E LA MARMOLADA PER DESSERT

maggio 28, 2022 by Redazione  
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Al penultimo giorno di gara il Giro propone maleficamente una delle salite più dure dell’edizione 2022. Stiamo parlando della Marmolada, la “regina delle Dolomiti”, in vetta alla quale terminerà un duro tappone che ha in serbo anche il mitico Pordoi e un’altra ascesa dotata di pendenzacce cattive, il San Pellegrino.

È come una sostanziosa porzione di tiramisù offerta al termine di un corposo banchetto, senza la possibilità – però – di digerire il tutto con un bel grappino. Anche senza gli ancora inagibili Serrai la salita della Marmolada rimane una delle più dure delle Dolomiti e proposta come arrivo dell’ultima tappa di un Giro di tre settimane è una vera e propria “botta calorica”, che potrebbe scardinare la classifica proprio all’ultimo giorno utile, anche perché difficilmente – considerate le salite finora affrontate – difficilmente i 17 Km della crono dell’ultimo dì riusciranno a cambiare le carte in tavola.
È una tappa voluta anche per ricucire lo “strappo” del Giro 2020, quando Vegni fu costretto a tagliare dal percorso del tappone di Cortina le salite ai passi Fedaia e Pordoi a causa del maltempo e ci fu chi si lamentò del fatto che le condizioni non erano così proibitive e si sarebbe potuto gareggiare sul tracciato originariamente prestabilito, “polemiche” che in parte furono tacitate dall’impresa di Egan Bernal, che riuscì a imprimere importanti distacchi sugli avversari grazie al solo Passo Giau.
I due storici passi non saranno le uniche difficoltà di una tappa che in precedenza proporrà anche il San Pellegrino a comporre un quadro complessivo che dipinge quasi 4700 metri di dislivello, tremila dei quali in corrispondenza delle tre ascese principali che, messe in fila, faranno oggi affrontare ai reduci del Giro 2022 una salita “globale” di 44.3 Km inclinata al 6.8% medio.
Lasciata Belluno, il tratto iniziale di questa tappa si snoderà in pianura nella valle del Piave, percorrendola in direzione di Feltre sino a Santa Giustina, dove il percorso volgerà in direzione delle Dolomiti Bellunesi andando ad affrontare l’unica salita inserita nel tracciato oltre a quelle conclusiva. Superati i 2.7 Km al 7.1% che condurranno nel paesino di San Gregorio nelle Alpi – dove è possibile ammirare una pala eseguita nel 1519 da Moretto da Brescia all’interno della chiesa parrocchiale – si cambierà aria puntando verso la valle del torrente Cordevole, che il gruppo raggiungerà dopo aver toccato Sospirolo, centro nel cui territorio ricade la Certosa di Vedana, fondata nel 1457 sul luogo di un antico ospizio per viandanti e fino al 2014 residenza di una piccola comunità religiosa, mentre nel periodo in cui fu vescovo di Vittorio Veneto (dal 1958 al 1969) vi dimorò per un mese intero il futuro papa Giovanni Paolo I.
Prendendo dolcemente quota il gruppo s’infilerà nella gola della Tagliata di San Martino, dove durante la Grande Guerra fu distrutto dall’esercito del Regno d’Italia un preesistente complesso di fortificazioni – si voleva impedire l’avanzata austriaca – che poi sarà ristrutturato da militari tedeschi in occasione del secondo conflitto mondiale. All’uscita dalla forra i corridori saranno sulle strade di Agordo, il principale centro della valle, dove presso i rustici di Villa Crotta – De Manzoni è possibile visitare un museo dedicato agli occhiali, voluto dall’imprenditore Leonardo Del Vecchio, fondatore della principale azienda mondiale del settore, Luxottica, che ha uno dei suoi quattro stabilimenti proprio ad Agordo.
Il passaggio da Cencenighe Agordino rappresenterà la fine del lungo preambolo al tappone dolomitico poiché è da questo comune che hanno inizio i 18.5 Km al 6.2% del Passo di San Pellegrino, delle tre di giornata la salita più dotata in chilometraggio e dislivello da superare. Si compone di due tratti d’ascesa distinti separati da un tratto centrale privo di pendenza di 2 Km che inizia alle porte della località di villeggiatura di Falcade, poco dopo aver sfiorato il centro di Canale d’Agordo, dove si trova la casa natale di Giovanni Paolo I, oggi sede di un museo recentemente inaugurato anche in vista della prossima beatificazione dell’indimenticato pontefice, prevista per domenica 4 settembre 2022. Tornando alla salita in oggetto, è la seconda parte quella fornita delle pendenze più cattive e in particolare negli ultimi 5.7 Km, che salgono all’8.9% medio, valore che sale all’11.5% se si prendono in considerazione i primi 2700 metri di quest’ultimo tratto. Lasciato temporaneamente il Veneto, il Giro farà ritorno sulle strade del Trentino proponendo ora ai “girini” la discesa verso Moena, località celebre tra gli appassionati di formaggi per il Puzzone DOP e tra quelli di ciclismo per la gran fondo di mountain bike “Val di Fassa Bike” (fino al 2007 nota come “Rampilonga”) e per i due tapponi del Giro che vi furono organizzati nel 1962 e nel 1963 sul medesimo tracciato e che Vincenzo Torriani ribattezzò “Cavalcata dei Monti Pallidi”. Solamente nel 1963 – quando s’impose Vito Taccone, alla sua quinta affermazione in quell’edizione della corsa rosa – si riuscì ad andare regolarmente al traguardo perché l’anno prima le estreme condizioni meteorologiche costrinsero l’organizzazione a interrompere la corsa in vetta al Passo Rolle, dove fu dichiarato vincitore un altro corridore abruzzese, Vincenzo Meco, evitando al gruppo le successive salite dirette ai passi Valles e San Pellegrino. Si giungerà quindi a Vigo di Fassa, una delle principali stazioni di villeggiatura della valle, situata ai piedi del Catinaccio e non distante dalle spettacolari Torri del Vajolet, ai cui piedi giunsero altre due difficilissime frazioni della corsa rosa, entrambe vinta da corridori spagnoli, Andrés Gandarias nel 1976 e Mikel Nieve nel 2011. Arrivati a Canazei terminerà la fase intermedia che separa il San Pellegrino dalle altre due storiche ascese di giornata perché è arrivato il momento d’inerpicarsi verso il mitico Passo Pordoi, Cima Coppi dell’edizione 2022 dall’alto dei suoi 2239 metri di quota e luogo di sfide belliche prima dell’avvento del ciclismo a queste latitudini (come ci ricorda l’ossario militare tedesco costruito lassù negli anni ’50 e nel quale riposano le spoglie di militari caduti durante entrambe le guerre mondiali). Per il Giro questa è la salita in assoluto più volte inserita nel percorso e quello di quest’anno sarà il quarantunesimo passaggio, che vedrà i corridori affrontare il versante occidentale, il meno impegnativo tra i due possibili ma il più frequentato dalla Corsa Rosa per la possibilità d’abbinarlo alla Marmolada e che raggiunge il passo in 11,8 Km e 28 tornanti, con una pendenza media del 6,7% e un picco massimo del 9%, raggiunto al secondo chilometro dell’ascesa.
Arrivati ad Arabba, forse l’unica stazione di sport invernali dell’area dolomitica concepita secondo gli schemi delle stazioni “sky-total” delle alpi francesi, si interromperà momentaneamente la discesa per percorrere 10 Km privi di difficoltà nella zona del Livinallongo, toponimo con il quale è identificata l’alta valle del Cordevole, terra che porta ancora oggi le “cicatrici” della Prima Guerra Mondiale, la più celebre delle quali è il cratere che sventrò il Col di Lana il 17 aprile del 1916, quando i militari dell’Arma del Genio “sventrarono” la montagna con 5 tonnellate di dinamite al fine d’impedire all’esercito austro-ungarico di conquistarne la vetta. Lo strappo di Cernadoi (1500 metri al 7.3%) anticipa la seconda e ultima parte della discesa dal Pordoi, che terminerà esattamente ai piedi dell’ascesa finale verso la Marmolada. È la “regina” delle Dolomiti, non certo una delle sovrane più magnanime, soprattutto per chi deve raggiungere il suo trono in sella a una bicicletta: gli aspri tratti all’interno della spettacolare gola dei Serrai di Sottoguda saranno evitati – la strada che li percorre è ancora in corso di ricostruzione dopo i danni provocati dalla tempesta Vaia nel 2018 – ma non si potrà fare a meno di percorrere il tremendo “drittone” dopo Malga Ciapela, rettilineo quasi perfetto di due chilometri e mezzo al 12% di pendenza media, “non plus ultra” di una salita di 14 Km al 7.6% che quasi al termine di quel tremendo propone il suo picco di pendenza massima, una stilettata al 18% che metterà in croce chi sarà giunto al suo cospetto in debito d’energie.

I VALICHI DELLA TAPPA

Passo di San Pellegrino (1918 metri). Sella prativa aperta tra le catene di Cima Bocche e di Costabella (facente parte del gruppo della Marmolada). Vi si trovano un minuscolo laghetto, una chiesetta e una stazione di sport invernali, inclusa in ben tre comprensori (Dolomiti Stars, Tre Valli e Dolomitisuperski). È attraversato dalla Strada Statale 346 “del Passo di San Pellegrino” (riclassificata a strada provinciale sul versante veneto), che mette in comunicazione Moena con Falcade. Il Giro l’ha superato finora 11 volte, che sarebbero state 13 senza l’accorciamento della Belluno – Moena del 1962, il taglio di percorso della Selva di Valgardena – Passo Pordoi del 1991, quando il rischio di una frana dirottò la corsa sulla vicina Marmolada, e la totale modifica al tracciato della tappa della Silandro – Tre Cime di Lavaredo del 2013. Il primo a transitarvi in vetta è stato l’abruzzese Vito Taccone nel citato precedente del 1963, l’ultimo il colombiano Julián Arredondo durante la Belluno – Rifugio Panarotta nel 2014, vinta dallo stesso corridore. Oltre a Taccone il San Pellegrino finì in mani italiane anche nel 1978 (Gianbattista Baronchelli, tappa Treviso – Canazei), nel 2007 (Fortunato Baliani, tappa Trento – Tre Cime di Lavaredo) e nel 2008 (Emanuele Sella, Arabba – Marmolada). Nel 2006 ci fu, unico caso nella storia del Giro, un arrivo di tappa in cima al passo, dove s’impose lo spagnolo Juan Manuel Gárate.

