IN LINEA O CONTRO IL TEMPO LA MUSICA NON CAMBIA, POGACAR FA POKER A PEYRAGUDES
Pronostico rispettato da Pogacar che si impone anche nella cronoscalata di Peyragudes davanti al principale avversario. Il danese va a riprendere Evenepoel, in grande crisi negli ultimi metri. Il belga difende la terza posizione da Lipowitz per soli 6 secondi e domani ci sarà il tappone pirenaico.
Una classica cronoscalata di soli 13 Km con una salita secca da affrontare e la musica è la stessa vista sull’ultima salita di ieri, che è stata anch’essa una sorta di cronoscalata da quando sono rimasti quasi tutti da soli.
Ha trovato conferma soprattutto il fatto che i primi due posti, salvo imprevisti, sono blindati: Tadej Pogacar (UAE Team Emirates – XRG) ha vinto anche questa tappa e Jonas Vingegaard (Team Visma | Lease a Bike) si è classificato secondo, unico a contenere il distacco sotto il minuto (36 secondi), visto che Primoz Roglic (Red Bull – BORA – hansgrohe), classificatosi terzo, ha accusato un ritardo di 1′20″, ossia ben 6 secondi al chilometro.
Confermato anche il momentaccio di Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step), che ieri era riuscito alla meno peggio ad arrivare al traguardo non troppo distante dagli altri uomini di classifica, mentre oggi, dopo aver fatto segnare il secondo tempo al primo intermedio, ha avuto gravi difficoltà lungo la salita, tanto che, nel rettilineo finale, quando sembrava quasi fermo, è stato raggiunto e superato da Vingegaard, partito due minuti dopo di lui. Il belga, campione del mondo ed olimpico di specialità, è addirittura uscito dalla top 10 di giornata e si è classificato dodicesimo con un ritardo di 2′39″ dal vincitore
Roglic, come si diceva, pur avendo accusato un ritardo pesante si è classificato terzo e ha quindi migliorato la prestazione di ieri, quando aveva pagato un dazio altissimo, soprattutto nel finale.
Il suo compagno di scuderia Florian Lipowitz, quarto ad 1′56″, ha mancato per soli 6 secondi l’aggancio al podio provvisorio che potrà però conquistare domani, viste le gravi difficoltà in salita di Evenepoel.
Pogacar ha fatto un po’ quello che aveva fatto ieri sull’ultima salita, andando a tutta e mostrando semplicemente che il suo ritmo è superiore a quello degli altri, portandosi in testa già al primo intermedio, e la stessa cosa ha fatto Vingegaard rispetto agli altri uomini di classifica.
Il danese, che forse ieri ha avuto una giornata no, è riuscito a contenere il distacco in 36 secondi (meno di 3 secondi al chilometro) mentre ieri aveva accusato ben due minuti (sempre in 12 chilometri), tuttavia l’attuale ritardo in classifica del vincitore delle edizioni 2022 e 2023 è superiore ai 4 minuti.
Lontanissimi tutti gli altri, con il cronoman Luke Plapp (Team Jayco AlUla) che è riuscito a conquistare la quinta piazza di giornata e Matteo Jorgenson (Team Visma | Lease a Bike) che è giunto sesto e sembra aver superato la brutta giornata di ieri.
Anche Oscar Onley (Team Picnic PostNL), settimo a 2 minuti, conferma quanto visto sinora e conquista la top five ai danni di Kévin Vauquelin (Arkéa – B&B Hotels).
A questo punto, con una classifica assestata pur con diverse posizioni contese, sarà interessante vedere cosa accadrà domani nel tappone pirenaico. Il percorso prevede il classico giro della morte con Tourmalet, Aspin e Peyresourde ma l’arrivo sarà a Superbagnères, località che manca al Tour da 36 anni. La salita finale presente classici numeri da ascesa pirenaica, 12 Km al 7,3%. Le precedenti tre salite senza tratti intermedi rappresentano una notevole difficoltà, specialmente dopo due tappe dure come quelle di ieri e oggi che sicuramente si faranno sentire nelle gambe dei corridori. E siamo solo alla seconda settimana…
Benedetto Ciccarone

Pogacar esulta al termine della cronoscalata (foto Tim de Waele/Getty Images)
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): LOUDENVIELLE – PEYRAGUDES (cronoscalata)
luglio 18, 2025 by Redazione
Filed under Approfondimenti, Copertina
Il secondo capitolo pirenaico del Tour 2025 è una cronoscalata, una prova contro il tempo in salita che andrà in scena sulla strada diretta alla stazione di sport invernali di Peyragudes, scoperta recente della Grande Boucle
Ventun anni dopo la cronoscalata all’Alpe d’Huez – tappa rimasta senza un vincitore ufficiale dopo la cancellazione di tutte le affermazioni di Lance Armstrong – il Tour de France torna a proporre nel suo tracciato una prova contro il tempo in salita. In realtà in tempi recenti ci sono state le cronometro con arrivo in salita alla Planche des Belles Filles (2020) e a Combloux (2022) ma non si trattava di cronoscalate in senso stretto perchè la salita era solo un ingredente del percorso, che in precedenza prevedeva diversi chilometri da percorrere in pianura. Quella odierna, invece, sarà una cronoscalata classica, anche se pure stavolta non tutto il percorso si svolgerà in salita. Scesi dalla rampa di lancio di Loudenvielle, cittadina situata ai piedi di due colli storici del Tour, il Peyresourde e il Val Louron, bisognerà infatti percorrere 2 Km e mezzo quasi del tutto privi di difficoltà prima di andare ad imboccare la salita diretta a Peyragudes, stazione di sport invernali entrata nella storia del Tour nel 2012, quando vi terminò una tappa partita dalla sottostante località termale di Bagnères-de-Luchon e vinta dallo spagnolo Alejandro Valverde, al quale succederanno nel ristretto albo d’oro degl arrivi in questa località il francese Romain Bardet nel 2017 (nel giorno della conquista della maglia gialla da parte del sardo Fabio Aru) e lo sloveno Tadej Pogacar nel 2022. Dei 10 Km e 900 metri che misurerà questa tappa, gli ultimi 8 Km e 100 metri saranno costantemente in salita, caratterizzati da una pendenza media esigente ma non eccezionale (7.9%), con un alternanza di brevi tratti molti impegnativi ad altri più pedalabili. L’abbrivio della salita è semplice, si parte con 900 metri al 5.9% seguiti da 300 metri perfettamente pianeggianti che termineranno in località Escadaoux, dove saranno presi per la prima volta i tempi di gara e dove i corridori svolteranno a sinistra per imboccare il versante occidentale del Col de Peyresourde. Dopo la svolta inizia la prima delle tre balze principali della quale si compone la salita, 3.4 Km all’8.3% che terminano poco prima di arrivare al secondo punto di rilevamento degli intermedi, in località Loudervielle (da non confondere con il quasi omonimo comune dal quale si è partiti). Un breve “intervallo” con facile pendenza (200 metri al 3.7%) separa la prima balza da quella successiva, 900 metri al 9% al termine dei quali si abbandonerà la salita del Peyresourde per svoltare in direzione di Peyragudes e iniziare un’ultimo tratto facile, 600 metri al 2.8% d’inclinazione media. Da qui all’arrivo sarà tutta salita, pedalando per 1500 metri al 9% fino a 400 metri dal traguardo, quando i corridori imboccheranno una stradina asfaltata appositamente in occasione della tappa del 2012 per permettere l’ingresso sul rettilineo d’arrivo, disegnato sulla pista dell’altiporto di Peyresourde-Balestas, luogo conosciuto anche agli appassionati della saga di “007″ perchè vi furono girate le scene d’apertura de “Il domani non muore mai”, il secondo film nel quale James Bond fu interpretato dall’attore statunitense Pierce Brosnan. Ed è proprio sulla pista dell’aeroporto che le pendenze letteralmente “decollano”, registrandosi sulla ripissima retta d’arrivo una media del 13% e un picco massimo del 16%.
