A TUTTO TOURBO

luglio 13, 2010
Categoria: Approfondimenti

Anche oggi, come per ogni frazione di montagna di questo Tour de France, Giuseppe Guerini commenta sulle pagine di ilciclismo.it la tappa del giorno, spaziando dalla lotta per il successo di tappa a quella per la classifica generale. Sono ormai solamente due, con la débacle di Cadel Evans, gli uomini che, a giudizio dell’ex scalatore di Polti e Telekom, si giocheranno la Grande Boucle 2010: Andy Schleck, nuova maglia gialla, e Alberto Contador, ancora favorito numero uno.

A cura di Matteo Novarini

Foto copertina: Giuseppe Guerini festeggia, sul traguardo di Le Puy-en-Velay, il secondo successo in carriera al Tour de France (foto Robert Laberge/Getty Images Sport)

Sandy Casar mette la sua firma sul Tour de France, nel giorno in cui Cadel Evans crolla contro ogni pronostico, restringendo di fatto a due nomi, quelli di Andy Schleck e Alberto Contador, la rosa dei papabili vincitori. Non mi aspettavo sinceramente un crollo di questa portata dell’australiano, atleta che fino ad oggi si era solitamente segnalato per un rendimento molto costante, privo di picchi positivi o negativi.
Logica conseguenza della sua giornata nera è stata la conquista della maglia gialla da parte di Andy Schleck, che anche oggi è sembrato l’uomo più forte in salita. Notevole però la crescita di Contador rispetto ad Avoriaz, quando aveva vissuto forse la giornata più difficile degli ultimi anni al Tour de France. Resto convinto che sia lo spagnolo il favorito numero uno per il successo finale, non fosse altro che per la straordinaria solidità messa in mostra dalla Astana e per la cronometro del penultimo giorno, nella quale dovrebbe recuperare senza difficoltà i 41’’ che lo separano oggi dal lussemburghese. Malgrado Schleck sia davanti, dunque, sarà lui a dover attaccare sulle prossime montagne, senz’altro con maggior decisione rispetto a quanto fatto nella tappa di Avoriaz. Proprio la frazione di domenica, in cui il leader Saxo Bank si è accontentato del successo di tappa, rinunciando ad attaccare prima e più a fondo il vincitore dell’anno passato, potrebbe alla fine rappresentare per Schleck un grosso rimpianto, specie se dovesse perdere la Grande Boucle per poche decine di secondi.
Alle loro spalle si colloca ora una schiera di diversi corridori con ancora la concreta possibilità di salire sul podio a Parigi, fra i quali ho visto in buone condizioni Leipheimer, Menchov e Gesink, oltre ovviamente a Sanchez. Dubito comunque che questi atleti possano impensierire i due pretendenti alla maglia gialla, ed è probabile che la rosa dei candidati al podio si riduca gradualmente, giorno dopo giorno, man mano che il caldo e le salite faranno saltare altri nomi altisonanti. Fra coloro che ancora possono sperare nel 3° posto si colloca senz’altro anche Ivan Basso, che, a dispetto della 10a piazza in classifica generale, è a poco più di 2’ dal gradino più basso del podio. Sarà determinante, in quest’ottica, capire quale potrà essere su di lui l’incidenza del Giro d’Italia disputato due mesi fa: se è vero che, da un lato, il varesino potrebbe pagarlo in termini di stanchezza nell’ultima settimana, complice il gran caldo che quest’anno sta flagellando le strade francesi, dall’altro la Corsa Rosa potrebbe anche fornirgli delle risorse in più in fatto di fondo e resistenza. A suo favore giocano poi le difficoltà mostrate quest’oggi da Kreuziger, che hanno confermato i miei dubbi circa le sue possibilità di tenuta sulle tre settimane, e dovrebbero garantire all’azzurro il ruolo di capitano.
In compagnia di Basso è rimasto oggi Lance Armstrong, in netta ripresa rispetto ad Avoriaz. Penso che, a questo punto, l’americano, prossimo al definitivo ritiro dalle corse, cercherà di lasciare un ultimo segno sul Tour de France, probabilmente andando in caccia di un successo di tappa, pur con un occhio agli interessi di classifica di Leipheimer, suo connazionale ed amico ancora in corsa per il podio. Non escludo che già domani possa essere la tappa giusta per assistere a tentativi da parte di corridori di alto livello, se dovesse crearsi una situazione di corsa favorevole. Penso soprattutto ad atleti per i quali un 10°-12° posto al Tour significherebbe poco, che potrebbero pertanto azzardare un’azione da lontano da qui a fine Tour, provando a rientrare in corsa per il podio. Non escludo, peraltro, che in questa schiera possa rientrare anche Ivan Basso.
In conclusione, mi sembra giusto sottolineare la bella prova di Damiano Cunego, che ha cercato con insistenza la fuga, ed è stato bravo a rientrare tutto solo sui battistrada lungo le rampe della Colombière, recuperando 3’ circa. Probabile che abbia pagato lo sforzo nel finale, quando si è trovato di fronte un corridore sempre ostico come Sandy Casar, dotato di ottima tenuta in salita e di un notevole spunto veloce: sarebbe stato un avversario difficile anche in condizioni normali, è stato impossibile da battere dopo lo sforzo supplementare cui è stato costretto il veronese. Sono comunque convinto che arriveranno per lui altre opportunità, probabilmente sempre grazie a fughe da lontano.

Giuseppe Guerini

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