VUELTA A BURGOS, ANCORA MOLANO IN VOLATA
Juan Sebastian Molano vince di nuovo in volata alla Vuelta a Burgos. Battuti Aberasturi e Albanese
Quarta frazione della Vuelta a Burgos da Roa de Duero ad Aranda de Duero, dedicata alle ruote veloci dopo le fatiche altimetriche della giornata di ieri.
La fuga di giornata evade pochi metri dopo la partenza ufficiale della corsa, composta da Mario Aparicio (Burgos-BH), Diego Pablo Sevilla (Eolo-Kometa), Diego Rubio (Burgos-BH), Hugh Carthy (Education First-NIPPO) , Márton Dina (Eolo-Kometa) e Mikel Bizkarra (Euskaltel-Euskadi).
Il gruppo dietro controlla il distacco entro i 3′ ma una caduta scompagina un po’ le operazioni nonostante non siano rimasti coinvolti elementi di spicco. A prendere le redini del ritmo in testa sono principalmente Bora-Hansgrohe, Team DSM e UAE Team Emirates, ma nuovamente una caduta ai -30 rallenta ancora la rincorsa.
Davanti intanto saltano gli schemi, con prima Aparacio e poi Carthy, Dina e Rubio a provare un forcing. Nessuno di loro riesce veramente a fare la differenza, e il gruppo chiude il gap poco dentro i 10 km dal traguardo grazie anche al contributo deciso della Alpecin-Fenix per il proprio uomo di punta Sacha Modolo.
Si giunge così alla volata a ranghi compatti, dove ancora una volta il più veloce è Juan Sebastian Molano (UAE Team Emirates), di poco davanti a Jon Aberasturi (Caja Rural-Seguros RGA) e Vincenzo Albanese (Eolo-Kometa). Quarto Matteo Trentin (UAE Team Emirates), solo settimo al traguardo Modolo.
Romain Bardet (Team DSM) resta saldamente il leader della classifica generale, 45″ davanti a Mikel Landa (Team Bahrain Victorious) e 1′ su un redivivo Fabio Aru (Team Qhubeka NextHash), ieri grande protagonista di giornata.
Da segnalare che Domenico Pozzovivo (Team Qhubeka NextHash), alla partenza terzo in classifica con 58″ di svantaggio da Bardet, oggi è stato coinvolto in due cadute che lo hanno portato a tagliare il traguardo con 20″ di ritardo e perdere così la posizione in classifica conquistata ieri.
Lorenzo Alessandri
Twitter @LorenzoAle8

Molano esulta ancora in volata. Photo Credit: Bettini Photo
OLIMPIADI, DOMINIO ANGLO-OLANDESE NELLA QUINTA GIORNATA
Giornata di festa per l’Olanda e la Gran Bretagna nella terzultima giornata di gare di ciclismo su pista. Nella sprint maschile è stata doppietta olandese con Harrie Lavreysen su Jeffrey Hoogland e il britannico Jack Carlin. Nella madison femminile il dominio è stato del duo britannico Katie Archibald – Laura Kenny, davanti alle danesi e le russe. Per l’Italia un deludente ottavo posto influenzato probabilmente da un caduta subita da Elisa Balsamo.
All’Izu Velodrome andava in scena la quinta giornata di competizioni con in palio le medaglie nella sprint maschile e la madison femminile dove le chance azzurre erano riposte nella coppia Letizia Paternoster ed Elisa Balsamo. Inoltre andavano in scena le qualificazioni per la sprint femminile dove non era presente nessuna italiana.
Nella Madison era la Francia ad attaccare subito al secondo giro, inseguita dall’Olanda in compagnia dell’Italia e la Gran Bretagna. Nella prima sprint era la Gran Bretagna a passare in testa sull’Olanda, la Francia e l’Italia. Le tornate successive erano calme, finché Elisa Balsamo restava coinvolta in una caduta per una ruotata con una irlandese che tamponava l’italiana. Nella seconda sprint era la Gran Bretagna a passare in testa sull’Olanda, l’Australia e la Polonia. Il terzo sprint era ancora una fotocopia per le prime due posizioni con Danimarca terza e Stati Uniti quarta. Balsamo rientrava in corsa poco prima di questa sprint. Nella quarta sprint era l’Australia a passare al comando su Olanda, Gran Bretagna e Italia. A questo punto la classifica vedeva le britanniche a 17, le olandesi a 12, le australiane a 7, mentre l’Italia era in un folto gruppo a 2 punti.
La Russia attaccava con la Francia venendo però chiuse dalla coppia olandese. Prima del quinto sprint avveniva una brutta caduta che coinvolgeva Belgio, Olanda e Polonia, mentre in volata la Gran Bretagna passava ancora in testa su Francia, Danimarca e Olanda. Nella sesta sprint era ancora la Gran Bretagna a continuare il loro dominio, seguita da Russia, Francia e Danimarca. Nella settima sprint Gran Bretagna ancora davanti a Olanda, Belgio (che però ha perso un giro che vale una penalità di 20 punti) e Polonia.
