UNA DOPPIETTA ISRAEL APRE L’ARCTIC TOUR OF NORWAY

agosto 8, 2025 by Redazione  
Filed under Copertina, News

La prima tappa della corsa norvegese se la aggiudica Corbin Strong (Israel), superando in volata il compagno Sheehan

In contemporanea ai più blasonati Tour de Pologne e Vuelta a Burgos ha preso via la 12a edizione dell’Arctic Race of Norway, giovane corsa norvegese che dal 2013 si disputa nei territori dello stato scandinavo situati a nord del Circolo Polare Artico.
La prima tappa, 182 Km altimetricamente molto mossi, si è snodata tra Borkenes (Kvæfjord) e Harstad su di un tracciato che non ha comunque impedito l’arrivo allo sprint, volata nella quale il neozelandese Corbin Strong (Israel – Premier Tech) ha fatto valere tutta la sua potenza.
Sotto la pioggia e una temperatura intorno ai 14 gradi, la gara fatica ad accendersi. I numerosi tentativi di inizio giornata non vanno a buon fine e bisogna attendere parecchi chilometri per veder evadere la fuga, composta dapprima da Romain Combaud (Team PiciNic PostNL), Abram Stockman (Unibet Tietema Rockets), Vetle Torin Eskedal (Team Norway) e Storm Ingebrigtsen (Team Coop-Repsol), raggiunti in un secondo momento da Fredrik Dversnes (Uno-X) e Georg Martinsen (Lillehammer CK Continental Team).
In ogni caso il loro vantaggio non supererà mai il 1’30” e il loro destino appare fin da subito segnato. Ingebrigsten fa appena in tempo ad aggiudicarsi l’ultimo GPM di giornata prima che il gruppo li riassorba. A quel punto sarà la Ken Pharma a portare il gruppo alla volata finale, nonostante alcuni tentativi velleitari negli ultimi chilometri.
La volata è quindi vinta da Strong che va a vestire sia la maglia di leader della classifica generales,sia quella della classifica a punti. Alle sue spalle si piazzano il compagno di squadra Riley Sheehan, Rasmus Tiller (Uno-X Mobility), Ricks Pluimers (Tudor Pro Cycling Team), Jenthe Biermans (Arkéa – B&B Hotels), Karsten Larsen Feldmann (Team Coop – Repsol) e Davide Ballerini (XDS Astana Team), settimo e primo degli italiani.
Dopo questo primo atto la breve corsa norvegese – quattro tappe in tutto – proporrà una frazione dal finale insidioso perchè nel circuito conclusivo della Tennevoll – Sørreisa si dovranno percorrre quasi 6 Km su fondo sterrato.

Andrea Mastrangelo

Strong vince la prima tappa dellArctic Race of Norway (foto Ivan Benedetto / SprintCyclingAgency)

Strong vince la prima tappa dell'Arctic Race of Norway (foto Ivan Benedetto / SprintCyclingAgency)

MAGNIER VINCE LO SPRINT DI CIESZYN, LAPEIRA RESTA LEADER IN POLONIA

agosto 7, 2025 by Redazione  
Filed under Copertina, News

Dopo la rocambolesca tappa di ieri, oggi il Giro di Polonia non ha offerto particolari “brividi”. Il leader della classifica Paul Lapeira è così riuscito a terminare la tappa in gruppo, senza risentire dell’incrinatura alle costole, e conservare la maglia di leader alla vigilia delle frazioni decisive. Oggi protagonisti sono stati prima gli uomini della fuga, poi i velocisti con il successo allo sprint di un altro transalpino, Paul Magnier