Passo Pordoi (2239 metri). Chiamato anche Pordoijoch, Jouf de Pordoi e Jou de Pordou, è una larga sella prativa costituita dal Sasso Beccè e dal Sass Pordoi. Vi transita la Strada Statale 48 “delle Dolomiti” tra Canazei e Arabba, riclassificata in strada regionale sul versante veneto. Il Giro l’ha scalato 40 volte e, in alcune occasioni, con due passaggi nella stessa tappa. La prima volta, il 5 giugno del 1940, vi scollinò in testa Gino Bartali nel corso della tappa Pieve di Cadore – Ortisei, vinta dallo stesso corridore toscano; mentre l’ultima scalata risale al 2016, quando il piemontese Diego Rosa conquistò questo prestigioso GPM nel corso della tappa Moena – Ortisei, vinta dallo statunitense Tejay van Garderen. In quattro occasioni il passo ha ospitato l’arrivo di tappa, sempre salendo dal versante di Canazei in abbinamento con la Marmolada: nel 1990 si impose il francese Charly Mottet, nel 1991 il toscano Franco Chioccioli, nel 1996 il bresciano Enrico Zaina e nel 2001 il messicano Julio Alberto Pérez Cuapio. Le scalate sarebbero state 41 se lo scorso anno l’organizzazione non avesse modificato all’ultimo momento il tracciato della tappa diretta a Cortina d’Ampezzo. In tutto i corridori italiani che hanno conquistato questo prestigioso Gran Premio della Montagna sono stati 18: il citato Bartali nel 1940, ben 5 volte Fausto Coppi (1947, 1948, 1949, 1952 e 1954), Taccone nel 1961, il toscano Franco Bitossi nel 1966, l’emiliano Luciano Armani nel 1970, eccezionalmente il velocista veneto Marino Basso nel 1971, il lombardo Leonardo Natale nel 1979, il romagnolo Roberto Conti nel 1989, l’emiliano Maurizio Vandelli nel 1990, due volte il laziale Franco Vona (1991, 1992), Chioccioli nel 1991, il lombardo Claudio Chiappucci nel 1992, il trentino Mariano Piccoli nel 1996, Zaina sempre nel 1996, l’umbro Baliani nel 2006, il veneto Sella nel 2008, il suo corregionale Damiano Cunego nel 2016 e Rosa nel 2017.

Passo di Fedaia (2057 metri). Vi transita la Strada Statale 641 “del Passo Fedaia” tra Rocca Pietore e Canazei, riclassificata in strada provinciale sul versante veneto. È il nome ufficiale della salita che i ciclisti conoscono come Marmolada e che deriva da termine latino “feda”, significante pecora. Prima della guerra vi transitava il confine tra Italia e Austria. Il Giro ha affrontato in 15 occasioni quest’ascesa, ma la prima volta – correva l’anno 1970 – ci si fermò alla Malga Ciapela, dove all’epoca terminava la strada e dove giunse primo Michele Dancelli. Questo traguardo era già stato messo in programma l’anno precedente, ma la tappa Trento-Marmolada sarà interrotta e annullata a causa del maltempo. Il primo a scollinare in testa sul Fedaia è stato il marchigiano Giancarlo Polidori durante la Pordenone – Alleghe del Giro 1975, vinta dal belga Roger De Vlaeminck, l’ultimo il lombardo Stefano Garzelli in occasione della Conegliano – Gardeccia disputata nel 2011 e vinta dallo spagnolo Mikel Nieve.Solo tre volte un corridore straniero ha “domato” questa salita, sempre affrontata dal versante veneto: il primo è stato l’olandese Johan van der Velde nel finale della Sappada – Canazei del 1987 (vinta dallo stesso corridore, che il giorno prima già si era imposto nello storico tappone di Sappada, quello del tradimento dell’irlandese Stephen Roche ai danni di Roberto Visentini), il secondo il colombiano José Jaime González durante la Asiago – Selva di Val Gardena del Giro del 1998 (il giorno della conquista della maglia rosa da parte di Pantani) e il suo connazionale Carlos Alberto Contreras durante la Montebelluna – Passo Pordoi del 2001. Il Fedaia, inoltre, già vanta un arrivo di tappa della Corsa Rosa, conquistata nel 2008 dal veneto Emanuele Sella.

Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).
Mauro Facoltosi

La Marmolada e l’altimetria della ventesima tappa (smartnation.it)

La Marmolada e l’altimetria della ventesima tappa (smartnation.it)

CIAK SI GIRO

Non sono moltissime le volte nelle quali il cinema ha scelto le Dolomiti come luogo per le riprese. Ancor più rare sono le scene d’azione che hanno come fondale i Monti Pallidi e c’è un luogo, poco distante dalla vetta del Passo Fedaia, che ne ha ospitata una. Correva l’anno 2003 quando una troupe cinematografica statunitense risalì le pendenze della Marmolada (ma dal più facile versante di Canazei) per girare una scena de “The Italian Job”, remake di una pellicola britannica del 1969, “Un colpo all’italiana”, filmata tra il Regno Unito, l’Irlanda e l’Italia, dove le riprese si svolsero tra Torino, la Valle d’Aosta e la strada a tornanti del Colle del Nivolet, qualche chilometro più in alto rispetto al Lago Serrù, sede d’arrivo della prima tappa alpina del Giro del 2019. Quando gli americani, 34 anni più tardi, decisero di rifare il film del 1969 spostarono l’ambientazione delle scene straniere dall’Europa alla California, mentre per i set italiani si scelsero location decisamente più spettacolari. Così il rocambolesco colpo che dà il via al film e che ha come bottino una cassaforte ricolma di lingotti d’oro avviene nella sempre affascinante Venezia, mentre per la scena dell’agguato al furgone sul quale i ladri viaggiano con la refurtiva e nella quale viene assassinato uno dei capi della banda (John Bridger, interpretato dall’attore canadese Donald Sutherland) fu scelta la diga del Lago di Fedaia. Nella finzione è in Austria e al confine con l’Italia era ambientata anche la scena precedente, con tanto di cartelli fasulli: ma anche in questo caso sono le Dolomiti e per la precisione quel che si vede nel film è il vicino Passo Sella, del quale viene anche mostrata una panoramica da lontano curiosamente ribaltato rispetto alla realtà.

Il lago di Fedaia, poco distante dallomonimo passo, come appare nel film The italian job: mancano pochi istanti alla drammatica scena delluccisione di uno dei protagonisti del colpo (www.davinotti.com)

Il lago di Fedaia, poco distante dall'omonimo passo, come appare nel film "The italian job": mancano pochi istanti alla drammatica scena dell'uccisione di uno dei protagonisti del colpo (www.davinotti.com)

Un innevato Passo Sella (ribaltato) come appare in unaltra scena de The italian job (www.davinotti.com)

Un innevato Passo Sella (ribaltato) come appare in un'altra scena de "The italian job" (www.davinotti.com)

Cliccate qui per scoprire le altre location dei film citati

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/the-italian-job/50004255

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/un-colpo-all-italiana/50000805

FOTOGALLERY

Il duomo di Belluno

San Gregorio nelle Alpi, Chiesa di San Gregorio Papa

Certosa di Vedana

La gola della Tagliata di San Martino

Agordo, Villa Crotta – De Manzoni

Canale d’Agordo, casa natale di Papa Giovanni Paolo I

Passo di San Pellegrino

Passo Pordoi

Sacrario militare tedesco del Pordoi

La cappella eretta sulla vetta del Col di Lana

Un tratto della strada dei Serrai di Sottoguda

QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI CASTELMONTE

maggio 27, 2022 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Ecco il tradizionale contenitore made ne ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione del 1962 a 60 anni dalla prima delle due vittorie consecutive di Franco Balmamion)

SALA STAMPA

Italia

Bouwman concede il bis, è festa olandese al Santuario di Castelmonte

Gazzetta dello Sport

Ungheria

Valter Attila negyedik lett a Giro mai szakaszán, és nagyon mérges

Magyar Nemzet

GRAN BRETAGNA

Koen Bouwman wins penultimate mountain stage at Giro d’Italia as Richard Carapaz keeps narrow 3sec lead

The Daily Telegraph

FRANCIA

Le joli coup de Bouwman, Carapaz reste en rose

L’Équipe

SPAGNA

Calma antes de la tormenta

AS

PORTOGALLO

Koen Bouwman vence pela segunda vez no Giro

Público

BELGIO

Koen Bouwman wint zware bergrit in Giro en is zeker van blauwe trui

Het Nieuwsblad

PAESI BASSI

Bouwman wint opnieuw Giro-rit

De Telegraaf

GERMANIA

Der Kampf um den Giro bleibt spannend

Kicker

REPUBBLICA CECA

Favorité se na Giru hlídali. Carapaz dál růžový, Hirt drží šestou příčku

Mladá fronta Dnes

COLOMBIA

Giro de Italia 2022: abandona la mano derecha de Richard Carapaz – Santiago Buitrago: cerca de ser el mejor joven del Giro de Italia 2022

El Tiempo

ECUADOR

Carapaz salva la ‘maglia’ rosa en Castelmonte; Koen Bouwman gana la etapa 19

El Universo

DISCOGIRO

La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Luce (tramonti a nord est) (Elisa)

METEOGIRO

Belluno : pioggia modesta e schiarite (0.1 mm), 23.1°C, vento moderato da E (13-17 km/h), umidità al 60%
Cencenighe Agordino – traguardo volante e inizio salita Passo di San Pellegrino (55.8 Km) : temporale con pioggia consistente e schiarite (0.7 mm), 18.7°C, vento moderato da ESE (10 km/h), umidità al 75%
Passo San Pellegrino (GPM – 81.9 Km): pioggia modesta e schiarite (0.5 mm), 11.1°C, vento debole da SE (4-6 km/h), umidità al 68%
Passo Pordoi (GPM / Cima Coppi – 123.4 Km): temporale con pioggia consistente (0.7 mm), 10.4°C, vento debole da SSE (6-8 km/h), umidità al 73%
Malga Ciapela – traguardo volante (162.5 Km): temporale con pioggia consistente e schiarite (1.3 mm), 12.4°C, vento debole da SE (9-11 km/h), umidità al 82%
Marmolada (Passo Fedaia): temporale con pioggia consistente (0.8 mm), 9.8°C, vento debole da SE (6-8 km/h), umidità al 76%

GLI ORARI DEL GIRO

11.30: inizio diretta su RaiSport
12.05: inizio diretta su Eurosport 2
12.25: partenza da Belluno
13.50-14.00: traguardo volante di Cencenighe Agordino e inizio salita Passo di San Pellegrino
14.00: inizio diretta su Rai2
14.35-14.55: GPM di Passo di San Pellegrino
15.15-15.35: passaggio da Canazei e inizio salita Passo Pordoi
15.40-16.10: GPM di Passo Pordoi (Cima Coppi)
16.20-16.50: passaggio da Caprile e inizio salita Passo Fedaia
16.40-17.10: traguardo volante di Malga Ciapela
16.55-17.35: arrivo al Passo Fedaia

STRAFALGAR SQUARE

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

Pancani: “Dovrebbe dare la mandata decisiva alla cassaforte”
Borgato: “Niboli”
Rizzato: “Qualche chilametro fa”
Pancani: “Marco Genovesi” (Fabio)
Petacchi: “Ha sempre fatto grandi cose nelle squadre che ha militato”
Saligari: “Storciono”
Petacchi: “C’è un chilometro falsopiano”
Borgato: “GPM di terzo categoria”
Rizzato: “Richard Porte” (Richie Porte)
Borgato: “La strada spinerà facilmente”
Pancani: “Un secondino di abbuoni”
Genovesi: “Oggi scolando il Kolovrat”

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera

Ordine d’arrivo della diciannovesima tappa, Marano Lagunare – Santuario di Castelmonte

1° Ignatas Konovalovas
2° Arnaud Démare s.t.
3° Jacopo Guarnieri s.t.
4° Simone Consonni a 11″
5° Davide Cimolai s.t.

