QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI CUSANO MUTRI

Ecco il tradizionale contenitore made ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione vinta dall’elvetico Carlo Clerici nel 1954)

SALA STAMPA

Italia

Giro: sulla Bocca della Selva fa festa Paret-Peintre. Pogacar, rosa in scioltezza

Gazzetta dello Sport

Slovenia

Francoza Janu Tratniku preprečila sanjski dan (Un francese ha impedito a Jan Tratnik di vivere una giornata da sogno)

Delo

Regno Unito

Valentin Paret-Peintre leads home idol Bardet for stage win (Valentin Paret-Peintre precede il suo idolo Bardet per la vittoria di tappa)

The Guardian

Francia

Le chef-d’œuvre de Paret-Peintre (Il capolavoro di Paret-Peintre)

L’Équipe

Spagna

Valentin Paret-Peintre estira el meme de las Van Rysel (Valentin Paret-Peintre amplia il meme di Van Rysel)

AS

Belgio

Cian Uijtdebroeks verliest tiental seconden tegenover concurrenten in zware bergrit, vroege vluchter Valentin Paret-Peintre steekt landgenoot Romain Bardet de loef af (Cian Uijtdebroeks perde dieci secondi contro i concorrenti in una dura tappa di montagna, il primo fuggitivo Valentin Paret-Peintre supera il connazionale Romain Bardet)

Het Nieuwsblad

Paesi Bassi

Weer klap voor Visma (Altro duro colpo per il Visma)

De Telegraaf

Germania

Geschke nun Zweiter in der Bergwertung – Pogacar hat alles unter Kontrolle (Geschke è ora secondo nella classifica delle montagne: Pogacar ha tutto sotto controllo)

Kicker

USA

Paret-Peintre emulates older brother by winning a Giro d’Italia stage (Paret-Peintre emula il fratello maggiore vincendo una tappa del Giro d’Italia)

The Washington Post

Colombia

Daniel Martínez se defendió de los duros ataques y sigue en el podio del Giro de Italia (Daniel Martínez si è difeso dai duri attacchi e resta sul podio del Giro d’Italia)

El Tiempo

Australia

Paret-Peintre follows brother in taking Giro stage win (Paret-Peintre segue il fratello nella vittoria di tappa del Giro)

The West Australian

DISCOGIRO

La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Bocca di rosa (Fabrizio De Andrè)

METEOGIRO

Foiano di Val Fortore: cielo sereno, 21°C, vento moderato da SO (16-38 Km/h), umidità al 57%
Pietracatella – GPM (Km 48.4): pioggia debole (0.3 mm), 22°C (percepiti 25°C), vento moderato da SO (21-45 Km/h), umidità al 49%
Larino (Km 87.6): nubi sparse, 26°C, vento moderato da S (21-44 Km/h), umidità al 37%
San Salvo Marina – traguardo volante Intergiro (Km 137.9): nubi sparse, 25°C (percepiti 26°C), vento moderato da E (12-35 Km/h), umidità al 51%
Francavilla al Mare: nubi sparse, 23°C (percepiti 24°C), vento moderato da E (10-38 Km/h), umidità al 66%

GLI ORARI DEL GIRO

11.45: inizio diretta su Eurosport
12.15: inizio diretta su RaiSport
12.15: partenza da Foiano di Val Fortore
13.30-13.40: GPM di Pietracatella
14.00: inizio diretta su Rai2
14.00-14.20: traguardo volante Sprint di Casacalenda
15.25-15.50: traguardo volante Intergiro di San Salvo Marina
16.10-16.40: traguardo volante Sprint di Fossacesia Marina (con abbuoni)
16.55-17.30: arrivo a Francavilla al Mare

I MISTERI DELLA CASSAPANCA

Con la ricomposizione della coppia al commento Pancani – Cassani la rubrica degli strafalcioni dei telecronisti riprende il suo titolo originario

De Luca: “I primi due atleti sono Israel e Alpecin”
De Luca: “Si allarga la telecamera per andare a vedere”
De Luca: “Se il sudafricano riuscirà a rientrare sulle code dei tre fuggitivi”
Genovesi: “Lo uccide a mani nute”
Borgato: “Tiberi è stato subito ricorso”
Televideo RAI: “C’è un gruppetto di 25 corridori che si stacca dal plotone, accumulando quasi 6 minuti di distacco” (era fuggitivi, quindi non si parla di distacco ma di vantaggio)
The Guardian (quotidiano inglese): “Valentin Paret-Peintre leads home idol Bardet for stage win” (da quando Bardet ha la cittadinanza italiana?)

