17-05-2022

maggio 17, 2022 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA

L’eritreo Biniam Girmay (Intermarché-Wanty-Gobert) si è imposto nella decima tappa, Pescara – Jesi, percorrendo 196 Km in 4h’32′07″, alla media di 43.22 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Mathieu van der Poel (Alpecin-Fenix) e l’italiano Vincenzo Albanese (EOLO-Kometa Cycling Team). Lo spagnolo Juan Pedro López (Trek-Segafredo) è ancora maglia rosa con 12″ sul portoghese Joao Almeida (UAE Team Emirates) e 14″ sul francese Romain Bardet (Team DSM). Miglior italiano Domenico Pozzovivo (Intermarché-Wanty-Gobert), 8° a 54″

DURANGO – DURANGO EMAKUMEEN SARIA (Donne)

L’olandese Pauliena Rooijakkers (CANYON//SRAM Racing) si è imposta nella corsa spagnola, circuito di Durango, percorrendo 113 Km in 2h’55′48″, alla media di 38.567 Km/h. Ha preceduto di 15″ la statunitense Veronica Ewers (EF Education-TIBCO-SVB) e di 20″ la danese Cecilie Uttrup Ludwig (FDJ-Nouvelle Aquitaine-Futuroscope). Miglior italiana Soraya Paladin (CANYON//SRAM Racing), 6° a 1′40″

DOLCI COLLINE DI SCARPONI

maggio 17, 2022 by Redazione  
Filed under News

Tante colline punteggiano il finale della tappa marchigiana, ma dimentichiamo i muri che hanno caratterizzato negli scorsi anni certe frazioni della Tirreno-Adriatico. Gli organizzatori stavolta ne hanno proposti giusto un paio, all’interno di un percorso che non dovrebbe causare particolari problemi ai corridori che puntano al successo finale al Giro 2022. Quella odierna sarà un’occasione d’oro per i cacciatori di tappe, con ottime probabilità che la fuga del giorno riesca ad andare in porto.

La prospettiva di trascorrere un pomeriggio di corsa sulle colline marchigiane poteva provocare un brivido a più d’un corridore, soprattutto a coloro che sanno quanta fatica si faccia da queste parti alla Tirreno-Adriatico, che spesso ha proposto in queste terre insidiose frazioni ricche di muri e talvolta risultate più selettive e decisive della tappa di montagna. Con un sospiro di sollievo avranno appreso che nel disegnarla s’è scelto di usare la mano leggera ed evitare muri particolarmente ostici, inserendone solo un paio e non dei più difficili, facendone una tappa di quasi normale trasferimento che offrirà un’occasione da non lasciarsi sfuggire per i cacciatori di tappe. Con i velocisti naturalmente esclusi dai giochi per la vittoria, oggi le loro squadre non saranno particolarmente invogliate a collaborare e chi sarà in fuga potrebbe riuscire ad arrivare al traguardo con un bel vantaggio. Si potrebbero così assistere a due corse in una nel tratto collinare, davanti quella tra i fuggitivi per tentare di staccare i compagni d’avventura e involarsi verso la vittoria, dietro quella tra i big se qualcuno vorrà provare a dare una “sgasata” sui rari tratti più impervi per saggiare i rivali e vedere se hanno “ammortizzato” la giornata di riposo, che per alcuni corridori è un handicap.
Prima di arrivare sui colli, che punteggeranno a fasi alterne gli ultimi 90 Km di gara, bisognerà sorbirsi un’abbondante porzione di pianura, “caparra” di quella che caratterizzerà interamente la tappa del giorno successivo. Si partirà da Pescara in direzione nord, costantemente seguendo la direttrice della litoranea adriatica e giungendo dopo pochi chilometri ai piedi del colle di Montesilvano, vecchia conoscenza del gruppo che tutti gli anni ci sale più volte in occasione del Trofeo Matteotti, corsa che nel 2022 si disputerà il 18 settembre e che lo scorso anno è stata conquistata da Matteo Trentin.
Sfiorata l’antica torre costiera del Cerrano, innalzata all’epoca del Regno di Napoli e dal 2010 situata all’interno di un’area protetta, si giungerà sulle strade di Pineto per poi toccare la località di Roseto degli Abruzzi e successivamente Giulianova, sede dell’unico porto della provincia di Teramo e cittadina dalla doppia anima, suddivisa tra la popolosa frazione balneare del Lido e il centro storico situato su di una bassa collina che guarda verso la spiaggia e sulla quale bisogna salire per ammirare il rinascimentale Duomo di San Flaviano, mentre è necessario tornare verso il mare per visitare la chiesa di Santa Maria a Mare, costruita in stile romanico lombardo.
Raggiunta Tortoreto, dove ancora fresco è il ricordo della vittoria di Peter Sagan nella tappa dei “muri” del Giro del 2020, la corsa lascerà l’Abruzzo per entrare nelle Marche e giungere sulle ben note strade di San Benedetto del Tronto, dove il passaggio del gruppo sarà sorvegliato dalla Torre dei Gualtieri, principale monumento della cittadina che è naturale approdo finale della Tirreno-Adriatico sin dal 1967, anno della seconda edizione della corsa creata da Franco Mealli e che inizialmente si chiamava “Tre Giorni del Sud”, ereditandone il nome da una corsa a tappe che si svolse in Molise per una sola edizione nel 1961, vinta da Vito Taccone. Subito dopo ad applaudire i “girini” saranno gli abitanti di Grottammare, nel cui centro storico, inserito nel novero dei “Borghi più belli d’Italia”, si può ammirare la Chiesa di Santa Lucia, fatta realizzare da Papa Sisto V nel luogo dove si trovava la casa natale del pontefice, lo scorso anno celebrato con una lunga serie di eventi nel cinquecentesimo anniversario della nascita.
L’ultimo tratto di pianura di questa tappa si svolgerà ai piedi delle colline sulle quali stanno appollaiati i borghi che costituisco il cosiddetto “distretto calzaturiero fermano”, piccoli centri che a turno hanno quasi tutti ospitato arrivi di tormentate tappe della citata Tirreno-Adriatico, spesso conquistate da corridori di prestigio a conferma della validità di quei percorsi e dell’impegno che richiedono: qui ci limitiamo a ricordare le affermazioni di corridori del calibro di Giuseppe Saronni, di Greg LeMond – che nel 1982 s’impose a Monte San Pietrangeli a soli vent’anni d’età – di Moreno Argentin e di Maurizio Fondriest, di Óscar Freire e di Paolo Bettini e del citato Sagan, nomi che altrove sono andati ad arricchire l’albo d’oro di Giri, Tour e Mondiali.
Giunti a Civitanova Marche il gruppo saluterà il mare per volgere verso l’entroterra e affrontare la prima delle sette salite che daranno una diversa piega al tracciato della decima tappa, diretta alla località Crocette, piccola frazione del borgo di Montecosaro, nel cui territorio comunale si trova la basilica di Santa Maria a Piè di Chienti, uno dei principali esempi di architettura romanica della regione. Superata questa prima, facile ascesa (5 Km al 2.2% con i primi 3 Km al 5%) il percorso volgerà in direzione di Montelupone, fermandosi dopo 1.8 Km al 5.9% a breve distanza da questo centro, pure noto agli appassionati di ciclismo per il suo tremendo muro, verticale di 1500 metri all’11% di pendenza media che in due occasioni ha ospitato l’arrivo di tappa alla “Corsa dei Due Mari”, entrambe timbrate dal corridore spagnolo Joaquim Rodríguez. Ai “girini” sarà evitato quel tremendo tratto ma si presteranno ora ad affrontare la più impegnativa salita prevista dal percorso odierno che, sceso ad attraversare la valle del fiume Potenza, ne risalirà l’altro versante in direzione dell’ermo colle leopardiano. La prossima meta del gruppo sarà, infatti, la cittadina di Recanati, alla quale si salirà percorrendone una delle strade d’accesso secondarie, che propone 2.7 Km d’ascesa al 7.7%. Non si tratta di numeri particolarmente “allarmanti” ma proprio all’inizio c’è uno scalino di quasi mezzo chilometro al 13.3% al quale fa eco un secondo balzo di 400 metri al 12.8% proprio all’ingresso della città natale di Giacomo Leopardi.
Al tratto più impegnativo di questa tappa ne seguirà uno che potremmo definire di stanca, con il tracciato che per una quindicina di chilometri si snoderà in quota mentre si percorrerà la strada che conduce verso Montefano, centro che nel 1501 diede “accidentalmente” (i suoi genitori si trovavano di passaggio durante un viaggio dall’originaria Montepulciano a Macerata) i natali a un papa, Marcello II, che fu l’ultimo a utilizzare il suo nome di battesimo dopo l’elezione al soglio di San Pietro e il cui pontificato fu uno dei più brevi della storia, stroncato da un infarto dopo soli 22 giorni.
Dalle emozioni delle pendenze si passerà presto a quello del ricordo e a uno dei più struggenti perché qualche chilometro più avanti si percorreranno le strade di Filottrano, dove si transiterà proprio nel luogo dove Michele Scarponi fu investito e perse la vita il 22 aprile di cinque anni fa. Ci sarà giusto il tempo d’asciugarsi una lacrima perchè subito il percorso richiamerà alla realtà con la successiva salita, un’asperità inserita nel tracciato tempo dopo la presentazione ufficiale del tracciato, che originariamente prevedeva di raggiungere il centro di Santa Maria Nuova attraverso un’altra strada. Come nel caso di Recanati si seguirà un itinerario più defilato, che raggiunge la piccola frazione di Collina con una salita di 1.2 Km al 7% che presenta un minimuro di 200 metri all’11.4% proprio in vetta.
Ritrovato il percorso originario all’altezza della località Torre di Jesi, il cui nome ricorda quello di un’antica torre di guardia medioevale demolita dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale, s’imboccherà la discesa che conduce direttamente a Jesi, senza tuttavia ancora raggiungere la sede di tappa odierna. Giunti alle porte della moderna frazione di Borgo Minonna si cambierà nuovamente strada e si tornerà a pedalare in direzione dei colli per superare una salita di un chilometro spaccato al 6.6%, movimentata da una mezza dozzina di tornanti, che si conclude in vista della piccola frazione di Mazzangrugno. Sarà la penultima difficoltà prevista dal tracciato, che ora scenderà a incrociare il corso del fiume Esino – il secondo della regione per portata dopo il Metauro – subito prima di andare incontro all’ultimo ostacolo di giornata, 1400 metri al 7.1% verso il borgo di Monsano, salita che inizia nei pressi del santuario di Santa Maria fuori Monsano, eretto a partire dal 1471 nel luogo dove quello stesso anno la Madonna era apparsa sopra un olmo, dal quale sarebbe scesa a tracciare sulla neve la pianta di una cappella da erigere in suo nome.
Apparizioni per i “girini” a questo punto non ce ne saranno più perché attraversato il soprastante centro davanti a loro avranno solo la veloce discesa verso il paese natale di Giovanni Battista Pergolesi, il compositore che – nonostante le origini marchigiane – è considerato uno dei principali esponenti della scuola musicale napoletana. I suoi concerti nella storia hanno allietato le orecchie di molti ma oggi le dolci note saranno solo per uno, per il corridore che per primo uscirà vittorioso dalla selva dei colli jesini.

