30-05-2013

maggio 31, 2013 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

TOUR DE KUMANO (Giappone)

L’italiano Mattia Pozzo (Vini Fantini – Selle Italia) si è imposto nel prologo, circuito di Shingu City, percorrendo 0,7 Km in 50″ alla media di 50,400 Km/h. Ha preceduto l’australiano Giacoppo (stesso tempo) e di 1″ l’italiano Michele Merlo (Vini Fantini – Selle Italia)

TOUR OF ESTONIA

Due tappe disputate nel primo giorno di gara.
Il mattino, il russo Leonid Krasnov (RusVelo) si è imposto nella prima tappa, circuito di Viimsi, percorrendo 125 Km in 2h40′06″ alla media di 46,845 Km/h. Ha preceduto allo sprint il polacco Dabkowski e lo svedese Dahlberg. Miglior italiano Marco Benfatto (Continental Team Astana), 5°. Krasnov è il primo leader della classifica, con 2″ su Dabkowski e 3″ sull’estone Gert Jõeäär (Cofidis, Solutions Crédits). Miglior italiano Benfatto, 6° a 5″.
In serata, l’estone Jõeäär si è imposto nella seconda tappa, circuito a cronometro di Tallinn, percorrendo 3 Km in 4′31″ alla media di 39,852 Km/h. Ha preceduto di 1″ lo svedese Ludvigsson e di 4″ il tedesco Schumacher. Miglior italiano Davide Rebellin (CCC Polsat Polkowice), 4° a 8″. Jõeäär è il nuovo leader della classifica, con 4″ su Ludvigsson e 7″ su Schumacher. Miglior italiano Rebellin, 4° a 11″.

PAGELLE 2013: PROMOSSI E BOCCIATI DEL GIRO D’ITALIA

maggio 28, 2013 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

La 96° edizione della Corsa Rosa incorona Vincenzo Nibali suo padrone indiscusso e lo inserisce tra i tre corridori da corse a tappe più completi del momento insieme a Froome e Contador. La competizione ha visto prevalere in tutti gli sprint Cavendish mentre una importante conferma a livello internazionale è giunta dai giovani ciclisti colombiani Uran e Betancur.

Foto copertina: sono Nibali, Cavendish e Paolini i tre corridori promossi a pieni voti al Giro 2013

PROMOSSI

Vincenzo Nibali: in questa edizione era chiamato alla prova della maturità e l’ha superata brillantemente. Ha dimostrato freddezza ed intelligenza nel gestire la propria squadra lungo un percorso disseminato di insidie e difficoltà anche nelle tappe che sulla carta apparivano più tranquille. In questo Giro d’Italia, reso ancor più complicato dalle pessime condizioni atmosferiche, le azioni rocambolesche e avventate che lo vedevano protagonista fino alla passata stagione, e che spesso gli sono costate la vittoria (vedi la Liegi 2012), sono state sostituite da una condotta di gara più accorta. Mai uno scatto di troppo o un allungo che non servisse per bloccare l’iniziativa di un avversario pericoloso in classifica; lo abbiamo visto protagonista solo quando le varie situazioni della gara lo imponevano. Una sicurezza in corsa che si è tradotta in una superiorità netta sui rivali sia sui terreni da sempre a lui più congeniali (le discese e le prove a cronometro) che su quelli meno favorevoli come le salite più ripide. Voto: 10

Rigoberto Uran: trovatosi inaspettatamente a ricoprire il ruolo di capitano di una tra le squadre più importanti al mondo (Team Sky) dopo la defezione di Wiggins, ha saputo far fronte a questa gravosa responsabilità con una professionalità che è difficile riscontrare in un ciclista della sua età. In condizioni climatiche meno ostili avrebbe senz’altro potuto esaltare al massimo le sue doti di scalatore atipico, in grado di reggere bene anche sul passo (vedi l’argento olimpico conquistato a Londra). Inoltre, almeno la metà del distacco accumulato in classifica nei confronti di Nibali, lo si deve alla tappa di Pescara in cui ha dovuto aspettare un Wiggins in evidente difficoltà. Con ogni probabilità lo vedremo, già a partire dalla prossima stagione, ricoprire il ruolo di leader di una propria formazione. Voto: 9

Cadel Evans: venuto al Giro d’Italia per macinare chilometri in vista della Grand Boucle, ha migliorato il proprio stato di forma con il passare delle tappe, come si addice ad un autentico corridore da GT. L’australiano ha da sempre sofferto il freddo e l’umidità, quindi le sue prestazioni sono risultate in alcune occasioni sotto tono. Con la sua solita grinta e tenacia tuttavia ha saputo affrontare momenti di grande difficoltà, rendendosi protagonista di azioni che hanno esaltato il pubblico. Nonostante l’età, conquista un podio (anche per il sottoscritto) inatteso in una delle edizioni più dure che si ricordino. E c’è da scommettere che lo ritroveremo competitivo anche sulle strade di Francia. Voto: 9

Michele Scarponi: come ho già avuto modo di scrivere non è mai stato un atleta da gare a tappe, perché il suo rendimento nella terza settimana invece di crescere tende ad attestarsi su livelli più bassi di forma. Questa edizione non ha fatto eccezione e Michele si è ritrovato di nuovo quarto in classifica generale. L’impressione è che fosse più in forma il suo uomo più fidato, Niemec (voto: 7), il quale nonostante il lavoro di gregariato gli è giunto a ridosso nella graduatoria finale. Voto: 7

Carlos Alberto Betancur: dopo un’entusiasmante campagna sulle Ardenne, ha provato in tutti i modi a vincere una frazione al Giro cogliendo tuttavia solo piazzamenti. Può consolarsi con la più che meritata conquista della Maglia Bianca anche se per vederlo vestire quella Rosa bisognerà attendere ancora qualche stagione perché non sembra ancora pronto per dominare le grandi salite. Le caratteristiche non appaiono quelle di uno scalatore puro ma sono più conformi a quelle di uno scattista. Ricorda molto Jalabert ed è noto a tutti che Jaja non ha mai fatto faville sulle grandi montagne. Voto: 8

Rafal Majka: capitano designato della Saxo Bank alla vigilia del Giro, ha dimostrato strada facendo il perché i tecnici danesi riponessero tanta fiducia in lui. Non si è limitato a reggere quasi sempre il ritmo dei migliori in salita, ma ha anche accennato in più di un’occasione un allungo. La lotta fino all’ultima tappa con Betancur per la Maglia Bianca ha appassionato tutti, anche se il giovane polacco si è reso autore di una pesante scorrettezza nella tappa delle Tre Cime quando ha tentato di approfittare di un problema meccanico occorso al colombiano per cercare di eliminarlo dai giochi. Voto: 6,5

Mauro Santambrogio: autentica rivelazione non solo di questa corsa ma dell’intera stagione, si è tolto la soddisfazione di aggiudicarsi una delle frazioni più dure del Giro. Nelle ultime tappe ha subito un evidente calo fisiologico, ma per un ciclista che ha sempre terminato a fatica un Grande Giro trovarsi con un nono posto in classifica rappresenta un risultato sbalorditivo. Voto: 7,5

