UNA STAGIONE UAE – 8 LUGLIO 2025: 4a TAPPA TOUR DE FRANCE

novembre 24, 2025 by Redazione  
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Al Tour è Pogacar il principale favorito per la vittoria finale e gli bastano pochi giorni per dimostrarlo: dopo essersi piazzato secondo allo sprint nella seconda frazione, si impone al termine della quarta tappa, sul traguardo di Rouen. Il finale presenta alcune brevi ma irte colline che ricordano il tracciato della Liegi-Bastogne-Liegi, classica che lo sloveno ha già vinto tre volte in carriera, l’ultima poco più di due mesi prima. Il palcoscenico di gara lo chiama così subito alla ribalta, anche se le forze generali ancora fresche degli avversari non gli consentono ancora di fare il vuoto: si dovrà “accontentare” di precederli in volata, regolando l’olandese Mathieu van der Poel – che l’aveva anticipato quarantottre prima a Boulogne-sur-Mer e il suo principale rivale, il danese Jonas Vingegaard. Tra l’altro con questa sale a quota 100 nel suo palmares personale di vittorie, un numero spaventoso se si tiene conto che Pogacar ha appena 26 anni

POGACAR, VITTORIA IN TRIPLA CIFRA A ROUEN. MA VAN DER POEL RESTA IN GIALLO

Pogacar ottiene la 100a vittoria in carriera sul traguardo di Rouen, un fatto straordinario se si pensa che lo sloveno ha appena 26 anni. Il successo non basta, però, per levare la maglia gialla dalle spalle di Van der Poel, con il quale condivide lo stesso tempo in classifica

La quarta tappa della 112esima edizione del Tour de France, diversamente da quella di ieri, è considerata fra le più impegnative della prima metà della corsa: pur presentando un percorso sostanzialmente pianeggiante per buona parte dei 174 chilometri, i continui saliscendi dovrebbero mettere a dura prova la tenuta dei velocisti ed evitare la volata di gruppo, dando invece una grossa occasione ai cosiddetti cacciatori di tappe, come pure ai grandi specialisti delle corse in linea primaverili, che ben conoscono queste strade e le loro numerose “côte”. Il finale della tappa vedrà accentuarsi questi saliscendi, al punto che saranno presenti ben 5 GPM, per quanto non paragonabili a quelli che delle grandi salite alpine o pirenaiche: si inizierà con la Côte Jacques Anquetil (4° categoria, 3.6 km al 3.4%), a 47 chilometri dal traguardo, e che il Tour affronta per la prima volta rendendo omaggio al leggendario corridore francese che ha vissuto molti anni da queste parti, in un piccolo castello dell’800 che oggi viene chiamato in suo onore “Château Anquetil”. Il secondo GPM è la Côte de Belbeuf (1.3 km à 9.2%), a 28 chilometri dal traguardo, 3° categoria per via dell’elevata pendenza (che arriva anche al 15%); il terzo, a 20 chilometri dall’arrivo, è la Côte de Bonsecours (0.9 km à 7%), 4° categoria, che vedrà i corridori transitare accanto al cippo che ricorda un altro grande corridore francese, “testa di vetro” Jean Robic, vincitore del primo Tour del dopoguerra. Si passa poi la Côte de la Grand’Mare (1.8 km à 4.8%), un 4° categoria posto a 12 chilometri dal traguardo, e si finisce con la ripidissima Rampe Saint-Hilaire (0.8 km à 9.4%, ma punte del 15%), di 3° categoria a soli 5 chilometri dall’arrivo.
Difficile dire chi siano i grandi favoriti di oggi, al di fuori dei soliti nomi che eccellono in questo tipo di corse, come la stessa maglia gialla, Mathieu van der Poel (Alpecin – Deceuninck), forse il corridore più accreditato per vincere questa tappa, e poi i due che lo seguono in classifica generale e che sono i grandi favoriti del Tour: Tadej Pogačar (UAE Team Emirates – XRG) e Jonas Vingegaard (Team Visma | Lease a Bike). Da tenere d’occhio anche Wout van Aert (Team Visma | Lease a Bike), a meno che non decida di lavorare per il suo capitano.
La tappa parte alle 13.35, stavolta con un tempo molto buono e non a caso già nei primi chilometri si forma un gruppo di quattro corridori che guadagna facilmente un paio di minuti sul gruppo. I più accreditati tra i fuggitivi sono il forte passista danese Kasper Asgreen (EF Education – EasyPost), vincitore anche di un Giro delle Fiandre davanti a Van der Poel, e il giovane e promettente francese Lenny Martinez (Bahrain – Victorious), quest’anno vincitore di tappe alla Parigi-Nizza, al Romandia e al Delfinato. Completano il gruppetto lo sconosciuto francese Thomas Gachignard (Team TotalEnergies), nessuna vittoria in carriera, e l’esperto passista norvegese Jonas Abrahamsen (Uno-X Mobility), vincitore l’anno scorso della Parigi-Bruxelles. Per decine di chilometri nulla cambia, con fuggitivi e gruppo che procedono quasi di concerto e col distacco che resta sempre intorno ai due minuti o poco più. Nel gruppo tira la Alpecin, il che sembrerebbe confermare come Van der Poel sia intenzionato a muoversi nel finale. All’inizio della Côte Jacques Anquetil i fuggitivi hanno 1 minuto e 40 secondi sul gruppo, nel quale si verificano diverse cadute durante la fase di approccio alla salita: tra le vittime, che per fortuna non riportano gravi danni, ci sono anche Sepp Kuss (Team Visma | Lease a Bike), già vincitore della Vuelta 2023 e tra i principali gregari di Vingegaard in questo Tour, e l’austriaco Felix Gall (Decathlon AG2R La Mondiale Team), quarto al recente Giro di Svizzera. In cima alla salita passa primo Asgreen, col gruppo a 1 minuto e 10 secondi. A 31 chilometri dall’arrivo, poco prima che inizi il secondo GPM, c’è un traguardo volante a Saint-Adrien, che viene vinto in solitaria da Abrahamsen. Il gruppo, dietro, è regolato dal nostro Jonathan Milan (Lidl – Trek) su Biniam Girmay (Intermarché – Wanty), che possono così allungare nella classifica a punti sul belga Tim Merlier (Soudal Quick-Step), vincitore ieri a Dunkerque. Sulla Côte de Belbeuf i fuggitivi sono ripresi, ad eccezione di Martinez che tenta l’azione solitaria e scollina primo sul GPM con una decina di secondi sul gruppo. Nel tratto che porta al terzo GPM si vede in testa la UAE, più che altro per non far correre troppi rischi a Pogacar in una gara nella quale si continua a cadere. Un’altra caduta, infatti, si verifica in questo tratto, per fortuna senza gravi conseguenze. Ai piedi della Côte de Bonsecours Martinez viene ripreso; in cima il gruppo passa compatto, col norvegese Anders Halland Johannessen (Uno-X Mobility) a transitare per primo. In discesa si intensifica l’azione degli uomini della UAE in testa al gruppo: nulla cambia sulla quarta salita, la Côte de la Grand’Mare, dove infatti passa primo uno degli uomini di Pogacar, il belga Tim Wellens, che già ieri aveva conquistato la maglia a pois, e dietro di lui il gruppo compatto, per quanto molti corridori si siano staccati sulle ultime salite. Prima di arrivare all’ultimo GPM passano in testa gli uomini della Visma: Simon Yates, Wout Van Aert e soprattutto Victor Campenaerts, che impone un ritmo forsennato che alla lunga riduce il gruppo a una trentina di unità. Sull’ultima salita, la micidiale Rampe Saint-Hilaire, torna in testa la UAE, dapprima con Jhonatan Narváez e poi con João Almeida. Nel tratto più duro parte infine Pogacar con la sua tipica accelerazione e il solo Vingegaard riesce a restargli a ruota, sia pure con qualche difficoltà che si manifesta in vista dal GPM, dove è lo sloveno a passare per primo. Nel tratto di falsopiano che segue lo scollinamento molti corridori fra i primi in classifica, ben guidati da Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step) e fra i quali si trova la maglia gialla, in difficoltà sull’ultima salita, si riportano sui primi due e si forma un gruppetto di una decina di uomini che alla fine si gioca la vittoria in volata. Almeida si incarica di tirarla a Pogacar, ma alle sue spalle si infila Van der Poel, che riesce a lanciarsi in testa verso la linea del traguardo tallonato dal campione del mondo, in quella che sembra una ripetizione della volata di domenica. Tuttavia questa volta l’esito è diverso: l’olandese, provato dall’ultima ascesa e dal successivo inseguimento, cede nei metri conclusivi e giunge solo secondo alle spalle del fuoriclasse sloveno, che coglie così la centesima vittoria della sua carriera, mentre van der Poel rischia anche di farsi superare da un ottimo Vingegaard. I primi tre sono gli stessi di domenica, quarto è il britannico Oscar Onley (Team Picnic PostNL), quest’anno sul podio del Giro di Svizzera. Nel gruppo dei migliori si contano anche i francesi Romain Grégoire (Groupama – FDJ) e Kévin Vauquelin (Arkéa – B&B Hotels), entrambi in evidenza al Giro di Svizzera, e poi Evenepoel, Almeida, il compagno di squadra di Vingegaard, l’americano Matteo Jorgenson, e infine il danese Mattias Skjelmose (Lidl – Trek). Un po’ attardato arriva Primož Roglič (Red Bull – BORA – hansgrohe), che quest’anno non ha ancora trovato la forma migliore, mentre Evenepoel rientra nei primi 10 della classifica generale. Questa è ancora capeggiata da Mathieu van der Poel, sia pure con lo stesso tempo di Pogacar; Vingegaard rafforza il terzo posto, mentre Jorgenson scavalca Vauquelin al quarto. Pogacar e il compagno di squadra Wellens sono primi a pari merito nella classifica degli scalatori, mentre il nostro Milan mantiene il comando della classifica a punti davanti a Girmay. Primo dei giovani è sempre Vauquelin, seguito da Onley. Domani, con l’attesa tappa a cronometro di 33 chilometri, i distacchi aumenteranno e si capirà finalmente chi è in forma e chi sta solo cercando di limitare i danni.