Oggi il Giro di Polonia si è rimesso in viaggio con sette corridori in meno, quasi tutti coinvolti ieri pomeriggio nella brutta caduta che ha portato alla neutralizzazione della terza tappa. Il ritiro più eccellente è stato quello del campione nazionale ceco Mathias Vacek (Lidl – Trek), che al momento del capitombolo era secondo in classifica generale con appena due secondi di ritardo dal francese Paul Lapeira (Decathlon AG2R La Mondiale Team). Le conseguenze peggiori erano capitate al nostro Filippo Baroncini (UAE Team Emirates – XRG), finito all’ospedale con una serie di fratture, tra le quali una cervicale che fortunatamente non ha innescato problemi neurologici. Anche il leader della classifica Lapeira è finito a terra, riportando solo l’incrinatura di due costole, danno che gli ha consentito di prendere il via stamattina alla quarta tappa, da lui conclusa senza patire ritardi e al termine della quale ha così conservato la maglia di leader. Per sua fortuna quella odierna era una delle due tappe destinate ai velocisti, che prevedeva di percorrere 201 Km tra Rybnik e Cieszyn, affrontando tre salite “confinate” nella fase centrale del tracciato, con quasi 70 Km di strada a separare l’ultima ascesa dal traguardo.
Abbassata la bandierina del “via” sono andati subito in fuga tre corridori polacchi, Filip Maciejuk della Red Bull-Bora-Hansgrohe), Paweł Bernas e Michał Pomorski, questi ultimi in gara con le insegne della nazionale polacca. Controllato da Visma-Lease a Bike e Soudal-QuickStep, il gruppo ha lasciato che questo trio raggiungesse un vantaggio massimo di quasi 4 minuti, gap che inesorabilmente si è pian piano sbriciolato quando i tre sono arrivati al cospetto delle salite previste nella fase centrale, toccando i 2′20″ in vetta al GPM del Passo Przegibek, conquistato da Bernas. Nel frattempo esce dal gruppo principale il belga Timo Kielich (Alpecin – Deceuninck), che raggiunge gli uomini in fuga e va ad aggiudicarsi i due rimanenti traguardi della montagna, consolidando così il suo primato nella classifica degli scalatori, che ora domina con 41 punti, 18 in più rispetto a quello di Tomasz Budziński, altro elemento nella nazionale di casa. Terminate le salite Bernas si stacca e davanti rimangono Kielich e Maciejuk, con il primo che tira i remi in barca dopo aver conquistato anche i due traguardi volanti posti dopo la fine delle salite. Dal canto suo Maciejuk tenta di resistere e riesce a transitare in solitaria al primo passaggio dal traguardo, quando il suo vantaggio sul gruppo è di 50 secondi spaccati e iniziano le tre tornate del circuito cittadino di Cieszyn, un anello di 6.5 Km reso insidioso dalla presenza di una cinquantina di curve, da un breve tratto in pavè e, soprattuto per i velocisti, dal traguardo posto al termine di una breve salitella, 700 metri al 3.9%. Verso la fine del primo giro prova dal gruppo l’azione solitaria l’italiano Lorenzo Milesi (Movistar), che riesce ad agganciare la lepre Maciejuk quando all’arrivo mancano 15 Km e il vantaggio della testa della corsa è calato a 12 secondi, che rimangono praticamente stabili fino all’inizio dell’ultima tornata, quando i cronometri registrano ancora 10 secondi per i due attaccanti. L’inevitabile ricongiungimento avviene a 2.5 Km dal traguardo, subito prima dell’imbocco del breve tratto in pavè – 600 metri in tutto – che caratterizza il finale di corsa. Le operazioni che anticipano la volata vedono in pole position gli uomini della Groupama-FDJ, che riescono ad allungare il gruppo, poi alla squadra transalpina subentra la INEOS, che punta al bis con Ben Turner, già vincitore ieri della tappa neutralizzata. La doppietta, però, non riesce al britannico perchè alla sua ruota si piazza il francese Paul Magnier (Soudal Quick-Step), che parte di scatto subito prima della curva che introduce il breve rettilineo d’arrivo, riuscendo ad anticipare l’avversario allo sprint, mentre terzo si piazza il tedescol Tim Torn Teutenberg
(Lidl – Trek). Il miglior degli italiani è Alberto Bettiol (XDS Astana Team) che su piazza dodicesimo, con lo stesso tempo dei primi e sei posizioni nell’ordine d’arrivo prima di Lapeira che, come detto, non ha risentito dell’incrinatura alle costole e così ha conservato la maglia di leader con distacco immutato sul monegasco Victor Langellotti (INEOS Grenadiers), distanziato di otto secondi.
Domani è previsto l’arrivo nella più nota stazione di sport invernali della Polonia, ma la tappa che terminerà a Zakopane non si annuncia particolarmente difficile. Come nella frazione appena affrontata le ascese principali si dovranno superare nelle fasi centrale e pure in questi casi non s’inconteranno pendenze impegnative; isolata dal tutte le altre sarà la salita di 4 Km al 5.4% sulla quale si scollinerà a 13 Km dall’arrivo, ma non si tratta di un’asperità particolarmente “appetitosa”, anche perchè in vetta non sarà previsto il Gran Premio della Montagna. La classifica è ancora corta – i primi 35 corridori sono raccolti nello spazio di 59 secondi – e inevitabilmente ci sarà un po’ di bagarre, anche se per assistere alle “scintille” vere tra i big del Tour de Pologne si dovrà forse attendere la più complicata tappa di sabato.

Mauro Facoltosi

Paul Magnier vince la quarta tappa del Giro di Polonia (foto Luc Claessen/Getty Images)

Paul Magnier vince la quarta tappa del Giro di Polonia (foto Luc Claessen/Getty Images)

LÉO BISIAUX VINCE A VALPUESTA: STA NASCENDO UNA STELLA?

agosto 7, 2025 by Redazione  
Filed under Copertina, News

La tappa odierna della Vuelta a Burgos offre agli spettatori un finale molto combattuto, nel quale torna a mettersi in evidenza il nostro Ciccone. Ma nel duello fra l’italiano, spalleggiato dai connazionali Pellizzari e Fortunato, e il leader della UAE, il messicano Del Toro, la spunta il giovane neo professionista Bisiaux, che si era già fatto notare nella classica di San Sebastian e che assume di prepotenza il comando della classifica generale.