Mark Cavendish: alla vigilia si nutrivano dei dubbi sulle possibilità del treno della Omega di supportarlo adeguatamente nelle volate. Perplessità che si sono dileguate già a partire dalla prima tappa, conclusa vittoriosamente dal britannico. Riesce a conquistare cinque vittorie e l’ambita Maglia Rossa, grazie soprattutto all’annullamento della tappa con Stelvio e Gavia che avrebbe potuto seriamente metterlo fuori tempo massimo. Voto: 10

Luca Paolini: ha rappresentato il faro della corsa nella prima settimana in cui ha vestito la Maglia Rosa dopo aver conquistato la seconda frazione con un’azione avvincente. Uscito di classifica ha comunque animato la corsa attraverso fughe da lontano che purtroppo non sono andate in porto. Un Giro da incorniciare. Voto: 10

Giovanni Visconti: le due tappe più emozionanti della corsa rosa portano la firma di questo ciclista che con i suoi scatti e le sue fughe vincenti ha saputo risorgere. Voto: 9

Stefano Pirazzi: questo volenteroso corridore che non riesce mai a scegliere i tempi giusti per scattare, rendendosi autore di azioni quanto mai improbabili, ha saputo comunque gratificare se stesso e la propria formazione (Team Bardiani) con la conquista della maglia di miglior scalatore. La scarsa competizione che si è vista per primeggiare in questa graduatoria ci porta tuttavia a riflettere sulla formula attuale che risulta poco premiante per quei corridori che, oltre a questa maglia, hanno nel mirino obbiettivi di classifica generale. Voto: 7

BOCCIATI

Bradley Wiggins: regolarista d’eccezione ha subito i continui cambi di ritmo imposti dal tracciato del Giro, reso ancor più insidioso dalle condizioni atmosferiche particolarmente avverse. Benché la versione ufficiale imputi ad una bronchite il suo scarso rendimento, quasi certamente sarebbe andato incontro ad una debacle anche con un clima a lui più favorevole, dovendo fare i conti con montagne dalle caratteristiche ben diverse da quelle del Tour, pure a lui abbastanza indigeste. Voto: 4

Ryder Hesjedal: la vera sorpresa della Corsa Rosa dello scorso anno, con le prestazioni offerte nel corso di questa edizione ha riportato a livelli consoni alle sue qualità peculiari le proprie performance. Mai presente nei momenti topici, mi sarei stupito di una sua eventuale conferma ai vertici della classifica. Voto: 3

Robert Gesink: sceso dalle ventose e fredde terre olandesi alla conquista del Giro, a capo di una forte squadra in grado di aiutarlo su ogni terreno, è franato, come purtroppo ci ha abituato, dopo i primi dieci giorni di gara nonostante condizioni climatiche a lui certamente familiari. Voto: 3

Filippo Pozzato: in cerca di riscatto dopo aver corso una disastrosa campagna delle Classiche, non lo abbiamo mai visto protagonista di una benché minima iniziativa che avesse potuto dare un senso alla sua partecipazione. Nella più importante vetrina ciclistica nazionale ha offerto, senza apparenti motivazioni, una immagine di sé rinunciataria, scontrandosi con il sentire comune degli appassionati che tuttora ammirano, nel ciclista anche se perdente, lo spirito combattivo. Voto: 3

Francesco Gandolfi

gandolfi.francesco@libero.it

27-05-2013

maggio 28, 2013 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

TOUR OF IRAN

Il ceco Milan Kadlec (ASC Dukla Praha) si è imposto nella sesta ed ultima tappa, circuito di Tabriz, percorrendo 100 Km in 2h32′10″ alla media di 39,430 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Kankovsky e il bulgaro Aleksiev. In classifica si impone l’iraniano Ghader Mizbani Iranagh (Tabriz Petrochemical Team) con 16″ su Kadlec e 23″ sull’iraniano Kolahdozhagh.

26-05-2013

maggio 27, 2013 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA

Il britannico Mark Cavendish (Omega Pharma – Quick Step) si è imposto nella ventunesima ed ultima tappa, Riese Pio X – Brescia, percorrendo 207 Km in 5h30′09″ alla media di 37,619 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Sacha Modolo (Bardiani Valvole – CSF Inox) ed Elia Viviani (Cannondale Pro Cycling Team). In classifica si impone l’italiano Vincenzo Nibali (Astana Pro Team) con 4′43″ sul colombiano Urán Urán e 5′52″ sull’australiano Evans.

TOUR DE BELGIQUE

Lo spagnolo Luis León Sánchez Gil (Blanco Pro Cycling Team) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, circuito di Banneux, percorrendo 175,6 Km in 4h42′18″ alla media di 37,322 Km/h. Ha preceduto di 27″ l’italiano Francesco Gavazzi (Astana Pro Team) e il belga Gilbert. In classifica si impone il tedesco Tony Martin (Omega Pharma – Quick Step) con 36″ su Sánchez Gil e 51″ su Gilbert. Miglior italiano Gavazzi, 6° a 1′36″.

BAYERN RUNDFAHRT

L’australiano Heinrich Haussler (IAM Cycling) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Kelheim – Norimberga, percorrendo 169,8 Km in 4h24′18″ alla media di 38,547 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo spagnolo Lobato del Valle e il bielorusso Hutarovich. Miglio italiano Diego Ulissi (Lampre – Merida). In classifica si impone l’italiano Adriano Malori (Lampre – Merida) con 23″ sul britannico Thomas e 26″ sul ceco Barta.

BOUCLES DE L’AULNE – CHÂTEAULIN

Il francese Matthieu Ladagnous (FDJ) si è imposto nella corsa francese, circuito di Châteaulin, percorrendo 168 Km in 3h57′01″ alla media di 42,528 Km/h. Ha preceduto di 2″ i connazionali Martinez e Fonseca.

AN POST RAS (Irlanda)

L’irlandese Sam Bennett (An Post – Chainreaction) si è imposto nell’ottava ed ultima tappa, Naas – Skerries, percorrendo 144,6 Km in 3h14′08″ alla media di 44,690 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Vereecken e il neozelandese Archbold. In classifica si impone il polacco Marcin Bialoblocki (Team UK Youth) con lo stesso tempo dell’irlandese McConvey e del danese Guldhammer.

TOUR OF JAPAN

Il giapponese Taiji Nishitani (Aisan Racing Team) si è imposto nella sesta ed ultima tappa, circuito di Tokyo, percorrendo 112,7 Km in 2h34′31″ alla media di 43,762 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’argentino Maximiliano Ariel Richeze e il giapponese Yoshida. Miglior italiano Simone Campagnaro (Team Nippo – De Rosa), 6°. In classifica si impone l’italiano Fortunato Baliani (Team Nippo – De Rosa) con 1′11″ sul colombiano Arredondo Moreno e 1′36″ sul francese Monier.

