LIEGI-BASTOGNE-LIEGI 2025: LE PAGELLE
aprile 29, 2025 by Redazione
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Le pagelle della Liegi – Bastogne – Liegi 2025. Pogačar sempre più imbattibile, Ciccone bella sorpresa per l’Italia, Evenepoel fantasma, Healy conferma, Alaphilippe con il cuore
TADEJ POGAČAR Ancora lui, sempre lui. Il fenomeno sloveno vince la sua terza Liegi – Bastogne – Liegi a modo suo, attaccando prima sulla Redoute e dilatando pian piano il vantaggio sugli inseguitori. Dopo una primavera praticamente dominata – gli unici ‘intoppi’ che ha trovato sulla sua strada sono stati Mathieu van der Poel e Mattias Skjelmose Jensen – adesso inizierà la preparazione per un Tour de France in cui promette altro spettacolo. VOTO: 9.5
GIULIO CICCONE Il ciclista abruzzese, dopo un discreto Tour of The Alps, testa la sua gamba in ottica Giro alla Liegi e spodesta nella graduatoria della Lidl Trek sia Mattias Skjelmose Jensen, sia Thibau Nys. Dimostra di essere il primo degli umani e dopo sei anni grazie a lui l’Italia torna sul podio della Decana. VOTO: 9
BEN HEALY. Ottima prova di sostanza e di solidità del ciclista irlandese che insieme a Ciccone si mette all’inseguimento di Pogačar. Merita il terzo posto finale. VOTO: 8.5
SIMONE VELASCO. Vince la volata del gruppo dei battuti e ottiene la prima top five della sua carriera in una Monumento. VOTO: 7.5
ANDREA BAGIOLI. Sesto all’arrivo ed è il terzo italiano nella top ten. Complessivamente una Liegi – Bastogne – Liegi più che soddisfacente. VOTO: 7
THIBAU NYS. Senza infamia e senza lode la prova del giovane belga che alla vigilia sembrava dover essere uno degli avversari più temibili di Pogačar. Crescerà. VOTO: 6
JULIAN ALAPHILIPPE. Mezzo voto in più di Pidcock (si veda sotto) per la caparbietà dimostrata in una corsa dove ha collezionato due secondi posti. VOTO: 6
ANDREAS LEKNESSUND. Primo all’arrivo dell’Uno-X Mobility, che ricorderemo più che altro per la maglia dedicata alla mitica 7-Eleven. VOTO: 6
THOMAS PIDCOCK Nel finale sembra uno dei più pimpanti ma cala alla distanza dopo aver provato ad inseguire Pogačar insieme a Ciccone, Healy ed Alaphilippe, venendo ripreso dal gruppo sulla Roche aux Façons. VOTO: 5.5
MATTIAS SKJELMOSE JENSEN. Altro atteso protagonista, risente ancora della botte patite nella caduta alla Freccia Vallone e chiude in un’anonima trentanovesima posizione. VOTO: 5
TIESJ BENOOT. Visma Lease a Bike si affidava a lui ma non va oltre la tredicesima posizione finale. VOTO: 5
REMCO EVENEPOEL. Giornata no per il belga che si stacca quasi subito dai migliori nelle fasi calde della corsa. Dopo la vittoria alla Freccia del Brabante ed il terzo posto all’Amstel Gold Race deve ritrovare lo smalto perduto. Magari già da oggi pomeriggio al Giro di Romandia. VOTO: 4.5
MAXIM VAN GILS. Sulla carta doveva essere il capitano della Redbull BORA Hansgrohe ma la condizione fisica non al meglio lo costringe addirittura al ritiro. VOTO: 4
Antonio Scarfone
POGACAR TRIS ALLA DOYENNE, EMOZIONANTE LA BATTAGLIA PER IL PODIO
aprile 27, 2025 by Redazione
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Tadej Pogacar conferma i pronostici che lo davano per favorito e, come da copione, stacca tutti sulla Redoute senza neppure alzarsi su pedali e, chilometro dopo chilometro, incrementa il vantaggio sugli inseguitori. Ottimo secondo posto Ciccone, giornata no per Evenepoel.
Oramai commentare le vittorie di Tadej Pogacar (UAE Team Emirates – XRG) significa sostanzialmente fare un copia incolla delle vittorie degli anni passati. Il campione del mondo attacca sempre nei punti iconici delle classiche. Per la terza volta, la vittoria alla Doyenne per il fuoriclasse sloveno è arrivata con un attacco sulla storica salita della Redoute. Per diversi anni gli attacchi decisivi sono stati portati sulla Roche-aux-Faucons, in quanto la Redoute era considerata troppo lontana dal traguardo. Pogacar, invece, ha dimostrato in diverse occasioni di scegliere il passaggio più duro delle corse per provare a fare la differenza, indipendentemente dalla collocazione nella corsa. Alla Strade Bianche ha sempre scelto il tratto sterrato di Monte Sante Marie, anche quando la modifica del percorso ha portato ad affrontarlo a 80 chilometri dall’arrivo; nell’ultima edizione della Parigi Roubaix si è mosso nel tratto in pavé della foresta di Aremberg, cosa che non accadeva da decenni. Da quando è apparso l’attuale iridato nel panorama ciclistico, la Redoute ha ripreso il suo ruolo da protagonista nella Doyenne.
In un quadro del genere diventa quasi inutile narrare l’attacco di Pogacar, che è stato una semplice accelerazione senza neppure alzarsi sui pedali. L’attacco non è tuttavia la chiave di volta delle vittorie di Pogacar, in quanto l’aspetto determinante sta nel motore straordinario di questo campione. Il tre volte vincitore di questa corsa ha scollinato la Redoute con soli 10 secondi sui più immediati inseguitori, vantaggio normale per una salita di quel chilometraggio; il vantaggio superiore al minuto è stato costruito negli oltre trenta chilometri che separano la cima della Redoute dal traguardo di Liegi. Chilometro dopo chilometro, il vantaggio di Pogacar ha continuato a lievitare, segno che l’iridato, anche quando rimane da solo, va semplicemente più forte degli altri, anche se a inseguire sono diversi uomini.
A questo punto pare forse più interessante narrare la lotta per le posizioni di rincalzo, che è comunque iniziata sulla Redoute ma non era già scritta.
Innanzitutto va considerato che neppure quest’anno è andato in scena l’atteso duello tra Pogacar e Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step), già saltato più volte, stavolta non per infortunio bensì per via della giornata no nella quale è incappato il campione belga che, sin da prima di attaccare la Redoute, si manteneva in una posizione molto arretrata e alla fine è giunto al traguardo con oltre tre minuti di ritardo.
