VUELTA 2021: PIU’ SPAZIO PER VELOCISTI E 9 ARRIVI IN SALITA

febbraio 12, 2021 by Redazione  
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Un percorso che ricalca un po’ l’idea generale degli ultimi anni, con 9 arrivi in quota e salite con pendenze impossibili, spesso poste in modo da incoraggiare le sparate degli ultimi chilometri piuttosto che attacchi studiati con una strategia generale. La vera novità sono le 7 frazioni riservate ai velocisti.

Scatterà dall’interno della cattedrale di Burgos l’edizione 2021 della Vuelta a Espana, con una breve cronometro di 7 chilometri. Contro il tempo sarà anche l’ultima frazione, che non si concluderà a Madrid come di consueto ma a Santiago di Compostela, come già accaduto nel 2014.
In generale, il percorso appare nella sostanza seguire la filosofia degli ultimi anni poichè ci sono 9 arrivi in salita e poche tappe nelle quale orchestrare un attacco strutturato, che non si risolva nella sparate sulle pendenze da ribaltamento della salita finale.
La vera novità sono le 7 tappe dedicate ai velocisti, in numero ben maggiore rispetto alle passate edizioni.
Se a questo conteggio aggiungiamo le due cronometro, ci si può rendere conto sin da subito che mancano quelle frazioni di media montagna, collina o comunque varie ed insidiose che nascondono spesso trabocchetti. Un vero peccato perché, come abbiamo sperimentato tante volte al Giro, quelle tappe spesso riservano più sorprese e più battaglia di un arrivo in quota.
Il chilometraggio a cronometro è in linea con gli ultimi anni, ma un po’ scarso, anche se c’è da dire che, per come sono piazzate le salite nelle tappe di montagna, le possibilità di scavare distacchi importanti tra uomini di classifica non sono elevatissime. Resta il fatto che le due cronometro sono piazzate male. Passi che prima e l’ultima tappa siano a cronometro, ma per far sì che fino alla fine possa succedere qualcosa sarebbe stato di gran lunga meglio piazzare una cronometro lunga a metà corsa e fare una crono finale di chilometraggio ridotto. Certamente con il vantaggio che i cronoman avrebbero accumulato con una crono quando le differenze sono ancora marcate, sarebbe stato legittimo aspettarsi azioni da lontano in quelle pochissime frazioni che lo permettono, lasciando comunque al contempo aperta la soluzione alla crono finale, un po’ come avvenuto al Giro quest’anno.
Una sola tappa oltre i 200 Km (circostanza che si commenta da sola) e massima quota ai 1967 metri dell’Alto Collado Venta Luisa, che verrà scalato nel corso della nona tappa con arrivo sull’Alto de Velefique.
Buona la scelta di inserire diverse salite inedite. Tra di esse spicca l’Alto de Gamoneitero, salita di categoria speciale a quota 1770, con pendenze molto severe specialmente negli ultimi 3 km tutti in doppia cifra, con punte del 23%. La tappa che vi giungerà assomiglia in modo davvero impressionante a quelle con l’Angliru e anche in questo caso si scaleranno il Puerto de San Lorenzo e gli “alti” della Cobertoria e del Cordal.
Peccato che, dallo scollinamento della Cobertoria ci siano 50 Km per andare ad attaccare la salita finale, con in mezzo un GPM di seconda categoria. Si profila, così, solo una battaglia a tutta sulle terribili pendenze che caratterizzano gli ultimi chilometri.
Esaurite le considerazioni generali andiamo a vedere le varie tappe.
Come già detto, si parte dall’interno della chiesa cattedrale di Burgos con una cronometro di 8 Km, giusto per iniziare con distacchi minimi. Dopo la seconda tappa che sarà per velocisti, subito un arrivo in quota di prima categoria ai 1500 metri del Picón Blanco, salita cara a Remco Evenepoel che quest’estate salutò tutti su quelle rampe, pochi giorni prima del terribile incidente al Lombardia. Si tratta di una tappa senza altre difficoltà altimetriche, eccetto due facili GPM di terza categoria. Ci sarà certamente bagarre nei chilometri finali, ma prima gli appassionati potranno farsi un sonno.
Le successive due tappe saranno riserva di caccia per i velocisti, mentre la sesta, dopo un percorso pianeggiante, proporrà un classico arrivo stile Vuelta sul muro finale. brevissimo e ripido, dell’Alto de la Montaña de Cullera, dove i distacchi saranno limitatissimi e dove alla Vuelta Valenciana dell’anno scorso si era imposto il futuro vincitore del Tour de France Tadej Pogačar.
La seconda tappa di montagna sarà la settima che, manco a dirlo, prevede l’arrivo in salita all’inedito Balcón de Alicante, ascesa con lunghissimi tratti in doppia cifra e punte del 16%. Prima di affrontare la salita finale sono previsti altri 5 GPM, ma nessuno di essi è in grado di fare selezione, anche perchè il più difficile è il primo, che verrà scalato dopo soli 17 chilometri. Inoltre, le pendenze della salita finale, che misura 10 Km, sconsigliano un attacco da lontano. Si tratta di una tappa in cui si supereranno solo una volta, e di pochissimo, i 1000 metri di quota.
Dopo l’ottava tappa, dedicata ai velocisti, la prima settimana si conclude con uno spauracchio, l’arrivo all’Alto de Velefique, ben noto agli appassionati perchè negli ultimi 17 anni è già stato proposto 5 volte e nel 2009 ospitò anche l’arrivo di una tappa, vinta dal canadese che nel 2012 vincerà il Giro d’Italia, Ryder Hesjedal. A 55 chilometri dal traguardo ci sarà il passaggio alla massima quota della Vuelta 2021, i 1967 metri dell’Alto de Venta Luisa, salita molto lunga (quasi 20 Km) con pendenze molto regolari, anche se verso il finale ci sono dei tratti all’8/9%. Il Velefique, invece, presenta i primi 4 chilometri duri – tra l’8 e il 10% – mentre i successivi sono molto regolari, sempre al 5/6%, e questo potrebbe favorire un attacco nei primi chilometri di salita per staccare i rivali,con l’obbiettivo di incrementare i distacchi nella seconda parte della salita. Se poi qualcuno avesse il coraggio di attaccare dal GPM di Venta Luisa la cosa potrebbe farsi interessante, ma è altamente improbabile che qualcuno azzardi un tentativo del genere alla nona tappa.