Mauro Facoltosi

Le colline jesine e l’altimetria della decima tappa (Foto di Stefano Grilli, www.destinazionemarche.it)

Le colline jesine e l’altimetria della decima tappa (Foto di Stefano Grilli, www.destinazionemarche.it)

CIAK SI GIRO

Non potevano non girarlo a Recanati “Il giovane favoloso”, il film di Mario Martone che nel 2014 ha narrato le gesta di Giacomo Leopardi. Il borgo marchigiano, come molti altri di questa regione, ha conservato quasi del tutto intatti scorci del suo centro storico, che successivamente con operazioni di “maquillage” al computer hanno perduto tutto quanto era stato aggiunto in tempi moderni, dai cavi elettrici ai pannelli stradali. Così si vede Elio Germano, che interpreta il celebre poeta, uscire dal portone di quello che – sia nella finzione, sia nella realtà storica – è il palazzo della famiglia Leopardi, dove il “giovane favoloso” era nato il 29 giugno del 1798. L’edificio si affaccia sulla piazza che è stata intitolata a una delle sue poesie più celebri, “Il sabato del villaggio”, e proprio di fronte – anch’essa mostrata nel film di Martone – c’è la casa dove abitava Teresa Fattorini, la figlia del cocchiere di casa Leopardi al quale dedicò la lirica nota come “A Silvia”. Fedele agli spostamenti del poeta, che lascerà definitivamente il paese natio nel 1830, il film propone anche scorci delle città dove visse Leopardi, da Firenze a Roma giù giù fino a Napoli, dove l’idropisia polmonare lo porterà alla morte il 14 giugno del 1837, a pochi giorni dal trentanovesimo compleanno.

Palazzo Leopardi (allestrema sinistra) inquadrato nel film Il giovane favoloso (www.davinotti.com)

Palazzo Leopardi (all'estrema sinistra) inquadrato nel film "Il giovane favoloso" (www.davinotti.com)

Cliccate qui per scoprire le altre location del film

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/il-giovane-favoloso/50034588

FOTOGALLERY

Pescara vinta dalla passerella ciclopedonale del Ponte del Mare

Pineto, Torre di Cerrano

Giulianova, chiesa di Santa Maria a Mare

San Benedetto del Tronto, Torre dei Gualtieri

Grottammare, Chiesa di Santa Lucia

Vista panoramica da Sant’Elpidio a Mare verso i colli del distretto calzaturiero fermano

Morrovalle, basilica di Santa Maria a Piè di Chienti

Recanati, l’ermo colle leopardiano

La porta d’ingresso al centro storico di Filottrano

Monsano, Santuario di Santa Maria fuori Monsano

Jesi, Teatro Pergolesi

GIRO 2022 – LE PAGELLE DELLA PRIMA SETTIMANA

maggio 16, 2022 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Dopo il tappone del Blockhaus ecco le pagelle della prima settimana. Per ora chi si merita il massimo punteggio è un velocista….

ARNAUD DEMARE: In Ungheria prende le misure a Cavendish e in Italia non ce n’è per nessuno. Vince a Messina di potenza e a Scalea con scaltrezza per una questione di millimetri. Al momento anche la Maglia Ciclamino è salda nelle sue mani. VOTO: 9

JUAN PEDRO LOPEZ: Il giovane ciclista spagnolo della Trek Segafredo prende la Maglia Rosa sull’Etna e non la perde più. Impressiona nella tappa di Potenza dove nella prima parte della tappa insegue Kamna e i rivali in classifica per non lasciarli andare in fuga. Si difende alla grande anche sul Blockhaus mantenendo il primato per una decina di secondi. Sorpresona. VOTO: 8,5

MATHIEU VAN DER POEL: IL fuoriclasse dell’ Alpecin-Fenix è la prima Maglia Rosa del Giro d’Italia, all’arrivo di Visegrad svernicia i rivali con un’accelerazione impressionante. Difende il primato fino all’Etna, dove cede in un arrivo non particolarmente favrevole alle sue caratteristiche. VOTO: 7,5

JAI HINDLEY: Il corridore della Bora – Hansgrohe è una bella conferma al Giro d’Italia, sul Blockhaus tiene il passo dei big e batte tutti in volata, un gran segnale per il prosieguo della corsa dove in classifica generale è a soli venti secondi da Juan Pedro Lopez. VOTO: 7,5

ROMAIN BARDET: Il transalpino è un combattivo nato e lo dimostra nella prima parte del Giro d’Italia. In ogni tappa è sempre attento, anche a cronomentro; è sempre vicino ai rivali in salita e lancia un segnale importante: per la Maglia Rosa c’è anche lui. VOTO: 7

THOMAS DE GENDT: L’esperto ciclista della Lotto Soudal riesce ancora ad avere la freschezza degli anni migliori per andare e centrare la fuga vincente. A Napoli fa un capolavoro gestendo anche il finale dove beffa Gabburo e Arcas. VOTO: 7

BINIAM GIRMAY: Il corridore dell’Intermarché non riesce a vincere ma è sempre lì, tra i primi all’arrivo c’è sempre il suo nome, sia che si tratti di un arrivo in volata o di una fuga. VOTO: 7

JOAO ALMEIDA: Il portoghese non si fa vedere, ma tappa dopo tappa scala la classifica generale arrivando a soli quattordici secondi dalla Maglia Rosa. VOTO: 6,5

MARK CAVENDISH: La prima volata di questa edizione della Corsa Rosa è sua, a trentasei anni è ancora lì a giocarsi la vittoria allo sprint contro i giovani rivali rampanti. VOTO: 6,5

KOEN BOUWMAN: L’olandese della Jumbo-Visma riesce ad entrare nella fuga di giornata a Potenza e, sfruttando la superiorità numerica della sua squadra, riesca a vincere contro due ciclisti del calibro di Mollema e Formolo. VOTO: 6,5

LENNARD KAMNA Il ciclista della Bora-Hansgrohe va in fuga sull’Etna e riesce a vincere la prima tappa con arrivo in montagna. Per pochi secondi fallisce la conquista della Maglia Rosa. VOTO: 6,5

