ADRIÀ PRIMO A BURGOS, CICCONE DI NUOVO A TERRA

agosto 5, 2025
Categoria: Copertina, News

Era appena tornato a gareggiare, due mesi dopo l’infortunio al Giro d’Italia, ma la malasorte si è nuovamente accanita su Giulio Ciccone, finito a terra durante la volata in salita che ha posto termine alla prima tappa della Vuelta a Burgos. Mentre si attendono notizie sulle condizioni dell’abruzzese, che ha colpito l’asfalto con la spalla, va registrata la vittoria dello spagnolo Roger Adrià, che è riuscito a evitare il capitombolo innescato da Isaac del Toro e sulla rampa finale è riuscito a scavare un piccolo buco rispetto ai favoriti per il successo finale

Inizia oggi la breve corsa a tappe spagnola chiamata Vuelta a Burgos, una delle due (l’altra è il Giro di Polonia) che serve come preparazione per la ben più impegnativa Vuelta a España, che inizierà fra meno di tre settimane. Per questa ragione non mancano nomi illustri nel suo palmares (Delgado, Zulle, Rominger, Jalabert, Valverde e, per venire a tempi più recenti, Landa, Evenepoel e Roglič. I favoriti di questa edizione sono probabilmente Isaac del Toro (UAE Team Emirates – XRG) e Giulio Ciccone (Lidl – Trek), già protagonisti della Classica di San Sebastian tre giorni fa, e poi i nostri Lorenzo Fortunato (XDS Astana Team), quest’anno vincitore della classifica degli scalatori al Giro, Giulio Pellizzari (Red Bull – BORA – hansgrohe), quest’anno sesto al Giro, Davide Piganzoli (Team Polti VisitMalta) e Damiano Caruso (Bahrain – Victorious), quest’anno quinto al Giro. Per quanto riguarda gli altri stanieri vanno menzionati il già citatato poi Landa (Soudal Quick-Step), Jai Hindley (Red Bull – BORA – hansgrohe) ed Egan Bernal (INEOS Grenadiers, quest’anno settimo al Giro e sempre alla ricerca del pieno recupero dopo il grave incidente di qualche anno fa: tutti costoro, tranne Del Toro, dovrebbero in effetti essere alla partenza della Vuelta.
La corsa, come noto, si svolge sulla meseta spagnola intorno alla città di Burgos, dove le salite non mancano, anche se quelle più lunghe e famose si trovano altrove. Nella prima tappa, lunga ben 205 chilometri, vengono affrontati quattro GPM: l’Alto de Humada (3.1 km al 5.3%) dopo 38 chilometri (3a categoria), l’Alto de la Mazorra (7 km al 5.2%) dopo 130 Km (1a categoria), l’Alto del Aguilón (2.4 km al 4.1%) situato a 17 chilometri dal traguardo (2a categoria), e lo stesso arrivo a Burgos, con una piccola salita di 1 chilometro al 5% (3a categoria) che certamente taglierà le gambe ai velocisti puri, ammesso che rimangano nel gruppo che andrà a giocarsi la vittoria.
Si parte dal piccolo paese di Olmillos de Sasamón verso le 11.30, con un tempo nuvoloso e con temperature accettabili (ma la zona è famosa per il clima torrido, quasi desertico, ed è previsto che nei prossimi giorni faccia più caldo). Quasi subito prende il via una fuga con sei corridori di secondo piano, tutti spagnoli tranne il più noto, il passista belga Dries De Bondt (Decathlon AG2R La Mondiale Team), vincitore anni fa di una tappa al Giro. Sul primo GPM passa in testa lo spagnolo Javier Ibáñez (Caja Rural – Seguros RGA), col gruppo a circa tre minuti. Dopo molti chilometri in cui non succede nulla, in vista del secondo GPM tenta l’azione solitaria Carlos García Pierna (Burgos Burpellet BH), presto raggiunto da De Bondt; la coppia, con lo spagnolo in testa, transita in cima alla salita con un vantaggio sul gruppo, che intanto ha riassorbito gli altri quattro fuggitivi, che sfiora sempre i tre minuti. Lo spagnolo è primo anche sul terzo GPM, dopo di che i due fuggitivi cedono e vengono riassorbiti a circa 15 chilometri dalla conclusione. Il gruppo, ancora molto folto, ma senza i velocisti puri – che, come previsto, hanno ceduto sui saliscendi della meseta – si porta nei pressi di Burgos senza che avvengano attacchi seri sino ad 8 chilometri dalla fine, quando ne esce, con grande convinzione, il giovane spagnolo Samuel Fernández (Caja Rural – Seguros RGA). I favoriti si guardano un po’ troppo, il che permette a Fernández di guadagnare rapidamente ben 25 secondi, che a 3 chilometri dalla fine sono ancora 20. Il gruppo finalmente accelera, a due chilometri Fernández mantiene 15 secondi di vantaggio, poi solo 8 quando inizia la salita finale, non ripida ma resa difficile dalla pavimentazione selciata. A soli 500 metri dalla linea di arrivo il gruppo riprende Fernández e a questo punto tutti accelerano. È lo spagnolo Roger Adrià (Red Bull – BORA – hansgrohe) che si porta in testa e cerca di allungare. Alle sue spalle si muovono finalmente i migliori finché, nella foga dello sprint conclusivo Del Toro, in terza posizione, scivola, finisce in terra e Ciccone, alla sua ruota, gli finisce addosso facendo la stessa fine e sbattendo con violenza la spalla destra. Mancano appena 200 metri alla linea di arrivo e Adrià approfitta dell’incidente per fare un piccolo buco alle sue spalle e vincere la tappa davanti al solo corridore che gli è rimasto attaccato, il francese Jordan Labrosse (Decathlon AG2R La Mondiale Team). Il resto del gruppo arriva sfilacciato, con distacchi varabili dai 4 agli 11 secondi, ai quali andranno aggiunti in classifica generale gli abbuoni previsti per i primi tre classificati. Terzo è il portoghese Afonso Eulálio (Bahrain – Victorious); primo degli italiani è Caruso, quinto; primo dei grandi nomi è Bernal, ottavo. Del Toro rientra in coda al gruppo e limita i danni a soli 11 secondi di ritardo; peggio va a Ciccone, che arriva dopo 1’27”. Ancora due ore dopo la conclusione della tappa le sue condizioni, comunque non gravi, rimangono incerte. Sarebbe un peccato se la caduta avesse compromesso l’ottima condizione di forma in cui sembra trovarsi in questi giorni e c’è da sperare che la clavicola, uno dei punti più a rischio di un ciclista, si sia salvata nonostante la brutta caduta.

Andrea Carta

Roger Adrià si impone nella prima tappa della corsa iberica (foto Antonio Baixauli/Getty Images)

Roger Adrià si impone nella prima tappa della corsa iberica (foto Antonio Baixauli/Getty Images)

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