ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI POLSA

maggio 24, 2013 by Redazione  
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Come negli ultimi anni, dopo la presentazione della tappa e la cronaca, la giornata in rosa di ilciclismo.it si chiude con uno scrigno zeppo di golosità: la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; i punti salienti della tappa a venire; la colonna sonora dell’ultima frazione disputata, le “perle” dei telecronisti, le previsioni del tempo per la tappa che verrà e il ricordo del Giro del 1963. Seguiteci.

Foto copertina: la rampa di lancio nel velodromo di Mori (foto Bettini)

GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO

Italia

Cronoscalata, è super Nibali. Il Giro è ormai a un passo (Gazzetta dello Sport)

Dominio Nibali nella cronoscalata (Corriere della Sera)

Regno Unito

Nibali wins mountain time-trial stage (The Independent)

Nibali wins mountain time trial (The Daily Telegraph)

Francia

Nibali, les cotillons sont de sortie (L’Equipe)

Spagna

Nibali deja sentenciado el Giro (AS)

Nibali deja sentenciado el Giro (Marca)

Golpe de autoridad de Nibali (El Mundo Deportivo)

Belgio

Nibali remporte la 18e étape du Giro (Le Soir)

Nibali heeft Giro zo goed als binnen (De Standaard)

Nibali souverain sur la 18e étape (L’Avenir)

Nibali s’impose en patron (La Dernière Heure/Les Sports)

Vincenzo Nibali renforce son maillot rose avant la bataille finale (Sudinfo.be)

Nibali blaast iedereen weg in klimtijdrit (Het Nieuwsblad)

Paesi Bassi

Nibali troeft iedereen af (De Telegraaf)

Germania

Bergzeitfahr-Sieger Nibali vor Giro-Gesamtsieg (Berliner Zeitung)

Nibali düpiert Evans beim Bergzeitfahren (Westdeutsche Allgemeine Zeitung)

Lettonia

R. Navardauskas 18-ajame „Giro d’Italia“ etape liko 126-as Lietuvos Rytas

USA

Nibali Expands Edge in Giro d’Italia (The New York Times)

Colombia

Rigoberto Urán, a 10 s. del segundo en la clasificación general (El Tiempo)

Rigoberto Urán a 10 segundos del segundo en la general (El Espectador)

Australia

Nibali tightens Giro lead (The Age)

Evans lets it slip in time trial (The Australian)

Nibali rides away from Evans (Herald Sun)

BOX POPULI

Ogni giorno, a partire dalla prima tappa, qui troverete i commenti degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

PRIMA DELLA TAPPA

Mauro Facoltosi: Secondo voi come potrebbe finire questa tappa?

Profpivo: Nibali favorito, ma occhio a Kangert e Navardauskas

Howling Wolf14: Le migliori prestazioni le faranno quei 15-16 che sono sempre nel gruppetto di testa nel finale delle tappe quando c’è qualche asperità. Non esistono specialisti di cronoscalate. Quindi i favoriti sono Nibali oppure qualcuno dei migliori che vorrà spingere un po’ più degli altri, preferendo magari puntare su questa tappa piuttosto che alla conservazione di un ottimo posto in classifica, intendo dire senza preoccuparsi del fattore recupero e del rendimento che potrà avere nelle ultime due tappe alpine.
La Lampre, che non ha vinto tappe, potrebbe puntare su Scarponi, anche di fronte al rischio che poi, domani o dopo, possa pagare dazio sulle grosse salite. Non vedo altri che possano minacciare Nibali, ma in una cronometro nella terza settimana può magari venir fuori chi nelle ultime due-tre tappe s’è risparmiato appositamente per avere un alto rendimento oggi. Ad esempio Garzelli, che fin qui ha fatto un Giro anonimo, mai visto, se a scherzare in gruppo, potrebbe fare una sorpresa. Potrebbero andar bene Danielson, Clement, Intxausti, Samu Sanchez, ma si parla in chiave di piazzamento. Per Nibali è un po’ una prova del nove. Dà l’impressione di essere il dominatore di questo Giro, ma deve dare la dimostrazione oggi di essere il più forte. Non ha vinto tappe, a cronometro va bene, in salita meglio ancora, non può non vincere alla Polsa.

Pudra: il vincitore dell’altra crono (di cui non ricordo il nome) non può dire la sua? o forse si è ritirato..

Nebe1980: Per me vincerà Evans ma credo che Nibali possa contenere il distacco in 30 o 40 secondi. Si tratta dei una salita molto facile, molto pedalabile e quindi secondo me un uomo come Evans che va forte a cronometro e forte sulle salite con pendenze non eccessive è il corridore con le caratteristiche più adatte. Anche Garzelli ha caratteristiche che si adattano a un tracciato del genere ma mi sembra sottotono. Stefano non è il tipo che si risparmia, se fosse in forma avrebbe tentato almeno una fuga

DURANTE LA TAPPA

Mauro Facoltosi: Stefano Pirazzi dove partire due minuti fa ma non si è presentato alla rampa di lancio e, come da regolamento, per lui il cronometro è già stato fatto partire. La sua squadra ha sbagliato a comunicare a Pirazzi l’orario di partenza e lui ha preso il via con 5 minuti di ritardo, che gli saranno conteggiati in classifica.

Nebe1980: c’è un complotto, HW si scandalizza se vince il GPM , la squdra lo sabota ma lui nonostante tutto tiene duro… Grande Pirazzi!

Vittorio P: Che noia. Una cronoscalata del tutto inutile.
Quanto era meglio aggiungere la 4a salita nel tappone di Val Martello (e sarebbe stata una tappa GOLD) ma far spazio a una crono piatta. Così ci sarebbe stato più equilibrio. In questo Giro, invece, i cronoman sono azzerati.

Nebe1980: Questo giro è più per cronoman che per scalatori. Di salite dure dove si possono staccare i cronoman non ce ne sono. Basta con le crono piatte!!! sono una noia mortale e sbianciano i grandi giri. Ricordi con le crono piatte di 60 Km chi vinceva? Indurain Berzin Rominger, tutti cronoman quando hannjo diminuito le crono hanno inziato a vincere anche gli scalatori

Vittorio P: Nebe abbiamo già detto che sei incompetente e ne è dimostrazione che citi personaggi degli ‘anni 90: oggi nessuno fa più differenza a cronometro. La tua è una presa di posizione “idealista” che fa male al Giro. Sei acorato a posizioni vetuste del tipo “lotta contro Jean-Marie-Leblanc”. Sei sorpassato. Basta posizioni ultraortodosse. Guardati il Giro di Colombia, se ti piacciono tanto le salite estreme.
Io preferisco vedere il Giro con TUTTI I GRANDI CAMPIONI. Tutti. Solo così saprò che la MAGLIA ROSA è DAVVERO il MIGLIORE DEI CORRIDORI. Non mi interessa sapere, invece, chi è il migliore colombiano (con tutto il rispetto per i colombiani) o grimpeur.
Tu vuoi Giri noiosi, io voglio Giri di respiro internazionale, che appassionino i tifosi di tutta Europa e di tutto il mondo: e ciò avviene SE E SOLO SE ci sono i corridori di tutto il mondo (e non necessariamente si passa da una rampa al 30%, ma dalle crono piatte sì, perché i migliori specialisti su questo terreno sono stranieri).
Basta per favore, questi ragionamenti provincialistici non li sopportiamo più.

Vittorio P: Tra l’altro, se tu sostieni che questo è un Giro per cronoman, mi dici per favore I PRIMI 3 CRONOMAN IN CLASSIFICA in questo Giro d’Italia QUALI SONO?
(Non c’è bisogno di parlare di Rominger, Berzin e Indurain) Prendiamo i primi 6 della crono di Saltara (che già non era per puri specialisti):
1 DOWSETT
2 WIGGINS
3 KANGERT
4 NIBALI
5 CLEMENT
6 DURBRIDGE
A parte Nibali (che non è un cronoman puro) e Wiggins (ritirato) gli altri dove sono?
Te lo dico io dove sono:
DOWSETT e DURBRIDGE sono attorno alla 150esima posizione a oltre 3 ore
KANGERT è 12esimo a quasi 8 minuti
CLEMENT è 56esimo a più di 1 ora e mezza
…alla faccia del Giro per cronoman.
I tempi di Indurain e Armostrong (per fortuna) sono finiti! SVEGLIAAA!

DOPO LA TAPPA

Profpivo: Mi ha impressionato la seconda parte di Uran, più veloce di tutti dall’intermedio in poi. Malissimo Evans, ma non mi stupisce: secondo me salta. Mi attendo invece qualcosa da Sanchez, che è nettamente in crescendo.