Andrea Carta

A Rouen taglia per la prima volta il traguardo Tadej Pogacar: per lui è la 100a volta in carriera (foto Loic Venance/AFP via Getty Images)

A Rouen taglia per la prima volta il traguardo Tadej Pogacar: per lui è la 100a volta in carriera (foto Loic Venance/AFP via Getty Images)

UNA STAGIONE UAE – 22 GIUGNO 2025: 8a TAPPA GIRO DI SVIZZERA

novembre 23, 2025 by Redazione  
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Alla fine anche in Svizzera è un UAE a prevalere. Era successo qualche giorno prima al Delfinato e in terra elvetica si era già vista una cosa simile il mese precedente al Giro di Romandia, quando nella crono conclusiva di Ginevra, il portoghese João Almeida era riuscito a sovvertire la classifica generale levando la maglia di leader dalle spalle del francese Lenny Martinez, pur non ottenendo la vittoria di tappa (conquistata da Evenepoel). Esattamente la medesima cosa succede all’ultimo giorno del Giro di Svizzera, protagonisti lo stesso corridore portoghese e un transalpino: stavolta a soccombere sarà Kévin Vauquelin, mentre Almeida riuscirà a fare l’en plein, prendendosi non solo la maglia ma anche il successo parziale nella conclusiva cronoscalata

ALMEIDA, CRONOMETRO VINCENTE A STOCKHUTTE. E’ SUO IL GIRO DI SVIZZERA 2025

Joao Almeida (UAE Team Emirates) domina la cronoscalata dell’ultima tappa del Giro di Svizzera e si va a prendere la maglia gialla. Niente da fare per Kévin Vauquelin (Team Arkéa B&B Hotels) che deve cedere al portoghese il simbolo del primato proprio alla fine

La cronoscalata da Beckenried allo Stockhütte è lunga 10 km e deciderà il Giro di Svizzera 2025. La maglia gialla Kévin Vauquelin (Team Arkéa B&B Hotels) deve gestire 33 secondi di vantaggio su Joao Almeida (UAE Team Emirates) che sembra sulla carta il principale favorito per la vittoria finale. Dopo gli oltre 3 minuti accusati al termine della prima tappa il portoghese si è rimboccato le maniche ed ha vinto già due tappe della corsa svizzera risalendo posizioni su posizioni e presentandosi alla tappa decisiva con i favori del pronostico. Ed Almeida non delude le aspettative andando a vincere col tempo di 27 minuti e 33 secondi. Al secondo posto si piazza Felix Gall (Decathlon AG2R La Mondiale) a 25 secondi di ritardo mentre chiude il podio di giornata Oscar Onley (Team Picnic PostNL) con un ritardo di 1 minuto e 12 secondi rispetto ad Almeida. Vauquelin non fa meglio della quarta posizione a 1 minuto e 40 secondi di ritardo da Almeida mentre chiude la top five Harry Sweeny (Team EF Eduaction EasyPost) a 1 minuto e 55 secondi di ritardo da Almeida, che conquista la terza tappa e vince il Giro di Svizzera con 1 minuto e 7 secondi di vantaggio su Vauquelin ed 1 minuto e 58 secondi di vantaggio su Onley. Per quanto riguarda le altre classifiche Almeida vince anche quella a punti mentre Aleksandr Vlasov (Team Redbull BORA Hansgrohe) si aggiudica la classifica dei gpm e Vauquelin quella dei giovani, Infine l’Israel Premier Tech vince la classifica a Squadre. Rivedremo molti protagonisti del Giro di Svizzera al Tiur de France che scatterà da Lilla sabato 5 Luglio. Se Almeida sarà preziosissimo gregario di Pogacar, gente come Onley, Gall ed O’Connor lotterà per una top ten che potrebbe essere alla loro portata. Per quanto riguarda Vauquelin e lo stesso Julian Alaphilippe (Team Tudor Pro Cycling), sorprese di questo Giro di Svizzera, l’obbiettivo sarà invece una vittoria di tappa.

Antonio Scarfone

Joao ALmeida vince il Giro di Svizzera 2025 (foto: Getty Images)

Joao ALmeida vince il Giro di Svizzera 2025 (foto: Getty Images)

UNA STAGIONE UAE – 21 GIUGNO 2025: 7a TAPPA GIRO DI SVIZZERA

novembre 22, 2025 by Redazione  
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João Almeida deve pazientare fino alle ultime tappe per potersi issare al vertice della classificas generale del Giro di Svizzera. Dopo il tappone di Santa Maria in Calanca al comando della corsa elvetica si era portato il francese Kévin Vauquelin con 39 secondi sul portoghese, vantaggio che il lusitano riduce a 33 secondi nell’arrivo in salita a Emmetten, antipoasto della decisiva cronoscalata che si disputerà ventiquattrore più tardi

A EMMETTEN ALMEIDA CONCEDE IL BIS. VAUQUELIN CONSERVA LA MAGLIA GIALLA

Joao Almeida (UAE Team Emirates) vince sull’arrivo in salita di Emmetten imponendosi in una volata ristretta davanti ad Oscar Onley (Team Picnic PostNL) e Kévin Vauquelin (Team Arkéa B&B Hotels). Domani la cronoscalata finale di Stockhütte decreterà il vincitore del Giro di Svizzera 2025

