LA MITTELEUROPEA TRIESTE LANCIA IL GIRO DONNE

luglio 3, 2010 by Redazione  
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È scattato dal Friuli il Giro d’Italia “in gonnella”, con una facile frazione che il gruppo ha potuto agevolmente controllare. Come da previsioni si è arrivati ad uno sprint “mitteleuropeo”, così come la città che ha accolto il primo traguardo: a segno la tedesca Teutenberg davanti alla nostra Bronzini e all’olandese Wild. Oggi si replica: a Riese Pio X, è attesa la rivincita tra le velociste del gruppo.

Foto copertina: la tedesca Teutenberg a segno sul traguardo di Trieste (www.girodonne.it)

È cominciato sotto il segno della tedesca Ina Yoko Teutenberg il Giro d’Italia femminile.
La corsa a tappe dedicata al gentil sesso è giunta alla sua XXI edizione e ha preso il via dalla punta orientale dell’Italia, ricca di bei nomi del pedale e di un tracciato insidioso, che porterà le atlete sino ai 2758 metri dello Stelvio.
Le sedici squadre ai nastri di partenza sono Cervelo Test Team, Team Htc Columbia, Lotto Ladies Team, Team Valdarno Umbria, Gauss Rdz Ormu, Safi Pasta Zara Manhattan, Fenixs Petrogradets, Michela Fanini Record Rox, Top Girls Fassa Bortolo Ghezzi, Chirio Forno D’asolo, Debabarrena Kirolgi, Vaiano Tepso Solaristech e le nazionali statunitense, olandese ed australiana. Un totale di centoventuno atlete si giocheranno i sogni di gloria lungo i quasi 914 km della gara, distribuiti in 10 tappe tracciate attraverso Friuli Venezia Giulia, Veneto, Piemonte e Lombardia, dove la corsa si concluderà a Monza l’11 p.v.
La frazione che ha dato l’avvio alla manifestazione è stata una classica tappa d’avvio, con poche asperità e con un circuito finale atto a calamitare l’attenzione del pubblico e ad alzare la “temperatura agonistica” delle partecipanti. Le ben attente squadre delle velociste non hanno avuto così problemi a controllare la corsa e a tenere nelle prime posizioni le più accreditate al successo finale. A prevalere sulle diverse ruote veloci del gruppo è stata una delle velociste più quotate del panorama internazionale, la trentaseienne tedesca Ina Yoko Teutenberg, ben pilotata dalle compagne della Htc Columbia, che hanno tenuto le redini della corsa in particolare nei chilometri conclusivi. La tedesca ha avuto ragione dell’italiana Giorgia Bronzini, che ha tentato sino all’ultimo metro di contendere il successo alla fuoriclasse tedesca. A testimonianza del livello qualitativo di prim’ordine al via, completa il podio l’olandese Kirsten Wild, in un festival triestino delle velociste che ha entusiasmato i numerosi sportivi presenti in Piazza Unità d’Italia.
“Una volata regolare – ha detto raggiante la Teutenberg dopo l’arrivo – condotta in testa sin dall’inizio, stando ben attenta ad avversarie come Bronzini e Wild, molto veloci. Torno a vestire la maglia rosa al Giro d’Italia, che è sempre une bella soddisfazione, dopo averla vestita già nel 2008, quando vinsi ben quattro tappe. Questo è un Giro difficile, con tante salite, ma ogni occasione valida per le mie caratteristiche cercherò di non farmela sfuggire”.
Determinata alla rivincita anche l’italiana della Gauss Rdz Ormu Giorgia Bronzini, non paga del secondo posto allo sprint: “Difficile battere Ina Teutenberg – ha detto la piacentina – ma ci proverò almeno in un altro paio di occasioni in questo Giro”. Per la portacolori della Gauss Rdz Ormu c’è comunque la soddisfazione di vestire la maglia blu Geox in qualità di miglior italiana in classifica generale.
L’ordine d’arrivo caratterizza anche le varie classifiche, tranne quella della “maglia bianca” delle giovani, che vede in testa l’olandese Marianne Vos, e quella della “maglia verde” dei GPM che vede in “vetta” un’altra atleta proveniente dai Paesi Bassi, Martine Bras della Gauss Rdz Ormu.
La tappa odierna prevede 130 chilometri che porteranno la carovana dal Friuli Venezia Giulia fino alla Marca Trevigiana, da Sacile fino a Riese Pio X. Una tappa in linea fino al primo passaggio dalla sede di Pasta Zara, dove avrà inizio il circuito finale da ripetere tre volte. Si ritorna dunque a gareggiare sulle strade trevigiane, dove pochi giorni fa Monia Baccaille ha conquistato per la seconda volta consecutiva la maglia tricolore. Tappa dedicata alle passiste veloci, con l’inserimento delle colline dell’alto trevigiano prima del circuito finale, completamente pianeggiante.