TOUR OF IRAN

L’iraniano Ghader Mizbani Iranagh (Tabriz Petrochemical Team) si è imposto nella quinta tappa, Aras – Sahand, percorrendo 191,2 Km in 5h25′53″ alla media di 35,202 Km/h. Ha preceduto di 17″ il connazionale Kolahdozhagh e di 21″ il ceco Kadlec. Ritirato l’unico italiano in gara, Antonio Di Battista (Amore & Vita) . Mizbani Iranagh è il nuovo leader della classifica, con 23″ su Kolahdozhagh e 29″ su Kadlec.

TOUR DE GIRONDE

L’olandese Gert Van der Weijst (Cyclingteam Jo Piels) si è imposto nella quarta ed ultima tappa, St Pierre d’Aurillac – Villenave, percorrendo 166,9 Km in 3h49′20″ alla media di 43,665 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Maes e il francese Billon. In classifica si impone lo spagnolo Juan Carlos Larrinaga Muguruza (Euskadi) con 9″ sul belga Allegaert e 14″ sull’olandese Van Der Lijke.

RACE HORIZON PARK 2

L’ucraino Mykhailo Kononenko (Kolss Cycling Team) si è imposto nella corsa ucraina, circuito di Kiev, percorrendo 120 Km in 3h31′22″ alla media di 34,064 Km/h. Ha preceduto di 2″ il bielorusso Samoilau e di 1′34″ l’ucraino Hrechyn. Miglior italiano Daniele Aldegheri (Christina Watches – Onfone), 19° a 8′23″.

GIRO DELLE PESCHE NETTARINE DI ROMAGNA (dilettanti)

L’italiano Niccolò Bonifazio (Viris Maserati) si è imposto nella terza ed ultima tappa, Mordano – Faenza, percorrendo 145,6 Km in 3h13′44″ alla media di 45,093 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Marco Chianese (Palazzago – Fenice – Elledent) e Davide Martinelli (Team Food Italia Mg K Vis Norda). In classifica si impone l’italiano Davide Formolo (Petroli Firenze Wega Contech) con 6″ sugli italiani Davide Villella (Team Colpack) e Antonio Nibali (Mastromarco Sensi Dover Benedetti).

TROFEO CITTA’ DI SAN VENDEMIANO (dilettanti)

Lo sloveno Mark Dzamastagic (Sava) si è imposto nella corsa italiana, circuito di San Vendemiano, percorrendo 176 Km in 4h12′23″ alla media di 41,841 Km/h. Ha preceduto di 7″ il connazionale Mikelj e di 14″ l’italiano Gianluca Milani (Zalf Euromobil Désirée Fior)

COURSE DE LA PAIX (Repubblica Ceca – dilettanti)

Il lettone Toms Skujins (Rietumu – Delfin) si è imposto nella terza ed ultima tappa, circuito di Jesenik, percorrendo 150 Km in 3h57′00″ alla media di 37,974 Km/h. Ha preceduto di 3″ lo sloveno Pibernic e di 8″ il ceco Hirt. In classifica si impone Skujins con 16″ su Hirt e 22″ su Pibernic.

REDIVIVO HAUSSLER, GENERALE A MALORI

maggio 27, 2013 by Redazione  
Filed under News

Il 29enne australiano della Iam Cycling torna al successo dopo due anni di digiuno imponendosi nello sprint di Norimberga davanti a Juan Josè Lobato e Yahueni Hutarovich mentre il cronoman parmigiano della Lampre-Merida controlla la situazione si aggiudica la Bayern Rundfahrt davanti a Geraint Thomas e Jan Barta con l’altro blu-fucsia Diego Ulissi al 6° posto.

Foto copertina: sul podio del Baviera non si poteva che brindare con la birra (www.allaboutcycling.de)

La quinta e ultima tappa della Bayern-Rundfahrt, 169,8 km vallonati ma senza particolari difficoltà altimetriche da Kelheim a Norimberga, è stata come ormai d’abitudine in questo 2013 caratterizzata da pessime condizioni atmosferiche con pioggia, freddo e forte vento a tal punto che solo 73 corridori giungeranno al traguardo mentre quasi altrettanti, tra cui Davide Malacarne (Europcar), Theo Bos e Graeme Brown (Blanco), Alex Rasmussen e Daniel Martin (Garmin-Sharp) e Simon Gerrans (Orica-GreenEdge) non hanno preso il via oppure hanno abbandonato strada facendo: la corsa è vissuta sulla fuga partita dopo circa 50 km di Jetse Bol (Blanco), Mickael Cherel (Ag2r), Alex Frame (Thuringer Energie Team) e di Grischa Janorschke (Nutrixion Abus), già più volte in avanscoperta nelle prime tappe, che si è così assicurato i punti necessari per balzare al comando della classifica degli sprint intermedi a discapito di Gerald Ciolek (Mtn-Qhubeka), che hanno avuto un vantaggio massimo di 2′50” e fino a 3 km al traguardo hanno tenuto testa a un gruppo nel quale gli uomini del Team Sky hanno mantenuto costantemente la testa sia per portare alla volata conclusiva Ben Swift sia per tentare, approfittando del vento laterale che ha più volte spezzato il gruppo, di conquistare il successo finale con Geraint Thomas (Team Sky), secondo nella generale a 23” da Adriano Malori (Lampre-Merida), ma il corridore parmigiano è sempre rimasto nelle prime posizioni ben protetto dai suoi compagni di squadra e non ha avuto problemi a terminare con il gruppetto di testa.
Inevitabile dunque la volata finale, sia pure con un plotone ridotto ormai ad una cinquantina di atleti, in cui ad avere la meglio è stato Heinrich Haussler (Iam Cycling), che ha conquistato il suo primo successo da due anni a questa parte all’interno di una carriera che sembrava potesse decollare dopo il 2009 in cui conquistò diverse vittorie e chiuse alle piazze d’onore la Milano-Sanremo e il Giro delle Fiandre ma che da quel momento ha subito un brusco ridimensionamento anche a causa di diversi problemi fisici. Il 29enne australiano ha preceduto Juan José Lobato (Euskaltel), Yahueni Hutarovich (Ag2r), Robert Wagner (Blanco) e Michael Schwarzmann (NetApp-Endura) mentre Malori si è aggiudicato la classifica generale, prima sua vittoria in carriera al di fuori di una prova contro il tempo e costruita non solo con il successo nella crono di Schierling ma anche con una presenza costante nelle prime posizioni del gruppo che lo aveva portato al terzo posto già prima della sfida contro il tic tac. Il 25enne di Traversetolo ha preceduto di 23” Thomas, di 26” Jan Barta (NetApp-Endura), di 33” Jérémy Roy (Fdj) e Simon Geschke (Argos-Shimano) e di 36” sul compagno Diego Ulissi, che dal canto suo si è aggiudicato la classifica di miglior giovane, e proseguirà ora la sua stagione, in cui guarda con fondate ambizioni di medaglia alla crono dei Mondiali di Firenze, con il Giro di Slovenia mentre il grosso di coloro che puntano al Tour de France si divideranno tra il Giro del Delfinato e il Giro di Svizzera in programma a inizio giugno.