La decima frazione ha un finale interessante con il GPM di seconda categoria del Puerto de Almachar, posto a 16 Km dal traguardo di Rincón de la Victoria. C’è la possibilità di tentare la stoccata sulla salita e poi di andare all’arrivo sfruttando la discesa, al termine di una frazione più per cacciatori di tappe che per uomini di classifica. Anche la successiva tappa di Valdepeñas de Jaén prevede un GPM di seconda categoria a soli 8 Km dalla conclusione, al termine di una tappa senza particolari difficoltà, ma ha il traguardo posto in vetta ad un breve ma arcigno muro.
Di nuovo 16 Km per andare all’arrivo dopo l’Alto del 14% (così nelle altimetrie ufficiali), salita di seconda categoria con pendenze intuibili inserita nel finale nella successiva tappa con arrivo a Córdoba. Questa potrebbe essere una tappa interessante anche per gli uomini di classifica, che potrebbero darsi battaglia sulla salita e poi cercare di rimescolare le carte in discesa con attenzione, perché ci sarà anche qualche chilometro di pianura per andare all’arrivo. Un finale aperto ed imprevedibile.
Dopo una tredicesima tappa per velocisti, è previsto un altro arrivo in quota sul Pico Villuercas. Si tratta di una salita di 16 Km con pendenze non elevate (5/6%), che presenta due tratti al 10%, mille metri a metà alita e poi il chilometro finale. Non c’è molto spazio per fare la differenza, anche perché l’unica asperità che potrebbe provocare un primo distacco da incrementare successivamente è posta ad oltre 60 Km dalla conclusione ed il tratto intermedio prima della salita finale favorisce i recuperi e sconsiglia l’azione a lunga gittata. Si prevede, quindi, la sparata nel chilometro finale al 10%.
La quindicesima tappa prevede 4 GPM in rapida successione. La silhouette è attraente e non c’è neppure l’arrivo in quota, ma le salite sono poca cosa. Il Puerto de Mijares, salita di 22 Km piazzata a 38 Km dal traguardo di El Barraco, sembrerebbe l’ideale per inventarsi un attacco serio, ma le pendenze non superano mai il 6% e non c’è spazio per distanziare i big. Il Puerto San Juan de Nava a 5 Km dall’arrivo potrebbe ispirare un tentativo di forza bruta, ma anche in quel caso la cosa appare piuttosto complicata.
La terza settimana si apre con una tappa per velocisti, ma poi iniziano i fuochi d’artificio con una due giorni infernale nelle asturie. La prima delle due frazioni porterà i corridori ai celeberrimi Laghi di Covadonga, uno spettacolo naturale di rara bellezza con vista sui Picos de Europa. La salita è molto dura ed è preceduta da altri due GPM di prima categoria. Il vero problema è che dal penultimo GPM all’attacco della salita finale ci sono 30 Km di nulla, che impediscono una strategia di largo respiro. Va però detto che la salita ai laghi è di quelle sulle quali si può fare la differenza perchè si presta bene alle rasoiate degli scalatori, che devono essere in grado di dare continuità all’azione perché la salita non molla mai eccetto una breve discesa prima dell’ultima rampa. Non è una rampa di garage, le pendenze sono severe ma non estreme e si scatta che è una meraviglia. Salita da scalatori veri, i distacchi si possono fare.
Il giorno successivo è prevista la salita inedita più attesa, l’Altu d’El Gamoniteiru. Ha numeri molto simile all’Angliru, che tra l’altro si trova in linea d’aria a soli 4 Km chilometri da questo monte: chilometraggio, pendenza media e pendenza massima sono, infatti, paragonabili. Misura 15 Km, presenta una pendenza media del 9,79%, una massima al 23% e un solo breve tratto di recupero di un paio di chilometri a metà salita. Per il resto è un continuo stillicidio, non si scende mai sotto il 10% e ci sono continui tratti in cui l’inclinazione aumenta. Come la più classica delle tappe del vicino Angliru, è preceduto dai GPM dell’alto de San Lorenzo e dell’Alto de la Cobertoria, oltre al meno ostico Alto del Cordal. Ma, come ci ha insegnato la storia, in quelle tappe la corsa si fa solo sulla durissima salita finale, perché la paura di rimanere senza benzina sulle pendenze estreme è enorme, oltre al fatto che il Cordal non è proprio la salita sulla quale tentare un attacco e che la Cobertoria è un po’ troppo lontana dal finale ed è seguita da lungo tratto pianeggiante. L’ascesa finale è comunque di quelle che fanno male, i distacchi s faranno più per selezione naturale che per veri e propri allunghi, visto che le pendenze sono molto elevate.
C’è da dire che, come accaduto anche l’anno scorso, i tapponi finiscono presto perchè a questo punto mancano ancora tre tappe alla fine e le montagne sono finite.
La diciannovesima tappa è per velocisti, mentre la ventesima prevede diversi GPM a quote collinari, una tappa più adatta alle prime fasi di un GT che al finale. La frazione, che poteva essere interessante per la presenza di continui saliscendi, è rovinata dall’arrivo in salita al Castro de Herville (Mos), che impedirà di tentare il colpo a sorpresa e favorirà l’allungo finale.
I cronoman, dopo una corsa sulla difensiva, avranno il loro terreno solo nell’ultima tappa di Santiago di Compostela, nella quale le energie saranno al lumicino e le differenze tra specialisti e non si assottigliano notevolmente.
Insomma una corsa che desta sempre molte perplessità, moltissimi arrivi in salita, salite anche varie con diversi tipi di pendenze, ma tappe di montagna con un disegno che non convince. Quasi nessuna presenta un tracciato che invita a tentare l’impresa e si rischia di vivere dello scatto dell’ultimo chilometro in molte tappe.
I chilometraggi sono come al solito ridotti e solo una tappa supera (e di pochissimo) i duecento chilometri.
Non resta che attendere il via (oggettivamente spettacolare) e sperare che l’analisi qui proposta sia clamorosamente smentita dai fatti.

