LA LIPPERT VINCE A TERRE ROVERESCHE, LA REUSSER RESTA IN ROSA: LA MOVISTAR DOMINA LA SESTA TAPPA DEL GIRO D’ITALIA WOMEN
La sesta frazione del Giro d’Italia Women 2025, da Bellaria Igea Marina a Terre Roveresche, si è rivelata tutt’altro che interlocutoria. Tra fughe, scatti e risposte da leader, la Movistar Team ha messo a segno un doppio colpo: la vittoria di giornata con Liane Lippert e la conferma in Maglia Rosa per Marlen Reusser. Una tappa dal profilo movimentato che, senza rivoluzionare la classifica generale, ha comunque ristretto il cerchio delle pretendenti alla corsa rosa, alla vigilia del temuto arrivo sul Monte Nerone.
Continua a far festa la Movistar al Giro d’Italia Women, grazie alla vittoria della tedesca Liane Lippert traguardo di Orciano di Pesaro, in comune di Terre Roveresche, dove difende la Maglia Rosa di Marlen Reusser. Sul traguardo di Orciano di Pesaro, in comune di Terre Roveresche, l’ex campionessa nazionale tedesca ha anticipato di pochi secondi le olandesi Pauliena Rooijakkers (Fenix-Deceuninck) e Shirin Van Anrooij (Lidl – Trek). Il gruppo delle big ha chiuso con 1′24″ di ritardo dopo un attacco di Elisa Longo Borghini (UAE Team ADQ) sui saliscendi del finale, tentativo che non ha colto imprerata l’elvetica Marlen Reusser (Movistar Team). La compagna di squadra della vincitrice di tappa ha così conservato la Maglia Rosa con distacchi immutati sulla Longo Borghini (2° a 16″) e sull’olandese Anna van der Breggen (Team SD Worx – Protime, 3° a ‘153″), mentre grazie al tempo conquistato grazie alla fuga odierno è risalita fino al quarto posto la Rooijakkers, ora distanziata di 2’03” dalla Maglia Rosa.
“È stata una giornata fantastica, mi sentivo bene e il team mi ha dato carta bianca — ha raccontato una sorridente Lippert —. Volevo ripagare la fiducia, e vincere su un tracciato simile a quello dell’anno scorso mi ha dato la spinta giusta. La Maglia Rosa resta il nostro obiettivo principale: siamo un gruppo unito e compatto, e per Marlen faremo tutto il necessario fino a Roma”.
Dal canto suo la Reusser ha sottolineato la buona gestione della corsa: “Mi aspettavo un attacco da parte di Elisa, ma ho reagito nel modo giusto. È stata una bella giornata per il team, e sono felice per Liane. Domani ci aspetta la salita del Monte Nerone: l’ho provata qualche mese fa, e sapere cosa ci aspetta può fare la differenza”.
La sesta tappa regala così alla Lippert la 54ª vittoria tedesca nella storia del Giro Women e il primo podio per Rooijakkers e Van Anrooij. Per il terzo anno consecutivo, è la Movistar a imporsi nella tappa numero sei della corsa rosa: dopo la Van Vleuten a Canelli nel 2023 e la stessa Lippert a Chieti nel 2024, il tris è servito.
Ora su affronterà la tappa più dura dell’edizione 2025, che scatterà da Fermignano per concludersi dopo 150 Km sul Monte Nerone. Il percorso prevede una sequenza di salite sempre più dure che culmina negli ultimi 8 chilometri con pendenze medie superiori al 9% e punte fino al 12%. Sarà la tappa chiave per la Maglia Rosa, e le scalatrici avranno l’ultima parola.
Mario Prato

Liane Lippert vince la sesta tappa del Giro d'Italia riservato alla donne (foto Luc Claessen/Getty Images)
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): SAINT-MÉEN-LE-GRAND – LAVAL
luglio 12, 2025 by Redazione
Filed under Approfondimenti, Copertina
Nel secondo week end di gara tornano protagonisti i velocisti. Tra oggi e domenica sono, infatti, in programma due facili frazioni di trasferimento, le più semplici di questa edizione del Tour
Masticano amaro gli appassionati di ciclismo che in settimana lavorano e aspettano il week end per mettersi in poltrona e assistere allo svolgimento delle tappe chiave delle grandi corse a tappe. Quest’anno gli organizzatori del Tour hanno collocato tutte le frazioni decisive in giorni feriali (farà eccezione solo il tappone pirenaico di Superbagnères, previsto sabato prossimo), lasciando le briciole ai sabati e alle domeniche. In particolare tra oggi e domani si disputeranno quelle che sono le due tappe più facili dell’edizione 2025 e in particolare quella che si correrà domenica sarà la più semplice di tutte. Ma non è quella che andrà in scena oggi pomeriggio sia molto più impegnativa perchè tra il raduno di partenza di Saint-Méen-le-Grand, paese natale del tre volte vincitore del Tour Louison Bobet, e Laval si dovranno superare ben pochi e pedalabili dislivelli. Quello che più risalta sull’altimetria s’incontrerà in corrispondenza del modestissimo GPM della Côte de Nuillé-sur-Vicoin, ascesa lunga appena 900 metri (la pendenza media è del 3.9%) che si dovrà superare a 16 Km dal traguardo. Una simile difficoltà non toglierà di certo il sonno ai velocisti, che invece dovranno temere i due microscopici zampellotti che “farciranno” gli ultimi 4 Km e che sull’altimetria ufficiale non si notano nemmeno ricorrendo a lenti d’ingrandimento: una prima ascesa di 1000 metri al 2.5% terminerà in corrisponde di una rotatoria attorno alla quale i corridori dovranno effettuare un’insidiosa inversione ad U, poi si riprenderà a salire, sempre con pendenze leggerissime (media del 2.9%), quando mancheranno 1300 metri all’arrivo. Ci sono velocisti che soffrono questo tipo di finali e saranno molto probabilmente esclusi dalla possibilità di competere per il successo di tappa. A rendere il tutto ancora più complicato ci sarà il fatto che quando mancheranno 500 metri al traguardo la strada prenderà a curvare verso sinistra e lo farà fino a una novantina di metri dalla linea d’arrivo.