Marco Salonna

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI BRESCIA

maggio 26, 2013 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Come negli ultimi anni, dopo la presentazione della tappa e la cronaca, la giornata in rosa di ilciclismo.it si chiude con uno scrigno zeppo di golosità: la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; i punti salienti della tappa a venire; la colonna sonora dell’ultima frazione disputata, le “perle” dei telecronisti, le previsioni del tempo per la tappa che verrà e il ricordo del Giro del 1963. Seguiteci.

Foto copertina: Nibali sul trono del Giro d’Italia (foto Bettini)

GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO

Italia

Nibali: “Il sogno di una vita”. Cavendish forza 5 a Brescia (Gazzetta dello Sport)

Nibali in trionfo a Brescia, è suo il Giro d’Italia (Corriere della Sera)

Regno Unito

Mark Cavendish is first Briton to win points jerseys in all three Grand Tours (The Independent)

Cavendish seals his haul of Grand Tour points jerseys (The Times)

Cavendish sprints into history books (The Daily Telegraph)

Francia

Nibali et Cavendish sans rivaux (L’Equipe)

Spagna

Quinta de Cavendish y primera general en el Giro para Nibali (AS)

“Campionissimo” Nibali (Marca)

Nibali, por méritos propios y deméritos ajenos (El Mundo Deportivo)

Belgio

Nibali remporte, la dernière étape à Cavendish (Le Soir)

Cavendish spurt naar rode puntentrui in Giro (De Standaard)

À Nibali la victoire finale, à Cavendish la dernière étape (L’Avenir)

Cavendish remporte la dernière étape, Nibali le général (La Dernière Heure/Les Sports)

Cavendish remporte la dernière étape, Nibali s’adjuge son premier Giro (Sudinfo.be)

Paesi Bassi

Vincenzo Nibali wint Giro (De Telegraaf)

Germania

Nibali beißt sich zum historischen Giro-Sieg durch (Berliner Zeitung)

Italiener Nibali gewinnt 96. Giro d’Italia (Westdeutsche Allgemeine Zeitung)

Lituania

R. Navardauskas „Giro d’Italia“ užėmė 87-ąją vietą, lenktynes laimėjo V. Nibalis (Lietuvos Rytas)

Canada

Nibali lives up to Italian expectations with Giro win (The Globe and Mail)

USA

Nibali Captures Giro (The New York Times)

Colombia

¡Histórico: Urán es el subcampeón del Giro de Italia! (El Tiempo)

Ciclismo colombiano hace historia en Giro con Urán y Betancur (El Espectador)

Australia

Evans happy with third place finish in Giro (The Age)

Evans ends third in Giro d’Italia (The Australian)

Nibali secures maiden Giro title (Herald Sun)

BOX POPULI

Ogni giorno, a partire dalla prima tappa, qui troverete i commenti degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

Mauro Facoltosi: Chi potrebbe insidiare Cavendish?

Howling Wolf14: Praticamente è rimasto il solo Elia Viviani. E’ un buon velocista, ma ha sempre bisogno degli amici che gli spianano la strada. Pur provenendo dalla pista, non ha ancora imparato a districarsi da solo tra gli avversari. Viviani potrebbe sfruttare il fatto che Cavendish, volendo riconquistare, e definitivamente, la maglia rossa dovrà piazzarsi (salvo che non si aggiudichi anche gli sprint intermedi) tra i primi quattro. L’inglese forse starà più attento a non cadere, e ad arrivare nei 4, piuttosto che a vincere. Viviani potrebbe sfruttare la situazione.

Howling Wolf14: E’ da qualche giorno che mi chiedo se non sia giusto chiedere ad RCS di modificare il criterio di assegnazione dei punti per la maglia rossa. Allo scopo innanzitutto di favorire i velocisti, sempre che sia giusto favorirli, in maniera tale che non abbandonino prematuramente il Giro. E poi coinvolgerne un maggior numero nella lotta per la maglia rossa. Lo scorso anno Cavendish perse la classifica a punti battuto da Purito. Quest’anno ha rischiato di non vincerla, e forse non l’avrebbe vinta se non fosse stata annullata la tappa della Val Martello. Pensiamoci. Può essere che la mia sia un’idea da scartare, ed io sarei il primo a fare marcia indietro se m’accorgessi che non è buona, può essere che ci sia molto da cambiare. Tutto si può cambiare, d’altronde. Se serve. Pensiamoci.

Mauro Facoltosi: Secondo me la maglia a punti deve tener conto di tutti i traguardi, quindi sia i volanti, che quelli di tappa e i GPM, con punteggi simili per quelli parziali (salite comprese) e più alti per gli arrivi.
Perchè la maglia a punti non deve essere la maglia del miglior velocista. Per loro si dovrebbe pensare ad una classifica a parte, che tenga conto solo delle tappe per velocisti (senza contare eventuali arrivi di fughe), calcolata a tempi e con abbuoni appositi.

Jack.ciclista: A me piace così come è. E’ bello e spettacolare veder lottare ciclisti con caratteristiche diverse per uno stesso traguardo. Se per Evans fosse stato un traguardo fondamentale avrebbe potuto prendere punti a Cortina sapendo di pagare poi nell’arrivo sulle tre cime, ad esempio. E Cavendish onora i grandi giri fino alla fine perchè ci tiene alla classifica a punti, ed è giusto che lotti fino alla fine per portarla a casa.

Howling Wolf14: Non è un’idea malvagia. E’ meritevole di considerazione. Occorrerebbe però una maglia in più. Al di là delle tre tradizionali (generale – punti – montagna) e della maglia bianca per i giovani. Proverò a portare avanti l’idea, anche se è facile far capire quand’è il caso di cambiare. Non è che siano esageratamente conservatori, ma in alcuni casi hanno paura del nuovo.

Mauro Facoltosi: Per regolamento UCI, del quale non ne capisco il motivo, in una grande corsa a tappe non possono esserci più di 4 maglie di leader. Quindi rosa, azzurra, rossa e bianca. Tutte le altre classifiche sono permesse, ma senza segni di riconoscimento (a parte il numero rosso al più combattivo)

in collaborazione con gli utenti del Forum dello scalatore (www.salite.ch)