Benedetto Ciccarone

In sella verso la cima del Gamoniteiru (www.canalciclismo.com)

In sella verso la cima del Gamoniteiru (www.canalciclismo.com)

BALLERINI INFIAMMA LE PLAGES DELLA PROVENZA. TAPPA E MAGLIA PER L’ITALIANO

febbraio 11, 2021 by Redazione  
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Davide Ballerini della Deceuninck-QuickStep si impone in volata nella prima tappa in linea del Tour de la Provence 2021 bruciando Arnaud Démare (Groupama-FDJ) poco prima della linea del traguardo e partito troppo presto. La corsa è stata caratterizzata, verso metà percorso, da un interessante attacco di tre uomini con il campione del mondo Julian Alaphilippe (Deceuninck-QuickStep), Giulio Ciccone (Trek-Segafredo) e Gianni Moscon (Ineos Grenadiers) ripresi soltanto a due chilometri dal traguardo. Gran bella prova corale della squadra belga attenta a ricucire ed a tenere coperto Davide Bellerini bravissimo a finalizzare il gran lavoro del Wolfpack.

Il profilo della prima tappa in linea del Tour de Provence 2021 presupponeva un inizio di corsa scoppiettante ed infatti grazie alle numerose salite disseminate lungo i 179 Km da Aubagne a Six Four Les Plages l’attacco di giornata è portato da Lilian Calmejane (Ag2r Citroën Team) e Delio Fernandez (Delko) già dai primissimi chilometri sul Col de l’Espigoulier. Allo scollinamento la coppia al comando accumula un vantaggio poco superiore ai 5’. E’ nel successivo falsopiano prima e nel tratto in discesa dopo che il gruppo inizia ad organizzarsi e dimezzare lo svantaggio, con il gran lavoro della Groupama – FDJ per il designato capitano di giornata Arnaud Démare vista la possibilità di arrivo allo sprint. A dar man forte alla squadra francese si porta in testa al gruppo anche la Deceuninck-QuickStep quando all’imbocco della salita verso Montee de Brulat il vantaggio continua a diminuire per essere in pratica annullato nei 6 Km del gpm di terza categoria. Le carte vanno così a rimescolarsi ed in vista del tratto finale dell’ascesa spunta Giulio Ciccone (Trek-Segafredo) con poco dietro ad inseguire un duo di tutto rispetto composto da Gianni Moscon (Ineos Grenadiers) e da Julian Alaphilippe (Deceuninck-QuickStep). Sembra di assistere ad una classica del Nord. Con i tre che di comune accordo vanno ad impensierire un plotone apparso a questo punto della corsa non organizzato nel ricucire. La nuova fuga viaggia via con un vantaggio massimo di 1’:25” fino ai piedi dell’ultimo gpm di giornata il Montée du Camp con i suoi 4,9 km al 3,7% di media. Grazie questa volta al lavoro di Arkea-Samsic e UAE Team Emirates il gruppo si trova, allo scollinamento, a soli 35” con 27 Km alla conclusione senza difficoltà altimetriche. Troppo poco per i tre in avanscoperta nonostante la indiscussa qualità, e lo sa bene il gruppo inseguitore che deve impegnarsi a fondo nel portare gli uomini veloci a giocarsi la vittoria di tappa. Sono le squadre dei velocisti quindi a coordinare nuovamente le operazioni di recupero, con ancora una volta, la Groupama-FDJ a far un grande lavoro in testa al gruppo a cui si aggiunge il contributo degli uomini della Lotto Soudal e della UAE Team Emirates. Soltanto ai meno 2Km avviene il ricongiungimento, gruppo compatto. Davanti prende subito forma il treno della Deceuninck-QuickStep con anche Alaphilippe, inesauribile, a dare un ultimo contributo, questa volta per Davide Ballerini. Tra i “vagoni” belgi prova ad inserirsi il francese Arnaud Démare lasciato subito al vento da Kasper Asgreen (Deceuninck-QuickStep) a fare il vuoto e così costringere il francese a partire lungo con vento in faccia. Da dietro, ben coperto e poi lanciato dai compagni di squadra, Davide Ballerini, rimonta il francese e lo passa sulla destra e verso centro strada negli ultimi metri con una “volata” da seduto, in progressione e di forza.

Antonio Scarfone

La vittoria di Davide Ballerini a Six-Four-Les-Plages (fonte: Agence Zoom)

La vittoria di Davide Ballerini a Six-Four-Les-Plages (fonte: Agence Zoom)

GANNA VINCE ANCHE LA CRONO DI ALÈS. A WELLENS L’ÉTOILE 2021

febbraio 7, 2021 by Redazione  
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Filippo Ganna (Team INEOS Grenadiers) non tradisce le attese e vince la cronometro di Alès nel giorno conclusivo dell’Etoile des Besseges 2021 bissando il successo della tappa di ieri. Tim Wellens (Team Lotto Soudal) controlla i diretti inseguitori forte di un vantaggio già consistente e vince con merito la breve corsa francese.