METEO TOUR
Saint-Méen-le-Grand: cielo sereno, 28°C, vento moderato da E (13-30 Km/h), umidità al 40%
Saint-Sulpice-la-Forêt (Km 49.8): cielo sereno, 29°C, vento moderato da NE (13-30 Km/h), umidità al 38%
Vitré (Sprint – Km 85.5): cielo sereno, 30°C (percepiti 29°C), vento moderato da E (13-31 Km/h), umidità al 35%
Craon (Km 123.6): cielo sereno, 31°C (percepiti 29°C), vento moderato da E (13-33 Km/h), umidità al 32%
Laval : cielo sereno, 26°C, vento moderato da E (14-33 Km/h), umidità al 41%
GLI ORARI DEL TOUR
13.00: inizio diretta su Eurosport
13.25: partenza da Saint-Méen-le-Grand
14.45: inizio diretta su Rai2 (preceduta dalla diretta del Giro d’Italia Women, dalle ore 14)
15.10-15.25: traguardo volante di Vitré
16.40-17.05: GPM della Côte de Nuillé-sur-Vicoin
17.00-17.25: arrivo a Laval
LA FOTORICOGNIZIONE DEL FINALE
http://www.ilciclismo.it/2009/?p=79244
RASSEGNA STAMPA
Italia
Ancora super Tadej: sul Mur di Bretagna Pogacar fa 101 e si riprende la maglia gialla
Gazzetta dello Sport
Slovenia
Tadej Pogačar začel štetje proti drugi stotici (Tadej Pogačar inizia a contare verso i secondi cento)
Delo
Danimarca
Pogacar og Vingegaard i stor duel på skarp stigning (Pogacar e Vingegaard in un grande duello in salita)
Jyllands-Posten
Francia
Irrésistible Pogacar
L’Équipe
Regno Unito
Pogacar beats Vingegaard to stage seven win and reclaims yellow jersey (Pogačar batte Vingegaard e conquista la settima tappa, riprendendosi la maglia gialla)
The Guardian
Spagna
Pogacar saca el aguijón (Pogacar mette fuori il pungiglione)
AS
Portogallo
João Almeida cai no Tour e perde mais de dez minutos (João Almeida cade durante il Tour e perde più di dieci minuti)
Público
Belgio
Tadej Pogacar is na nieuwe machtsontplooiing de snelste op de Mûr-de-Bretagne, Mathieu van der Poel verliest zijn gele trui (Tadej Pogacar è il più veloce sul Mûr-de-Bretagne dopo un’altra prestazione di tutto rispetto, mentre Mathieu van der Poel perde la maglia gialla)
Het Nieuwsblad
Paesi Bassi
Mathieu van der Poel verliest gele trui weer aan Tadej Pogacar, Sloveen ook de beste in zevende Tour-etappe (Mathieu van der Poel perde di nuovo la maglia gialla a favore di Tadej Pogačar, lo sloveno è anche il migliore nella settima tappa del Tour)
De Telegraaf
Germania
Sturz überschattet Finale: Pogacar widmet seinen Sieg Almeida (L’incidente oscura il finale: Pogacar dedica la vittoria ad Almeida)
Kicker
USA
Pogačar reclaims yellow jersey and showcases dominance at Tour de France (Pogačar riconquista la maglia gialla e sfoggia il suo dominio al Tour de France)
The Washington Post
Colombia
Tadej Pogacar destrozó el Tour de Francia tras la etapa 7, así van los ciclistas colombianos: clasificaciones – Santiago Buitrago sufrió impactante caída en la etapa 7 del Tour de Francia y encendió las alarmas (Tadej Pogacar ha dominato il Tour de France dopo la settima tappa. Ecco come stanno andando i ciclisti colombiani: classifiche – Santiago Buitrago è stato vittima di una brutta caduta durante la settima tappa del Tour de France, facendo suonare i campanelli d’allarme)
El Tiempo
Australia
Pogacar back in yellow after another Tour stage win (Pogacar torna in giallo dopo un’altra vittoria di tappa al Tour)
The West Australian
TOURALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.
Ordine d’arrivo della settima tappa
1° Edward Theuns
2° Simone Consonni s.t.
3° Arnaud De Lie a 6″
4° Jonathan Milan a 17″
5° Jordi Meeus s.t.
Classifica generale
1° Yevgeniy Fedorov
2° Mattéo Vercher a 36″
3° Roel van Sintmaartensdijk a 1′01″
4° Silvan Dillier a 1′34″
5° Edward Theuns a 2′00″
Miglior italiano Simone Consonni, 8° a 4′08″
CASA RICORDI: TOUR DE FRANCE 1985
Quest’anno ricorrono due anniversari: sono trascorsi 40 anni sia dall’ultima vittoria di un corridore francese al Tour (Bernard Hinault), sia dalla prima delle due vittorie di Maria Canins nella Grande Boucle riservata alla donne, uniche affermazioni italiane nel Tour Femminile. Riviviamo quelle giornata attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”
5 LUGLIO 1985 – 7a TAPPA: REIMS – NANCY (217.5 Km)
E OGGI HINAULT DARÀ BATTAGLIA A CRONOMETRO
Ieri a Nancy successo dello sconosciuto fiammingo Wijnants con 30″ sul gruppo
Su un percorso di 75 chilometri il vincitore del Giro d’Italia dovrebbe «strapazzare» i rivali – Si spera in una buona prova di Visentini

Il velodromo di Laval e l’altimetria dell’ottava tappa (www.arcadata.com)
POGACAR VINCE SUL “MURO DI BRETAGNA” E SI RIPRENDE LA MAGLIA GIALLA
Bella vittoria di Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), che a Mûr-de-Bretagne vince nettamente in volata davanti a Jonas Vingegaard (Team Visma Lease a Bike) e Oscar Onley (Team Picnic PostNL). Van der Poel si stacca nel finale ed è solo ventiduesimo all’arrivo
La doppia scalata al “Muro di Bretagna”, l’ultima delle quali da affrontare in concomitanza con la linea del traguardo, è il piatto forte della settima tappa che parte da Saint-Malo e si conclude dopo 197 km. Mathieu van der Poel (Team Alpecin Deceuninck) deve difendere la sua maglia gialla dalle grinfie di Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) che lo incalza ad un solo secondo di ritardo. Le asperità altimetriche sono tutte concentrate nel finale con la doppia scalata a Mûr-de-Bretagne. La tappa ha visto il formarsi di una prima fuga dopo una ventina di chilometri dalla partenza che comprendeva sei ciclisti, ovvero Valentin Madouas (Team Groupama FDJ), Anders Halland Johannessen (Team Uno X Mobility), Jenno Berckmoes (Team Lotto), Neilson Powless (Team EF Education EasyPost) e Victor Campenaerts (Teanìm Visma Lease a Bike). Ma, dopo la reazione del gruppo e continui rimescolamenti in testa alla corsa per un’altra ventina di chilometri, alla fine la fuga di giornata vera e propria si formava grazie all’azione di Alex Baudin (Team EF Education EasyPost), Geraint Thomas (Team INEOS Grenadiers), Marco Haller (Team Tudor Pro Cycling), Ewen Costiou (Team Arkea B&B Hotels) e Ivan Garcia Cortina (Team Movistar). Nel gruppo maglia gialla erano Alpecin Deceuninck e UAE Team Emirates le squadre più attive all’inseguimento dei cinque battistrada. Garcia Cortina si aggiudicava il traguardo volante di Plédran posto al km 139.2. A circa 40 km dalla conclusione il gruppo maglia gialla accelerava e ne facevano le spese i velocisti, che perdevano progressivamente terreno. Costiou scollinava in prima posizione sul GPM della Côte du Village de Mûr-de-Bretagne, posto al km 178.8. Baudin era l’ultimo dei fuggitivi a essere ripreso dal gruppo maglia gialla quando mancavano 16 km all’arrivo. L’UAE Team Emirates aumentava il ritmo sul primo passaggio sul “muro, in vetta al quale scollinava per primo Tim Wellens. Prima della scalata finale una caduta di una decina di ciclisti metteva fuori gioco, tra gli altri, Santiago Buitrago (Team Bahrain Victorious), Enric Mas (Team Movistar), Joao Almeida (UAE Team Emirates), Eddie Dunbar (Team Jayco AlUla) e Louis Barré (Team Intermarchè Wanty). In vista del traguardo il gruppo di testa, formato da non più di 20 ciclisti, si lanciava a tutta velocità sulla salita finale il cui chilometro iniziale era il più duro. Dopo uno scatto di Remco Evenepoel (Team Soudal Quick Step) Pogacar si issava in testa con una progressione delle sue fino alla volata finale, nella quale aveva la meglio su Jonas Vingegaard (Team Visma Lease a Bike) e Oscar Onley (Team Picnic PostNL), quest’ultimo terzo a 2 secondi di ritardo dallo sloveno. Chiudevano la top five Felix Gall (Decathlon AG2 R La Mondilae) in quarta posizione e Matteo Jorgenson (Team Visma Lease a Bike) in quinta posizione. Deludeva invece Van der Poel, soltanto ventiduesimo. Per Pogacar è la seconda vittoria di tappa al Tour 2025. Lo sloveno si riprende la maglia gialla e ora in classifica generale conduce con 54 secondi di vantaggio su Evenepoel e 1 minuto e 11 secondi di vantaggio su
Kévin Vauquelin (Team Arkea B&B Hotels). Domani è in programma l’ottava tappa da Saint-Méen-le-Grand a Laval per 171.4 km. Torneranno di scena i velocisti anche se il traguardo è posto su uno zampellotto di 1.3 km al 2.9% che non dovrebbe influire più di tanto sull’esito della volata.