Il Giro di Svizzera si avvia alla conclusione ed in classifica generale è ancora tutto da decidere con le ultime due tappe che accenderanno il week end di inizio estate. Oggi è in programma la settima tappa da Neuhausen am Rheinfall a Emmetten di 207.3 km e tutti aspettano il finale esplosivo con i GPM di Bürgenstock ed Emmetten che attendono i big di classifica per una prima resa dei conti. Dopo la partenza da Neuhausen am Rheinfall si formava rapidamente la fuga di giornata grazie all’azione di Quinn Simmons (Team Lidl Trek), Aleksandr Vlasov (Team Redbull BORA Hansgrohe), Junior Lecerf (Team Soudal Quick Step), Felix Engelhardt (Team Jayco AlUla), Frank van den Broek (Team Picnic PostNL), Tiesj Benoot (Team Visma Lease a Bike) ed Hugo Houle (Team Israel Premier Tech). Dopo 80 km la fuga aveva 3 minuti di vantaggio sul gruppo maglia gialla tirato dagli uomini dell’UAE Team Emirates XRG. Vlasov scollinava in prima posizione sul primo gpm di Schwändi posto al km 112.1. Simmons vinceva il primo traguardo volante di Schwyzerbrugg posto al km 124 mentre Benoot vinceva il secondo traguardo volante di Schwyzerbrugg posto al km 125. Vlasov si aggiudicava il successivo traguardo volante di Kussnacht posto al km 155.5. I fuggitivi venivano raggiunti e superati durante la scalata verso il gpm di Bürgenstock. I battistrada erano Joao Almeida (UAE Team Emirates), Kèvin Vauquelin (Team Arkèa B&B Hotels), Felix Gall (Decathlon AG2R La Mondiale), Julian Alaphilippe (Tudor Pro Cycling Team), Frank van den Broeck e Oscar Onley (Team Picnic PostNL).Van den Broek, al completo servizio di Onley, scollinava in prima posizione. I sei battistrada iniziavano l’ultimo GPM di Emmetten con una trentina di secondi di vantaggio sul primo gruppo inseguitore. Van den Broek dava l’ultima trenata sulle prime rampe verso Emmetten prima di sfilarsi. Gall allungava a 3 km dall’arrivo. Il vantaggio del ciclista austriaco sugli immediati inseguitori non era però tale da lanciarlo verso la vittoria visto che Almeida e Onley in particolare non lo perdevano di vista. Più in affanno sembravano invece Vauquelin ed Alaphilippe. Gall veniva raggiunto a 1 km dall’arrivo mentre Alaphilippe dopo aver perso qualche decina di metri riusciva a rientrare anche lui. Vauquelin si alzava sui pedali e tirava la volata a circa 200 metri dall’arrivo ma era pronta la reazione prima di Onley e poi di Almeida che affiancavano il francese e lo superavano negli ultimi metri. Era Almeida a vincere davanti a Onley e Vauquelin mentre Gall era quarto a 4 secondi di ritardo. Chiudeva la top five Alaphilippe a 8 secondi di ritardo. Per Almeida è la seconda vittoria di tappa al Giro di Svizzera 2025. Vauquelin resta in maglia gialla con 33 secondi di vantaggio su Almeida e 41 secondi di vantaggio su Alaphilippe. Domani la cronoscalata da Beckenried a Stockhütte di 10 km farà da giudice inappellabile per le sorti del Giro di Svizzera 2025. Almeida ha le qualità per annullare il gap di 33 secondi che lo separa da Vauquelin ma dovrà dare fondo a tutte le energie per vincere il Giro di Svizzera 2025.

Antonio Scarfone

Joao Almeida vince a Emmetten (foto: Getty Images)

Joao Almeida vince a Emmetten (foto: Getty Images)

UNA STAGIONE UAE – 18 GIUGNO 2025: 4a TAPPA GIRO DI SVIZZERA

novembre 21, 2025 by Redazione  
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Oltre al Delfinato, seppur meno gettonato rispetto dai grandi favoriti per la Grande Boucle, a giugno una valida alternativa in preparazione al Tour è rappresentato dal Giro di Svizzera e anche questa corsa finirà dritta nel già nutrito curriculum della UAE. Tra i corridori iscritti alla corsa c’è, infatti, il portoghese João Almeida, che in questa stagione due gare a tappe, il Giro dei Paesi Baschi e il Tour de Romandie (che pure si disputa sulle strade elvetiche) le ha già conquistaste. Il lusitano deve affinare le armi in vista dell’impegno transalpino, che lo vedrà sfortunato uomo d’appoggio di Pogacar (una caduta lo costringerà al ritiro alla nona tappa), e lo fa alla perfezione imponendosi nella classifica finale e in tre delle tappe più impegnative, cominciano con quella che propone l’arrivo a Piuro, in territorio italiano.

A PIURO ALMEIDA FA L’IMPRESA MA NON BASTA: LA MAGLIA GIALLA RESTA SULLE SPALLE DI GREGOIRE

L’UAE Team Emirates XRG fa un ritmo indiavolato sui primi tornanti del Passo Spluga ed il gruppo esplode. Almeida si lancia da solo verso la gloria e la vittoria di tappa ma la maglia gialla – ancora distante oltre 2 minuti – rimane sulle spalle di Romain Grégoire (Team Groupama FDJ)

Il piatto forte della quarta tappa del Giro di Svizzera da Heiden a Piuro è la scalata del Passo Spluga, che misura ufficialmente 8.8 km anche se la scalata inizierà già prima con l’antipasto del gpm di terza categoria di Sufers. Dallo scollinamento ci sarà prima un’interminabile discesa di 30 km e poi una decina di km di falsopiano prima dell’arrivo di Piuro, Insomma, una tappa che può dire tanto ma anche poco in ottica classifica generale. Bisognerà infatti vedere in che modo il gruppo approccerà le prime fasi della salita verso lo Spluga. Ad ogni modo Romain Grégoire (Team Groupama FDJ), non proprio uno scalatore, dovrà difendere la sua maglia gialla. Dopo un inizio di tappa frenetico, la fuga ci metteva parecchi km prima di riuscire ad evadere dal gruppo. Alla fine erano in otto a riuscirci ovvero Neilson Powless (Team EF Education EasyPost), Andrew August (Team INEOS Grenadiers), Quinn Simmons (Team Lidl Trek), Thomas Gloag (Team Visma Lease a Bike), Georg Zimmermann (Team Intermarchè Wanty), Sébastien Grignard (Teal Lotto), Marius Mayrhofer e Larry Warbasse (Team Tudor Pro Cycling). A causa della presenza di Zimmermann, che in classifica generale aveva 2 minuti e 18 secondi di ritardo dalla maglia gialla, il gruppo manteneva un ritmo tale da non far lievitare troppo il vantaggio della fuga. Gloag scollinava in prima posizione sul gpm di Sufers posto al km 129.6. Oltre al ciclista britannico restavano in testa alla corsa August, Powless e Simmons. Gloag vinceva anche il primo traguardo volante posto al km 137.3. Intanto l’UAE Team Emirates iniziava il forcing sulle prime rampe del Passo Spluga ed i primo nomi caldi ad alzare bandiera bianca erano Tao Geoghegan Hart (Team Lidl Trek) ed anche la maglia gialla Romain Grégoire. Almeida attaccava a 50 km dalla conclusione ed andava a riprendere tutto solo la fuga. IL portoghese allungava e scollinava da solo sul gop del Passo Spluga posto al km 146. Almeida restava in testa anche nella lunga discesa verso l’arrivo e si aggiudicava il traguardo volante di Gordona posto al km 185.1. Il portoghese dopo una cavalcata trionfale andava a vincere in solitaria con 40 secondi di vantaggio su Oscar Onley (Team Picnic PostNL) e 42 secondi di vantaggio su Ben O’Connor (Decathlon AG2R La Mondiale). Chiudevano la top five Kévin Vauquelin (Team Arkea B&B Hotels) e Romain Grégoire, rispettivamente quarto e quinto a 1 minuto di ritardo da Almeida. Il portoghese pur facendo una vera e propria impresa resta ancora lontano dai primissimi posti della classifica generale, dove Gregoire conserva la maglia gialla con 25 secondi di vantaggio su Vauquelin e 29 secondi di vantaggio su Julian Alaphilippe (Team Tudor Pro Cycling). In ciclista portoghese infatti ha ancora un ritardo di 2 minuti e 7 secondi da Grégoire e se vuole davvero ambire alla vittoria della maglia gialla dovrà fare il diavolo a quattro nelle ultime quattro tappe. Domani è in programma la quinta tappa da La Punt a Santa Maria in Calanca di 183.8 km, dove volendo si potrà fare ancora una discreta selezione tra i big di classifica visto che bisognerà scalare quattro gpm di prima categoria: Julierpass, Passo San Bernardino, ed il doppio gpm di Castaneda. Quest’ultimo presenta le pendenze più arcigne della tappa con una lunghezza di 4 km e mezzo e diversi tratti in doppia cifra. Siamo certi che Almeida farà lavorare la sua squadra per continuare a rosicchiare secondi sui ciclisti che lo precedono in classifica generale.