La Francia era la più attiva con gli attacchi riprovando a 46 giri dal termine, venendo ripresa dalla Gran Bretagna, mentre le altre squadre si guardavano un po’, la Gran Bretagna si aggiudicava l’ottavo sprint sulla Francia, mentre in gruppo l’Australia precedeva la Danimarca. Belgio e Russia provavano l’inseguimento completandolo a 34 giri dal termine, con anche la Danimarca ad unirsi poco dopo.
Nella nona sprint le britanniche precedevano la Danimarca, la Francia e Belgio. quest’ultima insieme all’Australia venivano coinvolte in un’altra caduta causata da un cambio errato della coppia belga. Il decimo giro andava ancora una volta ad appannaggio della Gran Bretagna su Danimarca, Russia e Francia. Le prime tre riuscivano anche a recuperare il giro diventando le favorite per le medaglie. La Francia passava al comando all’undicesimo sprint davanti a Danimarca, Olanda e Gran Bretagna. Nello sprint finale le britanniche completavano il trionfo vincendo la volata nettamente su Polonia, Olanda e Francia.
Una vittoria dominante per la Gran Bretagna, mentre l’argento andava alla Danimarca con il bronzo assegnato alla Russia. Un’Italia deludente, mai in lotta, probabilmente anche per la caduta subita, si doveva accontentare dell’ottavo posto.
Nelle semifinali della sprint maschile i due favoriti olandesi non tradivano le attese vincendo i loro incontri senza dover ricorrere alla terza prova, Jeffrey Hoogland contro Denis Dmitriev, mentre Harrie Lavreysen contro Jack Carlin. Nella finale per il terzo posto era Carlin a vincere agilmente i primi due round conquistando la medaglia di bronzo.
Nel derby olandese per l’oro era Hoogland per un soffio a spuntare il primo round, mentre nel secondo round era quasi in fotocopia, ma Lavreysen questa volta riusciva a sorpassare il connazionale negli ultimissimi metri. Nella sfida finale, evidentemente molto stanchi entrambi, era Lavreysen che ne aveva di più andando a vincere agilmente l’oro su Hoogland argento.
Nelle qualificazioni della sprint femminile il tempo migliore veniva fatto segnare da Lea Sophie Friedrich con il nuovo record olimpico in 10.310, davanti a Kelsey Mitchell, Emma Hinze e a Mathilde Gros. Ben 17 erano le atlete in grado di scendere sotto il precedente record olimpico fatto segnare da Rebecca James a Rio 2016. La prima sorpresa era l’assenza di Laurine van Riessen, venuta qua per entrare a far parte nello stretto circolo di atlete in grado di vincere una medaglia olimpica sia nei giochi invernali sia in quelli estivi, per lei la caduta di ieri è stata molto impattante causando una frattura alla clavicola, delle costole fratturate e una contusione polmonare. Simona Krupeckaite e Luz Daniela Gaxiola Gonzalez erano tra le atlete più importanti a rimanere escluse nei trentaduesimi e non riuscivano nemmeno a sfruttare le batterie di ripescaggi per rimanere nella contesa.
Negli ottavi Anastasiaa Voinova (argento mondiale e oro europeo in carica) veniva battuta da Gros, la quale però aveva fatto segnare un tempo migliore in qualificazione. Inoltre Tianshi Zhong veniva sconfitta dalla dominatrice di ieri Shanne Braspennincx, riuscendo però a vincere la batteria di qualificazione come la stessa Voinova.
Nella penultima giornata di gare domani saranno assegnate le medaglie nella madison maschile con la chance azzurre riposte in due già medagliati, cioè Elia Viviani e Simone Consonni. Il programma vedrà inoltre la continuazione delle qualificazioni della sprint femminile e le prime fasi del keirin maschile, entrambe con le medaglie che verranno assegnate nell’ultima giornata di domenica.
Carlo Toniatti.

La seconda sprint della finale vinta da Lavreysen su Hoogland (Getty Images)
MARKUS HOELGAARD PRIMO LEADER ALL’ARCTIC RACE OF NORWAY
La volata vincente di Markus Hoelgaard ha messo fine alla prima tappa dell’Arctic Race of Norway, la breve corsa scandinava che ha preso il via dalla città di Tromsø, sede di partenza e arrivo della tappa inaugurale.
Nel sempre affollato calendario UCI, il boquet delle brevi corse a tappe incastrate tra Tour de France, prove olimpiche e Vuelta a España comprende anche l’Arctic Race of Norway, che ha preso le mosse ieri a Tromsø con una frazione di 142,4km.