Antonio Scarfone

Pogacar sigla il secondo successo sulle strade del Tour 2025 (Getty Images)
CAOS E CALMA IN NORMANDIA, HEALY NE FA UNA DELLE SUE
Tappa pazza per cavalli pazzi, Pogi invece fa il ragioniere.
Quando c’è chi si domanda il perché delle dirette integrali, la risposta sta in chi pone la domanda. Spesso appassionati di troppo lungo corso che stentano a comprendere la logica della nouvelle vague di questo pazzo ciclismo anni Venti (sempre sperando con le dita incrociate fino ai crampi che dal pazzo non si sconfini nello scriteriato, o che l’allegra follia non salti a piè pari nel vortice autodistruttivo). O viceversa appassionati di troppo breve corso, assuefatti ai sopori fin quasi al triangolo rosso propinati a suo tempo dalle più svariate armate dotate di volta in volta, ciascuna a suo tempo, del “monopolio nell’uso della forza” in nome del ciclismo di Stato, dove con Stato si intende la nazione o meglio il mercato nazionale a cui vendere il prodotto, ciclismo dello status quo a senso unico dove il bullismo era un titolo di merito sbandierato con orgoglio perfino nelle autobiografie.
…Ma i tempi, ora e sempre, sono cambiati! O no? Mentre ci arrovelliamo sull’ardua questione, tuttavia, in bici si corre, e si corre effettivamente in un modo sensibilmente differente rispetto ai primi due decenni di questo secolo, quando ci si doveva accontentare dei Nibali, dei Contador, dei Quintana prima maniera, di qualche occasionale Andy Schleck o Cunego, per trovarsi a sintonizzare il televisore a mossa decisiva già attuata, certo con ancora tutto da seguire il dipanarsi della stessa con tanto di pathos nel capire se la mossa in questione sarebbe poi andata in porto o meno. Oggi quel pathos a volte viene meno proprio nei finali, quei momenti invece così caratteristici nei Giri con Cipollini quale direttore d’orchestra: un traguardo volante, un elicottero che si alza in volo, comincia la diretta, e si comincia a correre sula bici o a guardare da casa. In una tappa come quella normanna, tutto funziona al rovescio, invece.
Ci sono sempre i traguardi volanti, a fare da catalizzatore, anche perché la lotta per la maglia verde si presenta per ora convulsa e acerrima, vedendo impegnati tanto il re delle Classiche Mathieu van der Pole quanto il nostro serio candidato a erede del suddetto Cipollini, almeno quanto a potenza, ovverosia Jonathan Milan, e poi perfino, quasi involontariamente, il principe cannibale e potenziale re dei re, vale a dire Tadej Pogacar. Poca roba! Così ogni punto conta. Aggiungiamoci che a fronte di una classifica generale apparentemente già segnata, la logica degli altri rivali potrebbe essere quella di far pesare ogni km di ogni tappa, per lasciare che Pogi si affondi da solo zavorrato a piombo dalle proprie catene d’oro che gli esigono di esibirsi su tutti i palcoscenici.
Sia come sia, la parte più eccitante e imprevedibile della tappa è la prima metà, quando si susseguono infiniti tentativi di fuga, un’ebollizione continua, un flusso magmatico in cui la forma stessa del gruppo che si allunga, sfilaccia, frammenta, crea bolle che si gonfiano e scoppiano, costituisce un impareggiabile spettacolo visivo, oltreché sportivo. Nel caos di distinguono alcune note di fondo: ad esempio la Visma di Vingegaard insiste nel cercare di piazzare uomini in fuga, la UAE di Pogacar glielo nega. Un nome il cui peso abbiamo potuto ancora apprezzare al Giro, seppur non più al proprio vertice assoluto di performance, è quello di Wout Van Aert, assolutamente distrutto dal profluvio di movimenti in apertura o chiusura, perché perfino chi vuole attaccare a volte deve chiudere sulla fuga se non idonea. Molto significativo pure il tentativo di Jorgenson, capitano in seconda della Visma stessa, chiuso da Pogi in persona. Non è di semplice interpretazione che cosa cercasse di ottenere la Visma, e in che chiave: delusi dalla crono del giorno precedente hanno forse abbandonato ogni velleità di lotta per il primato assoluto, e dunque invece di gestire le proprie energie preferiscono profonderne senza requie per puntare alle tappe? Oppure l’idea è accrescere all’inverosimile la pressione su Pogacar per farlo infilare in qualche vicolo senza uscita? Più avanti nella gara parrà addirittura che l’alveare giallo-nero avesse come propria priorità “obbligare” Pogi a mantenere la maglia gialla col carico di stanchezza extra che essa implica. Piani estremamente complessi oppure idee confuse? Lo scopriremo solo nel prosieguo dell’intricato romanzo che è ogni Tour. Altro tema chiave, l’ostinazione furibonda per far scattare la fuga da parte di due nomi su tutti, Quinn Simmons e Ben Healy, due dei cavalli pazzi più riconoscibili e rappresentativi in gruppo, due capelloni, biondo e bruno, il grosso statunitense biondiccio con la sua maglia da Capitan America e i baffoni da redneck, l’irlandese piccoletto e tutto nervi, orecchini da pirata e barba incolta, ossessionato dall’aerodinamica ma poi asimmetrico e guizzante sulla bici come un Garrincha. Roviniamo la sorpresa: la fuga buona la faranno partire loro, dopo essere stati i primissimi a muoversi sul serio, e a fine giornata saranno primo e secondo sul traguardo, anche se Healy arriva solitario e dietro Simmons deve bisticciare in volata con l’australiano Storer, altro habitué delle cavalcate epiche.