La terza tappa della Vuelta a Burgos parte dal monastero di San Pedro de Cardeña, pochi chilometri a est della città che dà il nome a questa corsa, punta con decisione a Nord in direzione di Bilbao e, dopo 184 chilometri che presentano molti saliscendi e ben 4 GPM, di cui uno di 1° categoria, torna indietro sino a raggiungere il centro di Valpuesta, situato a un centinaio di chilometri da Burgos. Il primo GPM è l’Alto de Barcina (7.1 km al 3.5%), 3a categoria, che arriva dopo 62 chilometri; il secondo è il Puerto de Ozeka, breve ma ripido (2.7 km al 8.6%), pure di 3a categoria, dopo 132 Km; poi la tappa entrerà nel vivo e si dovrà salires sull’Alto de Las Campas (4 km al 2.6%), 3a categoria, al chilometro 149, e infine arrivare in cima al Puerto de Orduña (8.1 km al 7.4%), 1a categoria, al chilometro 162, quando ne mancheranno 22 alla fine. Da un lato non ci sono dubbi che l’ultima salita provocherà una selezione importante, dall’altro la distanza dal traguardo sembra eccessiva per consentire un arrivo in solitaria a qualcuno dei grandi favoriti. È più probabile che la vittoria arrida a un “cacciatore di tappe” o che si assista a una volata ristretta all’interno di un gruppetto con tutti i migliori.
Si parte poco dopo mezzogiorno con una temperatura di 26 gradi destinata a salire sino a 35 e oltre e che certamente scoraggerà i corridori dal tentare azioni avventate. In maglia viola è lo spagnolo Roger Adrià (Red Bull – BORA – hansgrohe) davanti al francese Jordan Labrosse (Decathlon AG2R La Mondiale Team): sono ancora i primi due classificati della prima tappa, ma è probabile che stasera tutte le classifiche vedranno dei grandi cambiamenti. Occorrono ben 40 chilometri perché si formi una fuga promettente e finalmente parte un gruppetto composta da sei corridori di secondo piano (cinque spagnoli e un belga), il cui vantaggio supera rapidamente i cinque minuti. A passare primo in cima all’Alto de Barcina è il basco Gorka Sorarrain (Caja Rural – Seguros RGA) con il gruppo segue a circa 4 minuti. Sulla seconda salita la pendenza si fa sentire e alcuni corridori, fra cui il nostro Matteo Moschetti (Q36.5 Pro Cycling Team), vincitore ieri, iniziano a staccarsi mentre davanti i fuggitivi si frazionano: restano in testa il belga Sander De Pestel (Decathlon AG2R La Mondiale Team) e Sorarrain, che passa per primo anche sul secondo GPM. Il gruppo transita a 3 minuti, poi sulla terza salita cominciano a tirare gli uomini di Giulio Ciccone (Lidl – Trek), il che lascia sperare che il nostro corridore si sia pienamente ripreso dalla caduta dell’altro ieri e voglia tentare qualcosa per recuperare il distacco rimediato in quell’occasione. È invece Mikel Landa (Soudal Quick-Step), un altro dei grandi nomi presenti in questa corsa, a partire sulle ultime rampe dell’Alto de Las Campas. In cima al GPM transita per primo, ancora una volta, Sorarrain, sempre con De Pestel a ruota; gli altri fuggitivi sono stati ripresi e alle spalle del duo di testa c’è adesso il solo Landa. Quando inizia il quarto e ultimo GPM il gruppo ha ancora un minuto di mezzo di ritardo dalla coppia di testa, ancora inseguita da Landa. Presto il corridore basco desiste dall’inseguimento solitario, viene ripreso e finisce addirittura per essere staccato, mentre sono sempre gli uomini di Ciccone che mantengono alto il ritmo. A 4 chilometri dallo scollinamento cedono i primi due della classifica generale, Labrosse e Adrià. Subito dopo, finalmente, attacca Ciccone in compagnia del giovane francese Léo Bisiaux (Decathlon AG2R La Mondiale Team), mentre il gruppo si sfalda completamente. I due fuggitivi vengono ripresi in poche centinaia di metri, ma la nuova coppia di testa non riesce a fare il vuoto e alcuni corridori tra i più quotati, fra i quali Giulio Pellizzari (Red Bull – BORA – hansgrohe), Egan Bernal (INEOS Grenadiers) e Isaac del Toro (UAE Team Emirates – XRG), rimangono a breve distanza. È tuttavia Lorenzo Fortunato (XDS Astana Team) il primo a riportarsi su Ciccone e Bisiaux, seguito poco da Pellizzari, mentre sia Del Toro sia Bernal appaiono un po’ in difficoltà. Bisiaux transita primo sul Puerto de Orduña, poi in discesa anche Del Toro si riporta sul quartetto di testa; tutti gli altri rimangono indietro e non riusciranno più a rientrare. I cinque procedono di buon accordo sino al traguardo quando, con uno scatto improvviso a circa 600 metri dalla linea d’arrivo, parte il meno titolato del quintetto, Bisiaux, che coglie così la sua prima vittoria da professionista e si porta anche al comando della classifica generale. Ciccone è secondo, Pellizzari terzo (e diventa secondo in classifica generale con 22 secondi di ritardo). Gli altri corridori arrivano a piccoli gruppetti, con Bernal a circa 40 secondi e Landa addirittura a 2 minuti.
Terzo in classifica generale, dopo Bisiaux e Pellizzari, è ora Del Toro con 26 secondi di ritardo e anche Fortunato ha il medesimo distacco. Bernal è decimo, Ciccone è risalito al 16esimo posto in classifica, ma il suo ritardo è sempre di 1’36”. Per quanto riguarda le classifiche secondarie Bisiaux comanda anche quelle a punti e di miglior giovani, Carlos García Pierna (Burgos Burpellet BH) mantiene la leadership degli scalatori mentre la Red Bull – BORA – hansgrohe scavalca la Decathlon e la Bahrain – Victorious portandosi al vertice della classifica a squadre. Domani ci attende una tappa un po’ più breve, ma con due GPM nel finale; l’esito potrebbe essere simile a quello odierno, ma la cosa più interessante sarà vedere fin dove vorrà spingersi Bisiaux e c’è già chi ipotizza che possa addirittura conservare la maglia viola sino alla conclusione. Sta nascendo una nuova stella?

Andrea Carta

Bisiaux taglia in solitaria il traguardo di Valpuesta (foto EFE/Santi Otero)

Bisiaux taglia in solitaria il traguardo di Valpuesta (foto EFE/Santi Otero)

CADUTE IN POLONIA, TAPPA NEUTRALIZZATA E VITTORIA PER TURNER

agosto 7, 2025 by Redazione  
Filed under Copertina, News

Nella terza tappa del Giro di Polonia si sono riviste le stesse immagini trasmesse al Giro d’Italia, quando una maxi caduta costrinse l’organizzazione a interrompere e neutralizzare la tappa di Napoli ai fini della classifica per dar modo alle ambulanze di raggiungere gli ospedali e poi rientrare in corsa. In Campania la colpevole era stata la pioggia, stavolta la scelta di una strada non proprio perfetta, in discesa, stretta, tortuosa e con dei tratti in sterrato. Il capitombolo mandava a casa il secondo della classifica generale Mathias Vacek e coinvolgeva anche il leader della corsa Paul Lapeira, che riusciva comunque a concludere la tappa. Al traguardo vittoria del britannico Ben Turner

