TOUR 2010: LA SECONDA SETTIMANA AGLI SCRUTINII

luglio 21, 2010
Categoria: Approfondimenti

Tra scalatorucci che salgono in surplace sulle salite mitiche della Grand Boucle per passare, poi, alle stucchevoli dichiarazioni d’amore di Alessandra De Stefano nei confronti di Andy Schleck, è passata un’altra settimana di Tour de France.

Alexandre Vinokourov: il vecchio ciclista kazako con i suoi scatti, le sue fughe, le sue arrabbiature, il suo orgoglio, le sue smorfie, i suoi sorrisi, i suoi trionfi ma anche le sue sconfitte, si fa interprete di un ciclismo che, ormai soffocato da radioline e cardiofrequenzimetri, riesce ancora ad entusiasmare. La lealtà mostrata verso Contador dopo lo sgarbo di Mende vale ben più del Tour per cui sta lottando il compagno di squadra spagnolo. Forse se non si fosse immolato alla causa Contador avrebbe potuto vincere il Tour. VOTO 10


Alberto Contador:
come si fa a chiamare l’iberico uno scalatore di razza? Come si fa ad accostarlo ai grandiosi grimpeur del passato? L’arrampicatore, per definizione, è capace di salire con accelerazioni perpetue che non si estinguono nell’arco di qualche metro e, con quest’andatura, infliggere distacchi cospicui a quei ciclisti che, viceversa, prediligono ritmi più regolari. Questo è risaputo. Non si spiega, allora, perchè autorevoli e stimati commentatori televisivi continuino ad attribuire al madrileno caratteristiche di scalatore. Contador assomiglia, per stile, ad un centometrista prestato alla maratona, un velocista della montagna. I suoi scatti durano pochi secondi, il tempo di uno sbadiglio, e sono intervallati da estenuanti periodi di stasi. Detto ciò, questa seconda settimana è stata molto positiva per Contador e facilmente sintetizzabile; ha ridotto lo svantaggio da Schleck e, aspetto fondamentale, ristabilito un buon rapporto con Vinokourov. VOTO 9

Andy Schleck: dice che per vincere il Tour gli basterebbe affrontare l’ultima crono con 1′30” di vantaggio su Contador. A giudicare, però, dalle passate edizioni sembra che il Fenicottero sia un po’ troppo ottimista. Lo spagnolo, l’anno scorso, ha saputo battere anche Cancellara nelle prove contro il tempo. Fossi nei panni di Schleck non aspetterei, come invece sta accadendo, ad attaccare Contador solo sulle rampe del Tourmalet. VOTO 8

Denis Menchov: si stanno sottovalutando le qualità del russo che, in quanto a regolarità nelle corse a tappe, non è secondo a nessuno. Può fare molto bene sul Tourmalet e anche a cronometro. VOTO 7,5


Samuel Sanchez
: sorprendente ma fino ad un certo punto la prestazione dello spagnolo in questo Tour. Alla Vuelta è sempre andato forte, sia in salita che a cronometro, e ha vinto un’Olimpiade molto impegnativa sotto il profilo altimetrico. La Top 5 è alla sua portata. VOTO 8

Lance Armstrong: l’americano che ha segnato il passaggio dal ciclismo antico a quello moderno, esasperando l’uso delle più avanzate tecnologie per fini preparatori, correndo solo per trenta giorni all’anno tanto da guadagnarsi il soprannome di “one month man”, interpreta questo suo ultimo Tour cercando di umanizzare il suo passato da cyborg. Con le sue disfatte in montagna, difatti, sta conquistando l’affetto dei francesi e, forse, era ciò che gli premeva maggiormente. VOTO 4

Ivan Basso: al Giro D’Italia, in salita, ha massacrato tutti e non faccio fatica a pensare che, con quella condizione, avrebbe staccato i suoi avversari anche qui al Tour. Preparare la Corsa Rosa e la Grande Boucle nello stesso anno è fattibile, arrivare sul podio in entrambe è molto più difficile. Deve tentare la fuga da lontano, almeno per guadagnare un successo parziale. VOTO 4

Bradley Wiggins: sopravvalutato l’anno scorso, quest’anno va forte a cronometro ma in salita non tiene. VOTO 2

Carlos Sastre: è in forte crescita, l’arrivo sul Tourmalet può esaltarlo. VOTO 5

Cadel Evans: vale il discorso fatto per Basso con il problema che sta correndo con un braccio rotto. VOTO 4,5

Francesco Gandolfi

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