Quando la fuga parte, finalmente, e che fuga, c’è dentro anche Mathieu van der Pole, poi un altro statunitense, Barta, e un altro irlandese, Dunbar (tutti in team diversi). Per rafforzare il dominio anglosassone per la Visma c’è pure Simon Yates, forse il meno adatto all’occasione, forse perciò il compromesso su cui UAE e Visma trovano un equilibrio (ma a quel punto aveva senso per la Visma? Chi lo sa). Con Harold Tejada dell’Astana è completa la lista degli otto nient’affatto hateful. La presenza di van der Pole aggiunge un altro interessante tema di strategia interno alla fuga stessa: l’olandese è in predicato di riprendersi la maglia gialla, ma per covare questa speranza deve sacrificare le proprie opzioni di vittoria, facendo il passo se e quando la fuga esita, non spendendosi alla morte per chiudere su tutti gli scatti e così via. A margine magari anche il desiderio di raccattare qualche punticino per la maglia verde, come anticipato sopra. Se già è complesso vincere in fuga quando si veste, a torto o a ragione, il mantello di favorito principale, figuriamoci facendo equilibrismi fra due o tre obiettivi differenti; e non parliamone quando la tappa prevede oltre 200 km con un dislivello quasi da tappa alpina, suddiviso però in infiniti strappetti e mangiare bevi. Una specie di super Liegi, ma se alla Liegi si corre assatanati solo dopo Bastogne e verso Liegi, ma non certo da Liegi a Bastogne, qui invece il mattatoio autentico ha preso corpo nella prima metà corsa a quasi 50 km/h di media nonostante il terreno spaccagambe . Mathieu si brucerà nel mulinello di priorità diverse, ma almeno riconquisterà la maglia gialla… per un solo secondo!
Come anticipato, la tappa sarebbe stata da vedersi alla rovescia: opzionale il finale, obbligatorie le prime due ore. In queste due ore opzionali, si segnala giusto l’attacco da manuale, perfetto, di Healy. Come spiegherà il suo DS Wegelius a fine gara, il buon Ben ha dalla sua una fine astuzia tattica, e il suo modo di correre che appare talora pazzo si basa su uno studio meticoloso del terreno e delle situazioni. Poi la sua tenuta implacabile fa il resto. Sfuggito alle grinfie delle scie e controscie, non gli si ripiglia più nemmeno un secondo. E così in un momento di assoluta stanca e relativo relax nella rapsodia di strappi e strappetti, a poco più di 40 km dal traguardo, Healy si porta in fondo al gruppetto, osserva, attende, e dal nulla lancia una fiocinata che nessuno insegue seriamente perché per i primi venti secondi nessuno ci crede, poi dall’incredulità allo scoramento il passo è subito brevissimo. Punto, set, match in una partita fatta di un solo passante perfetto (ma non scordiamoci di tutto quel che c’è voluto per arrivare a trovarsi lì). Provano un inseguimento serio solo Simmons e Storer, ma non c’è nulla da fare. Si giocheranno la piazza d’onore in volata, sul violento muro finale. Muro finale che diventa un vero calvario per van der Poel, pedalando con le unghie piantate nel manubrio e i denti quasi ficcati nella ruota anteriore. Ma la maglia è sua, per un secondo.
Dietro, l’abbiamo detto, strani giorni in casa Visma. Forse vogliono appunto che Pogi la maglia non la regali al suo amico Mathieu, fatto sta che si producono in un forcing devastante. Al termine del quale Pogacar vince, piuttosto scocciato, la volata per il nono posto. Evidentemente lui aveva fatto i propri calcoli e ad essi aveva improntato la tappa, senza pensare a scatti o scattini, ma provocato… È alla fin fine una lotta di nervi più che di gambe, a queste altezze. La curiosità degna di nota è che dopo essere stato titolare unico delle tre classifiche principali, maglia gialla della generale, verde per punti e pois della montagna, Pogacar riesce così a cederle deliberatamente tutte e tre per sottrarsi ai doveri istituzionali con podi, interviste e fotografie. L’impressione è che potrebbe, se volesse, finire il TDF indossandole tutte e tre come Merckx nel 1969. Ma il Tour è lungo e la linea fra il vincere tutto e il perdere tutto è sottile anche per i più dotati fra i fenomeni delle ruote.
Gabriele Bugada

Ben Healy vince la sesta tappa del Tour (foto Anne Christine Poujoulat / AFP via Getty Images)
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): SAINT-MALO – MÛR-DE-BRETAGNE
luglio 11, 2025 by Redazione
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Le montagne sono ancora lontane, ma oggi per il Tour arriva il momento del primo arrivo in salita ufficiale, ai 300 metri scarsi del “Muro di Bretagna”
Per vedere i corridori affrontare le prime montagne dovete pazientare ancora per un bel po’, anche se oggi – a quote ancora collinari – il Tour 2025 proporrà il primo dei suoi 8 arrivi in salita ufficiali, quelli nei quali lo striscione del traguardo coincide con quello del Gran Premio della Montagna. L’arrivo sarà collocato in vetta alla Côte du Menez-Hiez, salita che gli appassionati di ciclismo meglio conoscono con il nome del villaggio bretone nel quale si trova, Mûr-de-Bretagne, e che è gemellata nientemeno che con la mitica Alpe d’Huez. In realtà tra le due salite c’è un autentico abisso e non soltanto per i quasi 1000 chilometri che le separano: le celebre alpe troneggia oltre i 1800 metri di quota e per raggiungerla bisogna pedalare in salita per 14 Km inclinati al 7.9%, movimentati da 21 iconici tornanti; in cima al traguardo odierno si toccheranno a malapena i 287 metri sul livello del mare dopo un’ascesa di 2 Km esatti al 7% che prevede giusto due curve in tutto. E se avete pensato che il toponimo di Mûr-de-Bretagne sia un sinonimo di muro avete preso un granchio (l’etimologia fa riferimento ad una scomparsa cinta muraria), ma non del tutto perchè la Côte du Menez-Hiez presenta effettivamente un tratto di 700 metri caratterizzato da una pendenza media superiore all’11%, tutto in rettilineo. Rappresenta il principale biglietto da visita di questa salita che per il Tour fu semplicemente luogo di passaggio fino al 2011, quando il direttore della Grande Boucle Christian Prudhomme ebbe l’intuizione di farne un arrivo di tappa, tenuto a battesimo dall’australiano Cadel Evans, che regolò in volata un gruppo ridotto dalla salita a nove corridori e che tre settimane più tardi si vestirà di giallo sul traguardo finale di Parigi. In quell’occasione l’arrivo fu “secco” in vetta alla salita – così come avvenne anche nel 2015, quando ci fu la vittoria in solitaria del francese Alexis Vuillermoz – mentre nel 2018 e nel 2021 sarà introdotto il circuito che si affronterà anche quest’anno e che, oltre alla ripetizione dell’ascesa finale, prevede anche la “côte” di Saint-Mayeux (1.3 km al 6.4%): anche in questi casi si assistette a vittorie in solitaria, anche se con pochi secondi di vantaggio sugli avversi, e tagliare per primi la linea d’arrivo furono l’irlandese Dan Martin e l’attuale maglia gialla Mathieu van der Poel, che quel giorno conquistò le insegne del primato per dedicarle al nonno, il mitico Raymond Poulidor, scomparso due anni prima.
