GIRO NEXT GEN, AGOSTINACCHIO FIRMA L’IMPRESA E L’ITALIA TORNA A ESULTARE
Con Prato Nevoso in vista, l’Italia si prende il podio completo a Acqui Terme con una fuga a tre perfetta. Tuckwell festeggia i 21 anni in Maglia Rosa.
Il Giro Next Gen ritrova l’inno di Mameli. Filippo Agostinacchio ha vinto la sesta tappa della corsa Under 23, da Ovada ad Acqui Terme, regalando all’Italia un successo atteso da oltre due anni. La vittioria è maturata in una frazione adatta agli attaccanti e interpretata alla perfezione dal corridore della Biesse-Carrera-Premac, che ha sfruttato un attacco deciso negli ultimi chilometri per arrivare da solo sul traguardo, coronando così la sua prima vittoria internazionale su strada. Alle sue spalle si sono piazzati altri due italiani: Alessandro Borgo (Bahrain Victorious Development Team) e Pietro Mattio (Team Visma | Lease a Bike Development), protagonisti nella fuga e protagonisti anche sul podio.
Per Agostinacchio, 22 anni compiuti da poco più di un mese, si tratta di un successo storico: mai prima d’ora un corridore così “esperto” aveva vinto una tappa del Giro Next Gen, a conferma di una maturazione che è esplosa nel momento meno atteso. Il corridore valdostano ha raccontato di essere arrivato a un passo dal ritiro nei giorni scorsi, a causa di una condizione fisica non ottimale. Poi il cambiamento, improvviso quanto decisivo: “Stamattina siamo passati in auto su quella strada e l’ho riconosciuta nel finale. Quando ho attaccato, è stato istintivo, ma a 2 km dall’arrivo ho capito che ce la potevo fare. Una gioia incredibile, voglio dedicarla a tutta la squadra”.
La sua squadra, la Biesse-Carrera-Premac, festeggia così la seconda vittoria al Giro Next Gen dopo quella di Anders Foldager nel 2023 a Trieste. Anche per il ciclismo italiano è una giornata da ricordare: l’ultimo trionfo azzurro risaliva al 2023, quando Alessandro Romele vinse a Povegliano. Allora come oggi, il podio fu completamente tricolore.
Grande soddisfazione anche per Alessandro Borgo, secondo all’arrivo e per la terza volta sul podio in questa stagione dopo i piazzamenti al Tour de Bretagne e la vittoria alla Gent-Wevelgem U23. Il terzo posto di Mattio, invece, arriva a quasi un anno esatto dal suo ultimo podio, al campionato italiano Under 23.
In classifica generale non cambiano le posizioni di vertice. Luke Tuckwell (Red Bull – BORA – hansgrohe Rookies) conserva la Maglia Rosa che domani vestirà in un’occasione speciale, quella del suo 21° compleanno. “Indossare la Maglia Rosa nel giorno dei miei anni è il regalo più bello che potessi desiderare”, ha detto il corridore australiano, emozionato ma concentrato sulla frazione di sabato, il tappone di montagna con arrivo a Prato Nevoso. Il suo compagno di squadre Adrien Boichis è stato presente nella fuga, alleggerendo il lavoro della Red Bull-Bora-Hansgrohe in gruppo. “Era tutto parte del piano – ha spiegato Tuckwell – e sapere che Gerrans ha vinto proprio a Prato Nevoso mi dà una carica in più”.
Jakob Omrzel, secondo in classifica generale e sempre Maglia Bianca, ha concluso la tappa odierna gestendo le energie in vista dell’appuntamento di domani: “Ho corso con la testa al tappone. Sarà una battaglia vera, ma ho ancora tante energie da giocarmi”.
Oggi si sale sul serio. La settima tappa, da Bra a Prato Nevoso, prevede 163 km con un finale in salita che ha già fatto la storia del ciclismo professionistico, prima al Giro d’Italia e poi al Tour de France (è a quest’ultimo precedente, risalente al 2008, che si riferiva Tuckwell a proposito della vittoria del connazionale Gerrans). Dopo i saliscendi delle Langhe, il gruppo affronterà la lunga ascesa finale attraverso Frabosa Sottana e Soprana: sarà la giornata chiave per le sorti della Maglia Rosa.
Mario Prato

Il valdostano Agostinacchio vince la tappa di Acqui Terme (www.federciclismo.it)
MEEUS, VITTORIA IN VOLATA CON VISTA SUL RENO. VAUQUELIN CONSERVA LA MAGLIA GIALLA
Nella volata di Neuhausen am Rheinfall, praticamente l’unica a ranghi compatti del Giro di Svizzera 2025, Jordi Meeus (Team Redbull BORA Hansgrohe) vince con autorità davanti a Davide Ballerini (Team XDS Astana) ed a Lewis Askey (Team Groupama FDJ). Kévin Vauquelin (Team Arkéa B&B Hotels) tiene la maglia gialla in attesa delle due ultime e decisive tappe di sabato e domenica
Il Giro di Svizzera affronta la sesta tappa da Chur a Neuhausen am Rheinfall di 186.7 km. I velocisti possono giocarsi la vittoria visto che i due gpm di giornata, Wildhaus ed Hemberg, sono lontanissimi dall’arrivo. Anche le chance di una eventuale fuga ben nutrita non sono da scartare. I big di classifica si prenderanno una giornata di riposo prima della battaglia finale di sabato e domenica. Joao Almeida (UAE Team Emirates XRG) continua imperterrito nel suo tentativo di risalire posizioni in classifica generale ed adesso davanti a lui si para la coppia francese formata da Kévin Vauquelin (Team Arkéa B&B Hotels) e da Julian Alaphilippe (Team Tudor Pro Cycling). Un primo attacco, dopo pochi km dalla partenza, vedeva protagonisti Mauro Schmid (Team Jayco AlUla), Harry Sweeny (Team EF Education EasyPost), Romain Grègoire e Stefan Kung (Team Groupama FDJ). Schmid scollinava per primo sul primo gpm di Wildhaus posto al km 52.7. Lo svizzero si ripeteva sul successivo gpm di Hemberg posto al km 75.4. Il gruppo teneva nel mirino i fuggitivi mentre Kung vinceva il traguardo volante di Lommis posto al km 129.2. A 45 km dalla conclusione l’ex maglia gialla Grègoire si rialzava dalla fuga. Sweeny vinceva il secondo traguardo volante di Müllheim posto al km 151.2 mentre Schmid vinceva il terzo ed ultimo traguardo volante di Pfyn posto al km 152.3. A 32 km dalla conclusione il vantaggio dei tre battistrada sul gruppo era di 1 minuto. Le squadre più attive all’inseguimento dei tre fuggitivi erano la Redbull BORA Hansgrohe, la Picnic PostNL e la Lotto. Il gruppo annullava la fuga proprio sotto lo striscione dell’ultimo km. La Redbull BORA Hansgrohe lanciava al meglio Jordi Meeus che non aveva difficoltà ad imporsi davanti a Davide Ballerini (Team XDS Astana) ed a Lewis Askey (Team Groupama FDJ). Chiudevano la top five Madis Mihkels (Team EF Education EasyPost) in quarta posizione e Nicolò Buratti (Team Bahrain Victorious) in quinta posizione. Dopo quella nella terza tappa della Volta ao Algarve, Meeus ottiene la seconda vittoria stagionale. In classifica generale resta tutto invariato nelle prime posizioni con Kévin Vauquelin in maglia gialla davanti a Julian Alaphilippe ed a Joao Almeida. Domani è in programma la settima tappa da Neuhausen am Rheinfall ad Emmetten di 207.3 km. Il percorso è un continuo saliscendi nei primi 100 km, poi si affronta il primo gpm di Schwändi che farà da preludio ad un finale esplosivo con altri due gpm sicuramente più impegnativi: Bürgenstock ed Emmetten. Almeida potrebbe rosicchiare altri secondi preziosi su Vauquelin ed Alaphilippe in vista della cronoscalata conclusiva di domenica.