La terza tappa del Giro di Polonia da Wałbrzych a Wałbrzych doveva iniziare a dare qualche risposta in ottica classifica generale e le risposte ci sono state ma in negativo, visto che alcuni uomini di classifica hanno dovuto fare i conti con un caduta in discesa a circa 20 km dall’arrivo, avvenuta lungo una strada stretta e tortuosa che prevedeva anche tratti in sterrato. La bagarre per prendere le posizioni di testa prima della salita di Przełęcz Niedźwiedzica, che molto probabilmente avrebbe deciso le sorti della tappa, era fatale in particolare per il secondo della classifica generale Mathias Vacek (Team Lidl Trek), tra i ciclisti più malconci a causa della predetta caduta e costretto al ritiro. Fino a quel momento la tappa aveva visto la fuga di dieci ciclisti, ovvero Ide Schelling (Team XDS Astana), Anthony Perez (Team Cofidis), Reuben Thompson (Team Lotto), Mateusz Gajdulewicz (Nazionale Polacca), Pierre Thierry (Team Arkéa B&B Hotels), Kelland O’Brien (Team Jayco AlUla), Pepijn Reinderink (Team Soudal Quick-Step), Remi Cavagna (Team Groupama FDJ), Fabio Van den Bossche e Timo Kielich (Team Alpecin – Deceuninck). La squadra del leader della classifica generale Paul Lapeira (Decathlon AG2R La Mondiale) teneva a bada la fuga, che perdeva pezzi progressivamente. A 30 km dalla conclusione restavano in testa O’Brien e Reinderink. Quest’ultimo si sfilava e allo stesso tempo dal gruppo maglia gialla attaccavano Diego Ulissi (Team XDS Astana) e Lorenzo Milesi (Team Movistar). Il nuovo terzetto di testa era braccato dal gruppo maglia gialla che affrontava la discesa descritta precedentemente a tutta velocità, con caduta annessa. Oltre al già citato Vacek, tra gli uomini di classifica cadevano anche lo stesso Lapeira e Rafał Majka (UAE Team Emirates XRG), due rientravano nel gruppo principale. Intanto la tappa veniva neutralizzata a causa dell’assenza delle ambulanze al seguito della corsa, tutte impegnate nel trasportare in ospedale i corridori incidentati. I tre ciclisti in testa alla corsa venivano ripresi a poco più di un chilometro dall’arrivo e nella volata pro forma a vincere era Ben Turner (Team INEOS Grenadiers) che aveva la meglio su Pello Bilbao (Team Bahrain Victorious) e Andrea Bagioli (Teal Lidl Trek). Chiudevano la top five Jan Christen (UAE Team Emirates) in quarta posizione ed Arjen LivYns (Team Lotto) in quinta posizione. Turner ottiene così la prima vittoria stagionale mentre in classifica generale Lapeira resta in maglia gialla con otto secondi di vantaggio su Victor Langellotti (Team INEOS Grenadiers) e 12 secondi di vantaggio su Jan Christen (UAE Team Emirates XRG). Ora è in programma la quarta tappa da Rybnik a Cieszyn per 201.4 km con tre GPM posizionati nella parte centrale della tappa, tra il km 78 ed il km 132. I velocisti avranno una nuova possibilità per mettersi alla prova e Olav Kooij (Team Visma Lease a Bike) è pronto per bissare il successo della tappa inaugurale.

Antonio Scarfone

I corridori fermi in attesa della ripartenza della tappa (foto Luc Claessen/Getty Images)

I corridori fermi in attesa della ripartenza della tappa (foto Luc Claessen/Getty Images)

COLPO DI MOSCHETTI ALLA VUELTA A BURGOS, IMPALLINATI MALUCELLI E MOLANO

agosto 6, 2025 by Redazione  
Filed under News

In questi giorni la Spagna sembra portare fortuna ai nostri colori: dopo che sabato scorso Giulio Ciccone ha vinto la classica di San Sebastian, oggi i nostri “Mattei”, i velocisti Moschetti e Malucelli, sono arrivati rispettivamente primo e secondo nella volata di gruppo che ha concluso a Buniel una tappa con pochissime emozioni e che potrebbe essere stata la sola occasione offerta quest’anno agli sprinter dalla Vuelta a Burgos.