Mario Prato

02-07-2010

luglio 3, 2010 by Redazione  
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GIRO CICLISTICO INTERNAZIONALE FEMMINILE

La tedesca Ina Teutenberg (HTC Columbia Women) si è imposta nella prima tappa, Muggia – Trieste, percorrendo 58 Km in 1h19′14″, alla media di 43,920 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiana Giorgia Bronzini (IGauss RDZ Ormu) e l’olandese Wild, distanziate in classifica di 4″ e 6″.

COURSE DE SOLIDARNOSC E DES CHAMPIONS OLYMPIQUES

Il polacco Jacek Morajko (Mróz Active Jet) si è imposto nella quarta tappa, Radom – Kielce, percorrendo 188,2 Km in 4h33′19″, alla media di 41,314 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Pasquale Muto (Miche) e do 10″ il belga Meeusen. Il tedesco Andre Schulze (PSK Whirlpool – Author) conserva la testa della classifica, con lo stesso tempo di Morajko. Terzo è Muto a 4″.

VUELTA CICLISTA A VENEZUELA
Il venezuelano Gil Cordoves (Alc. De Maracaibo) si è imposto nella terza tappa, Chaguarmas – San Juan de Los Morros, percorrendo 187,8 Km in 4h06′34″, alla media di 45,699 Km/h. Ha preceduto allo sprint il russo Porsev e il colombiano Ulloa. Lo spagnolo Oscar Garcia (Heraklion Murcia) conserva la testa della corsa con 9″ sul venezuelano Segura e 15″ su Porsev.

TOUR: CACCIATORI DI TAPPE E OUTSIDER

luglio 2, 2010 by Redazione  
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Non soltanto la lotta per la maglia gialla animerà le tre settimane di Tour de France che partiranno sabato da Rotterdam. Andiamo pertanto ad analizzare i velocisti probabili protagonisti della lotta alla maglia verde, e i corridori che avranno nella ricerca del successo di tappa lo scopo della loro partecipazione alla Grande Boucle.

Foto copertina: Mark Cavendish vince sui Campi Elisi l’ultima frazione del Tour 2009. Anche quest’anno sarà lui lo sprinter da battere (foto Roberto Bettini)