Antonio Scarfone

Jordi Meeus vince a Neuhausen am Rheinfall (foto: Getty Images)
RAFFERTY TRIONFA A GAVI, TUCKWELL SI PRENDE LA MAGLIA ROSA
Il Giro Next Gen cambia volto: un attacco deciso rivoluziona la classifica generale. Widar scivola indietro, l’australiano al comando, Turconi primo degli italiani.
Il Giro Next Gen Carta ha sfornato un’altra sorpresa. La quinta tappa, da Fiorenzuola d’Arda a Gavi, ha visto il successo dell’irlandese Adam Rafferty (Hagens Berman Jayco), che ha colto la sua prima vittoria internazionale in assoluto con una prova di forza nel finale. Alle sue spalle Filippo Turconi (VF Group BardianiCSF-Faizanè) e Jakob Omrzel (Bahrain Victorious Development Team), protagonisti anche in ottica classifica generale. La tappa ha segnato soprattutto un passaggio di consegne in vetta alla corsa: la Maglia Rosa cambia padrone e finisce sulle spalle dell’australiano Luke Tuckwell, portacolori della Red Bull – Bora – Hansgrohe Rookies, che ora guida la generale con 26” su Omrzel e 36” su Turconi.
Il nuovo leader ha approfittato di quella che si è confermata come la tappa più movimentata e selettiva tra quelle disputate finora, costruendo l’azione decisiva già sulla lunga discesa dal Passo del Penice. Proprio lì è nata una fuga importante con dieci corridori, tra cui gli stessi Tuckwell, Omrzel e Turconi. Con il leader della classifica Jarno Widar isolato nel gruppo, la Lotto Development Team non è riuscita a contenere il distacco: l’ex Maglia Rosa ha pagato oltre due minuti al traguardo e ora è quarto in classifica, a 1’23” dalla vetta. La fuga ha collaborato bene fino ai -5 dall’arrivo, quando Rafferty ha colto l’attimo vincente, anticipando tutti con un attacco che gli ha permesso di tagliare il traguardo in solitaria, dopo 153 km percorsi a una media di 43.891 km/h.
La vittoria di Rafferty, classe 2004 e attuale campione nazionale U23 a cronometro, rappresenta il secondo successo consecutivo per l’Irlanda dopo quello di Seth Dunwoody a Salsomaggiore. Entrambi i corridori sono grandi amici e il trionfo di ieri ha ispirato profondamente il vincitore di oggi, che ha dedicato la vittoria al proprio team e al lavoro dei direttori sportivi Axel Merckx e Koos Moerenhout. Per la Hagens Berman Jayco, si tratta della seconda affermazione al Giro Next Gen, dopo quella di Jan Christen nel 2023.
Il nuovo leader Luke Tuckwell ha confermato la strategia aggressiva della sua squadra, decisa a ribaltare la classifica già sulla prima salita importante. Per l’Australia si tratta di un ritorno in Maglia Rosa dopo ben 21 anni: l’ultimo a indossarla era stato Peter Dawson nel 2004. La tappa di Gavi ha ridisegnato anche due delle classifiche accessorie: Omrzel guida quella dei giovani e si veste di bianco, Turconi è ora il miglior italiano e indossa la Maglia Tricolore, Aubin Sparfel (Decathlon AG2R La Mondiale Development Team) conserva la Maglia Rossa della classifica a punti nonostante una caduta, mentre Widar mantiene quella azzurra dei GPM.
Intanto Omrzel, secondo sloveno nella storia della corsa a salire su un podio di tappa, si candida ora apertamente alla vittoria finale. Lo stesso Widar, nonostante la giornata difficile, non si arrende e annuncia battaglia per le prossime tappe: “Sabato potrei attaccare sull’ultima salita”,
Ora tra Ovada e Acqui Terme si prevede l’ultima chance per le ruote veloci, anche se le salite del finale potrebbero mettere in croce qualche sprinter. Non dimentichiamo che il Giro Next Gen ci ha già insegnato che le sorprese sono sempre dietro l’angolo. E la corsa, a questo punto, è davvero apertissima.
Mario Prato

Rafferty a segno sul traguardo di Gavi (www.federciclismo.it)
GIRO DI SVIZZERA: ONLEY VINCE IN VAL CALANCA, MA DOPO IL TAPPONE I REDUCI DELLA FUGA BIDONE SONO ANCORA DAVANTI
La tappa regina rimette in parte le cose al loro posto ma Vauquelin e Alahilippe sono ancora davanti e non hanno alcuna intenzione di cedere il posto in classifica, anche se ormai il loro vantaggio non sembra poterli mettere al riparo dalla rimonta di Almeida.
Da alcuni anni, una corsa un tempo molto prestigiosa come il Giro di Svizzera ha perso gran parte del suo appeal in favore del più blasonato Giro del Delfinato, corsa prescelta da coloro che puntano alla vittoria del Tour de France per prepararsi alla sfida su un percorso che spesso propone strade che saranno percorse anche dalla Grande Boucle.