La corsa è stata animata dalla fuga di Hannes Wilksch (Tudor Pro Cycling Team), Stan Van Tricht (Alpecin-Deceuninck), Jack Haig (Bahrain Victorious), Sakarias Koller Løland (Uno-X Mobility), Kamiel Bonneu (Intermarché-Wanty), Eduardo Sepulveda (Lotto Cycling Team), Rayan Boulahoite e Valentin Retailleau (TotalEnergies), Ceriel Desal e Henri-François Renard-Haquin (Wagner Bazin WB), ai quali si sono aggiunti poco dopo Mathis Le Berre (Arkéa-B&B Hotels) e Johan Meens (Wagner Bazin WB). Non è, invece, riuscito il tentativo di contrattacco di Bob Jungels (Ineos Grenadiers) e del compagno di squadra Tobias Foss, che restano a lungo alla scoperto senza riuscire a raggiungere i battistrada.
La fuga viene ripresa già a 60 chilometri dalla conclusione, con il gruppo che si lancia a tutta velocità verso la Redoute. Dopo l’attacco di Pogacar si apre ufficialmente la battaglia per il podio. Il primo a partire è Giulio Ciccone (Lidl – Trek), al quale risponde Alaphilippe (Tudor Pro Cycling) che si porta dietro anche Tom Pidcock (Q36.5 Pro Cycling), Ben Tulett (Visma | Lease a Bike) e Thibau Nys (Lidl-Trek). Su un successivo tentativo di rilancio di Alaphilippe si avvantaggiano Pidcock e Ben Healy (EF Education – EasyPost). Nei chilometri successivi, mentre Evenepoel tenta di organizzare un inseguimento, Ciccone e Alaphilippe rientrano su Pidcock ed Healy, i quali riescono a non farsi raggiungere da un ulteriore drappello di contrattaccanti che verranno ripresi dal gruppo.
Sulla Roche-aux-Faucons, con il gruppo che si avvicina minacciosamente, Ciccone decide di ripartire a tutta e solo Healy riesce a rispondere all’abruzzese, mentre gli altri due contrattaccanti vengono ripresi dal gruppo, dal quale si stacca Evenepoel in grossa crisi.
Mentre Pocagar va a tagliare il traguardo indicando il cielo per dedicare la vittoria alla madre della fidanzata, scomparsa di recente, i due più immediati inseguitori di Pogacar riescono a conservare un vantaggio sufficiente sul gruppo in recupero per andarsi a giocare in volata il secondo gradino del podio. Ciccone è nettamente più veloce e regola senza problemi Healy, conquistando un ottimo secondo posto.
L’abruzzese ha interpretato ottimamente la gara, attaccando sia sulla Redoute, sia sulla Roche-aux-Faucons, dimostrando brillantezza e spirito battagliero ed è andato via insieme ad un uomo come Healy, che è una garanzia di combattività.
E’ certamente una buona notizia non solo vedere un italiano sul podio di una classica come la Liegi, ma anche vedere una battaglia in cui si sono distinti corridori che, anche se non riescono spesso ad eccellere, fanno però della voglia di dare battaglia la loro arma migliore.
Un ciclismo che premia questi uomini è certamente da apprezzare, perché la battaglia è il sale di questo sport e ciò che lo rende spettacolare e gli uomini combattivi sono anche i più amati dagli appassionati.
La stagione delle classiche di primavera si è così conclusa con un Tadej Pogacar che non ha mancato un podio nelle corse alle quali ha preso parte, vincendone diverse e gettando le premesse per un’altra stagione da sogno.
Agli appassionati non resta che aspettare l’inizio del Giro d’Italia, che il 9 maggio aprirà la stagione dei grandi giri. Chi proprio non riesce a stare senza corse, potrà seguire il Giro di Romandia dal 29 aprile al 4 maggio.
Benedetto Ciccarone

Il momento dell'attacco di Pogacar sulla Redoute (Getty Images)
TADEJ POGACAR VINCE LA SUA SECONDA FRECCIA VALLONE. SCHIANTATA LA (POCA) CONCORRENZA
aprile 23, 2025 by Redazione
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A 500 metri dall’arrivo Tadej Pogacar (UAE Team Emirates XRG) sferra l’attacco decisivo a cui nessuno riesce a rispondere e va a vincere di potenza e di prepotenza, dopo aver perso un’Amstel Gold Race che sembrava già sua, la sua seconda Freccia Vallone
Anche se Tadej Pogacar (UAE Team Emirates XRG) sembra essere ancora una volta il favorito principale di una corsa, in questo caso la Freccia Vallone 2025, quest’anno l’edizione 89 di una delle corse più caratteristiche del panorama ciclisti internazionale può riservare alcune sorprese. Remco Evenepoel (Team Soudal Quick Step) ha dichiarato infatti che ha intenzione di attaccare ed animare quanto più possibile la corsa, evitando di arrivare ai piedi del terzo ed ultimo muro di Huy con il gruppo compatto, un classico degli ultimi anni. Oltre al ciclista belga, ad impensierire Pogacar ci sono molti altri ciclisti tra cui la coppia del Team Lidl Trek formata da Mattias Skjelmose Jensen e Thibau Nys. Altri nomi papabili per un buon risultato sono Santiago Buitrago e Lenny Martinez (Team Bahrain Victorious), Guillauma Martin e Romain Gregoire (Team Groupama FDJ), Ben Healy (Team EF Eduaction EasyPost), Tom Pidcock (Team Q36,5 Pro Cycling), Kevin Vauquelin (Team Arkea B&B Hotels), Lennert van Eetvelt (Team Lotto), Maxim van Gils (Team Redbull BORA Hansgrohe), Julian Alaphilippe e Marc Hirschi (Tea Tudor Pro Cycling), per dirne alcuni. Dopo la partenza dalla nuova località Ciney, i primi ad attaccare dopo già 2 km erano Artem Shmidt (Team INEOS Grenadiers), Ceriel Desal (Team Wagner Bazin WB), Simon Guglielmi (Team Arkea B&B Hotels), Tom Paquot (Team Intermarchè Wanty) e Siebe Deveirdt (Team Flanders Baloise). Dopo una sessantina di km evadevano dal gruppo Tobias Foss (Team INEOS Grenadiers) e Robert Stannard (Team Bahrain Victorious) i quali raggiungevano i cinque battistrada. Deweirdt era il primo a rialzarsi e ad essere ripreso dal gruppo, da dove attaccavano a loro volta Fredrik Dversnes ed Andreas Leknessund, abili a rientrare sui battistrada. La prima delle tre ascese del muro di Huy vedeva Evenepoel e Pogacar marcarsi a vicenda mentre nel gruppetto dei fuggitivi si rialzava Paquot. A 50 km dalla conclusione i sei battistrada avevano ancora 40 secondi di vantaggio su un gruppo in forte recupero con UAE Team Emirates XRG e Soudal Quick Step a condurre l’inseguimento in avvicinamento alla seconda scalata del muro di Huy. Alla fine della discesa della seconda Côte de Cherave una caduta sull’asfalto bagnato tagliava fuori dai giochi prima Desal tra i fuggitivi e poi, nel gruppo dei migliori, Mattias Skjelmose Jensen (Team Lidl Trek) ed Ilan van Wilder (Team Soudal Quick Step). Nella seconda ascesa del muro di Huy restavano in testa Foss, August e Dversnes con il gruppo che li teneva ormai nel mirino. I fuggitivi venivano ripresi a 7 km dalla conclusione. Dopo un’accelerazione congiunta da parte di Soudal Quick Step e UAE Team Emirates il terzo ed ultimo muro di Huy veniva affronatto da una cinquantina circa di ciclisti. Dopo un primo allungo di Ben Healy a 500 metri dall’arrivo, Pogacar accelerava a sua volta affiancando l’irlandese e superandolo in pochi secondi, e facendo il vuoto pedalata dopo pedalata. Lo sloveno trionfava in solitaria vincendo la sua seconda Freccia Vallone dopo quella del 2023. Secondo a 10 secondi di ritardo era Kevin Vauquelin, al secondo podio consecutivo dopo quello del 2024. Terzo a 12 secondi si piazzava Pidcock mentre chiudevano la top five Lenny Martinez in quarta posizione a 13 secondi di ritardo ed Healy in quinta posizione con lo stesso tempo di Martinez. Delusione in casa Soudal Quick Step dove Nys ed Evenepoel non facevano meglio dell’ottava e della nona posizione. L’ultimo atto del trittico ardennese si disputerà domenica con la Liegi-Bastogne-Liegi in cui Pogacar sarà ancora il favorito da battere, come (quasi) sempre.