In un Tour de France che, dopo il tradizionale via a cronometro, proporrà già il secondo giorno una frazione nervosa e, 24 ore più tardi, la tanto attesa giornata consacrata al pavé, prima di approcciare le prime montagne sin dalla fine della prima settimana, con gli arrivi di Les Rousses e Avoriaz, verrà probabilmente meno la tradizionale prima metà di Grande Boucle consacrata alle battaglie fra velocisti. Non mancheranno però, spalmate più sensatamente nell’arco delle ventuno tappe, le opportunità per gli sprinter di giocarsi le proprie carte, e, su un tracciato che proporrà più frazioni nervose e intermedie rispetto agli anni passati, corridori da classiche e attaccanti per vocazione avranno diverse possibilità di giocarsi il successo parziale.
Grandi protagonisti saranno dunque certamente, come ogni anno, i velocisti e le rispettive formazioni, con in testa, ovviamente, Mark Cavendish, cannibale dodici mesi fa, con sei vittorie allo sprint. Il britannico sarà assistito dalla solita grande squadra, probabile faro degli arrivi a ranghi compatti, grazie ad un treno che includerà vagoni d’eccezione quali gli ex iridati a cronometro Rogers e Grabsch (quattro titoli in due), il giovane Tony Martin, lo specialista Mark Renshaw e un apripista di lusso quale Bernhard Eisel, che potrebbe eventualmente sostituirsi all’atleta dell’Isola di Man in caso di necessità, e potrebbe essere lasciato libero di giocarsi le sue carte nella giornata del pavé. Giornata che dirà peraltro molto circa le possibilità di Cavendish di ampliare un po’ i suoi orizzonti, estendendo le sue ambizioni anche alle classiche del pavé negli anni futuri.
A capitanare lo stuolo dei rivali di Cavendish, rinfrancati dalle sole tre vittorie colte in questa stagione dallo sprinter HTC, sarà Tyler Farrar, già a segno due volte all’ultimo Giro d’Italia. Lo statunitense potrà peraltro contare su una formazione non inferiore a quella dell’avversario, con Dean e Hunter quali possibili ultimi uomini, e un treno che potrebbe comprendere Maaskant, Millar e Zabriskie. Subito dietro l’alfiere Garmin si colloca poi Thor Hushovd, maglia verde lo scorso anno (soprattutto in virtù dello scarso interesse manifestato da Cavendish per il simbolo del primato nella classifica a punti, ad onor del vero), anche se il solo Brett Lancaster avrà non poche difficoltà a rivaleggiare con autentiche corazzate come quelle dei due più accreditati rivali.
In assenza di Daniele Bennati, le speranze italiane saranno tutte, per l’ennesima volta, riposte in Alessandro Petacchi, reduce dalla vittoria di Wettingen al Tour de Suisse. Al suo fianco, lo spezzino troverà Danilo Hondo a lanciarlo nella mischia, con Lorenzetto e Bole in alternativa. Un team di supporto, sicuramente competitivo, anche se, almeno in partenza, lo sprinter Lampre partirà un gradino sotto i principali favoriti. Discorso che vale anche per Oscar Freire e Robbie McEwen, che, come Petacchi, scatteranno da Rotterdam con lo status di nomi altisonanti penalizzati da un’età non più verdissima. Entrambi si troveranno quasi certamente a dover fare tutto da soli allo sprint, anche se, alla luce delle caratteristiche dei due, l’assenza di una squadra a sostegno potrebbe non rivelarsi un ostacolo. Meritano infine almeno un accenno Gerald Ciolek, José Rojas Gil e Geraint Thomas, senza dimenticare Edvald Boasson Hagen, che pare tuttavia avere più possibilità in frazioni intermedie.
Frazioni intermedie in cui potrebbe essere protagonista anche Alexander Vinokourov, specialmente nel caso in cui, dopo le Alpi, dovesse risultare chiara la leadership di Contador in casa Astana in ottica classifica (pensiamo quindi, ad esempio, a frazioni come Gap e Mende, oltre ad eventuali fughe in frazioni pirenaiche come quella di Pau). Saranno poi certamente protagoniste formazioni francesi prive di veri uomini di classifica, quali la Française de Jeux di Di Gregorio e Le Mevel, la Ag2r di Roche e Nocentini, la Bouygues di Voeckler, Fédrigo, Rolland e Vogondy e la Cofidis di Taaramae (che potrebbe però, almeno in un primo tempo, provare a tener d’occhio anche la graduatoria generale). Al di fuori delle squadre d’Oltralpe, un discorso analogo potrebbe valere per compagini quali Katusha, HTC, Milram, Lampre e Caisse d’Epargne, che hanno tutte, sulla carta, uomini in grado di curare la classifica (rispettivamente Karpets e Joaquin Rodriguez, Rogers, Gerdemann, Cunego e Luis Leon Sanchez), senza offrire però grandi garanzie. Ecco dunque che, in caso di débacle di quanti potrebbero nutrire ambizioni in graduatoria generale, potrebbero trovare spazio atleti quali Brutt, Ivanov e Kolobnev, Martin e Monfort, Wegmann e Terpstra, Gavazzi, Spilak e Bole, Kiryienka e Moreau, oltre agli stessi Rodriguez, Gerdemann, Cunego e Sanchez.
In assenza di Tom Boonen, sarà consacrato alla ricerca di successi parziali attraverso fughe e attacchi nel finale anche il Tour della Quick Step, che avrà in Pineau, Barreto, Chavanel e Seeldrayers quattro elementi più che validi, che buoni per pressoché tutti i terreni. Non c’è poi Tour de France che si rispetti senza almeno un uomo Euskadi all’attacco in ogni frazione di montagna, con Egoi Martinez che, a meno di controprestazioni di Samuel Sanchez, che potrebbero costringerlo a curare la classifica, dovrebbe essere la carta migliore su Alpi e Pirenei. In ottica azzurra, bisognerà seguire con attenzione Eros Capecchi, molto attivo e altrettanto brillante all’ultimo Giro del Delfinato, con un ottimo 2° posto nella frazione di Grenoble. Meriterebbero poi attenzione Hincapie, Burghardt e Ballan, terzetto BMC, e la coppia olandese Kroon (anch’egli alla corte di Cadel Evans) – Moerenhout (Rabobank), che dovrebbero però essere sacrificati agli interessi di classifica dei capitani.
Capitoli a parte meritano poi le prove a cronometro (il prologo e la maxi-crono di Pauillac) e la tappa di Arenberg/Porte di Hainaut. Oltre agli uomini di classifica di cui abbiamo detto nei giorni scorsi (Kloden, Leipheimer, Armstrong, Contador, Evans, Menchov, Brajkovic, Rogers, Wiggins e altri ancora potrebbero dire la loro), saranno da tenere d’occhio specialisti quali Zabriskie e Grabsch, oltre, ovviamente, a Fabian Cancellara, favorito numero uno nelle due prove contro il tempo, e, a meno che le necessità dei fratelli Schleck non lo costringano a mettere da parte ambizioni personali, della tappa del pavé. Una frazione, quest’ultima, in cui formazioni quali Saxo Bank e BMC potranno cercare di mettere da parte minuti per i rispettivi capitani, ma, in virtù dell’abbondanza di specialisti delle pietre (Cancellara, O’ Grady e Breschel da una parte, Hincapie, Burghardt e Ballan dall’altra), potrebbero cercare con almeno un uomo anche il successo parziale. Subordinate alle necessità degli uomini di classifica saranno poi le ambizioni di Flecha e Boasson Hagen (per Wiggins), Klier e Hushovd (Sastre), Van Summeren e Maaskant (Vande Velde), Quinziato (Basso e Kreuziger) ed Eisel (Rogers). Ecco dunque che potrebbero approfittare della situazione outsider quali Sylvain Chavanel, libero da obblighi di scuderia, pronti a cogliere quel successo sulle pietre che ben difficilmente potrebbero conquistare sulle strade di Fiandre e Roubaix.