Nebe1980: La prima indicazione è che evans è davvero fuori forma finora era stato nascosto ma in una crono perfetta per lui che è cronoman e va bene sulle salite pedalabili è andato davvero male. Nibali è in forma perfetta e merità il risultato che ha ottenuto

Nebe1980 (a Vittorio): Se come dici nessuno fa differenza a cronometro rispondi a due domande
1) Nibali allo scorso tour è arrivato terzo ed era in forma spesso ha messo in difficoltà Wiggins ma sai quanto tempo ha preso nelle crono da lui? E quest’anno che Nibali è al top nella parte per specialisti della crono di Saltara ha preso 1 minuto da wiggins in 20 Km. In una crono tutta piatta di 60 Km avrebbe beccato tre minuti mentre in salita avrebbe preso una ventina di secondi al massimo su ogni arrivo in salita come sta facendo con gli altri.
2) Ma ti sei chiesto come mai anche al tour hanno diminuito enormemente i chilometri a crono? Negli anni 90 c’erano due almenmo due tappe da 50 o 60 Km ma più di cento Km in crono individuale. Quest’anno ce ne sono meno di settanta. Se a cronometro non si fanno distacchi perchè tutti e tre i grandi giri diminuiscono i Km a crono invece che aumentarli?
Cito gli anni 90 per evidenziare come quando c’erano giri e tour con 100 km circa a cronometro vincevano i cronoman. Rispetto agli anni 90 i distacchi a cronometro sono rimasti uguali mentre quelli in salita sono diminuti cone dimostra la scelta degli organizzatori dei tre grandi giri di diminuire i Km a crono per riequilibrare i tracciati.
Sei ti che vuoi giri noiosi: che gusto c’è a vedere uno che corre da solo? I picchi di ascolto li fanno le tappe di montagna dove c’è battaglia. Quest’anno i campioni c’erano. Mancano Froome contador e Schleck ma al tour probabilmente mancherà Nibali, Wiggins doveva mancare ma forse l’interruzione del giro gli permetterà di correre il tour. Quindi come vedi quanto a numero di campioni siamo più o meno allo stesso livello il tour è un po’ superiore quanto a partecipazione di campioni ma è normale perchè si vincono più soldi non certo perchè il percorso è più avvincante. Le sterminate pianure francesi con vialoni dritti non sono certo paragonabili alle belle tappe che abbiamo visto al sud piene di insidie e di emozioni. La differenza è che il giro si vince sulle tre settimane perchè nella prima lo puoi perdere mentre il tour si decide solo sulle tappe cruciali, crono e grandi salite

Nebe1980 (a Vittorio): Il giro di quest’anno è stato fortemente condizionato dal maltempo. in condizioni normali Wiggins che è un cronoman sarebbe in lotta con Nibali per la rosa e Wiggins è un cronoman e Nibali si difende egregiamente. Nessuno dei due è uno scalatore puro. Come puoi notare dall’andamento delle tappe di questo giro gli scalatori (gli Scarponi, gli Uran, i Santambrogio, i Betancur non riescono a fare distacchi significativi perchè le salite affrontate non sono difficili quanto a pendenze e le squadre contano. Con salite più pendenti la differenza tra chi è scalatore e chi non lo è è maggiore e lo scalatore può tentare di recuperare tempo in classifica tanto da lottare per la vittoria. I primi due della generale non sono scalatori puri, non è un giro per scalatori

Salitepuntocià: Tutti dissero che era un giro per Wiggin’s mica solo nebe. Lui ha avuto FIFA ma se correva normale le discese dava tre minuti a tutti a saltara e altri 1-2 alle Polse. È un giro per cronoman si, che ovvio su difendono in salita, che c’entra gli specialisti fuori classifica? Ma ancor più facile era il giro 2009 …
Anche se fare peggio del 1985-1984-1979-1993 è impegnativo

in collaborazione con gli utenti del Forum dello scalatore (www.salite.ch)

DISCOGIRO: la colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

“Lo squalo” (colonna sonora del film)

a cura di DJ Jorgens

METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa Ponte di Legno – Val Martello

Ponte di Legno: nevicate moderate (1,9 cm), 1°C (percepiti -3°C), venti moderati da NNE (15-20 Km/h), umidità al 93%
Martello – Traguardo volante* (Km 126,1) : nevicate deboli (0,4 cm), 2,2°C (percepiti -2°C), venti moderati da N (16-24 Km/h), umidità al 86%
* Previsioni a quota 1267, traguardo a quota 2059

I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa

De Stefano: “Aldo Moser, il “patron” della famiglia Moser” (patron significa sponsor, sostenitore)
De Stefano: “Torna la cronoscalata qui dopo 43 anni” (non c’era mai stata prima una cronoscalata alla Polsa)
Conti: “1900 e 70″ (1970)
De Stefano: “Il video cede il passo alle partenze dei corridori”
Pancani: “Cummings è il leader dell’ordine dei corridori arrivati fino a questo punto”
Pancani: “Quando ne mancano 11 e 100 metri alla conclusione”
Pancani: “Cipollini ha seguito in gara, con una bici montata su un’auto cabrio, Stefano Garzelli” (cyclette al vento)
Pancani: “Il primo elemento che viene preso in condizione” (considerazione)
Corridore alla partenza: “Che il tempo guardi giù e ci permette di fare queste due tappe” (semmai il contrario)
Pancani: “Uno dei pochi velodromi ancora in Italia” (li stanno trasferendo tutti?)
Cassani: “Buono il cronometro di Diego Rosa”
Pancani: “La nuova classifica vede Caruso in prima posizione” (ordine d’arrivo provvisorio)
Pancani: “E’ lui il nuovo leader qui a Polsa” (vedi sopra)
De Luca: “Si vedono davanti le macchine della coda di Cadel Evans”
De Stefano: “Mauro Acquarone” (e due!)
Martinello: “Due tasse importantissime” (tappe)

IL GIRO DI GOMEZ
Come al Tour dello scorso anno, in questa rubrica vi faremo rileggere i piani alti della classica, come li avrebbe visti Gomez Addams nelle sue letture del giornale in “verticale”… vale a dire le classifiche giornaliere viste al contrario, dal punto di vista della maglia nera!

18a tappa: Mori – Polsa (cronometro)

1° Maxim Belkov
2° Manuel Belletti a 13″
3° Davide Appollonio a 2′57″
4° Adam Blythe a 3′02″
5° Cristiano Salerno a 5′11″

Classifica generale

1° Adam Blythe
2° Davide Appollonio a 1′33″
3° Rafael Andriato a 2′00″
4° Wilson Alexander Marentes Torres a a 6′06″
5° Miguel Minguez Ayala a 6′31″

QUELLA VOLTA CHE SI PARTI’ DA NAPOLI
Tuffo nella storia del Giro del 1963, il primo e finora unico partito da Napoli. Ci condurranno indietro di 50 anni i titoli del quotidiano “La Stampa” e le altimetrie d’epoca dell’archivio di www.ilciclismo.it

18a TAPPA: GORIZIA – NEVEGAL – 6 giugno 1963

PAMBIANCO VITTORIOSO PER DISTACCO AL NEVEGAL, ADORNI NUOVA MAGLIA ROSA, BALMAMION SECONDO
Sensibili cambiamenti in classifica nella 18a tappa del Giro – Vivace lotta sull’ultima salita – Adorni difenderà il primo posto sui severi colli dolomitici
Il romagnolo precede di poco il giovane Zilioli sulla rampa finale – Alle spalle dei due, i migliori classificati si danno battaglia – Balmamion ed Adorni staccano i rivali, piazzandosi al terzo e quarto posto all’arrivo e guadagnando minuti preziosi – Ronchini, ostacolato da una foratura, ha perso la maglia rosa – Oggi i ciclisti sui Monti Pallidi – Il maltempo e la neve renderanno dura la corsa

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ARCHIVIO ALMANACCO
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Raduno di partenza

1a tappa: Napoli

2a tappa: Ischia – Forio (cronosquadre)

3a tappa: Sorrento – Marina di Ascea

4a tappa: Policastro Bussentino – Serra San Bruno

5a tappa: Cosenza – Matera

6a tappa: Mola di Bari – Margherita di Savoia

7a tappa: San Salvo – Pescara

8a tappa: Gabicce Mare – Saltara (cronometro)

9a tappa: Sansepolcro – Firenze

10a tappa: Cordenons – Altopiano del Montasio

11a tappa: Tarvisio (Cave del Predil) – Vajont

12a tappa: Longarone – Treviso

13a tappa: Busseto – Cherasco

14a tappa: Cervere – Bardonecchia (Jafferau)

15a tappa: Cesana Torinese – Col du Galibier

16a tappa: Valloire – Ivrea

17a tappa: Caravaggio – Vicenza

LO SQUALO AZZANNA IL GIRO, EVANS SOFFRE

maggio 23, 2013 by Redazione  
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In attesa dei due tapponi di Val Martello e Tre Cime di Lavaredo su cui però pesa l’incognita meteo Vincenzo Nibali sfodera una prestazione monstre nella cronoscalata Mori-Polsa imponendosi con largo margine su un ritrovato Samuel Sanchez e sulla rivelazione Damiano Caruso e portando ad oltre 4′ il suo vantaggio nella generale sull’australiano della Bmc che vede ridursi drasticamente il suo vantaggio su Rigoberto Urán e Michele Scarponi in chiave lotta per il podio.