Antonio Scarfone

Tadej Pogacar vince la Freccia Vallone (foto:Getty Images)
I VOTI DELL’AMSTEL GOLD RACE: SKJELMOSE IL PIÙ BRAVO, POGACAR SI SOPRAVVALUTA, EVENEPOEL IN CRESCITA, ITALIA DELUDENTE
aprile 22, 2025 by Redazione
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Ecco le pagelle dell’Amstel Gold Race 2025, disputata il giorno di Pasqua
MATTIAS SKJELMOSE Il terzo ciclista danese a vincere l’Amstel Gold Race fa notizia, ancora di più se riesce a battere due fenomeni come Tadej Pogacar e Remco Evenepoel. Ineccepibile la sua condotta di gara, che lo porta anche ad essere un buon stratega nelle fasi salienti della corsa. VOTO: 9.5
TADEJ POGACAR. Forse attacca troppo presto, volendo dare una dimostrazione ancora più evidente della sua superiorità. Viene ripreso a 8 km dalla conclusione da Skjelmose ed Evenepoel e in volata le prende dal danese. Nel suo volto si legge la delusione per la sconfitta, ma forse ancora di più quella per le scelte tattiche azzardate. Resta il fatto che è sempre una garanzia di spettacolo. VOTO: 8
REMCO EVENEPOEL. Non si arrende dopo la “fuga” di Pogacar ed è abile a imbastire l’inseguimento nei suoi confronti insieme a Skjelmose. Il secondo podio consecutivo dopo quello alla Freccia del Brabante fa ben sperare per un ritorno a pieno regime dopo il brutto infortunio alla spalla. VOTO: 8
JULIAN ALAPHILIPPE. Inaugura gli attacchi decisivi sul Gulperberg a 53 km dalla conclusione, facendo esplodere il gruppo e provocando la reazione di Pogacar, con cui rimane in testa per un paio di chilometri, salvo poi arrendersi al ritmo infernale dello sloveno e rialzarsi. VOTO: 8
MICHAEL MATTHEWS. Come il buon vino, migliora con il passare degli anni e anche se ha perso lo spunto vincente di una volta riesce comunque ad ottenere un’altra top five dopo quella della Milano – Sanremo. VOTO: 7.5
WOUT VAN AERT . Ennesima top five stagionale per il ciclista belga che non sembra brillante come nei suoi periodi migliori. Almeno questa volta riesce a vincere la volata dei battuti. VOTO: 7
LOUIS BARRÉ. Dopo i vari Alaphilippe, Bardet, Gaudu e Vauquelin, con il suo sesto posto finale chissà che la Francia non abbia trovano un nuovo ciclista per le corse ardennesi. VOTO: 7
BEN HEALY. Nel gruppo dei battuti, alle spalle dei tre di testa, è quello che attacca e rilancia l’azione con maggiore veemenza e continuità, ma alla fine non va oltre la decima posizione. VOTO: 6.5
TIESJ BENOOT. Dopo due terzi posti nel 2022 e nel 2024 ci si poteva aspettare di più dal belga, che invece si è limitato a fare il gregario di Van Aert. Termina comunque nella top ten. VOTO: 6
TOM PIDCOCK Il vincitore della passata edizione conduce una gara completamente anonima e non entra mai nel vivo dell’azione. VOTO: 5
THIBAU NYS Nel Team Lidl Trek sembrava dovesse recitare il ruolo di capitano e anzi competere addirittura per la vittoria, ma alla fine non riesce a mantenere neanche le ruote del gruppo alle spalle dei primi tre, concludendo al dodicesimo posto. VOTO: 4.5
MARC HIRSCHI Non si fa mai vedere in una corsa dove le sue caratteristiche potevano fargli ottenere un buon risultato (e il secondo posto del 2024 ne è una testimonianza). VOTO: 4
DAVIDE FORMOLO. È il primo ciclista italiano all’arrivo, ventisettesimo. Il suo voto rispecchia quello della deludente spedizione italiana all’Amstel Gold Race. VOTO: 4
Antonio Scarfone
MATTIAS SKJELMOSE JENSEN VINCE A SORPRESA L’AMSTEL GOLD RACE
aprile 20, 2025 by Redazione
Filed under 5) AMSTEL GOLD RACE, News
In un finale palpitante Mattias Skjelmose Jensen (Team Lidl Trek) vince la volata a tre che decide l’Amstel Gold Race 2025 davanti a Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) e Remco Evenepoel (Team Soudal Quick Step), i due massimi favoriti della vigilia
I 34 “berg” dell’edizione 2025 dell’Amstel Gold Race la rendono una delle corse più movimentate del calendario ciclistico internazionale. Si parte da Maastricht e si arriva a Berg ten Terblijt dopo 256 km. Sarà la prima corsa di un trittico ardennese che promette spettacolo con grandi nomi a darsi battaglia. Fra tutti il campione del mondo Tadej Pogacar (UAZE Team Emirates XRG) parte in pole position e prova a bissare il successo ottenuto nel 2023. Altri nomi di spicco sono Remco Evenepoel (Team Soudal Quick Step), Tom Pidcock (Team Q36.5 Pro Cycling), Wout van Aert (Team Visma Lease a Bike), Thibau Nys (Team Lidl Trek), ma la rosa dei papabili per la vittoria finale è davvero molto ampia. Di certo l’Italia, che nell’albo d’oro di questa corsa è terza con sette vittorie totali, reciterà un ruolo di sparring partner visto che non sembra avere ciclisti capaci di ambire alle prime posizioni, a meno che Christian Scaroni (Team XDS Astana), che torna a correre dopo la caduta alle Strade Bianche, sorprenda tutti. Dopo circa 40 km si formava la fuga di giornata grazie all’azione di Michel Hessmann (Team Movistar), Rémi Cavagna (Team Groupama FDJ), Robert Stannard (Team Bahrain Victorious), Emiel Verstrynge (Team Alpecin Deceuninck), Cedric Beullens e Jarrad Drizners (Team Lotto), Hartthijs De Vries e Jelle Johannink (Team Unibet Tietema Rockets). Le squadre più attive all’inseguimento della fuga erano l’UAE Team Emirates XRG, la Soudal Quick Step e la Q36.5 Pro Cycling. A 10 km dalla conclusione evadevano dal gruppo principale Dylan van Baarle (Team Visma Lease a Bike), Quinn Simmons (Team Lidl Trek), Reuben Thompson (Team Lotto) e Simo Clarke (Team Israel Premier Tech)m a una progressiva