DIEGO ROSA: Il piemontese della EOLO-Kometa è il leader attuale della classifica degli scalatori, leadership conquistata grazie alla generosità che lo porta ad entrare in quasi tutte le fughe di giornata e a prendere tanta aria in faccia, come nella tappa Palmi-Scalea dove corre per quasi 100 chilometri da solo contro tutti. VOTO: 6,5

RICHARD CARAPAZ: L’ecuadoregno della INEOS-Grenadiers non si espone in questa prima parte di Giro d’Italia. Soffre un po’ più del dovuto nella crono di Budapest mentre sull’Etna e sul Blockhaus sembra controllare gli avversari. VOTO: 6

DOMENICO POZZOVIVO: L’esperto scalatore lucano è il migliore degli italiani in classifica generale, non molla sull’Etna e sul Blockhaus restando in corsa per un piazzamento d’onore. VOTO: 6

DAVIDE GABBURO: Nella tappa di Napoli sfiora la vittoria, sarebbe stato un successo storico per lui e il suo team. VOTO: 6

CALEB EWAN: Il velocista della Lotto Soudal non riesce a trovare lo spiraglio giusto nelle volate, anche a causa di una caduta nelle prime tappe che gli causa dolore alla schiena. Perde a Scalea per una manciata di millimetri. VOTO: 5,5

SIMON YATES: Il britannico parte benissimo dando segnali importanti nella cronometro ungherese di Budapest dove è il più veloce di tutti. Purtroppo per lui un problema al ginocchio lo debilita sul Blockhaus facendogli perdere ogni speranza per la corsa alla Maglia Rosa. VOTO: 5,5

GIULIO CICCONE: Lo scalatore abruzzese della Trek-Segafredo crolla nella sua terra, sul Blockhaus, compromettendo la corsa nelle posizioni che contano in classifica generale. VOTO: 5

FERNANDO GAVIRIA: Il velocista colombiano è sfortunato in più occasioni, a volte lo tradisce il cambio a volte lo ingabbiano gli avversari. Resta il fatto che non riesce mai a vincere una volata. VOTO: 5

TOM DUMOULIN: I sogni di gloria naufragano sull’Etna, di un Tom che dominava il Giro d’Italia in lungo e in largo è rimasto solo un bel ricordo. VOTO: 5

Luigi Giglio

Arnaud Demare in maglia ciclamino (Getty Images)

Arnaud Demare in maglia ciclamino (Getty Images)

QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DEL BLOCKHAUS

maggio 16, 2022 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Ecco il tradizionale contenitore made ne ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione del 1962 a 60 anni dalla prima delle due vittorie consecutive di Franco Balmamion)

SALA STAMPA

Italia

Giro d’Italia: l’australiano Hindley trionfa sul Blockhaus, Lopez salva la rosa

Gazzetta dello Sport

Ungheria

Sokakat kiütött a Blockhaus, de az öreg rókák sokáig jól bírták

Magyar Nemzet

GRAN BRETAGNA

Simon Yates’ dream of winning pink jersey left in tatters on dramatic day at Giro d’Italia

The Daily Telegraph

FRANCIA

Bardet devancé d’un boyau

L’Équipe

SPAGNA

El sueño de Juanpe continúa y Landa aspira a todo

AS

PORTOGALLO

João Almeida passa a segundo no Giro, a 12 segundos da camisola rosa

Público

BELGIO

Hindley is koning van de Blockhaus, Lopez redt ternauwernood zijn roze leiderstrui

Het Nieuwsblad

PAESI BASSI

Hindley winnaar na fraaie Giro-ontknoping op zware klim Blockhaus

De Telegraaf

GERMANIA

Kämna bei Bergankunft chancenlos – Teamkollege Hindley gewinnt

Kicker

COLOMBIA

Jai Hindley, ganador de la novena etapa del Giro de Italia 2022

El Tiempo

ECUADOR

¡Sensacional! La ‘Locomotora de Carchi’ Richard Carapaz se quedó con el tercer lugar de la etapa 9 y subió al cuarto puesto de la tabla general

El Universo

DISCOGIRO

La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Vola, vola, vola (Rosanna Fratello)

METEOGIRO

Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa del giorno dopo

Pescara: cielo sereno, 25.3°C, vento debole da NNE (8 km/h), umidità al 53%
San Benedetto del Tronto (56.1 Km): cielo sereno, 26.9°C, vento debole da N (10 km/h), umidità al 45%
Civitanova Marche – traguardo volante (99.4 Km): cielo sereno, 27°C, vento moderato da N (14-16 km/h), umidità al 50%
Filottrano – traguardo volante (153.6 Km): poco nuvoloso, 28.1°C, vento debole da N (10 km/h), umidità al 44%
Jesi: poco nuvoloso, 28.6°C, vento moderato da NNE (12 km/h), umidità al 43%

GLI ORARI DEL GIRO

11.35: inizio diretta su RaiSport
12.20: inizio diretta su Eurosport 1
12.40: partenza da Pescara
14.00: inizio diretta su Rai2
14.50-15.05: traguardo volante di Civitanova Marche
15.10-15.25: GPM di Crocette di Montecosaro
15.30-15.50: GPM di Recanati
16.10-16.30: traguardo volante di Filottrano
16.50-17.15: GPM di Monsano
17.00-17.30: arrivo a Jesi

STRAFALGAR SQUARE

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

Borgato: “Nuove uomini”
Rizzato: “Non era nei pregrammi”
Rizzato: “Juanpe Perez” (Lopez)
Petacchi: “L’elicottero che stava risalendo Landa”

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera

Ordine d’arrivo della nona tappa, Isernia – Blockhaus

1° Julius Van Den Berg
2° Cees Bol a 6″
3° Caleb Ewan a 8″
4° Simone Consonni a 50″
5° Mark Cavendish a 54″

Classifica generale

1° Pieter Serry
2° Bert Van Lerberghe a 41″
3° Mark Cavendish a 58″
4° Clément Davy a 4′05″
5° Roger Kluge a 6′53″

Miglior italiano Jacopo Guarnieri, 7° a 9′04″

IL GIRO DI 60 ANNI FA

Riviviamo l’edizione 1962 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”

9a tappa: FOGGIA – VALLE DELLA RINASCITA (Chieti Scalo) (205 Km) – 27 MAGGIO 1962

A CHIETI VOLATA IRRESISTIBILE DI RIK VAN LOOY – VITO ED ALTRI TRE FUGGITIVI RAGGIUNTI A DUECENTO METRI DAL TRAGUARDO
Drammatico finale della 9a tappa del Giro d’Italia dopo 160 Km senza storia – Fallito per un soffio il colpo del giovane corridore abruzzese
La squadra della Faema controlla tutti i tentativi nella prima parte della corsa – A 45 chilometri dall’arrivo 25 corridori si staccano dal gruppo, sorprendendo Baldini, Pambianco, Gaul, Anglade, Carlesi – A 16 chilometri parte Taccone e gli resistono solo Battistini, Desmet e Perez Frances – In vista dello striscione irrompono gli inseguitori

Il borgo di Pretoro, ai piedi del Blockhaus, illuminato di rosa per il Giro dItalia (cyclinside.it)

Il borgo di Pretoro, ai piedi del Blockhaus, illuminato di rosa per il Giro d'Italia (cyclinside.it)

ARCHIVIO QUARTIERTAPPA

Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo

Raduno di partenza Budapest
1a tappa: Budapest – Visegrad
2a tappa: Budapest – Budapest (cronometro individuale)
3a tappa: Kaposvár – Balatonfüred
4a tappa: Avola – Etna-Nicolosi (Rifugio Sapienza)
5a tappa: Catania – Messina
6a tappa: Palmi – Scalea (Riviera dei Cedri)
7a tappa: Diamante – Potenza
8a tappa: Napoli – Napoli

SUL BLOCKHAUS LOPEZ E HINDLEY MEGLIO DEI CAPITANI. CLASSIFICA CORTISSIMA

maggio 15, 2022 by Redazione  
Filed under News

Jai Hindley ha vinto la nona tappa del giro d’Italia nel giorno in cui il proprio capitano Wilko Kelderman naufragava fuori classifica anche a causa di vicissitudini meccaniche. Simile situazione in casa Trek, ove Lopez riesce a difendere la maglia rosa nel giorno in cui il capitano designato Ciccone naufraga sulle strade di casa.