Il successo con relativa prima leadership nella classifica generale è andato al norvegese di Stavanger Markus Hoelgaard. Il portacolori della Uno-X Pro Cycling Team è stato autore di una lunga volata che gli ha permesso di avere la meglio sul più titolato connazionale Alexander Kristoff, che ha lasciato a casa le insegne della UAE-Team Emirates per rappresentare la propria nazionale ai nastri di partenza della corsa di casa, riuscendo anche ad anticiparlo di un paio di secondi. Terza piazza per il transalpino Bryan Coquard in maglia B&B Hotels p/b KTM. Per trovare il primo rappresentante della sparuta pattuglia italica presente bisogna scorrere l’ordine d’arrivo fino alla 11ª posizione, dove si è piazzato il veneto Samuele Battistella dell’Astana – Premier Tech.
Oltre al già citato Battistella sono presenti il coequiper del veneto Fabio Felline, Luca Coati del Team Qhubeka NextHash e Alessandro Fedeli della DELKO.
Oggi l’Arctic Race of Norway prevede una tappa di 177,6km da Nordkjosbotn a Kilpisjärvi, che si concluderà per la prima volta nella storia di questa giovane corsa in territorio finlandese. La frazione è caratterizzata da un tracciato mosso con 3 GPM, ma l’assenza di difficolta negli ultimi 12 Km, quasi del tutto privi di curve, potrebbero favorire il recupero del gruppo sulle eventuali azioni dei finisseur e l’arrivo allo sprint.
Mario Prato

La vittoria di Hoelgaard nella tappa d'apertura della corsa norvegerse (foto Bettini)
05-08-2021
agosto 5, 2021 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
VUELTA A BURGOS
Il francese Romain Bardet (Team DSM) si è imposto nella terza tappa, Busto de Bureba – Espinosa de los Monteros, percorrendo 173 Km in 4h14′14″, alla media di 40.829 Km/h. Ha preceduto di 39″ l’italiano Domenico Pozzovivo (Team Qhubeka NextHash) e lo spagnolo Mikel Landa Meana (Bahrain – Victorious). Bardet è il nuovo leader della classifica con 45″ su Landa Meana e 58″ su Pozzovivo.
ARCTIC RACE OF NORWAY
Il norvegese Markus Hoelgaard (Uno-X Pro Cycling Team) si è imposto nella prima tappa, circuito di Tromsø, percorrendo 142.4 Km in 3h11′29″, alla media di 44.62 Km/h. Ha preceduto di 2″ il connazionale Alexander Kristoff (nazionale norvegese) e il francese Bryan Coquard (B&B Hotels p/b KTM). Miglior italiano Samuele Battistella (Astana – Premier Tech), 11° a 2″. Hoelgaard è il primo leader della classifica con 6″ su Kristoff e 8″ su Coquard. Miglior italiano Battistella, 5° a 10″
VOLTA A PORTUGAL EM BICICLETA SANTANDER
Il portoghese Rafael Ferreira Reis (Efapel) si è imposto anche nella prima tappa, Torres Vedras – Setúbal, percorrendo 175.8 Km in 4h12′23″, alla media di 41.794 Km/h. Ha preceduto di 2″ l’olandese Alex Molenaar
(Burgos-BH) e lo spagnolo Sergio Samitier Samitier (Movistar Team). Nessun italiano in gara. Ferreira Reis è ancora leader della classifica con 13″ sull’uruguaiano Mauricio José Moreira Guarino (Efapel) e 17″ sullo spagnolo Diego López Fuentes (Equipo Kern Pharma)
LE TOUR DE SAVOIE MONT-BLANC
Il colombiano Abner Santiago Umba López (Androni Giocattoli – Sidermec) si è imposto nella prima tappa, Bonneville – Praz-sur-Arly, percorrendo 122.1 Km in 3h24′33″, alla media di 35.815 Km/h. Ha preceduto allo sprint i francesi Alexis Guérin (Team Vorarlberg) e Valentin Paret-Peintre (nazionale francese U23). Miglior italiano Simone Ravanelli (Androni Giocattoli – Sidermec), 4°. Guérin è il nuovo leader della classifica con 3″ su Umba López e 6″ su Paret-Peintre. Miglior italiano Ravanelli, 4° a 7″.