accelerazione del gruppo riprendeva nel giro di una trentina di km sia questi quattro ciclisti che gli otto battistrada. Gli ultimi ad essere ripresi erano Johannink e Cavagna a 72 km dall’arrivo ed Hessmann a 69 km dall’arrivo. Tra i ciclisti ritirati si segnalavano intanto Clement Champoussin (Team XDS Astana), Jhonatan Narvaez (UAE Team Emirates XRG) e Marijn van den Berg (Team EF Education EasyPost), tre outsiders che avrebbero potuto dire la loro. Sul Gulperberg, a 53 km dall’arrivo, attaccavano Julian Alaphilippe (Team Tudor Pro Cycling) e Tadej Pogacar (UAE Team Emirates XRG). Dopo un paio di km insieme, lo sloveno accelerava staccando il francese sul Kruisberg. Il vantaggio dello sloveno cresceva a poco a poco e già dopo il successivo Eyserbosweg era salito ad oltre 30 secondi rispetto al primo gruppo inseguitore che comprendeva tutti i migliori – Pogacar escluso. All’inseguimento dello sloveno, dopo essere evasi a loro volta dal primo gruppo inseguitore, si portavano Remco Evenepoel (Team Soudal Quick Step) e Mattia Skjelmose Jensen (Team Lidl Trek). La coppia alle spalle di Pogacar collaborava fino a riprendere lo sloveno a 8 km dalla conclusione. La vittoria dell’Amstel Gold Race 2025 sarebbe stata un discorso a tre tra questi ciclisti. Nella volata ristretta Pogacar sembrava avere la meglio su Skjemose Jensen ed Evenepoel ma con un colpo di reni finale Skjelmose Jensen sopravanzava Pogacar per una questione di centimetri. Il photofinish confermava la vittoria del danese su Pogacar mentre Evenepoel era terzo. Chiudevano la top five a 34 secondi di ritardo Wout van Aert (Team Visma Lease a Bike) in quarta posizione e Michael Matthews (Team Jayco AlUla) in quinta posizione. É la terza vittoria della classica della birra per un ciclista danese dopo le vittorie di Bjarne Riis nel 1997 e di Michael Valgren nel 2018, ancora più prestigiosa se si considera che Skjelmose Jensen ha battuto due mostri sacri come Pogacar ed Evenepoel.
Antonio Scarfone

Mattias Skjelmose Jensen vince l'Amstel Gold Race 2025 (foto: Getty Images)
PARIGI-ROUBAIX 2025: LE PAGELLE
aprile 14, 2025 by Redazione
Filed under 4) PARIGI - ROUBAIX, Approfondimenti
Le pagelle della Parigi – Roubaix. Van der Poel e Pogacar i più forti, il resto si arrabatta come può. Ganna sfortunato, rimpianti per Pedersen, Van Aert si salva col mestiere, sorpresa Rutsch.
MATHIEU VAN DER POEL. Il campione olandese non si smentisce e vince da favorito, sul suo terreno, la terza Parigi – Roubaix consecutiva eguagliando Lapize e Moser. A un certo punto si mette anche a disposizione del compagno di squadra Philipsen, ma quando fiuta il pericolo – leggasi Pogacar – accelera alla sua maniera e va vincere un solitaria. VOTO: 9.5
TADEJ POGACAR. Alla sua prima Parigi – Roubaix il fenomeno sloveno tiene botta per tre quarti di corsa fino alla decisiva accelerazione di Van der Poel a circa 30 km dalla conclusione. E dire che è stato proprio lui ad aprire le danze attaccando nella Foresta di Arenberg. Lo rivedremo all’opera sul pavè e sarà un’altro spettacolo. VOTO: 9
MADS PEDERSEN. Ennesimo podio stagionale per l’ex campione del mondo, che sembrava avesse la gamba davvero buona ma una foratura a una cinquantina di chilometri dall’arrivo lo ha tagliato fuori dal discorso vittoria. Bravo comunque a non arrendersi e a conquistare un meritato terzo posto. VOTO: 9
WOUT VAN AERT. La gamba non è delle migliori e si vede. Resta spesso coperto nella pancia del gruppo o addirittura nelle retrovie, ma alla fine riesce a sopravvivere nel gruppo dietro i due “mostri”. Raccoglie una top five che comunque fa morale in vista della Freccia del Brabante e dell’Amstel Gold Race, suoi prossimi impegni. VOTO: 8.5
FLORIAN VERMEERSCH. Sfrutta le sue qualità da biker e ottiene il suo secondo miglior risultato in carriera alla Parigi – Roubaix (nel 2021 si era piazzato secondo alle spalle di Colbrelli). VOTO: 8
JONAS RUTSCH. Il titolo di Carneade della Roubaix 2025 va a lui, primo della fuga del mattino che riesce a tagliare il traguardo, per di più nella top ten. VOTO: 8
STEFAN BISSEGGER. Di ciclisti svizzeri protagonisti ci aspettavamo Stefan Küng (quest’anno solo 43° dopo che si era piazzato quinto nelle due edizioni precedenti e terzo nel 2022). Bissegger, quasi una fotocopia del ciclista della Groupama FDJ, è abile a restare nel vivo della corsa fino alla fine, restando nel gruppetto di testa con Van der Poel, Pogacar, Pedersen e Philipsen. Poi però Van der Poel e Pogacar hanno accelerato… VOTO: 8
MARKUS HOELGAARD. Per lui vale lo stesso discorso che per Rutsch, soltanto con due posizioni e mezzo voto in meno. VOTO: 7.5
FRED WRIGHT. Per il secondo anno consecutivo è il miglior ciclista britannico della Parigi – Roubaix, quest’anno per di più termina nella top ten. VOTO: 7
LAURENZ REX. Decimo posto per il ciclista belga, anche lui a suo agio con fango e pavè. VOTO: 7
MATTHEW BRENNAN . Per molti chilometri, anche nel finale, è il ciclista più attivo e propositivo della Visma Lease a Bike e resta a lungo con i primi. Poi si stacca dopo i terribili tratti in pavè del finale di corsa. Il britannico deve compiere ancora 20 anni ma a davanti a sé un futuro davvero luminoso. VOTO: 7
JASPER PHILIPSEN. Cade all’entrata del primo settore in pavè ma rientra sul gruppo di testa dopo un lungo inseguimento. Nel finale sembra essere il capitano dell’Alpecin Deceuninck e Van der Poel si spende per lui anche come gregario, ma poi la fatica si fa sentire e piomba nelle retrovie. VOTO: 6