Tutti aspettavano questa tappa, la prima vera tappa di montagna. L’Etna arrivava molto presto ed è una lunga salita, ma le pendenze del vulcano non sono paragonabili a quelle che i corridori hanno affrontato oggi. Anche il disegno complessivo della tappa era ben diverso. La frazione di oggi presentava tre ascese in successione già in apertura e, dopo un lungo tratto interlocutorio ma non banale, le due salite della Majella, la prima verso Passo Lanciano, la seconda sino al Blockhaus.
Come già successo nel 2009 e nel 2017, non si è arrivati sino al vero Blockhaus, ritenuto impraticabile dagli organizzatori, ma sino al punto in cui la strada che sale da Roccamorice oggi affrontata si congiunge con quella che sale dal Passo Lanciano percorsa nel 2009.
La salita finale era molto dura, tuttavia l’atteggiamento con cui il gruppo ha affrontato il resto della tappa ha un po’ deluso.
Vero che alla nona tappa le energie non sono ancora al lumicino come nella terza settimana e che è quindi ben difficile fare la differenza, tuttavia una corsa dura già sul Passo Lanciano avrebbe forse permesso di avere differenze più marcate nel finale.
In effetti l’erta finale, davvero dura negli ultimi 10 km, ha visto una spietata selezione da dietro con uomini attesi che hanno pagato un dazio pesantissimo, uscendo di classifica come accaduto a Kelderman, Yates e Ciccone.
Gli altri protagonisti attesi (Carapaz, Bardet e Landa) non sono riusciti a fare la differenza non solo tra di loro, ma neppure su altri atleti ottimi, ma certamente meno blasonati come Almeida, Pozzovivo e Hindley, che poi si è aggiudicato la tappa nello sprint a sei.
La durezza della ascesa finale, completamente esposta ai venti, ha certamente reso più difficile scavare distacchi e scattare, tuttavia quando all’accelerata di Carapaz hanno risposto solo Landa e Bardet, nessuno dei tre ha davvero provato ad affondare il colpo. Negli ultimi chilometri, addirittura, i tre si guardavano in faccia rallentando e questo ha permesso al gruppetto di inseguitori, guidato da Almeida, di rientrare con un ritmo regolare.
Le pendenze, benché molto elevate e adatte alle rasoiate degli scalatori, erano però costanti e quindi anche trovare il ritmo poteva essere una chiave di difesa perfetta e così è stato.
Alla nona tappa, le energie sono ancora conservate e quindi le differenze tra i corridori in forma sono date esclusivamente dalla strada.
Carapaz, Bardet e Landa sono sembrati quindi i più brillanti sulle pendenze più severe, ma dovranno ora tentare di finalizzare nella terza settimana perché uomini come Almeida ed Hindley hanno dimostrato di essere in grado di reggere sulle tre settimane già nel 2020, quando si classificarono quarto e secondo.
Vincenzo Nibali è apparso oggi con una cera decisamente migliore rispetto all’Etna e, conoscendo le sue doti di fondo, si può sperare in un suo acuto nella terza settimana, un po’ come accadde a Val Thorens al Tour 2019, visto che per la classifica non sembra esserci alcuna possibilità.
Come anticipato, Giulio Ciccone ha incontrato una brutta giornata e non è quindi sinora riuscito a confermare le proprie possibilità come corridore da corse a tappe ed è uscito di classifica, tagliando il traguardo con oltre nove minuti di ritardo dal vincitore.
Al contrario, il suo compagno di squadra Juan Pedro Lopez si è difeso molto bene, riuscendo a mantenere la maglia rosa. L’attuale capoclassifica in uno dei punti di maggior pendenza dell’ascesa finale si è anche toccato con un altro corridore ed è caduto quando era ancora nel gruppetto dei migliori. Questo incidente ha causato la perdita di contatto con il drappello di testa. Nei chilometri successivi, un po’ il nervosismo dato dall’inesperienza ed un po’ l’elevato ritmo della testa della corsa hanno ampliato il distacco. La maglia rosa, però, è riuscita a non naufragare, dimostrando che le doti mentali necessarie ci sono anche se vanno ovviamente consolidate con un po’ di esperienza, che sicuramente a questo Giro il giovane spagnolo sta facendo.
Il ragazzo potrà a questo punto mantenere la rosa ancora per diversi giorni, almeno fino a Torino, vista l’orribile mutilazione della tappa di Genova, che Da insidiosa frazione di media montagna è stata ridotta ad una tappa interlocutoria.
I più delusi al termine di questa frazione sono certamente Kelderman e Yates, che sono usciti di classifica definitivamente. Kelderman ha accusato un problema meccanico nella discesa da Passo Lanciano, in un momento in cui il gruppo era lanciato a folle velocità. La risoluzione del problema non è stata immediata e l’olandese non è riuscito a rientrare. La sua crisi è stata comunque meno verticale di quella di Simon Yates, in quanto il britannico, staccatosi a 11 chilometri dalla conclusione, giungerà al traguardo addirittura qualche secondo dopo Kelderman, ben 11 minuti dopo l’arrivo dei primi. Yates ha quindi perso circa un minuto al chilometro.
Esauriti i commenti, per quel che riguarda la cronaca della corsa la partenza in salita ha favorito attacchi immediati. Si affrontava subito il Valico del Macerone, salita storica che vide una crisi nera di Costante Girandengo, che promise che non sarebbe passato mai più da lì. Sulle sue pendenze non durissime ci sono diversi scatti poi, dopo il GPM, Diego Rosa (EOLO-Kometa) sì è portato da solo al comando, inseguito da una coppia formata da Joe Dombrowski (Astana Qazaqstan) e Natnael Tesfatsion (Drone Hopper-Androni Giocattoli) e da un gruppetto con Jonathan Caicedo (EF Education-EasyPost), James Knox (Quick-Step Alpha Vinyl), Filippo Zana (Bardiani CSF Faizanè), Eduardo Sepúlveda (Drone Hopper-Androni Giocattoli), Felix Gall e Nans Peters (Ag2r Citroen).
Gli attaccanti si ricompattano nella discesa dal GPM di Rionero Sannitico, ma il gruppo non lascia mai molto spazio e, sulle prime rampe di Passo Lanciano, il vantaggio scendeva sotto i tre minuti.
In testa, sulla salita, cominciano gli attacchi e, dopo vari tira e molla, si forma una coppia in testa con Rosa e Tesfatsion che transitano al GPM con quaranta secondi sul terzetto Dombrowski-Peters-Sepúlveda .
Il gruppo, che aveva rallentato in salita, passa 3′12″.
In discesa, Rosa rimane solo a causa di un dritto impressionante dell’eritreo, che gli aveva preso qualche metro. Per fortuna nessuna conseguenza per il corridore della Androni che però rimarrà attardato.
In gruppo, invece, c’è una notevole accelerata e, proprio quando si va a tutta, Kelderman accusa un incidente meccanico che non risolve in breve, rimanendo così definitivamente attardato.
Attaccata la salita verso Roccamorica Rosa viene ripreso dai tre immediati inseguitori, ma anche il gruppo in breve chiude sui battistrada ai meno 15.
Dopo il traguardo volante di Roccamorice, ancor prima che le pendenze si facciano davvero severe, si staccano Ciccone, Yates e la maglia bianca Vansevenant, oltre a Tom Dumoulin.
Iniziato il tratto duro è Porte a fare un ritmo che riduce il gruppo magia rosa a poche unità.
Proprio Lopez, in un punto durissimo, deve fermarsi a causa di un involontario contatto con un altro corridore.
La maglia rosa, in un’intervista post tappa, esprimerà il proprio rammarico per aver tirato una borraccia verso l’avversario a causa del nervosismo.
Non sono però al momento arrivare richieste di sanzioni.
Lopez rimane inevitabilmente staccato. Nei chilometri successivi il distacco cresce, ma il corridore della Trek Segafredo riuscirà a limitare i danni ed a mantenere sulle spalle il vessillo del primato.
Terminato il lavoro di Porte, Carapaz accelera nello stesso tratto in cui Quintana salutò la compagnia nel 2017. Rispondono gli scalatori puri, Bardet e Landa, mentre dietro si forma un quartetto tirato da Almeida con Pozzovivo, Hindley e Nibali. Il siciliano ìperò ai -3 mentre Almeida, con un ritmo regolare, riesce a ritornare sotto con gli altri due.
In realtà, il rientro del terzetto guidato dal portoghese viene favorito dall’atteggiamento dei tre di testa che si guardano in faccia e fanno melina invece di tentare l’affondo.
Ricompattatisi i sei, si va allo sprint che viene conquistato da Hindley su Bardet e Carapaz.
Lopez mantiene la rosa con soli 12 secondi su Almeida, 14 su Bardet e 15 su Carapaz. Hindley è a 20 secondi, Landa a 29. Primo degli italiani Pozzovivo, ottavo a 54 secondi.
La classifica è ancora corta e questo potrebbe favorire un cambio al vertice nella tappa di Torino o in quella di Cogne. Tuttavia, vista la buona condizione dell’attuale leader, non è escluso che la maglia rosa resti sulle sue spalle almeno sino all’Aprica.