METEO TOUR
Loudenvielle – partenza primo corridore (ore 13.10=: nubi sparse, 27°C (percepiti 28°C), vento moderato da SE (1-25 Km/h), umidità al 52%
Loudenvielle – partenza maglia gialla (ore 17.05): pioggia debole (0.1 mm), 27°C, vento moderato da NE (3-33 Km/h), umidità al 53%
Peyragudes – arrivo primo corridore (ore 13.35): nubi sparse, 23°C (percepiti 25°C), vento moderato da NE (2-26 Km/h), umidità al 60%
Peyragudes – ore 14.30: nubi sparse, 23°C (percepiti 25°C), vento moderato da NE (3-32 Km/h), umidità al 60%
Peyragudes – ore 15.30: pioggia debole (0.1 mm), 23°C (percepiti 25°C), vento moderato da N (3-33 Km/h), umidità al 60%
Peyragudes – ore 16.30: nubi sparse, 23°C (percepiti 25°C), vento moderato da N (4-34 Km/h), umidità al 59%
Peyragudes – arrivo maglia gialla (ore 17.30): pioggia debole (0.1 mm), 22°C, vento moderato da N (5-37 Km/h), umidità al 63%
GLI ORARI DEL TOUR
12.45: inizio diretta su Eurosport
13.10: partenza del primo corridore da Loudenvielle
13.35: arrivo del primo corridore a Peyragudes
14.00: inizio diretta su Rai2
17.05: partenza della maglia gialla da Loudenvielle
17.30: arrivo della maglia gialla a Peyragudes
LA FOTORICOGNIZIONE DEL FINALE
http://www.ilciclismo.it/2009/?p=79409
RASSEGNA STAMPA
Italia
Pogacar domina a Hautacam e torna in giallo. Poi la dedica a Samuele: “Pensavo a lui negli ultimi km”*
* riferimento a Samuele Privitera, il corridore deceduto ieri dopo una caduta al Giro della Valle d’Aosta
Gazzetta dello Sport
Slovenia
Tadej Pogačar sanjski dan posvetil nesrečnemu Italijanu (Tadej Pogačar ha dedicato la sua giornata da sogno allo sfortunato italiano)
Delo
Danimarca
Vingegaard tabte meget tid – Vingegaard fik en opmuntrende besked, lige inden nederlaget til Pogacar blev uundgåeligt (Vingegaard ha perso molto tempo – Vingegaard riceve un messaggio incoraggiante poco prima che la sconfitta contro Pogacar diventasse inevitabile
Jyllands-Posten
Francia
Pogacar assomme le Tour – Une marge inédite pour Pogacar sur une étape d’un Grand Tour (Pogacar stupisce il Tour – Un margine senza precedenti per Pogacar in una tappa di un Grande Giro
L’Équipe
Regno Unito
Pogacar demolishes Tour rivals with devastating stage 12 win in Pyrenees (Pogacar annienta i rivali del Tour con una devastante vittoria nella 12a tappa nei Pirenei)
The Guardian
Irlanda
Ben Healy loses yellow jersey in searing heat as Tadej Pogacar makes huge statement in Pyrenees (Ben Healy perde la maglia gialla sotto il sole cocente mentre Tadej Pogacar fa una grande affermazione sui Pirenei)
Irish Independent
Spagna
C’est fini le Tour (È finito il Tour)
AS
Portogallo
Pogacar recupera a amarela nos Pirenéus (Pogacar recupera la maglia gialla sui Pirenei)
Público
Belgio
Tadej Pogacar blaast tegenstand weg en wint op Hautacam, Remco Evenepoel kent moeilijke dag maar beperkt schade (Tadej Pogacar travolge gli avversari e vince sull’Hautacam, Remco Evenepoel vive una giornata difficile ma limita i danni)
Het Nieuwsblad
Paesi Bassi
Tadej Pogacar deelt gigantische tik uit op Hautacam en pakt gele trui terug (Tadej Pogacar assesta un duro colpo sull’Hautacam e si riprende la maglia gialla)
De Telegraaf
Norvegia
Pogacar knuste Vingegaard da Halland Johannessen klatret i sammendraget (Pogacar ha schiacciato Vingegaard mentre Halland Johannessen è salito nella classifica generale)
Verdens Gang
Germania
Pogacar hängt Vingegaard ab und holt sich Gelb – Lipowitz starker Dritter (Pogacar sorpassa Vingegaard e prende la maglia gialla – Lipowitz terzo in classifica)
Kicker
USA
Pogačar powers to big Pyrenees win to reclaim Tour de France yellow jersey (Pogačar conquista la grande vittoria sui Pirenei e si riprende la maglia gialla del Tour de France)
The Washington Post
Colombia
Tadej Pogacar no tuvo piedad: despedazó el Tour de Francia y le asestó duro golpe a Jonas Vingegaard en la etapa 12 (Tadej Pogacar non ha avuto pietà: ha fatto a pezzi il Tour de France e ha inferto un duro colpo a Jonas Vingegaard nella dodicesima tappa.)
El Tiempo
Ecuador
Tadej Pogacar gana la etapa 12 y recupera el liderato de la general del Tour de Francia 2025 (Tadej Pogacar vince la 12a tappa e riprende la testa della classifica generale del Tour de France 2025.)
El Universo
Australia
Pogacar soars to the heights with awesome stage victory – Pogacar emotional after death of Aussie team cyclist (Pogacar vola alto con una fantastica vittoria di tappa – Pogacar emozionato dopo la morte del ciclista della squadra australiana)
The West Australian
TOURALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.
Ordine d’arrivo della dodicesima tappa
1° Bryan Coquard
2° Luka Mezgec s.t.
3° Elmar Reinders a 32″
4° Magnus Cort s.t.
5° Matteo Trentin a 34″
Classifica generale
1° Mattéo Vercher
2° Jordi Meeus a 4′49″
3° Roel van Sintmaartensdijk a 6′13″
4° Fabian Lienhard a 7′46″
5° Edward Theuns a 8′19″
Miglior italiano Simone Consonni, 6° a 8′32″
CASA RICORDI: TOUR DE FRANCE 1985
Quest’anno ricorrono due anniversari: sono trascorsi 40 anni sia dall’ultima vittoria di un corridore francese al Tour (Bernard Hinault), sia dalla prima delle due vittorie di Maria Canins nella Grande Boucle riservata alla donne, uniche affermazioni italiane nel Tour Femminile. Riviviamo quelle giornata attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”
10 LUGLIO 1985 – 12a TAPPA: MORZINE – LANS-EN-VERCORS (269 Km)
LA CANINS E I COLOMBIANI FANNO IL BIS
Al traguardo in salita di Lans l’azzurra stacca tutte di 8′, Parra e Herrera arrivano in coppia
Ora l’altoatesina ha la corsa in mano – La sua grande rivale francese Longo, ieri in grave crisi, ha oltre 13’ di ritardo – «Non avevo mai scalato montagne così dure» – La tappa non ha mutato quasi niente nella classifica maschile: il gruppo di Hinault ha limitato i danni a poco più di trenta secondi

Peyragudes e l’altimetria della tredicesima tappa (www.vacanceole.com)
LECTIO MAGISTRALIS DI POGACAR AD HAUTACAM, MATTONATA PER GLI AVVERSARI
Tadej Pogacar parte su una accelerazione tremenda di Narvaez che lascia Vingegaard a qualche metro. Da lì in poi, è un assolo dell’iridato che si vendica del danese, che sulla stessa salita lo staccò due anni fa. Lontanissimi gli altri avversari, salvo un ottimo Lipowitz che conferma quanto di buono aveva fatto vedere al Delfinato.
Era dall’inizio del Tour de France che gli appassionati aspettavano il duello in salita tra i due principali favoriti per la vittoria. Complice anche un percorso un po’ in controtendenza rispetto a quello degli ultimi anni, la salita si è fatta attendere e si cercava di scrutare, di capirci qualcosa nelle piccole scaramucce che c’erano state sugli strappetti del nord della Francia.
L’indicazione esatta era, però, arrivata dalla tappa a cronometro e parlava di un Tadej Pogacar (UAE Team Emirates – XRG) in splendida forma e di un Jonas Vingegaard (Team Visma | Lease a Bike) che invece sembrava un po’ in difficoltà, anche se comunque era stato sempre pronto a rispondere alle stilettate del campione del mondo.
L’atteso duello in realtà non c’è stato. Vingegaard ha cominciato a perdere metri già sulla tremenda accelerazione impressa da Jhonatan Narvaez (UAE Team Emirates – XRG) sulle prime rampe della salita verso Hautacam.
Il danese certamente non ha il cambio di ritmo e ha voluto evitare il fuori giri, ma se in un primo momento sembrava potesse contenere lo svantaggio, andando in progressione, è bastato poco per capire che non era giornata.
Pogacar ha proseguito la salita a un ritmo impressionante, guadagnando costantemente, e l’aver attaccato a inizio salita gli ha permesso di arrivare in cima con oltre 2 minuti sul rivale.
I distacchi sugli altri corridori, però, dimostrano che il marziano è solo il campione del mondo.
L’ordine d’arrivo, infatti, parla di un Vingegaard che, a fronte di un distacco di 2′10″, da Pogacar, è riuscito a infliggere solo 13 secondi a un ottimo Florian Lipowitz (Red Bull – BORA – hansgrohe), issatosi in quarta posizione a meno di un minuto dal terzo gradino del podio di Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step), che ora scricchiola pericolosamente.
Il belga si era staccato sul Col de Soulor, quando il gruppo era tirato da Tiesj Benoot (Team Visma | Lease a Bike), ed era poi faticosamente riuscito a rientrare, salvo poi staccarsi nuovamente sulla salita finale e giungere con un ritardo di 3′35″. Se si calcola il fatto che Oscar Onley (Team Picnic PostNL) e Tobias Halland Johannessen (Uno-X Mobility) sono giunti a 3 minuti (e quindi a 50 secondi dal danese) e che Kévin Vauquelin
(Arkéa – B&B Hotels) – che era sembrato in crisi – è giunto a 3′33″, ci si rende conto che, alle spalle di Pogacar, sebbene Vingegaard sia nettamente il più forte tra gli avversari dello sloveno, i distacchi subiti dagli altri nei confronti del danese non sono stai abissali. Il vantaggio in generale di Pogacar su Vingegaard (3′31″) è maggior del distacco che il danese vanta sul sesto (Onley, a 6′05″).
Insomma, in un quadro del genere, non si può far altro che constatare la superiorità netta dello sloveno su tutti gli altri. Solo una grossa crisi di Pogacar potrebbe rimettere tutto in discussione. La cosa non è affatto esclusa, visto che non solo Pogacar ha perso due Tour da Vingegaard proprio a causa di una giornata di crisi nera, ma anche che la crisi è qualcosa che in un grande giro può sempre colpire anche chi sembra padrone della corsa (vedi Ullrich nel 1998 e Simon Yates nel 2017).