FILIPPO GANNA. Lui non cade come Philipsen ma è vittima di un problema meccanico che lo impegna con la squadra in un lungo e faticoso inseguimento. Accusa la fatica nella Foresta di Arenberg perdendo posizioni, ma lotta strenuamente fino alla fine terminando al tredicesimo posto. Ci riproverà VOTO: 6
OIER LAZKANO. I pro e i contro della fuga. Se Rutsch e Hoelgaard sono entrati nella top ten, lui è arrivato addirittura in ultima posizione, centodiciassettesimo a quasi 22 minuti di ritardo da Van der Poel. Ma si prende la sufficienza per aver tagliato il traguardo. VOTO: 6
MATEJ MOHORIC. Periodo difficile della carriera del ciclista sloveno. Già la condizione non è granchè.,poi ci si mette anche una caduta che lo porterà al ritiro. VOTO: 4
YVES LAMPAERT. Primo ciclista della Soudal Quick Step al traguardo della Parigi – Roubaix, così come primo ciclista della formazione belga lo era stato al Giro delle Fiandre. In una delle squadre più forti – in passato – del panorama ciclistico, un 28mo ed un 38mo posto nelle classiche più famose in circolazione fanno quantomeno riflettere. VOTO: 4
Antonio Scarfone
TRIS DI VAN DER POEL AL VELODROMO, UNA CADUTA IMPEDISCE A POGACAR DI GIOCARSI LA ROUBAIX
aprile 13, 2025 by Redazione
Filed under 4) PARIGI - ROUBAIX, News
Come Francesco Moser Van der Poel conquista la “reine” per la terza volta consecutiva approfittando di una caduta di Pogacar, in compagnia del quale era in testa alla corsa, e andando poi ad incrementare il vantaggio sullo sloveno, che paga anche lo sforzo del tentativo di rientro.
Sino ad oggi era opinione comune che l’unica monumento che Tadej Pogacar (UAE Team Emirates – XRG) non potesse vincere fosse la Parigi-Roubaix, per via di un tracciato che non sembrava sorridere alle caratteristiche del fuoriclasse sloveno, che infatti non vi aveva mai preso parte.
Quando l’iridato diede l’annuncio della sua partecipazione all’edizione 2025, però, qualcuno osservò che il capitano della UAE non si presenta alle corse importanti se non per provare a vincerle.
Oggi Pogacar ha dimostrato di poter competere senza problemi per la vittoria di questa monumento che, assieme alla Sanremo, manca al suo palmares, anche se è stato proprio un suo errore in un momento decisivo della corsa a tagliarlo fuori dai giochi. Senza la caduta a 38 chilometri dal traguardo il campione del mondo avrebbe certamente dato il via ai fuochi d’artificio sulle pietre del Carrefour de l’Arbre insieme al suo avversario Mathieu van der Poel (Alpecin – Deceuninck) e forse la corsa si sarebbe decisa nel velodromo, dove comunque l’olandaese avrebbe avuto dalla sua il favore del pronostico.
La caduta di Pogacar è stata certamente un errore del campione del mondo, che è arrivato troppo veloce sulla curva e forse ha anche sbagliato nella frenata andando a ribaltarsi, cosa che poi ha avuto come conseguenza un maggiore tempo per rimettersi in strada.
Nei primi chilometri dell’inseguimento l’iridato sembrava in grado di poter rientrare ma, arrivato a 12 secondi dal suo avversario, ha iniziato pian piano a perdere secondi fino a che, dopo un cambio di bici dovuto probabilmente a una foratura, il distacco è lievitato diventando impossibile da colmare, specialmente nei confronti di un uomo come Van der Poel.
Da lì in poi, Pogacar ha pagato lo sforzo del tentativo di rientro ed è andato in difficoltà anche dal punto di vista nervoso, come confermato anche dall’avvicinamento del terzetto inseguitore che ha ripreso oltre la metà del gap esistente prima della caduta.
Lo stesso cambio di bicicletta testimonia il fatto che il fuoriclasse sloveno avesse tirato un po’ i remi in barca, poichè non è sembrato affatto affrettato, nemmeno per la foga agonistica, segno che aveva ormai archiviato la possibilità di vittoria.
In ogni caso ha disputato una grande gara, portando attacchi da molto lontano come suo solito su un terreno che in teoria non sarebbe il suo.
Se quest’anno la corsa è esplosa già prima della foresta di Arenberg, cosa che non accadeva da anni, il merito è stato proprio dell’attacco di Pogacar, che è andato a frantumare gli avversari. Dopo il settore di Mons-en-Pévèle è rimasto da solo con Van der Poel e purtroppo la caduta ci ha impedito di vedere un duello che sarebbe stato memorabile sul Carrefour de l’Arbre.
Il vincitore è stato, invece perfetto, rispondendo a tutti gli attacchi dello sloveno e provando a sua volta accelerazioni brutali che hanno disintegrato la resistenza degli avversari.
Dopo la foratura di Mads Pedersen (Lidl – Trek), solo Jasper Philipsen (Alpecin – Deceuninck) era riuscito ad accordarsi ma, in seguito alle accelerazioni dei due campioni scatenati nel settore di Mons-en-Pévèle, anche il secondo classificato nelle ultimie due edizioni ha dovuto mollare, venendo poi riassorbito e staccato dagli inseguitori.
Nota di merito per Pedersen, non solo per la conquista del podio ma soprattutto perché sembrava in grado di poter competere con i due fenomeni, andando addirittura ad accender per primo le polveri. Fino alla foratura aveva risposto molto bene agli attacchi e comunque, anche nella sfortuna, si è fatto carico di condurre l’inseguimento per lunghi tratti; inoltre nel finale, dopo aver anche provato ad andar via e a recuperare su Pogacar, è andato a conquistare lo sprint valevole per l’ultimo gradino del podio davanti a Wout Van Aert (Team Visma | Lease a Bike), oggi un po’ sottotono, e a Florian Vermeersch (UAE Team Emirates – XRG).