Matteo Novarini

TOUR DE FRANCE 2010

luglio 2, 2010 by Redazione  
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PRESENTAZIONE PARTECIPANTI

I big
Le seconde schiere

PAGINE DI STORIA PIRENAICA

11 Luglio 1961: Tolosa – Luchon Superbagnères

12 Luglio 1971: Revel – Luchon

22 luglio 1998: Luchon – Plateau de Beille

PAGELLE
Prima settimana
Seconda settimana
Terza settimana

PROLOGO: ROTTERDAM (8,9 Km)

Cronaca
Almanacco del dopo tappa

1a TAPPA: ROTTERDAM – BRUXELLES (223,5 Km)

Cronaca
Almanacco del dopo tappa

2a TAPPA: BRUXELLES – SPA (201 Km)

Cronaca
Almanacco del dopo tappa

3a TAPPA: WANZE – ARENBERG / PORTE DU HAINAUT (213 Km)

Cronaca
Almanacco del dopo tappa

4a TAPPA: CAMBRAI – REIMS (153,5 Km)

Cronaca
Almanacco del dopo tappa

5a TAPPA: ÉPERNAY – MONTARGIS (187,5 Km)

Cronaca
Almanacco del dopo tappa

6a TAPPA: MONTARGIS – GUEUGNON (227,5 Km)

Cronaca
Almanacco del dopo tappa

7a TAPPA: TOURNUS – STATION DES ROUSSES (165,5 Km)

Cronaca
Almanacco del dopo tappa
A tutto tourbo

8a TAPPA: STATION DES ROUSSES – MORZINE-AVORIAZ (189 Km)

Cronaca
Almanacco del dopo tappa
A tutto tourbo


9a TAPPA: MORZINE-AVORIAZ – SAINT-JEAN-DE-MAURIENNE (204,5 Km)

Cronaca
Almanacco del dopo tappa
A tutto tourbo

10a TAPPA: CHAMBÉRY – GAP (179 Km)

Cronaca
Almanacco del dopo tappa

11a TAPPA: SISTERON – BOURG-LÈS-VALENCE (184,5 Km)

Cronaca
Almanacco del dopo tappa

12a TAPPA: BOURG-DE-PÉAGE – MENDE (210,5 Km)

Cronaca
Almanacco del dopo tappa
A tutto tourbo

13a TAPPA: RODEZ – REVEL (196 Km)

Cronaca
Almanacco del dopo tappa

14a TAPPA: REVEL – AX 3 DOMAINES (184,5 Km)

Cronaca
Almanacco del dopo tappa


15a TAPPA: PAMIERS – BAGNÈRES-DE-LUCHON (187 Km)

Cronaca
Almanacco del dopo tappa
A tutto tourbo

16a TAPPA: BAGNÈRES-DE-LUCHON – PAU (199,5 Km)

Cronaca
Almanacco del dopo tappa
A tutto tourbo


17a TAPPA: PAU – COL DU TOURMALET (174 Km)

Cronaca
Almanacco del dopo tappa
A tutto tourbo

18a TAPPA: SALIES-DE-BÉARN – BORDEAUX (198 Km)