Filippo Ganna (Team INEOS Grenadiers) non si smentisce e conferma lo status di campione del mondo a cronometro vincendo con autorità l’ultima tappa dell’Etoile des Besseges 2021. Il talento piemontese conclude i 10 km e 700 metri del circuito di Alès in 15 minuti netti, precedendo Benjamin Thomas (Team Groupama FDJ) di 10 secondi ed il compagno di squadra Ethan Hayter di 21 secondi. Tim Wellens (Team Lotto Soudal), ottimo quarto a 29 secondi di ritardo da Ganna, blinda il primo posto in classifica generale. Chiude la top five Christophe Laporte (Team Cofidis) a 31 secondi di ritardo. Nella top ten da segnalare anche il settimo posto di Alberto Bettiol a 35 secondi di ritardo da Ganna. Come detto, Wellens vince meritatamente la breve corsa francese, praticamente dominando la classifica generale grazie alla vittoria nella terza tappa ed all’ottima cronometro di oggi. Il belga vince con un vantaggio di 53 secondi su Michal Kwiatkowski (Team INEOS Grenadiers) e 59 secondi su Nils Politt (Team Bora Hansgrohe). Chiudono la top five generale Jack Stewart (Team Groupama FDJ), quarto ad 1 minuto e 2 secondi di ritardo e Mads Wurtz Schmidt (Team Israel Start-Up Nation) ad 1 minuto e 19 secondi di ritardo. Per quanto riguarda le altre classifiche, Christophe Laporte (Team Cofidis) si aggiudica quella a punti, Alexandre Delettre (Team Belko) quella GPM mentre Jake Stewart (Team Groupama FDJ) è il miglior giovane. Il calendario europeo del ciclismo vedrà ancora la Francia protagonista visto che giovedì 11 febbraio inizia il Tour de Provence, corsa a tappe di quattro giorni che avrà il clou sabato con l’arrivo in quota a Chalet Reynard, ‘anticamera’ del Mont Ventoux.

Giuseppe Scarfone

Filippo Ganna in azione nella cronometro finale di Ales (fonte: Getty Images)

Filippo Ganna in azione nella cronometro finale di Ales (fonte: Getty Images)

L’ÉTOILE DI GANNA RISPLENDE ANCHE IN FRANCIA, WELLENS SEMPRE PRIMO.

febbraio 6, 2021 by Redazione  
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Filippo Ganna (Team INEOS Grenadiers) compie l’impresa nella quarta tappa dell’Etoile des Besseges 2021. Dopo 140 km di fuga insieme ad altri quattro ciclisti, lascia la compagnia a meno di 10 km dal termine con il gruppo in forte rimonta ormai a 10 secondi di ritardo e grazie alle sue doti di cronoman – non per niente è il campione mondiale della specialità in carica – allunga e torna a guadagnare preziosi secondi di vantaggio che gli permettono di trionafre tutto solo sul traguardo di Saint Siffret. Tim Wellens (Team Lotto Soudal) resta primo in classifica generale e domani nella cronometro conclusiva gli basterà controllare la situazione per ottenere la vittoria finale.

La consueta verve di inizio stagione ieri ha consentito a Tim Wellens (Team Lotto Soudal) di andare in fuga e contrattaccare in un finale a lui congeniale, sfruttando anche la superiorità dei compagni di squadra. Il risultato è stato la vittoria di tappa e la prima posizione in classifica generale. Il belga riparte oggi da Rousson con la convinzione, per non dire la certezza, di vincere l’Etoile des Besseges 2021. Una tappa sulla carta movimentata, la quarta, con arrivo a Saint Siffret dopo 151.6 km, visto che sono in programma due GPM in un tracciato che ha pochissima pianura. Dopo la partenza da Rousson il gruppo affrontava immediatamente la Cote de Lusson e a differenza di ieri lasciava partire la fuga formata da cinque ciclisti: Filippo Ganna (Team INEOS Grenadiers), Anthony Perez (Team Cofidis), Alexys Brunel (Team Groupama FDJ), Ludovic Robeet (Team Bingoal) e Dries De Bondt (Team Alpecin Fenix). La Lotto Soudal controllava la situazione e concedeva alla fuga un vantaggio massimo inferiore ai 4 minuti. I fuggitivi transitavano sul primo dei due passaggi del circuito finale di Saint Siffret con un vantaggio di 2 minuti e 30 secondi sul gruppo. Oltre alla Lotto Soudal, nelle prime posizioni del gruppo erano presenti anche gli uomini della Total Direct Energie, dell’EF Education Nippo e della B&B Hotels. A 50 km dall’arrivo la fuga aveva 1 minuto e 40 secondi di vantaggio sul gruppo. A 30 km dall’arrivo il gruppo all’inseguimento riduceva ulteriormente il ritardo sui fuggitivi, che adesso era di un solo minuto. Un contrattacco nel gruppo inseguitore con Alberto Bettiol (Team EF Education Nippo), Anthony Turgis e Pierre Latour (Team Total Direct Energie ) rimpolpava il numero uomini in fuga che in questo modo provavano a riaccendere le speranze di vittoria. A 10 km dall’arrivo però erano soltanto 10 i secondi di vantaggio sul gruppo che sembrava sempre più vicino al ricongiungimento. Filippo Ganna accelerava lasciandosi alle spalle i compagni di fuga e nonostante gli oltre 140 km già in fuga pareva non avvertire la fatica, tanto che accumulava un vantaggio superiore ai 40 secondi a meno di 4 km dall’arrivo. Il campione del mondo a cronometro dava tutto e tagliava il traguardo con 17 secondi di vantaggio sul gruppo regolato da Christophe Laporte (Team Cofidis) mentre terzo era Pascal Ackermann (Team Bora Hansgrohe). Ganna ottiene la prima vittoria stagionale e domani è atteso al bis nella cronometro individuale. Tim Wellens (Team Lotto Soudal) è sempre primo in classifica generale con 44 secondi di vantaggio su Edward Theuns (Team Trek Segafredo) e 46 secondi di vantaggio su Mads Wurtz Schmidt (Team Israel Start-Up Nation). Domani l’Etoile des Besseges giunge all’atto conclusivo con la cronometro individuale di 10.7 km all’interno del circuito di Alès. Wellens ha già un piede e mezzo sul gradino più alto del podio e gli basterà gestire un vantaggio consistente sugli immediati inseguitori.