La corsa è stata animata da un attacco di ben 50 corridori che ha conseguito un vantaggio massimo di circa 2 minuti. Il foltissimo gruppo era composto da Tim Wellens (UAE Emirates XRG), Tiesj Benoot (Visma | Lease a Bike), Maximilian Schachmann (Soudal Quick-Step), Harrison Sweeny (EF Education-EasyPost), Louis Barré (Intermarché-Wanty), Laurenz Rex (Intermarché-Wanty), Santiago Buitrago (Bahrain Victorious), Lenny Martinez (Bahrain Victorious), Robert Stannard (Bahrain Victorious), Fred Wright (Bahrain Victorious), Thymen Arensman (INEOS Grenadiers), Tobias Foss (INEOS Grenadiers), Axel Laurance (INEOS Grenadiers), Carlos Rodríguez (INEOS Grenadiers), Connor Swift (INEOS Grenadiers), Laurence Pithie (Red Bull – BORA – hansgrohe), Aleksandr Vlasov (Red Bull – BORA – hansgrohe), Thibau Nys (Lidl-Trek), Mattias Skjelmose (Lidl-Trek), Edward Theuns (Lidl-Trek), Guillaume Martin (Groupama-FDJ), Valentin Madouas (Groupama-FDJ), Paul Penhoët (Groupama-FDJ), Mathieu van der Poel (Alpecin-Deceuninck), Julian Alaphilippe (Tudor), Marc Hirschi (Tudor ), Michael Storer (Tudor Pro Cycling Team), Matteo Trentin (Tudor), Ben O’Connor (Team Jayco AlUla), Luke Durbridge (Jayco AlUla), Mauro Schmid (Team Jayco AlUla), Raúl García Pierna (Arkéa-B&B Hotels), Clément Venturini (Arkéa-B&B Hotels), Pablo Castrillo (Movistar Team), Iván Romeo (Movistar Team), Einer Rubio (Movistar Team), Bruno Armirail (Decathlon AG2R La Mondiale), Aurélien Paret-Peintre (Decathlon AG2R La Mondiale), Emanuel Buchmann (Cofidis), Bryan Coquard (Cofidis), Ion Izagirre (Cofidis), Dylan Teuns (Cofidis), Harold Tejada (XDS Astana Team), Simone Velasco (XDS Astana Team), Steff Cras (TotalEnergies), Thomas Gachignard (TotalEnergies), Anthony Turgis (TotalEnergies), Michael Woods (Israel – Premier Tech), Joseph Blackmore (Israel – Premier Tech), Alexey Lutsenko (Israel – Premier Tech) e Jarrad Drizners (Lotto).
L’armonia si spezza sul Col de Soulor e, mentre in gruppo i capitani fanno alzare il ritmo, davanti restano solo 14 dei 50 attaccanti.
La Visma fa il ritmo sulla salita ma la squadra non si dimostrerà all’altezza, tanto che Vingegaard rimarrà solo ai piedi della salita finale in balia degli UAE.
Davanti si mette in mostra Armirail che, quando il gruppo dei battistrada esplode, riesce a riportarsi su Woods e Skjelmose, che avevano attaccato a loro volta, ed a staccarli, presentandosi da solo ai piedi della salita finale.
Il gruppo è a quel punto tirato da Wellens che, dopo la lunga fuga, si mette al servizio di Pogacar e va chiudere sulla fuga, fino a quando Narvaez non piazza una spaventosa accelerata che mette in difficoltà anche Vingegaard.
Dai -12 sarà un assolo di Pogacar, con Vingegaard che tenterà di gestirsi ma pagherà un passivo pesante di oltre due minuti.
Grande battaglia alle spalle del danese tra Lipowitz, Onley, Johannessen, Primoz Roglic (Red Bull – BORA – hansgrohe) e Vauquelin. Alla fine Roglic pagherà il passivo più pesante, mentre Lipowitz per poco non va a riprendere Vingegaard. Gli altri arrivano tutti separati da pochi secondi con Evenepoel che arriverà insieme a Vaquelin e riuscirà a salvare la terza posizione da Lipowitz per soli 49 secondi.
Domani la cronoscalata a Peyragudes sarà un test importante per avere conferme o smentite di quanto visto oggi, in attesa del vero e proprio tappone pirenaico con il “Giro della morte” e l’arrivo a Luchon-Superbagnères
Benedetto Ciccarone

Pogacar in azione sulla salita di Hautacam (foto Marco Bertorello / AFP via Getty Images)
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): AUCH – HAUTACAM
luglio 17, 2025 by Redazione
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Finalmente le grandi salite, finalmente i Pirenei! Il primo trittico d’alta montagna si apre con una frazione che terminerà ai 1520 metri di Hautacam, al termine di una salita che 31 anni fu palcoscenico della prima recita di Marco Pantani al Tour, una recita che non andò a buon fine e che due decenni più tardi sarà portata a termine da Vincenzo Nibali
Le abbiamo attese per oltre una settimana e finalmente è arrivato il turno delle grandi salite. Si comincia con i Pirenei che, così come le Alpi settimana prossima, saranno interessati da un trittico di impegnative frazioni che vedranno i corridori affrontare 8 mitiche salite nel volgere di 72 ore, 3 oggi, una domani quando si disputerà la cronoscalata a Peyragudes e le rimanenti 4 nel tappone in programma sabato. A inaugurare la tre giorni pirenaica sarà l’arrivo in salita ad Hautacam, stazione di sport invernali tradizionalmente legata nel nome alla città di Lourdes, nonostante di trovi a 25 Km da essa, nel territorio del comune di Beaucens. Lassù il Tour è arrivato per la prima volta il 13 luglio del 1994, giorno della prima esibizione di Marco Pantani sulle strade della Grande Boucle. Lo scalatore di Cesenatico era stato consacrato nell’olimpo dei grandi il mese precedente al Giro, dove si era imposto nei tapponi consecutivi di Merano e dell’Aprica, risalendo fino al secondo posto finale in classifica, dietro alla sorpresa Evgenij Berzin e davanti al grande favorito Miguel Indurain. Dopo l’exploit al Giro la Carrera decise di schierare il “Pirata” al via di un Tour che, esattamente come quest’anno, proponeva Hautacam dopo dieci giorni insignificanti altimetricamente (anche se la prima settimana del Tour 2025 è stata più impegnativa rispetto a quella del 1994) e alla prima occasione utile Pantani mise in scena il suo primo show sulle strade della Grande Boucle. Guadagnò fino a una quarantina di secondi ma, per sua sfortuna, Indurain in quegli stessi momenti si accorgeva che il suo principale avversario, l’elvetico Tony Rominger, era in crsi e lo attaccava assieme al francese Luc Leblanc, con il quale andava a riprendere e staccare Pantani, dai due preceduto di 18″ al traguardo, dove si imponeva il corridore transalpino. Dopo questo precedente altre cinque volte il Tour ha inserito questa salita nel tracciato ed esattamente dieci anni dopo l’impresa sfumata del Pirata questa sarà idealmente portata a compimento da Vincenzo Nibali, che qui ottenne la sua terza ed ultima vittoria di tappa nell’edizione da lui vinta. Se nel 1994 la salita finale verso Hautacam – 13.5 Km al 7.9% e un tratto di 3.5 km al 9.7% – era l’unica prevista dal tracciato al termine di una tappa interminabile (oltre 260 Km), quest’anno ci si arriverà con un tracciato relativemente più breve (181 Km) e impegnativo, perchè l’ascesa finale non sarà l’unica prevista dal tracciato. In particolare quando mancheranno 60 Km al traguardo terminerà la fase d’avvicinamento alla catena pirenaica, movimentata da un neanche tanto semplice GPM di 4a categoria – Côte de Labatmale, 1.3 Km al 6.9% e un muretto iniziale di 300 metri al 10% – e i corridori si troveranno ai piedi del Col du Soulor, salita di quasi 12 Km al 7.6% che spesso viene affrontata in “combine” con il vicino e mitico Col d’Aubisque, che quest’anno non si scalerà. Seguirà l’apparentemente più modesto Col des Bordères (ufficialmente 3.1 Km al 7.7%. ma in realtà la pendenza media rasenta il 9%) prima dell’ultima discesa di giornata, terminata la quale si riprenderà subito a salire verso Hautacam per l’epilogo del primo atto pirenaico.
METEO TOUR
Auch: cielo sereno, 29°C, vento moderato da NE (8-22 Km/h), umidità al 42%
Rabastens-de-Bigorre (Km 47.2): cielo sereno, 30°C (percepiti 29°C), vento moderato da NE (11-25 Km/h), umidità al 41%
Côte de Labatmale (GPM – Km 91.4): cielo sereno, 29°C, vento moderato da E (11-29 Km/h), umidità al 42%
Col du Soulor* (Km 134.1): temporale (0.2 mm), 29°C (percepiti 30°C), vento moderato da N (6-28 Km/h), umidità al 52%
Hautacam: nubi sparse, 24°C (percepiti 26°C), vento moderato da N (7-30 Km/h), umidità al 48%
* previsioni relative al sottostante centro di Arrens (882 metri, scollinamento a quota 1474 metri)
GLI ORARI DEL TOUR
13.00: inizio diretta su Eurosport
13.25: partenza da Auch
14.55: inizio diretta su Rai2
15.25-15.40: GPM della Côte de Labatmale
15.30-15.45: traguardo volante di Bénéjacq
16.30-16.55: GPM del Col du Soulor
16.45-17.10: GPM del Col des Bordères
17.10-17.40: inizio salita finale
17.30-18.00: arrivo ad Hautacam
LA FOTORICOGNIZIONE DEL FINALE
http://www.ilciclismo.it/2009/?p=79403
RASSEGNA STAMPA
Italia
Tour de France, a Tolosa vince Abrahamsen. Pogacar cade nel finale, poi rientra
Gazzetta dello Sport
Slovenia
Norvežanu etapa, Pogačarju okus po asfaltu (Un palcoscenico per il norvegese, il sapore dell’asfalto per Pogačar)
Delo
Danimarca
Nordmand vandt lumsk etape og skrev historie, mens Pogacar styrtede kort før mål – Pogacar blev »bange« – nu varsler Tour-vinderen en mulig eftervirkning efter forskrækkelse(Il norvegese ha vinto una tappa pericolosa e ha fatto la storia, mentre Pogacar è caduto poco prima del traguardo – Pogacar era “spaventato”: ora il vincitore del Tour avverte di possibili conseguenze dopo lo spavento)
Jyllands-Posten
Norvegia
Gladmelding for Jonas Abrahamsen: Rekker Tour de France (Buone notizie per Jonas Abrahamsen: vince al Tour de France)
Verdens Gang
Irlanda
‘It was pretty stressful’ – Ben Healy stays in yellow at Tour de France as Tadej Pogacar crashes near finish of stage 11 (”È stato piuttosto stressante” – Ben Healy rimane in giallo al Tour de France mentre Tadej Pogacar cade vicino al traguardo dell’undicesima tappa)
Irish Independent
Francia
Abrahamsen l’emporte, un final mouvementé – Fallait-il attendre Pogacar après sa chute ? (Abrahamsen vince in un finale movimentato – Avremmo dovuto aspettare Pogacar dopo la sua caduta?)