SAZKA TOUR (Repubblica Ceca)
Il tedesco Joshua Huppertz (Team Lotto – Kern Haus) si è imposto nella prima tappa, Prostějov – Uničov, percorrendo 150.8 Km in 3h34′35″, alla media di 42.165 Km/h. Ha preceduto allo sprint il norvegese Idar Andersen (Uno-X Pro Cycling Team) e di 1″ il connazionale Tom Lindner (P&S Metalltechnik). Miglior italiano Simone Velasco (Gazprom – RusVelo), 15° a 15″. Huppertz è il primo leader della classifica con 2″ su Andersen e 8″ su Lindner. Miglior italiano Velasco, 15° a 26″
CYCLING TOUR OF SZEKLERLAND (Romania)
Il polacco Alan Banaszek (HRE Mazowsze Serce Polski) si è imposto nella seconda tappa, Odorheiu Secuiesc – Miercurea Ciuc, percorrendo 125.2 Km in 2h50′03″, alla media di 44.175 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’austriaco Daniel Auer (WSA KTM Graz) e di 2″ il polacco Norbert Banaszek (HRE Mazowsze Serce Polski). Auer è il nuovo leader della classifica con 4″ su Alan Banaszek e 8″ sull’italiano Andrea Guardini (Giotti Victoria – Savini Due)
VUELTA A BURGOS, BARDET CONQUISTA TAPPA E MAGLIA
Romain Bardet vince la tappa in solitaria e conquista il simbolo del primato. Alle sue spalle Pozzovivo e Landa
Tappa insidiosa quella odierna, con una salita dura come il Picon Blanco posta giusto ad una manciata km dal traguardo.
La fuga di giornata esce dopo circa 10 chilometri dal via, composta da Johan Jacobs (Movistar), Matis Louvel (Arkea-Samsic), Nico Denz (Team DSM), Daniel Oss (Bora-hansgrohe), Joan Bou (Euskaltel-Euskadi) e Julen Amezqueta (Caja Rural-Seguros RGA). Il sestetto però non convince il gruppo che non lascia crescere il vantaggio, tanto che già sulla prima salita in programma si torna a situazione di ranghi compatti.
Qua ci provano allora in 4: Oier Lazkano (Caja Rural-Seguros RGA), Joan Bou (Euskaltel-Euskadi), Oscar Cabedo (Burgos-BH) e Guy Niv (Israel Start-Up Nation), i quali riescono ad accumulare una manciata di minuti di margine prima del GPM.
Ai piedi dell’ultima salita di giornata, il temibile Picon Blanco, il vantaggio è ridotto ormai a soltanto 2 minuti e il gruppo è lanciato all’inseguimento. Attaccata la salita ci provano subito in diversi dal plotone, con Romain Bardet (Team DSM) e Mikel Landa (Bahrain Victorious) fra i più attivi. In vista dello scollinamento è proprio Bardet a dare il colpo giusto che gli permette di guadagnare una manciata di secondi sugli altri, che andrà poi ad incrementare nella discesa verso il traguardo nonostante una sbavatura che lo costringe a fermarsi e ripartire.
Parata trionfale per il francese, che conquista così anche la maglia di leader. Dietro di lui la volata per il secondo posto è vinta da Domenico Pozzovivo (Team Qhubeka NextHash) su Mikel Landa.
Lorenzo Alessandri
Twitter @LorenzoAle8

Romain Bardet in solitaria sul traguardo. Photo Credit: Bettini Photo
OLIMPIADI, VIVIANI DI BRONZO NELL’OMNIUM
Elia Viviani ha conquistato il bronzo nella prova olimpica dell’omnium, dopo l’oro conquistato a Rio, l’oro in questa edizione è invece andato al britannico Matthew Walls che ha dominato l’intera prova davanti al neozelandese Campbell Stewart autore di una grande corsa a punti. Viviani ha faticato nello scratch e nella tempo race vincendo però la corsa ad eliminazione e compiendo una superba corsa a punti che gli permetteva di recuperare una netta inferiorità rispetto a Benjamin Thomas e Jan Willelm Van Schip che partivano come secondo e terzo.
Nel keirin femminile la vittoria è andata all’olandese Shanne Braspennincx davanti alla giovane neozelandese Ellesse Andrews e alla canadese Lauriane Genest.
All’Izu Velodrome nella quarta giornata di gare andava in scena l’intero programma dell’omnium, a differenza delle precedenti edizioni dovuto al cambio di regolamento della disciplina. Le speranze azzurre erano affidate al campione uscente Elia Viviani che nell’ultimo paio di anni ha passato delle difficoltà che non gli permettevano di essere considerato il favorito, nonostante ciò la medaglia d’oro di ieri può averlo aiutato ad aumentare il suo morale e la fiducia nei suoi mezzi.
La prima prova era lo scratch, una corsa su 40 giri dove semplicemente vince chi arriva primo con un punteggio assegnato dai 40 punti a scendere di 2 per ogni posizione. Niklas Larsen a due terzi della prova si involava in solitaria con un attacco evidentemente pericoloso, poco dopo infatti un terzetto composto da Benjamin Thomas, Jan Willelm Van Schip e Artyom Zakharov provava l’inseguimento che veniva effettuato nel giro di pochi giri, nel frattempo il resto del gruppo non sembrava aver nessuno che volesse spendere energie nell’inseguimento, a quel punto Matthew Walls attaccava ferocemente e riusciva in poco tempo a rendere un quintetto il gruppo di attaccanti che a circa sei giri dalla fine rientravano sul gruppo assicurandosi le prime 5 posizioni della prova. Nella volata finale era Sam Welsford a vincere portandosi però a casa solo la sesta piazza, mentre Walls era il più veloce del gruppo menzionato precedentemente battendo Thomas e Van Schip, per Viviani invece un deludente tredicesimo posto, che significava -24, dopo non essere mai stato protagonista.