Foto copertina: lo “squalo” sguazza anche sotto il nubifragio (foto Bettini)

Dopo il secondo giorno di riposo e le due frazioni relativamente interlocutorie, sebbene la battaglia anche tra gli uomini di classifica non sia mancata, di Ivrea e Vicenza il Giro d’Italia è entrato nella sua fase decisiva con la 16a tappa, una cronoscalata di 20,6 km da Mori a Polsa caratterizzata da pendenze piuttosto costanti tra il 5 e l’8% lungo tutto il percorso ad eccezione dei due km iniziali pianeggianti e da altri tre di falsopiano subito dopo l’abitato di Brentonico, in corrispondenza del quale al km 9,4 era posto l’unico intertempo di giornata, un tracciato ideale dunque per passisti scalatori come Bradley Wiggins (Team Sky), che però ha ormai da giorni abbandonato la corsa rosa, e di Vincenzo Nibali (Astana), che ha corso da padrone fin qui ma che era ancora in cerca di un successo di tappa al Giro che non arrivava dal 2010, quando si impose in solitudine ad Asolo dopo un gran numero nella discesa del Monte Grappa: il siciliano, malgrado la pioggia che ha iniziato a cadere copiosamente poco dopo la sua partenza, non si è fatto sfuggire l’occasione infliggendo distacchi pesantissimi agli avversari già a metà percorso e continuando a incrementare il vantaggio fino al traguardo con il solo Samuel Sanchez (Euskaltel), tornato stabilmente ai livelli abituali dopo aver perso diverso terreno nella crono di Saltara e nell’arrivo in salita del Montasio, che ha saputo limitare il gap a meno di un minuto chiudendo a 58” e risalendo al 10° posto della generale mentre il terzo gradino del podio è stato occupato a sorpresa da Damiano Caruso (Cannondale), che dopo il tentativo di fuga senza esito nella tappa di Ivrea è uscito di classifica ma in questa cronoscalata ha dato il meglio di sè concludendo a 1′20” e precedendo per solo 1” Michele Scarponi (Lampre-Merida), che dopo un ottimo avvio in cui ha fatto segnare il secondo tempo a Bertonico è un po’ calato alla distanza ma ha comunque guadagnato terreno nella generale su Rigoberto Urán, che al contrario del marchigiano è partito molto lentamente ma si è superato nella seconda metà di gara in cui ha perso solo 6” da Nibali chiudendo 6° a 1′26”, e soprattutto sul grande sconfitto del giorno Cadel Evans (Bcm) che, dopo aver già dato i primi segnali di cedimento nel weekend di montagna franco-piemontese, è incappato in una giornata nera, rischiando addirittura l’onta di essere ripreso dalla maglia rosa partita 3′ dopo di lui e non andando oltre il 25° posto con un distacco di 2′36”, salvando per soli 10” il secondo posto in classifica dall’assalto di Urán. Dal discorso podio non possono essere esclusi neppure i due duellanti per la maglia bianca Rafal Majka (Saxo-Tinkoff) e Carlos Betancur (Ag2r), entrambi autori di ottime prove con il polacco che ha chiuso 5° a 1′25” riprendendosi per soli 2” la leadership nella classifica dei giovani davanti al colombiano 7° a 1′32”, e Przemyslaw Niemiec (Lampre), che al pari del suo capitano Scarponi ha perso qualche secondo di troppo da Brentonico in poi ma ha comunque portato a casa un positivo 12° posto a 1′56”, alle spalle del sempre competitivo in questo tipo di esercizio Stef Clement (Blanco) 8° a 1′36”, del campione italiano a cronometro Dario Cataldo (Team Sky) 9° a 1′41”, di un sorprendente Danilo Di Luca (Vini Fantini) 10° a 1′52” e di Eugeni Petrov (Saxo-Tinkoff) 11° a 1′54” consolidando la sua quinta piazza nella generale davanti a Majka, Betancur e a un Mauro Santambrogio (Vini Fantini), che è scivolato indietro di due posizioni non andando oltre il 24° posto a 2′33” mostrando nuovamente la corda dopo la defaillance sulla salita di Andrate nella tappa di Ivrea: per quanto riguarda gli altri uomini di classifica, il cui obiettivo massimo ora non può che essere un piazzamento nella top ten, si sono comportati discretamente Domenico Pozzovivo (Ag2r), che pur non al meglio per via di una bronchite ha chiuso 15° a 2′11”, e Franco Pellizotti (Androni), da cui magari ci si attendeva qualcosa di più dopo il successo di Plan de Corones del 2008, 16° a 2′12” mentre sono rimasti decisamente al di sotto delle aspettative Beñat Intxausti (Movistar) 28° a 2′49”, Robert Gesink (Blanco) 29° a 2′55” e Robert Kiserlovski (RadioShack) addirittura 39° a 3′46” preceduto anche da un Tanel Kangert (Astana) che si è piazzato 34° a 3′19” e probabilmente non ha dato il meglio di sè per essere il più possibile utile a Nibali nelle ultime giornate di corsa.
Lo Squalo dello Stretto sembra in ogni caso avere ormai ben più di un piede e mezzo sul gradino più alto del podio finale di Brescia in virtù di una condizione straripante mostrata fin dal mese di marzo con la Tirreno-Adriatico e soprattutto di un vantaggio in classifica generale divenuto di tutta sicurezza con Evans 2° a 4′02”, Urán 3° a 4′12”, il duo Scarponi-Niemiec 4° e 5° a 5′14” e 6′09”, Majka 6° a 6′45” e Betancur 7° a 47”: nei prossimi due tapponi di montagna potrà comunque succedere di tutto anche se, alla luce delle previsioni meteo che annunciano neve e temperature ad alta quota ben al di sotto dello zero, non si sa ancora quale sarà il percorso a partire dalla 19a frazione, 139 km da Ponte di Legno in cui, per la prima volta nella storia del Giro, dovrebbero essere scalati nello stesso giorno due moloch come Gavia e Stelvio prima dei 21 km di ascesa finale verso il traguardo ma in cui è più probabile che si opti per un percorso alternativo con l’abbordabile Tonale in partenza e l’impegnativo Castrin a metà percorso anche se a quel punto dalla vetta ai piedi dell’ultima salita mancherebbero ben 60 km di discesa e falsopiano per cui con ogni probabilità la bagarre tra i big sarebbe rimandata ai km conclusivi.

Marco Salonna

DOPPIETTA DI GREIPEL SULLE STRADE DEL BELGIO

maggio 23, 2013 by Redazione  
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Nella seconda tappa del Giro del Belgio c’è un’altra vittoria per André Greipel (Lotto-Belisol). Il corridore tedesco è riuscito a far suo lo sprint decisivo riuscendo a battere Danny Van Poppel (Vacansoleil-DCM) e Tom Boonen (Omega-Quick Step).
Di conseguenza Greipel aumenta anche il vantaggio in classifica generale, che il tedesco comanda con 10 secondi su Boonen e 14 su Van Poppel.