L’Équipe
Regno Unito
Pogacar crashes and protester disrupts sprint finish on chaotic Tour de France stage (Pogacar si schianta e un manifestante interrompe lo sprint finale nella caotica tappa del Tour de France)
The Guardian
Spagna
Perdón a Pogacar
AS
Portogallo
Pogacar caiu no Tour, mas os rivais decidiram esperar por ele (Pogacar è caduto al Tour, ma i rivali hanno deciso di aspettarlo)
Público
Belgio
Jonas Abrahamsen rondt dag in de aanval succesvol af, Tadej Pogacar komt ten val in de slotfase (Jonas Abrahamsen chiude la giornata in attacco con successo, Tadej Pogacar cade nella fase finale)
Het Nieuwsblad
Paesi Bassi
Mathieu van der Poel komt net tekort voor nieuwe ritzege in Tour de France, etappewinst voor Jonas Abrahamsen ondanks gek op de weg – Finish Tour de France ruw verstoord door demonstrant: beveiliger grijpt in bij hachelijk moment (Mathieu van der Poel sfiora la vittoria di tappa al Tour de France, vittoria di tappa per Jonas Abrahamsen nonostante la follia della strada – L’arrivo del Tour de France è stato interrotto brutalmente da un manifestante: la guardia di sicurezza interviene nel momento pericoloso
De Telegraaf
Germania
Starke Geste nach Pogacar-Sturz – Abrahamsen jubelt in Toulouse (Gesto forte dopo l’incidente di Pogacar – Abrahamsen festeggia a Tolosa)
Kicker
USA
Pogačar crashes as Abrahamsen wins Tour de France after 155-kilometer breakaway (Pogačar cade mentre Abrahamsen vince il Tour de France dopo una fuga di 155 chilometri)
The Washington Post
Colombia
Vingegaard volvió a atacar a un Pogacar que se cayó: Abrahamsen ganó la etapa 11 del Tour de Francia (Vingegaard attaccò nuovamente Pogacar, che cadde, mentre Abrahamsen vinse l’undicesima tappa del Tour de France)
El Tiempo
Australia
A protester, a crash and a near-miss for Jayco at Tour (Un manifestante, un incidente e una quasi collisione per Jayco al Tour)
The West Australian
TOURALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.
Ordine d’arrivo dell’undicesima tappa
1° Jordi Meeus
2° Phil Bauhaus s.t.
3° Edward Theuns s.t.
4° Harold Tejada s.t.
5° Lenny Martinez s.t.
Miglior italiano Simone Consonni, 38° (s.t.)
Classifica generale
1° Mattéo Vercher
2° Roel van Sintmaartensdijk a 5′28″
3° Jordi Meeus a 10′00″
4° Fabian Lienhard a 10′43″
5° Edward Theuns a 12′58″
Miglior italiano Davide Ballerini, 16° a 19′52″
CASA RICORDI: TOUR DE FRANCE 1985
Quest’anno ricorrono due anniversari: sono trascorsi 40 anni sia dall’ultima vittoria di un corridore francese al Tour (Bernard Hinault), sia dalla prima delle due vittorie di Maria Canins nella Grande Boucle riservata alla donne, uniche affermazioni italiane nel Tour Femminile. Riviviamo quelle giornata attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”
9 LUGLIO 1985 – 11a TAPPA: PONTARLIER – MORZINE-AVORIAZ (195 Km)
HINAULT DOMINA, MA ANCHE LA CANINS
Uomini, vince Herrera, ma è il regista è Bernard, tra le donne l’azzurra maglia gialla
Maria, tappa e primato

La salita verso Hautacam e l’altimetria della dodicesima tappa (Office de Tourisme de Lourdes)
A TOLOSA ABRAHAMSEN CORONA LA FUGA. HEALY RESTA IN MAGLIA GIALLA, CADUTA SENZA CONSEGUENZE PER POGACAR
Jonas Abrahamsen (Team UNO X Mobility), uno dei fuggitivi della prima ora, resta da solo in testa alla tappa insieme a Mauro Schmid (Team Jayco AlUla) e lo batte in volata sul traguardo di Tolosa. Mathieu van der Poel chiude terzo dopo aver inseguito negli ultimi 60 km. Pogacar cade a 4 km dalla conclusione ma rientra in gruppo mentre Healy resta in giallo
Dopo il primo giorno di riposo il Tour 2025 riparte da Tolosa per una tappa, l’undicesima, dal finale esplosivo e molto probabilmente troppo ostico per i velocisti puri. Gente come Milan, Merlier, Groenewegen eccetera difficilmente riuscirà a superare indenne il piatto forte della tappa, ovvero la Côte de Pech David, posta a soli 9 km dall’arrivo e seppur lunga solo 800 metri con pendenze che arrivano al 20%. Negli ultimi 50 km sono presenti altre tre piccole salite categorizzate (la Côte de Montgiscard, la Côte de Corronsac e la Côte de Vieille-Toulouse) che metteranno ulteriore fatica e stress nelle gambe dei ciclisti. Ben Healy (Team EF Education EasyPost) dovrebbe avere la forza per mantenere la maglia gialla mentre per la vittoria di tappa, a meno di fuga ben assortita e lasciata andare dal gruppo, i maggiori candidati sembrano essere Mathieu van der Poel (Team Alpecin Deceuninck), Wout van Aert (Team Visma Lease a Bike) e Tadej Pogacar (UAE Team XRG). La fuga iniziale della tappa vedeva protagonisti Davide Ballerini (Team XDS Astana), Mauro Schmid (Team Jayco ALUla) e Jonas Abrahamsen (Team Uno X Mobility). Il terzetto di testa veniva raggiunto verso il km 80 dalla coppia formata da Mathieu Burgaudeau (Team TotalEnergies) e Fred Wright (Team Bahrain Victorious). Abrahamsen si aggiudicava il primo traguardo volante di Labastide-Beauvoir posto al km 97.3. Il gruppo maglia gialla non dava troppo spazio ai cinque battistrada finchè da quest’ultimo attaccavano a loro volta Wout van Aert (Team Visma Lease a Bike), Mathieu van der Poel (Team Alpecin Deceuninck), Axel Laurance (Team INEOS Grenadiers), Quinn Simmons (Team Lidl Trek) ed Arnaud De Lie (Team Lotto). Wright scollinava in prima posizione sul gpm della Côte de Montgiscard posto al km 111.6. Wright si ripeteva sul successivo gpm della Côte de Corronsac posto al km 117. Dopo che il gruppo maglia gialla diminuiva l’andatura – gli ultimi a tirare senza grossi risultati erano state Israel Premier Tech e Groupama FDJ – le fasi clou della tappa vedevano il braccio di ferro tra i cinque battistrada ed i cinque inseguitori. A 18 km dalla conclusione il vantaggio del gruppo di testa sul gruppo inseguitore era di una ventina di secondi. Abrahamsen scollinava in prima posizione sul gpm della Côte de Vieille-Toulouse posto al km 142.5. Schmid era l’unico a restare in testa insieme al ciclista norvegese. A 10 km dalla conclusione la coppia di testa aveva 20 secondi di vantaggio sul primo gruppo inseguitore formato da Simmons, Wright e Burgaudeau mentre il gruppo con Van der Poel e Van aert, ancora più dietro, sembrava ormai tagliato fuori dalla lotta per la vittoria di tappa. Abrahamsen scollinava in prima posizione insieme a Schmid. A 4 km dalla conclusione nel gruppo maglia gialla Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) era vittima di una caduta ma rientrava nel giro di una trentina di secondi scortato dai suoi uomini. Nella volata ristretta Abrahamsen aveva la meglio su Schmid mentre un generoso Van der Poel chiudeva in terza posizione a 7 secondi di ritardo. De Lie era quarto a 53 secondi di ritardo e chiudeva davanti a Van Aert. Ballerini era decimo a 1 minuto e 11 secondi di ritardo da Abrahamsen mentre il gruppo maglia gialla era regolato da Kaden Groves (Team Alpecin Deceuninck) a 3 minuti e 28 secondi di ritardo da Abrahamsen. Per il ciclista norvegese è la prima vittoria stagionale ed anche la prima vittoria in una tappa di un GT. In classifica generale rimane tutto invariato nelle primissime posizioni con Healy che resta in maglia gialla con 29 secondi di vantaggio su Pogacar e 1 minuto e 29 secondi di vantaggio su Remco Evenepoel (Team Soudal Quick Step). Domani è in programma la dodicesima tappa con i Pirenei che fanno il loro esordio al Tour. Si parte da Auch e si arriva sull’Hautacam dopo oltre 180 km. La Côte de Labatmale dopo una novantina di km farà da antipasto per i ben più esigenti Col de Soulor, Col des Bordères ed Hautacam, in cima al quale è posto l’arrivo. Sarà il primo vero scontro frontale tra coloro che aspirano alla maglia gialla.