METEO TOUR
Saint-Malo: cielo sereno, 22°C (percepiti 24°C), vento moderato da NE (11-21 Km/h), umidità al 67%
Calorguen (Km 51.6): cielo sereno, 27°C, vento moderato da NE (13-30 Km/h), umidità al 48%
La Bouillie (Km 92.5): cielo sereno, 25°C (percepiti 26°C), vento moderato da NE (15-33 Km/h), umidità al 58%
Plédran (Sprint – Km 139.2): cielo sereno, 26°C, vento moderato da NE (16-35 Km/h), umidità al 52%
Mûr-de-Bretagne: cielo sereno, 29°C, vento moderato da NE (17-36 Km/h), umidità al 45%
GLI ORARI DEL TOUR
12.00: inizio diretta su Eurosport
12.25: partenza da Saint-Malo
14.45: inizio diretta su Rai2 (preceduta dalla diretta del Giro d’Italia Women, dalle ore 14)
15.25-15.45: traguardo volante di Plédran
16.15-16.40: GPM della Côte du village de Mûr-de-Bretagne
16.20-16.56: primo passaggio dal traguardo (con GPM)
16.35-17.05: arrivo a Mûr-de-Bretagne (GPM)
LA FOTORICOGNIZIONE DEL FINALE
http://www.ilciclismo.it/2009/?p=79241
RASSEGNA STAMPA
Italia
La Visma di Vingegaard fa arrabbiare Pogacar, Van der Poel nuova maglia gialla per 1″ su Tadej
Gazzetta dello Sport
Slovenia
Ircu epska etapna zmaga, Pogačar je za sekundo izgubil rumeno majico – Tadej Pogačar se je na mah znebil vseh treh majic (Vittoria di tappa epica per l’irlandese, Pogačar perde la maglia gialla per un secondo – Tadej Pogačar si è sbarazzato di tutte e tre le maglie in un colpo solo)
Delo
Danimarca
Ben Healy kører fra frontgruppe og snupper etapesejr – Detalje viste, at Pogacar havde fuldstændig styr på, hvem han gav den gule trøje til (Ben Healy parte dal gruppo di testa e conquista la vittoria di tappa – I dettagli hanno mostrato che Pogacar aveva il controllo completo su chi affidare la maglia gialla)
Jyllands-Posten
Irlanda
‘It’s unbelievable. It’s what I fought for’ – Brilliant Ben Healy secures Ireland’s first Tour de France stage victory in five years (”È incredibile. È ciò per cui ho lottato” – Il brillante Ben Healy assicura all’Irlanda la prima vittoria di tappa al Tour de France in cinque anni)
Irish Independent
Francia
Le numéro de Healy, Van der Poel en jaune (Il numero di Healy, Van der Poel in giallo)
L’Équipe
Regno Unito
Van der Poel wrestles back yellow as Healy wins stage six (Van der Poel recupera la maglia gialla mentre Healy vince la sesta tappa)
The Guardian
Spagna
Líder por ¡un segundo! (Leader per un secondo!)
AS
Portogallo
Healy estreia-se a vencer no Tour, Van der Poel recupera a amarela (Healy fa il suo debutto vincente nel Tour, Van der Poel recupera la maglia gialla)
Público
Belgio
Vluchter Ben Healy pakt uit met straffe solo en wint zinderende etappe in de Tour, Mathieu van der Poel herovert het geel met één seconde verschil (Il corridore in fuga Ben Healy realizza una forte corsa in solitaria per vincere un’emozionante tappa del Tour, mentre Mathieu van der Poel riprende la maglia gialla per un secondo)
Het Nieuwsblad
Paesi Bassi
Aanvallende Mathieu van der Poel pakt geel in Tour de France nipt terug van Tadej Pogacar, zege Ben Healy
(L’attaccante Mathieu van der Poel strappa per un soffio la maglia gialla al Tour de France a Tadej Pogacar, vince Ben Healy)
De Telegraaf
Germania
Healy gewinnt als Solist – Van der Poel eine Sekunde vor Pogacar (Healy vince da solista – Van der Poel ha un secondo di vantaggio su Pogacar)
Kicker
USA
Tour de France: Healy wins hilly 6th stage, Van der Poel takes yellow jersey from Pogačar (Tour de France: Healy vince la sesta tappa collinare, Van der Poel toglie la maglia gialla a Pogačar)
The Washington Post
Colombia
Harold Tejada estuvo brillante, Ben Healy ganó la etapa 6 y Tadej Pogacar perdió el liderato (Harold Tejada è stato brillante, Ben Healy ha vinto la sesta tappa e Tadej Pogacar ha perso il comando)
El Tiempo
Australia
Aussie Storer third on Tour stage behind Healy solo (L’australiano Storer terzo nella tappa del Tour dietro Healy in solitaria)
The West Australian
TOURALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.
Ordine d’arrivo della sesta tappa
1° Dylan Teuns
2° Jordi Meeus a 8″
3° Mattéo Vercher s.t.
4° Davide Ballerini a 18″
5° Simone Consonni s.t.
Classifica generale
1° Mattéo Vercher
2° Yevgeniy Fedorov a 4″
3° Silvan Dillier a 1′22″
4° Roel van Sintmaartensdijk a 3′59″
5° Kamil Gradek a 4′38″
Miglior italiano Davide Ballerini, 10° a 5′59″
CASA RICORDI: TOUR DE FRANCE 1985
Quest’anno ricorrono due anniversari: sono trascorsi 40 anni sia dall’ultima vittoria di un corridore francese al Tour (Bernard Hinault), sia dalla prima delle due vittorie di Maria Canins nella Grande Boucle riservata alla donne, uniche affermazioni italiane nel Tour Femminile. Riviviamo quelle giornata attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”
4 LUGLIO 1985 – 6a TAPPA: ROUBAIX – REIMS (221.5 Km)
LA GIURIA HA SPOGLIATO VANDERAERDEN
Il belga vince a Reims e riconquista la maglia gialla, ma poi viene declassato* – Maria Canins vince la crono
*Vittoria assegnata a tavolino al francese Francis Castaing

Il muro di Mûr-de-Bretagne visto dal basso e l’altimetria della settima tappa (https://www.ouest-france.fr)
WIEBES REGNA A MONSELICE: SPRINT IMPERIALE E CLASSIFICA RISCRITTA. REUSSER SEMPRE IN ROSA
Nella quinta tappa del Giro Women il vento spacca il gruppo. Wiebes firma il bis, Reusser resta in rosa
Doveva essere la giornata più tranquilla del Giro, l’ultima occasione per tirare il fiato prima del trittico di salite finali. Invece, la Mirano–Monselice si è rivelata tutt’altro che innocua. Un’imboscata orchestrata dal vento e dalle squadre più attente ha stravolto i piani delle inseguitrici e permesso a Lorena Wiebes (Team SD Worx – Protime) di firmare la sua seconda vittoria in questa edizione, la quattordicesima della stagione. Dal canto suo Marlen Reusser (Movistar Team) resta in Maglia Rosa, ma la classifica si compatta e la tensione sale.