Nella tempo race il regolamento prevede una corsa di 40 giri con una volata ogni giro (dopo i primi 5 giri) con in palio un punto e la possibilità di ottenere 20 punti extra ad ogni doppiaggio. I punti raccolti dalla prova per la classifica generale erano sempre calcolati come nello scratch e nella seguente prova di eliminazione. I primi della classifica riuscivano a vincere parecchie volate, con Viviani totalmente invisibile fino a metà prova quando andava ad inserirsi in un attacco pericoloso, riusciva a prendere un giro di vantaggio (20 punti) con Thomas, Walls, Thery Schir, Gavin Hoover, Larsen, Kenny de Ketele, Szymon Sajnok, ma soprattutto Van Schip che tatticamente era stato furbo a mai chiudere il gap fino agli ultimi due giri, andando così a vincere dieci volate e vincendo la prova davanti ai Thomas e Walls, mentre Viviani accumulava 24 punti. Dopo due prove la classifica generale vedeva Van Schip al comando con 76 punti a parimerito con Walls e Thomas, ben 14 punti davanti a Larsen, mentre Viviani arrancava ancora a 42 punti.
Nella prova ad eliminazione veniva eliminato alla quarta eliminazione Roger Kluge, autore di una pessima prova in tutte le prime tre gare. Sajnok veniva eliminato per quinto, perdendo terreno in classifica, inoltre De Ketele veniva eliminato per decimo, seguito da Welsford con Thomas e Larsen sempre a rischio. Il danese veniva quindi eliminato per ottavo, mentre Thomas veniva eliminato per sesto. Van Schip veniva eliminato per quarto perdendo quindi la leadership ai danni di Walls. Schir veniva escluso in seguito, lasciando la vittoria dell’eliminazione una contesa a due tra Walls e Viviani. Viviani facilmente bruciava allo sprint finale Walls rientrando così in classifica seppur distante dal podio temporaneo. La classifica generale vedeva Walls al comando con 114 punti, davanti a Van Schip a 110 e Thomas a 106. Viviani era risalito al sesto posto a 82 punti dietro anche a Larsen e Schir.
Nella corsa a punti Kluge recuperava un giro, insieme a Yauheni Karaliok che però in maniera tattica aspettava la sprint per prendere anche 5 punti extra, mentre in gruppo la prima volata passava in testa Thomas su Hoover e Volikakis. Walls andava all’attacco con Hoover recuperando un giro con l’americano nettamente al comando dell’omnium che prendeva anche lo sprint su Hoover, Schir e Stewart. Lo stesso neozelandese prendeva lo sprint seguente riuscendo a recuperare pure lui il giro, mentre gli altri punti andavano a Thomas, Larsen e Schir. Era poi Elia Viviani ad attaccare in solitaria, raggiunto poi da Kluge e Karaliok, nello sprint era Viviani a passare in prima posizione davanti a Karaliok e Kluge, mentre Schir transitava quarto in gruppo. Il gruppo manteneva un forte ritmo lasciando una mezza pista di vantaggio agli attaccanti. Viviani vinceva ancora una volta lo sprint su Kluge e Karaliok recuperando anche il giro, mentre quarto era Walls. Viviani risaliva così al secondo posto della generale a parimerito con Thomas. Walls vinceva il sesto sprint su Viviani, Thomas e Van Schip che a questo punto erano i favoriti per le medaglie (Stewart era comunque quarto, a meno di 20 punti) con il britannico che sembrava in controllo per l’oro. Wellsford se ne andava in solitaria vincendo il settimo sprint su Maree, mentre Viviani batteva Thomas per il terzo posto allungando leggermente sul francese. L’australiano e il sudafricano venivano raggiunti da Walls, Viviani, Thomas, Stewart e Barcelò, ma in seguito anche De Ketele e Van Schip riuscivano a rientrare con Larsen a ruota. Viviani vinceva anche l’ottava volata davanti a Thomas, Walls e Van Schip.
Stewart attaccava con Larsen e Barcelò con il neozelandese che passava in testa allo sprint sul danese e Barcelò, mentre Schir era quarto. Negli ultimi nove giri Walls attaccava con Viviani e De Ketele in loro compagnia. Stewart riusciva però a prendere il giro a solo due giri dalla conclusione salendo così in seconda posizione. Schir vinceva la volata finale su Walls, Wellsford e Viviani. Così facendo era festa per Walls conquistava così un oro meritatissimo, mentre Stewart incredibilmente con la sua rimonta finale prendeva l’argento, ma la festa italiana restava integra con Viviani capace di resistere in zona medaglie conquistando il bronzo.