In realtà è un vero peccato che una corsa di grande tradizione, vinta dai più grandi campioni della storia, debba presentare un campo partenti così avaro di big.
Immediata conseguenza di questa situazione è il percorso che, da qualche anno a questa parte, si presenta particolarmente insipido, cosa davvero incredibile in un paese come la Svizzera dove gli organizzatori potrebbero davvero far correre la fantasia.
La tappa di oggi era la più impegnativa della corsa, eppure il percorso presentava il Julierpass in apertura poi il San Bernardino dal lato più semplice, che si riduce di fatto agli ultimi 7 Km al 6%.
Dopo la lunghissima discesa dal versante serio del San Bernardino, rimanevano da affrontare le ultime due ascese, con dure pendenze ma di lunghezza inferiore ai 5 km, decisamente poco per un tappone.
Chiaramente, le pendenze della salita finale hanno fatto emergere i più forti, tuttavia una tappa più difficile avrebbe probabilmente portato danni maggiori e, anche se questo magari avrebbe ridotto ancor più il margine di incertezza che ancora rimane, è pur sempre il normale sviluppo delle corse.
La tappa è stata movimentata sin dall’inizio e non è stato facile portare via la fuga, visto che i primi tentativi sono stati tutti stoppati dal gruppo.
Dopo numerosi tentativi, durati pochi chilometri, sono Pello Bilbao (Bahrain – Victorious), Neilson Powless (EF Education – EasyPost), Javier Romo (Movistar Team), Lorenzo Fortunato (XDS Astana Team) e Aleksandr Vlasov (Red Bull – BORA – hansgrohe) a popolare la fuga di giornata, dopo essere riusciti a resistere al gruppo che aveva riassorbito gli altri componenti dell’attacco.
Il vantaggio tocca una punta massima di tre minuti, ma le squadre tengono sotto controllo la fuga e già dalla prima ascesa verso Castaneda è la Decathlon ad aprire le ostilità, alzando violentemente il ritmo e mandando in crisi il leader della classifica generale Grégoire Gregoire (Groupama – FDJ). È il preludio all’attacco di Felix Gall (Decathlon AG2R La Mondiale Team), al quale riescono comunque a rispondere Joao Almeida (UAE Team Emirates XRG), Kévin Vauquelin (Arkéa-B&B Hotels), Ilan Van Wilder (Soudal Quick-Step), Oscar Onley (Team Picnic PostNL), Matthew Riccitello (Israel – Premier Tech) e Julian Alaphilippe (Tudor Pro Cycling Team).
Dopo lo scollinamento il drappello rallenta e molti uomini rientrano ma, quando la strada riprende a salire per la seconda ascesa verso Castaneda, è Alaphilippe a muoversi per primo, seguito subito da Onley e, mentre Gall e Vauquelin si staccano pur senza naufragare, Almeida cerca con la sua solita tecnica di rientrare in progressione, tecnica che gli permette di riacciuffare Onley negli ultimi 500 metri. Il britannico a questo punto, conscio del fatto che Almeida non può rallentare perché punta alla classifica, si mette a ruota del portoghese, ma ciononostante riesce a spuntarla solo al fotofinsh.
Dietro, Gall fa di tutto per rientrare, ma deve accontentarsi di limitare i danni, mentre Vauquelin, dopo aver staccato Alaphilippe, paga nel finale e giunge a un minuto di distacco ma si consola conquistando il vessillo del primato con 29 secondi su Alaphilippe. Almeida è però in agguato a 39 secondi e, specialmente nell’arrivo in salita di sabato e nella cronoscalata di domenica, potrà puntare a migliorare il secondo posto dello scorso anno.
Benedetto Ciccarone

Il britannico Onley precede il vincitore di ieri Almeida nel tappone del Giro di Svizzera 2025 (Getty Images)
DUNWOODY FIRMA IL COLPO A SALSOMAGGIORE, WIDAR CONSERVA LA MAGLIA ROSA
Una fuga coraggiosa e una volata perfetta regalano a Seth Dunwoody la quarta tappa del Giro Next Gen. Il belga Jarno Widar resta leader della generale, al termine di una giornata velocissima.
La quarta tappa del Giro Next Gen Carta 2025, da Manerbio a Salsomaggiore Terme, ha vissuto sul colpo da finisseur di Seth Dunwoody, talento irlandese della Bahrain Victorious Development Team, classe 2006. Al termine di una frazione corsa a oltre 47 km/h di media – la più veloce mai registrata in una tappa in linea nella storia della corsa – Dunwoody ha regolato in volata un drappello di nove corridori, premiando una giornata condotta con lucidità e determinazione.
Il gruppo dei migliori è giunto al traguardo con 59” di ritardo, lasciando inalterata la parte alta della classifica generale: Jarno Widar (Lotto Development Team) conserva così la Maglia Rosa con 7 secondi di vantaggio su Lorenzo Mark Finn e 27″ su Luke Tuckwell, entrambi portacolori della Red Bull – Bora – Hansgrohe Rookies. Widar mantiene anche il primato nel Gran Premio della Montagna, pur lasciando per regolamento la Maglia Azzurra sulle spalle di Adrià Pericas (UAE Team Emirates Gen Z). La Maglia Bianca e la Tricolore restano invece sulle spalle di Lorenzo Finn, anche se nella quinta tappa toccherà a Matteo Scalco (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) indossare i colori dell’Italia in corsa.
La tappa è stata vivacissima sin dai primi chilometri, con numerosi tentativi di attacco, soprattutto sull’ascesa veerso il Valico di Sant’Antonio, dove hanno provato l’allungo Pierre-Henry Basset (XDS Astana Development Team) e Lorenzo Masciarelli. Le loro speranze, però, si sono infrante contro il lavoro del gruppo, che ha tenuto sotto controllo ogni azione. Anche l’iniziativa del citato Scalco, partito a poco più di un chilometro dall’arrivo, si è esaurita in fretta. Così, tutto si è deciso in volata: Dunwoody si è portato in testa all’ultima curva e non ha più mollato la posizione conquistata, anticipando il danese Patrick Boje Frydkjær (Lidl – Trek Future Racing) e il francese Aubin Sparfel (Decathlon AG2R La Mondiale Development Team(, quest’ultimo già terzo a Cantù e nuovo leader della classifica a punti.