Classifica generale

1° Roger Kluge
2° Pieter Serry a 15′07″
3° Matthias Brändle a 20′13″
4° Bert Van Lerberghe a 25′21″
5° Mark Cavendish a 28′07″

Miglior italiano Filippo Tagliani, 7° a 43′11″

IL GIRO DI 60 ANNI FA

Riviviamo l’edizione 1962 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”

19a TAPPA: FRABOSA SOPRANA – SAINT-VINCENT (193 Km) – 7 GIUGNO 1962

IL GIRO SI DECIDE OGGI SUI MONTI DELLA VAL D’AOSTA – PER LA CONQUISTA DELLA VITTORIA FINALE QUATTRO SONO I CORRIDORI PIÙ QUOTATI – IL GREGARIO SARTORE PRIMO A SAINT-VINCENT
Sui colli di Joux e Tête d’Arpy la grande lotta degli scalatori – Balmamion, Battistini, Perez Frances e Massignan – Una marcia di avvicinamento da Frabosa alla Vallée – Per seguire i corridori sulla Balconata Valdostana – Entusiasmo della folla al passaggio da Torino
La Maglia rosa ha circa due minuti di vantaggio sui suoi rivali, manca però d’una grande esperienza – Battistini e Massignan, che sono compagni di squadra, si comporteranno oggi da alleati o da “nemici”? – Possibilità dello spagnolo – Taccone in non buone condizioni – Il vincitore ha venticinque anni, ed è alla terza stagione da professionista – Ieri ha colto il primo successo – Rubato il portafogli allo zio della maglia rosa Balmamion – Sul colle del Joux, da scalare due volte, e sul colle di San Carlo (Tète d’Arpy) sì avranno gli episodi più interessanti – Le disposizioni per la circolazione – Ieri i ciclisti hanno attraversato la città – Lunga attesa per tre minuti di emozioni

Il santuario di Castelmonte illuminato di rosa (www.gazzetta.it)

Il santuario di Castelmonte illuminato di rosa (www.gazzetta.it)

ARCHIVIO QUARTIERTAPPA

Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo

Raduno di partenza Budapest
1a tappa: Budapest – Visegrad
2a tappa: Budapest – Budapest (cronometro individuale)
3a tappa: Kaposvár – Balatonfüred
4a tappa: Avola – Etna-Nicolosi (Rifugio Sapienza)
5a tappa: Catania – Messina
6a tappa: Palmi – Scalea (Riviera dei Cedri)
7a tappa: Diamante – Potenza
8a tappa: Napoli – Napoli
9a tappa: Isernia – Blockhaus
10a tappa: Pescara – Jesi
11a tappa: Santarcangelo di Romagna
12a tappa: Parma – Genova
13a tappa: Sanremo – Cuneo
14a tappa: Santena – Torino
15a tappa: Rivarolo Canavese – Cogne
16a tappa: Salò – Aprica
17a tappa: Ponte di Legno – Lavarone
18a tappa: Borgo Valsugana – Treviso

27-05-2022

maggio 27, 2022 by Redazione  
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GIRO D’ITALIA

L’olandese Koen Bouwman (Jumbo-Visma) si è imposto nella diciannovesima tappa, Marano Lagunare – Santuario di Castelmonte, percorrendo 178 Km in 4h32′55″, alla media di 39.133 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’elvetico Mauro Schmid (Quick-Step Alpha Vinyl Team) e di 3″ l’italiano Alessandro Tonelli (Bardiani CSF Faizanè). L’ecuadoriano Richard Carapaz (INEOS Grenadiers) è ancora maglia rosa con 3″ sull’australiano Jai Hindley (BORA-hansgrohe) e 1′05″ sullo spagnolo Mikel Landa (Bahrain Victorious). Miglior italiano Vincenzo Nibali (Astana Qazaqstan Team), 4° a 5′53″

TOUR OF NORWAY

L’austriaco Marco Haller (BORA-hansgrohe) si è imposto nella quarta tappa, Hovden – Kristiansand, percorrendo 232.1 Km in 5h02′21″, alla media di 46.059 Km/h. Ha preceduto allo sprint il britannico Ethan Vernon (Quick-Step Alpha Vinyl Team) e il norvegese Alexander Kristoff (Intermarché-Wanty-Gobert). Miglior italiano Filippo Fiorelli (Bardiani CSF Faizan), 7°. Il belga Remco Evenepoel (Quick-Step Alpha Vinyl Team) è ancora leader della classifica con 46″ sull’australiano Jay Vine (Alpecin-Fenix) e 1′24″ sull’australiano Lucas Plapp (INEOS Grenadiers). Miglior italiano Gianluca Brambilla (Trek-Segafredo), 16° a 5′39″

BOUCLES DE LA MAYENNE – CRÉDIT MUTUEL

Il francese Benjamin Thomas (Cofidis) si è imposto nella seconda tappa, Jublains›Pré-en-Pail-Saint-Samson, percorrendo 171 Km in 4h11′30″, alla media di 40.795 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Benoît Cosnefroy (AG2R Citroën Team) e lo spagnolo Alex Aranburu (Movistar Team). Miglior italiano Marco Tizza (Bingoal Pauwels Sauces WB), 6°. Thomas è il nuovo leader della classifica con 4″ su Cosnefroy e 6″ su Aranburu. Miglior italiano Tizza, 6° a 10″

ALPES ISÈRE TOUR

Il francese Victor Koretzky (B&B Hotels-KTM) si è imposto nella terza tappa, Saint-Exupéry – Toussieu, percorrendo 145.5 Km in 3h36′48″, alla media di 40.268 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Romain Grégoire (Groupama-FDJ Conti) e il neozelandese Laurence Pithie (Groupama-FDJ Conti). Due italiani rimasti in gara dopo il ritiro di Antonio Puppio (Israel Cycling Academy): Marco Frigo (Israel Cycling Academy) 35°, Lorenzo Milesi (Development Team DSM) 53° (entrambi con il tempo dei primi). Il francese Quentin Jauregui (B&B Hotels-KTM) è ancora leader della classifica con 9″ sull’olandese Lars Boven (Jumbo-Visma Development Team) e 11″ sul ceco Jakub Otruba (Elkov-Kasper). Frigo, 22° a 27″, Milesi 47° a 3′05″

TOUR DE LA MIRABELLE

Il francese Baptiste Vadic (nazionale francese U23) si è imposto nella prima tappa, Pont-à-Mousson – Pagny-sur-Moselle, percorrendo 175.4 Km in 4h04′35″, alla media di 43.028 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Florian Dauphin (V.C.Pays de Loudéac) e lo slovacco Adam Foltan (nazionale slovacca). Miglior italiano Andrea Garosio (Biesse-Carrera), 24°. Il francese Corentin Ermenault (A.V.C. Aix-en-Provence) è ancora leader della classifica con lo stesso tempo del britannico Robert Scott (WiV SunGod) e 1″ sul britannico Matthew Bostock (WiV SunGod). Miglior italiano Michael Belleri (Biesse-Carrera), 46° a 11″

FLÈCHE DU SUD (Lussemburgo)

Il belga Thibau Nys (Baloise Trek Lions) si è imposto nella terza tappa, circuito di Bourscheid, percorrendo 126.7 Km in 3h15′55″, alla media di 38.802 Km/h. Ha preceduto di 2″ il francese Thomas Bonnet (Vendée U) e l’austriaco Moran Vermeulen (Team Felbermayr Simplon Wels). Miglior italiano Lorenzo Masciarelli (Pauwels Sauzen – Bingoal), 35° a 1′35″. Nys è il nuovo leader della classifica con 2″ su Bonnet e 11″ sul tedesco Mika Heming (ATT Investments). Miglior italiano Masciarell, 27° a 1′35″

TOUR OF ESTONIA

L’estone Madis Mihkels (Team Ampler-Tartu2024) si è imposto nella prima tappa, Tallinn – Tartu, percorrendo 192.6 Km in 5′14″, alla media di 46.369 Km/h. Ha preceduto di 2″ l’australiano Kaden Groves (Team BikeExchange-Jayco) e di 3″ il ceco Tomas Barta (ATT Investments). Unico italiano in gara Alexander Konychev (Team BikeExchange-Jayco), 32° a 21″. Groves è il nuovo leader della classifica con lo stesso tempo di Mihkels e 9″ sul polacco Marceli Boguslawski (HRE Mazowsze Serce Polski). Konychev 23° a 35″

TOUR DE KUMANO (Giappone)

Il giapponese Kazushige Kuboki (Team Bridgestone Cycling) si è imposto nella prima tappa, circuito di Shingu, percorrendo 114 Km in 2h31′17″, alla media di 45.213 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’australiano Nathan Earle (Team UKYO) e il connazionale Hijiri Oda (EF Education-NIPPO Development). Nessun italiano in gara. Kuboki è il primo leader della classifica con 4″ su Earle e 6″ su Oda

INTERNATIONALE LOTTO THÜRINGEN LADIES TOUR

L’australiana Alexandra Manly (Team BikeExchange-Jayco) si è imposta anche nella quarta tappa, circuito di Schleiz, percorrendo 127 Km in 3h30′56″, alla media di 36.125 Km/h. Ha preceduto allo sprint la polacca Marta Lach (Ceratizit-WNT Pro Cycling) e la tedesca Ricarda Bauernfeind (CANYON//SRAM Generation). Miglior italiana Silvia Zanardi (BePink), 8°. La Manly è ancora leader della classifica con 28″ sulla Lach e 33″ sull’olandese Femke Gerritse (Parkhotel Valkenburg). Miglior italiana Maria Giulia Confalonieri (Ceratizit-WNT Pro Cycling), 4° a 34″

RIDELONDON CLASSIQUE (Gran Bretagna – Donne)

L’olandese Lorena Wiebes (Team DSM) si è imposta nella prima tappa, circuito di Maldon, percorrendo 136.5 Km in 3h30′25″, alla media di 38.923 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiana Elisa Balsamo (Trek-Segafredo) e la danese Emma Norsgaard (Movistar Team). La Wiebes è la prima leader della classifica con 5″ sulla Balsamo e 9″ sulla Norsgaard

BOUWMAN BIS AL GIRO. FUGA ANCORA PROTAGONISTA ED ENNESIMO NO CONTEST TRA I BIG

maggio 27, 2022 by Redazione  
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Sull’arrivo in salita del Santuario di Castelmonte, dopo la temutissima scalata del Kolovrat in territorio sloveno, la fuga ha ancora la meglio in un Giro contraddistinto dalle azioni a lunga gittata. E’ Koen Bouwman (Team Jumbo Visma) a conquistare la seconda tappa del Giro 2022 mentre l’attendismo tra i big di classifica è sempre più accentuato con Richard Carapaz (Team INEOS) che resta in maglia rosa. Vediamo se le cose cambieranno domani nel tappone della ventesima tappa.