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera

Ordine d’arrivo della decima tappa, Pompei – Cusano Mutri (Bocca della Selva)

1° Rui Oliveira
2° Sebastian Molano s.t.
3° Josef Cerný a 1′55″
4° Simone Consonni s.t.
5° Edward Theuns, s.t.

Miglior italiano Martin Marcellusi 9° a 3′04″

Classifica generale

1° Fabio Jakobsen
2° Fabian Lienhard a 56″
3° David Dekker a 1′58″
4° Phil Bauhaus a 4′24″
5° Tim Merlier a 4′53″

Miglior italiano Davide Cimolai, 13° a 10′23″

IL GIRO DI 70 ANNI FA

Riviviamo l’edizione 1954 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”. Quell’anno si impose grazie a una storica fuga bidone l’elvetico Carlo Clerici

31 MAGGIO 1954 – 10a TAPPA: FIRENZE – CESENATICO (211 Km)

FALLITO ATTACCO DI COPPI A KOBLET SULLA SALITA DI PERTICARA

Le emozionanti vicende della tappa Firenze-Cesenatico del Giro d’Italia – “Se mi capita l’occasione non la mando a nessuno”

Lunga e sfortunata fuga di Fornara raggiunto nel finale e battuto sul traguardo – Vittoria di Giudici seguito da Barozzi – Il gruppo degli assi a ridosso dei primi tre – Classifica generale immutata – Oggi arrivo all’Abetone – Fausto confessa le sue delusioni e le sue speranze

La chiesa di Santa Croce al Monte Calvario di Cusano Mutri illuminata di rosa (www.ilsannioquotidiano.it)

La chiesa di Santa Croce al Monte Calvario di Cusano Mutri illuminata di rosa (www.ilsannioquotidiano.it)

ARCHIVIO QUARTIERTAPPA

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Raduno di partenza a Venaria Reale
1a tappa: Venaria Reale – Torino
2a tappa: San Francesco al Campo – Santuario di Oropa
3a tappa: Novara – Fossano
4a tappa: Acqui Terme – Andora
5a tappa: Genova – Lucca
6a tappa: Torre del Lago Puccini (Viareggio) – Rapolano Terme
7a tappa: Foligno – Perugia (cronometro individuale)
8a tappa: Spoleto – Prati di Tivo
9a tappa: Avezzano – Napoli

PARET-PEINTRE: PRIMA VITTORIA DA SOGNO A BOCCA DELLA SELVA

Ottenere la prima vittoria in carriera direttamente in un grande giro e per giunta in solitaria in un arrivo in salita deve provocare un’emozione incredibile. Per avere una conferma bisognerebbe rivolgersi a Valentin Paret-Peintre che oggi ha vissuto proprio tale situazione al termine della 9a tappa del Giro d’Italia. Il giovane francese della Decathlon-Ag2r La Mondiale ha battuto i compagni di fuga lungo la salita finale che portava a Bocca della Selva staccando prima Romain Bardet (Team dsm-firmenich-PostNL) e andando poi a raggiungere e lasciare sul posto Jan Tratnik (Visma | Lease a bike) che si era avvantaggiato in precedenza. Quasi no-contest tra i big della generale, se si fa eccezione di qualche scaramuccia negli ultimi km dell’ascesa finale