Antonio Scarfone

La tappa la vince Abrahamsen ma il fatto del giorno è la caduta di Pogacar a 4 Km dall'arrivo
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): TOLOSA – TOLOSA
luglio 16, 2025 by Redazione
Filed under Approfondimenti, Copertina
Alla vigilia dei Pirenei il Tour propone una tappa semicollinare che ricorda molto alcune frazioni disputate nella prima settimana, come quella di Rouen. Stavolta, però, i velocisti potrebbero avere qualche chances in più
Siamo alla vigilia del trittico pirenaico. In attesa delle prime vere montagne oggi il Tour proporrà una frazione di trasferimento parente stretta di alcune delle insidiose tappe collinari affrontate nella prima settimana della Grande Boucle e, in particolare, il finale odierno ricorderà a tratti quello della tappa di Rouen vinta da Tadej Pogacar e a tratti il percorso della tappa di Vire conquistata dall’attuale maglia gialla Ben Healy. Disegnata interamente in circuito come la frazione d’apertura di Lilla, l’undicesima galoppata del Tour 2025 presenterà una fase introduttiva di 110 Km prevalentemente pianeggiante, a parte l’intrusione di qualche modesto saliscendi. Quando all’arrivo mancheranno circa 45 Km si entrerà nel settore collinare, che proporrà una serie di sette brevi ascese da affrontare consecutivamente, senza intervalli tra un colle e l’altro, e se le prime cinque saranno più o meno innocue, le ultime due presenteranno pendenze più rilevanti e in particolare la Côte de Pech David, che è una gemellina delle Rampe di Sant’Ilario affrontate nel finale di Rouen. Le rampe si “bruciavano” nel volgere di 800 metri e anche questa salita presenta un’eguale lunghezza, ma le pendenze sono nettamente superiori, sia quella media (12.4% qua, 10.3% a Rouen), sia la massima poichè oggi si toccherà una punta del 20%. Differente sarà la collocazione rispetto al traguardo poichè giunti in vetta alle rampe si dovevano percorrere 5.2 Km per andare all’arrivo, mentre stavolta la distanza sarà di 8.8 Km e questo potrebbe consentire a quei velocisti che avranno resistito sulla “côte” di andarsi a giocare la vittoria di tappa. Sempre che le tremende inclinazioni dell’ultima ascesa ancora una volta non stimolino i big della classifica.
METEO TOUR
Tolosa – partenza: cielo sereno, 28°C (percepiti 27°C), vento moderato da NO (9-29 Km/h), umidità al 27%
Castelmaurou (Km 59.6): cielo sereno, 29°C (percepiti 28°C), vento moderato da NO (10-28 Km/h), umidità al 26%
Labastide-Beauvoir (sprint – Km 97.3): cielo sereno, 30°C (percepiti 28°C), vento moderato da NO (12-29 Km/h), umidità al 25%
Tolosa – arrivo: cielo sereno, 31°C (percepiti 29°C), vento moderato da NO (11-31 Km/h), umidità al 23%
GLI ORARI DEL TOUR
13.00: inizio diretta su Eurosport
13.45: partenza da Tolosa
14.15-14.25: GPM della Côte de Castelnau-d’Estrétefonds
14.55: inizio diretta su Rai2
15.45-16.05: traguardo volante di Labastide-Beauvoir
16.05-16.25: GPM della Côte de Montgiscard
16.10-16.30: GPM della Côte de Corronsac
16.45-17.05: GPM della Côte de Vieille-Toulouse
16.50-17.15: GPM della Côte de Pech David
17.05-17.25: arrivo a Tolosa
LA FOTORICOGNIZIONE DEL FINALE
http://www.ilciclismo.it/2009/?p=79403
RASSEGNA STAMPA
Italia
Simon Yates va in fuga e prosegue il super 2025. Pogacar lascia la maglia a Healy
Gazzetta dello Sport
Slovenia
Pogačar na dan Bastilje prostovoljno sestopil s prestola (Pogačar abdica volontariamente il giorno della Bastiglia)
Delo
Danimarca
Simon Yates triumferer efter udbrud – irer overtager førertrøje (Simon Yates trionfa dopo la fuga: l’irlandese conquista la maglia di leader
Jyllands-Posten
Irlanda
‘I’m just super proud to represent Ireland and wear the yellow jersey’ – Ben Healy on taking overall Tour de France lead (”Sono davvero orgoglioso di rappresentare l’Irlanda e di indossare la maglia gialla” – Ben Healy sulla conquista del primato assoluto del Tour de France)
Irish Independent
Francia
Simon Yates l’emporte, Healy se pare de jaune (Vince Simon Yates, Healy indossa il giallo)
L’Équipe
Regno Unito
Healy rides into yellow as Simon Yates storms to stage 10 win (Healy indossa la maglia gialla mentre Simon Yates conquista la vittoria nella 10a tappa)
The Guardian
Spagna
Pogacar resiste el acoso, pero pierde el maillot amarillo (Pogacar resiste agli attacchi, ma perde la maglia gialla)
AS
Portogallo
Pogacar “empresta” a camisola amarela na Volta a França (Pogacar “presta” la maglia gialla al Tour de France)
Público
Belgio
Simon Yates rondt dag in de aanval succesvol af, Ben Healy neemt gele trui over van Tadej Pogacar (Simon Yates chiude con successo la giornata in attacco, Ben Healy prende la maglia gialla da Tadej Pogacar)
Het Nieuwsblad
Paesi Bassi
Thymen Arensman grijpt net naast dagzege, winst in zware Tour-rit is voor Simon Yates; Ben Healy pakt geel (Thymen Arensman sfiora la vittoria di tappa, la vittoria nella difficile tappa del Tour va a Simon Yates; Ben Healy prende la maglia gialla)
De Telegraaf
Germania
Simon Yates gewinnt und Healy holt sich das Gelbe Trikot von Pogacar – Wo ist eigentlich Cofidis-Kapitän Buchmann? (Vince Simon Yates e Healy toglie la maglia gialla a Pogacar – Dov’è il capitano della Cofidis Buchmann?)
Kicker
USA
Yates wins Tour de France’s first mountainous stage and Healy takes yellow jersey (Yates vince la prima tappa di montagna del Tour de France e Healy conquista la maglia gialla)
The Washington Post
Colombia
Jonas Vingegaard puso en jaque a Tadej Pogacar en la etapa 10 del Tour de Francia: hay cambio de líder (Jonas Vingegaard ha sfidato Tadej Pogacar nella 10a tappa del Tour de France: cambio di leader)
El Tiempo
Ecuador
Simon Yates gana la etapa 10 del Tour de Francia; Ben Healy es el nuevo líder de la general (Simon Yates vince la decima tappa del Tour de France; Ben Healy diventa il nuovo leader della classifica generale)
El Universo
Australia
Aussie duo miss podium in cruel Tour de France finish (Il duo australiano manca il podio nel crudele finale del Tour de France)
The West Australian
TOURALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.
Ordine d’arrivo della decima tappa
1° Jordi Meeus
2° Luka Mezgec s.t.
3° Bryan Coquard a 6″
4° Benjamin Thomas s.t.
5° Cees Bol a 34″
Miglior italiano Davide Ballerini, 9° a 34″
Classifica generale
1° Mattéo Vercher
2° Roel van Sintmaartensdijk a 5′28″
3° Davide Ballerini a 5′52″
4° Jordi Meeus a 10′00″
5° Fabian Lienhard a 10′43″
CASA RICORDI: TOUR DE FRANCE 1985
Quest’anno ricorrono due anniversari: sono trascorsi 40 anni sia dall’ultima vittoria di un corridore francese al Tour (Bernard Hinault), sia dalla prima delle due vittorie di Maria Canins nella Grande Boucle riservata alla donne, uniche affermazioni italiane nel Tour Femminile. Riviviamo quelle giornata attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”
8 LUGLIO 1985 – 10a TAPPA: ÉPINAL – PONTARLIER (204.5 Km)
DELGADO ATTACCA, VISENTINI VA KO
Lo scalatore spagnolo guadagna soltanto 15″ su Hinault
Nella tappa vinta dal suo compagno Pedersen, il leader della Carcera perde 12′ – Oggi Avoriaz

Il Ponte Nuovo di Tolosa e l’altimetria dell’undicesima tappa (Toulouse Tourisme c/o Facebook)
REWIND AND REPEAT SUL PUY SANCY. RICOMINCIO DA CAPO COME GIOVEDÌ
Mezzo Tour è volato via in variazioni sul tema
È innegabile: la tensione è alle stelle in vista della scalata a Lourdes Hautacam di questo prossimo giovedì, dove sono ormai attesi o pretesi miracoli di varia natura, che si tratti di ribaltare il Tour o quantomeno di disintegrare il record diabolico e bergmaniano di Bjarne Riis. È indiscutibile: per dieci tappe, su diversi terreni, sostanzialmente quasi tutti quelli previsti dal ciclismo su asfalto tranne la montagna, le prestazioni atletiche sono state eccelse, tanto da potersi battezzare senza troppe remore quali miglior cronoman al mondo colui che ha vinto la crono, migliori sprinter del momento quelli scornatisi nelle volate di gruppo, migliori classicomani forse di sempre quelli che hanno dominato gli arrivi più simili alle gare di un giorno, nonché naturalmente miglior fugaiolo colui che giovedì (scorso) ha conquistato il primo combattutissimo arrivo fra evasi della prima ora. O “seconda ora”, insomma ci siamo capiti: già non si può più dire “fuga del mattino” perché si parte all’ora di pranzo; adesso che per sganciare l’azione buona servono novanta minuti minimo di kolossal fra fuoco e fiamme, nemmeno è più appropriato riferirsi alla “prima ora”. Fatto sta che i distacchi in classifica generale sono già pesanti, gli interpreti sono di assoluto prestigio, la stanchezza è già alle stelle… ma il retrogusto resta di vaga insoddisfazione, nonostante vittorie memorabili – e ancora più memorabili sconfitte, come non pensare a van der Poel ripreso oltre la flamme rouge dopo 170 km di fuga a due col compagno Rickaert. Tuttavia nel complesso la mera “quantità di azione” è stata relativamente scarsa, proprio perché un certo appiattimento è derivato per un lato dall’esasperazione fisica imposta dalle velocità stratosferiche, e per altro verso, quasi paradossalmente, è stato imposto dal livello tecnico non eccelso che si registra al di fuori della cerchia sublime degli eletti. Un gradino troppo alto.