DISCOGIRO: la colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Mezza estate (Cesare Cremonini – versione estesa sigla RAI)

a cura di DJ Jorgens

I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa

Conti: “Ivan Bassi”
Pancani, parlando della tappa di Vicenza: “Migliaia di persone assiepate sulle salite” (ce ne era solo una di salita)
De Stefano: “Il Giro d’Italia si porta via con sé tutte le speranze di chi lo vede passare” (una frase del genere invoglia a starci al largo dal Giro!!!)
Martinello: “Un corridore stava andato sotto la nostra telecamera”
De Stefano: “Si protratta un pochino di più”
Cassani: “Ciclismo troppo esasperata”
De Luca: “Era già pronta la birella” (barella)
Cassani: “Il prossimo giro è valevole come traguardo volante” (tutto il circuito? Sprintavano ogni 100 metri?)
De Stefano: “Verrano premiate la maglia rosa, la maglia bianca, la maglia azzurra e la maglia rossa sulle spalle di Cavendish”
Martinello: “E’ solo l’inizio di una grande, nuova, importante vittoria” (il Giro è come il trofeo… senza fine)
De Stefano: “Sono immagine del nostro telecineoperatore”
Sgarbozza: “I corridori partiti in centesima positività”
De Stefano: “Qui si tifa per trutto”
De Stefano: “La parola più bella è il bacio per sua moglie” (mai provato a parlare e baciare contemporaneamente?)
Scarponi: “Avrei potato provare ad attaccare”
Proni: “Un’emazione incredibile”
Zandegù: “Era da Napoli che questo testo era pronto per cantare”
Zandegù: “Grazie al maestro Bassi che mi collabora”
De Stefano: “Dobbiamo restituire ai corridori l’antidoping” (te lo eri nascosto nel camerino?)
Rachele, moglie di Nibali, congedandosi dal Processo: “Grazie a voi dell’organizzazione del Giro” (Colpo di stato! L’anno prossimo vedremo la De Stefano al posto di Vegni!!!)
De Luca: “Al termine della vittoria della Vuelta”
De Luca: “Una prima salita al castello, poi un circuito più breve” (si saliva una volta sola e il circuito era uno solo)
De Luca: “Si sta apprestendo”

LA VENDETTA DELLA CASSAPANCA

Mauro Facoltosi (rispondendo a una persona che gli chiedeva di dove fosse originario Santambrogio): “E’ nato in Germania!!!” Tutta colpa di un lapsus, perchè avevo pensato a Sant’Ambrogio, nativo di Treviri.

IL GIRO DI GOMEZ
Come al Tour dello scorso anno, in questa rubrica vi faremo rileggere i piani alti della classica, come li avrebbe visti Gomez Addams nelle sue letture del giornale in “verticale”… vale a dire le classifiche giornaliere viste al contrario, dal punto di vista della maglia nera!

21a tappa: Riese Pio X – Brescia

1° Evgeni Petrov
2° Ricardo Mestre a 3′45″
3° Wilson Alexander Marentes Torres s.t.
4° Danny Pate a 4′30″
5° Brian Bulgac s.t.
Primo italiano Emanuele Sella, 9° a 4′30″

Classifica generale

1° Davide Appollonio
2° Adam Blythe a 13″
3° Miguel Minguez Ayala a 3′42″
4° Rafael Andriato a 5′26″
5° Edwin Alcibiad Avila Vanegas a 11′27″

QUELLA VOLTA CHE SI PARTI’ DA NAPOLI
Tuffo nella storia del Giro del 1963, il primo e finora unico partito da Napoli. Ci condurranno indietro di 50 anni i titoli del quotidiano “La Stampa” e le altimetrie d’epoca dell’archivio di www.ilciclismo.it

21a TAPPA: BRESCIA – MILANO – 8 giugno 1963
IL GIRO D’ITALIA SI È CHIUSO IERI A MILANO CON IL MERITATO TRIONFO DI BALMAMION
Una corsa che ha ridestato l’entusiasmo dei tifosi per il ciclismo – Tre personaggi alla ribalta – Tutto il gruppo in volata: 1° Bailetti, 2° Benedetti
Adorni e Taccone, insieme con il vincitore, sono stati i dominatori della gara – Festosa conclusione a! velodromo Vigorelli – L’emozionante sprint dell’ultima tappa, disputata in una cornice di pubblico eccezionalmente folto – Successo della Carpano nella graduatoria a squadre – Si parla del Tour e dei Giri della Svizzera e del Lussemburgo

null

null

ARCHIVIO ALMANACCO
Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo

Raduno di partenza

1a tappa: Napoli

2a tappa: Ischia – Forio (cronosquadre)

3a tappa: Sorrento – Marina di Ascea

4a tappa: Policastro Bussentino – Serra San Bruno

5a tappa: Cosenza – Matera

6a tappa: Mola di Bari – Margherita di Savoia

7a tappa: San Salvo – Pescara

8a tappa: Gabicce Mare – Saltara (cronometro)

9a tappa: Sansepolcro – Firenze

10a tappa: Cordenons – Altopiano del Montasio

11a tappa: Tarvisio (Cave del Predil) – Vajont

12a tappa: Longarone – Treviso

13a tappa: Busseto – Cherasco

14a tappa: Cervere – Bardonecchia (Jafferau)

15a tappa: Cesana Torinese – Col du Galibier

16a tappa: Valloire – Ivrea

17a tappa: Caravaggio – Vicenza

18a tappa: Mori – Polsa (cronometro)

19a tappa: Ponte di Legno – Val Martello

20a tappa: Silandro – Tre Cime di Lavaredo

CAVENDISH CHIUDE IL CERCHIO: POKERISSIMO A BRESCIA

maggio 26, 2013 by Redazione  
Filed under News

Il britannico centra a Brescia il quinto successo di tappa in altrettante volate, battendo nettamente Sacha Modolo ed Elia Viviani, e riconquistando la maglia rossa, momentaneamente passata ieri sulle spalle di Nibali. Non varia la classifica generale, che incorona siciliano vincitore, affiancato sul podio da Uran ed Evans.

Foto copertina: Mark Cavendish festeggia il quinto centro al Giro 2013 (foto Bettini)

