IL DIARIO DI FANCELLU – FEBBRAIO

febbraio 28, 2021 by Redazione  
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Inizia il racconto della stagione 2021 di uno dei giovani più promettenti del panorama ciclistico italiano, che i suoi managar Ivan Basso e Alberto Contador hanno presentato come il fuoriclasse del futuro, accostandolo come caratteristiche a Vincenzo Nibali

05-02-2021

Eccomi! Mi trovo in Spagna, a Oliva. Ormai è quasi un mese che sono qua. Inizialmente mi trovavo con i miei compagni per il ritiro pre stagionale di gennaio e dopodiché mi sono fermato qua perché avrei dovuto correre la Classica Valenciana e successivamente la Vuelta Valenciana. La prima fortunatamente si è disputata e ho potuto finalmente debuttare tra i “pro”; la Vuelta Valenciana purtroppo è stata rimandata e quindi io ed il mio compagno Ravasi abbiamo optato per restare ad allenarci qua in vista delle prossime gare. Oggi è stata una giornata intensa in sella alla mia bici, breve ma intensa, tre ore e mezza di allenamento con lavori di forza sulla prima parte e qualche fuori giri sul finale. Le sensazioni giorno dopo giorno iniziano a migliorare e questo mi dà morale per continuare a lavorare. Per oggi è tutto. Un saluto dalla Spagna!

09-02-2021

Buonasera a tutti! Oggi è stata una giornata tranquilla, mi sono alzato con calma e sono uscito in bici verso le 11.30. Almeno il primo pomeriggio era impegnato e non diventava troppo lungo, ho fatto 3 ore senza particolari lavori per arrivare fresco al prossimo ritiro di squadra, che inizierà tra un paio di giorni sempre qua ad Oliva. Nel pomeriggio, siccome siamo senza macchina, è venuto a prenderci un membro dello staff della squadra e ha accompagnato me ed Edwad Ravasi a fare la spesa .In questo periodo nella quale siamo qua solo in due e dobbiamo arrangiarci con tutte le faccende di casa ho imparato come gestirle. Infatti a casa non mi occupo quasi mai io di fare la spesa o cucinare. Un saluto a tutti e buona notte!

14/02/2021

Ciao a tutti! Terzo giorno di ritiro con la squadra e terzo giorno di carico finito. Dopo due giorni di allenamenti di “qualità” oggi abbiamo fatto una bella distanza di 6h senza grossi lavori solo per fare endurance e medio. É stato bello perché almeno abbiamo fatto strade nuove, sennò da Oliva dove siamo non c’è molta scelta di strade quando si fanno allenamenti più brevi. Per quanto mi riguarda in questi giorni non mi sto sentendo un granché bene, molto probabilmente per un po’ di allergia, infatti in alcuni momenti faccio davvero fatica a respirare. Fortunatamente domani ci raggiungerà il medico della squadra e spero di poter risolvere questo piccolo problema. Adesso a dormire e domani finalmente scarico! Un oretta e mezza con le bici da crono con l’immancabile sosta bar.

23/02/2021

Buonasera a tutti, finalmente vi scrivo da casa mia! Sono arrivato ieri sera verso le 11 a Malpensa dopo quasi un mese e mezzo in Spagna. Mi mancavano casa mia, i miei amici e i miei parenti. Stamattina come prima cosa sono andato a fare i massaggi, dopo un blocco di lavori come quello fatto in ritiro è importantissimo recuperare bene e i massaggi sono un grosso aiuto in questo senso. Altra cosa utile per recuperare dopo il ritiro è allenarsi due o tre giorni alternando uscite tranquille da un paio di ore con un giorno di riposo totale. Oggi infatti ho fatto una cinquantina di chilometri sul lago di Lugano e mi sono divertito, mi mancavano le “mie strade”.

27-02-2021

Ciao a tutti, terminati altri 3 giorni impegnativi in sella alla mia bici. Ho finito oggi una tripletta strutturata così: giovedì palestra al mattino più uscita di due ore in bici al pomeriggio,venerdì quattro ore di intensità con cambi di ritmo e dietro moto e oggi cinque ore e mezza con salite al medio e qualche “menata” sul finale. In questi giorni ho anche iniziato a lavorare con il nutrizionista della squadra per farmi aiutare sull’alimentazione, che è un punto chiave del rendimento di un atleta, e mi sono reso conto che moltissime volte si tende a mangiare molto più del necessario (almeno nel mio caso, ahah!). Ieri sera, infatti, ho chiamato il nutrizionista perché stavo andando a letto con la fame, ero preoccupato e siccome sabato avrei dovuto fare più di cinque ore temevo di ritrovarmi senza energie nel finale. Invece, devo dire che mangiando bene durante l’allenamento sono arrivato sul finale con ancora energie e questo mi ha davvero fatto pensare, non pensavo ma aveva ragione lui!