Benedetto Ciccarone

La volata in vetta al Blockhaus (Getty Images Sport)

La volata in vetta al Blockhaus (Getty Images Sport)

15-05-2022

maggio 15, 2022 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA

L’australiano Jai Hindley (BORA-hansgrohe) si è imposto nella nona tappa, Isernia – Blockhaus, percorrendo 191 Km in 5h’34′44″, alla media di 34.236 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Romain Bardet (Team DSM) e l’ecuadoriano Richard Carapaz (INEOS Grenadiers). Miglior italiano Domenico Pozzovivo (Intermarché-Wanty-Gobert), 6° a 3″. Lo spagnolo Juan Pedro López (Trek-Segafredo) è ancora maglia rosa con 12″ sul portoghese Joao Almeida (UAE Team Emirates) e 14″ su Bardet. Miglior italiano Pozzovivo, 8° a 54″

TRO-BRO LÉON

Il francese Hugo Hofstetter (Team Arkéa-Samsic) si è imposto nella corsa francese, circuito di Lannilis, percorrendo 207.8 Km in 5h’07′15″, alla media di 40.579 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Luca Mozzato (B&B Hotels-KTM) e di 9″ il britannico Connor Swift (Team Arkéa-Samsic). In gara anche l’italiano Oliviero Troia (UAE Team Emirates), che non ha concluso la corsa.

TOUR DE HUNGRIE

L’italiano Antonio Tiberi (Trek – Segafredo) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Miskolc – Gyöngyös (Kékestető), percorrendo 184 Km in 4h’39′31″, alla media di 39.497 Km/h. Ha preceduto di 2″ l’irlandese Edward Dunbar (INEOS Grenadiers) e di 23″ lo spagnolo Óscar Rodríguez (Movistar Team). Dunbar si impone in classifica con 23″ su Rodríguez e 28″ sull’italiano Samuele Battistella (Astana Qazaqstan Team)

ITZULIA WOMEN (Spagna)

L’olandese Demi Vollering (Team SD Worx) si è imposta anche nella terza ed ultima tappa, circuito di Donostia-San Sebastián, percorrendo 139.8 Km in 4h’01′03″, alla media di 34.798 Km/h. Ha preceduto di 15″ la tedesca Liane Lippert (Team DSM) e l’italiana Marta Cavalli (FDJ-Nouvelle Aquitaine-Futuroscope). La Vollering si impone in classifica con 47″ sulla connazionale Pauliena Rooijakkers (CANYON//SRAM Racing) e 1′07″ sulla statunitense Kristen Faulkner (Team BikeExchange-Jayco). Miglior italiana la Cavalli 4° a 1′21″.

PENDENZE CRUCCHE SULLE MONTAGNE DELLA MAJELLA

maggio 15, 2022 by Redazione  
Filed under News

Il Giro ritorna sul Blockhaus 5 anni dopo l’ultima volta, quando Quintana vinse la tappa e conquistò la maglia rosa. Quell’edizione il colombiano la perse per soli 31 a secondi nella cronometro dell’ultimo giorno e quest’anno ci saranno molti chilometri in meno da percorrere contro il tempo. Per questo motivo la tappa abruzzese sarà anche nel 2022 un passaggio chiave del Giro d’Italia, dopo che dodici mesi fa Bernal si era portato definitivamente al vertice della classifica in quel di Campo Felice.

MODIFICHE AL PERCORSO

Rispetto al tracciato descritto nell’articolo sono state inserite, subito dopo la partenza, le storiche ascese del Valico del Macerone (3 Km al 5.7%) e di Rionero Sannitico (9 Km al 6.7%).

Già quel nome così teutonico mette paura, anche per il suo insolito collocarsi in terre ben distanti dalla Germania. Se poi si considera che, tra le grandi salite del Giro 2022, il Blockhaus è terza nella classifica delle più dotate in pendenza media – superata solo dallo sloveno Kolovrat e dal trentino Menador – ecco che i suoi quasi 14 Km all’8.5% saranno per davvero da temere e tenere in stretta considerazione. Il recente passato ci ricorda che lassù nel 2017 giunse in beata solitudine Nairo Quintana, che tagliò il traguardo con 24” di vantaggio su Pinot e Dumoulin e distacchi più elevati sugli altri corridori in gara. Il colombiano si vestirà di rosa, per perdere le insegne del primato un paio di giorni dopo a cronometro, riconquistarle sulle salite friulane a e infine salutarle definitivamente nella conclusiva crono di Milano, quando Dumoulin lo sopravanzerà per 31 secondi: poiché quest’anno si dovranno affrontare molti chilometri a cronometro in meno rispetto al 2107, ecco che potrebbe per davvero concretizzarsi il binomio vittoria sul Blockhaus – vittoria finale al Giro, tenuto anche conto che questa tappa sarà molto più impegnativa rispetto all’altra citata perché, per la prima volta nella storia, l’ascesa abruzzese sarà scalata due volte, da due versanti differenti.
Il doppio Blockhaus non sarà l’unica difficoltà proposta dal tracciato odierno, che decollerà da Isernia affrontando subito dopo il via un tratto di 9 Km al 5% sulla veloce superstrada che permette di evitare due storici valichi del Giro d’Italia, il Macerone e il Rionero Sannitico, inseriti nel percorso sin dalla prima edizione del 1909. Giunti a Castel di Sangro – il centro dal quale lo scorso anno scattò la tappa terminata a Campo Felice con la vittoria e la conquista della maglia rosa da parte di Egan Bernal – si andrà a superare una salita più tradizionale, che in 7.3 Km al 6.1% sale a Roccaraso, una delle principali stazioni di sport invernali dell’Appennino Meridionale, sviluppatasi in tal senso a partire dal 1909 al margine meridionale dello spettacolare Altopiano delle Cinquemiglia. Era quest’ultimo in passato uno dei luoghi più temuti dai viandanti, ai quali era consigliato di far testamento prima di attraversare un’area nella quale non era raro imbattersi in lupi, briganti e, d’inverno, in forti tempeste di neve. I “girini” evitare del tutto quel passaggio perchè all’imbocco dell’altopiano prenderanno un’altra strada iniziando un pianeggiante tratto in quota di una decina di chilometri nel corso dei quali si andrà a sfiorare quella che è la terza stazione ferroviaria più alta d’Italia, dove a 1269 metri di quota scendono i passeggeri diretti alle vicine mete di villeggiatura di Pescocostanzo e Rivisondoli, quest’ultima conosciuta anche il presepe vivente – uno dei più noti dell’Abruzzo – che fu allestito per la prima volta il 6 gennaio del 1951. Raggiunto il Valico della Forchetta inizierà l’interminabile discesa (quasi 30 Km) attraverso la Valle dell’Aventino, conosciuta soprattutto agli appassionati di speleologia per la presenza della spelonca più alta d’Europa, la Grotta del Cavallone, esplorata per la prima volta nel 1704 e visitata anche da Gabriele d’Annunzio, che vi ambientò “La figlia di Iorio”, una delle sue tragedie più conosciute- Sfiorato quasi al termine della discesa di Fara San Martino, centro che contende alla campana Gragnano il titolo di “capitale della pasta”, si andrà a imboccare un tratto collinare di una cinquantina di chilometri che fungerà da spartiacque tra le salite affrontate a inizio tappa e la doppia ascesa al Blockhaus, fase di gara introdotta dalla facile ascesa verso il panoramico borgo di Guardiagrele, noto con il soprannome di “Terrazza dell’Abruzzo” per le sconfinate viste che offre. Successivamente il gruppo attraversa i piccoli centri di Filetto e Ari: la leggenda racconta che la mano che campeggia nello stemma del primo borgo sia nientemeno che quella del celebre Muzio Scevola mentre il secondo fu all’inizio del secolo scorso una meta frequentata dai “vip” invitati a un cenacolo letterario realizzato nel palazzo dei baroni Nolli e che ebbe come ospiti personaggi del calibro dello stesso D’Annunzio, di Luigi Pirandello e di Guglielmo Marconi. La lenta risalita della valle del Foro condurrà infine ai piedi di quella che si potrebbe definire l’antipasto al Blockhaus, l’ascesa dell’Aia della Forca (9 Km al 4.1%), nel corso della quale si toccherà il “giardino della Majella”, il borgo di Roccamontepiano.
Dopo lo scollinamento un breve “tuffo” deporrà il gruppo ai piedi del versante orientale del Blockhaus, sulla carta il meno impegnativo tra i tre possibili. Non deve per questo essere sottovalutato perché da Pretoro a Passo Lanciano si dovranno comunque affrontare 10 chilometri e mezzo di salita al 7.4% che già da soli basterebbero a stuzzicare uno scalatore decisamente bramoso. Interrotta la scalata 5 Km a valle rispetto al luogo dove si concluderà la tappa, s’imboccherà nel verso della discesa il versante di Lettomanoppello, borgo che – come molti altri toccati da questa frazione – ha un secondo nome e nello specifico caso è stato ribattezzato “città della pietra” per le famiglie di scalpellini che l’hanno abitato e di capanne in pietra dette “tholos”. Terminata anche questa “discesa fiume” (17 Km) in quel di Scafa, un tempo piccolo agglomerato che vide moltiplicati i suoi abitanti nel periodo del “miracolo economico italiano” (anni ’50-60 del XX secolo), immediatamente si riprenderà a salire e, a parte una breve e insignificante contropendenza, lo si farà costantemente da qui fin al traguardo, anche se nel computo dei dati ufficiali della salita gli organizzatori hanno considerato solo i 13.7 Km conclusivi all’8.5%, tralasciando i comunque non trascurabili sei precedenti chilometri che salgono al 4.9% di pendenza media verso il comune italiano dal nome più lungo, San Valentino in Abruzzo Citeriore, ben 34 lettere che diedero non pochi problemi agli uffici postali quando fu stabilito per la prima volta nel 1863, subito dopo l’annessione di queste terre al costituendo Regno d’Italia.
Attraversata Roccamorice avranno inizi gli ultimi quattordici, difficili chilometri di questa tappa, con i quali ci s’inoltrerà in uno degli angoli più nascosti della Majella, nei cui anfratti trovarono alloggio numerosi frati desiderosi di pace, come il celebre Pietro da Morrone – il futuro Papa Celestino V – che nel 1246 scelse di vivere per qualche tempo nell’Eremo di Santo Spirito a Maiella. Lui fece il “gran rifiuto” e scelse di nascondersi al mondo, proprio quel che, invece, da queste parti non dovranno fare i pretendenti al soglio rosa. Non è più ora di studiarsi, è ora di cominciare a mulinare le gambe sul serio!!!