Mark Cavendish chiude a Brescia come aveva aperto a Napoli, mantenendo la sua imbattibilità nelle cinque volate di gruppo offertegli dal Giro 2013. Rispetto allo sprint inaugurale, complicato da una caduta all’ultima curva e da un lancio tutt’altro che impeccabile di Steegmans, Cannonball ha dovuto sudare molto meno, malgrado si fosse in precedenza già impegnato per conquistare i due traguardi volanti di giornata, recuperando la maglia rossa ceduta momentaneamente ieri a Nibali.
Se in Campania era stato Elia Viviani a rischiare di guastare la festa all’ex campione del mondo, è oggi toccato all’altra maglia verde, quella di Sacha Modolo, sbucato dal nulla alla sinistra di Cavendish a 200 metri dal traguardo. Il portacolori della Bardiani è però durato ben poco al comando, respinto non appena si è esposto ad un vento che il britannico è parso non avvertire, proiettato verso una vittoria ottenuta alla fine con una bicicletta abbondante di vantaggio.
Inutile, oltre al tentativo di anticipo di Modolo, anche quello di assumere le redini dello sprint da parte della Cannondale, agevolata da un treno Omega rimasto con soli due uomini per i 3 km finali. Viviani, ancora in attesa di poter alzare le braccia in questo 2013, si è così dovuto accontentare dell’ennesimo piazzamento a podio, sul gradino più basso, precedendo Giacomo Nizzolo e Luka Mezgec, vera rivelazione del Giro in materia di volate.
Dopo tre settimane contrassegnate dal maltempo come mai nella storia recente della Corsa Rosa, il sole è tornato beffardamente a manifestarsi nella giornata conclusiva, riducendo se non altro al minimo le possibilità di incidenti e imprevisti in grado di alterare una classifica generale ormai consolidata. Vincenzo Nibali non ha così corso rischi nel gestire l’ultimo dei suoi quattordici giorni in rosa, rinunciando giustamente a difendere la testa della classifica a punti, e regalando la meritata passerella d’addio a Stefano Garzelli, che saluta dopo 14 Giri d’Italia (9 completati), con la perla del successo finale di tredici anni fa.
In una giornata che poco aveva da dire e poco ha effettivamente detto sotto il profilo tecnico – volata a parte -, ha colpito positivamente la folla che ha accolto la passerella a Brescia, con un calore spesso sconosciuto ai finali milanesi. La tradizione – più che mai in uno sport come il ciclismo, a maggior ragione in una corsa come il Giro – non può essere ignorata, ma, al di là di qualsiasi considerazione sulla cornice cittadina, va considerato il carattere di festa che una tappa conclusiva dovrebbe possedere; in tal senso, ci sentiamo di appoggiare pienamente la ricerca di teatri in cui il Giro sia voluto e atteso, anziché sopportato.
Con l’ennesimo pezzo di bravura di Cavendish, va in archivio un’edizione destinata ad essere ricordata purtroppo per i ritiri eccellenti, la pioggia, la neve, il freddo e i cambiamenti di percorso dell’ultimo secondo, ma anche – si spera – come quella che ha regalato all’Italia della bicicletta un nuovo uomo faro, consacrato da una vittoria di rara chiarezza. Gli avversari non erano certo quanto di meglio possa offrire il ciclismo mondiale, specie dopo il ritiro di un Bradley Wiggins la cui presenza aveva generato un’attesa troppo elevata per non rendere cocente la delusione della sua uscita di scena anzitempo; d’altro canto, risulta difficile fare una colpa a Nibali della pochezza della concorrenza, in ogni caso domata con facilità superiore a qualsiasi previsione, ancor più netta di quanto non dicano i quasi 5’ di margine sul secondo classificato.
Uran, lanciato in veste di capitano dall’abbandono del leader designato, e Cadel Evans, divenuto il più anziano corridore a podio del dopoguerra, rappresentano comunque un più che degno completamento per il podio, ai piedi del quale si colloca, per la terza volta negli ultimi quattro anni, Michele Scarponi. Betancur e Majka, protagonisti di una splendida sfida per la maglia bianca, sono forse coloro che, al di fuori dei primi due, più possono sorridere guardando avanti, pensando legittimamente alle prime tre piazze per un futuro neppure troppo lontano. Per la prima, anche tra un anno, dovranno però sperare di non avere a che fare con il Nibali delle ultime tre settimane.

Matteo Novarini

L’IMPRESA DEL SANCHEZ SOLITARIO

maggio 26, 2013 by Redazione  
Filed under News

Lo spagnolo Luis Leon Sanchez (Blanco) si aggiudica la quinta e ultima tappa del Giro del Belgio dopo una fuga solitaria di 40 chilometri. Il corridore spagnolo della Blanco è riuscito a precedere di una trentina secondi un drappello regolato da Francesco Gavazzi (Astana) e comprendenti anche Philippe Gilbert (BMC), Andreas Kloden (Radioshack) e soprattutto Tony Martin (Omega-Quick Step) che, grazie al quinto posto di oggi, trionfa nella classifica generale della corsa
bissando il successo dello scorso anno.

Foto copertina: Luis Leon Sanchez (Blanco) chiude con il suo successo in solitaria l’edizione 2013 del Giro del Belgio (foto Photopress.be)

E dire che non correva da almeno otto mesi Luis Leon, lasciato ai margini dalle competizioni perché la sua squadra, la Blanco, stava effettuando un indagine interna nei suoi confronti in merito al suo coinvolgimento o meno nella ormai famosa “Operacion Puerto”. In questo periodo sicuramente difficile per lo spagnolo, solo lui sa quanti allenamenti ha terminato pensando a quale sarebbe dovuto essere il suo debutto agonistico: solo a maggio il Team Blanco ha comunicato, in un documento più volte smentito ma successivamente confermato, che Sanchez Gil avrebbe corso il Giro del Belgio.
Considerato il fatto che fosse alla sua prima corsa e che fino a ieri fosse 11esimo della generale con un distacco di 1′11” da Sanchez, si può dire che la sua prestazione fosse di per sé dignitosa; evidentemente ancora serbava molte energie perché vincere oggi con una fuga solitaria di ben 40 chilometri non è cosa da tutti, ma lo è per un corridore dalla classe di Luis Leon che è riuscito inoltre a tagliare il traguardo con un discreto vantaggio sugli inseguitori.
Per quel che riguarda il tracciato, questa quinta tappa, che partiva e terminava a Banneaux dopo 175 chilometri, proponeva un percorso veramente impegnativo con ben tredici “côtes” da affrontare, tra le quali spiccavano la Côte de la Redoute (famosa salita della Liegi-Bastogne-Liegi) e la côte de Banneaux, da ripetere per tre volte ciascuna.
Già nei primi chilometri successivi alla partenza si forma il tentativo di fuga che animerà la giornata per una buona parte della tappa, composto da undici corridori: Van Avermaet (BMC), Leukemans e Hoogerland (Vacansoleil-DCM), De Vreese (Topsport Vlaanderen), Rohregger (Radioshack), Kolobnev (Katusha), Clarke (Argos-Shimano), Nys (Crelan-Euphony), Al (Fidea), Slagter (Blanco) e Meisen (BKCP). Mentre l’arduo compito di controllare un drappello di tale portata spetta all’Omega-Quick Step che mantiene il distacco sempre sotto i due minuti.
I fuggitivi mantengono un buon accordo fino a 60 chilometri dal traguardo quando sul penultimo passaggio sulla Redoute rimane in testa il solo Hoogerland, mentre dal gruppo evadono tre corridori: Zingle (Cofidis) Sanchez Gil (Blanco) e Dumoulin (Argos); questi contrattaccanti riusciranno in pochi chilometri a raggiungere il solitario Hoogerland, invece in gruppo l’Omega inizia a disunirsi dopo quasi una tappa passata a tirare per controllare la corsa.
Sulla successiva salita verso Banneux, penultimo passaggio prima dell’ultimo posizionato sull’arrivo, Sanchez capisce di stare ancora bene, al contrario dei suoi compagni, e istintivamente si porta al comando alzando la velocità: lì nessuno riesce a seguirlo e lo spagnolo parte in solitario cercando di pedalare gli ultimi 40 chilometri come se fosse una cronometro individuale.
Il vantaggio di Luis Leon sul gruppo si mantiene per lungo tempo sopra al minuto, fino all’ultima Redoute dove dal plotone fuoriescono gli altri big, tra cui Gilbert, sul quale si riportano anche Gavazzi. Kloden e Martin; intanto dietro, il plotone non esiste più, sostituito da parecchi gruppetti.
Il passo dei quattro atleti all’inseguimento del fuggitivo è fruttuoso perché il distacco diminuisce fino ai venti secondi, ma negli ultimi chilometri anche tra gli inseguitori di Sanchez non c’è più la convinzione iniziale e infatti non riusciranno più a riprenderlo.
Luis Leon Sanchez festeggia sul traguardo sotto la pioggia come sempre alzando le braccia al cielo in omaggio al fratello Leon Leon morto nel 2006, precedendo di 27” Gavazzi, Gilbert e Martin, di 47” Roelandts, di 1′13” Baugnies, di 1′16” Meisen, di 1′17” Arashiro e Lagutin facenti parte di un gruppetto di otto corridori.
In classifica generale trionfa invece Tony Martin che ottiene la sua seconda vittoria consecutiva nel Giro del Belgio dopo l’affermazione dell’anno scorso, mantenendo 36” di vantaggio su Luis Leon Sanchez e 51” su Philippe Gilbert.