Giuseppe Scarfone

Filippo Ganna in fuga nella quarta tappa dellEtoile des Besseges (fonte: Getty Images)

Filippo Ganna in fuga nella quarta tappa dell'Etoile des Besseges (fonte: Getty Images)

ATTACCO, ERGO SUM. TIM WELLENS VINCE UNA BATTAGLIATA TAPPA DI ATTACCHI E CONTRATTACCHI

febbraio 5, 2021 by Redazione  
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Nella terza tappa dell’Etoile des Besseges, una fuga di qualità composta da 17 ciclisti sorprende l’ex leader di classifica Christophe Laporte (Team Cofidis) che dice addio ai sogni di gloria. Tim Wellens (Team Lotto Soudal) attacca ulteriormente a circa 15 km dall’arrivo mantenendo un vantaggio sufficiente a vincere e soprattutto a ipotecare la vittoria nella breve corsa a tappe francese.

La terza tappa dell’Etoile des Besseges sembra dal punto di vista altimetrico una fotocopia della precedente. Sono 154.8 i km che i ciclisti dovranno percorrere da Besseges a Besseges con una prima parte abbastanza movimentata che culmina con il passaggio su tre gpm – Col des Portes du Chateau, Cote des Brousses e Cote de Tharaux – i quali dovrebbero movimentare in particolar modo la classifica dedicata. La seconda parte invece è priva di significative difficoltà e ci aspettiamo che la fuga venga ripresa in vista del finale riservato ancora una volta ai velocisti. Il primo tentativo di fuga dopo la partenza da Besseges era portato da Milan Menten (Team Bingoal WB), Alexis Gougeard (Team AG2R Citroen), Alexandre Delettre (Team Delko), Lars van den Berg (Team Groupama FDJ) e Dries De Bondt (Team Alpecin Fenix). Il quintetto guadagnava una ventina di secondi di vantaggio sul gruppo che però reagiva e annullava l’azione, anche se Gougeard riusciva a transitare per primo sul Col des Portes du Chateau. Un nuovo tentativo veniva inaugurato poco dopo nientedimeno che Vincenzo Nibali (Team Trek Segafredo), che attaccava insieme a Ben Hermans (Team Israel Start-Up Nation) ed Anthony Perez (Team Cofidis). Anche questa volta il gruppo reagiva immediatamente e restava ancora compatto dopo circa 20 km dalla partenza. Le fasi iniziali della terza tappa confermavano l’effervescenza della stessa e soprattutto di uomini da classifica. Infatti Nibali ci riprovava, questa volta insieme a Tim Wellens (Team Lotto Soudal), Egan Bernal (Team INEOS Grenadiers), Greg Van Avermaet (Team AG2R Citroen) ed Alberto Bettiol (Team EF Education Nippo). Il gruppo annullava ancora una volta questo nuovo tentativo. Dopo 40 km dalla partenza, la fuga doveva ancora partire. Sulla Cote des Brousses, secondo GPM di giornata, il gruppo era molto allungato. Tra i più attivi in testa al gruppo si segnalava la coppia INEOS formata da Egan Bernal e Michal Kwiatkowski, Greg Van Avermaet, Tim Wellens e Philippe Gilbert (Team Lotto Soudal). Il drappello di testa, formato da una ventina di ciclisti, riusciva finalmente ad andare in fuga dopo circa 60 km. Al loro inseguimento, ad oltre 2 minuti di ritardo, il gruppo cercava di controllare la situazione tirando in testa con uomini del Team Cofidis e del Team EF. Il gruppo di testa restava unito dandosi cambi regolari e a 20 km dall’arrivo aveva ancora un vantaggio di 1 minuto e 40 sul gruppo principale. A circa 15 km dall’arrivo, iniziavano scatti e contro scatti tra i fuggitivi. Il Team Lotto Soudal poteva gestire al meglio la fase finale. Era Wellens a tentare il contrattacco e Gilbert e Oldani facevano da stopper. Sfruttando questa tattica, Wellens allungava e aumentava il vantaggio sugli ex compagni di fuga. Bernal faceva quello che poteva per tentare di ricucire sullo scatenato belga, sforzandosi per riportare davanti Kwiatkowski, che aveva avuto qualche difficoltà in un tratto in discesa. Ma ormai Wellens era andato e coronava meritatamente la vittoria sul traguardo di Besseges. A 37 secondi Edward Theuns (Team Trek Segafredo) regolava il gruppetto dei battuti con Mads Wurtz Schmidt (Team Israel Start-Up Nation) terzo. Wellens ottiene così la prima vittoria stagionale ma soprattutto si issa al primo posto in classifica generale con 44 secondi di vantaggio su Theuns e 46 secondi di vantaggio su Wurtz Schmidt. Ormai la vittoria finale dell’Etoile de Besseges, a due tappe dal termine, salvo sorprese si giocherà tra i fuggitivi di oggi, visto il ritardo del gruppo superiore al minuto e con Wellens naturalmente il pole position per la vittoria finale. Domani è in programma la quarta tappa da Rousson a Saint Siffret lunga 151.6 km che, insieme alla cronometro individuale di domenica, potrebbe dire molto in termini di classifica generale. Dopo due GPM nei primi 40 km, i ciclisti dovranno affrontare diversi mangia e bevi, specialmente nei 50 km finali in cui ci sarà pochissima pianura.