Negli ottavi della sprint maschile avvenivano poche sorprese con Jeffrey Hoogland, Harrie Lavreysen, Jack Carlin, Nicholas Paul, Maximilian Levy e Denis Dmitriev, quest’ultimo però batteva Jason Kenny, oro a Rio e Londra e argento a Pechino, il quale però nell’ultimo quinquennio non era più al livello delle precedenti edizioni. Anche Mohd Azizulhasni Awang doveva sperare nei ripescaggi per l’accesso ai quarti, il suo incontro era molto complicato contro il favorito Hoogland.
Nel primo dei ripescaggi Kenny riusciva a vincere qualificandosi ai quarti eliminando Awang, mentre nel secondo ripescaggio era Sebastien Vigier a restare in gioco per le medaglie.
Ai quarti di finale non sembrava presentare sorprese con i due olandesi, Carlin e Paul qualificati alle semifinali, esattamente i primi quattro tempi delle qualificazioni, vincendo entrambe le prime due gare. Paul, dopo qualche minuto, veniva però squalificato per la seconda prova e quindi doveva venir recuperata la sfida col russo Dmitriev che riusciva a spuntare la terza sfida con un tocco di ruota che andava a compromettere la prova di Paul, che non è stato però considerato irregolare e quindi per Dmitriev significava qualificazione in semifinale.
Nella finalina per il quinto posto era Levy a conquistare la corsa, mentre nella giornata di domani andranno in scena le semifinali e l’assegnazione delle medaglie.
Nella prova del keirin femminile avveniva una brutta caduta tra Katy Marchand e Laurine Van Riessen che erano considerate tra le favorite, in particolare l’olandese. Nella stessa prova erano Wai Sze Lee, Olena Starikova, Daria Shemeleva ed Emma Hinze qualificate alla semifinale. Nella seconda batteria l’eliminata di lusso era Mathilde Gros (bi-campionessa europea delle ultime due edizioni), mentre Shanne Braspennincx, Ellesse Andrews, Luz Daniela Gaxiola Gonzalez e Lauriane Genest erano le qualificate.
Non molte sorprese nell’ultima batterie con Kelsey Mitchell, Kaarle MxCulloch, Tianshi Zhong e Liubov Basova qualificate.
Nella prima semifinale vinceva Starikova su Andrews e Basova qualificandosi alla finale per le medaglie, mentre a sorpresa Lee e Zhong venivano escluse con Gonzalez. Nella seconda semifinale Braspennincx dominava la prova davanti alle canadesi Mitchell e Genest. Deludente la prova di Hinze che restava eliminata insieme al bronzo olimpico di Londra McCulloch. Hinze vinceva la finalina per il settimo posto che precedeva la finale dove Braspennincx confermava il dominio dimostrato per tutte le prove del keirin vincendo l’oro davanti ad Andrews e a Genest.
Nella giornata di domani, in programma, oltre alla finale della sprint maschile, le qualificazioni della sprint femminile e l’intero programma della madison femminile con l’Italia che schiererà Letizia Paternoster ed Elisa Balsamo che nei mondiali dell’anno scorso hanno conquistato il bronzo.
Carlo Toniatti.

Elia Viviani festeggia il bronzo appena conquistato (Getty Images)
04-08-2021
agosto 4, 2021 by Redazione
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VUELTA A BURGOS
Il colombiano Juan Sebastián Molano Benavides (UAE-Team Emirates) si è imposto nella seconda tappa, Tardajos – Briviesca, percorrendo 175 Km in 3h55′39″, alla media di 44.558 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Alberto Dainese (Team DSM) e Matteo Trentin (UAE-Team Emirates) (EOLO-Kometa). Lo spagnolo Gonzalo Serrano Rodríguez (Movistar Team) è il nuovo leader della classifica con lo stesso tempo del belga Edward Planckaert (Alpecin-Fenix) e 1″ sull’italiano Vincenzo Albanese (EOLO-Kometa).
VOLTA A PORTUGAL EM BICICLETA SANTANDER
Il portoghese Rafael Ferreira Reis (Efapel) si è imposto nel prologo, circuito a cronometro di Lisbona, percorrendo 5.4 Km in 6′11″, alla media di 52.399 Km/h. Ha preceduto di 10″ l’uruguaiano Mauricio José Moreira Guarino (Efapel) e di 11″ lo spagnolo Lluís Guillermo Mas Bonet (Movistar Team). Nessun italiano in gara. Ferreira Reis è il primo leader della classifica con 10″ su Moreira Guarino e 11″ su Mas Bonet.