Foto copertina: il bis di Greipel al Giro del Belgio (foto Photopress.be)

Si fa interessante il bottino di André Greipel in questo Giro del Belgio: ne è testimone il fatto che il velocista della Lotto-Belisol sia riuscito a ripetersi in questa seconda tappa dopo la vittoria di ieri, ma anche per il motivo che l’affermazione odierna sia giunta dopo una tappa che non aveva nulla aveva a che fare con i velocisti, principalmente visto il posizionamento di alcuni muri, tipo classica fiamminga, presenti sul percorso.
Questa seconda frazione partiva da Knokke Heist per terminare dopo 178 chilometri nella zona orientale della regione fiamminga, precisamente a Ninove. I muri da percorrere erano dieci, e tutti quanti posizionati nella seconda parte di tappa.
Tuttavia i più coraggiosi non hanno aspettato le difficoltà principali di questa tappa per evadere dal gruppo, bensì i primissimi chilometri, e poco dopo la partenza si forma già la fuga: Pichot e Turgot (Europcar). Ignatiev (Katusha), Steels (Crelan-Euphony) e Kamishev (Astana). Costoro potranno godere di un vantaggio massimo di poco meno cinque minuti sul gruppo che, tirato da Lotto e Omega-Quick Step, dimezzerà il gap prima della scalata agli ultimi tre muri.
Per i fuggitivi la situazione non farà altro che peggiorare perché l’inseguimento del gruppo si fa più ostinato e tra loro cominciano a mancare energie, e anche per questo in testa rimane il solo Ignatiev che, dopo aver scollinato per primo il Bosberg, verrà ripreso prima dell’ultima scalata al Congoberg.
É su questo muro che si forma un’azione interessante, creatasi dopo un allungo di Francesco Gavazzi, al quale si accodano anche l’iridato Philippe Gilbert e Niki Terpstra; la loro azione è ottima e infatti, al principio, il loro vantaggio non farà altro che crescere. Ma col passare dei chilometri, e ne mancano appena una decina, sia Gilbert che Gavazzi notano l’inerzia di Terpstra, che fino a qual momento non ha dato nessun cambio, e lo spingono a collaborare, ma la risposta negativa del campione olandese fa saltare l’accordo tra i fuggitivi; a quel punto il gruppo non ha problemi nel riprendere il trio di testa e la possibilità di una volata diventa una certezza.
Il lavoro principale è sbrigato dalla Lotto-Belisol che punta ancora una volta sulla velocità del suo capitano Greipel, ma dopo una tappa così nervosa la volata diventa atipica perché le squadre non sono al completo e ai velocisti presenti mancano le gambe.
Lo sprint viene lanciato da Jurgen Roelandts (Lotto-Belisol) che fa da apristrada a Greipel, il quale inizia immediatamente la sua accelerazione, venendo però affiancato da Boonen e Van Poppel; ma nessuno dei tre riesce far valere nettamente la sua potenza e tagliano il traguardo quasi alla pari: “quasi” perché dal photo-finish si evince la vittoria di André Greipel, che ottiene la sua seconda affermazione consecutiva davanti a Van Poppel e Boonen.
Completano la Top Ten: Porsev (Katusha), Petit (Cofidis), Ponzi (Astana), Tstachevich (Katusha), Tleubayev (Astana), Terpstra (Omega-Quick Step) e Sinkeldam (Argos-Shimano).
In classifica generale non cambia nulla e vede sempre al comando Greipel che ha 10” di vantaggio su Tom Boonen.
La terza tappa di domani prevede una cronometro individuale di 15 chilometri su un percorso completamente pianeggiante che potrebbe decidere la classifica finale.

Paolo Terzi

COLPO DOPPIO DI IMPEY, LAMPRE-MERIDA OK

maggio 23, 2013 by Redazione  
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Il sudafricano dell’Orica-GreenEdge resiste al ritorno di Gerald Ciolek e si impone in quel di Viechtach strappando la maglia di leader ad Alex Rasmussen giunto in forte ritardo, mentre i blu-fucsia sono protagonisti per tutto il giorno anche con Damiano Cunego e colgono il terzo e il quarto posto con Adriano Malori, che sale alla piazza d’onore della generale, e Diego Ulissi.

Foto copertina: Impey a segno nella seconda frazione della corsa tedesca (foto Alliance)

La seconda frazione della Bayern Rundfahrt, 194,5 km da Mühldorf a Viechtach, si presentava come la più impegnativa della breve gara a tappe teutonica con le scalate di Sankt Englmar e Nössling-Kollnburg, gpm di 1a e 2a categoria le cui vette erano poste rispettivamente al km 123 al km 137, e da diversi altri saliscendi fino al traguardo, posto al termine di un circuito di 8,7 km da ripetere per due volte. Dopo un primo tentativo nelle fasi iniziali di sette corridori tra cui Grischa Janorschke (Nutrixxion Abus), secondo nella generale alle spalle di Alex Rasmussen (Garmin-Sharp) la fuga che ha caratterizzato la giornata è nata al km 30 ad opera di Nikias Arndt (Argos-Shimano), Stefan Denifl (Iam Cycling), Jerome Cousin (Europcar), Russell Downing (NetApp-Endura), Jan-Niklas Droste (Heizomat), Tobias Dohlus (Nutrixxion Abus), Jean Marc Marino (Sojasun) e dal vincitore della Roma Maxima Blel Kadri (Ag2r) che hanno acquisito fino a 4′20” sul gruppo e si sono selezionati lungo l’ascesa di Sankt Englar, con Denifl, Cousin, Kadri e Arndt rimasti al comando mentre alle loro spalle, sotto l’impulso soprattutto della Lampre-Merida, il plotone ha iniziato a perdere diversi elementi primi fra tutti i velocisti puri come Theo Bos e Graeme Brown (Blanco), Yauheni Hutarovich (Ag2r), Aidis Kruopis (Orica-GreenEdge) e il leader Rasmussen e più avanti anche Arnaud Dèmare (Fdj) e atleti più quotati come Sebastian Langeveld (Orica-GreenEdge), Jonathan Tiernan-Locke (Team Sky) e Christophe Kern (Europcar) finchè davanti non sono rimasti una ventina di corridori, tra cui i tre blu-fucsia Adriano Malori, Diego Ulissi e Damiano Cunego, divenuti poi una cinquantina al termine della discesa del Nössling-Kollnburg, con Ben Swift (Team Sky), Heinrich Haussler (Iam Cycling), Daryl Impey (Orica-GreenEdge) e Gerald Ciolek (Mtn-Qhubeka favoriti in caso di arrivi allo sprint): in testa alla corsa Kadri ha tentato di andarsene in solitudine nel tratto in discesa ma nulla ha potuto fare per opporsi al ricongiungimento del gruppo avvenuto a circa 30 km dal traguardo. Un nuovo forcing su uno strappo posto ai -20 ha fatto sì che davanti rimanessero i soli Geraint Thomas, Ian Stannard and Peter Kennaugh (Team Sky), Maxime Bouet and John Gadret (Ag2r), Warren Barguil (Argos-Shimano), Marcel Wyss (Iam Cycling), Pierre Rolland (Europcar), David Tanner (Blanco), Thibaut Pinot (Fdj), Simon Clarke and Simon Gerrans (Orica-GreenEdge), Cunego e Malori ma nel finale gli atleti rimasit staccati sono tornati sotto e nello sprint ristretto ha avuto la meglio Impey, che ha colto dopo il campionato nazionale a cronometro e una tappa al Giro dei Paesi Baschi il suo terzo successo stagionale davanti a Ciolek, in rimonta negli ultimi metri ma non a sufficienza per mettere la sua ruota davanti a quella del sudafricano, e al duo Lampre-Merida con un Malori in grande condizione 3° davanti a Ulissi, Romain Bardet (Ag2r), Michael Kreder (Garmin-Sharp) e Geraint Thomas (Team Sky), che si è aggiudicato la Bayern-Rundfahrt due stagioni fa e sembra ora il grande favorito insieme al corridore di Traversetolo alla luce delle grandi qualità di entrambi nelle prove contro il tempo: la nuova classifica generale vede infatti Malori 2° e Thomas 5° rispettivamente a 3” e 7” da Impey che grazie agli abbuoni ha conquistato la maglia di leader, con Ciolek e Swift 3° e 4° a 7” senza dimenticare Ulissi e Davide Malacarne (Europcar) entrambi distanziati di 10”. La terza tappa, 196,8 km da Viechtach a Kelheim, presenta un tracciato piuttosto movimentato nei 60 km iniziali ma più morbido nel seguito, con l’ultimo breve strappo posto ai -20 dal traguardo prima di un circuito finale pianeggiante di 6,5 km da ripetere per due volte.

Marco Salonna

MORI – POLSA: LANCETTE IN RESTA, E’ “CRONOSCALATA TIME” SULLE ORME DI MERCKX

maggio 23, 2013 by Redazione  
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È giunta l’ora della cronoscalata, il primo dei tre atti più attesi, la terna di tappe più impegnative del Giro 2013. Oggi si pedalerà contro il tempo per 19 chilometri e mezzo, prevalentemente tracciati in salita. La pendenza non è di quelle da selezione, ma la lunghezza dell’ascesa e le forze in scemando lasceranno il segno sulla classifica generale.