Giuseppe Scarfone

La vittoria di Tim Wellens a Besseges (fonte: Getty Images)

La vittoria di Tim Wellens a Besseges (fonte: Getty Images)

DUPONT SFRECCIA A LA CALMETTE. LAPORTE RESTA LEADER DELLA GENERALE.

febbraio 4, 2021 by Redazione  
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A La Calmette una volata funestata da un paio di cadute nel finale di tappa – l’ultima della quale nella rotatoria a 400 metri dall’arrivo – vede la vittoria di Timothy Dupont (Team Bingoal-Wallonie Bruxelles) che ha la meglio su Pierre Barbier (Team Delko Marseille) e Giacomo Nizzolo (Team Qhubeka Assos). Christophe Laporte (Team Cofidis) resta leader della classifica generale. Domani terza tappa ancora favorevole ai velocisti.

La seconda tappa dell’Etoile des Besseges sulla carta arride alle ruote veloci, considerando il tracciato complessivo di 154 km che pur prevedendo tre GPM nei primi tre quarti di tappa, presenta un finale sostanzialmente pianeggiante. Nacer Bouhanni (Team Arkea Samsic), in grande spolvero ieri nella prima tappa e secondo soltanto a Christophe Laporte (Team Cofidis), per quanto fatto vedere ieri si candida a ruolo di protagonista, anche se dovrà fare i conti con velocisti di altissimo profilo come Giacomo Nizzolo (Team Qhubeka Assos), Pascal Ackermann (Team Bora Hansgrohe). In tutto ciò vedremo se Laporte riuscirà a mantenere il primato in classifica generale. Dopo la partenza da Saint-Geniès-de-Malgoirès, da dove non prendeva il via Michael Valgren (Team EF Education Nippo), erano in cinque ad andare in fuga: Ludovic Robeet (Team Bingoal-Wallonie Bruxelles), Alexandre Delettre (Team Delko Marseille), Tony Hurel (Team St Michel), Maximilian Picoux (Roubaix) e Vojtech Repa (Team Kern Pharma). Il gruppo controllava i fuggitivi e concedeva loro un vantaggio non superiore ai 4 minuti. Erano in particolare gli uomini del Team Cofidis e del Team Total Direct Energie che si alternavano in testa. A 50 km dal termine il vantaggio della fuga era sceso a 2 minuti. Robeet era l’ultimo ad arrendersi all’impetuoso inseguimento del gruppo. A 20 km dalla conclusione il ciclista del Team Bingoal aveva soltanto 50 secondi da gestire ma le squadre dei velocisti ormai facevano sul serio e riprendevano Robeet quando mancavano 10 km all’arrivo di La Calmette. Anche questa volta, come nella tappa inaugurale, il finale veniva funestato da due cadute. La prima metteva fuori gioco una decina di ciclisti a circa 4 km dall’arrivo; la seconda, più spettacolare e probabilmente anche con le conseguenze peggiori per qualche ciclista, avveniva nelle primissime posizioni del gruppo lanciatissimo in corrispondenza della rotatoria situata a 400 m dall’arrivo. La volata premiava Timothy Dupont (Team Bingoal-Wallonie Bruxelles), alla prima affermazione stagionale, che si imponeva su Pierre Barbier (Team Delko Marseille) e Giacomo Nizzolo (Team Qhubeka Assos). Rudy Barbier (Team Israel Start-Up Nation) e Christophe Laporte (Team Cofidis) chiudevano la top five in quarta e quinta posizione. In classifica generale Laporte resta primo con 2 secondi di vantaggio su Dupont e 4 secondi di vantaggio su Nacer Bouhanni (Team Arkea Samsic). Domani è in programma la terza tappa da Besseges a Besseges. Dal punto di vista altimetrico ci troviamo di fronte alla fotocopia della tappa di oggi: poco più di 154 km con tre GPM concentrati nei primi 80 km del tracciato. I velocisti avranno quasi sicuramente un’altra opportunità per contendersi la vittoria.

Giuseppe Scarfone

La vittoria di Dupont a La Calmette (fonte: Getty Images)

La vittoria di Dupont a La Calmette (fonte: Getty Images)

LAPORTE STELLA DI BELLEGARDE. TAPPA E MAGLIA PER IL PROVENZALE

febbraio 3, 2021 by Redazione  
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A Bellegarde Christophe Laporte (Team Cofidis) vince la prima tappa dell’Etoile des Besseges 2021 battendo sull’insidioso strappo finale Nacer Bouhanni (Team Arkea Samsic) e Mads Pedersen (Team Trek Segafredo). Il provenzale è il primo leader della breve corsa a tappe francese che domani nella seconda tappa dovrebbe dare spazio ai velocisti.