Per Dunwoody si tratta della decima vittoria UCI tra Juniores e Under 23, la seconda del 2025 dopo il Circuit des Ardennes. Un successo dal valore speciale, come ha spiegato lui stesso dopo il traguardo: «Fin da quando è stato pubblicato il percorso avevo puntato questa tappa. Sapevo che sarebbe potuta essere l’occasione giusta. La squadra ha creduto in me e oggi ho ripagato quella fiducia. Avevo in mente questa giornata da settimane. Ho amato ogni chilometro».
Widar, leader della corsa, ha raccontato la fatica di una giornata corsa a tutta fin dall’inizio: «Tappa molto caotica, le prime due ore sono state infernali. Tutti volevano entrare in fuga, ma la mia squadra è stata impeccabile. Nordhagen ci ha provato, come Pau Martí, ma siamo riusciti a contenere tutto. Ora spero in una giornata un po’ più tranquilla, anche se sarà dura».
Tra i protagonisti anche Aubin Sparfel, che con il terzo posto conquista la Maglia Rossa ma non nasconde la delusione per la vittoria sfumata: «Era uno sprint complicato, dopo una curva. Volevo vincere ma torno a casa con un altro podio. La maglia a punti è un obiettivo, ma spero ancora di vincere una tappa». E infine Lorenzo Finn, ancora brillante nonostante la caduta di ieri: «Tappa molto nervosa, nella prima ora sono rimasto tranquillo in coda, poi ho rimontato quando è iniziata la salita. Le sensazioni erano buone. Domani prevedo una frazione simile: ci sarà ancora bagarre».
La Bahrain Victorious Development Team conquista così la sua prima vittoria al Giro Next Gen, quarta squadra diversa a farlo in quattro tappe. E a rendere il tutto ancora più speciale è il record di velocità: 47.484 km/h di media, mai così forte prima d’ora.
Oggi si pedalerà Fiorenzuola d’Arda in direzione Gavi affrontando un tracciato appenninico che promette battaglia, con il Passo Penice nella parte centrale e una serie di salite sempre più brevi nel finale. Il tratto conclusivo, con il suggestivo passaggio da Castellania Coppi (paese natale del Campionissimo), potrebbe scrivere un’altra pagina memorabile della corsa.
Mario Prato

Seth Dunwoody si impone in una volata ristretta a Salsomaggiore Terme (www.federciclismo.it)
A PIURO ALMEIDA FA L’IMPRESA MA NON BASTA: LA MAGLIA GIALLA RESTA SULLE SPALLE DI GREGOIRE
L’UAE Team Emirates XRG fa un ritmo indiavolato sui primi tornanti del Passo Spluga ed il gruppo esplode. Almeida si lancia da solo verso la gloria e la vittoria di tappa ma la maglia gialla – ancora distante oltre 2 minuti – rimane sulle spalle di Romain Grégoire (Team Groupama FDJ)
Il piatto forte della quarta tappa del Giro di Svizzera da Heiden a Piuro è la scalata del Passo Spluga, che misura ufficialmente 8.8 km anche se la scalata inizierà già prima con l’antipasto del gpm di terza categoria di Sufers. Dallo scollinamento ci sarà prima un’interminabile discesa di 30 km e poi una decina di km di falsopiano prima dell’arrivo di Piuro, Insomma, una tappa che può dire tanto ma anche poco in ottica classifica generale. Bisognerà infatti vedere in che modo il gruppo approccerà le prime fasi della salita verso lo Spluga. Ad ogni modo Romain Grégoire (Team Groupama FDJ), non proprio uno scalatore, dovrà difendere la sua maglia gialla. Dopo un inizio di tappa frenetico, la fuga ci metteva parecchi km prima di riuscire ad evadere dal gruppo. Alla fine erano in otto a riuscirci ovvero Neilson Powless (Team EF Education EasyPost), Andrew August (Team INEOS Grenadiers), Quinn Simmons (Team Lidl Trek), Thomas Gloag (Team Visma Lease a Bike), Georg Zimmermann (Team Intermarchè Wanty), Sébastien Grignard (Teal Lotto), Marius Mayrhofer e Larry Warbasse (Team Tudor Pro Cycling). A causa della presenza di Zimmermann, che in classifica generale aveva 2 minuti e 18 secondi di ritardo dalla maglia gialla, il gruppo manteneva un ritmo tale da non far lievitare troppo il vantaggio della fuga. Gloag scollinava in prima posizione sul gpm di Sufers posto al km 129.6. Oltre al ciclista britannico restavano in testa alla corsa August, Powless e Simmons. Gloag vinceva anche il primo traguardo volante posto al km 137.3. Intanto l’UAE Team Emirates iniziava il forcing sulle prime rampe del Passo Spluga ed i primo nomi caldi ad alzare bandiera bianca erano Tao Geoghegan Hart (Team Lidl Trek) ed anche la maglia gialla Romain Grégoire. Almeida attaccava a 50 km dalla conclusione ed andava a riprendere tutto solo la fuga. IL portoghese allungava e scollinava da solo sul gop del Passo Spluga posto al km 146. Almeida restava in testa anche nella lunga discesa verso l’arrivo e si aggiudicava il traguardo volante di Gordona posto al km 185.1. Il portoghese dopo una cavalcata trionfale andava a vincere in solitaria con 40 secondi di vantaggio su Oscar Onley (Team Picnic PostNL) e 42 secondi di vantaggio su Ben O’Connor (Decathlon AG2R La Mondiale). Chiudevano la top five Kévin Vauquelin (Team Arkea B&B Hotels) e Romain Grégoire, rispettivamente quarto e quinto a 1 minuto di ritardo da Almeida. Il portoghese pur facendo una vera e propria impresa resta ancora lontano dai primissimi posti della classifica generale, dove Gregoire conserva la maglia gialla con 25 secondi di vantaggio su Vauquelin e 29 secondi di vantaggio su Julian Alaphilippe (Team Tudor Pro Cycling). In ciclista portoghese infatti ha ancora un ritardo di 2 minuti e 7 secondi da Grégoire e se vuole davvero ambire alla vittoria della maglia gialla dovrà fare il diavolo a quattro nelle ultime quattro tappe. Domani è in programma la quinta tappa da La Punt a Santa Maria in Calanca di 183.8 km, dove volendo si potrà fare ancora una discreta selezione tra i big di classifica visto che bisognerà scalare quattro gpm di prima categoria: Julierpass, Passo San Bernardino, ed il doppio gpm di Castaneda. Quest’ultimo presenta le pendenze più arcigne della tappa con una lunghezza di 4 km e mezzo e diversi tratti in doppia cifra. Siamo certi che Almeida farà lavorare la sua squadra per continuare a rosicchiare secondi sui ciclisti che lo precedono in classifica generale.