Forse chissà, questa tappa era stata disegnata per Primoz Roglic o per Tadel Pogacar…fatto sta che lo sconfinamento in Slovenia della diciannovesima tappa del Giro riserverà ai ciclisti una delle salite più dure dell’edizione 2022. I ciclisti inizieranno la scalata della salita di Kolovrat, GPM di prima categoria, al km 122; è lunga 10 km e 300 metri e presenta una pendenza media del 9.2%, con punte del 15%. Lo scollinamento segna il confine che riporterà la corsa rosa in Italia. Ma da Marano Lagunare al Santuario di Castelmonte ci saranno anche altri tre GPM tutti collocati in territorio italiano. Villanova Grotte e Passo di Tanamea saranno affrontati al km 70 ed al km 83. L’ultima salita verso il Santuario di Castelmonte coincide con la linea del traguardo ed è comunque da non sottovalutare visto la lunghezza di 7 km a quasi l’8% di pendenza media. Una tappa complessivamente lunga 178 km che potrebbe riservare sorprese nella classifica generale. Richard Carapaz (Team INEOS) e Jai Hindley (Team BORA Hansgrohe) sono separati da 3 secondi ed il rischio di marcarsi a vicenda è elevato; ecco perciò che qualche seconda linea può cercare la gloria ed attaccare i primi posti della classifica generale. Del resto, in questo Giro abbiamo avuto già gli esempi di gente come Guillaume Martin (Team Cofidis), Thymen Arensman (Team DSM) e Hugh Carthy. I primi km dopo la partenza da Marano Lagunare, completamente pianeggianti, favorivano le alte velocità e il gruppo era molto allungato con diversi ciclisti che provavano ad andare in fuga. Dopo una decina di km si formava in testa un drappello di dodici uomini composto da Andrea Vendrame (AG2R Citroen), Tobias Bayer (Team Alpecin Fenix), Alessandro Tonelli (Team Bardiani CSF), Magnus Cort Nielsen (Team EF Education EasyPost), Attila Valter e Clement Davy (Team Groupama FDJ), Fernando Gaviria (UAE Team Emirates), Edward Theuns (Team Trek Segafredo), Edoardo Affini e Koen Bouwman(Team Jumbo Visma) e Davide Ballerini e Mauro Schmid (Team Quick Step Alpha Vinyl). Gli attaccanti guadagnavano una ventina di secondi sul gruppo maglia rosa, in testa al quale tiravano gli uomini del Team DSM, per adesso esclusi dalla fuga. I fuggitivi insistevano nella loro azione e il gruppo maglia rosa rallentava progressivamente, dando infine l’assenso per la fuga. Gaviria si aggiudicava il primo traguardo intermedio di Buja posto al km 55.8. I fuggitivi iniziavano la salita di Villanova Grotte con quasi 10 minuti di vantaggio sul gruppo maglia rosa. Era a Bowman a scollinare per primo. L’olandese, che ormai ha praticamente ipotevato la maglia azzurra, scollinava per primo anche sul successivo GPM del Colle di Tanamea. La corsa entrava così in Slovenia e i fuggitivi iniziavano la scalata del Kolovrat con 9 minuti di vantaggio sul gruppo maglia rosa. La fuga iniziava a scomporsi a causa della difficile scalata, per lunghi tratti con pendenze in doppia cifra. Restavano in testa Bouwman, Tonelli, Attila e Schmid. Era ancora una volta Bouwman a scollinare in prima posizione. Uno scatenato Vendrame si buttava a capofitto in discesa e raggiungeva la testa della corsa. A 30 km dalla conclusione il quintetto di testa aveva oltre 1 minuto di vantaggio sul primo gruppo inseguitore ed oltre 7 minuti di vantaggio sul gruppo maglia rosa. Tonelli vinceva il secondo traguardo volante di Cividale del Friuli posto al km 168.4. I cinque di testa iniziavano l’ultima ascesa verso il Santuario di Castelmonte con oltre 8 minuti di vantaggio sul gruppo maglia rosa ridotto ad una ventina di unità. Nonostante qualche scattino di Bouwman e di Tonelli, i fuggitivi si giocavano la vittoria di tappa nella volata finale, approfittando anche degli ultimi 300 metri che spianavano. Un’insidiosa curva ad angolo retto a circa 150 metri dall’arrivo avvantaggiava Bouwman che vinceva davanti a Schmid e Tonelli. Valter e Vendrame chiudevano rispettivamente in quarta e quinta posizione, rispettivamente a 6 e 10 secondi da Bouwman. I primi tre della classifica generale, nonostante qualche timido attacco, arrivavano in parata con Richard Carapaz (Team INEOS) ottavo davanti a Jai Hindley (Team BORA Hansgrohe) e Mikel Landa (Team Bahrain Victorious) a quasi 4 minuti di ritardo da Bouwman. L’olandese ottiene la seconda vittoria del Giro 2022 e diventa di gran lunga il miglior ciclista della Jumbo Visma del Giro. In classifica generale resta ancora una volta tutto invariato nelle primissime posizioni con Carapaz davanti a Hindley e Landa. Domani è in programma la ventesima tappa da Belluno alla Marmolada di 168 km, il vero tappone alpino di questo Giro. Passo San Pellegrino, Passo Pordoi (Cima Coppi del Giro 2022 con i suoi 2239 metri d’altezza) e Passo Fedaia dicono tutto sulla durezza della tappa. Il Trentino quest’anno può decidere il vincitore del Giro 2022, a patto però che i big di classifica abbiano voglia di sfidarsi sul serio, senza aspettare l’ultima cronometro di Verona.

Giuseppe Scarfone

Koen Bouwman vince al Santuario di Castelmonte (foto: Sprint Cycling Agency)

Koen Bouwman vince al Santuario di Castelmonte (foto: Sprint Cycling Agency)

TRA I SEGRETI DELLE GIULIE

maggio 27, 2022 by Redazione  
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È l’ultima delle sei tappe di media montagna che gli organizzatori hanno disseminato lungo il percorso e, al pari di alcune di queste (Potenza, Torino), non dovrà essere sottovalutata dai pretendenti alla vittoria. Mancano solo tre giorni alla fine del Giro e nella terza e ultima settimana di gara basta poco per innescare una clamorosa crisi. E non son certo poca cosa i 10 Km al 9.2% del Monte Kolovrat, principale difficoltà della frazione italo-slovena della Corsa Rosa, che poi proporrà anche l’arrivo in salita al Santuario di Castelmonte.

In 113 anni di storia il Giro ha indagato in ogni angolo le Alpi, ma c’è un settore – quello delle Alpi Giulie, all’estremità orientale dell’arco alpino – che la Corsa Rosa ha scoperto solo in queste ultime stagioni grazie all’intraprendenza di Enzo Cainero, l’ex calciatore (ha gareggiato in serie A alla fine degli anni ’60, quando fu ingaggiato dal Varese come portiere) che da una ventina d’anni intesse le trame dei percorsi del Giro nel suo Friuli e, tra le altre cose, ha per primo promosso l’inserimento nel tracciato del Monte Zoncolan, affrontato per la prima volta nel 2003. Da quel giorno parecchie sono le frazioni che sono termine nella regione più orientale dell’Italia settentrionale e dal 2013 nel percorso sono entrate anche le Alpi Giulie che fino a quel momento erano la “Cenerentola” delle alpi italiane, prive di località turistiche di prestigio o di salite particolarmente blasonate. La prima è stata quella dell’Altopiano del Montasio, che nel 2013 ospitò l’arrivo dell’unica tappa di montagna di quella tormentata edizione a non essere modificata a causa del maltempo, vinta dal colombiano Rigoberto Urán. Tre anni più tardi Cainero propose una tappa interamente tracciata sulle strade delle Alpi Giulie, la Palmanova – Cividale del Friuli, che aveva nella difficile salita verso la Cima Porzus la punta di diamante di una frazione che fu conquistata dallo spagnolo Mikel Nieve, mentre la maglia rosa passava per la prima volta nella storia dei grandi giri sulle spalle di un corridore costaricano, Andrey Amador. Ci si tornerà anche nel 2020 (tappa Udine – San Daniele del Friuli, vinta dallo sloveno Jan Tratnik) e tra qualche stagione vedremmo forse l’arrivo – attualmente in “cantiere” – in uno dei luoghi più incantevoli di quest’angolo delle alpi, il Monte Santo Lussari. Nel frattempo Cainero non se n’è stato con le mani in mano e ha disegnato quella che sulla carta sembra la più impegnativa tra le frazioni finora tracciate sulle Alpi Giulie, una tappa classificata di media montagna ma che i corridori non dovranno assolutamente sottovalutare perché salite come quella del Kolovrat, che già i numeri dipingono come difficile, possono far più male del previsto se inserite nella terza settimana di gara, nella quale le energie sono oramai al lumicino.
Oggi per l’ultima volta i “girini” vedranno il mare perché la tappa scatterà dalle rive della laguna di Marano, “sorella povera” di quella più celebre di Venezia, protetta da due riserve naturale nelle quali, tra le altre, cresce una pianta erbacea estintasi altrove, l’apocino veneto, un tempo utilizzata dall’industria tessile per la produzione di tessuti che ricordavano per le loro caratteristiche la seta, il cotone e il cashmere.
Le salite non inizieranno subito ma per arrivare ai piedi delle Alpi bisognerà percorrere una sessantina abbondante di chilometri in pianura, andando a transitare dopo circa 20 Km dal via all’ombra dell’imponente campanile del Duomo di Mortegliano, costruito tra il 1955 e il 1959 su progetto dall’architetto udinese Pietro Zanini, che concepì quello che tuttora è il campanile più alto d’Italia, i cui 113 metri battono d’un soffio il precedente record detenuto fin dal 1309 dal celebre Torrazzo di Cremona.
Prendendo dolcemente quota, senza per questo abbandonare la pianura, si pedalerà quindi in direzione di Fagagna, borgo che merita una sosta per degustarvi una fetta del suo omonimo e tipico formaggio PAT (Prodotto agroalimentare tradizionale), magari da assaporare dopo aver ammirato gli affreschi dell’antica chiesa di San Leonardo o il panorama che si gode dalla collina del soprastante castello, uno dei cinque manieri che nel 983 l’imperatore Ottone II regalò al vescovo Rodoaldo, patriarca di Aquileia.
Raggiunta Majano – nel cui territorio ricade l’antico Ospitale di San Giovanni, fondato nel periodo delle crociate dai cavalieri appartenenti all’ordine di San Giovanni di Gerusalemme (futuri Cavalieri di Malta) – il gruppo approderà sulle strade del “Rosso di Buja” e in questo caso non si tratta di un’eccellenza enologica perché quello è il soprannome che da sempre accompagna Alessandro De Marchi, il corridore dalla fulva capigliatura che al Giro dell’anno scorso qualche giorno prima del suo 35° compleanno ha vestito per quarantottore la maglia rosa, tra le perle di una carriera che non l’ha mai visto vincente a Giro e Tour, mentre tre volte è stato vittorioso alla Vuelta. Il passaggio dal suo paese natale avverrà poco prima del termine della lunga fase pianeggiante iniziale, che si concluderà in quel di Tarcento, presso il quale svettano gli scarsi ruderi del castello di Coia, originato da un’antica torre romana poi trasformata dai longobardi. Qui terminerà la “pacchia” e si andrà ad affrontare la prima delle quattro ascese che caratterizzano gli ultimi 112 Km, in ordine di durezza seconda solo a quella del Kolovrat: sono i 3700 metri all’8.4% che conducono a Villanova delle Grotte, borgo che prende il nome dal principale complesso speleologico del Friuli, indagate sin dal 1876, anche se risale al 1925 la scoperta della cavità più spettacolare, la Grotta Nuova, che si estende per quasi 9 Km ed è la più grande d’Europa. Il tempo della discesa – caratterizzata, soprattutto nella prima parte, da una carreggiata piuttosto ristretta – e subito si riprenderà a salire alla volta del Passo di Tanamea (9.5 Km al 5.4%, è la più semplice tra le ascese odierne), dove si giungerà dopo aver sfiorato la borgata Musi, frazione del comune di Lusevera nota agli appassionati di meteorologia per essere la località più piovosa d’Italia (la media di pioggia caduta è di 3500 millimetri l’anno). Uno strappo di circa due chilometri e mezzo – la sua pendenza media è del 5.8% – interromperà la successiva discesa all’altezza del passaggio dal confine tra Italia e Slovenia, che accoglierà la Corsa Rosa nel paesino di Saga, centro situata nell’alta valle dell’Isonzo, fiume noto per il colore smeraldo delle sue acque cristalline ma è che più conosciuto per le dodici battaglie che lungo il suo corso furono combattute durante la Prima Guerra Mondiale, eventi che ebbero un precedente bellico nel V secolo quando lungo il fiume si scontrarono gli eruli di Odoacre e gli ostrogoti di Teodorico il Grande, vincitori della battaglia. La famosa Caporetto non è lontana e vedrà i “girini” transitare ai piedi della collina sulla quale nel 1938 il regime fascista – all’epoca la cittadina era ancora italiana – fece innalzare un sacrario che fu inaugurato personalmente da Mussolini e presso il quale negli anni ’90 è stato realizzato un museo che ricorda i tragici giorni della disastrosa Battaglia di Caporetto (autunno del 1917), dopo la quale il nostro esercito fu ricacciato indietro fino al Piave dagli austriaci. Anche i corridori ora dovranno ripiegare verso l’Italia e lo faranno affrontando il principale ostacolo di giornata, quel Kolovrat sul quale un altro museo, questo all’aperto, ci riporta ai drammatici giorni della Grande Guerra, quando questo massiccio di confine rappresentò la terza linea di difesa italiana. Se battaglia ci sarà anche nel 2022 sicuramente la vedremo lungo i 10 Km che conducono fino poco sotto la vetta del Monte Nachnoi, una delle cime che compongono il massiccio del Kolovrat: per arrivare sino a 1145 metri di quota si dovrà digerire una pendenza media del 9,2%, incontrando il picco massimo del 15% all’interno del tratto iniziale di 4.4 km al 10.4%, numeri che – come ricordavamo in apertura – potrebbero richiedere un salato conto nella terza settimana di gara. Recuperare un molto probabile svantaggio non sarà semplice perché la discesa che riporterà la corsa in Italia – il secondo e ultimo passaggio di confine è previsto 4 km dopo lo scollinamento del Kolovrat – non è di quelle che agevolano questo tipo di esercizio, stretta anche se non strettissima. Si finirà di scendere quando, a poco meno di 20 Km dal traguardo, si giungerà nella valle del fiume Natisone, che il gruppo attraverserà ai piedi del Monte Purgessimo, sulle cui pendici si trovano i resti del castello di Gronumbergo, che una leggenda vuole raccordato da una rete di cunicoli sotterranei alla vicina Cividale, prossima meta del gruppo. Vi si giungerà percorrendo l’ultimo tratto pianeggiante di questa frazione, una decina di chilometri privi di difficoltà che si concluderanno con il passaggio sul lastricato del monumento simbolo della cittadina friulana, il “finto medioevale” Ponte del Diavolo, ricostruito com’era e dov’era dopo che l’esercito italiano l’aveva abbattuto durante la ritirata di Caporetto nel vano tentativo di arrestare l’avanzata austriaca. È da questo centro, famoso anche per i suoi monumenti d’origine longobarda la cui importanza è stata riconosciuta dall’UNESCO, che ha inizio l’ascesa finale verso il Santuario di Castelmonte, un giudice senza possibilità d’appello proprio perché l’arrivo sarà in vetta e non ci sarà una discesa subito dietro per tentar disperati recuperi. La salita non è delle più irresistibili – sono 7.1 Km al 7.8% e un paio di rampacce più toste – ma pedalare verso il “monte antico” (così è chiamato dalle genti di lingua slovena) potrebbe rappresentare un grosso problema a quei corridori ai quali sarà ancora rimasto sullo stomaco il Kolovrat. E allora saran dolori e indigestione di minuti….