La stagione ciclistica europea iniziata praticamente con il GP La Marseillaise prosegue in Francia con l’Etoile des Besseges, corsa che vede al via nomi altisonanti come Egan Bernal e Geraint Thomas (Team INEOS Grenadiers), Vincenzo Nibali (Team Trek Segafredo), Tim Wellens (Team Lotto Soudal) e Greg Van Avermaet (Team AG2R Citroen). Sono cinque le tappe in programma, con l’ultima a cronometro lunga quasi 11 km e che dovrebbe decidere il vincitore finale. Ma già la prima tappa di 143.5 km , con l’arrivo a Bellegarde su uno strappetto con pendenze che arrivano al 10%, può dire già molto in ottica classifica generale: gli scattisti finisseur sono attesi al primo squillo stagionale anche se i velocisti non sono completamente tagliati fuori. Da segnalare che la squadra belga Sport Vlaanderen – Baloise non prendeva il via a causa di una sospetta positività di un membro dello staff al coronavirus. Dopo la partenza, sempre da Bellegarde, si formava la fuga composta da tre ciclisti: Alexandre Delettre (Team Delko Marseille), Tom Paquot (Team Bingoal-Wallonie Bruxelles) e Louis Louvet (Team St Michel). A 100 km dal termine il terzetto di testa poteva vantare un vantaggio di circa 7 minuti sul gruppo tirato dagli uomini dell’AG2R Citroen, tutti al lavoro per Greg Van Avermaet. A 60 km dall’arrivo il vantaggio della fuga si era ridotto a 3 minuti. In testa al gruppo era presente anche un uomo della Bora Hansgrohe, al lavoro presumibilmente per Pascal Ackermann, anche se la squadra tedesca come uomo di classifica può contare anche su Felix Grossschartner. Delettre transitava in prima posizione sul primo dei due passaggi sulla Cote de la Tour, valido come traguardo GPM. La seconda volta avrebbe visto il passaggio del vincitore di tappa e di conseguenza del primo leader dell’Etoile des Besseges 2021. A 15 km dal termine erano molte le squadre a farsi vedere nelle prime posizioni del gruppo, tra cui Ineos Grenadiers e Lotto Soudal. Anche la Trek Segafredo si faceva notare dal momento che poteva contare su un terzezzo niente male come Vincenzo Nibali, Bauke Mollema e Mads Pedersen. I fuggitivi venivano ripresi a 10 km dall’arrivo. A 6 km dal termine una caduta metteva fuori causa una ventina di ciclisti; i pesci più grossi coinvolti erano Felix Grossschartner (Team Bora Hansgrohe) ed Alberto Bettiol (Team EF Education First) che dicevano così addio alle ambizioni di classifica generale. La vittoria finale se la giocava una cinquantina di ciclisti. Era un redivivo Nacer Bouhanni (Team Arkea Samsic) a scattare nel tratto più duro dello strappo finale, a circa 300 metri dall’arrivo. Alle sua ruota si incollava Christophe Laporte (Team Cofidis) che a sua volta effettuava il sorpasso a poco più di 100 metri dall’arrivo ed andava a vincere davanti a Bouhanni. In terza posizione a 2 secondi di ritardo si classificava Mads Pedersen (Team Trek Segafredo) mentre chiudevamo la top five Giacomo Nizzolo (Team Qhubeka Assos) in quarta posizione e Michal Kwiatkowski (Team INEOS Grenadiers) in quinta posizione. Delude invece Greg Van Avermaet (Team AG2R) che dopo aver fatto lavorare la squadra per molti km è solamente 15° Laporte, vincitore dell’Etoile des Besseges nel 2019, ottiene la prima vittoria stagionale e veste la prima maglia di leader con 4 secondi di vantaggio su Bouhanni e 8 secondi di vantaggio su Pedersen. Domani è in programma la seconda tappa da Saint Geniès de Malgoirès a La Calmette per un totale di 154.1 km, il cui percorso sembra adatto sulla carta ad un arrivo in volata a ranghi abbastanza compatti. I ciclisti dovranno affrontare tre GPM, l’ultimo dei quali posto ad una quarantina di km dall’arrivo. Nel finale è previsto il passaggio su un cosiddetto zampellotto che potrebbe appesantire le gambe di qualche velocista. Da quanto visto nella prima tappa Nacer Bouhanni ha le carte in regola per fare bene e insidiare anche Laporte per la prima posizione della classifica generale.

Giuseppe Scarfone

La vittoria di Laporte a Bellegarde (fonte: Getty Images)

La vittoria di Laporte a Bellegarde (fonte: Getty Images)

MARSEILLAISE, PARET-PEINTRE INAUGURA IL CALENDARIO FRANCESE

febbraio 1, 2021 by Redazione  
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Quarantaduesima edizione del Gran Prix Ciclistico di Marsiglia vinto allo sprint dal giovane francese Aurélien Paret-Peintre della AG2R Citroen Team.

Corsa che inaugurava la stagione ciclistica in Francia, dove 119 ciclisti suddivisi in 17 squadre, tra cui moltissime del World Tour, si sfidavano per le strade di Marsiglia. Percorso movimentato di quasi 172 chilometri, dove si entrava nel vivo ad una trentina di chilometri dal traguardo quando venivano ripresi i fuggitivi di giornata. Una volta che il gruppo era compatto, partivano all’attacco sulla salita della Route des Crêtes Tim Wellens della Lotto Soudal e Simon Carr della Ef Education Nippo. Il gruppo riusciva a ricucire, ma si allungava pericolosamente con la perdita di molte ruote veloci per la strada.

A poco più di 10 chilometri dalla linea d’arrivo, sul Col de la Ginestre, dal gruppo principale composto da una ventina di corridori attaccavano Benjamin Thomas (Groupama FDJ), Odd Eiking (Intermarchè Wanty Gobert), Andreas Kron (Lotto Soudal) e ancora una volta Simon Carr. Anche questa volta però il gruppo ricuciva.