Antonio Scarfone

Joao Almeida vince a Piuro (fot: Tim de Waele/Getty Images)
JARNO WIDAR DOMINA AL MANIVA E RITROVA LA MAGLIA ROSA
Il belga vince la terza tappa del Giro Next Gen sul traguardo in salita del Passo del Maniva e conquista quella leadership della classifica generale che già aveva indossato sul podio finale lo scorso anno.
Jarno Widar (Lotto Development Team) mette il sigillo sulla terza tappa del Giro Next Gen conquistando l’arrivo in salita al Passo del Maniva dopo 144 km intensi partiti da Albese con Cassano. Alle sue spalle su piazzano Lorenzo Finn (Red Bull – Bora – Hansgrohe Rookies), staccato di 7”, e Adrià Pericas (UAE Team Emirates Gen-Z), a 24”.
Grazie a questo successo il corridore belga torna a vestire la Maglia Rosa, come già accaduto nella scorsa edizione della corsa. Come in quella occasione Widar si è imposto nella tappa di montagna piazzata al terzo giorno di gara, mostrando una condizione eccellente e la stessa determinazione che lo aveva portato a dominare la passata edizione. A un anno e un giorno dal primo successo il portacolori della Lotto Development Team si conferma l’uomo da battere, imponendosi sulla Cima Coppi del Giro 2025 dopo un avvincente testa a testa con Finn, piegato da un attacco secco a 350 metri dal traguardo.
La tappa si è accesa sin dalle prime rampe: il vincitore di ieri, Jonathan Vervenne (Soudal Quick-Step Devo Team), ha perso contatto già sulla prima salita, collocata a 45 Km dall’epilogio. Nel finale Jorgen Nordhagen (Team Visma | Lease a Bike Development), ha provato un attacco deciso, prontamente neutralizzato dalla perfetta organizzazione della Red Bull – Bora – Hansgrohe. L’allungo di Finn ai -2300 metri ha selezionato il gruppo e solo Widar e Pericas hanno risposto, con lo spagnolo poi costretto a cedere.
Widar ha lanciato lo sprint finale con decisione, conquistando non solo la tappa ma anche la vetta della classifica generale, dove ora guida con 7 secondi di vantaggio su Finn e 27 su Luke Tuckwell (Red Bull – BORA – hansgrohe Rookies).
Il successo odierno è un risultato storico per Widar, che con questa terza vittoria di tappa – dopo i trionfi a Pian della Mussa e Fosse nel 2024 – diventa il corridore più vincente nella recente storia del Giro Next Gen (prima edizione disputata nel 2023), superando l’attuale professionsita Paul Magnier fermo a due successi. Inoltre, è il primo atleta a vincere almeno una tappa in due edizioni consecutive della corsa. Con questa quinta vittoria complessiva (una nel 2023 e tre nel 2024), la Lotto si conferm inoltre a la squadra più vincente del Giro Next Gen, superando la Soudal Quick-Step Devo Team.
Un dato interessante riguarda il Belgio, che per la terza volta nella storia di questa conquista due tappe consecutive: accadde nelle tappe 1-2 nel 2023, poi nelle tappe 5-6 nel 2024, e ora di nuovo nelle tappe 2-3 del 2025, grazie a Widar e Vervenne, entrambi provenienti dalla regione del Limburgo.
Anche il podio di tappa registra curiosità storiche: Adrià Pericas è il terzo spagnolo a salire sul podio di una tappa del Giro Next Gen, dopo Pablo Torres e Pau Martí, entrambi sul podio nel 2024.
Per quanto riguarda le maglie, Widar non solo indossa la Maglia Rosa di leader della classifica generale, ma guida anche la classifica del Gran Premio della Montagna, la Maglia Azzurra, che verrà indossata domani da Pericas. La Maglia Rossa, simbolo del leader della classifica a punti, è invece saldamente sulle spalle di Jonathan Vervenne, mentre Lorenzo Mark Finn grazie al secondo posto di oggi e al conseguente balzo in classifica generale la Maglia Bianca, riservata al miglior giovane, e conserva la Maglia Tricolore di leader della classifica degli italiani, che nella quarta tappa sarà, però, sarà indossata da Filippo Turconi (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè).
“Sono molto felice di tornare in Maglia Rosa – ha dichiarato il vincitore –. Abbiamo imposto ritmo sin dalla prima salita. Avevo pianificato un attacco con Nordhagen, ma la Red Bull ha chiuso ogni varco. Nel finale Finn ha provato ad anticiparmi, ma ho aspettato gli ultimi 300 metri per scattare. Questa salita mi è piaciuta molto: tutte le salite italiane mi piacciono”.
Anche Finn, caduto durante l’ascesa, si è detto soddisfatto nonostante il secondo posto:
“Ho battuto l’anca, ma la squadra ha fatto un lavoro perfetto. Luke [Tuckwell] è stato fondamentale nel finale. Ho provato ad anticipare Widar ma non c’è stato nulla da fare. L’obiettivo resta la classifica generale, speriamo di recuperare nei prossimi giorni”.
Oggi il Giro Next Gen dovrebbe offrire la prima occasione per i velocisti, anche se il percorso in parte collinare della Manerbio – Salsomaggiore Terme inevitabilmente selezionerà il gruppo.