I VALICHI DELLA TAPPA

Sella Priesaca (619 metri). Valicata nel corso della discesa dalle Grotte di Villanova verso Lusevera, all’altezza del bivio per Monteaperta. Il Giro vi è transitato anche nel 2020, durante la citata tappa Udine – San Daniele del Friuli, provenendo in quell’occasione dal GPM di Monteaperta, al quale era transitato per primo il siciliano Giovanni Visconti.

Passo di Tanamea (851 metri). Valicato dall’ex Strada Statale 646 “di Uccea” tra Tarcento e Uccea, viene inserito per la prima volta nel percorso del Giro. È quotato 870 sulle cartine ufficiali della Corsa Rosa.

Passo Solarie (956 metri). Attraversato nel tratto iniziale della discesa dal Kolovrat, si trova in corrispondenza del passaggio di confine tra Slovenia e Italia. È quotato 955 sulle cartine del Giro.

Passo di Clabuzzaro (760 metri). Chiamato anche Passo Slieme, è attraversato dalla Strada Provinciale 45 “della Val Cosizza” nel corso della discesa dal Kolovrat, all’altezza del bivio per la località Clabuzzaro. La Corsa Rosa – così come i successi due valichi – vi è transitata anche nel 2016 durante la citata tappa Palmanova – Cividale del Friuli, dopo aver affrontato il GPM di Crai, conquistato dall’austriaco Stefan Denifl.

Passo di Rucchin (648 metri). Attraversato dalla Strada Provinciale 45 “della Val Cosizza” nel corso della discesa dal Kolovrat, si trova tra la frazione Prapotnizza e il bivio per Lombai, nei pressi della frazione Rucchin.

Sella di Tribil (620 metri). Quotata 618 sulle cartine del Giro, vi sorge il centro di Tribil Superiore, sfiorato nel corso della discesa dal Kolovrat (Strada Provinciale 45 “della Val Cosizza”).

Sella di Monte Subit (274 metri). Valicata dalla Strada Provinciale 31 “di Castelmonte” lungo la salita al Santuario di Castelmonte da Cividale del Friuli.

Sella di Castelmonte (586 metri). Vi sorge il bivio sottostante il santuario, luogo nel quale si concluderà la tappa. Quotata 612 metri sulle cartine del Giro, in passato questa salita è stata in alcune occasioni affrontata al Giro del Friuli, corsa che ha fatto parte del calendario professionistico dal 1974 al 2011.

Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).

Mauro Facoltosi

Il santuario di Castelmonte, le Alpi Giulie e l’altimetria della diciannovesima tappa (www.turismofvg.it)

Il santuario di Castelmonte, le Alpi Giulie e l’altimetria della diciannovesima tappa (www.turismofvg.it)

CIAK SI GIRO

Cinema, lirica e teatro non vanno molto d’accordo. Sono rare le trasposizioni cinematografiche di opere realizzate prendendo spunto dai lavori di celebri compositori e drammaturghi. Uno dei registi più prolifici in questo senso è stato Franco Zeffirelli, che sul grande schermo ha portato capolavori come “La bisbetica domata”, “Romeo e Giulietta” e “Amleto” di William Shakespeare, “La Cavalleria rusticana” di Pietro Mascagni, “La Traviata”, l“Otello” e l’”Aida” di Giuseppe Verdi. Anche Pier Paolo Pasolini – del quale quest’anno ricorrere il centenario della nascita – scelse di cimentarsi in opere del genere e così nel 1967 girò Edipo Re prendendo spunto dall’omonima opera di Sofocle, mentre tre anni più tardi puntò su di un soggetto che sposava sia il teatro, sia la lirica: le vicende di Medea, la figura della mitologia greca che aveva ispirato prima numerose tragedie (come quella, andata perduta, scritta da Ovidio) e poi opere musicali come quella composta nel ‘700 dal toscano Luigi Cherubini. Scritta la sceneggiatura, ora Pasolini doveva comporre il cast e per il ruolo della protagonista puntò dritto alla diva per eccellenza dell’opera lirica, la divina Maria Callas, che già da qualche stagione aveva imboccato la via del declino artistico anche a causa di problemi alle corde vocali. Convincerla non fu semplice, sia perché la Callas non aveva mai recitato in un film, sia perché lei mal sopportava certe tematiche scabrose che Pasolini toccava nei suoi film e anche l’omosessualità del regista, che lei riteneva di poter guarire. Anche lui temeva d’incontrare una donna altezzosa e viziata e invece nacque una sorta d’idillio platonico a prima vista, che più tardi sfocerà anche nella collaborazione per la realizzazione di un secondo film, ispirato all’Orestiade di Eschilo, che però non vide mai la luce, anche se i sopralluoghi in Africa in previsione della sua messa in opera saranno comunque filmati e composti in un documentario che sarà presentato fuori concorso al Festival di Cannes nel 1976. Tornando a Medea, Pasolini riuscì così a portare per la prima e unica volta la Callas sui set prescelti per le riprese, che spaziano dalla Cappadocia turca alla città siriana di Aleppo, da Piazza dei Miracoli di Pisa alla laguna di Grado, confinante con quella di Marano Lagunare dal quale prenderà le mosse la tappa odierna. Qui si girò presso il casone posto sull’isola Mota Safon e che da allora è per tutti il “Casone di Pasolini” anche per perpetuare il ricordo del celebre regista, bolognese di nascita ma friulano nel cuore: l’amata madre Susanna – che fu anche attrice per lui ne “Il vangelo secondo Matteo”, interpretando il ruolo della Madonna – era di Casarsa della Delizia, dove a lungo anche lui abitò e dopo fu sepolto dopo il suo drammatico assassinio, avvenuto il 2 novembre 1975 a Lido di Ostia.

La divina Callas in uno scena di Medea girata nella laguna di Grado

La divina Callas in uno scena di "Medea" girata nella laguna di Grado

Immagini di questo film non sono presenti sul sito di riferimento https://www.davinotti.com

FOTOGALLERY

Uno scorcio della Laguna di Marano

Il campanile del Duomo di Mortegliano

https://i.postimg.cc/1RWhk6tq/treviso.jpg

Vista panoramica dal colle del castello di Fagagna

Majano, Ospitale di San Giovanni

Castello di Coia

Una delle sale della Grotta Nuova di Villanova (www.grotteturistiche.it)

Una delle sale della Grotta Nuova di Villanova (www.grotteturistiche.it)

Borgata Musi, la località più piovosa d’Italia

La vecchia dogana tra Italia e Slovenia nel corso della discesa dal Passo di Tanamea

Il sacrario di Caporetto

Uno scorcio del museo all’aperto realizzato sul Kolovrat

Il rientro in Italia nel corso della discesa dal Kolovrat

Castello di Gronumbergo

Cividale del Friuli, Ponte del Diavolo sul Natisone

QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI TREVISO

maggio 26, 2022 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Ecco il tradizionale contenitore made ne ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione del 1962 a 60 anni dalla prima delle due vittorie consecutive di Franco Balmamion)

SALA STAMPA

Italia

Treviso aspetta i velocisti e… De Bondt li sorprende. Carapaz resta in rosa

Gazzetta dello Sport

Ungheria

Beütött a koronavírus, Valter Attiláék elszámolták magukat

Magyar Nemzet

GRAN BRETAGNA

Dries De Bondt wins Stage 18 of Giro D’Italia as breakaway denies sprinters

The Independent

FRANCIA

De Bondt piège Démare et les sprinteurs – Almeida, 4e du général, abandonne

L’Équipe

SPAGNA

Landa refuerza el podio

AS

PORTOGALLO

João Almeida abandona a Volta a Itália por ter covid-19 – Dries de Bondt vence etapa, Richard Carapaz continua líder

Público

BELGIO

Belgisch feestje in de Giro: De Bondt is sprinters te slim af en wint op verbluffende wijze Giro-rit