Antonio Scarfone

Joao Almeida vince a Piuro (fot: Tim de Waele/Getty Images)

Joao Almeida vince a Piuro (fot: Tim de Waele/Getty Images)

UNA STAGIONE UAE – 15 GIUGNO 2025: 1a TAPPA GIRO NEXT GEN

novembre 20, 2025 by Redazione  
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L’UAE non vince solo tra i professionisti. Nel 2024 il team emiratino aveva allestito anche una formazione giovanile per “allevare” futuri Pogacar e uno di questi risponde presente alla vittoria dello sloveno al Delfinato. Lo stesso giorno nel quale cala il sipario sulla corsa francese in Italia si apre la 49a edizione del Giro d’Italia riservato a quelli che un tempo venivano definiti dilettanti e che ora si chiamano Under23. E proprio nel primo “giorno di scuola” un UAE è protagonista sulle strade di casa nostra: è il 19enne ceco Matthias Schwarzbacher, che indossa la prima maglia rosa al termine della breve crono d’avvio di Rho

SCHWARZBACHER PIÙ VELOCE DI TUTTI A RHO: È SUA LA PRIMA MAGLIA ROSA DEL GIRO NEXT GEN 2025

Il giovane slovacco della UAE Team Emirates Gen-Z sorprende tutti nella cronometro inaugurale del Giro Next Gen. Con una prova magistrale sugli 8 Km e rotti di Rho conquista la prima Maglia Rosa dell’edizione 2025 davanti a Van Kerckhove e Thornley. È la seconda vittoria stagionale per lui, al termine della crono più veloce della storia della corsa.

Il Giro Next Gen 2025 si apre con un colpo di scena: Matthias Schwarzbacher, 19enne slovacco della UAE Team Emirates Gen-Z, vince a sorpresa la cronometro inaugurale di Rho e conquista la prima Maglia Rosa della corsa a tappe Under 23. Sui 8,4 chilometri pianeggianti del percorso lombardo, Schwarzbacher ha fermato il cronometro sul tempo di 9’17”, alla media record di 54,291 km/h, la più veloce mai registrato nella storia del Giro d’Italia di quelli che un tempo venivano definiti “dilettanti”-
Alle sue spalle si piazzano il belga Matisse Van Kerckhove (Team Visma | Lease a Bike Development), staccato di un solo secondo, e il britannico Callum Thornley (Red Bull – Bora – Hansgrohe Rookies), terzo a 3″. Tra gli italiani il migliore è Lorenzo Mark Finn, 17° a 15″, che si prende però la soddisfazione di vestire la Maglia Tricolore di miglior azzurro.
“Era una cronometro corta, quindi puntavo solo alla top 10”, ha raccontato Schwarzbacher all’arrivo. “Sono cresciuto con le imprese di Peter Sagan: se corro è anche grazie a lui. Dedico questa vittoria a lui e alla mia squadra, che mi ha guidato perfettamente”.
È la seconda vittoria stagionale per il talento slovacco, dopo la Umag Classic dello scorso marzo, e il terzo successo a cronometro nella categoria U23. Mai prima d’ora un corridore slovacco aveva indossato la Maglia Rosa in una delle due versioni del Giro.
Schwarzbacher ha poi aggiunto: “Volevo solo dare il massimo. Ora voglio tenere la Maglia anche nei prossimi giorni, ma so che nella prima tappa di montagna dovrò cedere il passo ai nostri uomini di classifica”.
Oltre alla Maglia Rosa, Schwarzbacher veste anche la Maglia Rossa della classifica a punti. Le altre maglie vanno invece a Matisse Van Kerckhove, leader sia del GPM (Maglia Azzurra) sia della classifica giovani (Maglia Bianca), e a Finn , che come abbiamo già detto indossa la Maglia Tricolore.
Il belga Van Kerckhove, classe 2006 e già secondo nel campionato nazionale belga U23, ha così commentato:
“Essere sul podio del Giro Next Gen è un’emozione unica. Sembra di vivere il Giro d’Italia vero. Il mio obiettivo è aiutare Nordhagen, ma oggi sono felice di aver portato a casa due maglie”.
Per quanto riguarda i big attesi in classifica generale, sono andati bene Albert Withen Philipsen (Lidl – Trek) e Jørgen Nordhagen (Team Visma | Lease a Bike Development), rispettivamente 4° a 6″ e 5° a 7″, mentre più indietro si sono piazzati nell’ordine d’arrivo il vincitore della scorsa edizione Jarno Widar (Lotto Development Team), 27° a 19”), e Pau Martí (Israel Premier Tech Academy), terzo nel 2024 e oggi solo 43° a 29″
Il Giro prosegue con una frazione leggermente ondulata che si snoda tra Varesotto e Brianza fino a sfiorare la Svizzera prima di concludersi a Cantù. Due giri di un circuito nervoso con strappi e rilanci metteranno alla prova il gruppo, prima del finale in salita. Gli ultimi 2 km potrebbero premiare un finisseur, mentre il rettilineo finale – in leggera ascesa con pendenze sopra il 7% – promette scintille anche per i velocisti più resistenti.

Mario Prato

Schwarzbacher al traguardo della tappa di Rho (www.gironextgen.it)

Schwarzbacher al traguardo della tappa di Rho (www.gironextgen.it)

UNA STAGIONE UAE – 14 GIUGNO 2025: 7a TAPPA GIRO DEL DELFINATO

novembre 19, 2025 by Redazione  
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E’ il giorno del tappone del Giro del Delfinato e anche in questa occasione Tadej Pocagar non fallisce il bersaglio, anche se stavolta la sua supremazia è meno netta rispetto a quella dimostrata ventiquattrore prima. Sono, infatti, solo 14 i secondi che riesce a guadagnare sul rivale Vingegaard al traguardo di Valmeinier, anche se può considerarsi con la vittoria in tasca in virtù del minuto che conserva di vantaggio in classifica sul danese alla vigilia dell’ultima e non difficilissima tappa di montagna (al termine della quale i due giungeranno assieme al traguardo fissato sull’altopiano del Moncenisio)

DELFINATO: TRIS DI POGACAR MA VINGEGAARD E’ IN RIPRESA, REMCO NON CI SIAMO

Nel tappone del Delfinato trionfa ancora Tadej Pogacar, ma stavolta Vingegaard trova il ritmo giusto e, dopo aver perso 20 secondi, riesce a mantenere il distacco fino al traguardo. Invece Evenepoel perde altri 2 minuti e mezzo e non sembra in grado di inserirsi nella sfida per il Tour.