LE TOUR DE SAVOIE MONT-BLANC
Il francese Maxime Chevalier (B&B Hotels p/b KTM) si è imposto nel prologo, circuito a cronometro di Sallanches, percorrendo 5.6 Km in 9′53″, alla media di 33.997 Km/h. Ha preceduto di pochi centesimi di secondo il connazionale Arthur Blanc (Swiss Racing Academy) e di 1″ il monegasco Antoine Berlin (Global 6 Cycling). Miglior italiano Simone Ravanelli (Androni Giocattoli – Sidermec), 17° a 12″. Chevalier è il primo leader della classifica con lo stesso tempo di Blanc e 1″ su Berlin. Miglior italiano Ravanelli, 17° a 12″.
CYCLING TOUR OF SZEKLERLAND (Romania)
L’italiano Andrea Guardini (Giotti Victoria – Savini Due) si è imposto nella prima tappa, Târgu Mureș – Odorheiu Secuiesc, percorrendo 124.9 Km in 2h47′05″, alla media di 44.852 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’austriaco Daniel Auer (WSA KTM Graz) e l’italiano Davide Finatti (Northwave Siatek Olmo). Guardini è il primo leader della classifica con lo stesso tempo di Auer e di 4″ il rumeno Emil Dima (Giotti Victoria – Savini Due)
VUELTA A BURGOS, MOLANO IL PIÙ VELOCE, SERRANO NUOVO LEADER
Juan Sebastian Molano vince in volata la seconda frazione della Vuelta a Burgos davanti a Dainese e Trentin. Gonzalo Serrano nuovo leader
Seconda frazione della Vuelta a Burgos 2021, 175 chilometri da Tardajos a Briviesca appannaggio delle ruote veloci.
Fuga che evade facilmente anche in questa seconda tappa della Vuelta, composta quest’oggi da Oier Lazkano (Caja Rural-Seguros Rga), Unai Cuadrado (Euskaltel-Euskadi), Sergio Garcia Gonzalez (Eolo-Kometa), Raúl García Pierna (Equipo Kern Pharma) e Carlos Canal (Burgos BH). Il plotone lascia fare mandando i fuggitivi ad oltre 6 minuti di vantaggio massimo, per poi gradualmente accelerare il ritmo che porta i battistrada a soli 20″ di margine, quando al traguardo mancano ormai 30 km.
A situazione di gruppo compatto ci provano in tre sull’ultima contropendenza di giornata: Kevin Geniets (Groupama-FDJ), Mads Würtz Schmidt (Israel Start-Up Nation) e Markus Burghardt (BORA-hansgrohe). Il tedesco della Bora è l’ultimo a resistere al rientro del gruppo che avviene quando la volata è quasi lanciata poco dopo la flamme rouge. Qui il più veloce è Juan Sebastian Molano (UAE Team Emirates), lanciato magistralmente dal compagno di squadra Matteo Trentin poi terzo sul traguardo. Fra la coppia UAE chiude secondo un ottimo Alberto Dainese (Team DSM).
Cambia anche il vertice della classifica generale, con la maglia di leader che passa dalle spalle di Edward Planckaert (Alpecin-Fenix) a quelle di Gonzalo Serrano (Movistar), bravo a sfruttare un piccolo buco formatosi negli ultimi metri.
Lorenzo Alessandri
Twitter @LorenzoAle8

Il colpo di reni decisivo di Molano sulla linea del traguardo. Photo Credit: Bettini Photo
OLIMPIADI, ITALIA SUL TETTO DEL MONDO NELL’INSEGUIMENTO
Filippo Ganna ha condotto ancora una volta l’Italia ad un incredibile impresa nell’inseguimento a squadre conquistando l’oro insieme a Simone Consonni, Francesco Lamon e Jonathan Milan. Per gli azzurri l’impresa è arrivata al termine di un’altra prova palpitante contro i super favoriti danesi, è servito migliorare il tempo di ieri con un nuovo record del mondo per trionfare sugli avversari scendendo quasi sotto il muro di 3:42, impensabile fino a qualche anno fa. Per i danesi l’argento, mentre l’Australia ha conquistato il bronzo ai danni dei neozelandesi complice una caduta. Il resto della giornata ha visto le fasi di qualificazioni del keirin femminile e della sprint maschile.