Quando le lancette riprenderanno a scorrere inesorabili sul quadrante e la strada punterà costantemente verso il cielo, sarà arrivato il momento della cronoscalata. Il primo atto del trittico montano che decreterà il nome della 78esima maglia rosa assoluta è costituito da una tappa non molto gradita ai “puristi” della salita, che vorrebbero le grandi ascese destinate unicamente alla certamente più appassionante sfida uomo contro uomo. Non si può dar loro torto e basta pensare alla salita verso Oropa per rendersene conto: cosa è rimasto impresso nella memoria dell’appassionato, inciso a caratteri rosa nella storia del Giro? Non certo la vittoriosa ma asettica scalata contro il tempo di Bruseghin nel 2007, surclassata dalle tappe dell’epocale crisi di Indurain (1993) e dello strepitoso recupero di Pantani (1999). E chi avrà qualche annetto in più aggiungerà a questo elenco anche il successo di Taccone nel 1963, seconda di quattro affermazioni consecutive del corridore abruzzese.
Quest’anno, però, bisogna dire che gli organizzatori hanno imboccato la giusta strada perché quella che conduce a Polsa, la stazione di sport invernali del comune di Brentonico, è proprio una delle ascese ideali per questo tipo di frazioni. Con i suoi 19 Km al 5,2% appartiene, infatti, alla categoria delle salite pedalabili, quelle denotate da pendenze che non sono naturalmente in grado di provocare grandi selezioni e stuzzicare gli appetiti degli scalatori. Ascese che, insomma, lascerebbero di norma il tempo che trovano ma che, con l’avversario dello stesso tempo da affrontare, ottengono il loro momento di rivalsa su ascese più dure e blasonate. A esser sinceri la Polsa il segno l’aveva lasciato al Giro, per ben due volte, ma erano altri tempi e altri fondi. Fu nel percorso del Giro del 1970 ed ebbe una notevole importanza perché servì come trampolino di lancio a Merck verso la maglia rosa, che vestirà al termine di quella tappa e poi terrà sino alla conclusione della corsa rosa. Ma 43 anni fa non ci si fermava nel piazzale dove quest’anno si farà l’arrivo poiché subito dopo i “girini” erano attesi dall’appendice verso la Cima Polsa, dura sia per le pendenze (media del 7,3%, massima del 25%), sia per il fondo stradale che in quell’ultimo tratto era sterrato, così come nella fase iniziale della successiva discesa.
La tappa che per la terza volta porterà il Giro alla Polsa (ci si salì anche nel 1969, quando al GPM scollinò in testa il bresciano Michele Dancelli) prenderà le mosse da Mori, precisamente dal velodromo che nel 2010 ha ospitato i campionati italiani di ciclismo su pista. Siamo all’imbocco della “depressione di Loppio”, la valle che collega Rovereto e la valle dell’Adige con l’Alto Garda. L’attraversamento di questo centro – i cui monumenti più importanti sono la chiesa di Santo Stefano, i palazzi Salvadori e Salvotti e il santuario di Santa Maria di Montalbano – avverrà in pianura e per incontrare la salita bisognerà lasciar scorrere sotto le ruote i primi 1000 metri. Abbandonata la statale per Riva del Garda e la “depressione di Loppio” (il corridoio vallivo che collega Rovereto e la valle dell’Adige con l’Alto Garda), uno per volta i corridori imboccheranno la provinciale che risale le pendici nordorientali del Monte Baldo, in direzione di Brentonico, iniziando così la lunga ascesa verso il traguardo. Superati sette panoramici tornanti (in tutto se ne incontreranno 23) e affrontati i primi 3,1 Km della salita – fin qui si saranno “digeriti” 193 metri di dislivello, al 6,2% di media con un massimo del 12,3% – si giungerà a Besagno, frazione di Mori sorta sul luogo ove si trovava un accampamento romano e dove è possibile ammirare, nella piazzetta centrale, un tabernacolo affrescato con la Crocifissione, dipinto in occasione del passaggio di queste terre alla Repubblica di Venezia. Entrati nel territorio municipale di Brentonico, altri 3000 metri inclinati al 6,5% (qui la massima si attesta al 14%), condurranno i “girini” alle porte di Crosano, un tempo una delle più popolose frazioni del comune. La strada proporrà altri 1,4 Km d’ascesa al 6,7% (massima del 12%) per poi farsi pianeggiante per 700 metri nell’attraversamento di Brentonico, località di villeggiatura che in epoca medioevale fu la sede del Capitanato di Giustizia dei Quattro Vicariati (gli altri tre erano Ala, Avio e Mori) ed era conosciuta per le sue cave di marmo rosso e giallo. Tra le bellezze di questo centro, che fu sede d’arrivo della citata tappa del Giro del 1970, spicca la secentesca chiesa intitolata ai Santi Pietro e Paolo, al cui interno è conservato il più antico organo della regione, realizzato nel XVII secolo da Giovanni Bertè. Chi, invece, fosse alla ricerca di un bel panorama con il quale rifarsi gli occhi potrà intraprende la camminata verso le rovine del Castello di Dossomaggiore, citato nella “Historia Langobardorum” di Paolo Diacono e distrutto nel ‘700 da soldati francesi.
Un brevissimo tratto in ripida discesa porrà termine a questo primo “intervallo”, conducendo all’ingresso della frazione di Fontèchel dove, lasciata la strada che fa ritorno al fondovalle, s’imboccherà quella che punta verso San Valentino (località turistica situata presso l’omonimo passo e che fu sede d’arrivo della frazione decisiva del primo Giro di Padania, vinto da Ivan Basso) senza però raggiungerla perché dopo poche centinaia di metri si svolterà in direzione di Prada. Nel frattempo sarà ripresa la salita e nella fattispecie si tratterà della seconda delle tre balze di cui è costituita, la più breve e facile, lunga 1400 metri e caratterizzata da una pendenza media del 4,9% (massima del 14%). Seguirà un secondo e ultimo intermezzo in quota, previsto in lieve discesa, che terminerà in vista del passaggio da Prada, una delle più alte frazioni brentonicane, i cui primi abitanti furono, secondo una leggenda, un manipolo di briganti al soldo di una certa “donna Giulia”. Qui giunti si riprenderà a salire e stavolta definitivamente, senza più interruzioni, sino al traguardo, posto 492 metri più in alto. Per arrivarci bisognerà percorrere poco più di 7 Km, incontrando gli ultimi dieci tornanti e pendenze che faranno di questo tratto il più ripido della cronoscalata, con un’inclinazione media del 6,7% e un picco del 16%, il più elevato dell’intero tracciato, raggiunto a 2 Km dall’arrivo. Un finale che prenderà di “polsa” il Giro a tre giorni dalla fine. Finora non si sarà certo scherzato, ma da oggi la sfida si farà serrata!

Mauro Facoltosi

FOTOGALLERY

Foto copertina: Giro del 1970, Merckx sulla Polsa poco prima dell’attacco decisivo
(www.visitrovereto.it)

Velodromo di Mori (www.cyclingforall.net)

Velodromo di Mori (www.cyclingforall.net)

Mori, Santuario di Santa Maria di Montalbano (panoramio)

Mori, Santuario di Santa Maria di Montalbano (panoramio)

Il tabernacolo affrescato di Besagno

Il tabernacolo affrescato di Besagno

Brentonico (www.mart-rovereto.it)

Brentonico (www.mart-rovereto.it)

Brentonico, chiesa dei SS. Pietro e Paolo (www.hotelneni.it)

Brentonico, chiesa dei SS. Pietro e Paolo (www.hotelneni.it)

Ruderi del castello di Dossomaggiore (www.tr3ntino.it)

Ruderi del castello di Dossomaggiore (www.tr3ntino.it)

Prada (panoramio)

Prada (panoramio)

Uno degli ultimi tornanti verso la Polsa (panoramio)

Uno degli ultimi tornanti verso la Polsa (panoramio)

Panorama dalla Polsa (panoramio)

Panorama dalla Polsa (panoramio)

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI VICENZA

maggio 23, 2013 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Come negli ultimi anni, dopo la presentazione della tappa e la cronaca, la giornata in rosa di ilciclismo.it si chiude con uno scrigno zeppo di golosità: la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; i punti salienti della tappa a venire; la colonna sonora dell’ultima frazione disputata, le “perle” dei telecronisti, le previsioni del tempo per la tappa che verrà e il ricordo del Giro del 1963. Seguiteci.

