillage” al computer per far sparire le moderne grondaie che ne percorrevano la facciata. Bisognava trovare delle soluzioni e Avati le trovò a Roma, dove molte scene furono girate in set appositamente costruiti negli studi di Cinecittà e purtroppo andati distrutti in un rovinoso incendio pochi mesi più tardi, e in alcuni luoghi della Toscana (come a San Gimignano) e dell’Umbria che ancora non avevano perso i tratti “medioevaleggianti”. Così per vedere dal vero la chiesa di Firenze incontrò per la prima volta l’amata Beatrice bisogna raggiungere l’abitato di Vallo di Nera, in provincia di Terni, mentre l’umbra abbazia di San Salvatore di Montecorona a Umbertide ha preso il posto del toscano monastero di Vallombrosa. La stessa Perugia ha prestato il proprio volto per numerose scene, soprattutto per quelle che hanno per protagonista il poeta Giovanni Boccaccio, incaricato di recarsi a Ravenna per consegnare alla figlia di Dante un risarcimento simbolico per l’esilio al quale il “vate” era stato costretto 30 anni prima. Tra le location filmate c’è la trecentesca Torre di Pretola, poco distante dal punto dove inizierà la salita finale verso Perugia: è qui che Boccaccio (interpretato da Sergio Castellitto) scende nel sottostante fiume (nella finzione l’Arno, nella realtà il Tevere) per lavarsi prima d’iniziare il lungo viaggio verso Ravenna, occasione per rivivere in flash back – tappa dopo tappa – i principali episodi della vita di Dante.

In collaborazione con www.davinotti.com

La torre di Pretola presso Perugia nel film “Dante” (www.davinotti.com)

La torre di Pretola presso Perugia nel film “Dante” (www.davinotti.com)

Le altre location del film

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/dante/50060403/pagina/1

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/dante/50060403/pagina/2

FOTOGALLERY

Foligno, Piazza della Repubblica e Palazzo Comunale

Spello, Porta Venere


Rivotorto, Santuario del Sacro Tugurio

Assisi, Basilica di Santa Maria degli Angeli

Bastia Umbra, Rocca Baglionesca

Il “dentello” di Collestrada

Ponte San Giovanni, Nuovo Ponte Vecchio

L’inizio della dura rampa verso Casaglia

Perugia, Castello di Monterone

Complesso templare di San Bevignate

Il tornante all’imbocca di Porta San Girolamo

La rampa che immetterà i “girini” sotto Porta di San Pietro

Il rettilineo d’arrivo di Corso Vannucci