Dopo il primo giorno di riposo il Giro ripartiva con una tappa, la Pompei-Bocca della Selva, piuttosto corta (appena 142 km) ma resa interessante da un percorso esigente e da un arrivo in salita inedito. Dopo i primi 45 km completamente piatti, la strada iniziava a salire con la breve ascesa di Arpaia (5,6 km al 3,4%) in cima alla quale era posto il primo sprint intermedio di giornata (km 52). Un altro breve tratto pianeggiante anticipava quindi la breve salita, non classificata come gom nonostante le pendenze (3,1 km al 8,3%), che portava la carovana verso Taburno. Dopodichè i corridori erano attesi da una breve discesa e quindi dalla salita di Camposauro (6,1 km al 7,6%) classificata come gpm di 2a categoria e la cui cima era posta a 60 km dall’arrivo. Dopo la conseguente discesa e un breve tratto di fondovalle la strada ricominciava a salire (4,8 km al 6,5%) verso Guardia Sanframondi dove era posto l’intergiro (km 105). A questo punto iniziava un tratto di saliscendi lungo circa 20 km che portava a Cusano Mutri (km 121) dove era posto il terzo sprint di giornata. Poco dopo iniziava la salita finale di Bocca della Selva lunga 18,1 km e cartterizzata da una pendenza media non troppo elevata (5,6%). L’ascesa era divisa sostanzialmente in tre tronconi: il primo tratto (6,2 km circa al 6,2%) terminava a Pietraroja, quindi, dopo una breve contropendenza iniziava la parte centrale (3 km al 5,6%). Infine, dopo una seconda parte in leggera discesa, i corridori erano attesi dal pezzo più duro (6,5 km al 7,2%). Una frazione che sorrideva alle fughe, pur senza escludere l’intervento diretto degli uomini di classifica.

Pronti via e, come nelle previsioni, sono iniziati gli scatti in testa al gruppo. I primi a partire sono stati Quinten Hermans (Alpecin-Deceuninck) e Simon Clarke (Israel-Premier Tech) che sono subito riusciti a prendere un paio di centinaia di metri di vantaggio. Dietro di loro, alla spicciolata, si sono susseguiti numerosi altri scatti, ma l’andatura forsennata del gruppo non ha consentito loro di evadere. Dopo 15 km il duo di testa procedeva con appena 15″ di margine su un plotone da cui continuavano i tentativi di contrattacco. Al km 20 sui due battistrada è rinvenuto Alessandro De Marchi (Team Jayco-AlUla), bravo a trovare il momento giusto, mentre Stefan De Bod (EF Education-EasyPost), partito poco dopo, è rimasto nella terra di mezzo prima di essere ripreso da un gruppo ancora non rassegnato a mollare la presa. Nei chilometri successivi il gruppo ha continuato ad alternare fasi di andatura elevatissima causate dagli scatti ad altre di completo rilassamento, condizione che ha consentito ai tre battistrada dia aumentare man mano il gap (35″ al km 30; 1′00″ al km 40).

Lungo la salita di Arpaia, Hermans ha perso contatto dagli altri due mentre nel gruppo continuavano ad alternarsi i contrattacchi. Quello buono è però arrivato solo lungo la salita di Bivio Taburno quando si è formato un gruppetto di ben 25 corridori all’inseguimento della coppia di testa formata da Clarke e De Marchi. Il gruppo a questo punto ha desistito e così i contrattaccanti lungo l’ascesa che portava verso il gpm di Camposauro sono riusciti a rientrare finalemente sul duo di testa andando a formare un drappello di ben 27 corridori. Oltre ai già citati De Marchi e Clarke vi erano: Nicola Conci (Alpecin), Simone Velasco (Astana), Damiano Caruso (Bahrain-Victorious), Maximilian Schachmann (BORA-Hansgrohe), Simon Geschke (Cofidis), Aurélien e Valentin Paret-Peintre (Decathlon AG2R La Mondiale), Juan Esteban Chaves (EF Education-EasyPost), Enzo Paleni (Groupama-FDJ), Tobias Foss (Ineos Grenadiers), Marco Frigo (Israel-Premier Tech), Andrea Bagioli e Juan Pedro López (Lidl-Trek), Will Barta (Movistar Team), Mattia Bais (Polti-Kometa), Julian Alaphilippe e Mauri Vansevenant (Soudal-Quick Step), Romain Bardet, Chris Hamilton e Kevin Vermaerke (Team dsm-firmenich-PostNL), Filippo Zana (Team Jayco-Alula), Jan Tratnik (Visma | Lease a Bike), Domenico Pozzovivo, Luca Covili e Filippo Fiorelli (VF Group-Bardiani CSF-Faizanè). Proprio lungo l’ascesa Clarke, evidentemente stanco dopo aver a lungo lottato per non farsi riprendere dal gruppo, ha mollato la presa, mentre Geschke andava a vincere il gpm alla ricerca di punti validi per la maglia blu.