Mauro Facoltosi

I VALICHI DELLA TAPPA

Valico del Macerone (684 metri). Storico passaggio del Giro d’Italia, valicato dalla Strada Statale 17 “dell’Appennino Abruzzese e Appulo-Sannitico” tra Isernia e la località Vandra. È stato in 19 occasioni traguardo GPM: il primo passaggio fu conquistato da Gino Bartali nel corso della Chieti – Napoli del 1946 (primo al traguardo Mario Ricci), l’ultima volta è scollinato in testa il polacco Tomasz Marczynski (2012, tappa Sulmona – Lago Laceno vinta da Domenico Pozzovivo). Negli ultimi anni in un paio di occasioni un movimento franoso ha costretto la corsa ad aggirare la salita percorrendo una variante a scorrimento veloce della statale.

Sella Rionero Sannitico (1022 metri). Quotata 1032 sulle cartine del Giro 2022, è valicata dalla Strada Statale 17 “dell’Appennino Abruzzese e Appulo-Sannitico” e si trova nei pressi dell’omonima località. Diciotto i traguardi GPM finora disputati su questo valico: la prima volta scollinò in testa Remo Bertoni nel 1934 (tappa Campobasso – Teramo vinta da Learco Guerra), l’ultima volta l’australiano Matthew Lloyd nella tappa Lucera – L’Aquila del 2011 (vinta dal russo Evgenij Petrov). Come nel caso del Macerone, anche questa salita negli ultimi anni è stata in alcune occasioni evitata percorrendo la variante della statale.

Colle della Gallina (1006 metri). Valicato dalla Strada Statale 17 “dell’Appennino Abruzzese e Appulo-Sannitico” nel corso della discesa da Rionero Sannitico a Ponte Zittola. Vi transita il confine regionale tra Molise e Abruzzo.

Valico della Forchetta (1270 metri). Valicato dalla Strada Statale 84 “Frentana” tra Pescocostanzo e Palena, è stato affrontato due volte come GPM al Giro d’Italia, occasioni nelle quali era indicato sulle cartine con il toponimo di “Valico della Forchetta Palena”. La prima scalata avvenne nel corso della Pescara – Campobasso del Giro del 1956, che vide conquistare salita e tappa il futuro vincitore della Corsa Rosa Charly Gaul. Il Giro ci tornerà successivamente nel 1997 nelle fasi iniziali della Lanciano – Mondragone, terminata con il successo allo sprint del tedesco Marcel Wüst dopo che primo in vetta era transitato il colombiano “Chepe” González

Aia della Forca (586 metri). È il punto d’inizio della Strada Statale 614 “della Maielletta”, che collega Pretoro (nei cui pressi si trova il valico) a Lettomanoppello passando per Passo Lanciano.

Passo Lanciano (1306 metri). Quotato 1310 sulle cartine del Giro 2022, si trova nel punto più elevato della Strada Statale 614 “della Maielletta”, dal quale si stacca la provinciale che sale direttamente al Blockhaus. Mai affrontata come “GPM” di passaggio, nel 2006 ha ospitato l’arrivo dell’ottava tappa del Giro, vinta da Ivan Basso. È stato inserito anche nel percorso della Tirreno-Adriatico.

Colle della Civita (1185 metri), Sella di Colle Remacinelli, Valico Fonte Tettone (1650 metri). Valicati dalla SP 64 lungo la salita da Roccamorice al Blockhaus. Il passaggio dal Valico Fonte Tettone (situato a 300 metri dal traguardo della tappa, nel punto dove converge il versante che sale da Passo Lanciano) è stato GPM di passaggio in quattro occasioni, quando lassù sono transitati in testa Michele Dancelli (Scanno – Silvi Marina, 1969), il belga Martin Van Den Bossche (Rivisondoli – Francavilla al Mare, 1970), lo spagnolo Josè Manuel Fuente (Alba Adriatica – Lanciano, 1973) e il venezuelano Leonardo Sierra (Porto Sant’Elpidio – Sulmona, 1992)

Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).

La cima del Monte Blockhaus e l’altimetria della nona tappa (untrolleyperdue.it)

La cima del Monte Blockhaus e l’altimetria della nona tappa (untrolleyperdue.it)

CIAK SI GIRO

È risaputo che il cinema è finzione, capita spesso che nei film si spaccino luoghi per altri e così, per esempio, si sono viste chiese romane spacciate per milanesi (come accade nel celebre film di Luchino Visconti Rocco e i suoi fratelli”) o paesaggi iraniani in realtà filmati in Puglia (è successo nel recente film d’azione britannico “Stratton – Forze speciali”). Lungo il percorso di questa tappa, come abbiamo ricordato nell’articolo, si tocca la stazione di Rivisondoli-Pescocostanzo, la terza più alta d’Italia, preceduta dalla speciale classifica da quella del Brennero (1371 metri) e da quella calabrese di San Nicola-Silvana Mansio (1404 metri). Alla stazione abruzzese per ben due volte è capitato di far le veci cinematografiche di fermate situate in ben altri lidi e nel primo caso si trattò di un borgo inesistente, Sacrofonte Marche, dove nel 1968 abitava Marisa Di Giovanni (interpretata dalla modella statunitense Pamela Tiffin), protagonista femminile di “Straziami ma di baci saziami” accanto all’indimenticato Nino Manfredi: la stazione alla quale scende Marisa è, per l’appunto, quella che serve i due comuni dell’altipiano, i quali si spartirono i luoghi delle riprese ambientate nel fantomatico paesino marchigiano. Ancor più clamoroso è quel che si vide cinque anni più tardi in “Ingrid sulla strada”, film che racconta le vicende di una prostituta finlandese giunta in Italia in treno partendo dalla stazione di Rovaniemi, il celebre villaggio di Babbo Natale: grazie alla neve (vera) e un pannello posticcio quel che si vede nelle scene iniziali del film non si trova in Lappioniam ma, in realtà, è un piccolo casello situato a breve distanza dalla stazione di “Sacrofante Marche”.