Nella terza giornata dell’Izu Velodrome tutta l’Italia aspettava l’unica gara con in palio medaglie, l’inseguimento a squadre maschile. Nella semifinale per il bronzo tra Australia e Nuova Zelanda una caduta molto evitabile di Regan Gough degli all blacks, dopo 2500 metri, rovinava le loro grandi chance di medaglia garantendo all’Australia un bronzo senza dover spingere al massimo. Nella finale per l’oro tra Italia e Danimarca ci si aspettava una partenza forte dei danesi, che però restavano sotto agli italiani per più di metà gara, uscendo forte nel terzo quarto di gara con quasi 9 decimi da difendere negli ultimi 1000 metri. A poco più di 3 giri dalla fine (750 metri), era Filippo Ganna a prendere in carico il compito della rimonta azzurra che ad ogni checkpoint vedeva gli azzurri recuperare circa un decimo. A 250 metri dalla conclusione mancavano esattamente 285 millesimi da colmare, in un’impresa che sembrava complicata, ma complice forse un piccolo calo dei danesi o più probabilmente un’impressionante trenata dell’immenso Ganna gli azzurri effettuavano il sorpasso negli ultimi 100 metri compiendo un’autentica impresa con un oro storico per l’Italia che mancava da Roma 1960 condito con un miglioramento del record del mondo (3:42.032). I danesi terminavano la prova in 3:42.198, anch’esso tempo migliore della prova azzurra nella giornata di ieri dovendo accontentarsi di un argento che sa di sconfitta visti i pronostici.
Nel resto della giornata andavano in scena i primi turni del keirin femminile e della sprint maschile. Nella qualificazione della sprint i duo olandesi Jeffrey Hoogland e Harrie Lavreysen facevano segnare il miglior tempo con il record olimpico in 9.215. Durante le prime prove a eliminazioni le principali eliminazioni erano quelle di Mateusz Rudyk (bronzo nei mondiali 2019 e sempre nei 5 nelle ultime tre edizioni) e del surinamese Jair Tjon En Fa ad essere escluso dopo aver terminato sesto nelle prove di qualificazione. Giornata complicata anche per Mohd Azizulhasni Awang, l’atleta malese bronzo mondiale in carica, che dopo una prova non brillante nella qualificazione ha dovuto sfruttare due round di ripescaggi per accedere agli ottavi in programma domani con le medaglie assegnate nella giornata di venerdì.
Nelle qualificazioni del kering femminile le eliminazioni a sorpresa erano quelle di Anastasiia Voinova e di Hyejin Lee (argento negli ultimi mondiali). Tante favorite si sono qualificate attraverso i ripescaggi con Emma Hinze (campionessa mondiale in carica), Wai Sze Lee e Kaarle McCulloch, rispettivamente oro e argento nei mondiali 2019, oltre alla bi-campionessa europea delle ultime due edizioni Mathilde Gros e Katy Marchant che era stata relegata nella sua batteria. Nella giornata di domani la fase conclusiva dai quarti di finale alle finali.
Giornata molto attesa per l’Italia anche quella di domani con l’Omnium maschile in programma dove Elia Viviani vorrà provare a difendere il titolo olimpico conquistato a Rio 5 anni fa.
Carlo Toniatti.

Prova di forza di Ganna per la conquista dell'oro olimpico (Getty Images Sport)
VUELTA A BURGOS, PLANCKAERT VINCE LA PRIMA
Edward Planckaert vince la prima tappa della Vuelta a Burgos davanti a Gonzalo Serrano. Terzo Vincenzo Albanese
Pronti via ed esce subito la fuga che caratterizzerà la tappa odierna, la prima dell’edizione 2021 della Vuelta a Burgos. Il drappello al comando è composto da Mario Aparicio (Burgos-BH), Joan Bou (Euskaltel-Euskadi), Márton Dina e Sergio Garcia Gonzalez (Eolo-Kometa), Florian Maitre (Team TotalEnergies) e Sergio Roman Martín (Caja Rural-Seguros RGA) e raggiunge un vantaggio massimo vicino ai 7 minuti.
Alle loro spalle il gruppo col passare dei chilometri si organizza per l’inseguimento, fino a quando la Ineos tenta di sfruttare il vento con un ventaglio in testa: il tentativo inizialmente riesce contribuendo anche a rientrare sulla fuga di giornata, che viene così riassorbita da questo drappello inseguitore distaccatosi dal resto del plotone. Dietro però il gruppo non molla e quando mancano circa 30 km al traguardo si torna a ranghi compatti.
Si susseguono in questa fase ripetuti tentativi di fuga tutti contenuti dal gruppo, l’ultimo dei quali ai -4 Km quando ad arrendersi sono Alexys Brunel (Groupama-FDJ) e Tobias Bayer (Alpecin-Fenix). Giunti alla Flamme Rouge inizia lo strappo finale: ci prova subito Romain Bardet (Team DMS) seguito da Gonzalo Serrano (Movistar). Alle loro spalle si muovono anche Vincenzo Albanese (Eolo-Kometa), Santiago Buitrago (Bahrain Victorious) e Edward Planckaert (Alpecin-Fenix). Quest’ultimo riesce a recuperare e saltare uno ad uno gli altri, battendo in volata sul traguardo un ottimo Serrano e andando a vestire così anche la prima maglia di leader della corsa. Chiude terzo Vincenzo Albanese.
Lorenzo Alessandri
Twitter @LorenzoAle8

Planckaert esulta sul traguardo di Burgos. Photo Credit: Bettini Photo