Cronaca
Almanacco del dopo tappa

19a TAPPA: BORDEAUX – PAUILLAC (cronometro individuale – 52 Km)

Cronaca
Almanacco del dopo tappa

20a TAPPA: LONGJUMEAU – PARIGI (102,5 Km)

Cronaca
Almanacco del dopo tappa
A tutto tourbo

01-07-2010

luglio 2, 2010 by Redazione  
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COURSE DE SOLIDARNOSC E DES CHAMPIONS OLYMPIQUES

Il tedesco Andre Schulze (PSK Whirlpool – Author) si è imposto anche nella terza tappa, Piotrków Trybunalski – Skarzysko-Kamienna, percorrendo 157,2 Km in 3h36′31″, alla media di 43,562 Km/h. Ha preceduto allo sprint il polacco Jesowski e Schorn. Miglior italiano Daniele Callegarin (Feudi di San Marzano-CDC-Cavaliere), 8°. Schulze conserva la testa della classifica, con 6″ su Jesowski e 13″ sul tedesco Baumann. Miglior italiano Callegarin, 13° a 20″.

VUELTA CICLISTA A VENEZUELA
Due semitappe disputate nella seconda giornata.
Il mattino, il venezuelano Frederik Segura (G. Carabobo Kmz-Shim) si è imposto nella prima semitappa, circuito di Zaraza, percorrendo 50,4 Km in 1h14′11″, alla media di 40,764 Km/h. Ha preceduto allo sprint il venezuelano Machado e il colombiano Ulloa. Lo spagnolo Oscar Garcia (Heraklion Murcia) conserva la testa della corsa con 13″ e 20″ sui venezuelani Segura e Bravo.
Il pomeriggio, il venezuelano Artur Garcia (Kino Tachira) si è imposto nella seconda semitappa, Zaraza – Valle de la Pascua, percorrendo 93 Km in 2h11′09″, alla media di 42,546 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Segura e Aguilar. Lo spagnolo Garcia conserva la testa della corsa con 9″ e 19″ sui venezuelani Segura e Artur Garcia.

TOUR DE FRANCE: GLI UOMINI DI CLASSIFICA

luglio 1, 2010 by Redazione  
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Non soltanto Contador e Armstrong, protagonisti annunciati e più attesi, ma anche Denis Menchov, Cadel Evans, Ivan Basso, i fratelli Schleck, Carlos Sastre e altri ancora. Andiamo a scoprire più nel dettaglio gli atleti che si contenderanno la maglia gialla parigina sulle strade del Tour de France, anche alla luce di un percorso molto diverso rispetto agli anni passati.

Foto copertina: Lance Armstrong visiona i tratti in pavé in programma nella 3a tappa (foto Roberto Bettini)