La stazione di Rivisondoli-Pescocostanzo come appare nel film Straziami, ma di baci saziami (www.davinotti.com)

La stazione di Rivisondoli-Pescocostanzo come appare nel film "Straziami, ma di baci saziami" (www.davinotti.com)

Non è nella lontana Lapponia questa stazioncina che si vede nel film Ingrid sulla strada (www.davinotti.com)

Non è nella lontana Lapponia questa stazioncina che si vede nel film "Ingrid sulla strada" (www.davinotti.com)

Cliccate qui per scoprire le altre location dei film citati

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/straziami-ma-di-baci-saziami-1968/50000770/pagina/1 (su due pagine)

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/ingrid-sulla-strada/50006991

FOTOGALLERY

Isernia, Fontana Fraterna

Castel di Sangro, Basilica di Santa Maria Assunta

Altopiano delle Cinquemiglia

Il borgo di Rivisondoli

Grotta del Cavallone

Uno degli scorci panoramici offerti dal borgo di Guardiagrele

Ari, Palazzo dei baroni Nolli

Stretto tornante nel centro di Petroro, all’inizio della salita di Passo Lanciano

Scollinamento di Passo Lanciano

Eremo di Santo Spirito a Maiella

QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI NAPOLI

maggio 14, 2022 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Ecco il tradizionale contenitore made ne ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione del 1962 a 60 anni dalla prima delle due vittorie consecutive di Franco Balmamion)

SALA STAMPA

Italia

Giro d’Italia: De Gendt sorprende Van der Poel e trionfa a Napoli

Gazzetta dello Sport

Ungheria

Nagy siker volt a Giro d’Italia magyarországi rajtja – A belga szökőkirály megtréfálta a holland esélyest

Magyar Nemzet

GRAN BRETAGNA

Thomas De Gendt claims long overdue Giro d’Italia stage win as Juan Pedro Lopez retains pink jersey

The Daily Telegraph

FRANCIA

L’étape pour De Gendt, Martin se replace au général

L’Équipe

SPAGNA

De Gendt nunca decepciona

AS

PORTOGALLO

De Gendt regressa à vitórias no Giro

Público

BELGIO

De Gendt doet het weer: tien jaar na ritzege op Stelvio wint hij opnieuw in de Giro

Het Nieuwsblad

PAESI BASSI

Van der Poel komt net tekort voor tweede ritzege, De Gendt wint

De Telegraaf

GERMANIA

De Gendt triumphiert in Neapel als Solist

Kicker

COLOMBIA

Giro de Italia 2022: Harold Tejada, el hombre del día en la etapa 8

El Tiempo

ECUADOR

La octava etapa del Giro fue para De Gendt; Carapaz terminó en el puesto 38 y Narváez en el 34

El Universo

DISCOGIRO

La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

‘A città ‘e pulecenella (Gigi D’Alessio)

METEOGIRO

Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa del giorno dopo

Isernia : cielo sereno, 23.5°C, vento debole da S (6 km/h), umidità al 60%
Roccaraso (GPM – 37.6 Km): cielo sereno, 20.8°C, vento debole da ESE (6-8 km/h), umidità al 51%
Filetto – traguardo volante (103.5 Km): cielo sereno, 25.7°C, vento debole da ENE (8 km/h), umidità al 42%
Passo Lanciano (GPM – 147.7 Km): nubi sparse, 21.3°C, vento debole da ESE (8-10 km/h), umidità al 52%
Roccamorice – traguardo volante – inizio salita finale (177.5 Km): cielo sereno, 24.9°C, vento debole da ENE (10 km/h), umidità al 48%
Blockhaus: previsioni non disponibili (possibilità di deboli precipitazioni)

GLI ORARI DEL GIRO

10.55: inizio diretta su RaiSport
11.25: inizio diretta su Eurosport 1
11.45: partenza da Isernia
11.55-12.00: GPM Valico del Macerone
12.20-12.30: GPM Rionero Sannitico
13.00-13.10: GPM Roccaraso
14.00: inizio diretta su Rai2
14.20-14.40: traguardo volante di Filetto
15.05-15.30: inizio salita di Passo Lanciano
15.30-16.00: GPM Passo Lanciano
16.15-16.50: traguardo volante di Roccamorice (inizio salita finale)
16.50-17.35: arrivo sul Blockhaus

STRAFALGAR SQUARE

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

Rizzato: “Cuma ha dato la culla a Napoli”
Rizzato: “Botte rimediate in caduta”
Borgato: “Cinque mele metri di dislivello”
Saligari: “Due ali di folle”
Saligari: “Stanno guadagnando il gruppo”
Petacchi: “Baccaccio” (Boccaccio)
Saligari: “Sono passate le ammiraglie sulla testa della corsa”
Fabretti: “La prima vittoria fu nel Passo dello Stelvio”
Televideo: “Van der Poel (Bel)” (è olandese)
Televideo: “Binimai Girmay” (Biniam)
Fabretti: “Saporiamo Brent Copeland” (salutiamo)
Fabretti: “A me piace molto come stai correndo” (rivolto a Copeland, che è il team manager della squadra di Yates”

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera

Ordine d’arrivo dell’ottava tappa, circuito di Napoli

1° Bert Van Lerberghe
2° Mark Cavendish s.t.
3° Davide Ballerini s.t.
4° Pieter Serry s.t.
5° Cesare Benedetti a 37″

Classifica generale

1° Pieter Serry
2° Bert Van Lerberghe a 41″
3° Mark Cavendish a 58″
4° Clément Davy a 3′08″
5° Rüdiger Selig a 4′40″

Miglior italiano Jacopo Guarnieri, 9° a 8′15″

IL GIRO DI 60 ANNI FA

Riviviamo l’edizione 1962 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”

8a tappa: AVELLINO – FOGGIA (110 Km) – 26 MAGGIO 1962

UN ALTRO GREGARIO DI VAN LOOY VINCE UNA TAPPA AL GIRO D’ITALIA
Desmet conserva il primo posto in classifica
Il ventiduenne e pressoché sconosciuto olandese Humbertus Zilverberg si afferma a Foggia – Secondo l’ex-campione mondiale dei dilettanti Sante Ranucci, che dopo le delusioni da professionista è stato tre anni senza gareggiare e soltanto in questa stagione è tornato alle corse

Il Maschio Angioino in rosa per il Giro (corrieredelmezzogiorno.corriere.it)

Il Maschio Angioino in rosa per il Giro (corrieredelmezzogiorno.corriere.it)

ARCHIVIO QUARTIERTAPPA

Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo

Raduno di partenza Budapest
1a tappa: Budapest – Visegrad
2a tappa: Budapest – Budapest (cronometro individuale)
3a tappa: Kaposvár – Balatonfüred
4a tappa: Avola – Etna-Nicolosi (Rifugio Sapienza)
5a tappa: Catania – Messina
6a tappa: Palmi – Scalea (Riviera dei Cedri)
7a tappa: Diamante – Potenza

14-05-2022

maggio 14, 2022 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA

Il belga Thomas De Gendt (Lotto Soudal) si è imposto nell’ottava tappa, circuito di Napoli, percorrendo 153 Km in 3h’32′53″, alla media di 43.122 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Davide Gabburo (Bardiani CSF Faizanè) e lo spagnolo Jorge Arcas (Movistar Team). Lo spagnolo Juan Pedro López (Trek-Segafredo) è ancora maglia rosa con 38″ sul tedesco Lennard Kämna (BORA-hansgrohe) e 58″ sull’estone Rein Taaramäe (Intermarché-Wanty-Gobert). Miglior italiano Giulio Ciccone (Trek-Segafredo), 21° a 2′32″.

GRAND PRIX DU MORBIHAN

Il francese Julien Simon (TotalEnergies) si è imposto nella corsa francese, circuito di Grand-Champ, percorrendo 185.4 Km in 4h’24′58″, alla media di 41.983 Km/h. Ha preceduto allo sprint il norvegese Alexander Kristoff (Intermarché-Wanty-Gobert) e il britannico Jake Stewart (Groupama-FDJ). Miglior italiano Luca Mozzato (B&B Hotels-KTM), 5°.

TOUR DE HUNGRIE

L’olandese Dylan Groenewegen (Team BikeExchange-Jayco) si è imposto nella quarta tappa, circuito di Kazincbarcika, percorrendo 177 Km in 3h’59′15″, alla media di 44.389 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Fabio Jakobsen (Quick-Step Alpha Vinyl Team) e il francese Rudy Barbier (Israel-Premier Tech). Miglior italiano Elia Viviani (INEOS Grenadiers), 5°. Jakobsen è ancora leader della classifica con 10″ su Barbier e 12″ sul belga Jens Reynders (Sport Vlaanderen-Baloise). Miglior italiano Viviani, 5° a 17″

ITZULIA WOMEN (Spagna)

L’olandese Demi Vollering (Team SD Worx) si è imposta anche nella seconda tappa, circuito di Mallabia, percorrendo 117.9 Km in 3h’16′08″, alla media di 36.067 Km/h. Ha preceduto di 2″ la canadese Olivia Baril (Valcar-Travel & Service) e l’italiana Marta Cavalli (FDJ-Nouvelle Aquitaine-Futuroscope). La Vollering è ancora leader della classifica con 22″ sulla connazionale Pauliena Rooijakkers (CANYON//SRAM Racing) e 24″ sulla statunitense Kristen Faulkner (Team BikeExchange-Jayco). Miglior italiana la Cavalli 4° a 1′00″.