Foto copertina: sulle strade della corsa rosa si fa rivedere Mario Cipollini (foto Bettin

GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO

Italia

Viscont regale: bis a Vicenza. Nibali controlla e resta in rosa (Gazzetta dello Sport)

Giro d’Italia, Visconti vince anche in pianura (Corriere della Sera)

Regno Unito

Mark Cavendish’s painful day threatens points prize (The Independent)

Giro Visconti’s second win in three days (The Times)

Visconti holds on for stage 17 win (The Daily Telegraph)

Francia

Visconti, un Movistar encore à l’affiche (L’Equipe)

Spagna

Visconti repite en Vicenza (AS)

Movistar, a cuatro bandas (Marca)

Visconti se quita presión ganando (El Mundo Deportivo)

Belgio

Visconti gagne la 17e étape, Nibali reste en rose (Le Soir)

Visconti pakt zijn tweede ritzege in de Giro (De Standaard)

Visconti gagne la 17e étape, Nibali reste en rose (L’Avenir)

Victoire de l’Italien Giovanni Visconti lors de la 17e étape (La Dernière Heure/Les Sports)

Giovanni Visconti, déjà vainqueur sur le Galibier, s’offre le doublé (Sudinfo.be)

Paesi Bassi

Zege Visconti in Vicenza (De Telegraaf)

Germania

Visconti gewinnt 17. Giro-Etappe – Weitere Wetterkapriolen drohen (Berliner Zeitung)

Visconti feiert zweiten Etappensieg (Westdeutsche Allgemeine Zeitung)

Lettonia

R. Navardausko žvaigždė žiba toliau – lietuvis „Giro d’Italia“ etape užėmė antrąją vietą Lietuvos Rytas

Canada

Giovanni Visconti wins 17th Giro stage with strong solo performance (The Globe and Mail)

USA

Visconti Takes Second Stage Win in Giro d’Italia (The New York Times)

Colombia

Giovanni Visconti ganó la etapa 17 del Giro de Italia (El Tiempo)

Miguel Ángel Rubiano brilló en la 17ª etapa del Giro de Italia (El Espectador)

Australia

Evans confirmed as Tour de France team leader (The Age)

Visconti claims Giro stage 17 win (The Australian)

Visconti wins stage, Nibali still leading (Herald Sun)

BOX POPULI

Ogni giorno, a partire dalla prima tappa, qui troverete i commenti degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

PRIMA DELLA TAPPA

Mauro Facoltosi: Troppo dura per i velocisti anche stavolta? Possibile ancora movimento tra i primi della classifica?

Howling Wolf14: Ci sono velocisti pellegrini, tipo Chicchi, Ferrari e Gavazzi, per i quali è troppo duro anche un cavalcavia. Se Cavendish pedala come ieri, può passare indenne da Crosara, tutt’al più con un piccolo distacco colmabile dal gruppo, e ambire ad un nuovo successo parziale. Ma non è detto che il gruppo arrivi compatto ai piedi del Crosara. Se va via una fuga da lontano, magari bene assortita, possono non essere molti i team interessati ad inseguire. E se tutto il peso finisce dall’inizio sulle spalle dell’Omega non so se ne valga la pena.
Nessun movimento tra i big, se non dal 15° posto in giù. Ma forse nemmeno.

Jack.ciclista: La salita non è durissima ma non lascia rifiatare, sicuramente il gruppo si allungherà. La discesa successiva è molto veloce e lo stare il gruppo non consente recuperi, anzi, da soli si viaggia sicuramente più veloci.
Però poi 5 km di piano non sono pochi. Secondo dell’ultimo strappo me parte una fuga di uomini di seconda fascia, e può arrivare all’arrivo se scattano nel primo km; se tardano il vantaggio accumulato non consente di arrivare all’arrivo.

GattoVe: In verità la salita ha dei tratti duri anche oltre il12%,ma non è vero che non ha tratti per rifiatare,per 100 mt addirittura scende!Diciamo che ha quattro gradoni e dopo ogni uno di questi molla parecchio.

Jack.ciclista: Forse per te e per i meno allenati sembra a scalini! Io che sono forte la faccio tutta tirata, ed anche i professionisti la faranno ad una velocità tale da non accorgersi delle differenze di pendenza tra l’8% ed il 12%. E la contro pendenza per loro durerà 10 secondi, non fanno certo tempo a rifiatare, anche perchè poi da li in poi la salita è praticamente finita!

GattoVe: Scusa,non capisco. Ma qual’è la salita che fa rifiatare? Se è tutta salita continua non rifiati,se spiana dici che non si può perché si va a tutta,ergo che non esiste la salita che fa rifiatare! Poi dimenticavo che tu hai sempre certezze tombali!

DOPO LA TAPPA

Mauro Facoltosi: Bis di Visconti. Commenti?

Pudra: Ha fatto un bel numerozzo. e ha avuto la capacità di attendere la fine della salita per attaccare non come Di Luca che è partito presto e poi si è piantato (addirittura prima del fuggitivo Rubiano).

Nebe1980: Di luca non si è piantato, quando ha visto che Visconti aveva un altro passo si è rialzato

Pudra: era ad un km dal gpm, non poteva tenere duro e provare a tenerlo?

Nebe1980: No, perchè andava molto più forte. Di Luca è un corridore esperto e ha capito subito che non ce l’avrebbe fatta

Howling Wolf14: Di Luca si pianta tutti i giorni. E’ un mediocre. Visconti usa la testa, Di Luca va all’attacco a testa bassa, tutti i giorni, tanto per andarci. Secondo me lo fa per far scena, sa di non poter andare lontano. Solo che alla fine danneggia il suo team.

Profpivo: Concordo, non ce la fa. E non se ne rende conto, tanto che l’altro giorno sulla Gazzetta si candidava addirittura al ruolo di capitano per il Mondiale!!

Nebe1980: Come alla tre cime di Lavaredo nel 2007… vero?

Howling Wolf14: Lo lasciano andare, poi si spegne da solo. Qualche anno fa era superdopato, ma da quando ha finito di fumare è tornato ad essere un signor anonimo.

Jack.ciclista: Secondo me se ne rende conto benissimo, per questo attacca solo dove ha la possibilità di farsi vedere per una decina di minuti (quando va bene). Sa di non avere più possibilità su traguardi importanti, non gli restano che questi allunghi fini a se stessi.
PS: Per me era mediocre anche da bombato. E poi non ho capito perchè corre ancora: uno beccato due volte non doveva essere radiato ? Ah, già, lui ha collaborato facendo i nomi di Ferrari e Fuentes !! Come se Berlusconi ottenesse la grazia dicendo “adesso vi dico io chi comanda nel mondo della mafia: Riina e Provenzano”!!

in collaborazione con gli utenti del Forum dello scalatore (www.salite.ch)

DISCOGIRO: la colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Bis (Elio e le Storie Tese)

a cura di DJ Jorgens

METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa Mori – Polsa (cronoscalata)

Mori – partenza primo corridore: nuvole sparse con possibilità di deboli ed isolate precipitazioni, 19,7°C (percepiti 18°C), venti moderati da SW (10-15 Km/h), umidità al 53%
Mori – partenza maglia rosa: pioggia debole (0,2 mm) e schiarite, 19,5°C (percepiti 18°C), venti moderati da SW (11-18 Km/h), umidità al 59%
Polsa – arrivo primo corridore: poco nuvoloso con qualche goccia di pioggia, 11,1°C (percepiti 7°C), venti moderati da SW (14-17 Km/h), umidità al 52%
Polsa – arrivo maglia rosa: pioggia debole (0,2 mm) e schiarite, 9,5°C (percepiti 7,5°C), venti moderati da SW (13-17 Km/h), umidità al 64%

I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa

Conti: “Adriano Zamboni ci ha lasciati nel 2006″ (è morto nel 2005)
De Stefano, ringraziando un ospite: “Grazie a Thomas Casarotto” (Casarotto è morto nel 2010)
Martinello: “Thomas Casarotto è mancato due anni fa” (vedi sopra)
De Stefano, presentando la cantante Benedetta Caretta: “Benedetta Engels”
De Stefano: “Siamo partiti dalla città che ha dato i natali a Michelango Merisi” (Caravaggio nacque a Milano, non a Caravaggio)
Fagnani: “Non ci sono informazioni celle temporalesche”
De Luca: “Onostà intellettuale”
De Luca: “Come ricordevate”
Pancani: “Stiamo entrando sotto il minuto di vantaggio”
De Luca: “Hanno levato il piede dalla pedivella” (la pedivella è l’elemento che collega il pedale al corpo della bicicletta)
Televideo: “Lukas Mezgec” (hanno imparato a scrivere bene il cognome, ma ora cannano il nome, che è Luka)

IL GIRO DI GOMEZ
Come al Tour dello scorso anno, in questa rubrica vi faremo rileggere i piani alti della classica, come li avrebbe visti Gomez Addams nelle sue letture del giornale in “verticale”… vale a dire le classifiche giornaliere viste al contrario, dal punto di vista della maglia nera!

17a tappa: Caravaggio – Vicenza

1° Maxim Belkov
2° Iljo Keisse a 1′17″
3° Stephen Cummings a 1′32″
4° Pim Ligthart s.t.
5° Danny Pate s.t.
Primo italiano Stefano Locatelli, 10° (s.t.)