Het Nieuwsblad

PAESI BASSI

Giro verliest opnieuw grote naam: Almeida test positief op corona – Peloton misrekent zich: vroege vluchter De Bondt wint Giro-rit

De Telegraaf

GERMANIA

Buchmann klettert im Klassement – De Bondt siegt in Treviso – Aus für Viertplatzierten Almeida

Kicker

REPUBBLICA CECA

Únik vyzrál na peloton, na Giru jásal de Bondt. Hirtovi patří šesté místo

Mladá fronta Dnes

COLOMBIA

Giro de Italia, en alerta por covid: se fue un candidato al título – Fernando Gaviria se lamenta por irse en blanco del Giro de Italia

El Tiempo

ECUADOR

Así marcha la clasificación del Giro de Italia: Richard Carapaz, líder y dueño de la ‘maglia rosa’, escoltado por Jai Hindley y Mikel Landa

El Universo

DISCOGIRO

La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Libiamo, ne’ lieti calici (La Traviata, Giuseppe Verdi)

METEOGIRO

Marano Lagunare: cielo sereno, 28.9°C, vento debole da SSW (6 km/h), umidità al 46%
Buja – traguardo volante (55.8 Km) : cielo sereno, 29.2°C, vento moderato da SSW (11-13 km/h), umidità al 45%
Caporetto (122 Km): cielo sereno, 29.1°C, vento moderato da SW (12-14 km/h), umidità al 46%
Cividale del Friuli (traguardo volante e inizio salita finale, 168.4 Km): poco nuvoloso, 29.9°C, vento moderato da SSW (14-15 km/h), umidità al 42%
Santuario di Castelmonte: previsioni non disponibili

GLI ORARI DEL GIRO

11.25: inizio diretta su RaiSport
12.25: partenza da Marano Lagunare
13.00: inizio diretta su Eurosport 2
13.40-13.50: traguardo volante di Buja
14.00: inizio diretta su Rai2
14.15-14.30: GPM di Villanova Grotte
14.50-15.10: GPM di Passo di Tanamea
15.00-15.15: inizio sconfinamento in Slovenia
15.55-16.25: GPM del Kolovrat
16.00-16.30: fine sconfinamento in Slovenia
16.40-17.10: traguardo volante di Cividale del Friuli
17.00-17.30: arrivo al Santuario di Castelmonte

STRAFALGAR SQUARE

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

Petacchi: “Muro di Cà del Bosco” (Cà del Poggio)
Borgato: “All’inizio si staccavano i cavalcavia”
Petacchi: “Vedremo oggi un arrivo allungato” (a gruppo allungato)
Pancani: “I quattro battistradi”
Borgato: “Chiedere una solazione per il caso Gazprom” (soluzione)
Petacchi: “Camburro” (Gabburo)
Fabretti: “L’arrivo a Treviso transita sul muro di Cà del Poggio”
Fabretti: “Carapaz sta pedalando sui rulli per sciogliere le gambe”
Fabretti: “Ha 25 anni, da 35 anni vorrebbe vincere una tappa al Giro d’Italia” (parlando del 35enne Sacha Modolo)
Fabretti: “Almeida ha dovuto dire basta al Giro d’Italia” (si è ritirato per la positività al Covid)

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera

Ordine d’arrivo della diciottesima tappa, Borgo Valsugana – Treviso

1° Miles Scotson
2° Clément Davy s.t.
3° Samuele Rivi a 11″
4° Eduardo Sepulveda s.t.
5° Reto Hollenstein s.t.

Classifica generale

1° Roger Kluge
2° Pieter Serry a 15′04″
3° Matthias Brändle a 20′13″
4° Clément Davy a 24′23″
5° Bert Van Lerberghe a 25′11″

Miglior italiano Filippo Tagliani, 7° a 42′54″

IL GIRO DI 60 ANNI FA

Riviviamo l’edizione 1962 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”

18a tappa: CASALE MONFERRATO – FRABOSA SOPRANA (232 Km) – 6 GIUGNO 1962

SOLER VITTORIOSO ANCHE A FRABOSA SOPRANA
Terza vittoria di tappa ottenuta dallo scalatore spagnolo – Andatura turistica nella parte iniziale ed una serie di lunghe fughe dopo Mondovì – Oggi passaggio da Torino e traguardo Saint-Vincent
I corridori sono giunti sullo striscione d’arrivo un’ora dopo il previsto – Oltre a Soler, sono scattati sulla salita che porta a Frabosa: Desmet, Nencini, Guernieri e Martinato – Balmanion conserva la maglia rosa, ma Battistini recupera 23 secondi – Due forature di Nino Defilippis – La soddisfazione di Balmamion al traguardo di Frabosa – Ancora contrarietà per Defilippis – Delusione di Fallarini – Norme per il passaggio del Giro a Torino

La fontana di Piazza San Leonardo a Treviso (www.gazzetta.it)

La fontana di Piazza San Leonardo a Treviso (www.gazzetta.it)

ARCHIVIO QUARTIERTAPPA

Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo

Raduno di partenza Budapest
1a tappa: Budapest – Visegrad
2a tappa: Budapest – Budapest (cronometro individuale)
3a tappa: Kaposvár – Balatonfüred
4a tappa: Avola – Etna-Nicolosi (Rifugio Sapienza)
5a tappa: Catania – Messina
6a tappa: Palmi – Scalea (Riviera dei Cedri)
7a tappa: Diamante – Potenza
8a tappa: Napoli – Napoli
9a tappa: Isernia – Blockhaus
10a tappa: Pescara – Jesi
11a tappa: Santarcangelo di Romagna
12a tappa: Parma – Genova
13a tappa: Sanremo – Cuneo
14a tappa: Santena – Torino
15a tappa: Rivarolo Canavese – Cogne
16a tappa: Salò – Aprica
17a tappa: Ponte di Legno – Lavarone

26-05-2022

maggio 26, 2022 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA

Il belga Dries De Bondt (Alpecin-Fenix) si è imposto nella diciottesima tappa, Borgo Valsugana – Treviso, percorrendo 156 Km in 3h21′21″, alla media di 46.486 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Edoardo Affini (Jumbo-Visma) e il danese Magnus Cort (EF Education-EasyPost). L’ecuadoriano Richard Carapaz (INEOS Grenadiers) è ancora maglia rosa con 3″ sull’australiano Jai Hindley (BORA-hansgrohe) e 1′05″ sullo spagnolo Mikel Landa (Bahrain Victorious). Miglior italiano Vincenzo Nibali (Astana Qazaqstan Team), 4° a 5′48″

TOUR OF NORWAY

Il belga Remco Evenepoel (Quick-Step Alpha Vinyl Team) si è imposto nella terza tappa, Gol – Stavsro (Gaustatoppen), percorrendo 175.8 Km in 4h40′07″, alla media di 37.656 Km/h. Ha preceduto di 27″ l’australiano Jay Vine (Alpecin-Fenix) e di 1′05″ l’australiano Lucas Plapp (INEOS Grenadiers). Miglior italiano Gianluca Brambilla (Trek-Segafredo), 17° a 3′34″. Evenepoel è tornato leader della classifica con 46″ su Vine e 1′24″ su Plapp. Miglior italiano Brambilla, 17° a 4′57″

BOUCLES DE LA MAYENNE – CRÉDIT MUTUEL

Il francese Jason Tesson (St Michel-Auber 93) si è imposto nella prima tappa, Saint-Pierre-des-Landes – Andouillé, percorrendo 180 Km in 4h12′05″, alla media di 42.843 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Bram Welten (Groupama-FDJ) e il connazionale Thomas Boudat (GO Sport-Roubaix Lille Métropole). Miglior italiano Attilio Viviani (Bingoal Pauwels Sauces WB), 39°. Tesson è il primo leader della classifica con 4″ su Welten e sul belga Lindsay De Vylder (Sport Vlaanderen-Baloise). Miglior italiano Viviani, 42° a 10″

ALPES ISÈRE TOUR

Il francese Quentin Jauregui (B&B Hotels-KTM) si è imposto nella seconda tappa, Les Abrets-en-Dauphiné – Saint-Quentin-Fallavier, percorrendo 161.2 Km in 3h56′23″, alla media di 40.917 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Lars Boven (Jumbo-Visma Development Team) e il ceco Jakub Otruba (Elkov-Kasper). Miglior italiano Marco Frigo (Israel Cycling Academy), 29° a 12″. Jauregui è il nuovo leader della classifica con 9″ su Boven e 11″ su Otruba. Miglior italiano Frigo, 26° a 27″

TOUR DE LA MIRABELLE

Il francese Corentin Ermenault (A.V.C. Aix-en-Provence) si è imposto nel prologo, circuito a cronometro di Vandœuvre-lès-Nancy, percorrendo 2.6 Km in 3′04″, alla media di 50.87 Km/h. Ha preceduto di 52 centesimi di secondo il britannico Robert Scott (WiV SunGod) e di 1″ il britannico Matthew Bostock (WiV SunGod). Miglior italiano Carloalberto Giordani (Biesse-Carrera), 19° a 7″. Ermenault è il primo leader della classifica con lo stesso tempo di Scott e 1″ su Bostock. Miglior italiano Giordani, 19° a 7″

CIRCUIT DE WALLONIE

L’italiano Andrea Pasqualon (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux) si è imposto nella corsa belga, Charleroi – Mont-sur-Marchienne, percorrendo 192.2 Km in 4h22′39″, alla media di 43.906 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Axel Zingle (Cofidis) e di 3″ il belga Philippe Gilbert (Lotto Soudal)

FLÈCHE DU SUD (Lussemburgo)

Il francese Emilien Jeannière (Vendée U) si è imposto nella seconda tappa, circuito di Rumelange, percorrendo 165.7 Km in 3h44′11″, alla media di 44.348 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Maikel Zijlaard (VolkerWessels Cycling Team) e il belga Laurens Sweeck (Pauwels Sauzen – Bingoal). Miglior italiano Lorenzo Masciarelli (Pauwels Sauzen – Bingoal), 18°. Jeannière è il nuovo leader della classifica con lo stesso tempo dell’olandese Timo de Jong (VolkerWessels Cycling Team) e del belga Thibau Nys (Baloise Trek Lions). Miglior italiano Masciarell, 13° con lo stesso tempo dei primi.

TOUR OF ESTONIA

Il polacco Marceli Boguslawski (HRE Mazowsze Serce Polski) si è imposto nel prologo, circuito a cronometro di Tallinn, percorrendo 3.7 Km in 5′14″, alla media di 41.273 Km/h. Ha preceduto di 1″ gli australiani Alex Edmondson (Team BikeExchange-Jayco) e Kaden Groves (Team BikeExchange-Jayco). Unico italiano in gara Alexander Konychev (Team BikeExchange-Jayco), 15° a 12″. Boguslawski è il primo leader della classifica con 1″ su Edmondson e Groves. Konychev, 15° a 12″

INTERNATIONALE LOTTO THÜRINGEN LADIES TOUR

L’australiana Alexandra Manly (Team BikeExchange-Jayco) si è imposta nella terza tappa, circuito di Dörtendorf, percorrendo 129.2 Km in 3h26′57″, alla media di 37.458 Km/h. Ha preceduto allo sprint la polacca Marta Lach (Ceratizit-WNT Pro Cycling) e l’olandese Femke Gerritse (Parkhotel Valkenburg). Miglior italiana Greta Marturano (Top Girls Fassa Bortolo), 8° a 4″. La Manly è ancora leader della classifica con 22″ sulla Lach e 25″ sull’italiana Maria Giulia Confalonieri (Ceratizit-WNT Pro Cycling)

DE BONDT, LICENZA DI VINCERE. A TREVISO IL BELGA BATTE I COMPAGNI DI FUGA.

maggio 26, 2022 by Redazione  
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A Treviso la fuga della prima ora resiste all’impetuoso ritorno del gruppo ed è Dries de Bondt (Team Alpecin Fenix) ad avere la meglio nella volata più che ristretta davanti ad Edoardo Affini (Team Jumbo Visma) e Magnus Cort Nielsen (Team EF Education EasyPost). In classifica generale resta tutto – quasi – invariato, con il ritiro di Joao Almeida (UAE Team Emirates) che è risultato positivo al covid.