Lungo la salita di Sanframondi, che conduceva allo sprint valido per l’intergiro, si è staccato Alaphippe, ma anche altri corridori hanno iniziato a mostrare segnali di fatica. Proprio all’intergiro, vinto dal solito Fiorelli, il drappellone di testa ha iniziato a sfaldarsi per via dell’attacco di Jan Tratnik, partito proprio sullo slancio del traguardo intermedio. Al suo inseguimento si sono posti Valentin Paret-Peintre, Frigo, Bagioli e Bardet. Nel frattempo il gruppo procedeva con oltre 5 minuti di ritardo dai battistrada visto il disinteresse mostrato dagli uomini UAE. Davanti invece continuava l’azione solitaria di Tratnik che ha così approcciato in totale solitudine la lunga ma pedalabile salita finale: ai -15 il quartetto inseguitore pagava circa 1 minuto di ritardo, mentre quel che restava del drappello era scivolato a quasi 2′.
Nei primi chilometri di salita Frigo ha perso contattatto dagli altri 3 contrattaccanti, poi diventati 2 ai -13 quando i due francesi sono scattati lasciando sul posto Bagioli. La coppia Bardet – Paret-Peintre ha così iniziato a recuperare man mano su Tratnik che però ai -5 aveva ancora circa 40″ di vantaggio su di loro. Nel gruppo maglia rosa invece, dopo alcuni chilometri in cui avevano fatto l’andatura gli uomini della Ineos, erano arrivati in testa i corridori della Bahrain in supporto ad un Antonio Tiberi sembrato in grande condizione.

L’azione che ha deciso definitivamente la corsa è arrivata di lì a poco, quando (ai -3) Valentin Paret-Peintre ha staccato il suo idolo di gioventù Bardet andando poi a riprendere e staccare anche Tratnik. Lo sloveno è stato poi raggiunto e superato anche da Bardet, con quest’ultimo che non ha però avuto le forze necessarie per avvicinarsi al connazionale ed ex compagno di squadra. Valentin Paret-Peintre è così riuscito a raccogliere la sua prima vittoria da professionista tagliando il traguardo con 29″ su Bardet, 1′01″ su Tratnik, 1′18″ su Bagioli e 1′25″ su un gruppetto regolato dall’altro Paret-Peintre davanti a Geschke, Zana e Pozzovivo. Nel gruppo maglia rosa aveva invece attaccato Tiberi, subito ripreso nientepopodimenoche dalla maglia rosa di Pogacar. I migliori sono così arrivati quasi tutti insieme anche se l’ultima accelerazione di Ben O’Connor (Decathlon Ag2r La Mondiale) ha leggermente sgranato il gruppo nel finale, dando vita a qualche piccolo gap tra i migliori.

La classifica resta sostanzialmente invariata: Pogacar guida con 2′40″ su Martínez, 2′58″ su Thomas, 3′39″ su O’Connor, 4′15″ su Uijtdebroeks, 4′27″ su Tiberi.

Domani tappa che potrebbe sorridere nuovamente ad una fuga o, in caso di corsa più calma, alle ruote veloci.

Pierpaolo Gnisci

Valentin Paret-Peintre prima da pro da urlo (fonte: Getty Images)

Valentin Paret-Peintre prima da pro da urlo (fonte: Getty Images)

ARRIVANO LE FORCHE CAUDINE… IN BOCCA ALLA SELVA!!!