Classifica generale

1° Rafael Andriato
2° Miguel Minguez Ayala a 1′57″
3° Adam Blythe a 2′42″
4° Davide Appollonio a a 4′20″
5° Wilson Alexander Marentes Torres a 4′49″

QUELLA VOLTA CHE SI PARTI’ DA NAPOLI
Tuffo nella storia del Giro del 1963, il primo e finora unico partito da Napoli. Ci condurranno indietro di 50 anni i titoli del quotidiano “La Stampa” e le altimetrie d’epoca dell’archivio di www.ilciclismo.it

17a TAPPA: TREVISO – GORIZIA – 5 giugno 1963

BARIVIERA SI AFFERMA IN VOLATA A GORIZIA ALLA VIGILIA DELLE DURE TAPPE DOLOMITICHE
Il velocista della Carpano ha ottenuto la terza vittoria allo sprint, in questo Giro d’Italia, battendo cinque compagni di fuga – L’episodio decisivo a pochi chilometri dal traguardo – La corsa é stata monotona: i corridori si sono risparmiati in vista delle prossime fatiche – Oggi arrivo in salita al Nevegal – Domani la «Cavalcata dei Monti Pallidi»
Il corridore Mele ha rischiato di morire per una iniezione senza controllo medico – Grave denuncia del dott. Fruttini, sanitario del Giro

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ARCHIVIO ALMANACCO
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Raduno di partenza

1a tappa: Napoli

2a tappa: Ischia – Forio (cronosquadre)

3a tappa: Sorrento – Marina di Ascea

4a tappa: Policastro Bussentino – Serra San Bruno

5a tappa: Cosenza – Matera

6a tappa: Mola di Bari – Margherita di Savoia

7a tappa: San Salvo – Pescara

8a tappa: Gabicce Mare – Saltara (cronometro)

9a tappa: Sansepolcro – Firenze

10a tappa: Cordenons – Altopiano del Montasio

11a tappa: Tarvisio (Cave del Predil) – Vajont

12a tappa: Longarone – Treviso

13a tappa: Busseto – Cherasco

14a tappa: Cervere – Bardonecchia (Jafferau)

15a tappa: Cesana Torinese – Col du Galibier

16a tappa: Valloire – Ivrea

BIS VISCONTI A VICENZA: COLPO DI MANO, CON LE GAMBE E LA TESTA

maggio 23, 2013 by Redazione  
Filed under News

Giochi di doppi: Navardauskas pensava che il bis fosse il suo, in quel di Vicenza, all’atto di vincere braccia al cielo una volata ristretta tra quaranta selezionati atleti. Ma lì davanti c’era già Giovanni Visconti, a raddoppiare il successo del Galibier con una vittoria meno emotiva ma di rilievo tecnico finanche superiore.

Foto copertina: Visconti a poche pedalate dal secondo successo sulle strade della corsa rosa (foto Bettini)

Uno scioglilingua, la tappa vicentina: Visconti della Movistar / fa il bis a Vicenza / davanti di venti secondi.
Ed era davvero un rebus, questo finale, appetibile per tanti, forse tutti, quindi non tagliato su misura per nessuno, nonostante gli organizzatori spergiurassero di averlo cucito su Pozzato. A ben vedere, era proprio così, se non che il corridore di casa sta producendosi in una stagione ectoplasmica, e coerentemente a quanto fatto fin qui, oggi si accuccia ai piedi del podio.
Tappa lunga, ma meno di ieri, priva delle importanti asperità iniziali, e meno duro anche il muro conclusivo che affacciava sul finale. Tante stradine ai piedi dei Berici, però, strette, serpeggianti, che stuzzicano l’appetito dei cacciatori di classiche.
Cavendish stesso non si esclude a priori dal novero dei candidati, e l’Omega lavora sodo per limare il vantaggio dei quattro fuggitivi del mattino, Dockx, Durbridge, Rubiano e la faccia ormai nota di Belkov, che ad ogni modo con quest’altra evasione fiume si porta a casa d’un colpo i primati provvisori nelle classifiche generali della fuga, dei traguardi volanti e della combattività (in comproprietà proprio con Visconti).

Il momento più focale dei vari tentativi di fuga si ha nel bel mezzo dello strappo di Crosara, quando convergono tre figure chiave di attaccanti: tra i fuggitivi resiste il solo Rubiano, al quale si aggrega Di Luca, lanciato come una fionda da una manovra propulsiva di squadra, con Proni a fare da “primo stadio” del razzo. Da dietro tuttavia appare esplosivo Visconti, che si libera di Di Luca in un paio di accelerazioni, per poi liquidare Rubiano in prossimità del Gpm, slanciandosi verso l’ebbrezza di una discesa e di una cavalcata ormai solitarie.

In gruppo lavora sodo la Lampre, premurandosi comunque di evitare che Pozzato salti, mentre Cavendish, pur stringendo i denti in modo encomiabile, precipita inesorabilmente tra le retrovie degli staccati.
L’assenza di veri duelli tra i leader della classifica concede respiro a Visconti, che nella discesa assesta il proprio margine sul mezzo minuto robusto.
I chilometri di pianura non sono pochi, ma la situazione è ideale: il siciliano deve solo preoccuparsi di spingere a fondo, mentre dietro il gruppo sussulta, si stira, si spancia in una sequela di attacchi e contrattacchi. Ci prova Agnoli, libero battitore odierno per l’Astana, ci prova un Kelderman sempre più convinto, ci prova un Samuel Sanchez che sta trovando la gamba, anche se mai con convinzione, neppure approfittando della testa di ponte che avrebbe potuto essere il compagno Azanza. Non lesinano gli sforzi uomini più o meno di classifica come Pellizotti, Gesink, perfino Scarponi, tutto senza esito.
Particolarmente interessante l’affondo di Felline, che pure sarebbe una delle ruote veloci sopravvissute nel gruppetto, come altri due giovani interessanti quali sono Puccio e Modolo (i quali però si riservano in vista della volata).

Niente da fare, il vantaggio di Visconti cala di un niente, viene eroso al più fino ai venti secondi, e così Giovanni ha tutto il tempo di festeggiare teatralmente il suo ultimo km di gloria, mentre dietro l’ultimo sussulto è una foratura di Betancur, che però essendosi verificata nel finale verrà neutralizzata dalla giuria (come il guaio meccanico di ieri per Gesink).

La volata del gruppo ristretto premia un sempre più sorprendente Navardauskas, che esulta per la vittoria: sarebbe stata pure per lui la seconda, invece secondo è solo il suo piazzamento, in un altro gioco di specchi e simmetrie di questa tappa palladiana. Luca Mezgec dell’Argos soffia a Pozzato anche il podio, mentre dietro al padrone di casa si infilano Hondo, Puccio, Modolo, Felline e Ventoso.

Nessuna novità nella generale per la maglia rosa, ma spunti appassionanti per la maglia rossa della classifica a punti: si è visto Cavendish lottare per raccogliere i punticini residui di un traguardo volante, e Evans sprintare giungendo decimo sul traguardo. Segnali importanti del fatto che questa maglia fa gola a entrambi, due ex campioni del mondo ed atleti di eccelso livello, nonché, come abbiamo già osservato, diversissimi tra loro: ce ne viene una competizione stimolante da seguire, e molto lusinghiera per questa classifica che al Giro non sempre ha riscosso il giusto interesse.

Gabriele Bugada

22-05-2013

maggio 22, 2013 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA

L’italiano Giovanni Visconti (Movistar Team) si è imposto nella diciassettesima tappa, Caravaggio – Vicenza, percorrendo 214 Km in 5h15′34″ alla media di 40,688 Km/h. Ha preceduto di 19″ il lituano Navardauskas e lo sloveno Mezgec. L’italiano Vincenzo Nibali (Astana Pro Team) è ancora maglia rosa con 1′26″ sull’australiano Evans e 2′46″ sul colombiano Urán Urán.

TOUR DE BELGIQUE

Il tedesco André Greipel (Lotto Belisol Team) si è imposto nella prima tappa, Lochristi – Knokke-Heist, percorrendo 194,2 Km in 4h34′53″ alla media di 42,389 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Boonen e l’olandese Sinkeldam. Miglior italiano Danilo Napolitano (Accent Jobs – Wanty), 14°. Greipel è il primo leader della classifica con 4″ su Boonen e 6″ su Sinkeldam. Miglior italiano Napolitano, 17° a 10″.

BAYERN RUNDFAHRT

Il danese Alex Rasmussen (Garmin-Sharp) si è imposto nella prima tappa, Pfaffenhofen – Mühldorf, percorrendo 193,1 Km in 4h34′05″ alla media di 42,271 Km/h. Ha preceduto allo sprint il britannico Swift e lo spagnolo Lobato Del Valle. Miglior italiano Davide Cimolai (Lampre-Merida), 5°. Rasmussen è il primo leader della classifica con 4″ su Swift e sul tedesco Janorschke. Miglior italiano Adriano Malori (Lampre-Merida), 5° a 8″.

AN POST RAS (Irlanda)

Il russo Kirill Pozdnyakov (Synergy Baku) si è imposto nella quarta tappa, Listowel – Glengarriff, percorrendo 153 Km in 3h28′17″ alla media di 44,074 Km/h. Ha preceduto allo sprint il canadese Pelletier-Roy e il britannico Greenwood. Il polacco Marcin Bialoblocki (Team UK Youth) è ancora leader della classifica con lo stesso tempo dell’irlandese McConvey e del danese Guldhammer.