La seconda tappa della Vuelta a Burgos, a differenza della prima, è quasi interamente pianeggiante, pur continuando a percorrere gli altipiani della meseta a quasi 1000 metri di quota, nonostante non manchino frequenti saliscendi, mai tuttavia così impegnativi da trasformarsi in GPM, oggi del tutto assenti. Probabilmente vedremo i velocisti all’opera sul traguardo di Buniel, un paese situato poco ad ovest di Burgos, dove oggi si arriva dopo 162 chilometri.
La classifica di questa mattina rispecchia l’arrivo della tappa di ieri, con lo spagnolo Roger Adrià (Red Bull – BORA – hansgrohe) in maglia viola; dietro di lui il francese Jordan Labrosse (Decathlon AG2R La Mondiale Team) a 4 secondi (solo di abbuono). Il nostro Giulio Ciccone, che non sembra aver risentito della caduta di ieri, avvenuta mentre si stava giocando la vittoria di tappa con Adrià, Labrosse e Isaac del Toro (UAE Team Emirates – XRG), ha già un ritardo di 1’37”, non facile da recuperare in una corsa a tappe breve e priva di salite veramente impegnative.
La partenza è data alle 12.45 nel paese di Cilleruelo de Abaj con un tempo non solo sereno, ma molto caldo (ci sono già 28 gradi e ne sono previsti 35 nel pomeriggio). Nel giro di 3 chilometri parte una fuga con quattro corridori spagnoli di secondo piano, il più noto dei quali è forse il basco Txomin Juaristi (Euskaltel – Euskad), unico dei quattro ad aver vinto una corsa nella sua carriera (una tappa del Giro di Portogallo). Come spesso avviene i fuggitivi prendono facilmente molti minuti di vantaggio: dopo 30 chilometri i minuti sono quattro, poi il vantaggio inizia a calare progressivamente, anche se nel gruppo nessuno si dà particolarmente da fare. È solo a 50 chilometri dall’arrivo che inizia a tirare la UAE, forse sperando di far vincere la tappa al suo velocista Juan Sebastián Molano, già vincitore gli anni scorsi di tre tappe in questa stessa corsa. Quando mancano 40 chilometri il gruppo si trova a un minuto e mezzo dai fuggitivi, il cui vantaggio si riduce a un minuto scarso a 25 chilometri dal traguardo. A tirare passa allora la Q36.5 Pro Cycling Team, che probabilmente prepara la volata al suo specialista, il nostro Matteo Moschetti. L’avvicinamento a Burgos avviene in un panorama desertico, punteggiato solo dalle pale eoliche, e con la temperatura che va salendo rapidamente. A 18 chilometri dall’arrivo uno dei quattro fuggitivi cede e viene subito ripreso, mentre gli altri raggiungono il traguardo intermedio nell’abitato di Las Quintanillas con ancora una ventina di secondi di vantaggio; vi transita per primo l’altro corridore basco Iker Mintegi (Euskaltel – Euskadi). Fatalmente, quando mancano 9 chilometri all’arrivo la fuga ha termine e iniziano le manovre delle squadre in vista dell’inevitabile volata di gruppo. Il deserto lascia spazio a zone più antropizzate, dove qualche albero riesce persino a spezzare la monotonia di un paesaggio comunque affascinante. I corridori procedono ad oltre 60 km/h e nel gruppo nessuno tenta più la fuga: a due chilometri dalla fine la UAE si porta nuovamente in testa, ben presto affiancata dalla Decathlon AG2R La Mondiale Team e poi nuovamente dalla Q36.5. La volata è infine lanciata ed è talmente combattuta da rendere necessario il ricorso al fotofinish, dal momento che sono tre i corridori che tagliano simultaneamente la linea del traguardo: Moschetti, Molano e l’altro italiano Matteo Malucelli (XDS Astana Team). L’incertezza è tale che nessuno di loro esulta sino al responso della giuria, che assegna la vittoria a Moschetti, davanti a Malucelli e a Molano.
La classifica generale resta invariata, dal momento che ieri c’era stata un po’ di selezione sulla salita finale e i velocisti che oggi si sono contesi la vittoria erano rimasti attardati e non potevano scalare posizioni in classifica: Adrià resta quindi primo, davanti a Labrosse (primo fra i giovani) e al portoghese Afonso Eulálio (Bahrain – Victorious). Damiano Caruso (Bahrain – Victorious), primo degli italiani, è quarto. Adrià guida anche la classifica a punti, Carlos García Pierna (Burgos Burpellet BH), grazie alla lunga fuga di ieri, quella degli scalatori. Domani i corridori sono attesi da una tappa simile alla prima, con diversi GPM sul percorso e un arrivo in leggera salita: se qualcuno dei favoriti volesse mettersi in luce, l’occasione sembra propizia.

Andrea Carta

Moschetti, Malucelli e Molano piombano contemporaneamente sul traguardo di Buniel (foto Antonio Baixauli/Getty Images)

Moschetti, Malucelli e Molano piombano contemporaneamente sul traguardo di Buniel (foto Antonio Baixauli/Getty Images)

ADRIÀ PRIMO A BURGOS, CICCONE DI NUOVO A TERRA

agosto 5, 2025 by Redazione  
Filed under News

Era appena tornato a gareggiare, due mesi dopo l’infortunio al Giro d’Italia, ma la malasorte si è nuovamente accanita su Giulio Ciccone, finito a terra durante la volata in salita che ha posto termine alla prima tappa della Vuelta a Burgos. Mentre si attendono notizie sulle condizioni dell’abruzzese, che ha colpito l’asfalto con la spalla, va registrata la vittoria dello spagnolo Roger Adrià, che è riuscito a evitare il capitombolo innescato da Isaac del Toro e sulla rampa finale è riuscito a scavare un piccolo buco rispetto ai favoriti per il successo finale