La diciottesima tappa del Giro 2022 è sicuramente la più semplice della terza settimana e rimanda la lotta per la maglia rosa, ancora incertissima, alle ultime tre tappe. Oggi i velocisti avranno l’ultima possibilità di giocarsi la vittoria nella Borgo Valsugana – Treviso di 156 km. Nei primi due terzi del percorso si dovranno affrontare i due GPM di quarta categoria de Le Scale di Plimolano e del Muro di Ca’ del Poggio, posti rispettivamente al km 24.6 e 102. Le forze sono ormai quelle che sono e se i velocisti non ce la faranno, spazio allora all’ennesima fuga di questo Giro 2022, corso spesso all’attacco dalle seconde e terze linee, per non parlare dei delusi della classifica generale come Simon Yates (Team BikeExchange Jayco), ritiratosi ieri o della Jumbo Visma che dovrebbe comunque consolarsi con la maglia azzurra finale di Koen Bowman. Un tampone positivo effettuato stamattina esclude dal Giro 2022 Joao Almeida (UAE Team Emirates). Il portoghese, pur non brillando nelle ultime tappe, stava conservando con le unghie e con i denti il terzo posto, che avrebbe potuto fare suo nella cronometro finale di Verona. Dopo la partenza da Borgo Valsugana si formava la fuga di giornata costituita da quattro ciclisti: Dried De Bondt (Team Alpecin Fenix), Davide Gabburo (Team Bardiani CSF), Magnus Cort Nielsen (Team EF Education EasyPost) ed Edoardo Affini (Team Jumbo Visma). All’inizio del primo GPM delle Scale di Primolano, posto al km 24.6, il quartetto di testa aveva poco più di 2 minuti di vantaggio sul gruppo maglia rosa. Era De Bondt a scollinare in prima posizione. Gabburo si aggiudicava il primo traguardo volante di Valdobbiadene posto al km 72.6. A 80 km dall’arrivo il vantaggio del quartetto di testa sul gruppo maglia rosa era di 1 minuto e 50 secondi. Le squadre dei velocisti tenevano costantemente sotto tiro la fuga nell’attesa del Muro di Ca’ del Poggio, sul quale ci si poteva aspettare qualche movimento tra i big di classifica. De Bondt scollinava in prima posizione sul secondo GPM di Ca’ del Poggio. Nel gruppo maglia rossa si pedalava ad un ritmo costante e tutti i velocisti riuscivano a scollinare indenni sul piccolo mostriciattolo. A 50 km dal termine la fuga aveva 2 minuti e 23 secondi di vantaggio sul gruppo, in testa al quale si alternavano a tirare gli uomini di Groupama FDJ, UAE Team Emirates e Quick Step Alpha Vinyl. De Bondt vinceva il secondo traguardo volante di Susegana posto al km 116.4. I quattro uomini di testa transitavano sul traguardo di Treviso, a 12 km dal termine del circuito cittadino, con 1 minuto e 20 secondi di ritardo sul gruppo maglia rosa, il cui ritmo indiavolato metteva in crisi Juan Pedro Lopez (Team Trek Segafredo), nuovo leader della classifica giovani. A 10 km dall’arrivo il vantaggio della fuga era di poco superiore al minuto. A 4 km dall’arrivo il vantaggio della fuga era di 45 secondi. A 2 km e mezzo dall’arrivo Jai Hindley (Team BORA Hansgrohe) forava ma la regola dei 3 km salvava l’australiano che al traguardo avrebbe preso lo stesso tempo del gruppo maglia gialla. I cambi regolari consentivano ai quattro di testa di giocarsi la vittoria. Era De Bondt ad avere la meglio su Affini e Cort Nielsen. Quarto era Gabburo mentre il gruppo maglia rosa era regolato a 14 secondi di ritardo da Alberto Dainese (Team DSM). Nella top ten si segnalavano anche il settiumo posto di Davide Cimolai (Team Cofidis) ed il decimo posto di Simone Consonni (Team Cofidis). De Bondt ottiene la prima vittoria stagionale, la prima della sua carriera nella tappa di un GT. In classifica generale Richard Carapaz (Team INEOS) conserva la maglia gialla davanti a Jai Hindley e Mikel Landa (Team Bahrain Victorious). Domani è in programma la diciannovesima tappa da Marano Lagunare al Santuario di Castelmonte. Si sconfina in Slovenia dopo aver oltrepassato i GPM di Villanova Grotte e del Passo di Tanamea e si affronterà una delle salite più dure del Giro 2022: il Kolovrat, scollinato il quale si ritorna in Italia. Gli oltre 10 km di ascesa a quasi il 9% di pendenza media la dicono tutta sulla difficoltà della salita. I 40 km che mancheranno al termine della tappa – gli ultimi sette dei quali in salita verso il Santuario di Castelmonte – potrebbero bagnare le polveri tra i big di classifica ma ormai ogni momento può essere quello giusto per attaccare e sorprendere i diretti avversari. La lotta per la maglia rosa, dopo il ritiro di Almeida e un Mikel Landa regolarista ma niente di più, sembra ormai una questione tra Carapaz e Hindley e vedremo se in questa tappa il sudamericano e l’australiano avranno voglia di sfidarsi.

Giuseppe Scarfone

Dries De Bondt vince a Treviso (foto: Michael Steele/Getty Images)

Dries De Bondt vince a Treviso (foto: Michael Steele/Getty Images)

VELOCISTI, ULTIMA CHANCE

maggio 26, 2022 by Redazione  
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Ultima occasione per i velocisti sulle strade della Corsa Rosa. C’è il muro di Ca’ del Poggio da scalare, ma i 50 Km da percorrere successivamente per andare al traguardo dovrebbero consentire di neutralizzarne in gran parte gli effetti.

Il mare i “girini” lo vedranno per l’ultima volta domani, al raduno di partenza di Marano Lagunare, ma per diversi corridori l’ultima spiaggia sarà rappresentata dalla frazione odierna, estrema occasione per i velocisti per portare a casa un risultato, al termine di una tappa non del tutto pianeggiante ma nemmeno eccessivamente movimentata. È vero che ci sarà da fare i conti con il ripido muro di Ca’ del Poggio, ma i 50 Km che separeranno la cima dalla salita dal traguardo di Treviso dovrebbero metterli al riparo dagli effetti di questa verticale. In passato in altre due occasioni il muro trevigiano è stato inserito nel finale di tappe in linea e in entrambe si è arrivati in volata, con i successi di Mark Cavendish a Treviso nel 2013 e di Alessandro Petacchi a Valdobbiadene nel 2009 e in quest’ultimo caso il finale era molto più “tormentato” rispetto a quello sul quale si pedalerà oggi.
La pianura sarà protagonista per gran parte del tracciato, a partire dai 22 Km iniziali disegnati in Valsugana seguendo il corso del Brenta fino a Primolano, centro che i gli appassionati conoscono per le sue “scale” e il cui nome è finito nei libri di storia dello sport per l’incidente che vi capitò a Fausto Coppi il 2 giugno del 1950. Si stavano disputando i chilometri iniziali del tappone dolomitico di Bolzano, disegnato sul medesimo percorso che l’anno prima aveva visto il Campionissimo imporsi con quasi 7 minuti sul secondo, impresa che gli sarà stavolta negata da una caduta avvenuta poco prima d’imboccare le “scale” e che lo costringerà – per via della frattura al bacino – a una lunghissima convalescenza (la sua successiva vittoria sarà la cronometro di Terni al Giro dell’anno dopo). Anche nel 2022 i corridori dovranno affrontare quella breve e non troppo difficile salita (2.3 Km al 4.7%) sopra Primolano, soprannominata “scale” per i suoi sette tornanti che sgusciano accanto alle fortificazioni erette a difesa del confine tra il Regno d’Italia e l’impero austro-ungarico, precipitosamente abbandonate dopo la disfatta di Caporetto. Raggiunta la vicina Arsiè il gruppo s’infilerà nel corridoio naturale che separa il massiccio del Monte Grappa dal gruppo delle Vette Feltrine, il più meridionale delle Dolomiti, puntando quindi su Feltre, piccola città d’arte il cui cuore è rappresentato da Piazza Maggiore, alla quale si sale attraverso la suggestiva Via Mezzaterra.
Dopo il Brenta, a questo punto il gruppo incontrerà un altro compagno di viaggio, il fiume Piave, sulle cui sacre sponde si giungerà dopo esser transitati ai piedi del colle sul quale sorge il Santuario dei Santi Vittore e Corona, eretto nel luogo dove furono collocati i resti dei due santi, martirizzati in Siria e portati in Italia dai crociati. Percorso un altro canale naturale, la “Stretta di Quero”, il gruppo farà il suo ingresso nella pianura veneta per lasciarla quasi subito e dirigersi verso Valdobbiadene, che non è soltanto la capitale del Prosecco ma anche un centro apprezzato anche dagli amanti nella natura per la presenza di ben sei alberi monumentali dei 22.000 tutelati dalla guardia forestale (il più alto è il tiglio della località Boc, che raggiunge i 29 metri, il più largo è il faggio situato in località Zimion, la cui circonferenza è di 6.5 metri). Nei successivi 24 Km si percorrerà a ritroso quello che fu il finale della tappa a cronometro di Valdobbiadene del Giro del 2020 – partita da Conegliano e vinta da Filippo Ganna – andando ad affrontare una docile ascesa di 1800 metri al 5.3% subito dopo la quale si giungerà a Guia, piccola frazione la cui chiesa parrocchiale si dice sia stata progettata dal celebre scultore Antonio Canova, nativo della non distante Possagno. Planati su Col San Martino, presso la quale la chiesa di San Vigilio si staglia dal 1100 su di una piccola elevazione ammantata di vigneti e “dotata” di una bella vista panoramica, si ritroverà la pianura pedalando verso Farra di Soligo, centro dominato dal complesso fortificato medioevale delle Torri di Credazzo. Il muro di Ca’ del Poggio bussa alle porte, anche se non è ancora arrivato il momento d’affrontarlo perché prima bisognerà scavalcare la penultima difficoltà altimetrica di giornata, la pedalabile Sella di Mire, 1200 metri al 4.2% che iniziano nel paesino di Refrontolo, conosciuto il suo Passito D.O.C.G. e che merita una sosta anche per ammirare l’antico e delizioso Molinetto della Croda, risalente al 1630. Eccolo il muro: quando all’arrivo mancheranno poco più di 50 Km una rotatoria annuncerà l’inizio della ripida verticale, 1.1 Km al 12.3% e un picco del 19% che il ciclismo ha scoperto in occasione della citata tappa del Giro del 2009 e che da allora è divenuto un irresistibile richiamo e non solo per la “Corsa Rosa”. Già l’anno successivo fu ripetuto per ben 11 volte al campionato nazionale vinto da Giovanni Visconti, nel 2014 vi sono salite le atlete impegnate nella tappa di San Fior del Giro d’Italia femminile (vinta dalla londinese Emma Pooley) mentre nel 2018 in vetta al muro era fissato l’arrivo dell’ultima tappa del Giro riservato ai dilettanti, una cronometro individuale di 22 Km vinta dall’australiano Robert Stannard.
Da qui in avanti non s’incontreranno più ostacoli naturali per il gruppo, che ora planerà velocemente verso Susegana, centro presso il quale s’incontra l’interessante complesso fortificato del Castello di San Salvatore, il cui attuale aspetto è quello della ricostruzione successiva ai bombardamenti della Prima Guerra Mondiale. I tragici ricordi del primo conflitto mondiali sono onnipresenti nella valle del Piave, che i “girini” a breve supereranno per la seconda e ultima volta in questa tappa sul Ponte della Priula, a breve distanza dal tempio votivo inaugurato nel 1983 in memoria dei caduti di tutte le guerre. Una battaglia si comincerà vedere anche in questi frangenti perché, mancando oramai poco più di 30 Km all’arrivo, il gruppo inizierà sempre più velocemente a erodere il vantaggio accumulato strada facendo dai fuggitivi di giornata, che potrebbero almeno avere l’onore delle armi di transitare ancora in testa alla corsa al primo passaggio dal traguardo. Un veloce circuito semicittadino di una decina abbondante di chilometri consentirà, nel frattempo, ai velocisti di prendere le misure del lungo rettilineo d’arrivo, ultima spiaggia per mostrar le chiappe agli avversari.