Contador, Armstrong, Vinokourov, Menchov, Gesink, Rogers, Evans, Sastre, Sanchez, Kloden, Leipheimer, Brajkovic, Van den Broeck, Wiggins, Vande Velde, Basso, Kreuziger, Andy e Frank Schleck. In un ipotetico Tour de France ideale, non sarebbe facile trovare molti altri nomi di richiamo da inserire fra i pretendenti alla maglia gialla o, quanto meno, ad un piazzamento di prestigio sui Campi Elisi. Con Valverde che ha finalmente visto risolversi la grottesca situazione della passata stagione, sono davvero poche le assenze al via da Rotterdam, fra cui spicca, dal punto di vista di noi italiani, quella di un Vincenzo Nibali che aveva originariamente incentrato la sua stagione sulla Grande Boucle, e, fosse stato quello del Giro d’Italia, avrebbe certamente potuto ambire a ripetere o migliorare l’eccellente 7° posto di 12 mesi fa.
Parlando di pretendenti al successo finale, è d’obbligo partire da chi la vittoria l’ha colta l’anno passato, e anche al via olandese si presenterà decisamente al primo posto nella griglia dei favoriti. Stiamo ovviamente parlando di Alberto Contador, che avrà a disposizione una squadra certamente inferiore rispetto a quella mostruosa del 2009, capace di dominare il Tour alla maniera della US Postal di inizio millennio, ma (quasi) tutta per lui, e, con elementi quali Iglisnky, Navarro, Noval, Tiralongo, De la Fuente e Hernandez, comunque fra le migliori del lotto, specie in montagna. Il percorso sembra peraltro sorridere al madrileno, che avrà a disposizione due frazioni alpine, quattro pirenaiche (facciamo pure tre, visto che dubitiamo che i big possano muoversi in una frazione come quella di Pau, con i tradizionali 60 km dalla vetta dell’Aubisque al traguardo) e le frazioni intermedie di Les Rousses e Mende per fare la differenza sul suo terreno. È peraltro da verificare che quella della cronometro di Pauillac sia da considerarsi una giornata sulla carta sfavorevole all’iberico, che ha di fatto perso il Delfinato nella prova contro il tempo di Sorgues, ma che lo scorso anno riuscì a battere Fabian Cancellara ad Annecy. Unico possibile rivale interno dello spagnolo, quest’anno, potrebbe essere Alexander Vinokourov, che non pensiamo possa però reggere il confronto con il più forte scalatore del lotto (sulla carta) su Alpi e Pirenei, e non dovrebbe trarre vantaggio dai 51 km a cronometro del penultimo giorno.
Preoccupazioni ben maggiori causerà al leader Astana la corazzata RadioShack, capitanata ovviamente da Lance Armstrong, che potrà contare, fra gli altri, su seconde punte d’eccezione quali i veterani Kloden, Leipheimer e Horner, e sul fresco trionfatore del Delfinato Janez Brajkovic. Il principale problema dello squadrone statunitense – Contador a parte – potrebbe essere quello legato alla non giovane età dei suoi leader: Armstrong e Horner vanno per i 39 anni, Leipheimer per i 37, Kloden ne ha appena compiuti 35, e il solo Brajkovic (26) è al di sotto della soglia dei 30. In assenza di validi riferimenti in questa stagione, non è quindi facile sapere se e quanto gli alfieri del team in rossonero avranno perso smalto rispetto a dodici mesi fa, anche se, nel caso del texano, l’eventuale calo dovuto a ragioni anagrafiche potrebbe essere compensato dalla sparizione dell’handicap delle tre stagioni da spettatore (Basso docet). Molto importante sarà capire quale sarà il ruolo di Kloden, Leipheimer & co. nelle gerarchie della squadra: se – come riteniamo più probabile – quello di gregari di lusso o quello di co-capitani, con tutte le implicazioni tattiche che ciò potrebbe avere (in frazioni come quelle di Saint-Jean-de-Maurienne, del Tourmalet e, volendo, di Pau, dover marcare su più colli un corridore o tre potrebbe fare una grossa differenza per la Astana, o per chiunque dovesse controllare la corsa).
Non c’è invece dubbio sul fatto che, almeno in avvio, avranno pari grado Andy e Frank Schleck, per quanto sia da verificare se la co-leadership dei due fratelli sia la strada migliore per provare a spodestare Contador. Con ogni probabilità, potrebbe esserlo solamente se, a differenza di quanto avvenuto dodici mesi fa, i due evitassero di aspettarsi a vicenda, quasi avessero paura di trovarsi uno in assenza dell’altro, e facessero ognuno corsa per sé, una volta stabiliti i rapporti di forza. Nell’ipotetica griglia dei favoriti cui si accennava poco fa, Andy parte comunque sicuramente avanti a Frank, che ha sì appena conquistato il Tour de Suisse, ma che pare meno in grado, rispetto al fratello, di fare la differenza in montagna, ed è maggiormente a rischio di pesantissime débacle a cronometro. Punto a favore dei due è certamente la solidità di una formazione collaudatissima, con motorini infaticabili e buoni per qualunque terreno come Cancellara e Voigt, cui vanno aggiunti due preziosi scalatori quali Sorensen e Fuglsang, in grado di restare con i capitani anche a selezione inoltrata.
Quella lussemburghese è senz’altro la più significativa delle molte coppie di uomini di classifica che si presenteranno al via della Grande Boucle con ambizioni di gloria. Viene poi subito alla mente quella formata da Ivan Basso e Roman Kreuziger, riedizione di quella che ha consentito agli uomini Liquigas di occupare primo e terzo gradino del podio all’ultimo Giro d’Italia, con il varesino nel ruolo di se stesso, e Kreuziger in quello di giovane pronto ad esplodere, felicemente interpretato da Vincenzo Nibali nel maggio scorso. Va però detto che, al di là dei possibili dubbi circa le possibilità di Basso di disputare due Grandi Giri da podio, il cast di supporto non pare all’altezza di quello della Corsa Rosa, con il solo Szmyd che pare in grado di restare con i capitani nelle fasi calde della corsa, in assenza di validi sostituti di Agnoli, Vanotti e Kiserlovski. Stupisce abbastanza l’assenza di Santaromita, fresco 2° classificato della prova tricolore, alle spalle di Giovanni Visconti, più di quella di un Peter Sagan che al Tour de Suisse ha pagato con il ritiro le moltissime corse disputate quest’anno.