Inizia oggi la breve corsa a tappe spagnola chiamata Vuelta a Burgos, una delle due (l’altra è il Giro di Polonia) che serve come preparazione per la ben più impegnativa Vuelta a España, che inizierà fra meno di tre settimane. Per questa ragione non mancano nomi illustri nel suo palmares (Delgado, Zulle, Rominger, Jalabert, Valverde e, per venire a tempi più recenti, Landa, Evenepoel e Roglič. I favoriti di questa edizione sono probabilmente Isaac del Toro (UAE Team Emirates – XRG) e Giulio Ciccone (Lidl – Trek), già protagonisti della Classica di San Sebastian tre giorni fa, e poi i nostri Lorenzo Fortunato (XDS Astana Team), quest’anno vincitore della classifica degli scalatori al Giro, Giulio Pellizzari (Red Bull – BORA – hansgrohe), quest’anno sesto al Giro, Davide Piganzoli (Team Polti VisitMalta) e Damiano Caruso (Bahrain – Victorious), quest’anno quinto al Giro. Per quanto riguarda gli altri stanieri vanno menzionati il già citatato poi Landa (Soudal Quick-Step), Jai Hindley (Red Bull – BORA – hansgrohe) ed Egan Bernal (INEOS Grenadiers, quest’anno settimo al Giro e sempre alla ricerca del pieno recupero dopo il grave incidente di qualche anno fa: tutti costoro, tranne Del Toro, dovrebbero in effetti essere alla partenza della Vuelta.
La corsa, come noto, si svolge sulla meseta spagnola intorno alla città di Burgos, dove le salite non mancano, anche se quelle più lunghe e famose si trovano altrove. Nella prima tappa, lunga ben 205 chilometri, vengono affrontati quattro GPM: l’Alto de Humada (3.1 km al 5.3%) dopo 38 chilometri (3a categoria), l’Alto de la Mazorra (7 km al 5.2%) dopo 130 Km (1a categoria), l’Alto del Aguilón (2.4 km al 4.1%) situato a 17 chilometri dal traguardo (2a categoria), e lo stesso arrivo a Burgos, con una piccola salita di 1 chilometro al 5% (3a categoria) che certamente taglierà le gambe ai velocisti puri, ammesso che rimangano nel gruppo che andrà a giocarsi la vittoria.
Si parte dal piccolo paese di Olmillos de Sasamón verso le 11.30, con un tempo nuvoloso e con temperature accettabili (ma la zona è famosa per il clima torrido, quasi desertico, ed è previsto che nei prossimi giorni faccia più caldo). Quasi subito prende il via una fuga con sei corridori di secondo piano, tutti spagnoli tranne il più noto, il passista belga Dries De Bondt (Decathlon AG2R La Mondiale Team), vincitore anni fa di una tappa al Giro. Sul primo GPM passa in testa lo spagnolo Javier Ibáñez (Caja Rural – Seguros RGA), col gruppo a circa tre minuti. Dopo molti chilometri in cui non succede nulla, in vista del secondo GPM tenta l’azione solitaria Carlos García Pierna (Burgos Burpellet BH), presto raggiunto da De Bondt; la coppia, con lo spagnolo in testa, transita in cima alla salita con un vantaggio sul gruppo, che intanto ha riassorbito gli altri quattro fuggitivi, che sfiora sempre i tre minuti. Lo spagnolo è primo anche sul terzo GPM, dopo di che i due fuggitivi cedono e vengono riassorbiti a circa 15 chilometri dalla conclusione. Il gruppo, ancora molto folto, ma senza i velocisti puri – che, come previsto, hanno ceduto sui saliscendi della meseta – si porta nei pressi di Burgos senza che avvengano attacchi seri sino ad 8 chilometri dalla fine, quando ne esce, con grande convinzione, il giovane spagnolo Samuel Fernández (Caja Rural – Seguros RGA). I favoriti si guardano un po’ troppo, il che permette a Fernández di guadagnare rapidamente ben 25 secondi, che a 3 chilometri dalla fine sono ancora 20. Il gruppo finalmente accelera, a due chilometri Fernández mantiene 15 secondi di vantaggio, poi solo 8 quando inizia la salita finale, non ripida ma resa difficile dalla pavimentazione selciata. A soli 500 metri dalla linea di arrivo il gruppo riprende Fernández e a questo punto tutti accelerano. È lo spagnolo Roger Adrià (Red Bull – BORA – hansgrohe) che si porta in testa e cerca di allungare. Alle sue spalle si muovono finalmente i migliori finché, nella foga dello sprint conclusivo Del Toro, in terza posizione, scivola, finisce in terra e Ciccone, alla sua ruota, gli finisce addosso facendo la stessa fine e sbattendo con violenza la spalla destra. Mancano appena 200 metri alla linea di arrivo e Adrià approfitta dell’incidente per fare un piccolo buco alle sue spalle e vincere la tappa davanti al solo corridore che gli è rimasto attaccato, il francese Jordan Labrosse (Decathlon AG2R La Mondiale Team). Il resto del gruppo arriva sfilacciato, con distacchi varabili dai 4 agli 11 secondi, ai quali andranno aggiunti in classifica generale gli abbuoni previsti per i primi tre classificati. Terzo è il portoghese Afonso Eulálio (Bahrain – Victorious); primo degli italiani è Caruso, quinto; primo dei grandi nomi è Bernal, ottavo. Del Toro rientra in coda al gruppo e limita i danni a soli 11 secondi di ritardo; peggio va a Ciccone, che arriva dopo 1’27”. Ancora due ore dopo la conclusione della tappa le sue condizioni, comunque non gravi, rimangono incerte. Sarebbe un peccato se la caduta avesse compromesso l’ottima condizione di forma in cui sembra trovarsi in questi giorni e c’è da sperare che la clavicola, uno dei punti più a rischio di un ciclista, si sia salvata nonostante la brutta caduta.

Andrea Carta

Roger Adrià si impone nella prima tappa della corsa iberica (foto Antonio Baixauli/Getty Images)

Roger Adrià si impone nella prima tappa della corsa iberica (foto Antonio Baixauli/Getty Images)

TOUR DE POLOGNE, PAUL LAPEIRA FULMINA TUTTI A KARPACZ

agosto 5, 2025 by Redazione  
Filed under News

Il francese della Decathlon AG2R sorprende i big negli ultimi 50 metri e conquista una tappa movimentata e spettacolare. Secondo Vacek, terzo Langellotti.

La prima parte della tappa odierna è stata movimentata, con un lungo circuito che ha incluso la salita di Przełęcz Kowarska e alcuni traguardi volanti a Kamienna Góra, Czarny Bór e Lubawka. Protagonisti iniziali quattro coraggiosi in fuga: Patrick Gamper (Jayco AlUla), Max Walker (EF Education-EasyPost), Tomasz Budziński e Patrick Stosz (nazionale polacca).
Il gruppo, inizialmente controllato dalla Visma-Lease a Bike del leader Olav Kooij, ha lasciato sfogare i battistrada per oltre 4 minuti, prima che UAE, Bahrain Victorious e Tudor alzassero il ritmo riducendo lo svantaggio. Il più combattivo è stato il britannico Walker, che ha provato l’azione di forza nell’ultimo circuito, arrivando a guadagnare oltre un minuto. Ma l’inseguimento orchestrato da Alpecin-Deceuninck e INEOS lo ha neutralizzato a 5 km dal traguardo, trasformando il finale in una sfida tra uomini di classifica e velocisti resistenti.Negli ultimi 3 km il gruppo si è selezionato: UAE e Decathlon AG2R hanno tirato a tutta, mentre Michał Kwiatkowski (INEOS) ha alzato ulteriormente il ritmo a 1 km dall’arrivo, facendo fuori diversi sprinter. Jan Christen (UAE) ha provato il colpo ai -400 metri, seguito da Finn Fisher-Black (RedBull-BORA), ma è stato Paul Lapeira a piazzare la stoccata decisiva: il francese ha sfruttato il lavoro del gruppo e negli ultimi 50 metri ha saltato tutti con un’accelerazione irresistibile, secondo posto per Mathias Vacek, terzo posto per Victor Langellotti.