A fare la differenza è stato un colpo di mano – o meglio di vento – a 53 chilometri dall’arrivo, quando il gruppo si è spezzato sotto l’azione congiunta di Team SD Worx – Protime e UAE Team ADQ. Tra le prime, oltre alla Maglia Rosa Reusser, sono rimaste Elisa Longo Borghini (UAE Team ADQ) e Anna van der Breggen (Team SD Worx – Protime), tutte decise a non perdere l’occasione. La fuga “buona” ha guadagnato margine e non si è più voltata indietro. La Wiebes, protetta da una squadra impeccabile, ha aspettato il momento giusto e, lanciata alla perfezione da Lotte Kopecky, ha battuto in volata la connazionale Marianne Vos (Team Visma | Lease a Bike), con Liane Lippert (Movistar Team) a completare il podio. Il gruppo delle big rimaste tagliate fuori ha accusato un pesante ritardo di 1’42”.
“Siamo state bravissime a sfruttare la situazione – ha detto Wiebes dopo l’arrivo –. Non mi sentivo al top, ma ho potuto contare su un team straordinario. Barbara Guarischi, Elena Cecchini e Lotte Kopecky mi hanno portata alla perfezione. E Anna Van der Breggen ha guadagnato terreno in classifica: una giornata perfetta.”
Anche la Reusser, ancora in rosa, ha sorriso al termine della tappa: “Non amo le giornate così nervose, ma oggi è andata meglio del previsto. Il supporto della squadra è stato fondamentale. D’ora in poi chi vuole vincere il Giro dovrà provarci da lontano: noi siamo pronte”.
Alle sue spalle, la Longo Borghini resta seconda a 16”, mentre la Van der Breggen sale in terza posizione con 1’53” di ritardo. Dietro di lei si fa vedere anche Katrine Aalerud (Uno-X Mobility), salita al quarto posto, mentre le protagoniste dei giorni scorsi hanno perso terreno prezioso.
Intanto, la Wiebes si prende anche la Maglia Rossa della classifica a punti, mentre Sarah Gigante (AG Insurance – Soudal Team) conserva quella azzurra dei GPM e Antonia Niedermaier (CANYON//SRAM zondacrypto) resta leader tra le giovani, pur scendendo in classifica generale.
Le salite ora non si faranno attendere: la tappa di domani porterà la carovana da Bellaria-Igea Marina a Terre Roveresche e sarà caratterizzata da numerosi strappi a quote collinari. Dopo la burrasca di oggi, il Giro è entrato definitivamente nella sua fase decisiva.
Mario Prato

Lorena Wiebes vince a Monselice (foto LaPresse)
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): BAYEUX – VIRE NORMANDIE
luglio 10, 2025 by Redazione
Filed under Approfondimenti, Copertina
Una scorpacciata di colline attende oggi i corridori, in una tappa che non sfigurerebbe nel tracciato della Tirreno-Adriatico e che potrebbe riservare qualche sorpresa alla luce della cronometro disputata ieri.
Se due giorni fa a qualcuno sarà sembrato di pedalare sulle strade della Ligi-Bastogne-Liegi, oggi qualche altro corridore sentirà sulla pelle la brezza della Tirreno-Adriatico. La tappa che si correrà tra Bayeux e Vire assomiglia, infatti, a certe tappacce collinari proposta alla “Corsa dei due mari”, con la differenza che oggi non saranno previsti dei muri a doppia cifra di pendenze, verticali che sono diventate quasi dei biglietti da visita della corsa italiana. Nonostante questa mancanza la sesta frazione del Tour non sarà da sottovalutare e la si può tranquillamente definire un tappone di pianura per via dei quasi 3000 metri di dislivello complessivo, “sbriciolati” tre le undici ascese che proporrà questa tappa, quasi del tutto priva di momenti di respiro tra una collina e l’altra. Si tratterà ovviamente di ascese brevi – la più lunga misura 5.6 Km, la più corta sarà lo strappo conclusivo di 700 metri – ma è facile intuire che su di un tracciato così complicato da controllare potrebbero verificare imboscate da parte di corridori che hanno da recuperare lo svantaggio accumulato nelle prime tappe. Per lo stesso motivo ci sono ottime possibilità che vada in porto la fuga di giornata perchè, proprio a causa del tracciato tormentato, non sarà semplice per il gruppo inseguitore tenere a bada il tentativo e far in modo che il vantaggio non lieviti troppo. Negli finale si potrebbe anche assistere a due corse in una, davanti la lotta tra i fuggitivi per il successo di tappa, dietro la bagarre tra gli uomini di classifica e in entrambi i casi il palcoscenico sarà l’ultima delle sei salite ufficiali previste, la Côte de Vaudry, 1.2 km al 7.2% affrontando i quali il gruppo sarà messo in fila anche dalla ristrettezza della carreggiata. Una volta in vetta mancheranno meno di 5 Km al traguardo e le difficoltà altimetriche non saranno terminate qua perchè a 700 metri dal traguardo una secca curva a gomito a sinistra introdurrà lo strappo conclusivo al 10.2% di pendenza media, l’unico muretto di giornata posto al termine di una tappa che potrebbe riservare qualche sorpresa.
METEO TOUR
Bayeux: cielo sereno, 22°C (percepiti 25°C), vento debole da NE (6-17 Km/h), umidità al 55%
Côte du Mont Pinçon (GPM – Km 35.5): cielo sereno, 23°C (percepiti 25°C), vento moderato da NE (8-20 Km/h), umidità al 49%
Flers (Km 83.9): cielo sereno, 25°C (percepiti 26°C), vento moderato da NE (12-26 Km/h), umidità al 43%
Côte de Mortain (GPM – Km 138): cielo sereno, 26°C, vento moderato da NE (11-25 Km/h), umidità al 41%
Vire Normandie: cielo sereno, 25°C (percepiti 26°C), vento moderato da NE (13-28 Km/h), umidità al 47%
GLI ORARI DEL TOUR
12.15: inizio diretta su Eurosport
12.45: partenza da Bayeux
13.10-13.20: traguardo volante di Villers-Bocage
13.30-13.40: GPM della Côte du Mont Pinçon
14.00-14.10: GPM della Côte de la Rançonnière
14.45: inizio diretta su Rai2 (preceduta dalla diretta del Giro d’Italia Women, dalle ore 14)
15.45-16.10: GPM della Côte de Mortain
16.10-16.35: GPM della Côte de Juvigny-le-Tertre
16.35-17.00: GPM della Côte de Saint-Michel-de-Montjoie
17.05-17.35: GPM della Côte de Vaudry
17.10-17.40: arrivo a Vire Normandie
LA FOTORICOGNIZIONE DEL FINALE
http://www.ilciclismo.it/2009/?p=79211
RASSEGNA STAMPA
Italia
La prima crono è di Evenepoel. Pogacar, maglia gialla e prima sberla a Vingegaard
Gazzetta dello Sport
Slovenia
Pol ure resnice udarec za izzivalce rumenega Tadeja Pogačarja (Mezz’ora di verità, un duro colpo per gli sfidanti del giallo Tadej Pogačar)
Delo
Danimarca
Pogacar kvaser Vingegaard på enkeltstart og overtager den gule trøje (Pogacar travolge Vingegaard nella cronometro e conquista la maglia gialla)
Jyllands-Posten
Francia
La prise de pouvoir de Pogacar – Une première claque pour Vingegaard (La presa di potere di Pogacar – Un primo schiaffo per Vingegaard)