Non troppo dissimile è il discorso relativo ad un’altra coppia decisamente interessante, quella composta, in casa Rabobank, da Denis Menchov e Robert Gesink. Per entrambi esistono valide ragioni per attendersi ottime cose: il russo ha rinunciato a difendere la maglia rosa conquistata alla grande nel 2009, preferendo puntare tutto sul Tour, dove deluse profondamente dodici mesi fa, proprio in virtù degli sforzi profusi alla Corsa Rosa; l’olandese viene invece da un eccellente Giro di Svizzera, in cui, a dispetto del 5° posto finale, ha lasciato probabilmente la migliore impressione in assoluto, con lo splendido assolo nella frazione di La Punt, in cui rifilò 1’ a Schleck, Armstrong, Leipheimer & co. sulle rampe dell’Albula. La stessa corsa elvetica ha però evidenziato, oltre alla ragione per la quale è lecito riporre grandi speranze in Gesink, anche il motivo per cui pensiamo che si debba comunque considerare Menchov, almeno in principio, come capitano, ossia la scarsissima propensione del 24enne di Versseveld alle prove contro il tempo. A vantaggio dell’olandese depone certamente la collocazione dell’unica maxi-cronometro, che gli risparmierà un pesante gap in partenza, che gli precluderebbe definitivamente le possibilità di aspirare alla leadership interna alla squadra, ma 3-4 minuti di handicap sono comunque da mettere in conto.
Altra coppia veterano – promessa è, infine, quella che Michael Rogers e Tony Martin formano nel team HTC, duo che parte però con ambizioni ben diverse ed inferiori rispetto a quelli considerati finora. Rogers non è infatti mai andato oltre un 9° posto alla Grande Boucle, e, estendendo il discorso a tutti i GT, un 7° posto al Giro 2009. Martin ha invece dimostrato nell’ultimo Tour de Suisse, con la débacle nella giornata di gloria di Gesink, di non essere ancora pronto per fare classifica in una grande corsa a tappe, specie alla luce dell’impegnativo tracciato del Tour 2010. Probabile dunque, per lui, un ruolo di cacciatore di tappe, in una formazione che, con elementi quali Eisel e Cavendish, minaccia di fare di nuovo incetta di successi parziali, come avvenuto lo scorso anno.
Non pensiamo si possa invece parlare di coppia per quel che concerne la Garmin, vista l’ormai assodata inadeguatezza di David Millar alle corse di tre settimane. I gradi di capitano dovrebbero dunque essere interamente sulle spalle di Vande Velde, che, puntando sulla consueta regolarità, cercherà probabilmente un piazzamento nei 10, dopo il sorprendente 5° posto della passata edizione.
Mettendo da parte il discorso relativo alle accoppiate di aspiranti alla top 5, ancora alcuni capitani unici meritano qualcosa più di una menzione. Su tutti, ovviamente, Cadel Evans, che, rispetto al Giro, avrà sì nelle gambe un GT più di molti suoi avversari, ma potrà contare su una formazione discreta, ossia ciò che gli è mancato sulle strade rosa per poter rivaleggiare fino in fondo con Ivan Basso. Oltre a Bookwalter, unico suo gregario salvabile a maggio, l’iridato potrà infatti contare sul suo predecessore Alessandro Ballan, oltre a Marcus Burghardt, Hincapie, Kroon e Santambrogio; non si tratta certo di una corazzata alla stregua di Astana e RadioShack, ma, per un corridore che non sarà probabilmente chiamato a gestire la corsa, e non più tardi di un mese fa si trovava regolarmente solo ad ogni minima pendenza, è senz’altro già qualcosa.
Chi invece al Giro ha deluso non certo per carenze della squadra è Carlos Sastre, che avrà in Florencio e Gustov gli uomini chiave in montagna, ma dovrà soprattutto preoccuparsi di gettarsi alle spalle le ultime due brutte corse a tappe disputate (Tour 2009 e Giro 2010), e ritrovare lo smalto – come minimo – della Corsa Rosa della passata stagione. La non eccessiva quantità di chilometri a cronometro costituisce sicuramente un punto a suo vantaggio, anche se, non più tardi di due mesi fa, si dicevano le stesse cose circa il percorso del Giro, e lo spagnolo è invece stato regolarmente staccato proprio laddove avrebbe dovuto giocarsi le sue possibilità di successo finale.
Rappresenta poi in parte un’incognita Bradley Wiggins, le cui credenziali risiedono tutte nel 4° posto dello scorso anno. La formazione a supporto è senz’altro molto interessante, anche se è da verificare l’aiuto che potranno dargli sulle grandi montagne Pauwels e Lovkvist. Quest’ultimo, dovesse ritrovarsi con una gamba paragonabile a quella di inizio Giro 2009, potrebbe peraltro rappresentare anche una valida alternativa al britannico, nel caso in cui questi non dovesse riconfermarsi ai livelli dell’anno passato.
Meno significative, ma comunque interessanti, sono poi le candidature di Jurgen Van Den Broeck e Samuel Sanchez, usciti in maniera molto diversa dal recente Giro del Delfinato: 4° e brillante in salita il belga, 18° e mai in lotta per la classifica lo spagnolo. Attenzione, all’interno del team Euskadi dell’olimpionico di Pechino, anche ad Egoi Martinez, anche se la lunga cronometro finale potrebbe dissuadere il basco dal nutrire ambizioni di classifica. Menzioniamo, infine, anche Damiano Cunego, probabilmente in Francia solo a caccia di tappe, ma che, in virtù della collocazione della crono di Pauillac, dovesse mostrare gambe al livello dei giorni migliori, potrebbe ritrovarsi in classifica dopo le Alpi, e dunque decidere di curare anche la graduatoria generale.
In chiusura, è doverosa una precisazione. Ciò che abbiamo scritto è stato orientato dai normali criteri con cui siamo soliti individuare i favoriti di ogni GT, e secondo quegli stessi dettami abbiamo assegnato delle ipotetiche “teste di serie”. Tutto ciò è però soggetto ad una variabile inusuale per il Tour, ossia quella del pavé della 3a tappa. Un’incognita che potrebbe rivoluzionare già in avvio le gerarchie della corsa, e modificare i piani di tutti i protagonisti. Difficile dire chi potrà trarre vantaggio nel caso in cui la frazione risultasse combattuta e magari flagellata dal maltempo, ma è ipotizzabile che ad approfittare della situazione possano essere i big assistiti da una formazione compatta, possibilmente con buoni specialisti delle pietre. Il pensiero corre dunque subito ai fratelli Schleck, che potranno contare su due vincitori della Roubaix – Cancellara e O’Grady – e su Matti Breschel, a Vande Velde (Van Summeren e Maaskant) e a Cadel Evans (Ballan, Burghardt e Hincapie). Una frazione dal profilo innocuo, ma che avrà nelle pietre un fattore che potrebbe sconvolgere il Tour sin dalle battute iniziali.