Si sa, il Delfinato serve a testarsi e ad affinare la preparazione in vista del Tour de France. Non sempre è un test veritiero, ricordiamo tutti la pessima prova di Nibali nell’anno in cui poi arrivò in maglia gialla sul podio di Parigi; tuttavia, specie negli ultimi anni, con la crescente importanza anche da punto di vista economico del ranking, la vittoria diventa un obiettivo importante.
Dopo la tappa a cronometro Tadej Pogacar (UAE Team Emirates – XRG) non sembrava in stato di grazia, ma l’iridato già nella tappa di ieri aveva voluto mettere le cose in chiaro. In una frazione per lui ideale era, infatti, riuscito a rifilare un minuto a Jonas Vingegaard (Team Visma | Lease a Bike) e già si parlava di un Tour de France segnato.
Nella frazione di oggi, un vero e proprio tappone anche se di limitato chilometraggio, le indicazioni sono state leggermente diverse. Due salite lunghe e iconiche come Madeleine e Croix de Fer, prima della ascesa finale pure di 16 chilometri, andavano a comporre il disegno di un tracciato più adatto a un corridore come Vingegaard. Il danese in effetti si è mosso insieme a Pogacar, ma non ha tentato di rispondere alla rasoiata violenta del rivale, proseguendo del proprio passo, che era comunque superiore a quello di tutti gli altri. Dopo aver perso rapidamente 20 secondi, è riuscito a mantenere il distacco per diversi chilometri, andando alla stessa velocità di Pogacar e recuperando dei secondi nel finale.
A dir le verità, si è avuta la sensazione che il portacolori della UAE non abbia spinto al massimo, cosa che ha confermato egli stesso nell’intervista post gara, e che abbia più badato a gestire il finale; tuttavia la scalata di Vingegaard, isolatamente considerata, è stata molto buona e ha dato l’impressione di un atleta che si sta man mano avvicinando al top della condizione.
In un quadro del genere, il danese può legittimamente aspirare a contendere il trionfo al Tour de France al vincitore uscente, specie nei tapponi pirenaici e alpini, ma dovrà stare attento nella prima parte di Tour de France, molto più adatta ad un corridore come Pogacar, che sembra già piuttosto in forma e potrebbe anche non aver scoperto tutte le carte.
Chi non sembra poter essere della partita è Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step) che, dopo la débâcle di ieri, ha perso altri 2 minuti e 40 secondi. La sua indubbia superiorità contro il tempo non è sufficiente a bilanciare la sua inferiorità in montagna e non solo per il limitato chilometraggio delle prove a cronometro.
Buona la prova di Florian Lipowitz (Red Bull – BORA – hansgrohe) che ha confermato il terzo posto di ieri e quello in classifica, riuscendo fino a un certo punto a difendersi molto bene. Ha pagato un po’ nel finale ma è comunque riuscito ad arrivare al traguardo con la metà del distacco di Evenepoel e ora ha un vantaggio di quasi 2 minuti sull’olimpionico in classifica.
Ora bisognerà vedere in che condizioni si presenterà Primoz Roglic (Red Bull – BORA – hansgrohe) alla Grande Boucle perché il team non vorrà commettere lo stesso errore fatto al Giro sacrificando un giovane in forma come Giulio Pellizzari per un Roglic che, al di là delle cadute, non era sembrato affatto brillante.
La tappa di oggi ha visto subito il tentativo di attacco solitario di Victor Campenaerts (Team Visma | Lease a Bike). Dopo qualche chilometro, c’è stata una girandola di scatti e controscatti dalla quale è nato un drappello con la presenza di Matteo Jorgenson (Team Visma | Lease a Bike), che ha costretto la UAE ad andare a chiudere.
Davanti rimangono Valentin Paret-Peintre (Soudal Quick-Step) e Bruno Armirail (Decathlon AG2R La Mondiale Team) sui quali rientrano Ben Healy (EF Education – EasyPost), Alexey Lutsenko (Israel – Premier Tech) e Sepp Kuss (Team Visma | Lease a Bike). Con il passare dei chilometri, si uniscono all’attacco in tempi diversi Sergio Higuita (XDS Astana Team), Clément Braz Afonso (Groupama – FDJ), Juan Guillermo Martinez (Team Picnic PostNL), Jordan Jegat (Team TotalEnergies), Santiago Buitrago (Bahrain – Victorious), Louis Meintjes (Intermarché – Wanty), Romain Bardet (Team Picnic PostNL), Iván Romeo (Movistar) e Andreas Leknessund (Uno-X Mobility).
Sulla Croix de Fer il gruppo di testa perde Paret-Peintre che si stacca, ma trova Guillaume Martin (Groupama – FDJ) che esce dal gruppo e va a prendere la testa della corsa. In testa al gruppo i Visma impongono il cambio di ritmo, facendo scendere sensibilmente il vantaggio dei battistrada.
In discesa rimane davanti solo Bardet che, alla vigilia dell’addio, prova l’attacco solitario. Il gruppo maglia gialla scollina forte di meno di dieci unità e Pogacar non ha gregari.
Dopo il tratto tecnico di discesa, si calmano le acque ed il gruppo maglia gialla si ripopola con Pogacar che ritrova Pavel Sivakov (UAE Team Emirates – XRG), il quale fa un ottimo lavoro in testa per evitare attacchi e offrire al capitano l’occasione di provare l’affondo.
Come era accaduto ieri, Vingagaard prova a rispondere solo per pochi secondi perché capisce subito che la rasoiata è troppo violenta per lui. Il danese, però, in pochi chilometri trova il ritmo giusto e mantiene il distacco di 20 secondi da Pogacar, mentre Lipowitz – che aveva tentato di resistere a Vingagaard – deve mollare il colpo.
L’attacco di Pogacar è stato meno devastante di quello di ieri, perché anche Evenepoel, in evidente difficoltà, è riuscito per molto chilometri a mantenere un gap intorno al minuto, salvo poi colare a picco nel finale.
L’impressione che ha dato Pogacar è stata di non aver spinto a tutta ed egli stesso, nell’intervista, ha detto di aver attaccato per evitare di essere egli stesso attaccato e di aver badato a controllare nel finale.
Domani è in programma l’ultima tappa con l’arrivo sul Moncenisio. Non si tratta una salita impossibile ma è pur sempre il punto più alto della corsa e sarà interessante capire se andrà di nuovo in scena una sfida tra i due principali protagonisti della corsa transalpina e del prossimo Tour.

Benedetto Ciccarone

Pogacar vince anche a Valmeinier 1800 (Getty Images)

Pogacar vince anche a Valmeinier 1800 (Getty Images)

UNA STAGIONE UAE – 13 GIUGNO 2025: 6a TAPPA GIRO DEL DELFINATO

novembre 18, 2025 by Redazione  
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Dopo la vittoria a sorpresa nella prima tappa, nel finale il Delfinato propone un trittico di tappa d’alta montagna decisamente più tarato sulle misure di Tadej Pogacar. Dopo averle “prese” con classe dagli avversari nella cronometro del quarto giorno (quarto con 48″ di ritardo da Evenepoel e una ventina da Vingegaard), lo sloveno torna a sfoggio della sua classe alla prima occasione utile, l’arrivo in salita a Combloux, dove stacca di poco più di un minuto il rivale danese, tornando al vertice della classifica generale.