Mario Prato

Jarno Widar vince al Passo del Maniva la prima tappa di montagna del Giro Next Gen 2025 (foto La Presse)
GIRO DI SVIZZERA: SIMMONS VINCE AD HEIDEN, GRÉGOIRE RESISTE IN GIALLO ALLA VIGILIA DELLE ALPI
Domani l’ascesa allo Spluga nel finale della tappa di Piuro aprirà la due giorni alpina del Giro di Svizzera 2025. In attesa delle frazione decisive oggi si è una corsa una tappa quasi gemella di quella disputata ieri, anche se terminata diversamente perchè stavolta uno dei fuggitivi di giornata, lo statunitense Quinn Simmons, è riuscito a resistere al ritorno del gruppo e a imporsi in quel di Heiden. Con una ventina di secondi di ritardo è piombato sul traguardo il risicato gruppo dei migliori, una trentina scarsa di corridori con dentro il leader della classifica Romain Grégoire
Anche la terza tappa del Giro di Svizzera 2025 parte da Aarau, la capitale del cantone di Argovia nel nord del paese, fra Zurigo e Basilea, e non è una ripetizione di quella di ieri (cosa che ci potrebbe anche stare, dato che ieri non è successo nulla), ma una novità di questa edizione: due tappe consecutive che partono dalla stessa località! Sono lontani i tempi in cui le tappe di un “Giro” partivano dalla località in cui si era arrivati il giorno prima e trasferire ogni giorno i corridori, anche di centinaia di chilometri, oggi che i “tapponi” non esistono più, è cosa che passa inosservata. Si riparte dunque da Aarau e si arriva ad Heiden, un paese nei pressi del lago di Costanza, dopo 196 chilometri che presentano alcuni GPM nel finale: la salita di Knolhusen (2° categoria, 5 chilometri al 6% con punte dell’8%) a 17 chilometri dal traguardo e quella di Büriswilen (3° categoria, 2 chilometri al 7% ma con punte del 13%) a soli 10 chilometri dall’arrivo. Peraltro, come già ieri, anche l’arrivo ad Heiden è in salita, non proibitiva: 3 chilometri con pendenze dal 3 al 7% che non valgono un GPM ma che forse ci faranno vedere un arrivo un po’ diverso da quello di ieri. Comunque tutta la seconda parte della tappa, dopo una prima metà sostanzialmente pianeggiante, presenta molti impegnativi saliscendi e, se i corridori vorranno, la selezione ci sarà senza dubbio.
Si parte alle 12.15 col giovane francese Romain Grégoire (Groupama – FDJ) sempre leader della classifica grazie alla sorprendente vittoria nella prima tappa; alle sue spalle l’altro francese Kévin Vauquelin (Arkéa – B&B Hotels). Sinora non si è visto il portoghese João Almeida (UAE Team Emirates – XRG), il grande favorito per la vittoria finale che, essendo rimasto attardato di oltre tre minuti nella prima tappa, se davvero vuole portare a casa il suo terzo major Tour di questa stagione dovrebbe darsi da fare da subito, senza aspettare le ultime occasioni.
Il tempo è buono, la temperatura quasi ideale, vicina ai 25 gradi, e nei primi chilometri partono sei corridori di secondo piano, fra i quali c’è il nostro Samuele Battistella (EF Education – EasyPost), anni fa capace di vincere un mondiale Under 23; il più accreditato tra i fuggitivi è probabilmente il francese Nans Peters (Decathlon AG2R La Mondiale Team), vincitore di tappa sia al Giro, sia al Tour, oltre che di un Trofeo Laigueglia. Da tener d’occhio anche l’americano Quinn Simmons (Lidl – Trek), recente vincitore di una tappa (sia pure quasi neutralizzata per il maltempo) al Giro di Catalogna. Col passare dei chilometri il vantaggio dei fuggitivi supera ben presto i due minuti, per poi assestarsi intorno al minuto e mezzo quando la strada inizia a salire nella seconda metà della tappa. Sulle prime asperità diversi corridori provano a uscire dal gruppo e riportarsi sui fuggitivi, ma tutti i tentativi vengono rapidamente bloccati e, dopo aver visto i loro vantaggio scendere sino a 40 secondi, i corridori in fuga tornano a guadagnare terreno. Dopo il paese di Bazenheid i sei uomini in fuga arrivano ai due traguardi volanti, posti nelle vicinanze del monastero di Magdenau, a circa due terzi del percorso, con un vantaggio tornato sui due minuti. Il primo traguardo viene vinto dal belga Brent Van Moer (Lotto), il secondo dall’altro belga Emiel Verstrynge (Alpecin – Deceuninck). In questa fase della corsa poco succede, a parte una caduta che coinvolge diversi corridori, dei quali il più illustre è il britannico Geraint Thomas (INEOS Grenadiers), ormai 39enne ma sempre fra i candidati alla vittoria finale: purtroppo sarà tra gli ultimi a concludere la tappa, con un ritardo di un quarto d’ora dal vincitore. Dopo un altro traguardo volante, vinto dal britannico Max Walker (EF Education – EasyPost), i fuggitivi affrontan a meno di 40 chilometri dall’arrivo la salita al paese di Appenzell, che non è abbastanza ripida da essere considerata GPM, ma presenta alcuni tratti al 10% che riescono a fare selezione, sia davanti, sia dietro. Ben presto Peters e Walker si staccano e vengono ripresi dal gruppo; gli altri quattro fuggitivi restano con un solo minuto di vantaggio in cima alla salita. Sulla discesa che porta ai piedi del primo GPM, la salita di Knolhusen, il vantaggio del quartetto scende a soli 20 secondi. A questo punto Simmons decide di rompere gli indugi e si avvantaggia sui compagni di fuga, transitando primo sul GPM; dopo una quarantina di secondi passa il gruppo, sempre compatto e che nel corso della salita ha riassorbito i reduci dalla fuga. Simmons continua la sua azione solitaria e affronta la ripida salita di Büriswilen con una trentina di secondi di vantaggio, mentre dietro perdono terreno i corridori meno brillanti. In cima al GPM Simmons mantiene 30 secondi di vantaggio e insiste con tenacia, sperando che i continui saliscendi che lo accompagneranno sino al traguardo finiscano per avvantaggiare lui piuttosto che il gruppo. A 7 chilometri dalla fine il forte passista americano Neilson Powless (EF Education – EasyPost), che quest’anno ha vinto la “Attraverso le Fiandre” davanti a Van Aert, tenta di riportarsi sul connazionale, che non sembra avere alcuna intenzione di arrendersi. A 3 chilometri dalla fine, all’inizio della salita che porta ad Heiden, Simmons ha sempre 35 secondi di vantaggio su Powless, col gruppo poco indietro. Ai due chilometri i distacchi sono sempre immutati e quello che cede è proprio Powless, che viene ripreso dal gruppo. Simmons continua nella sua azione mentre cercano di muoversi i finisseur, tra i quali l’austriaco Felix Gall (Decathlon AG2R La Mondiale Team) e, come già ieri, lo svizzero Jan Christen (UAE Team Emirates – XRG). Mentre Simmons va a vincere indisturbato, dopo una giornata in cui è stato in fuga per l’intera durata della tappa, i tentativi alle sue spalle vengono facilmente sventati e sul traguardo si vede finalmente Almeida, che arriva secondo vincendo la volata e si prende almeno i secondi di abbuono; terzo è il britannico Oscar Onley (Team Picnic PostNL), alla cui ruota si piazza un ottimo Gregoire, seriamente intenzionato a difendere il primato in classifica e che non ha minimamente risentito – né ieri, né oggi – delle brevi ma numerose salite poste lungo il percorso delle tappe. Col gruppo principale arrivano al traguardo circa trenta corridori e il nostro Lorenzo Fortunato (XDS Astana Team) è il solo italiano fra di loro (è anche il migliore dei nostri in classifica, decimo). Alle spalle di Gregoire rimane secondo Vauquelin, oggi quinto, mentre Almeida, pur risalendo sino al 17esimo posto dopo la buona prova di oggi, rimane ancora staccato di oltre tre minuti. Domani si sconfina in Italia, a Chiavenna, dopo la prima vera salita di questo Giro: il passo dello Spluga. Vedremo finalmente muoversi i cosiddetti “grandi”?