GRAND PRIX DU MORBIHAN FÉMININ – TROPHÉE HARMONIE MUTUELLE

L’olandese Ally Wollaston (AG Insurance-NXTG Team) si è imposta nella corsa francese, circuito di Grand-Champ, percorrendo 102.2 Km in 2h’49′11″, alla media di 36.245 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiana Vittoria Guazzini (FDJ-Nouvelle Aquitaine-Futuroscope) e l’australiana Grace Brown (FDJ-Nouvelle Aquitaine-Futuroscope)

ZLM OMLOOP DER KEMPEN LADIES

L’italiana Rachele Barbieri (Liv Racing Xstra) si è imposta nella corsa olandese, circuito di Veldhoven, percorrendo 125.3 Km in 3h’04′09″, alla media di 40.825 Km/h. Ha preceduto allo sprint le olandesi Sofie Van Rooijen (Parkhotel Valkenburg) e Nina Kessler (nazionale olandese)

DE GENDT RE DI NAPOLI. VITTORIA DEL BELGA E LOPEZ RESTA IN MAGLIA ROSA

maggio 14, 2022 by Redazione  
Filed under News

Nell’ottava tappa del Giro 2022 l’esigente circuito di Napoli, con la salita di Monte di Procida, vede contendersi la vittoria una fuga di ventuno ciclisti. Nonostante la presenza di Biniam Girmay (Team Intermarchè Wanty Gobert) e Mathieu Van der Poel (Team ALpecin Fenix), favoriti della vigilia, a spuntarla è l’esperto Thomas De Gendt (Team Lotto Soudal) che ottiene la seconda vittoria di tappa della sua carriera al Giro d’Italia. Domani l’attesa tappa del Blockhaus cambierà volto alla classifica generale con i big chiamati a darsi battaglia.

Il Vesuvio, il mare, il golfo e le sue isole sullo sfondo fanno da cornice ad una delle tappe panoramicamente più spettacolari del Giro 2022. Ma anche l’altimetria non è da buttare, visto che molti appassionati e addetti ai lavori giudicano il circuito dell’ottava tappa da Napoli a Napoli più che consono per disputarci un Mondiale su strada. Nell’attesa che ciò avvenga, con il beneplacito di UCI e quant’altro, godiamoci una tappa che dovrebbe essere di trasferimento prima della durissima nona frazione del giorno dopo del Blockhaus. Sono 153 i km da dividersi in tre momenti ben distinti. I primi 48 km interessano la parte occidentale verso i Campi Flegrei con l’attraversamento del quartiere di Fuorigrotta, per poi dirigersi verso Pozzuoli e Quarto. A Lago Patria si torna indietro e si entra nel circuito di Bacoli-Monte di Procida da affrontare quattro volte. Proprio in questo circuito si dovrà affrontare la salita più impegnativa della tappa verso Monte di Procida, poco più di 2 km di lunghezza con una media del 6% e punta massima del 12%. Dei quattro passaggi sulla salitella suddetta, soltanto il quarto ed ultimo, posto al km 118.7, è classificato come GPM di quarta categoria. Dopo un’altra decina di km si lascia il circuito per tornare a Pozzuoli, Fuorigrotta e raggiungere il traguardo del lungomare di Napoli dopo la breve scalata della salita di Via Coroglio e la discesa da Posillipo. I velocisti puri come Arnaud Demare (Team Groupama FDJ), Mark Cavendish (Team Quick Step Alpha Vinyl), Fernando Gaviria (UAE Team Emirates) e Phil Bauhaus (Team Bahrain Victorious) devono fare i conti con la salita di Monte di Procida mentre gente come Biniam Girmay (Team Intermarchè Wanty Gobert) e Mathieu Van der Poel (Team Alpecin Fenix) possono far lavorare le proprie squadre per forzare il ritmo e tagliare fuori qualche velocista come già successo nella tappa di Messina. Anche la fuga può avere delle buone chance di successo. E proprio la fuga partiva subito dopo la partenza, formandosi sulla salita di Posillipo. Era proprio Mathieu Van der Poel (Team Alpecin Fenix) a rilanciare ripetutamente l’azione, restando anche una decina di km da solo in testa. Dopo una quindicina di km il talento olandese veniva raggiunto da altri 20 ciclisti: Andrea Vendrame e Lilian Calmejane (Team AG2R Citroen), Fabio Felline ed Harold Tejada (Team Astana Qazaqstan), Wout Poels e Jasha Sutterlin (Team Bahrain Victorious), Davide Gabburo (Team Bardiani CSF), Guillaume Martin (Team Cofidis), Simone Ravanelli ed Edoardo Zardini (Team Drone Hopper Androni Giocattoli), Mirco Maestri e Samuele Rivi (Team EOLO Kometa), Thomas De Gendt, Sylvain Moniquet ed Harm Vanhoucke (Team Lotto Soudal), Jorge Arcas (Team Movistar), Mauro Schmid (Team Quick Step Alpha Vinyl), Mattias Skjelmose Jensen (Team Trek Segafredo), Diego Ulissi (UAE Team Emirates) e Biniam Girmay (Team Intermarchè Wanty Gobert). Dopo 20 km il vantaggio dei 21 ciclisti di testa era di 1 minuto e 30 secondi. Per il momento il gruppo maglia rosa era tirato proprio dagli uomini della Trek Segafredo, che dovevano controllare il ciclista più pericoloso della fuga che era Martin, a poco più di 4 minuti di ritardo da Juan Pedro Lopez. Al primo traguardo volante di Lago Patria, posto al km 37.4, era Girmay a transitare per primo, mentre il gruppo maglia rosa era segnalato a 2 minuti e 25 secondi di ritardo. Il ritardo del gruppo aumentava leggermente nei successivi km mentre durante i quattro giri del circuito di Bacoli/Monte di Procida la fuga si convinceva che sarebbe arrivata fino alla fine. Al secondo traguardo volante di Bacoli posto al km 115.7 era Vanhoucke a transitare in prima posizione. Sull’unico GPM di Monte di Procida posto al km 118.7 era invece De Gendt a scollinare in prima posizione. Proprio la coppia formata dai ciclisti della Lotto Soudal si avvantaggiava sul resto dei compagni di fuga insieme a Gabburo ed Arcas. Il quartetto di testa raggiungeva una quarantina di secondi di vantaggio su un primo gruppo inseguitore formato da Van der Poel, Girmay, Martin e Schmid. Nel gruppo maglia rosa si segnalava qualche scaramuccia tra la maglia rosa Juan Pedro Lopez (Team Trek Segafredo) e Lennard Kamna (Team BORA Hansgrohe) ma dopo qualche scatto del tedesco ritornava la calma. Nel tratto finale tra Fuorigrotta e Posillipo i quattro di testa perdevano qualcosa sugli immediati inseguitori ma, nonostante il forcing di Girmay e Van der Poel, mantenevano un vantaggio sufficiente a giocarsi la vittoria, con Vanhoucke che tirava la volata a De Gendt. Il belga, specialista delle fughe, accelerava ed andava a vincere sul Lungomare Caracciolo davanti a Gabburo ed Arcas. Quarto era Vanhoucke a 4 secondi di ritardo mentre la volata per la quinta posizione era vinta da Girmay davanti a Schmid e Van der Poel. De Gendt ottiene la prima vittoria stagionale, lui che col Giro d’Italia ha un feeling particolare, avendo già vinto nel 2012 sul Passo dello Stelvio, quando chiuse terzo in classifica generale. Juan Pedro Lopez conserva la maglia rosa con 38 secondi di vantaggio su Kamna e 58 secondi di vantaggio su Rein Taaramae (Team Intermarchè Wanty Gobert). Domani è in programma la nona tappa da Isernia al Blockhaus di 192 km. E’ il tappone del centro Italia e probabilmente la tappa più dura del Giro 2022. Il Valico del Macerone, Rionero Sannitico e Roccaraso sono i primi tre GPM posti nei primi 38 km che faranno da trampolino di lancio per la fuga di giornata prima del terribile finale con in rapida successione Passo Lanciano e Blockhaus. I veri pretendenti alla maglia rosa domani saranno protagonisti.

Giuseppe Scarfone

Thomas de gendt vince a Napoli (foto: Michael Steele/Getty Images)

Thomas de gendt vince a Napoli (foto: Michael Steele/Getty Images)

« Pagina precedentePagina successiva »