Arriviamo così a vedere tappe come quella di lunedì 14 luglio, festa nazionale, imbandita per massimizzare le speranze dei corridori nazionali con qualche fuga avventurosa, tracciato creativo, imprevedibile e impervio… eppure sostanziale ripetizione quasi letterale di una giornata senza infamia e senza lode come fu giovedì scorso in Normandia.
Lotta acerrima per fare partire una maxi fuga, casella marcata. UAE in controllo che punta a regalare la maglia gialla, casella marcata. Visma che si produce nel finale in una salva di ternate o, stavolta, sporadici petardi (ma senza mai chiamare all’azione il proprio capitano, se non per chiudere di reazione su Pogacar): casella marcata, pure questa. Ma qui si va addirittura oltre. I nomi dei protagonisti del finale? Ben Healy, certamente. Quinn Simmons, perché no? Michael Storer, non poteva mancare. Simon Yates. Bene, bravo, bis! Quattro dei primi cinque di giovedì scorso si ritrovano a lottare par pari nel finale di quattro tappe dopo. Ovviamente possiamo considerare Mathieu van der Poel assente giustificato dopo le mattane del giorno precedente. Non mancano le variazioni sul tema, e andremo ora a ripercorrerle, ma le corrispondenze sono impressionanti: a nulla è valso che l’azione iniziale fosse stata qui immensamente più corposa, per un motivo sul quale torneremo a breve, alla fin fine torna a distinguersi su tutti quanti una selezione di atleti di matrice anglosassone, leviamo l’irlandese Dunbar (che corre per un team australiano, i Jayco) e ci mettiamo O’Connor, australiano… della medesima squadra. L’unico intruso è l’olandese Arensman, già bravo al Trentino (ribattezzato da qualche anno Tour of Alps) nel rivaleggiare in mosse a lunga gittata con Storer, ma dopotutto portacolori della più anglosassone delle formazioni, l’INEOS (ex Team Sky).
Come detto la fuga iniziale era robustissima e il motivo risiede in un’altra delle minime variazioni viste da giovedì in qua, nondimeno fra le più interessanti: la UAE di Pogacar appare fortemente debilitata per il ritiro pregresso di Almeida causa caduta e per via di un Sivakov ancora convalescente, mentre Adam Yates, a differenza del gemello, non si è ancora svegliato dal letargo dei primi giorni di competizione. Lo attendiamo sulle vette. Politt fa il suo con dignità, ma non smette di manifestare i giusti limiti della sua dimensione tecnica, Wellens impiega tutta la sua classe per fare gli straordinari, Narváez si tiene sempre qualche ultimo scudiero di Pogacar, e la coperta già risulta un po’ corta. Quindi anzitutto fallisce il tentativo di lasciar davanti zero Visma o al massimo uno solo, oltre a Simon Yates ci sarà Campenaerts, fermato infatti in appoggio ai capitani per il finale. Nessun dramma in casa UAE, comunque, anche perché proprio in questo caso il buon Marc Soler, fantasmatico a giorni alterni, dimostra al mondo intero la ragione per cui non si riesce proprio a non convocarlo: su un terreno rognoso come pochi altri, anzi come forse nessun altro, data la natura inedita di questa tappa (tantisssimo dislivello ma senza alcuna salita lunga, solo salitelle, saliscendi, strappetti e mangia-e-bevi, tutto però in dosi industriali), il catalano si esalta, spendendosi, spremendosi, staccandosi, ma poi rientrando, risalendo in testa e di lì REWIND AND REPEAT AGAIN!
Il livello di disperazione che però serpeggia fra appassionati e giornalisti, forse pure fra gli avversari, è testimoniato al meglio dalla collezione di screenshot con cui fotogramma dopo fotogramma si cerca di leggere malessere sulla faccia di Pogacar attorno a metà tappa. Possibile che lo sloveno sia pure lui mezzo influenzato come appunto già Sivakov e lo stesso Almeida (ritiro per somma di fattori, in realtà). Chi lo sa. Certo che se quanto ci si affanna a commentare o peggio a sperare è solo questo…!
Torniamo allora in testa alla corsa, con la fuga, selezionata sostanzialmente da un forcing in salita di O’Connor. Ebbene, in questo giorno della marmotta vuole il destino che si ripetano assai simili anche le dinamiche interne alla fuga stessa, solo rimescolando i nomi. Stavolta è Ben Healy a dibattersi come già l’altra volta MvdP nel dilemma fra lottare per la tappa o sognare in giallo. Come pure in quel caso, una volta messa in saccoccia una vittoria parziale, prevale il desiderio di vestire quella maglia del primato che invece i veri “principi” della classifica generale preferiscono ormai evitare come la peste per gli obblighi che impone. Pogacar, dopo le bordate contro le reti sociali (“il cancro della nostra società”) regalateci settimane addietro, si cala ora nei panni di un Mourinho per dichiarare papale papale che “è soprattutto contento di non aver l’obbligo di parlare coi giornalisti nel giorno di riposo”. Sta di fatto che l’irlandese pazzo e razionale dopo aver azzardato un’altra delle sue mosse col copyright ai meno quaranta e spicci, vistosi ripreso invece di “vendicarsi” su chi l’ha inseguito cambia del tutto atteggiamento e munificamente regala ai compagni da quel punto in poi un’oretta di dietro moto. Lui in testa a tirare regolare, gli altri in scia, nemmeno un turno simbolico. Ovviamente Healy pensa a massimizzare la velocità media della fuga, gli altri a risparmiarsi per scannarsi a scatti nel finale. E così andrà, con la peculiarità aggiunta che scatta che ti scatta gli altri si sfiniranno quasi tutti e il buon Ben, continuando a salire regolare, farà comunque terzo: dei 29” che avrà su Pogacar in classifica generale… quattro sono di abbuono!
A parte una sfuriata solitaria di Quinn Simmons degna di menzione in cronaca, resta poco altro da segnalare: Simon Yates sarà il primo a smuovere le acque, di O’Connor la prima reazione, ma l’australiano paga i suoi sforzi di scrematura a metà tappa e dopo poco cede. Torna su potente, invece, Arensman, che pencolandosi sulle sue lunghissime leve riesce a riavvicinarsi fino a 30 metri, non di più, dalla ruota di Simon. L’ultimo km è un braccio di ferro avvincente ma senza rivolgimenti. Bravi tutti.
Altra bizzarria del giorno, la prestazione del miglior francese, il tignoso, umorale e giovanissimo scalatore tascabile Lenny Martínez, un po’ Lenny Kravitz (nel sound non nell’aspetto) e un po’ nipote di esuli repubblicani spagnoli (e questo è un fatto storico!). La bizzarria non sta nella condotta di tappa, una caccia ai punti dei GPM che lo lascia esausto nel finale ma gli porta in dote la maglia a pois già vestita al Tour da… suo padre (REWIND, REPEAT). No, la stranezza sta nella foto, la foto sull’arrivo: ultimo dei fuggitivi a essere ripreso, a un km dalla fine circa, s’incaponisce a mettersi a tirare, ma tirare chi? Pogi e Vingo! Così la foto sul traguardo e l’ordine di arrivo “simulano” una sorte di arrivo a tre in cui il francese regola i due fenomeni (che ovviamente l’han lasciato passare primo).
La situazione con Lenny Martínez riflette il livello di assurdità generato dal dislivello prestazionale fra il danese, lo sloveno e tutti gli altri. Arrivati sullo strappo finale di 3 km e spicci, il primo ad attaccare è Remco, ma quando Pogi apre gas, l’unico a stargli incollato (quasi letteralmente) è Jonas. Gli altri sono in un attimo così indietro che non riescono a rientrare nemmeno quando i primi due rallentano per fare il “regalino” al giovinetto francese.