Antonio Scarfone

POLONIA, LA PRIMA È DI OLAV KOOIJ: VOLATA VINCENTE DAVANTI A MAGNIER.

agosto 5, 2025 by Redazione  
Filed under News

Il talento olandese della Visma | Lease a Bike sceglie il momento giusto e resiste al ritorno di Magnier. Caduta nel finale a 1,7 km dal traguardo complica l’avvicinamento.

La corsa polacca si apre subito nel segno dei velocisti. In una frazione apparentemente disegnata per loro, i tentativi di fuga non hanno vita facile. Ci provano fin dalle prime pedalate Patryk Stosz (Polonia), Donavan Grondin (Arkéa-B&B Hotels), Lars Boven (Alpecin-Deceuninck) e Nadav Raisberg (Israel-Premier Tech). Quest’ultimo perde presto contatto, lasciando ai compagni di avventura la responsabilità di tenere viva la fuga, che raggiunge un vantaggio massimo di 2’30”.
Il gruppo, però, non concede troppo spazio: a dettare il ritmo ci pensano le corazzate Ineos Grenadiers, Visma | Lease a Bike e Soudal Quick-Step, che riducono il gap a un minuto e mezzo già dopo due ore di gara, con ancora oltre cento chilometri da percorrere.
Il momento più caldo della fase centrale arriva al traguardo volante di Polkowice, dove Stosz decide di alzare bandiera bianca e farsi riprendere. Grondin e Boven resistono ancora per una ventina di chilometri, ma anche loro vengono risucchiati dal plotone a 38 km dalla linea d’arrivo. È allora che Bauke Mollema (Lidl-Trek) rompe gli schemi: uno scatto deciso gli permette di conquistare il GPM di Prochowice, prima di rialzarsi e lasciare di nuovo spazio al gruppo compatto.
Da lì in poi, è pura bagarre. Negli ultimi sette chilometri le squadre dei velocisti si sfidano senza riuscire a costruire un vero treno. L’adrenalina sale, una caduta a 1,7 km dall’arrivo complica ulteriormente la situazione e il finale diventa un concentrato di caos e nervi saldi. Tim Torn Teutenberg (Lidl-Trek) lancia lo sprint troppo lungo e viene rimontato negli ultimi metri da Olav Kooij (Visma | Lease a Bike), che azzecca il timing perfetto e firma il primo successo della corsa, resistendo al ritorno rabbioso di Paul Magnier (Soudal Quick-Step).

Antonio Scarfone

TOUR DE FRANCE FEMMES: PAULINE FERRAND-PRÉVOT VINCE ANCHE L’ULTIMA TAPPA E CHIUDE DA REGINA IN GIALLO

agosto 3, 2025 by Redazione  
Filed under News

La campionessa francese si prende tutto: vittoria di tappa e maglia gialla. Vollering e Niewiadoma completano il podio. Gigante cede, Włodarczyk e Fisher-Black in top five.

Il Tour de France Femmes 2025 si chiude con un trionfo totale per Pauline Ferrand-Prévot. Dopo l’impresa sul Col de la Madeleine, la fuoriclasse della Visma ha dominato anche la nona e ultima tappa, con arrivo a Châtel, regalando alla Francia una vittoria dal sapore epico. A 44 anni dall’accoppiata di Hinault, il tricolore torna sul gradino più alto sia alla Parigi-Roubaix, sia al Tour.
Il finale è stato un copione perfetto per la Ferrand-Prévot: dopo aver controllato la corsa fino a 6.5 chilometri dal traguardo, ha piazzato l’attacco decisivo sullo strappo di Châtel, lasciando sul posto anche le più agguerrite inseguitrici. Demi Vollering (FDJ – SUEZ) e Katarzyna Niewiadoma (CANYON//SRAM zondacrypto) hanno completato il podio di tappa e quello finale, ma senza mai riuscire a impensierire la “regina” del Tour.
La giornata è iniziata con il tentativo di fuga delle compagne di squadra Anna van der Breggen e Femke Gerritse (Team SD Worx – Protime), poi raggiunte da Lotte Kopecky (Team SD Worx – Protime) e Lucinda Brand (Lidl – Trek). Nella discesa prevista in partenza incappavano in difficoltà la Ferrand-Prévot e Sarah Gigante (AG Insurance – Soudal Team), con la Visma costretta a ricucire lo strappo insieme alla AG Insurance. Sulla Côte d’Arâches-la-Frasse, la Van der Breggen ci riprova, mentre il gruppo delle big si assottiglia.
Sul Col du Joux Plane, salita più dura di giornata, cadono la Niewiadoma e Cédrine Kerbaol (EF Education-Oatly). La polacca si rialza subito, la francese fatica a rientrare. Intanto la Gigante lancia un primo attacco, ma poi cede in discesa sotto il forcing della Vollering. Sul Col du Corbier il gruppo si riduce a sei atlete: la Vollering, la Niewiadoma, la Ferrand-Prévot, Niamh Fisher-Black (Lidl – Trek), Dominika Włodarczyk (UAE Team ADQ) e Juliette Labous (FDJ – SUEZ).
Lo strappo finale di Châtel segna la svolta: la Vollering ci prova, ma è la Ferrand-Prévot a spezzare gli equilibri. Parte con potenza, lascia tutte dietro e vola verso il traguardo con la grazia e la ferocia delle grandi campionesse. Il suo Tour, il suo momento, la sua apoteosi.
Alle sue spalle la Vollering chiude a 20”, terza vittoria di tappa sfumata ma secondo posto in classifica generale confermato. La Niewiadoma è terza a 4’09”, ancora sul podio per il quarto anno consecutivo. La Gigante crolla in discesa, perde oltre tre minuti e scivola dalla seconda alla sesta posizione, mentre la Włodarczyk sorprende tutti con un quarto posto inatteso. La Fisher-Black, quinta, chiude un weekend da incorniciare.
La top ten si completa con la Labous, Évita Muzic (FDJ – SUEZ), la Kerbaol e Paul Rooijakkers (Fenix-Deceuninck), mentre per incontrare la prima ciclista italiana occore far scorrere la classifica fino al 13° posto, occupato dalla trentina Barbara Malcotti (Human Powered Health) con un passivo che sfiora la mezzora. Per quanto concerne le classifiche “secondarie”, Lorena Wiebes (Team SD Worx – Protime) imita
Jonathan Milan e si porta a casa a classifica a punti, Elise Chabbey (FDJ – SUEZ) è la leader tra le scalatrici, Nienke Vinke (Team Picnic PostNL) è la migliore tra le giovani, mentre la FDJ – SUEZ fa sua la speciale challenge riservata alle squadra.