Paolo Terzi

RIESE PIO X – BRESCIA: UNA VOLATA PER FINIRE

maggio 26, 2013 by Redazione  
Filed under News

Torna la passerella a uso e consumo dei velocisti, dopo che lo scenario degli ultimi epiloghi della corsa rosa era avvenuto contro il tempo. Non sarà la solita Milano ad accogliere le ultime pedalate dei “girini”, che gireranno sull’inedito circuito conclusivo di Brescia. Si tratterà di un anello più impegnativo di quello meneghino, nel quale tratti veloci e filanti si alterneranno all’attraversamento del centro storico di Brescia, caratterizzato da curve a gomito e fondo lastricato. Ma, sorprese a parte, dovrebbe essere uno sprint a firmare l’atto conclusivo del 96° Giro d’Italia

Se ne sentiva la mancanza, in particolar modo in seno al gruppo. Era da cinque anni che il Giro aveva consacrato l’ultimo giorno all’esercizio del cronometro ma quest’anno si tornerà alla consuetudine dell’ultima frazione destinata alle pacche sulle spalle, ai brindisi, ai ritmi di crociera nei chilometri iniziali, per poi lasciare la scena ai velocisti e alla premiazione della maglia rosa e degli altri capoclassifica. Ci si riallinea così alla tradizione, perché rare sono le volte che una grande corsa a tappe ha scelto una frazione contro il tempo come atto conclusivo. Il Tour l’ha abolita come tale dopo la cocente delusione patita dai transalpini nel 1989, quando si videro proprio all’ultimo momento il loro beniamino Laurent Fignon detronizzato dall’americano Greg Lemond. Anche al Giro 2012 ci fu un capovolgimento di fronte, con la definitiva sconfitta dello spagnolo Joaquim Rodríguez per opera del canadese Ryder Hesjedal, ma probabilmente non è stato questo fatto il motivo che ha spinto gli organizzatori a un ritorno al passato. Si è, invece, preferito addolcire l’ultimo giorno di gara, alla luce del netto indurimento apportato in questi ultimi anni al percorso del Giro, che provocava il ritiro anticipato di molti degli sprinter in gara.
L’ultima bandierina del 2013 sarà abbassata a Riese Pio X, terzo approdo di questa edizione in terra veneta dopo le tappe terminate a Treviso e Vicenza. Lasciato il paese natale del pontefice che sedette sul soglio di Pietro dal 1903 al 1914, il gruppo si porterà a ritmo blando verso Cittadella e la sua cinta muraria quasi interamente conservata, che nel 2008 fece da “fondale” a una volata del Giro conquistata da Mark Cavendish, secondo successo in carriera del britannico sulle strade della corsa rosa. Superato il corso del Brenta, il tracciato della ventunesima tappa punterà dritto come un fuso su Vicenza, che riaccoglierà il Giro a pochi giorni di distanza dalla tappa vinta da Visconti e che si era candidata anche per lo “start” dell’edizione 2014, assegnato però all’Irlanda del Nord. La prossima edizione, infatti, prenderà le mosse da Belfast, dove si svolgeranno le prime due frazioni, mentre la terza si snoderà tra Armagh e Dublino.
Esaurite le cerimonie dei chilometri iniziali, mentre dietro il grosso del gruppo ancora sonnecchierà, più o meno a questo punto inizierà l’ultima fuga della corsa rosa, che prenderà subito quota, anche se sarà predestinata a essere riassorbita sotto l’impulso delle squadre dei velocisti, che daranno la carica al gruppo quando mancheranno una cinquantina di chilometri all’arrivo.
Nel frattempo si saranno sfiorati al piede i primi colli della Lessinia, la terra natale di Damiano Cunego, e, transitati a breve distanza dalla celebre Arena di Verona, il gruppo entrerà in Lombardia pedalando tra morbide colline e toccando il centro di Peschiera del Garda, dove si trova la fortezza secentesca che divenne uno dei vertici del “Quadrilatero”, il principale sistema difensivo del Regno Lombardo-Veneto.
Fattasi progressivamente sempre più veloce, la corsa transiterà ai piedi della stretta penisola di Sirmione, località frequentata per le terme e circondata dalle acque del Lago di Garda, sulle quali si affaccia la poderosa Rocca Scaligera medioevale, mentre un altro interessante richiamo turistico è rappresentato dai resti della villa romana nota con il nome di “Grotte di Catullo” perché nel ‘400 questa dimora – che la tradizione assegna al poeta romano Gaio Valerio Catullo – aveva l’aspetto di caverne, prima che i resti fossero completamente riportati alla luce.
Dopo Desenzano, centro che in epoca medioevale fu sede di uno dei più importanti mercati cerealicoli d’Italia, la pianura che caratterizza quasi costantemente il tracciato dell’ultima tappa sarà momentaneamente spezzata dalla dolcissima salita verso Lonato del Garda, poi si tornerà a pedalare sul piano lambendo i colli della Valtenesi, conosciuti dagli appassionati di enologia per l’omonimo vino D.O.C., prodotto con un vitigno, il Groppello, autoctono di queste terre e coltivato solo in questa zona e in una ristretta area della trentina Val di Non, dalle parti di Revò.
L’ultimo comune attraversato dal tracciato prima di giungere a Brescia sarà Rezzato, centro conosciuto sin dall’epoca romana per la presenza delle vicine cave di Botticino, nelle quali è tuttora scavato marmo particolarmente pregiato, utilizzato realizzare il Vittoriano a Roma, alcune parti della Casa Bianca a Washington e il piedistallo della Statua della Libertà a New York.
L’ingresso nel “capolinea” del Giro 2013 rappresenterà il momento più impegnativo di quest’ultima frazione perché, per la seconda e ultima volta, una salita interverrà a movimentare l’altimetria, arrampicandosi sul Colle Cidneo, in cima al quale troneggia il castello cittadino, uno dei principali monumenti di Brescia, innalzato in periodo medioevale dalla famiglia Visconti, alla quale rimase sino al 1426, quando il maniero e tutta la città passarono alla Repubblica di Venezia. Per arrivare “lassù” (scollinamento a 192 metri di quota) bisognerà affrontare un’ascesa lunga appena 900 metri e caratterizzata da una pendenza media del 4,2%, con un picco del 12%. C’è un tratto centrale tortuoso (4 tornanti) pavimentato in cubetti di porfido e rappresenta un bel trampolino per chi vorrà prendersi per primo gli applausi della folla assiepato lungo il circuito finale, nel quale si entrerà in fondo alla discesa successiva, prendendo subito visione del tratto più insidioso di quest’anello cittadino di 4,2 Km, che dovrà essere coperto sette volte. Si tratta dell’attraversamento del centro storico dell’antica “Brixia”, nel quale – transitando anche per la tragicamente famosa Piazza della Loggia – la strada si restringerà e proporrà quattro curve a gomito, ritrovando il lastricato e anche un breve tratto in discesa (400 metri al 3,2%) che richiederà particolare attenzione e che metterà a dura prova i treni dei velocisti. Sgusciati fuori dal centro a 1500 metri d’all’arrivo, le strade diventeranno più ampie e scorrevoli e, seguendo i viali di circonvallazione interna ci si porterà sulla retta d’arrivo, 500 metri nei quali la strada tira un pelino. Una lieve pendenza per mettere la parola fine a un Giro rimasto montagnoso sino all’ultima stilla, a dispetto dei tagli e del maltempo.
Mauro Facoltosi

