LO SQUALO AZZANNA IL GIRO, EVANS SOFFRE

maggio 23, 2013
Categoria: News

In attesa dei due tapponi di Val Martello e Tre Cime di Lavaredo su cui però pesa l’incognita meteo Vincenzo Nibali sfodera una prestazione monstre nella cronoscalata Mori-Polsa imponendosi con largo margine su un ritrovato Samuel Sanchez e sulla rivelazione Damiano Caruso e portando ad oltre 4′ il suo vantaggio nella generale sull’australiano della Bmc che vede ridursi drasticamente il suo vantaggio su Rigoberto Urán e Michele Scarponi in chiave lotta per il podio.

Foto copertina: lo “squalo” sguazza anche sotto il nubifragio (foto Bettini)

Dopo il secondo giorno di riposo e le due frazioni relativamente interlocutorie, sebbene la battaglia anche tra gli uomini di classifica non sia mancata, di Ivrea e Vicenza il Giro d’Italia è entrato nella sua fase decisiva con la 16a tappa, una cronoscalata di 20,6 km da Mori a Polsa caratterizzata da pendenze piuttosto costanti tra il 5 e l’8% lungo tutto il percorso ad eccezione dei due km iniziali pianeggianti e da altri tre di falsopiano subito dopo l’abitato di Brentonico, in corrispondenza del quale al km 9,4 era posto l’unico intertempo di giornata, un tracciato ideale dunque per passisti scalatori come Bradley Wiggins (Team Sky), che però ha ormai da giorni abbandonato la corsa rosa, e di Vincenzo Nibali (Astana), che ha corso da padrone fin qui ma che era ancora in cerca di un successo di tappa al Giro che non arrivava dal 2010, quando si impose in solitudine ad Asolo dopo un gran numero nella discesa del Monte Grappa: il siciliano, malgrado la pioggia che ha iniziato a cadere copiosamente poco dopo la sua partenza, non si è fatto sfuggire l’occasione infliggendo distacchi pesantissimi agli avversari già a metà percorso e continuando a incrementare il vantaggio fino al traguardo con il solo Samuel Sanchez (Euskaltel), tornato stabilmente ai livelli abituali dopo aver perso diverso terreno nella crono di Saltara e nell’arrivo in salita del Montasio, che ha saputo limitare il gap a meno di un minuto chiudendo a 58” e risalendo al 10° posto della generale mentre il terzo gradino del podio è stato occupato a sorpresa da Damiano Caruso (Cannondale), che dopo il tentativo di fuga senza esito nella tappa di Ivrea è uscito di classifica ma in questa cronoscalata ha dato il meglio di sè concludendo a 1′20” e precedendo per solo 1” Michele Scarponi (Lampre-Merida), che dopo un ottimo avvio in cui ha fatto segnare il secondo tempo a Bertonico è un po’ calato alla distanza ma ha comunque guadagnato terreno nella generale su Rigoberto Urán, che al contrario del marchigiano è partito molto lentamente ma si è superato nella seconda metà di gara in cui ha perso solo 6” da Nibali chiudendo 6° a 1′26”, e soprattutto sul grande sconfitto del giorno Cadel Evans (Bcm) che, dopo aver già dato i primi segnali di cedimento nel weekend di montagna franco-piemontese, è incappato in una giornata nera, rischiando addirittura l’onta di essere ripreso dalla maglia rosa partita 3′ dopo di lui e non andando oltre il 25° posto con un distacco di 2′36”, salvando per soli 10” il secondo posto in classifica dall’assalto di Urán. Dal discorso podio non possono essere esclusi neppure i due duellanti per la maglia bianca Rafal Majka (Saxo-Tinkoff) e Carlos Betancur (Ag2r), entrambi autori di ottime prove con il polacco che ha chiuso 5° a 1′25” riprendendosi per soli 2” la leadership nella classifica dei giovani davanti al colombiano 7° a 1′32”, e Przemyslaw Niemiec (Lampre), che al pari del suo capitano Scarponi ha perso qualche secondo di troppo da Brentonico in poi ma ha comunque portato a casa un positivo 12° posto a 1′56”, alle spalle del sempre competitivo in questo tipo di esercizio Stef Clement (Blanco) 8° a 1′36”, del campione italiano a cronometro Dario Cataldo (Team Sky) 9° a 1′41”, di un sorprendente Danilo Di Luca (Vini Fantini) 10° a 1′52” e di Eugeni Petrov (Saxo-Tinkoff) 11° a 1′54” consolidando la sua quinta piazza nella generale davanti a Majka, Betancur e a un Mauro Santambrogio (Vini Fantini), che è scivolato indietro di due posizioni non andando oltre il 24° posto a 2′33” mostrando nuovamente la corda dopo la defaillance sulla salita di Andrate nella tappa di Ivrea: per quanto riguarda gli altri uomini di classifica, il cui obiettivo massimo ora non può che essere un piazzamento nella top ten, si sono comportati discretamente Domenico Pozzovivo (Ag2r), che pur non al meglio per via di una bronchite ha chiuso 15° a 2′11”, e Franco Pellizotti (Androni), da cui magari ci si attendeva qualcosa di più dopo il successo di Plan de Corones del 2008, 16° a 2′12” mentre sono rimasti decisamente al di sotto delle aspettative Beñat Intxausti (Movistar) 28° a 2′49”, Robert Gesink (Blanco) 29° a 2′55” e Robert Kiserlovski (RadioShack) addirittura 39° a 3′46” preceduto anche da un Tanel Kangert (Astana) che si è piazzato 34° a 3′19” e probabilmente non ha dato il meglio di sè per essere il più possibile utile a Nibali nelle ultime giornate di corsa.
Lo Squalo dello Stretto sembra in ogni caso avere ormai ben più di un piede e mezzo sul gradino più alto del podio finale di Brescia in virtù di una condizione straripante mostrata fin dal mese di marzo con la Tirreno-Adriatico e soprattutto di un vantaggio in classifica generale divenuto di tutta sicurezza con Evans 2° a 4′02”, Urán 3° a 4′12”, il duo Scarponi-Niemiec 4° e 5° a 5′14” e 6′09”, Majka 6° a 6′45” e Betancur 7° a 47”: nei prossimi due tapponi di montagna potrà comunque succedere di tutto anche se, alla luce delle previsioni meteo che annunciano neve e temperature ad alta quota ben al di sotto dello zero, non si sa ancora quale sarà il percorso a partire dalla 19a frazione, 139 km da Ponte di Legno in cui, per la prima volta nella storia del Giro, dovrebbero essere scalati nello stesso giorno due moloch come Gavia e Stelvio prima dei 21 km di ascesa finale verso il traguardo ma in cui è più probabile che si opti per un percorso alternativo con l’abbordabile Tonale in partenza e l’impegnativo Castrin a metà percorso anche se a quel punto dalla vetta ai piedi dell’ultima salita mancherebbero ben 60 km di discesa e falsopiano per cui con ogni probabilità la bagarre tra i big sarebbe rimandata ai km conclusivi.

Marco Salonna

Commenta la notizia