Mario Prato

Pauline Ferrand-Prévot vince anche lultima tappa: è trionfo totale per la maglia gialla (foto Szymon Gruchalski/Getty Images)

Pauline Ferrand-Prévot vince anche l'ultima tappa: è trionfo totale per la maglia gialla (foto Szymon Gruchalski/Getty Images)

PAULINE FERRAND-PRÉVOT DOMINA IL COL DE LA MADELEINE E CONQUISTA LA MAGLIA GIALLA

agosto 3, 2025 by Redazione  
Filed under News

Nell’ottava e penultima tappa del Tour de France Femmes 2025, Pauline Ferrand-Prévot ha dato spettacolo sul leggendario Col de la Madeleine, imponendosi con autorità e guadagnandosi la prestigiosa maglia gialla a una tappa dal termine. La campionessa francese della Visma | Lease a Bike ha staccato tutte le avversarie nella lunga salita finale, tagliando il traguardo con un vantaggio di 1’45” su Sarah Gigante (AG Insurance-Soudal Team) e di 2’15” su Niamh Fisher-Black (Lidl-Trek), ultima superstite della fuga di giornata.

Pauline Ferrand-Prévot (Team Visma | Lease a Bike), nata a Reims nel 1992, è una ciclista poliedrica, capace di eccellere sia in corse a tappe, sia nelle gare di un giorno e nelle cronometro. Dopo un anno di transizione dalla mountain bike alla strada, la sua vittoria al Tour de France Femmes 2025 segna il coronamento di un sogno a lungo inseguito: indossare la maglia gialla nella gara più importante di Francia. Nel suo palmarès spiccano il Campionato del Mondo su strada nel 2014, La Freccia Vallone nel 2014 e la Parigi-Roubaix nel 2025, confermando il suo status di leader nel ciclismo femminile mondiale.
La tappa di 111,9 km, partita da Chambery, ha visto fin dai primi chilometri un susseguirsi di attacchi e tentativi di fuga. Riejanne Markus (Lidl – Trek) e Usoa Ostolaza (Laboral Kutxa – Fundación Euskadi) sono state le prime a guadagnare terreno, seguite da altre atlete di spicco come Elise Chabbey (FDJ – SUEZ) e Marion Bunel, compagna di squadra di Ferrand-Prévot. Il gruppo maglia gialla ha mantenuto un ritmo alto, soprattutto nelle discese, grazie a Lorena Wiebes (Team SD Worx – Protime) e Kimberly Le Court-Pienaar (AG Insurance – Soudal Team), con l’obiettivo di tenere sotto controllo la fuga e preparare l’attacco decisivo.
Ai piedi della salita finale il vantaggio delle fuggitive si è assottigliato fino a circa un minuto e mezzo. È qui che la Ferrand-Prévot ha sferrato il suo attacco vincente, coadiuvata dal prezioso lavoro della compagna Bunel. La francese ha staccato prima Sarah Gigante (AG Insurance – Soudal Team), poi ha recuperato e superato anche le ultime fuggitive, lasciandosi alle spalle ogni rivale.
“Sono emozionata e felice,” ha dichiarato Ferrand-Prévot. “La maglia gialla è il mio sogno da bambina. Questa vittoria è il risultato di un lavoro di squadra incredibile e di una preparazione maniacale. Il finale è stato durissimo, ma sono riuscita a gestire lo sforzo come in mountain bike, mantenendo la giusta soglia. Domani c’è l’ultima tappa, sarà difficile e dovrò dare ancora il massimo, ma oggi mi godo questo momento.”
Anche la compagna di squadra Marion Bunel ha espresso soddisfazione: “Siamo riuscite a mettere in pratica il piano alla perfezione. È stato un lavoro di squadra straordinario, proprio come quello visto in passato da Wout van Aert al Giro d’Italia. Ora dobbiamo restare concentrate fino alla fine.”
La Gigante, seconda a 1’45”, ha ammesso la forza della vincitrice e la fatica della sua giornata, specialmente nelle discese dove ha subito qualche difficoltà. “Sono felice del risultato e della mia squadra. Sto migliorando e il secondo posto è un ottimo segnale.”
Niamh Fisher-Black (Lidl – Trek), terza, ha conseguito il medesimo piazzamento anche in classifica generale, mentre Demi Vollering (FDJ – SUEZ), pur tentando la rimonta, ha pagato uno scarto di oltre tre minuti, complici gambe non al massimo secondo il suo direttore sportivo Lars Boom.
Nonostante il dominio della Ferrand-Prévot, l’ultima tappa con salite impegnative potrebbe riservare sorprese. Jos van Emden, DS della Visma-Lease a Bike, ha invitato alla prudenza: “Ora siamo sulla hot seat, non è ancora finita. Pauline è speciale, ma dovremo lottare fino all’ultimo chilometro.”
Il Tour de France Femmes 2025 entra quindi nell’atto conclusivo con la campionessa francese pronta a difendere il suo primato e la maglia gialla per la gioia dei tifosi di casa e degli appassionati di ciclismo femminile in tutto il mondo.

Mario Prato

Braccia al cielo per Pauline Ferrand-Prévot ai quasi 2000 metri del Col de la Madeleine (foto Tim de Waele/Getty Images)

Braccia al cielo per Pauline Ferrand-Prévot ai quasi 2000 metri del Col de la Madeleine (foto Tim de Waele/Getty Images)

« Pagina precedentePagina successiva »