I VALICHI DELLA TAPPA

Colle di Chiesa (352 metri). Valicato dalla Strada Regionale 50 bis “del Grappa e del Passo Rolle” tra Primolano e Arsiè, all’altezza dell’abitato di Fastro. È la salita comunemente nota con il toponimo di “Scale di Primolano”, quotata 350 metri sulle cartine del Giro 2022. Inserita spesso nel percorso del Giro d’Italia, quest’anno ospiterà per la seconda volta nella storia un Gran Premio della Montagna dopo di quello conquistato nel 2014 dal belga Tim Wellens durante la tappa Sarnonico – Vittorio Veneto, vinta dal laziale Stefano Pirazzi.

Sella di Arten (319 metri). Si trova nei pressi dell’omonima località, frazione del comune di Fonzaso.

Sella di Santa Lucia (319 metri). Attraversata dalla Strada Statale 50 “del Grappa e del Passo Rolle” tra Feltre e Arten, coincide con il bivio per Caupo e per il versante settentrionale del Monte Grappa.

Sella di Mire (220 metri). Valicata dalla Strada Provinciale 86 “delle Mire” tra Refrontolo e il bivio per San Pietro di Feletto.

Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).

Mauro Facoltosi

Porta di San Tomaso a Treviso e l’altimetria della diciottesima tappa (www2.comune.treviso.it)

Porta di San Tomaso a Treviso e l’altimetria della diciottesima tappa (www2.comune.treviso.it)

CIAK SI GIRO

Ogni anno, a partire dal 2014, il Giro ha introdotto nel percorso le “wine stage” dedicate ai vini più prestigiosi prodotti nella nostra nazione. I primi sono stati Barbaresco e Barolo (2014), i quali hanno avuto come degni successori il Prosecco (2015), il Chianti (2016), il Sagrantino di Montefalco (2017), i vini della Franciacorta (2018), il Sangiovese di Romagna (2019), nuovamente il Prosecco (2020), il Brunello di Montalcino (2021) e lo Sforzato di Valtellina quest’anno. Il cinema, invece, di film specificamente dedicati ne ha fatti pochissimi, giusto un paio. È del 2013 Vinodentro, che prende ispirazione dal Marzemimo citato da Mozart nel “Don Giovanni” ed è interamente girato in Trentino, mentre di tre anni più tardi è “Finché c’è prosecco c’è speranza”, mescita tra commedia e film giallo che ruota attorno alla scomparsa del conte Desiderio Ancillotto e una serie di altri omicidi che hanno come filo conduttore il Prosecco: le indagini porteranno l’ispettore Stucky, interpretato da Giuseppe Battiston, fino alla panoramica chiesetta di San Lorenzo, sopra Farra di Soligo, dalla quale si gode una stupenda vista sui vigneti tutt’attorno.

La chiesetta di San Lorenzo a Farra di Soligo vista nel film Finché cè prosecco cè speranza (www.davinotti.com)

La chiesetta di San Lorenzo a Farra di Soligo vista nel film "Finché c'è prosecco c'è speranza" (www.davinotti.com)

Cliccate qui per scoprire le altre location dei film citati


https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/finche-c-e-prosecco-c-e-speranza/50042126

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/vinodentro/50047098

FOTOGALLERY

Il Brenta attraversa il centro di Borgo Valsugana

Uno dei tornanti “fortificati” delle Scale di Primolano

Piazza Maggiore a Feltre

Santuario dei Santi Vittore e Corona

Il fiume Piave e la Stretta di Quero

La chiesa parrocchiale di Guia

Col San Martino, Chiesa di San Vigilio

Farra di Soligo, le Torri di Credazzo sovrastano i vigneti del Prosecco

Refrontolo, Molinetto della Croda

Il rettilineo iniziale del muro di Ca’ del Poggio

Susegana, Castello di San Salvatore

Ponte della Priula, tempio votivo

QUARTIERTAPPA: DALLA SEDE DI LAVARONE

maggio 26, 2022 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Ecco il tradizionale contenitore made ne ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione del 1962 a 60 anni dalla prima delle due vittorie consecutive di Franco Balmamion)

SALA STAMPA

Italia

Giro d’Italia: Buitrago trionfa a Lavarone. Carapaz conferma rosa

Gazzetta dello Sport

Ungheria

Szakadt ruhában mentette meg az olaszokat az ananászos pizzától

Magyar Nemzet

GRAN BRETAGNA

Santiago Buitrago takes Giro d’Italia stage win as Richard Carapaz keeps pink despite shake-up

The Daily Telegraph

FRANCIA

Buitrago était le plus fort

L’Équipe

SPAGNA

Paso de Landa hacia el podio

AS

PORTOGALLO

João Almeida saiu do pódio do Giro

Público

BELGIO

Nederlandse droom barst uit elkaar: Leemreize en van der Poel stuiten op vinnige Colombiaan, strijd om roze blijft spannend

Het Nieuwsblad

PAESI BASSI

Santiago Buitrago verpest dagzege voor Gijs Leemreize in Giro

De Telegraaf

GERMANIA

Buitrago gewinnt – Carapaz verteidigt Rosa – Buchmann verliert erneut Zeit

Kicker

REPUBBLICA CECA

Hirt po dalším dni v úniku třetí. Slaví Buitrago, růžovou drží Carapaz

Mladá fronta Dnes

COLOMBIA

¡Santiago Buitrago, el gran ganador de la etapa 17 del Giro de Italia 2022!

El Tiempo

ECUADOR

Carapaz mantiene diferencias; Santiago Buitrago se lleva la etapa 17 del Giro

El Universo

DISCOGIRO

La colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

La Valsugana

METEOGIRO

Borgo Valsugana: pioggia debole e schiarite (0.3 mm), 24.6°C, vento debole da SSW (9-11 km/h), umidità al 69%
Valdobbiadene – traguardo volante (72.6 Km) : poco nuvoloso, 26.6°C, vento debole da S (5-6 km/h), umidità al 51%
Muro di Cà del Poggio (GPM – 102 Km): poco nuvoloso, 27.2°C, vento debole da SSW (5-6 km/h), umidità al 49%
Treviso: cielo sereno, 29.3°C, vento debole da SSE (7 km/h), umidità al 41%

GLI ORARI DEL GIRO

12.55: inizio diretta su RaiSport
13.30: inizio diretta su Eurosport 2
13.45: partenza da Borgo Valsugana
14.00: inizio diretta su Rai2
14.15-14.20: GPM delle Scale di Primolano
15.20-15.30: traguardo volante di Valdobbiadene
16.00-16.15: GPM del Muro di Cà del Poggio
16.20-16.30: traguardo volante di Susegana
17.00-17.25: arrivo a Treviso

STRAFALGAR SQUARE

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

Petacchi: “Hirt sta provando a rifare la tappa”
Saligari: “Cicconi”
Rizzato: “Caduta dalla coda del gruppo”
Pancani: “È riuscito a scollinarsi”
Petacchi: “Pellizotti lo sa, da ex scolatore”
Saligari: “Pellizotti non sta più nella pelle, nel volante”
Fabretti: “La crono conclusiva è una cronometro”
Fabretti: “Van der Poel non ha vinto in volata, non ha vinto in fuga” (allora come ha fatto a prendere la maglia rosa alla prima tappa?)

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale dal punto di vista della maglia nera

Ordine d’arrivo della diciassettesima tappa, Ponte di Legno – Lavarone

1° Andrii Ponomar
2° Roger Kluge a 43″
3° Matthias Brändle a 58″
4° Simone Consonni s.t.
5° Julius van den Berg s.t.

Classifica generale

1° Roger Kluge
2° Pieter Serry a 11′24″
3° Bert Van Lerberghe a 18′39″
4° Mark Cavendish a 20′47″
5° Matthias Brändle a 23′23″

Miglior italiano Filippo Tagliani, 12° a 46′04″

IL GIRO DI 60 ANNI FA

Riviviamo l’edizione 1962 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”

17a tappa: LECCO – CASALE MONFERRATO (194 Km) – 5 GIUGNO 1962

PELLEGRINI VITTORIOSO A CASALE, BALMAMION NUOVA MAGLIA ROSA
Battistini ha perso il primato dopo 150 Km di lotta – La seconda affermazione del corridore canavesano
Una fuga di undici ciclisti ha deciso la diciassettesima tappa del Giro – Il ligure non è riuscito a riprendere il gruppo di testa – L’accorto gioco di squadra della Casa torinese ha favorito il balzo in classifica di Balmamion – La fuga si è iniziata a Como – Balmamion ha vinto due mesi or sono la Milano-Torino ed ora è primo in graduatoria – Defilippis in crisi minacciava di ritirarsi

Il drago di Vai allAlpe Cimbra, presso Lavarone,  in look Giro dItalia (www.ildolomiti.it)

Il drago di Vai all'Alpe Cimbra, presso Lavarone, in look "Giro d'Italia" (www.ildolomiti.it)

ARCHIVIO QUARTIERTAPPA

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Raduno di partenza Budapest
1a tappa: Budapest – Visegrad
2a tappa: Budapest – Budapest (cronometro individuale)
3a tappa: Kaposvár – Balatonfüred
4a tappa: Avola – Etna-Nicolosi (Rifugio Sapienza)
5a tappa: Catania – Messina
6a tappa: Palmi – Scalea (Riviera dei Cedri)
7a tappa: Diamante – Potenza
8a tappa: Napoli – Napoli
9a tappa: Isernia – Blockhaus
10a tappa: Pescara – Jesi
11a tappa: Santarcangelo di Romagna
12a tappa: Parma – Genova
13a tappa: Sanremo – Cuneo
14a tappa: Santena – Torino
15a tappa: Rivarolo Canavese – Cogne
16a tappa: Salò – Aprica

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