Fino a quel momento, comunque, tutto iterazione e reiterazione formulaica. I Visma attaccano. Pogi li ignora e mette a tirare i superstiti fra i suoi. C’è gap, salta Jorgenson. Pogi lo segue, fine dell’azione. REWIND, REPEAT. Una, due, tre, sette volte. Come già visto in ogni tappa mossa dall’inizio del Tour in qua. Vingegaard non attacca mai. A un certo punto parte Pogi, e fa subito il vuoto, con l’eccezione del danese. Vingegaard non collabora, il ritmo cala, la situazione si chiude. Finora Pogacar aveva poi chiuso la partita con uno scatto secco sulla linea, vuoi per la vittoria o per mettere in fila gli altri. Oggi eccezione, o meglio variazione sul tema, a quanto pare per “omaggiare” Lenny Martínez e la sua adolescenziale sfrontatezza o semplice alzata di fantasia.
Variazioni sul tema, solo variazioni sul tema, cui siamo grati per distinguere un giorno dall’altro e intrattenerci un po’. In attesa del prossimo giovedì che, su Hautacam, dovrebbe essere Ben diverso dallo scorso giovedì. …Oppure no!
Gabriele Bugada

Simon Yates vince la prima tappa di montagna del Tour 2025 (foto Dario Belingheri/Getty Images)
IN AUSTRIA DOMINANO DEL TORO E GLI EMIRATI
Dominio della UAE Team Emirates – XRG nel Giro d’Austria con quattro tappe su cinque conquistate e la vittoria finale di Isaac Del Toro, che ha confermato la classe dimostrata all’ultimo Giro d’Italia
Quattro tappe su cinque, fatta eccezione per la frazione conclusiva, e la formazione degli emirati ha dominato la 74a edizione del Giro d’Austria. Nella prima tappa, con partenza e arrivo a Steyr, addirittura quattro corridori dei primi cinque dell’ordine d’arrivo vestivano la casacca UAE: a vincere in solitaria è stato Felix Großschartner seguito a 5” da Rafał Majka (UAE) e dall’unico “intruso” Archie Ryan (EF Education – EasyPost), mentre con 16″ di ritardo il primo gruppo inseguitore è stato regolato da Baroncini Filippo su Isaac Del Toro.
Nella seconda tappa è stato il messicano, smaltita la delusione del Giro d’Italia, ad imporsi in volata sul traguardo di Alpendorf precedendo allo sprint Andrew August (Ineos), Héctor Alvarez (Lidl-Treck) e i compagni di squadra Groβscharter e Alessandro Covi, con la squadra degli emirati che piazza ancora tre uomini tra i primi cinque. La classifica non cambia, fatta eccezione per l’ingresso in top five di August al posto di Baroncini, che rimane staccato.
A rubare parzialmente la scena all’UAE, almeno nelle prime tappe, è stato l’ex pilota della MotoGP Aleix Espargarò, al debutto in una corsa professionistica all’età di 35 anni, iscritto con la Lidl-Trek. Purtroppo una caduta all’inizio della terza tappa, che gli ha causato la rottura del legamento di un pollice, lo ha costretto a ritirarsi per l’impossibilità di frenare, levando alla corsa anche questa distrazione dal dominio emiratino. Il corridore spagnolo, vincitore di tre gare in sella ad un’Aprilia da sempre usava la bici come allenamento e si è detto deluso, ma contento di aver dimostrato di non essere solo un acquisto di marketing.
La tappa del ritiro di Espargarò è terminata a Salisburgo dove Del Toro ha piazzato sulla salita del Gaisberg, che ospitava il traguardo, la sua seconda zampata con un’azione fulminea a 500 metri dall’arrivo, riuscendo a riprendere e sorpassare August, giunto secondo a 5”. Alle sue spalle si è piazzato ancora Groβscharter, che ha salvato la maglia di leader per 3”, seguito alla spicciolata da Ryan e Felix Engelhardt (Jayco).
Nella tappa regina, che prevedeva l’arrivo in salita ai 2024 metri di Kühtai, stazione sciistica tirolese, Del Toro ha completato la sua tripletta staccando nuovamente gli avversari: alle sue spalle hanno terminato Ryan a 4”, Majka a 6”, Enlhardt a 25” ed Esteban Chaves (EF Education – EasyPost) a 34”, mentre è pesantemente crollato l’ex leader e suo compagno di squadra è crollato Groβscharter, giunto al traguardo con più di 3 minuti di ritardo.
Nella conclusiva tappa di Feldkirch la UAE ha preferito amministrare il vantaggio conseguito, permettendo alla fuga di arrivare e lasciando spazio alle altre squadre. Torna così alla vittoria dopo oltre tre anni (se si esclude il campionato nazionale a cronometro), Bob Jungels (Ineos), che stacca tutti e si impone in solitaria con 1′45″ su Rui Costa e Florian Vermeersch, altro corridore in forma alla formazione araba.
Del Toro “vendica” così la sconfitta al Giro d’Italia imponendosi nella classifica finale con 29″ su Rayan e 47″ su Majka, mentre il migliore degli azzuri è lo scalatore lombardo Luca Vergallito (Alpecin – Deceuninck), 11° con un passivo di 4′16″. La UAE si porta ovviamente a casa la classifica a squadre, condendo il successo finale anche con la conquista delle classifiche a punti e del miglior giovane, che entrambe vedono in testa Del Toro. Un bottino quasi completo al quale manca solo la classifica dei Gran Premi della Montagna, al cui vertice si è issato il figlio d’arte Nicolas Vinokurov (XDS Astana Team)
Andrea Mastrangelo

Del Toro vince la tappa regina del Giro d'Austria
ELISA LONGO BORGHINI CONQUISTA IL SUO SECONDO GIRO D’ITALIA WOMEN
Liane Lippert vince la tappa finale all’autodromo di Imola. Sul podio finale anche Reusser e Gigante.
Il Giro d’Italia Women 2025 si chiude con il trionfo di Elisa Longo Borghini. Dopo otto tappe combattute l’azzurra della UAE Team ADQ sale sul gradino più alto del podio a dodici mesi dalla sua prima affermazione, confermandosi regina della corsa rosa. La tappa conclusiva da Forlì a Imola, con arrivo all’interno dell’Autodromo Enzo e Dino Ferrari, ha premiato nuovamente Liane Lippert (Movistar Team), che festeggia il secondo successo personale in questa edizione.
Il circuito finale, ispirato al percorso dei Campionati Mondiali del 2020, non ha ribaltato le sorti della classifica generale. La ongo Borghini ha controllato con intelligenza ogni situazione, difendendo la Maglia Rosa conquistata nella tappa del Monte Nerone. Il momento decisivo arriva quando sull’ultima salita Liane Lippert e Anna van der Breggen (Team SD Worx – Protime) si avvantaggiano sul gruppo andandosi a giocare la vittoria allo sprint. All’interno dell’autodromo di Imola la tedesca della Movistar ha avuto la meglio sull’olandese, mentre Marlen Reusser (Movistar Team), è giunta terza a 8 secondi, regolando il gruppo delle migliori.
Elisa Longo Borghini chiude così in testa alla classifica generale con 18” sulla Reusser e 1’11” su Sarah Gigante (AG Insurance – Soudal Team), vincitrice di due tappe e della Maglia Azzurra del Gran Premio della Montagna. Antonia Niedermaier (CANYON//SRAM zondacrypto) si conferma miglior giovane e conquista la Maglia Bianca, mentre Lorena Wiebes (Team SD Worx – Protime) chiude il Giro con la Maglia Rossa della classifica a punti e con la conquista del Premio Combattività Best Western. Infine, Eleonora Ciabocco ( Team Picnic PostNL) ha vinto il Premio Carta Giovani Nazionale come miglior italiana giovane in classifica, mentre la migliore delle 21 squadre in campo è risultato il AG Insurance – Soudal Team
Al termine della corsa, La Longo Borghini ha dichiarato: “È stato un Giro incredibile per me e per la squadra. Gli ultimi otto giorni sono stati intensi: avevamo un obiettivo comune e lo abbiamo raggiunto. Sono senza parole… questa sensazione è semplicemente incredibile”.
Più tardi ha aggiunto: “Questa vittoria significa molto, anche perché venivo da una primavera dove non sono arrivati i risultati sperati. La sintesi di tutto questo credo sia la tappa di Monselice, dove siamo riuscite a portare un attacco di squadra in una frazione che sulla carta non aveva nulla da dire. Sul podio mi sono emozionata per l’affetto che hanno dimostrato i tifosi”.
Seconda classificata nella generale, la Reusser ha commentato: “Negli ultimi tre giorni non sono stata bene, ma la squadra mi ha sempre supportata. Elisa ha meritato di vincere, ma tornerò per giocarmela di nuovo”.
Sarah Gigante, terza, ha aggiunto: “Non avrei mai immaginato un Giro così. Dopo l’operazione che mi ha tenuta ferma mesi, torno in Australia con tanta gioia. È stato un Giro bellissimo”.
Grande soddisfazione anche per Liane Lippert, vincitrice della tappa conclusiva: “Vincere due tappe è un sogno. Ieri è stata una giornata deludente, ma oggi volevamo riscattarci. Marlen ha lavorato per me nel finale, è una persona speciale. Io ho solo voluto restituirle qualcosa”.
Lorena Wiebes, Maglia Rossa e Premio Combattività, ha detto: “Non era il mio primo obiettivo, ma ho deciso di lottare per portarla a casa. Oggi ero stanca, ma felice del mio Giro, che mi ha dato grande fiducia”.
Antonia Niedermaier, Maglia Bianca: “Finalmente la porto a casa. La pressione di Holmgren si è fatta sentire, ma ho saputo gestirla. È una delle gare più difficili e belle allo stesso tempo”.