Matteo Novarini

30-06-2010

luglio 1, 2010 by Redazione  
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COURSE DE SOLIDARNOSC E DES CHAMPIONS OLYMPIQUES
Disputate nella giornata del 30-06 le prime due frazione della corsa polacca.
La prima tappa, Lódz – Kleszczów, è stata conquistata dal polacco Adam Wadecki (Aktio Group Mostostal Pulawy), che ha percorso 138,4 Km in 2h56′07″, alla media di 47,150 Km/h. Ha preceduto allo sprint i tedeschi Schulze e Radochla. Miglior italiano Omar Sottocornola (Zheroquadro – Radenska), 10°. La prima classifica vede in testa Wadecki con 2″ su Schulze e 3″ su Radochla, mentre Sottocornola è 11° a 6″.
La seconda tappa, Radomsko – Belchatów, è stata conquistata dal tedesco Andre Schulze (PSK Whirlpool – Author), che ha percorso 78 Km in 1h45′39″, alla media di 44,297 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Meier e il francese Flahaut. Miglior italiano Daniele Callegarin (Feudi di San Marzano-CDC-Cavaliere), 6°. Schulze passa in testa alla classifica, con 4″ su Wadecki e 5″ su Radochla. Miglior italiano Callegarin, 12° a 10″.

INTERNATIONALE WIELERTROFEE JONG MAAR MOEDIG
Il belga Sven Jodts si è imposto nella corsa belga, percorrendo 168 Km in 4h02′00″, alla media di 41,653 Km/h. Preceduti di 1″ e 8″ i connazionali Barbé e De Keulenaer

VUELTA CICLISTA A VENEZUELA
Lo spagnolo Oscar Garcia (Heraklion Murcia) si è imposto nella prima tappa, circuito di Puerto Piritu, percorrendo 80 Km in 1h40′47″, alla media di 47,627 Km/h. Ha preceduto di 15″ il venezuelano Segura e il russo Porsev, distanziati in classifica di 19″ e 21″.

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