Dopo il giorno di riposo trascorso all’ombra del Vesuvio, momento che diversi corridori temono più d’un tappone, il Giro si rimette in marcia con una frazione di montagna apparentemente poco impegnativa. L’ascesa finale verso Bocca della Selva non offre grandi numeri nelle pendenze, ma è lunga quasi 20 Km e presenta variazioni di ritmo indotte da un paio di lunghi spianamenti. Se qualche big non avrà digerito il riposo potrebbe incontrare in questa giornata le sue “forche caudine” e lasciar per strada qualche minuto.

Ci sono valichi – come lo Stelvio e il Mortirolo – i cui nomi sono rimasti nella storia quasi esclusivamente per meriti sportivi; ce ne solo altri non hanno né appeal, né curriculum ciclistico e tra questi ce n’è uno che è riuscito ugualmente a ritagliarsi uno spazio sui libri di storia. È la Stretta di Arpaia, modesta ascesa di 3.2 Km al 4.3% che per i “girini” sarà la prima difficoltà altimetrica della decima tappa e che è più celebre con il toponimo di Forche Caudine, luogo che i libri di storia ci hanno tramandato come la gola dove l’esercito romano, durante la seconda guerra sannitica, subì una delle più celebri sconfitte che si ricordi, al punto che ancora oggi quel termine è sinonimo di cocente umiliazione. E la tappa che vi transiterà potrebbe per davvero rivelarsi una “forca caudina” per qualcuno a causa della sua posizione in calendario, piazzata subito dopo il primo dei due giorni di riposo, momenti che l’UCI ha reso obbligatori dal 2002 ma che per diversi corridori sono indigesti perché spezzano il ritmo di gara che si era consolidato nella prima settimana. Il rischio è di faticare a ricarburare al momento della ripartenza, soprattutto se ci si rimette in viaggio con una tappa a cronometro o una di montagna, proprio come quella che si concluderà in salita a Bocca della Selva. Quest’ultima non è una salita all’apparenza durissima (la pendenza media è del 5,6%), ma misura quasi 20 Km e presenta un andamento a corrente alternata e se qualche corridore non avrà metabolizzato il riposo potrebbe anche perdere diversi minuti, soprattutto al momento d’affrontare i tratti più difficili. E la storia di ciclismo non è avara di episodi di crolli verticali avvenuti proprio in circostanze simili a quella della tappa odierna, che scatterà da Pompei. Lasciata la città celebre non solo per gli scavi ma anche per il Santuario della Beata Vergine del Santo Rosario – uno dei principali d’Italia, costruito a partire dal 1876 su iniziativa del beato Bartolo Longo e grazie alle offerte spontanee dei fedeli – la corsa si snoderà in pianura nei primi 50 Km, scostandosi subito dopo il via dalle pendici del Vesuvio per puntare verso le prime alture dell’Irpinia. In questa fase d’apertura si toccherà Poggiomarino, centro che vanta un’area archeologica di scoperta recente, un villaggio protostorico di capanne rinvenuto nel 2000 presso una discarica e attorno al quale è stato realizzato il Parco Archeo-Fluviale di Longola. Proseguendo la risalita dello stivale italico ci si porterà quindi a Palma Campania, cittadina che merita il soggiorno in occasione del carnevale, che qui non prevede la solita sfilata di carri allegorici ma l’esibizione dei gruppi folcloristici delle “Quadriglie”, eredi di una tradizione che risale al 1600. Attraversata la vicina Nola – antica cittadina conosciuta per la popolare “Festa dei Gigli” e della quale fu vescovo Paolino, il santo ritenuto l’inventore delle campane – il gruppo giungerà a Cimitile, piccolo centro che vanta ben quattro basiliche, inserite