Andrea Carta

Quinn Simmons vince la terza frazione del Giro di Svizzera (Getty Images)
CAPOLAVORO DI VERVENNE A CANTÙ, VITTORIA DI TAPPA E MAGLIA ROSA AL GIRO NEXT GEN
Jonathan Vervenne firma un’autentica impresa nella seconda tappa del Giro Next Gen 2025, imponendosi con una lunga azione solitaria e conquistando la Maglia Rosa. Il belga della Soudal Quick-Step Devo Team ha resistito al ritorno del gruppo regolato da Sparfel e Bozzola, affermandosi come nuovo protagonista della corsa. Ora primo arrivo in salita al Passo del Maniva.
Giornata da incorniciare per Jonathan Vervenne, protagonista assoluto della seconda tappa del Giro Next Gen Carta Giovani Nazionale 2025, disputata tra la sede della Fiera di Milano di Rho Fiera e Cantù sulla distanza di 146 km. Il corridore belga della Soudal Quick-Step Devo Team ha costruito la sua vittoria con una poderosa azione iniziata a ben 128 chilometri dal traguardo, in compagnia dello svizzero Ilian Barhoumi (Decathlon AG2R La Mondiale Development Team), e conclusa in solitaria dopo aver staccato il compagno di fuga a 61 km dall’arrivo.
Nonostante il forcing del gruppo maglia rosa negli ultimi chilometri Vervenne è riuscito a mantenere un margine sufficiente per tagliare il traguardo a braccia alzate con 30 secondi di vantaggio su Aubin Sparfel (Decathlon AG2R La Mondiale Development Team), secondo, e Mirko Bozzola (S.C. Padovani Polo Cherry Bank), terzo a pari tempo. Un’azione da manuale, che non solo gli è valsa la vittoria di tappa ma anche la leadership della classifica generale e la conquista della Maglia Rosa.
Le sue parole all’arrivo raccontano tutta l’emozione di un successo cercato e meritato:
“Ogni corridore Under 23 sogna una tappa al Giro Next Gen. Ieri ero deluso dal 16° posto, oggi ho trasformato quella delusione in energia. Quando siamo rimasti in due davanti, il mio DS mi ha detto di aprire il gas se il vantaggio scendeva sotto i due minuti: così ho fatto. Solo a 5 km dal traguardo ho creduto davvero di poter arrivare”. Nel dopotappa anche Matisse Van Kerckhove (Team Visma | Lease a Bike Development) ha elogiato il connazionale: “Ha fatto una grande impresa, ma noi restiamo concentrati su Nordhagen. Vogliamo portarlo alla vittoria finale”.
Con questo risultato, Vervenne (22 anni e 20 giorni) diventa il secondo vincitore più “anziano” nella storia recente del Giro Next Gen. Per lui si tratta della quarta affermazione internazionale, dopo il Tour des 100 Communes (2023) e due titoli nazionali a cronometro in patria (2023 e 2025).
Le classifiche accessorie premiano anche Van Kerckhove (Team Visma | Lease a Bike Development), che indossa sia la Maglia Bianca di miglior giovane, sia la Maglia Azzurra degli scalatori. La Maglia Tricolore di miglior italiano resta sulle spalle di Lorenzo Mark Finn (Red Bull – Bora – Hansgrohe Rookies).
Oggi il Giro Next Gen entrerà nel vivo con la prima frazione di alta montagna. Dopo un lungo tratto pianeggiante fino al Lago d’Iseo, si affrontno il Passo Tre Termini e, successivamente, la salita finale (13.3 Km al 6.8%) verso i 1744 metri del Passo del Maniva, Cima Coppi dell’edizione 2025. Sarà una giornata determinante per gli uomini di classifica, chiamati a uscire allo scoperto su pendenze impegnative e tornanti spettacolari.
Mario Prato

Vervenne vince la tappa di Cantù dopo una lunga fuga. (Foto Giro Next Gen © La Presse)
SPUNTA ALBANESE DAL LAGO NERO, IL CORRIDORE CAMPANO VINCE LA SECONDA TAPPA DEL GIRO DI SVIZZERA
Sulle sponde del “Lago Nero” è tornato alla vittoria il corridore campano Vincenzo Albanese, che non alzava le braccia al cielo dal 19 agosto del 2022, quando si era imposto nell’ultima tappa del Tour du Limousin. Il corridore dell’EF Education-EasyPost ha preceduto allo sprint un gruppo forte di un centinaio di elementi al termine della seconda frazione della corsa elvetica, mentre il leader della classifica Romain Grégoire ha conservato senza troppi sforzi la maglia gialla.