Il finale era scritto, tutto si sarebbe giocato allo sprint di gruppo. Molto attive erano la B&B Hotels e la UAE Team Emirates, che lavoravano per i loro capitani, rispettivamente Bryan Coquard e Matteo Trentin. Allo sprint invece la spuntava sorprendentemente il giovane transalpino Aurélien Paret-Peintre (AG2R Citroen Team) che al fotofinish la spuntava su Thomas Boudat (Team Arkéa Samsic). Terzo posto per Coquard, solo settimo Trentin.

Luigi Giglio

La volata che ha decretato il vincitore delledizione 2021 del Grand Prix Cycliste la Marseillaise (foto Eurosport)

La volata che ha decretato il vincitore dell'edizione 2021 del Grand Prix Cycliste la Marseillaise (foto Eurosport)

MANZIN INAUGURA IL CALENDARIO EUROPEO, SUO IL GRAN PREMIO VALENCIA

gennaio 24, 2021 by Redazione  
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Parte la stagione 2021 sulle strade europee con la prima edizione del Gran Premio Valencia, corsa erede del vetusto Trofeo Luis Puig. Necessario il ricorso al fotofinish per assegnare la vittoria al francese d’origini africane Lorrenzo Manzin.

Lorrenzo Manzin (Direct Énergie) vince al fotofinish la prima Clàssica Comunitat Valenciana 1969 – Gp Valencia, la prima gara ciclistica del calendario 2021 corsa sulle strade europee, competizione che ripercorre le orme del Trofeo Luis Puig, la cui ultima edizione nel 2005 venne vinta dall’italiano Alessandro Petacchi in maglia Fassa Bortolo.
Quattordici squadre si presentavano al via per un totale di 95 ciclisti. Per il Belpaese c’erano la Bardiani-Csf-Faizané con il neo-acquisto Giovanni Visconti e la Eolo-Kometa, entrambe ai nastri di partenza con soli ciclisti italiani. In una stagione che già si annuncia travagliata a causa della pandemia, gli organizzatori iberici hanno dovuto fare i conti anche con il forte vento che li ha costretti ad accorciare il tracciato a soli 98 km, senza intaccare la natura di un tracciato favorevole ai velocisti.
Manzin faceva lavorare la squadra sin dai primi chilometri è così il Team Total Direct Énergie teneva chiusa la corsa e portava il proprio capitano a giocarsi la vittoria in volata con gli altri velocisti. Il francese di origini africane (è nato nell’isola della Réunion) si imponeva di pochissimi centimetri su Mikel Aristi della Euskaltel Euskadi, mentre terzo era il belga Amaury Capiot dell’ Arkéa Samsic. Quarto si piazzava lo spagnolo Enrique Sanz dell’Equipo Kern Pharma mentre a chiudere la top five era il connazionale David González (Caja Rural – Seguros RGA). Primo tra gli italiani all’arrivo era Luca Pacioni della Eolo Kometa, che si piazzava al sesto posto.

Luigi Giglio

La vittoria di Manzin nella corsa valenciana inaugura il calendario europeo (foto Bettini)

La vittoria di Manzin nella corsa valenciana inaugura il calendario europeo (foto Bettini)

UN GRANDE RITORNO: IL DIARIO DI TALENTO

gennaio 21, 2021 by Redazione  
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Ilciclismo.it torna a sfogliare il diario di un giovane talento: Alessandro Fancellu

Una grande notizia. Il 2021 si apre per ilciclismo.it con l’annuncio di un grande ritorno. Chi segue questa testata fin dalla sua nascita nel 2003 ricorderà che nel suo primo anno di vita queste pagine, ancora caratterizzate dalla vecchia grafica, ospitarono la rubrica “Diario di Talento”, nella quale avevavamo fatto conoscere Damiano Cunego, il corridore veronese passato professionista l’anno precedente. E possiamo dire che gli fu di buon auspicio quel diario, perché meno di un anno dopo ce lo ritrovammo in maglia rosa sul podio di Milano.

Adesso ci riproviamo e con un altro talento di spessore, Alessandro Fancellu, vero e proprio “Fancellu d’oro” del ciclismo italiano, per il quale è già stato prospettato un futuro da corridore di corse a tappe. Di origine sarde, ma nato il 24 aprile 2000 a Como e residente a Binago, il pubblico degli appassionati ha cominciato a conoscerlo il 27 settembre del 2018 quando ai mondiali di Innsbruck ha conquisto il terzo posto e la conseguente medaglia di bronzo nella prova riservata agli juniores, vinta da Remco Evenepoel.

Lo scorso anno, nella stagione falcidiata dalla pandemia, ha avuto poche occasioni per dimostrare le sue doti di scalatore (ma è migliorato anche a cronometro) e tra queste c’è stato il Tour of Antalya in Turchia, dove ha bissato il piazzamento di Innsbruck concludendo la breve corsa a tappe in terza posizione, con appena quattro secondi di ritardo dal vincitore, il britannico Maximilian Stedman, piazzamento conseguito nell’unica tappa di montagna prevista. Non ha, invece, brillato al Giro d’Italia Under23, che lo ha visto concludere in cinquantesima posizione, con più di un’ora di ritardo da un altro britannico, Thomas Pidcock.

Quest’anno Fancellu gareggerà nella Eolo-Kometa, la squadra creata da Ivan Basso e Alberto Contador e che proprio nel 2021 è stata promossa dal livello Continental al livello Uci ProTeam. Ma si tratterà soltanto di un punto di passaggio, un gradino che lo proietterà nel circuito WordTour sin dalla prossima stagione, quando passerà nella Trek-Segafredo, la formazione nella quale milita Vincenzo Nibali.

Benvenuto Alessandro, in bocca al lupo!!!

La redazione de il ciclismo.it

Fancellu sul podio del mondiale di Innsbruck (foto Bettini)

Fancellu sul podio del mondiale di Innsbruck (foto Bettini)

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