in un complesso paleocristiano iniziato nel IV secolo. Transitando ai piedi della montagna che ospita il Santuario di Sant’Angelo a Palombara, fondato in posizione panoramica nell’879, la Corsa Rosa lascerà la provincia di Napoli per passare in quella di Caserta e portarsi ai piedi della salita delle Forche Caudine, superata la quale la strada tornerà pianeggiante per una decina scarsa di chilometri. Transitati da Montesarchio – nel cui castello è possibile ammirare il vaso del “Ratto di Europa”, realizzato nel IV secolo avanti Cristo dal ceramografo Assteas e ritenuto il più bello del mondo – per i “girini” comincerà la seconda salita di giornata. Sono 2800 metri all’8.8%, corrispondenti al tratto iniziale dell’ascesa diretta al Taburno, montagna localmente nota con il soprannome di “Dormiente del Sannio” perché il suo profilo ricorda quello di una donna coricata. Sfiorato il borgo d’origine medioevale di Cautano, nel corso della successiva discesa si punterà in direzione di Vitulano, che il gruppo attraverserà dopo aver iniziato la salita del Camposauro, 6.5 Km al 7.4% scavalcati i quali si planerà su Solopaca, centro noto agli appassionati di enologia per aver dato il nome a ben sette vini e non è un caso che qui si possa visitare il MEG, un museo dedicato all’eno-gastronomia, ospitato nell’antico Palazzo Cutillo.
Attraversato il fiume Calore sull’ottocentesco Ponte Maria Cristina, il cui nome richiama la sovrana che lo inaugurò nel 1835 e che nel 2014 è stata proclamata beata dalla chiesa cattolica, s’imboccherà l’ultimo tratto pianeggiante di questa tappa, giusto 2600 metri tranquilli prima di riprendere l’ascensore e affrontare uno strappo di 1.3 Km al 5.7%, prodomo alla successiva ascesa di 4.8 Km al 4.9% che terminerà alle porte di Guardia Sanframondi: è il centro del beneventano che nel 2021 ha ospitato l’arrivo di una tappa del Giro vinta dal francese Victor Lafay, mentre nel 2003 vi si era conclusa la prima tappa in linea del Giro femminile, conquista dalla lituana Rasa Polikevičiūtė. Seguirà un tratto in quota lungo poco meno di 20 Km nel corso del quale prima si toccherà Cerreto Sannita, luogo di produzione di ceramiche tra il XVII e il XVIII secolo, e poi, superata in galleria le suggestive forre del Triferno, si affronterà uno strappo di 700 metri dal 6% in corrispondenza dell’attraversamento di Cusano Mutri, il comune titolare dell’arrivo di tappa. Subito dopo aver toccato questo centro avrà inizio la lunga ascesa finale, una salita non unitaria perché due tratti intermedi la spezzano in tre tronconi, inficiando il dato della pendenza media. Si comincerà con i 6 Km al 6.8% che condurranno il gruppo a Pietraroja, centro il cui nome è segnalato sui principali libri che trattano di archeologia italiana perché nel 1980 vi fu rinvenuto il fossile del primo dinosauro scoperto nella nostra nazione, un cucciolo che fu “battezzato” con il nome di Ciro. Per un chilometro la strada diventerà perfettamente pianeggiante, poi si attaccherà la seconda balza dell’ascesa finale, più pedalabile della precedente (2.7 Km al 5.9%) e seguita da un ultimo tratto tranquillo, 2 Km nel corso dei quali si perderà anche qualche metro di quota. Infine, quando mancheranno 6 Km all’arrivo si attaccherà la parte più impegnativa dell’ascesa finale, poiché fino al traguardo si dovrà pedalare su di un’inclinazione media del 7.7%, buona per fagocitare le speranze di quei corridori avranno ancora sullo stomaco il giorno di riposo. La Bocca della Selva è pronta a spalancare le sue fauci….