DELFINATO, POGACAR RIBALTA IL VERDETTO DEL CRONOMETRO E SI RIPRENDE LA MAGLIA GIALLA

Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) sferra l’attacco decisivo nel tratto più duro della Côte de Domancy, Nessuno riesce a tenere la sua ruota ed il campione sloveno va a vincere in solitaria sul traguardo di Combloux. Pogacar indossa di nuovo la maglia rosa e praticamente ipoteca la vittoria del Giro del Delfinato 2025

Nonostante sia lunga poco meno di 127 km, la quinta tappa del Giro del Delfinato da Valserhône a Combloux promette fuochi d’artificio per quanto riguarda la classifica generale. I cinque gpm in programma saranno la miccia di questi fuochi ed in particolare sulla Côte de Domancy, a circa 7 km dall’arrivo, i big di classifica sono attesi ad uno scontro frontale su pendenze costantemente in doppia cifra per quasi 2 km. Un muro vero e proprio dove Remco Evenepoel (Team Soudal Quick Step) dovrà difendersi dagli atticchi si Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) e Jonas Vingegaard (Team Visma Lease a Bike) anche se non sono da scartare altri nomi caldi come quelli di Florian Lipowitz (Team Redbull BORA Hansgrohe), Matteo Jorgenson (Team Visma Lease a Bike) e ci mettiamo dentro anche il sorprendente Paul Seixas (Decathlon AG2R La Mondiale), tutti quanti presenti nella top ten generale. Ci sono poi quegli scalatori che hanno toppato nella cronometro di due giorni fa ed avranno voglia di rifarsi e citiamo tra gli altri i vari Carlos Rodriguez (Team INEOS Grenadiers), Lenny Martinez (Team Bahrain Victorious) ed Enric Mas (Team Movistar). Dopo la partenza da Valserhône si segnalava subito un attacco di quattro ciclisti ovvero Mathieu van der Poel (Team Alpecin Deceuninck), Anders Foldager (Team Jayco ALUla), Victor Guernalec (Team Arkéa B&B Hotels) e Fabien Doubey (Team TotalEnergies) a cui si aggiungevano poco dopo Søren Wærenskjold (Team Uno-X Mobility), Fabian Weiss (Team Tudor Pro Cycling) e Toms Skujiņš (Team Lidl Trek). Questo primo tentativo di fuga veniva però annullato dalla pronta reazione del gruppo maglia gialla. Dopo una ventina di km si formava un altro drappello di fuggitivi con Van der Poel sempre presente, al quale si aggiungevano Michael Leonard (Team INEOS Grenadiers), Bruno Armirail (Decathlon AG2R La Mondiale), Alex Baudin (Team EF Education EasyPost), Andreas Leknessund (Team Uno-X Mobility), Romain Bardet (Team Picnic PostNL), Pierre Thierry (Team Arkéa B&B Hotels) ed Anthony Turgis (Team TotalEnergies). Questa volta il gruppo lasciava fare e dopo 30 km il vantaggio dei battistrada saliva a 1 minuto e 30 secondi. Armirail scollinava per primo sul gpm della Côte de Villy-le-Pelloux posto al km 35. Il ciclista francese scollinava in prima posizione anche sul successivo gpm del Col des Fleuries posto al km 59. Erano sempre UAE Team Emirates e Visma Lease a Bike le squadre che conducevano il ritmo nella prima parte del gruppo. Sul successivo gpm della Côte de Mont-Saxonnex il gruppo dei fuggitivi si scremava ed allo stesso tempo anche quello della maglia gialla perdeva parecchi ciclisti. Baudin scollinava in prima posizione seguito da Leonard ed Armirail mentre il gruppo maglia gialla era capeggiato da un generosissimo Tim Wellens (UAE Team Emirates). Baudin vinceva anche il traguardo volante di Le Grangeat posto al km 107.5 dopodicheè tutti aspettavano ormai l’imminente finale con la scalata in rapida successione della Côte de Domancy e della Côte de la Cry. Baudin e Leonard prendevano in testa la Côte de Domancy ma il ritmo infernale imposto dagli uomini dell’UAE Team Emirates non dava scampo alla coppia che conduceva la corsa. Proprio nel tartto più duro della Côte de Domancy Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) apriva il gas e nel giro di una ventina di secondi faceva il vuoto. Ultimo ciclista a mantenere la sua ruota era Jonas Vingegaard (Teanìm Visma Lease a Bike) che però si arrendeva allo strapotere dello sloveno e si limitava ad andare del suo passo, un po’ come tutti gli altri…Pogacar aumentava il vantaggio sugli avversari diretti pedalata dopo pedalata mentre la maglia gialla Remco Evenepoel (Team Soudal Quick Step) si perdeva nelle retrovie. Il fenomeno sloveno andava a vincere sul traguardo di Combloux con 1 minuto ed 1 secondi di vantaggio su Vingegaard e con 1 minuto e 22 secondi di vantaggio si Lipowitz. Chiudevano la top five Matteo Jorgenson (Team Visma Lease a Bike) in quarta posizione e Remco Evenepoal in quinta posizione, rispettivamente a 1 minuto e 30 secondi di ritardo ed a 1 minuto e 50 secondi di ritardo da Pogacar. Dopo la vittoria nella prima tappa, Pogacar concede il bis e si riprende la maglia gialla con 43 secondi di vantaggio su Vingegaard e 54 secondi di vantaggio su Lipowitz. Domani si sale ancora di più nella settima tappa da Grand-Algueblanche a Valmeinier 1800 di 131.6 km. Tre gpm hors categorie – Col de la Madeleine, Col de la Croix de Fer e l’arrivo di Valmenier 1800 – dicono tutto sulla durezza della tappa. Se oggi Pogacar ha ipotecato la vittoria della breve corsa a tappe francese, domani può chiudere definitivamente il discorso.

Antonio Scarfone

Tadej Pogacar vince a Combloux (foto: Getty Images)

Tadej Pogacar vince a Combloux (foto: Getty Images)

UNA STAGIONE UAE – 8 GIUGNO 2025: 5a TAPPA GIRO DELLA SLOVENIA

novembre 17, 2025 by Redazione  
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Lo stesso giorno nel quale Tadej Pogacar si impone nella frazione d’apertura del Delfinato all’estremità opposta della catena alpina un’altro corridore in maglia UAE passa all’incasso. E’ il portoghese Ivo Oliveira, che un paio di mesi prima aveva vinto due tappe al Giro d’Abruzzo ed ora porta a caso l’atto conclusivo del Giro di Slovenia. Suo il successo sul traguardo di Novo Mesto, poi sul podio premiazione sale un altro elemento del team emiratino, l’austriaco Felix Großschartner, che per soli 14 secondi fallisce la conquista della vetta della classifica, raggunta dal norvegese della Uno-X Anders Halland Johannessen.

GIRO DI SLOVENIA 2025: IVO OLIVEIRA TRIONFA NELL’ULTIMA TAPPA, JOHANNESSEN SI IMPONE IN CLASSIFICA

Ivo Oliveira (UAE Team Emirates-XRG) si impone nettamente nella quinta e ultima tappa del Giro di Slovenia, conquistando uno sprint ristretto a Novo Mesto. A trionfare in classifica generale è il norvegese Anders Halland Johannessen (Uno-X Mobility), che difende con successo la maglia gialla e firma la sua prima vittoria in carriera in una corsa a tappe.

L’ultima frazione del Giro di Slovenia 2025 ha regalato emozioni e conferme, con un finale a tutta velocità nella tradizionale volata di Novo Mesto. Ivo Oliveira, portacolori della UAE Team Emirates-XRG, ha dimostrato una determinazione rabbiosa e una condizione eccellente battendo in volata Andrea Bagioli (Lidl-Trek) e Fernando Barceló (Caja Rural-Seguros). Per Oliveira si tratta della terza vittoria stagionale, dopo le due tappe vinte al Giro d’Abruzzo, portando a sei i successi in carriera. Si è trattato di un trionfo dal sapore speciale, dedicato al fratello Rui Oliveira, che era stato declassato nella seconda tappa, decisione della giuria che era stata contestata dal fratello.
La tappa, di 124 km da Litija a Novo Mesto, è stata movimentata sin dai primi chilometri con continui attacchi e una doppia scalata a Vače che ha animato la corsa. Un gruppo di cinque corridori, tra i quali Juan Pedro López e Sam Oomen (entrambi in forze alla Lidl-Trek), ha tentato la fuga ma è stato ripreso a meno di un chilometro dal traguardo. Nel finale Ivo Oliveira ha piazzato lo scatto decisivo a 300 metri dal traguardo, lasciando Bagioli e Barceló senza risposta.
Oltre a Oliveira sono da segnalare le ottime prestazioni di Fabio Christen (Q36.5) – quarto e vincitore delle classifiche a punti e GPM – e di Ludovico Crescioli (Polti-VisitMalta), quinto. Bene anche Lorenzo Quartucci (Solution Tech), ottavo, e Matteo Scalco (VF Group-Bardiani CSF-Faizanè), nono.
In classifica generale non ci sono stati cambiamenti di rilievo: Anders Halland Johannessen (Uno-X Mobility) ha saputo controllare la corsa gestendo il vantaggio sugli inseguitori e ha chiuso con 14” di margine su Felix Großschartner (UAE Team Emirates-XRG) e di 19” su Tao Geoghegan Hart (Lidl-Trek). Chiudono la topfive Quarto Jakob Omrzel (Bahrain-Victorious) e Christen. Il primo italiano in classifica è Alex Tolio (VF Group Bardiani CSF Faizanè), decimo a 1’32”.
Con questa vittoria di tappa e la conferma di Johannessen in maglia gialla, il Giro di Slovenia 2025 si chiude con un bilancio positivo per entrambe le squadre e per i tanti giovani protagonisti pronti a emergere nel panorama internazionale.