Dopo 23 chilometri di corsa si forma una fuga di 8 uomini, che arriveranno ad accumulare un vantaggio di poco superiore ai tre minuti: sono Kim Heiduk (Ineos Grenadiers), Oier Lazkano (Red Bull – Bora – hansgrohe), Markus Hoelgaard (Uno-X Mobility), Jonas Rutsch (Intermarché-Wanty), Max Walker (EF Education-EasyPost), Jasper De Buyst (Lotto Cycling Team), Rory Townsend (Q36.5 Pro Cycling Team) e Abram Stockman (Unibet Tietema Rockets).
Nei chilometri immediatamente precedenti al primo settore di pavè si registrano numerose cadute, tra le quali vale la pena di segnalare quelle di Van Aert e Philipsen. Mentre il primo rientra agevolmente, il velocista dell’Alpecin si ritrova staccato di un minuto insieme a Filippo Ganna (INEOS Grenadiers), che accusa anche un problema meccanico nel primo settore di pavè, proprio mentre i suoi compagni erano in testa al gruppo.
L’inseguimento si rivela molto faticoso a causa degli alti ritmi imposti in gruppo dalla Lidl-Trek e solo un successivo rallentamento consente ai due gruppi di riunirsi a 125 Km dalla conclusione.
Nel settore di pavè numero 20, iniziano a muoversi i big: il primo è Pedersen e a quel punto Pogacar a Van der Poel non si fanno pregare e accelerano a loro volta, spezzando il gruppo. Alle spalle dei battistrada, all’ingresso nella foresta di Arenberg, ci sono Van der Poel, Philipsen, Pedersen, Pogačar, Van Aert, Vermeersch, Mathias Vacek (Lidl-Trek), Nils Politt (UAE Team Emirates XRG), Matthew Brennan (Team Visma | Lease a Bike), Kim Heiduk (INEOS Grenadiers), Joshua Tarling (INEOS Grenadiers), Stefan Küng (Groupama-FDJ), Johan Jacobs (Groupama-FDJ), Clément Russo (Groupama-FDJ), Stefan Bissegger (Decathlon AG2R La Mondiale), Yevgeniy Fedorov (XDS Astana Team), Phil Bauhaus (Bahrain Victorious), Madis Mihkels (EF Education-EasyPost) e Iván García Cortina (Movistar Team) a soli 20 secondi.
Sul più celebre dei trenta settori di pavè i campioni si scatenano e da una girandola di attacchi e contrattacchi esce un quintetto formato da Van der Poel, Pogacar, Pedersen, Bissegger e Philipsen.
I cinque trovano l’accordo e, a quel punto, si capisce che il vincitore sarà uno di loro. Nel settore verso Sars-et-Rosières Pogacar riparte all’attacco e proprio in quel momento Pedersen perde contatto, vittima di una foratura (sorte che toccherà poco dopo anche a Bissenger). Philipsen è molto bravo a rientrare sulla coppia di testa per stringere Pogacar in una morsa formata dal primo e dal secondo classificato delle ultime due edizioni.
Sfumata la possibilità di vittoria Pedersen, organizza l’inseguimento con Van Aert, Brennan, Bissegger, Vermeersch, Rutsch e Hoelgaard.
Sul settore di Mons-en-Pévèle l’accelerazione di Van der Poel prima e di Pogacar poi porta Philipsen a cedere. Inizialmente Van der Poel sembra volerl aspettare il compagno di squadra per mantenere la superiorità numerica, ma ben presto si rende conto che il collega ha finito la benzina e si decide quindi a collaborare con Pogacar.
Nel settore di pavè poosta tra Pont-Thibault ed Ennevelin, a 38 chilometri dall’arrivo, avviene il fattaccio. Pogacar arriva troppo veloce su una curva e va dritto, sbagliando anche la frenata, andando ad arrotarsi sulla ruota anteriore e finendo per terra. L’errore è piuttosto grave perché, anche avendo sbagliato la curva, poteva comunque evitare di finire a terra danneggiando anche il mezzo e andando a perdere molti secondi.
In un primo momento Pogacar sembra in grado di ricucire il gap ma, dopo alcuni chilometri, comincia ad accusare lo sforzo e una successiva foratura lo mette del tutto fuori dai giochi. Van der Poel, invece, prosegue a tutta e neppure una foratura sul Carrefour de l’Arbre può metterlo in difficoltà.
Pogacar conquista comunque uno spettacolare secondo posto e dimostra che può competere per la vittoria anche in questa corsa, mentre un ottimo Pedersen regola il terzetto inseguitore conquistando il podio.
Il prossimo appuntamento con le monumento sarà il 27 aprile con la Liegi – Bastogne – Liegi, che sarà preceduta il giorno di Pasqua dalla “classica della birra”, l’Amstel Gold Race.
Benedetto Ciccarone

Mathieu van der Poel vince la sua terza Parigi-Roubaix (Getty Images)
LE PAGELLE DEL GIRO DELLE FIANDRE: POGACAR INARRIVABILE, ITALIANI COMPLESSIVAMENTE DISCRETI
aprile 8, 2025 by Redazione
Filed under 3) GIRO DELLE FIANDRE, Approfondimenti
I voti ai protagonisti e non del Giro delle Fiandre. Su tutti Pogacar, l’Italia si fa vedere con Ganna, Ballerini e Trentin. Molti di questi ciclisti li ritroveremo alla Parigi – Roubaix di domenica 13 aprile.