Mauro Facoltosi

Il borgo di Cusano Mutri e l’altimetria della decima tappa (wikipedia)

Il borgo di Cusano Mutri e l’altimetria della decima tappa (wikipedia)

I VALICHI DELLA TAPPA

Forche Caudine (283 metri). Note anche con il nome geografico di Stretta di Arpaia, è la gola che separa il Monte Castello dal Monte Tairano. Valicate dalla Strada Statale 7 “Via Appia” tra Santa Maria a Vico e Arpaia, sono state attraversate spesso dal Giro d’Italia, ma non vi si è mai disputato un traguardo GPM. L’ultimo passaggio risale al 2000, durante la tappa Terracina – Caserta vinta dal mantovano Cristian Moreni.

Bocca della Selva (1393 metri). Vi transita la Strada Provinciale 89 tra Pietraroja e il Lago del Matese. Quotata 1392 metri sulle cartine del Giro 2024, vi sorge l’omonima stazione di sport invernali, presso la quale la Corsa Rosa nel recente passato ha collocato in due occasioni lo striscione di un GPM di passaggio, mentre l’arrivo di tappa previsto quest’anno sarà una novità assoluta. La prima scalata è avvenuta nel 2016 durante la tappa Ponte – Roccaraso, vinta dal belga Tim Wellens, quando alla Bocca della Selva si salì dal medesimo versante di quest’anno e in vetta transitò per primo il bresciano Alessandro Bisolti. È stato, invece, il belga Kobe Goossens a far suo questo GPM nel 2021, quando si è saliti dal versante opposto: la tappa, disputata tra Foggia e Guardia Sanframondi, terminò con la vittoria in solitaria del francese Victor Lafay.

Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).

CIAK SI GIRO

Oggi il Giro riparte da Pompei, la città universalmente nota per la sua area archeologica, riportata alla luce a partire dal 1748 su iniziativa del re di Napoli Carlo III di Borbone, rimasto impressionato dai ritrovamenti avvenuti qualche anno prima nella vicina Ercolano. Così tornò a mostrarsi all’occhio umano la città romana rimasta sepolta sotto le ceneri del Vesuvio dopo la catastrofica eruzione avvenuta il 24 ottobre del 79 dopo Cristo e anche l’occhio della macchina da presa arriverà a immortalare scorci dell’antica Pompeii, con la doppia i secondo la denominazione adottata in epoca romana. In ordine cronologico il primo regista a scegliere di girare un film tra gli scavi fu il romano Mario Costa, che nel 1955 scese in Campania per le riprese di “Prigionieri del male”, opera che narra le vicende di una giornalista russa atea venuta in Italia per compiere un’inchiesta sul cattolicesimo e che invece finirà per convertirsi. Bisognerà poi aspettare 14 anni per vedere nuovamente una troupe muoversi tra le vestigia dell’antica città perché nel 1969 Pompei sarà s scelta dal regista vicentino Gian Luigi Polidoro per girarvi alcune scene di “Satyricon”, film che fu prodotto contemporaneamente – con tanto di polemiche e querele – a quello omonimo di Federico Fellini, che si vide costretto ad aggiungere il suo cognome al titolo per non confondere gli spettatori: si temeva che questi ultimi avrebbero corso il rischio di andare al cinema per vedere un film storico firmato dal grande cineasta romagnolo e di trovarsi in sala ad assistere a una commedia parodistica con accenni all’erotismo. Nulla impedì alla pellicola del Polidoro di uscire in sala, dove si poté così ammirare alcuni dei più celebri scorcii dell’antica città come la Villa di Giulia Felice e la celebre Villa dei Misteri, i cui affreschi fanno da sfondo alle scene ambientate nella dimora che il liberto arricchito Trimalcione – interpretato dall’indimenticato Ugo Tognazzi – intende lasciare in eredità alla sua cagnetta.

In collaborazione con www.davinotti.com

La protagonista del film si aggira tra le rovine di Pompei in “Prigionieri del male” (www.davinotti.com)

La protagonista del film si aggira tra le rovine di Pompei in “Prigionieri del male” (www.davinotti.com)

La villa di Giulia Felice in “Satyricon” (www.davinotti.com)

La villa di Giulia Felice in “Satyricon” (www.davinotti.com)

Qui potete vedere le altre location dei due film citati

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/non-ti-muovere/50009386

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/stesso-sangue/50002671

FOTOGALLERY

Il Vesuvio sullo sfondo del Foro di Pompei

Poggiomarino, Parco Archeo-Fluviale di Longola

Cimitile, Complesso Basilicale Paleocristiano

San Felice a Cancello, Santuario di Sant’Angelo a Palombara

In salita verso le Forche Caudine

Castello di Montesarchio

Solopaca, Museo Enogastronomico

Solopaca, Ponte Maria Cristina

Cerreto Sannita, Piazza San Martino

Le forre del Triferno alle porte di Cusano Mutri

Pietraroja, Parco Geopaleontologico

Bocca della Selva