TOUR OF JAPAN

L’italiano Pierpaolo De Negri (Vini Fantini – Selle Italia) si è imposto nella terza tappa, circuito di Minami Shinshu, percorrendo 148 Km in 3h52′40″ alla media di 38,166 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Fortunato Baliani (Team Nippo – De Rosa) e il colombiano Julián David Arredondo Moreno (Team Nippo – De Rosa), nuovo leader della classifica, con 2″ su Baliani e 24″ sull’australiano Lapthorne.

TOUR OF IRAN

La prima tappa, Tabriz – Maragheh (128 Km) è stata annullata a causa del pubblico troppo numeroso in zona traguardo, che non ha consentito di concludere la frazione in condizioni di sicurezza per i corridori. L’azero Elchin Asadov (Synergy Baku Cycling Project) è stato decretato dalla giuria primo leader della classifica in base ai passaggi ai GPM e ai traguardi volanti previsti. Precede l’albanese Sefa e l’iraniano Navidfar, accreditati del medesimo tempo del vincitore.

RASMUSSEN, ALL’INFERNO E RITORNO

maggio 22, 2013 by Redazione  
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Il 29enne danese della Garmin-Sharp, rientrato alle corse ad aprile dopo una squalifica per la mancata reperibilità a due controlli antidoping, si impone nella frazione inaugurale della Bayern Rundfahrt davanti a Ben Swift, Juan Josè Lobato, Gerald Ciolek e Davide Cimolai e conquista la leadership della generale. In evidenza anche Adriano Malori che attacca nel finale e guadagna 2” di abbuono sugli altri pretendenti al successo finale

Foto copertina: il ritorno vincente di Rasmussen sulle strade della Baviera (foto Piffer)

Si è aperta con una frazione di 193,8 km da Pfaffenhofen a Mühldorf la 34a edizione della Bayern Rundfahrt, corsa che dopo la scomparsa avvenuta nel 2009 del Giro di Germania è divenuta la principale gara a tappe del calendario del ciclismo teutonico e rappresenta il primo appuntamento in preparazione del Tour de France per diversi atleti che hanno concluso nel mese di aprile la prima parte della stagione, tra cui il campione uscente Geraint Thomas e Ben Swift (Team Sky), John Gadret e Yauheni Hutarovich (Ag2r), Mikel Nieve (Euskaltel), Pierre Rolland e Davide Malacarne (Europcar), Theo Bos (Blanco), Jérémy Roy e Thibaut Pinot (Fdj), Simon Gerrans (Orica-GreenEdge), Daniel Martin (Garmin-Sharp), Damiano Cunego, Diego Ulissi e Adriano Malori (Lampre-Merida) con il parmense, già 2° nel 2010 alle spalle di Maxime Monfort, che potrebbe ambire addirittura al successo finale alla luce della crono di Schierling del quarto giorno in cui sarà l’uomo da battare; al via saranno inoltre altri corridori di spessore come Gerald Ciolek e Sergio Pardilla (Mtn Qhubeka), Heinrich Haussler e Thomas Lövkvist (Iam Cycling) e Jan Barta (NetApp-Endura).
La prima tappa, disputata quasi interamente sotto la pioggia su di un percorso che prevedeva le ascese di Schweitenkirchen nella fase iniziale e di Landshut intorno a metà gara e un circuito finale con diversi strappetti ma alla portata dei velocisti di 8,6 km da ripetere per tre volte, ha avuto un andamento lineare con la fuga partita al km 8 di atleti di secondo piano come Grischa Janorschke (Nutrixxion Abus), Henning Bommel (Rad-Net), Alexander Grad (Team Heizomat) e Javier Megias Leal (Team Novo Nordisk) che hanno acquisito fino a 11′ prima della reazione del plotone guidato dal Team Sky di Swift, dalla Blanco di Bos, dalla Fdj di Hutarovich e dalla Mtn-Qhubeka di Ciolek che come da copione è andato a chiudere il gap anche se Janorschke ha distanziato i compagni d’avventura lungo il circuito conclusivo e ha resistito fino a 5 km dal traguardo prima di essere ripreso dal gruppo; nel finale ha preso l’iniziativa la Lampre-Merida con Cunego e Ulissi in prima persona in testa sull’ultimo strappo per sfoltire il plotone e provare a lanciare Malori, che ha acquisito 2” di abbuono a un traguardo volante e al pari di Stefan Denifl (Iam Cycling) ha tentato senza successo un’azione da finisseur, e Davide Cimolai per una volata finale che ha visto imporsi un po’ a sorpresa Alex Rasmussen (Garmin-Sharp), rientrato alle corse in aprile dopo una discussa squalifica per la mancata reperibilità a due controlli antidoping tra il 2010 e il 2011: il danese già quattro volte campione mondiale su pista ha preceduto Swift, Juan Josè Lobato (Euskaltel), Ciolek e Cimolai con l’altro blu-fucsia Manuele Mori 9° in un gruppo di 59 corridori dal quale hanno perso terreno nel finale Lövkvist, Rolland, Gerrans, Daniel Martin e Pinot che sono dunque già fuori dai giochi di una classifica generale che per il gioco degli abbuoni vede in testa Rasmussen con 4” su Swift e Janorschke, 6” su Lobato e 8” su Malori. La seconda tappa, 194,5 km da Mühldorf a Viechtach, si presenta come la più dura della Bayern Rundfahrt con le impegnative ascese di Sankt Englmar al km 123 e Nössling-Kollnburg al km 137 e da un insidioso circuito finale di 8,7 km da ripetere per due volte.

Marco Salonna

IL SOLITO GREIPEL APRE LE DANZE

maggio 22, 2013 by Redazione  
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Il velocista tedesco Andre Greipel (Lotto-Belisol) si aggiudica in volata la prima tappa del Giro del Belgio. Il corridore della Lotto-Belisol è riuscito a precedere allo sprint il belga Tom Boonen (Omega-Quick Step) e l’olandese Ramon Sinkeldam (Argos-Shimano).

Foto copertina: un imponente Greipel sul primo traguardo del Giro del Belgio 2013 (foto AFP)

Comincia con una vittoria la seconda parte di stagione di André Greipel, che di fatto inizia con oggi il suo cammino per arrivare al Tour de France al top della condizione. E nonostante il suo obiettivo, il Tour, sia tra poco più delirio fresco ha voluto dimostrare anche oggi di non essere per niente allergico alla vittoria.
Questa prima tappa del Giro del Belgio che partiva da Lochristi e terminava a Knokke Heist dopo 194 chilometri di gara. Il percorso della tappa era completamente pianeggiante e quindi con notevoli possibilità di assistere ad un finale in volata.
Nei primi chilometri successivi alla partenza parte la fuga composta da: Chevalier (Wallonie Bruxelles), Da Vreese (Topsport-Vlaanderen), Vermote (An Post-Chainreaction) e Uyttersport (To Win). Questi fuggitivi raggiungeranno un vantaggio massimo di poco oltre quattro minuti ma il gruppo, tirato da Omega-Quick Step, Lotto-Belisol e BMC, riprenderà i battistrada quando mancheranno 25 chilometri dall’arrivo.
Prima dell’ultimo chilometro, però, la situazione non rimane così tranquilla perché, a causa del maltempo e dell’alta velocità imposta dalla testa del gruppo, il plotone si spezza nei cosiddetti ventagli, riducendo ad una cinquantina il numero di coloro che compongono il primo drappello; ma dopo qualche chilometro la velocità cala e il gruppo si ricompone.
A mille metri dal traguardo tutto è pronto per lo sprint con l’Europcar che fa l’andatura con l’intenzione di guidare al meglio il proprio velocista, il giapponese Arashiro, ma ben presto sarà rimpiazzata dalla Lotto-Belisol che si impadronisce delle prime posizioni e quando Roelandts lancia Greipel, già si capisce chi vincerà. Il “gorilla” tedesco riesce a precedere Boonen e Sinkeldam, mentre completano la Top Ten: Van Poppel (Vacansoleil-DCM), Van Staeyen (Topsport Vlaanderen), Arashiro (Europcar), Van Asbroeck (Topsport Vlaanderen), Terpstra (Omega-Quick Step), Vantomme (Crelan-Euphony) e Petit (Cofidis).
Grazie alla vittoria conquistata, Greipel guida anche la classifica generale.
La seconda tappa prevista domani presenta un percorso che assomiglia, dal punto di vista altimetrico, al Giro delle Fiandre: da percorrere ci saranno infatti sette muri presenti anche nella classica belga.

Paolo Terzi

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