TADEJ POGACAR. La fenomenale accelerazione sull’ultimo Oude Kwaremont resterà impressa negli occhi degli appassionati di ciclismo. Il campione sloveno in quel momento si scrolla di dosso gli avversari più temibili e va a vincere il suo secondo Giro delle Fiandre. E con queste premesse adesso prepariamoci per un’altrettanto fantastica Parigi – Roubaix. VOTO: 9.5
MATHIEU VAN DER POEL. Il trionfatore della Milano – Sanremo è l’ultimo a mollare le ruote di Pogacar. In conferenza stampa dichiara di essere stato poco bene ed di aver assunto antibiotici. Resta il fatto che sui muri e sul pavè ha dimostrato di avere una marcia in più insieme allo sloveno, fino all’attacco decisivo di quest’ultimo. E comunque sale sul podio dimostrando di esserci sempre. VOTO: 9
MADS PEDERSEN. Bissa il secondo posto del 2018 salendo sul podio per la terza volta alla Ronde. Nel carniere ha anche un terzo posto nel 2023. L’ex campione del mondo è in forma smagliante e può davvero sorprendere alla Parigi – Roubaix di domenica prossima. VOTO: 9
WOUT VAN AERT. Il ciclista belga sta tornando sui suoi livelli e coglie un quarto posto che gli dà fiducia per le prossime gare, prima di tutte in ordine di tempo la Parigi – Roubaix di domenica prossima. Pogacar, Pedersen e Van der Poel hanno dimostrato di essergli superiore. Alla fine chiude una top five di altissimo livello. VOTO: 8.5
TIESJ BENOOT. Se Stuyven è stato l’ombra di Pedersen, lui è stata quello di Van Aert. A circa 20 km dalla conclusione un problema alla bici gli fa perdere il treno per tornare sui battistrada e chiude con un ottimo sesto posto. VOTO: 8
STEFAN KUNG. Il ciclista svizzero alla Ronde sa sempre farsi vedere in qualche modo e ottiene la terza top ten in carriera. VOTO: 7.5
DAVIDE BALLERINI. Ottiene il suo miglior risultato al Giro delle Fiandre con una prova molto omogenea. Va in fuga, resiste al ritorno dei primi, chiude al decimo posto. Di più, oggettivamente, non poteva. VOTO: 7
MATTEO TRENTIN. Gli anni passano anche per lui ma nelle fasi calde della corsa è il terzo italiano, insieme a Ganna e Ballerini, a farsi notare. VOTO: 7
ALEXANDER KRISTOFF. Alla sua ultima Ronde il ciclista norvegese chiude in 55° posizione onorando la corsa che ha vinto nel 2015. Chapeau. VOTO: 7
FILIPPO GANNA. Chiude in ottava posizione, primo degli italiani, regolando il primo gruppo inseguitore, giunto al traguardo con 2 minuti e 19 secondi di ritardo da Pogacar. Nelle fasi calde lotta, stringe i denti e cerca di mantenere la testa della corsa finchè i fenomeni accelerano e se ne vanno. Alla Parigi – Roubaix non ci sono muri ma se riuscirà a mantenere salde le mani sul manubrio può sorprendere su quei tratti in pavè. VOTO: 6.5
IVAN GARCIA. I ciclisti spagnoli non amano molto il Giro delle Fiandre e considerando che non stiamo parlando di Juan Antonio Flecha la top ten finale gli vale una sufficienza più che meritata. VOTO: 6.5
MATTEO JORGENSON . Doveva essere una delle punte della Visma Lease a Bike ma alla fine lavora per Van Aert. VOTO: 6
YVES LAMPAERT. Il voto che diamo a Lampaert è quello dato anche alla Soudal Quick Step, squadra faro del ciclismo belga che da un po’ di tempo non ottiene risultati in linea alla sua tradizione. Arriveranno tempi migliori? Chi lo sa… VOTO: 4
Antonio Scarfone
POGACAR – VAN DER POEL 1 – 1, LO SLOVENO STACCA TUTTI SUL VECCHIO KWAREMONT
aprile 6, 2025 by Redazione
Filed under 3) GIRO DELLE FIANDRE, News
Dopo la sconfitta alla Sanremo Pogacar rende pan per focaccia al rivale olandese e stavolta, dopo molti tentativi, riesce a levarsi di ruota il più temibile avversario delle classiche di primavera. Neppure il lavoro di un fuoriclasse come Van Aert consente al gruppo inseguitore di avvicinarsi al campione del mondo, che mette in bacheca l’ottava monumento della carriera.
La sfida a a due che sta caratterizzando la stagione della classiche di primavera si ripeterà domenica prossima sui tratti di pavè della edizione 2025 della Parigi-Roubaix, alla quale Tadej Pogacar (UAE Team Emirates – XRG) parteciperà per la prima volta.
L’Inferno del Nord non presenta un percorso adatto alla caratteristiche dell’iridato ma, si sa, quando Pogacar decide di partecipare ad una corsa non lo fa per andare a fare esperienza ma punta sempre e comunque alla vittoria.
Pogacar si presenterà sulle pietre dopo aver pareggiato i conti al Giro delle Fiandre con il vincitore delle ultime due edizioni Mathieu van der Poel (Alpecin – Deceuninck), che lo aveva sconfitto due settimane fa alla Milano-Sanremo dopo essere riuscito a resistere agli attacchi portati dallo sloveno sulla Cipressa e sul Poggio.
La “classicissima”, però, non presenta pendenze sulle quali fare agevolmente la differenza ed è quindi difficile, anche per un fuoriclasse come Pogacar, riuscire a fare la differenza; al contrario, sui muri delle Fiandre i continui attacchi hanno alla fine sfiancato tutti e, una volta che Pogacar si è levato di ruota i più pericolosi rivali, lo sloveno si è involato verso il traguardo nonostante l’inseguimento condotto da un altro pezzo da 90 come Wout Van Aert (Team Visma | Lease a Bike)
La sfida, dunque, continua, ma oggi si è avuta una chiara dimostrazione che lo stato di forma del capitano della UAE non è, fino a questo momento, inferiore a quello dello scorso anno; anzi, il campione del mondo si sta dimostrando anche più maturo e pronto alla sfida più difficile sulle pietre.
Oggi, in corsa, Pogacar ha perso diversi compagni coinvolti in cadute ma, una volta chiuso sui tentativi di attacco da lontano, ha iniziato una girandola di scatti tutti rintuzzati da Van der Poel, fino al terzo passaggio sul vecchio Kwaremont, dove è partito in contropiede su un attacco di Van Aert, riuscendo a levarsi di ruota anche l’olandese.
A quel punto gli avversari, che si erano un po’ sfilacciati, si sono ricompattati in un quartetto che contemplava anche Jasper Stuyven e Mads Pedersen (Lidl – Trek), ma non sono riusciti a trovare un accordo e così l’inseguimento è stato condotto soprattutto da Van Aert, che ha dato l’impressione di averne di più rispetto a Van der Poel (comunque alla fine arrivato sul podio alla spalle di Stuyven, precedendo proprio il belga).
Dopo i primi cinque sono giunti al traguardo Tiesj Benoot (Team Visma | Lease a Bike) e Stefan Kung (Groupama – FDJ), ultimi superstiti del primo contrattacco, mentre Filippo Ganna (INEOS Grenadiers), che era stato riassorbito dal gruppo, ha conquistando l’ottava posizione; la top ten che è stata chiusa dallo spagnolo Iván García (Movistar) e dal nostro Davide Ballerini (XDS Astana Team)
Subito dopo la partenza di Bruges sono in molti a provarci, ma il tentativo buono è quello animato da Elmar Reinders (Jayco AlUla), Alessandro Romele (Astana), Connor Swift (INEOS), Rory Townsend (Q36.5), Marco Haller (Tudor), Victor Vercouille (Team Flanders), Sean Flynn e Timo Roosen (Picnic).
La UAE e la Alpecin mettono in testa i loro uomini per tenere la fuga sotto controllo. Dopo il primo muro si verifica una caduta a centrogruppo in cui resta coinvolto senza conseguenze anche Van der Poel, mentre due uomini di Pogacar (Wellens e Narvaez) escono malconci dal capitombolo andando a complicare i piani dell’iridato.
Sul Molenberg nasce un tentativo di contrattacco promosso da Ballerini al quale aderiscono anche Vito Braet (Intermarché – Wanty), Küng e Benoot. Intorno ai -100 sul terzetto si riportano Ganna, Matteo Trentin (Tudor), Daan Hoole (Lidl Trek) e Quinten Hermans (Alpecin), mentre i battistrada, che conservano solo 25 secondi di margine, vedono la loro sorte inesorabilmente segnata.