L’Équipe
Regno Unito
Evenepoel wins time trial as Pogacar powers into yellow (Evenepoel vince la cronometro mentre Pogacar si porta in giallo)
The Guardian
Spagna
Evenepoel rompe el reloj, Pogacar rompe el Tour (Evenepoel rompe il cronometro, Pogacar rompe il Tour)
AS
Portogallo
Pogacar e Vingegaard não estão, afinal, no mesmo patamar no Tour (Dopotutto, Pogacar e Vingegaard non sono allo stesso livello al Tour)
Público
Belgio
Gouden zaak voor Tadej Pogacar, een klap voor Jonas Vingegaard en een tweede Belg die top 20 binnenkomt: zo ziet de stand in de Tour eruit na de tijdrit – Geel, groen én de bollen: Tadej Pogacar is de grote slokop na de tijdrit in de Tour (Un’occasione d’oro per Tadej Pogačar, un colpo basso per Jonas Vingegaard e un secondo belga per entrare nella top 20: ecco la classifica del Tour de France dopo la cronometro – Giallo, verde e puntini: Tadej Pogacar è il grande vincitore della cronometro del Tour)
Het Nieuwsblad
Paesi Bassi
Mathieu van der Poel verliest in tijdrit geel aan Tadej Pogacar, zege voor Remco Evenepoel (Mathieu van der Poel cede il giallo a Tadej Pogacar nella cronometro, vittoria per Remco Evenepoel)
De Telegraaf
Germania
Evenepoel gewinnt Zeitfahren – Pogacar erobert Gelb – Lipowitz ganz stark (Evenepoel vince la cronometro – Pogacar prende il giallo – Lipowitz molto forte)
Kicker
USA
Evenepoel’s stunning time trial win as Pogačar takes Tour de France yellow jersey (La straordinaria vittoria di Evenepoel nella cronometro mentre Pogačar conquista la maglia gialla del Tour de France)
The Washington Post
Colombia
Remco Evenepoel estalló el Tour de Francia: Tadej Pogacar gana batalla en la crono, es líder y Vingegaard, perdedor (Remco Evenepoel esplode al Tour de France: Tadej Pogacar vince la cronometro ed è in testa, perde Vingegaard)
El Tiempo
Ecuador
Tour de Francia: Tadej Pogacar gana la etapa 4 mientras que Jhonatan Narváez llegó en la posición 14 y ascendió en la general (Tour de France: Tadej Pogacar vince la quarta tappa mentre Jhonatan Narváez arriva 14° e risale nella classifica generale)
El Universo
Australia
Evenepoel wins Tour time trial, Pogacar grabs yellow (Evenepoel vince la cronometro del Tour, Pogacar prende la maglia gialla)
The West Australian
TOURALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.
Ordine d’arrivo della quinta tappa
1° Arnaud De Lie
2° Michael Storer a 35″
3° Victor Campenaerts a 45″
4° Pavel Bittner a 1′03″
5° Kamil Gradek a 1′08″
Miglior italiano: Simone Velasco, 13° a 1′22″
Classifica generale
1° Yevgeniy Fedorov
2° Cees Bol a 18″
3° Mattéo Vercher a 36″
4° Silvan Dillier a 1′18″
5° William Barta a 1′45″
Miglior italiano Davide Ballerini, 16° a 6′25″
CASA RICORDI: TOUR DE FRANCE 1985
Quest’anno ricorrono due anniversari: sono trascorsi 40 anni sia dall’ultima vittoria di un corridore francese al Tour (Bernard Hinault), sia dalla prima delle due vittorie di Maria Canins nella Grande Boucle riservata alla donne, uniche affermazioni italiane nel Tour Femminile. Riviviamo quelle giornata attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”
3 LUGLIO 1985 – 5a TAPPA: NEUFCHÂTEL-EN-BRAY – TOURCOING (224 Km)
SOLO KUIPER PAGA IL PAVÉ
L’olandese Manders primo sul traguardo di Roubaix
Il vincitore di Sanremo staccato di 10′ – A disagio anche qualche colombiano – Visentini con i migliori

La Porte Horloge di Vire e l’altimetria della sesta tappa (it.normandie-tourisme.fr)
SPETTACOLO A CAEN. EVENEPOEL VINCE LA CRONOMETRO, POGACAR NUOVA MAGLIA GIALLA
La cronometro per specialisti di Caen conferma il dominio dell’attuale campione del mondo della specialità Remco Evenepoel (Team Soudal Quick Step) che vince, anche se per “soli” 16 secondi, su un pimpante Tadej Pogacar (UAE Team Emirates XRG), nuova maglia gialla. Buon terzo posto per Edoardo Affini (Team Visma Lease a Bike) mentre deludono Vingegaard e Roglic.
Dopo le prime scaramucce tra Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) e Jonas Vingegaard (Team Visma Lease a Bike), la quinta tappa del Tour 2025 costituisce il primo vero spartiacque della corsa francese. La cronometro individuale di Caen di 33 km ci dirà molto sulle ambizioni dei ciclisti più forti e scremerà ulteriormente una classifica generale già abbastanza definita. L’uomo da battere sicuramente il campione del mondo Remco Evenepoel (Team Soudal Quick Step), che vestirà la maglia iridata di campione della specialità. Alle sue spalle una folta schiera di contendenti, con il Team Visma Lease a Bike che oltre a Vingegaard schiera due ottimi cronoman come Edoardo Affini e Matteo Jorgenson. L’attuale maglia gialla Mathieu van der Poel (Team Alpecin Deceuninck) dovrà invece difendersi e verosimilmente lascerà il simbolo del primato a qualcun altro. Evenepoel si conferma attualmente il ciclista più forte contro il tempo e, dopo un inizio piuttosto compassato, il belga aumenta i giri col passare dei chilometri e chiude con il tempo di 36 minuti e 42 secondi. Pogacar è il solito fenomeno e in proporzione a Evenepoel, pur perdendo sulla linea del traguardo 16 secondi dal belga, è sembrato il ciclista di alta classifica più in palla. Ottimo terzo posto per Edoardo Affini (Team Visma Lease a Bike), praticamente il primo dei mortali con 33 secondi di ritardo da Evenepoel. Chiudono la top five Bruno Armirail (Decathlon AG2R La Mondiale) e Kevin Vauqualin (Team Arkea B&B Hotels), quarto e quinto a 35 e 50 secondi. I ciclisti più deludenti sono stati Primoz Roglic (Red Bull – BORA – hansgrohe) e Vingegaard, che chiudono quasi a braccetto, a 1 minuto e 19 secondi di ritardo da Evenepoel il primo e due secondi più tardi il secondo. Peggio fa l’ex maglia gialla Mathieu van der Poel (Team Alpecin Deceuninck), addirittura diciannovesimo. Pogacar è la nuova maglia gialla con 42 secondi di vantaggio su Evenepoal e 59 secondi di vantaggio su Kévin Vauquelin (Arkéa – B&B Hotels). Domani è in programma la sesta tappa da Bayeux a Vire Normandie di 201.5 km con diversi saliscendi e un totale di sei GPM (cinque di terza e uno di quarta categoria). La fuga, se ben assortita, potrebbe avere qualche chance in più di successo rispetto alle prime quattro tappe, ma la lotta per la maglia verde potrebbe riservare ancora una volata di massa con il duello Merlier-Milan, anche se gli ultimi 700 metri con pendenze superiori al 10% sembrano essere davvero troppo impegnativi per entrambi.