La seconda tappa del Giro di Svizzera 2025 (88esima edizione della corsa considerata un tempo la terza, in ordine di importanza, dopo il Tour e il Giro) parte da Aarau, la capitale del cantone di Argovia nel nord del paese, fra Zurigo e Basilea, e arriva presso il laghetto alpino di Schwarzsee (letteralmente “Lago Nero”) dopo 177 chilometri che prevedono, dopo una prima metà di tappa sostanzialmente pianeggiante, 3 GPM: il Guggisberg (2° categoria, 5.3 km al 4.3%) dopo 126 chilometri (ma la strada inizia a salire molto prima), lo Heitenried (3° categoria, 1.5 km al 7%) e infine il Rechthalten (3° categoria, 1.6 km al 6.1%). Le difficoltà non terminano su questo breve GPM, in quanto anche l’arrivo a Schwarzsee è in salita, con i 5 chilometri conclusivi al 3,3%: non abbastanza da considerare GPM anche l’arrivo, ma sicuramente abbastanza per sperare in un arrivo diverso dalla volata di gruppo. Non è da escludere che gli stessi favoriti per la vittoria finale possano contendersi il successo e il primato in classifica. Grande favorito è naturalmente il portoghese João Almeida (UAE Team Emirates – XRG), unico corridore in gara ad avere già ottenuto notevoli risultati quest’anno nelle corse a tappe; vanno poi tenuti d’occhio lo svizzero Marc Hirschi (Tudor Pro Cycling Team) – brillantissimo l’anno scorso nelle corse in linea, ma quest’anno sparito dalla circolazione dopo aver vinto una delle gare inaugurali della stagione, una semiclassica a Valencia – e poi diversi buoni passisti come l’americano Neilson Powless (EF Education – EasyPost), il belga Arnaud De Lie (Lotto), l’australiano Ben O’Connor (Team Jayco AlUla) e il grande campione francese Julian Alaphilippe (Tudor Pro Cycling Team), tutti in cerca di un acuto che possa raddrizzare la loro stagione, fin qua al di sotto delle attese. Da non dimenticare anche alcune vecchie glorie ormai sul viale del tramonto come il 39enne britannico Geraint Thomas (INEOS Grenadiers), il 35enne colombiano Nairo Quintana (Movistar Team) e soprattutto il mitico “keniano bianco”, l’inglese Chris Froome (Israel – Premier Tech). Leader della classifica è comunque il giovane francese Romain Grégoire (Groupama – FDJ), vincitore a sorpresa della tappa di ieri, che vanta già buoni risultati nelle corse a tappe brevi, seguito da un altro francese, Kévin Vauquelin (Arkéa – B&B Hotels), l’anno scorso vincitore di una tappa al Tour e già due volte secondo alla Freccia Vallone. Ieri il favorito Almeida ha subìto un distacco di tre minuti dai primi in classifica e ben presto dovrà darsi da fare se davvero le sue intenzioni sono quelle di vincere questa corsa (sarebbe per lui il terzo major Tour quest’anno, dopo Giro dei Paesi Baschi e Tour de Romandie).
A differenza di ieri il tempo è ottimo, sereno ma non caldo (circa 20 gradi), e la partenza viene data poco prima delle 13. Nel giro di pochi chilometri partono in fuga tre corridori di secondo piano: l’esperto svizzero Silvan Dillier (Alpecin – Deceuninck), anni fa vincitore di una tappa al Giro, l’altro svizzero Mauro Schmid (Team Jayco AlUla), anche lui vincitore di una tappa alla Corsa Rosa, e il tedesco Jonas Rutsch (Intermarché – Want). Il tempo è ottimo e la fuga prende ben presto un discreto vantaggio, arrivando a superare i due minuti dopo una trentina di chilometri. La calma torna presto sovrana e nulla succede sino a metà corsa, quando i corridori passano il paese di Münsingen, non lontano da Berna; proprio nei pressi di questo paese si verifica un evento raro, ma previsto dal regolamento: un passaggio a livello chiuso vede i corridori costretti a fermarsi, con i fuggitivi che vengono fatti ripartire con lo stesso vantaggio che avevano al momento dello stop (un minuto e mezzo). Dopo pochi chilometri la strada inizia a salire senza che la situazione cambi: i fuggitivi affrontano la salita al primo GPM con un vantaggio immutato sul gruppo, sempre compatto. Tuttavia Dillier si stacca sulle prime rampe e viene ben presto ripreso; Rutsch e Schmid proseguono di buon passo, col secondo che transita per primo sul Guggisberg. Sul GPM la coppia mantiene un minuto e mezzo di vantaggio, ma nella discesa successiva questo si dimezza. È sempre Schmid a transitare per primo nel paese di Heitenried, dove si trova il secondo GPM, mentre il gruppo inizia a perdere pezzi. Fra gli staccati va purtroppo segnalato Froome, che dopo il famoso incidente di alcuni anni fa è diventato l’ombra di sé stesso.
Dopo aver superato due sprint intermedi nei paesi di Sankt Antoni e di Tafers, la corsa inizia a salire verso il traguardo, che dista ancora 28 chilometri; Rutsch e Schmid hanno ancora 30 secondi di vantaggio e li mantengono fino ai piedi del terzo GPM, posto nel paese di Rechthalten. La salita è fatale a Rutsch, che aveva già avuto qualche difficoltà salendo a Heitenried e che viene rapidamente ripreso dal gruppo; Schmid riesce invece a transitare primo allo scollinamento, sia pure con pochi secondi di vantaggio, e poi viene ripreso quando mancano ancora 13 chilometri al traguardo. All’inizio della salita finale – 6 chilometri al traguardo – passano a condurre la EF Education – EasyPost (forse sperando in Powless) e la Lotto (forse sperando in Arnaud De Lie). Tutti sembrano attendere l’ultimo chilometro, dove la salita termina con una rampa di circa 500 metri al 6%, ma è il giovane svizzero Jan Christen (UAE Team Emirates – XRG), che quest’anno ha corso poco e con scarsi risultati, a rompere gli indugi in un altro tratto abbastanza ripido, a circa 2 chilometri e mezzo dal traguardo. Christen, tuttavia, non è Pogacar e viene ripreso a soli 500 metri dall’arrivo, quando alcuni corridori si improvvisano finisseur e riescono a guadagnare qualche metro sugli altri: nella confusione generale va a vincere il nostro Vincenzo Albanese (EF Education – EasyPost), corridore che dopo aver vinto molti anni fa un Trofeo Matteotti era finito nel dimenticatoio. Secondo, quasi a vendicare il fratello più giovane, si piazza lo svizzero Fabio Christen, che però corre per la Q36.5 Pro Cycling Team. Terzo un altro sconosciuto, l’americano Lewis Askey (Groupama – FDJ), che tuttavia è reduce da un’ottima “4 giorni di Dunkerque” (vi ha ottenuto una vittoria di tappa e il secondo posto in classifa). Nessuno dei grandi si è fatto vedere, oggi, non c’è stata nessuna fuga importante e le salite hanno fatto ben poca selezione, con quasi 100 corridori (su 150 partecipanti) arrivati insieme sulla linea del traguardo. La classifica generale, capeggiata da Romain Grégoire, resta immutata: chi vuole vincere la corsa potrà muoversi domani, in quella che sarà una tappa non troppo diversa da quella odierna, sia per la lunghezza, sia per le caratteristiche delle salite finali, comunque tutt’altro che proibitive.
Andrea Carta

Vincenzo Albanese vince la seconda tappa del Giro di Svizzera (foto Tim de Waele / Getty Images)