Mario Prato

Rui Oliveira vince lultima tappa del Giro di Slovenia (foto Sportida)

Rui Oliveira vince l'ultima tappa del Giro di Slovenia (foto Sportida)

UNA STAGIONE UAE – 8 GIUGNO 2025: 1a TAPPA GIRO DEL DELFINATO

novembre 16, 2025 by Redazione  
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Il Giro è appena finito ed è già tempo di pensare al Tour. Una settimana dopo la conclusione della Corsa Rosa prende, infatti, il via il Delfinato, corsa a tappe che da diverse stagioni è diventata una sorta di prova generale della Grande Boucle e lo testimoniano le starting list, che vedono al via i principali attori che saranno in scena a luglio sulle strade francesi. Tra gli iscritti quest’anno c’è Tadej Pogacar che inizia con il botto imponendosi a sorpresa nella tappa d’apertura di Montluçon, nonostante il tracciato collinare non lasciasse intendere che ci sarebbe stata subito battaglia tra i “big” (secondo e terzo si piazzeranno Vingegaard e Van der Poel)

CRITERIUM, ED È SUBITO POGACAR

Tadej Pogacar è già in formissima in vista del via del Tour e lo ha dimostrato oggi imponendosi subito nella prima tappa del Criterium del Delfinato. Ma hanno impressionato anche i diretti rivali per la Grande Boucle Vingegaard ed Evenepoel, che gli sono giunti immediatamente alle spalle in una volata nella quale s’è inserito Van der Poel.

Il Giro del Delfinato, giunto quest’anno alla sua 77esima edizione, inizia con una tappa quasi pianeggiante, che compie un lungo giro nelle basse colline della Francia centrale, con partenza nel paese da Domerat e arrivo nella città di Montluçon dopo 196 chilometri. Siamo ai margini della regione di Lione, dove tradizionalmente si svolge la maggior parte di questa storica corsa a tappe, e da domani i corridori si sposteranno progressivamente verso Est sino a raggiungere le Alpi, dove il Giro si concluderà domenica prossima con un’arrivo a pochi passi dal confine italiano, sul colle del Moncenisio.
Il percorso odierno prevede l’ascesa di ben 7 GPM di quarta categoria, in realtà delle semplici “côtes”che non dovrebbero presentare grandi difficoltà: nell’ordine s’incontrano la Côte de Sainte-Thérence (2.5 km al 4%) dopo 107 chilometri, la Côte d’Argenty (2 km al 5%) al chilometro 114 e, quindi, al chilometro 125, si sale per la prima volata sulla Côte de Buffon (600 metri al 9%) dopo aver imboccato il circuito finale intorno a Montluçon, anello che verrà percorso due volte così da poter effettuare altri due passaggi sia sulla citata Côte de Buffon (ai chilometri 157 e 189, a meno di 7 dal traguardo), sia sulla meno impegnativa Côte de Domérat (1.8 km al 4%) ai chilometri 140 e 171. È improbabile che i tre grandi delle corse a tappe – Tadej Pogačar (UAE Team Emirates – XRG), Jonas Vingegaard (Team Visma | Lease a Bike) e Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step) – vogliano scoprire le carte dal primo giorno e l’esito finale della tappa è, almeno oggi, del tutto imprevedibile. Anche una volata generale non può essere esclusa, mentre un occhio di riguardo andrà tenuto nei confronti di Mathieu van der Poel (Alpecin – Deceuninck), che ha confermato la sua presenza solo pochi giorni fa, nonostante la frattura al polso subita durante una gara di MTB.
Alla partenza, che viene data poco dopo le 10, se ne vanno in fuga due gregari semisconosciuti: l’esperto Paul Ourselin (Cofidis) e il giovane Pierre Thierry (Arkéa – B&B Hotels), il cui vantaggio arriva sino a un massimo di tre minuti. Il gruppo procede tranquillamente, senza lasciare che il vantaggio dei fuggitivi diventi troppo importante, ma senza darsi concretamente da fare per riprenderli. Sulla prima “côte”, quella di Sainte-Thérence, quando i corridori sono già oltre metà gara, è Ourselin a passare per primo, mentre il vantaggio sul gruppo è di circa due minuti. Nulla cambia sulla seconda ascesa, quella di Argenty, con Ourselin primo e il gruppo a due minuti. Poi, quando inizia il circuito finale e si affronta per la prima volta la breve ma ripida salita di Buffon, i fuggitivi iniziano a perdere colpi e il gruppo si avvicina a circa un minuto. Ourselin transita primo anche su questa terza ascesa e al chilometro 132, quando siamo già oltre due terzi di gara, i corridori passano per la prima volta sulla linea del traguardo. Nulla cambia nei chilometri successivi, con Ourselin primo anche sulla salita di Domérat e il gruppo a soli 40 secondi. Poco dopo proprio Ourselin tira i remi in barca, lasciando Thierry in fuga da solo. Nonostante la defezione del compagno di fuga riduca al lumicino le sue possibilità di arrivare vittorioso sul traguardo finale, il corridore continua con decisione e transita primo al secondo passaggio sulla Côte de Buffon. Il suo vantaggio si riduce però a soli 10 secondi, anche perché su quest’ascesa il gruppo accelera. Poco dopo ne esce il britannico Fred Wright (Bahrain – Victorious), che raggiunge subito Thierry e continua la fuga con lui; la coppia di testa riprende un buon vantaggio e transita per la seconda e penultima volta sulla linea del traguardo di Montluçon con 36 secondi sul gruppo, ancora compatto. Si risale ben presto sulla penultima côte, col secondo passaggio sul Domérat, ed è ancora Thierry a transitare per primo; poi, come già aveva fatto Ourselin, il francese si fa riassorbire dal gruppo, mentre Wright continua da solo e a 20 chilometri dal traguardo mantiene a fatica una decina di secondi di vantaggio. Nel gruppo inizia a tirare la Lidl – Trek, probabilmente sperando che il loro velocista di punta, il nostro Jonathan Milan, possa vincere la volata a Montluçon, ma il corridore britannico resiste tenacemente ed è solo quando iniziano a tirare anche gli uomini di Van der Poel e Vingegaard che viene ripreso, a 7 chilometri dalla conclusione. In quel momento la corsa si trova sull’ultima salita, quella già du volte affrontata della Côte de Buffon. Nel tratto più ripido dil francese Axel Laurance (INEOS Grenadiers), un giro di Norvegia al suo attivo, allunga con decisione portandosi dietro il britannico Lukas Nerurkar (EF Education – EasyPost), che transita primo in cima alla salita. Entrambi vengono ripresi subito dopo, po il gruppo rimane allungato nel tratto pianeggiante successivo. Il colpo di scena arriva a 5 chilometri dalla conclusione: è Vingegaard che attacca in prima persona, con Pogačar che subito lo segue; si accodano immediatamente Van der Poel e il colombiano Santiago Buitrago (Bahrain – Victorious) e poco dopo, con un leggero ritardo sugli altri quattro, anche Evenepoel si accoda, Assistiamo così all’incredibile spettacolo di una fuga negli ultimi chilometri proprio da parte dei quattro grandi, ciascuno dei quali vuole intimorire gli altri mostrando di essere già al massimo della forma. Nel gruppo le squadre dei velocisti cercano di reagire e il quintetto dei fuggitivi non riesce mai a superare gli 8 secondi di vantaggio. All’ultimo chilometro il loro vantaggio è ancora di 5 o 6 secondi e dietro non si danno per vinti. Il finale è da cardiopalma: Van der Poel tenta un allungo a 700 metri dall’arrivo, senza successo, e ai 500 metri il gruppo, allungatissimo, ha che una cinquantina di metri di svantaggio. Ai 200 metri il vantaggio svanisce del tutto e partono simultaneamente due sprint: davanti Van der Poel lancia il suo, seguito da Evenepoel, Pogacar e Vingegaard, mentre Buitrago si arrende; dietro il gruppo tenta a sua volta di saltare i fuggitivi ma, senza avere in testa i migliori velocisti, rimasti attardati per il ritmo elevatissimo tenuto negli ultimi chilometri, non riesce nell’impresa e consente a Pogačar di andare incredibilmente a vincere la volata davanti a Vingegaard, con Van der Poel che cede negli ultimi metri e arriva terzo. Quarto è Evenepoel, seguto a pochi centimetri dal transito del primo elemento del gruppo, l’inglese Jake Stewart (Israel – Premier Tech). A leggere l’ordine d’arrivo, con 79 corridori accreditati dello stesso tempo, si direbbe che il fuoriclasse sloveno abbia vinto un “volatone” e non uno sprint ristretto. Il nostro Milan, che non è riuscito a portarsi in tempo nelle posizioni di testa, è solo 28esimo. Primo degli italiani Simone Velasco (XDS Astana Team), ventesimo.
Alla fine Pogačar si ritrova, forse inaspettatamente, in maglia gialla e con in tasca la 96esima vittoria della sua carriera. La classifica, basata soltanto sugli abbuoni, è cortissima, ma i segnali ci sono tutti: i tre grandi sono già in piena forma e nessuno vuole essere da meno degli altri. Questa edizione del Delfinato si preannuncia davvero combattuta e le salite vere, che come in ogni edizione saranno numerose, devono ancora arrivare.