FOTOGALLERY

Foto copertina: il castello di Brescia, meta dell’ultima salita del Giro 2013 (www.blogvacanza.com)

Riese Pio X, casa natale di Pio X (www.comune.riese-pio-x.tv.it)

Riese Pio X, casa natale di Pio X (www.comune.riese-pio-x.tv.it)

Arena di Verona (tripadvisor.com)

Arena di Verona (tripadvisor.com)

Peschiera del Garda, Porta Brescia e la fortezza (panoramio)

Peschiera del Garda, Porta Brescia e la fortezza (panoramio)

La rocca scaligera di Sirmione (foto flickr.com)

La rocca scaligera di Sirmione (foto flickr.com)

Uno scorcio delle grotte di Catullo a Sirmione (iviaggidifiore.blogspot.com)

Uno scorcio delle grotte di Catullo a Sirmione (iviaggidifiore.blogspot.com)

I vigneti della Valtenesi (bergamonews.it)

I vigneti della Valtenesi (bergamonews.it)

Una cava del marmo Botticino (www.nadialibrarycafe.org)

Una cava del marmo Botticino (www.nadialibrarycafe.org)

La Casa Bianca di Washington.... cè un po di Brescia anche qua! (viaggi.virgilio.it)

La Casa Bianca di Washington.... c'è un po' di Brescia anche qua! (viaggi.virgilio.it)

ADRIANO I IMPERATORE DI BAVIERA

maggio 26, 2013 by Redazione  
Filed under News

Adriano Malori si aggiudica secondo pronostico la crono di Schierling davanti al sorprendente tedesco Jasha Sütterlin, a Jan Barta e a Geraint Thomas e strappa la leadership nella generale a Gerald Ciolek ipotecando il successo finale della Bayern-Rundfahrt. Buona prova anche per Diego Ulissi che chiude al settimo posto salendo al sesto nella generale.

Foto copertina: la concentrazione di Malori lanciato sulle strade del circuito di Schierling (foto Alliance)

Come più volte accaduto nelle ultime stagioni, salvo improbabili stravolgimenti nella frazione conclusiva di Norimberga, è stata una cronometro a decidere la classifica generale della Bayern-Rundfahrt e lungo i 31,2 km della Schierling-Schierling, in gran parte pianeggianti salvo un paio di strappi intorno a metà percorso, l’uomo da battere era Adriano Malori (Lampre-Merida) alla luce sia dell’ottima condizione dimostrata nelle prime tappe che l’aveva portato al terzo posto alle spalle della maglia gialla Gerald Ciolek (Mtn-Qhubeka) e di Daryl Impey (Orica-GreenEdge) sia del rendimento nelle prove contro il tempo in questo 2013, in cui ha raccolto un primo posto alla Settimana Coppi&Bartali e due piazze d’onore alla Tirreno-Adriatico e al Giro di Romandia alle spalle di Tony Martin, che dal canto suo contemporaneamente ha dominato la crono del Giro del Belgio: il 25enne di Traversetolo non ha deluso le aspettative imponendosi ad oltre 48 km/h di media, conquistando la maglia gialla e ipotecando quello che sarà il suo primo successo in carriera da professionista al di fuori di una prova a cronometro.
La piazza d’onore è stata conquistata tra lo stupore generale dal giovane tedesco Jasha Sütterlin (Thüringer Energie Team), che come miglior performance in carriera vantava l’8° nella prova contro il tempo dei Mondiali under 23 di Valkenburg vinta da Anton Vorobev e ha chiuso con un distacco di 18” da Malori precedendo i più quotati Jan Barta (NetApp-Endura) 3° a 19” e il vincitore della Bayern Rundfahrt 2011 Geraint Thomas (Team Sky) 4° a 20”, seguiti da un altro specialista come Jérémy Roy (Fdj) 5° a 26”, da un positivo Simon Geschke (Argos-Shimano) 6° a 29” e da un brillante Diego Ulissi (Lampre-Merida), comunque non nuovo a buone prestazioni contro il tic tac, che ha chiuso 7° a 36” e sarà tra gli uomini da battere al prossimo Giro di Svizzera, soprattutto in considerazione del fatto che non prenderà parte al Tour de France per concentrarsi sul finale di stagione con la Vuelta e i Mondiali di Firenze. Hanno chiuso la top ten Ian Stannard (Team Sky) 8° a 38”, il sorprendente scalatore svizzero Marcel Wyss (Iam Cycling) 9° a 42” e un Ignatas Konovalovas (Mtn-Qhubeka) che non si è più ripetuto sui livelli del 2009 quando vinse la crono conclusiva di Roma del Giro d’Italia 10° a 49”; da segnalare in positivo anche la prova di Thibaut Pinot (Fdj) 14° a 1′09” e di Ciolek che ha difeso con i denti la maglia gialla chiudendo 19° a 1′22” mentre tra le delusioni di giornata possono essere annoverati il vincitore della frazione inaugurale di Mühldorf Alex Rasmussen (Garmin-Sharp) 15° a 1′15”, Thomas Lövkvist (Iam Cycling) 22° a 1′33” e Christophe Riblon (Ag2r) 40° a 2′11” da Malori. La nuova classifica generale rispecchia in gran parte quella della crono con il parmense saldamente al comando con 23” su Thomas, 26” su Barta, 33” su Roy e Geschke e 43” su Ulissi e non dovrebbero esserci per lui problemi nella quinta e ultima tappa, 169,8 km da Kelheim a Norimberga con un circuito finale di 5,1 km da ripetere per 10 volte che dovrebbe arridere agli sprinter.

Marco Salonna

Pagina successiva »