Antonio Scarfone

Evenepoel sfreccia tra le campagne di Caen (foto Shutterstock)
SARAH GIGANTE TRIONFA A PIANEZZE, COLPO GROSSO NELL’ARRIVO IN SALITA
L’australiana vince la quarta tappa del Giro d’Italia Women. Reusser torna in Rosa, Longo Borghini è seconda nella generale
Il Giro d’Italia Women entra nel vivo con la quarta tappa, la Castello Tesino–Pianezze, che ha regalato spettacolo e grandi emozioni sul secondo arrivo in salita dell’edizione 2025. A imporsi è stata Sarah Gigante, australiana dell’AG Insurance – Soudal Team, che ha rotto gli indugi a 1500 metri dal traguardo con un’azione potente e coraggiosa. Per lei è la prima vittoria in carriera alla Corsa Rosa, una conferma del suo ritorno ad alti livelli dopo un lungo stop per problemi fisici.
Alle sue spalle, con un ritardo di 25″, Elisa Longo Borghini (UAE Team ADQ) e Marlen Reusser hanno completato il podio di giornata. L’elvetica della Movistar Team ha riguadagnato la Maglia Rosa, approfittando della crisi dell’ormai ex leader Anna Henderson (Lidl – Trek), rimasta attardata fin dalle prime rampe della salita verso Pianezze, dove ha accusato quasi 10 minuti di ritardo.
La classifica generale vede ora la Reusser in testa con 16″ sulla Longo Borghini e 34″ sulla stessa Gigante. Ottima anche la prova della Maglia Bianca Antonia Niedermaier (CANYON//SRAM zondacrypto), quarta al traguardo a 34″ e quarta anche in classifica generale a 1′03″. In difficoltà, invece, si sono viste alcune delle attese protagoniste, tra le quali Anna Van der Breggen (Team SD Worx – Protime) e Juliette Labous ( FDJ – SUEZ), con la prima che ha perso quasi due minuti e la seconda più di tre.
“È incredibile – ha dichiarato Gigante all’arrivo –. Non avrei mai pensato di tornare a questo livello dopo l’intervento. Oggi ho avuto ottime sensazioni e la squadra ha creduto in me: questa vittoria è per loro, per chi mi è stato vicino anche nei momenti più bui. Il pubblico è stato straordinario, mi ha spinta fino in cima. È stata una giornata che non dimenticherò mai”.
Anche la Reusser, tornata in Maglia Rosa dopo il successo nella cronometro inaugurale, ha espresso soddisfazione: “Era l’obiettivo di giornata e tutta la squadra ha lavorato al meglio per raggiungerlo. Ora la classifica inizia a delinearsi, ma tutto può ancora succedere. Domani sarà una tappa meno impegnativa, ma il Giro insegna che non bisogna mai abbassare la guardia”.
Con la vittoria di oggi, la Gigante firma il ventesimo successo australiano nella storia del Giro d’Italia Women. Per lei è la settima vittoria in carriera, a 542 giorni di distanza dal trionfo nella tappa conclusiva del Tour Down Under. Reusser, invece, sale per la seconda volta sul podio in questa edizione, dopo la vittoria nella cronometro d’apertura a Bergamo.
La quinta tappa, la Mirano–Monselice di 120 km, rappresenta l’ultima occasione per le ruote veloci prima del trittico decisivo. Si tratta di una frazione quasi completamente pianeggiante, che attraversa le provincie di Venezia e Padova, prima del circuito finale di 14.2 km. Si tratta di in’occasione ghiotta per le velociste, ma anche un passaggio delicato per chi punta alla classifica: restare nelle prime posizioni sarà fondamentale.
Mario Prato

Sarah Gigante vince la prima delle due tappe di montagna del Giro d'Italia Women (foto Massimo Paolone/LaPresse/Shutterstock)
LORENA WIEBES REGINA DI TRENTO: SPRINT VINCENTE NELLA TERZA TAPPA DEL GIRO D’ITALIA WOMEN
La campionessa europea trionfa allo sprint, la Kopecky è terza. La Henderson resta in Maglia Rosa nonostante una caduta nel finale.
La terza tappa del Giro d’Italia Women 2025, Vezza d’Oglio–Trento di 122 chilometri, ha incoronato Lorena Wiebes. La velocista olandese del Team SD Worx – Protime si è imposta in volata grazie a una perfetta organizzazione della squadra, firmando il suo tredicesimo successo stagionale e confermando il proprio dominio negli arrivi a ranghi compatti. Sul traguardo di Trento ha preceduto Josie Nelson (Team Picnic PostNL) e la compagna di squadra Lotte Kopecky, che le ha spianato la strada in un finale teso e caotico.
La tappa, disegnata per esaltare le ruote veloci, ha vissuto il momento clou a 2500 metri dal traguardo, quando una caduta ha spezzato il gruppo proprio davanti alla Maglia Rosa Anna Henderson. La britannica della Lidl-Trek è riuscita a rialzarsi rapidamente e, seppur scivolata indietro, ha mantenuto la leadership in classifica generale. Alle sue spalle restano in agguato Marlen Reusser (Movistar Team), che grazie al secondo posto al traguardo volante di Cles ha ridotto a 13″ il suo ritardo, ed Elisa Longo Borghini (UAE Team ADQ), sempre terza a 31″.
Tra le protagoniste di giornata si segnala anche Usoa Ostolaza (Laboral Kutxa – Fundación Euskadi), che è transitata in testa sul Passo del Tonale – Cima Alfonsina Strada di questa edizione – conquistando la Maglia Azzurra riservata alla miglior scalatrice. Confermata in Maglia Bianca la tedesca Antonia Niedermaier (Canyon//SRAM zondacrypto), sempre attenta nelle fasi calde della corsa.
“Sono davvero felice – ha commentato Wiebes – vincere al Giro è sempre speciale. Oggi il merito è tutto della squadra: Kopecky ha fatto un lavoro enorme e Guarischi è stata fondamentale nel riportarci davanti dopo l’incidente. Non era una volata semplice e abbiamo evitato la caduta per un soffio. È la mia quarta vittoria al Giro, ma ogni volta è un’emozione diversa”. La sprinter olandese, con 106 successi in carriera, torna a vincere in Italia dopo la Sanremo Women e riporta l’Olanda in vetta alla classifica storica delle vittorie di tappa, superando l’Italia per 76 a 75.
In conferenza stampa Anna Henderson ha ammesso la difficoltà del finale: “La caduta è avvenuta proprio davanti a me. Sono riuscita a limitare i danni, ma domani sarà dura: l’arrivo in salita di Pianezze potrà cambiare molto nella generale. Indossare la Maglia Rosa è un onore, ma so bene che da qui alla fine dovrò lottare con le unghie per tenerla”.
La quarta tappa, Castello Tesino–Pianezze, sarà infatti una frazione chiave per le gerarchie della corsa: 142 chilometri con continui saliscendi nel Bellunese, il Muro di Ca’ del Poggio e la salita finale di 11.2 km al 7%, con punte all’11% prima del traguardo. Sarà una giornata per scalatrici e la Maglia Rosa dovrà difendersi con grinta.
Mario Prato

Lorena Wiebes vince a Trento in una volata a ranghi ridotti (Getty Images)