Andrea Carta

Pogacar vince in volata la prima tappa del Giro del Delfinato (Getty Images)

Pogacar vince in volata la prima tappa del Giro del Delfinato (Getty Images)

UNA STAGIONE UAE – 28 MAGGIO 2025: 17a TAPPA GIRO D’ITALIA

novembre 15, 2025 by Redazione  
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La stella di Ayuso al Giro 2025 si è spenta ben presto. Dopo la vittoria a Marsia per lo spagnolo è iniziata con la caduta (e tre punti di sutura) rimediata nella tappa di Siena una sorta di parabola discendente culminata con il ritiro dopo la frazione di Bormio, a causa di una puntura d’ape, e con un addio rancorosa dalla UAE a fine stagione. A riportare i sorrisi nel team emiratino è stato il messicano Isaac Del Toro, che si è vestito di rosa al termine della tappa degli sterrati e ha mantenuto le insegne del primato fino all’ultima tappa di montagna, quando è salito in cattedra Simon Yates. E proprio dal corridore americano è arrivata la seconda vittoria targata UAE, al termine della tappa del Mortirolo

DEL TORO, CAPARBIETA’ E SOSTANZA A BORMIO. PRIMA VITTORIA AL GIRO PER IL MESSICANO

Isaac Del Toro (UAE Team Emirates) vince la sua prima tappa in un GT sfruttando le sue doti da scattista al termine di una tappa dove il Mortirolo, seppur dal versante meno impegnativo di Monno, è stato il grande protagonista. Il messicano si avvantaggia su Richard Carapaz e Simon Yates che restano comunque in ballo per la maglia rosa

La diciassettesima tappa del Giro 2025 parte da San Michele all’Adige e termina a Bormio dopo 155 km. Sono tre i gpm da affrontare ovvero il Passo del Tonale, il Mortirolo (dal versante meno impegnativo di Monno) e le Motte, gpm di terza categoria posto lungo il falsopiano verso la località d’arrivo. Isaac Del Toro (UAE Team Emirates) deve difendere la sua maglia rosa da Simon Yates (Team Visma Lease a Bike) e Richard Carapaz (Team EF Education EasyPost), i ciclisti che in questo momento sembrano avere qualcosa in più del giovane messicano, specialmente alla luce della tappa di ieri. Dopo una lunga fase interlocutoria, durante la quale si segnalava il passaggio in prima posizione sul primo traguardo volante di Cles da parte di Mads Pedersen (Team Lidl Trek) si formava la fuga di giornata prima dell’inizio del Passo del Tonale. Erano ben 37 gli uomini in fuga tra i quali, per elencarne alcuni, gli onnipresenti Lorenzo Fortunato (Team XDS Astana), Georg Steinhauser (Team EF Education EasyPost), Romain Bardet (Team Picnic PostNL), Pello Bilbao (Team Bahrain Victorious) e Wilco Kelderman (Team Visma Lease a Bike). Fortunato scollinava in prima posizione mentre il gruppo maglia rosa iniziava a sfilacciarsi. La successiva scalata del Mortirolo mieterà vittime illustri come Thyman Arensman (Team INEOS Grenadiers), Michael Storer (Team Tudor Pro Cycling) ed Antonio Tiberi (Team Bahrain Victorious) mentre ancora Fortunato scollinava per primo in gruppo di testa anch’esso ridottosi decisamente. Nonostante qualche scaramuccia negli ultimi due km del Mortirolo, specialmente da parte di Richard Carapaz (Team EF Education EasyPost) che provava uno scatto ma che veniva ripreso nei primi km di discesa, il gruppo maglia rosa affrontava regolarmente la discesa e il falsopiano verso Bormio, finchè sul gpm di Le Motte i big di classifica aumentano l’andatura specialmente con un pimpante Isaac Del Toro, che fiuta la possibilità di riprendere i fuggitivi, o meglio il fuggitivo, visto che restava in testa solo Bardet. A poco più di 5 km dall’arrivo Del Toro e Carapaz riprendono definitivamente Bardet: Il messicano allungava negli ultimissimi km andando a vincere praticamente in solitaria con 4 secondi di vantaggio su Bardet e Carapaz mentre chiudevano la top five Simon Yates (Team Visma Lease a Bike) in quarta posizione e Giulio Pellizzari (Team Redbull BORA Hansgrohe) in quinta posizione, rispettivamente a 14 e 15 secondi di ritardo da Del Toro che ottiene la prima vittoria al Giro e con gli abbuoni al traguardo allunga in classifica generale visto che ora ha 41 secondi di vantaggio su Carapaz e 51 secondi di vantaggio su Simon Yates. Il discorso per la vittoria della maglia rosa sembra ormai riguardare questi tre ciclisti anche se gli ultimi due tapponi – il diciannovesimo ed il ventesimo – possono ancora offire qualche spunto di interesse. Nel frattempo domani è in programma la diciottesima tappa da Morbegno a Cesano Maderno di 144 km. I tre gpm di Parlasco, Colle Balisio e Ravellino favoriranno la fuga di giornata, che dovrà resistere al probabile ritorno del gruppo negli ultimi 50 km totalmente pianeggianti. I velocisti avranno anche loro delle buone possibilità per giocarsi la vittoria, ma la volata se la dovranno guadagnare.

Antonio Scarfone

Isaac Del Toro vince a Bormio (foto: Getty Images)

Isaac Del Toro vince a Bormio (foto: Getty Images)

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