La presenza di un uomo dell’Alpecin tra i contrattaccanti fa ricadere il peso dell’inseguimento sulla UAE. Pogacar a questo punto decide si aprire le danze lungo la seconda ascesa al vecchio Kwaremont e sulle sue ruote saltano senza indugio Matteo Jorgenson (Team Visma | Lease a Bike), Van Aert, Pedersen e Van der Poel.
Mentre davanti resistono Ganna, Ballerini, Trentin, Benoot, Hoole e Küng, tra i più immediati inseguitori infuria la battaglia sul Paterberg e sul Koppenberg, con Pogacar e Van der Poel che se le danno di santa ragione e sembrano i più brillanti.
Dopo il Koppenberg gli inseguitori si ricompattano e ai -40 raggiungono la testa della corsa, andando a formare un drappello di tredici uomini Van der Poel, Pogacar, van Aert, Ganna, Küng, Pedersen, Hoole, Stuyven, Trentin, Benoot, Jorgenson, Haller e Ballerini.
Sui successivi muri – Steenbeekdries, Taaienberg e Oude Kruisberg – Pogacar attacca a testa bassa ma trova sempre qualcuno in grado di rispondere; in particolare Van der Poel rimane da solo con lui per qualche chilometro, prima del rientro di Stuyven, Pedersen e Van Aert in vista dell’ultimo passaggio sul vecchio Kwaremont.
Il primo ad attaccare è Van Aert, ma Pogacar parte per la quinta volta e passa il belga a doppia velocità e stavolta anche Van der Poel, che pure aveva provato a rispondere, deve cedere e paga lo sforzo perché da qui in avanti non riuscirà a dar linfa al tentativo di rientro.
L’inseguimento è vano perché lo sloveno continua ad incrementare il vantaggio e va a vincere la Ronde edizione 2025 con un minuto su Stuyven, che riesce a conquistare la piazza d’onore anticipando lo sprint. Van der Poel si consola con gradino più basso del podio, come aveva fatto il suo rivale sul traguardo di Sanremo.
La sfida è di nuovo in parità e la prossima puntata sarà sulle pietre della Roubiax, dove il grande favorito sarà l’olandese vincitore delle ultime due edizioni.
Benedetto Ciccarone

Pogacar aggiunge un'altra perla alla sua carriera vincento il Giro delle Fiandre 2025 (Getty Images)
GAND – WEVELGEM, ASSOLO VINCENTE DI MADS PEDERSEN. TERZO JONATHAN MILAN
marzo 31, 2025 by Redazione
Filed under 2) GAND - WEVELGEM, News
A 56 km dalla conclusione, tra Baneberg e doppio Kemmelberg, l’ex campione del mondo accelera e se ne va tutto solo, iniziando una cavalcata trionfale che lo porterà a vincere la sua terza Gand – Wevelgem. Buon terzo posto nella volata dei battuti per Jonathan Milan (Team Lidl Trek), che si piazza alle spalle di Tim Merlier (Team Alpecin Deceuninck)
L’assenza di ciclisti del calibro di Van der Poel, Pogacar, Van Aert e Ganna vede una Gand Wevelgem maggiormente equilibrata, dove un mix di velocisti, finisseur e uomini da classiche possono ambire al successo. Più di tutti l’indiziato numero uno ad essere il favorito della corsa è Mads Pedersen (Team Lidl – Trek), reduce dal secondo posto alla E3 Saxo Bank Classic e vincitore della Gand Wevelgem già in due occasioni, nel 2020 e nel 2024. Si parte da Ypres e si arriva a Wevelgem dopo poco più di 250 km. Le insidie altimetriche maggiori, oltre agli inevitabili pavè, sono Monteberg, Baneberg e Kemmelberg, quest’ultimo che verrà percorso da due versanti differenti. La fuga, partita definitivamente dopo una ventina di km, era composta da nove ciclisti ovvero Sam Maisonobe (Team Cofidis), Jasha Sutterlin (Team Jayco AlUla), Marco Haller (Tudor Pro Cycling Team), Emīls Liepiņš (Q36.5 Pro Cycling Team), Victor Vercouillie (Team Flanders – Baloise), Max Walker (Team EF Education EasyPost), Rui Oliveira (UAE Team Emirates XRG), Samuel Leroux ed Alexys Brunel (Team TotalEnergies). Dopo un vantaggio massimo di quasi 4 minuti la fuga perdeva velocemente terreno sul gruppo anche perchè tra il km 90 ed il km 100 entravano di scena vento e ventagli. Tra le vittime più illustri restate nelle retrovie si segnalavano Gianni Vermeersch (Team Alpecin Deceuninck), Arnaud De Lie (Team Lotto) e Søren Wærenskjold (Team Uno X Mobility). In particolare DE Lie si ritirava dalla corsa a 192 km dalla conclusione. Una caduta all’inizio dei tratti ‘berg’ metteva fuori gioco, tra gli altri, Juan Sebastian Molano (UAE Team Emirates XRG), Matteo Trentin (Team Tudor Pro Cycling) e Jordi Meeus (Team Redbull BORA Hansgrohe). Nelf frattempo Victor Campenaerts (Team Visma Lease a Bike) si univa ai battistrada in testa alla corsa. Una foratura rallentava Jasper Philipsen (Team Alpecin Deceuninck), uno fra i più attivi nelle fasi calde della corsa, sempre sulle ruote di Mads Pedersen. Il doppio Kemmelberg decideva le sorti della corsa. Prima la fuga iniziava a perdere, oltre che terreno dal gruppo inseguitore, anche uomini. In secondo luogo Pedersen accelerava e si avvantaggiava sul resto del gruppo a 56 km dalla conclusione. Una volta raggiunta quel che restava della fuga, Pedersen se ne andava tutto solo. Il danese aumentava il vantaggio sul gruppo, dove tiravano Alpecin Deceuninck e Uno X Mobility. A 15 km dalla conclusione il ciclista danese aveva 1 minuto e 25 secondi di vantaggio. La cavalcata trionfale dell’ex campione del mondo si concludeva sul traguardo di Wevelgem. Treza vittoria per lui della Gand Wevelgem. Il gruppo era regolato a 49 secondi di ritardo da Tim Merlier (Team Alpecin Deceuninck) mentre Jonathan Milan (Team Lidl Trek) era terzo. Chiudevano la top five Alexander Kristoff (Team Uno X Mobility) in quarta posizione ed Hugo Hofstetter (Team Israel Premier Tech) in quinta posizione. Da segnalare nella top ten il sesto posto di Davide Ballerini (Team XRD Astana). E adesso Pedersen punta al Giro delle Fiandre, dove però dovrà fare i conti anche con quei ciclisti che abbiamo elencato all’inizio, primi fra tutti Van der Poel e Pogacar.
Antonio Scarfone

Mads Pedersen vince la Gand - Wevelgem 2025 (foto: Getty Images)