Per Elisa Longo Borghini si tratta della seconda vittoria finale al Giro, traguardo che un’atleta italiana non raggiungeva dai tempi di Fabiana Luperini. Liane Lippert sale a tre successi complessivi al Giro, mentre il cambio decisivo della Maglia Rosa, giunto alla penultima tappa, è il primo dal 2020.
Mario Prato
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): ENNEZAT – LE MONT DORE
luglio 14, 2025 by Redazione
Filed under Approfondimenti, Copertina
Dopo una prima fase di Tour disputata a bassa quota, la corsa francese va per la prima in montagna, anche se non è ancora arrivato il momento delle grandi salite. Le tormentate strade del Massiccio Centrale potrebbero, però, lasciare il segno…
Il Tour sbarca in montagna, anche se non è ancora arrivato il momento di vedere i big della classifica sfidarsi a viso aperto sulle grandi salite, per le quali dovremo ancora pazientare fino a giovedì, quando si aprirà il trittico pirenaico. Oggi dovremmo accontentarci della alture del Massiccio Centrale, tra le quali in occasione della festa nazionale francese (ecco perchè questo lunedì non ci sarà il tradizionale giorno di riposo d’inizio settimana, posticipato a domani) è stata disegnata una comunque insidiosa frazione di 165 Km che – pur non proponendo salite particolarmente lunghe e difficili – prevede nel complesso 44 Km d’ascesa suddivisi tra ben 13 salite, otto delle quali valevoli per la classifica degli scalatori. Il percorso può essere suddiviso in tre distinti settori, con il primo di 90 Km che proporrà consecutivamente, con rarefatti tratti per rifiatare, le prime otto ascese, cominciando con la Côte de Loubeyrat, i cui 4.2 Km al 6.1% inizieranno pochi chilometri dopo la partenza da Ennezat, tra l’altro debuttando con una rampa di 600 metri al 12.8%. Seguirà una fase di 60 Km dall’aspetto altimetrico più rilassato, caratterizzata da ascese più morbide di quelle affrontate in precedenza, anche se è in questo settore che per la prima volta in questa edizione si supereranno i 1000 metri di quota, toccando prima i 1060 metri del Col de la Moréno, per poi raggiungere i 1265 metri del Col de Guéry e quindi i 1389 metri del Col de la Croix Morand. Si giungerà così alle fasi finali, che prevedono di affrontare di seguito negli ultimi 15 Km prima la salita al “tetto” della tappa, i 1447 metri del Col de la Croix Saint-Robert (5.1 Km al 6.3%), e poi quella conclusiva diretta alla stazione di sport invernali di Mont Dore, che delle otto ufficiali di giornata sarà la più breve ma anche quella dotata della pendenza media più elevata: per la precisione si dovranno affrontare 3.3 Km inclinati al 7.7%, nulla di particolarmente difficile ma che potrebbe lasciare il segno al termina di una frazione così complicata. Non è la prima volta, e non sarà l’ultima, che le apparentemente innocue tappe del Massiccio Centrale si sono in realtà rilevate molto più selettive del previsto e quest’anno un certo peso potrebbe averlo anche il netto cambio di passo, dopo una prima settimana interamente disputata a quote decisamente più basse.
METEO TOUR
Ennezat: parzialmente nuvoloso, 26°C (percepiti 27°C), vento moderato da O (6-19 Km/h), umidità al 49%
Durtol (Sprint – Km 44.4): parzialmente nuvoloso, 25°C (percepiti 26°C), vento moderato da O (14-36 Km/h), umidità al 50%
Côte de Berzet (GPM – Km 78.3): parzialmente nuvoloso, 23°C (percepiti 25°C), vento moderato da O (16-39 Km/h), umidità al 51%
Chambon-sur-Lac (Km 132.6): nubi sparse, 23°C (percepiti 25°C), vento moderato da O (16-41 Km/h), umidità al 53%
Le Mont-Dore: nubi sparse, 19°C, vento moderato da O (16-44 Km/h), umidità al 63%
GLI ORARI DEL TOUR
13.00: inizio diretta su Eurosport
13.25: partenza da Ennezat
13.40-13.50: GPM della Côte de Loubeyrat
14.00: inizio diretta su Rai2
14.25-14.35: traguardo volante di Durtol
14.40-14.45: GPM della Côte de La Baraque
15.00-15.15: GPM della Côte de Charade
15.15-15.35: GPM della Côte de Berzet
16.10-16.35: GPM del Col de Guéry
16.25-16.50: GPM del Col de la Croix Morand
17.10-17.40: GPM del Col de la Croix Saint-Robert
17.15-17.45: inizio salita finale
17.25-17.55: arrivo a Le Mont-Dore
LA FOTORICOGNIZIONE DEL FINALE
http://www.ilciclismo.it/2009/?p=79250
RASSEGNA STAMPA
Italia
Tour de France, Milan manca il bis: a Chateauroux vince Merlier allo sprint di mezza ruota
Gazzetta dello Sport
Slovenia
Van der Poela ujeli tik pred ciljno črto, Merlier slavi zmago (Van der Poel catturato poco prima del traguardo, Merlier festeggia la vittoria)
Delo
Danimarca
Stjerne får revanche og snupper anden sejr efter massespurt (Star si vendica e conquista la seconda vittoria dopo uno sprint di massa)
Jyllands-Posten
Francia
Merlier le doublé, Van der Poel la perf – Pogacar : «L’abandon d’Almeida est une grosse perte» – Van der Poel, maso ou génie? (Merlier la doppietta, Van der Poel la performance – Pogacar: “Il ritiro di Almeida è una grande perdita” – Van der Poel, masochista o genio?)
L’Équipe
Regno Unito
Merlier claims stage nine as Van der Poel bid falls short (Merlier vince la nona tappa, ma il tentativo di Van der Poel non è sufficiente)
The Guardian
Spagna
El Tour vuela a más de 50 km/h (Il Tour vola a più di 50 km/h)
AS
Portogallo
João Almeida sucumbe à dor no Tour. Um “adieu” antes do “olé”? (João Almeida soccombe al dolore durante il Tour. Addio prima dell’”olé?”)
Público
Belgio
Alweer Belgisch succes: Tim Merlier troeft Milan af en pakt tweede ritzege, Van der Poel strandt na monstervlucht op 800 meter van de streep (Un altro successo belga: Tim Merlier batte Milan e conquista la seconda vittoria di tappa, Van der Poel bloccato dopo una fuga mostruosa a 800 metri dal traguardo)
Het Nieuwsblad
Paesi Bassi
Van der Poel kan prachtige vlucht net niet bekronen, Merlier pakt negende etappe in Tour (Van der Poel sfiora la fuga, Merlier vince la nona tappa del Tour)
De Telegraaf
Germania
Herzschlagfinale: Van der Poel gestellt – Merlier hauchdünn vorn – “Ich bin erschrocken”: Zweitschnellste Etappe der Tour-Historie (Finale da cardiopalma: Van der Poel catturato – Merlier in vantaggio di poco – “Sono scioccato”: seconda tappa più veloce nella storia del Tour)
Kicker
USA
Merlier sprints to victory in Tour de France Stage 9 after Van der Poel’s breakaway is thwarted (Merlier vola verso la vittoria nella nona tappa del Tour de France dopo che la fuga di Van der Poel è stata sventata)
The Washington Post
Colombia
Jonas Vingegaard y el fuerte viento ponen contra las cuerdas a Tadej Pogacar en la etapa 9 del Tour de Francia (Jonas Vingegaard e il forte vento hanno messo alle corde Tadej Pogacar nella nona tappa del Tour de France)
El Tiempo
Ecuador
Tim Merlier gana etapa 9 del Tour de Francia mientras Tadej Pogacar sigue como líder de la general (Tim Merlier vince la nona tappa del Tour de France, mentre Tadej Pogacar rimane il leader della classifica generale)
El Universo
Australia
Merlier outsprints Milan to speed to Tour de France win (Merlier supera Milan in volata e vince al Tour de France)
The West Australian
TOURALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.
Ordine d’arrivo della nona tappa
1° Tim Wellens
2° Benjamin Thomas s.t.
3° Lennert Van Eetvelt s.t.
4° Thibau Nys s.t.
5° Gianni Vermeersch s.t.
Miglior italiano Simone Velasco, 12° (s.t.)
Classifica generale
1° Mattéo Vercher
2° Roel van Sintmaartensdijk a 4′32″
3° Davide Ballerini a 6′13″
4° Fabian Lienhard a 9′47″
5° Jordi Meeus a 10′55″
CASA RICORDI: TOUR DE FRANCE 1985
Quest’anno ricorrono due anniversari: sono trascorsi 40 anni sia dall’ultima vittoria di un corridore francese al Tour (Bernard Hinault), sia dalla prima delle due vittorie di Maria Canins nella Grande Boucle riservata alla donne, uniche affermazioni italiane nel Tour Femminile. Riviviamo quelle giornata attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”
7 LUGLIO 1985 – 9a TAPPA: STRASBURGO – ÉPINAL (173.5 Km)
ORA IL TOUR ATTACCA LE ALPI
Ieri vittoria del solito carneade olandese (Ducrot), domani prima scalata ad Avoriaz
La corsa pare saldamente nelle mani di Hinault, che ha un buon margine da amministrare sui più pericolosi arrampicatori – Ancora in difficoltà Visentini, che ha perso un altro mezzo minuto – Tour donne: la Longo vince ancora

La funivia che collega Le Mont-Dore al Puy de Sancy e l’altimetria della decima tappa (www.auvergnevolcansancy.com)