A presto

Alessandro

Fancellu sul podio del mondiale di Innsbruck (foto Bettini)

Fancellu sul podio del mondiale di Innsbruck (foto Bettini)

FEBBRAIO 2021: SI RICOMINCIA

febbraio 2, 2021 by Redazione  
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La stagione 2021 è già iniziata e pian piano incomincia a entrare nel vivo, nonostante diverse gare siano state tagliate o traslocate a causa della pandemia. Il mese di febbraio proporrà di una serie di brevi corse a tappe in terra di Francia che vedranno al via anche il trentaseienne Vincenzo Nibali. A fine mese si disputerà anche l’UAE Tour, gara d’apertura del circuito World Tour e unica corsa a tappe che si correrà nella penisola araba dopo la cancellazione dei giri dell’Arabia Saudita e dell’Oman. Infine, proprio alle porte di marzo si comincerà a correre anche sulle infide stradine del Nord Europa.

Finalmente si ricomincia, in barba alla pandemia che anche in questa stagione si è già portata via diverse corse. Cancellati a gennaio il Tour Down Under – tradizionale prova d’apertura del World Tour – in Australia e la Vuelta a San Juan in Argentina, finora si è riusciti a gareggiare in Nuova Zelanda, in Venezuela e in Spagna dove, dopo il rinvio a data da destinarsi della Challenge Ciclista a Mallorca, lo scorso 24 gennaio è andata in scena la Clàssica Comunitat Valenciana, che tornava in calendario dopo un’assenza di 16 anni.

Con tutte queste rinunce – rinviate forse a maggio  anche Volta Valenciana, Vuelta a Murcia, Vuelta a Andalucía e Volta ao Algarve – la grande protagonista della ripartenza della stagione sarà la Francia che, a meno d’ulteriori stop, ospiterà nel mese di febbraio tre corse a tappe e due in linea, introdotte il 31 gennaio dalla tradizionale gara d’apertura del calendario transalpino, il Grand Prix Cycliste la Marseillaise.

Tra il 3 e il 7 del secondo mese dell’anno si disputerà l’Étoile de Bessèges, corsa che nel 2020 ha festeggiato la sua cinquantesima edizione introducendo nel tracciato, solitamente poco difficile, l’impegnativo arrivo in salita al Mont Bouquet. L’ascesa che risultò determinante per il successo finale di Benoît Cosnefroy è stata presente per un solo anno perché nel 2021 si tornerà al solito percorso che prevede quattro facili tappe destinate alla volata (o, al massimo, al favorire l’azione di un finisseur) e che faranno d’aperitivo alla tradizionale cronometro dell’ultimo giorno. Nonostante questo è stata scelta come prima uscita stagionale da Vincenzo Nibali, opzione di ripiego per il corridore siciliano in seguito alla cancellazione della gara alla quale era inizialmente iscritto, la Volta Valenciana. Si comincerà con una tappa disegnata per 141 Km intorno a Bellegarde, totalmente pianeggiante con l’esclusione della rampa di 600 metri al 7% della Côte de la Tour, che dovrà essere ripetuta due volte e in cima alla quale sarà collocato il traguardo di questa frazione, proposta anche lo scorso anno quando si rivelò molto selettiva a causa del vento che frantumò il gruppo in numerosi ventagli. La seconda tappa della corsa francese – che dal 2021 si chiamerà anche Tour de Gard – sarà quella altimetricamente più semplice, 154 Km per andare da Saint-Geniès-de-Malgoirès a La Calmette, centri che tra loro distano 5 Km e che saranno uniti da un percorso prevalentemente pianeggiante nel quale non mancano brevi e facili salite, l’ultima delle quali da scavalcare a poco meno di 50 Km dal traguardo. L’indomani sarà la cittadina di Bessèges, centro “titolare” di questa corsa disputata per la prima volta nel 1971, a ospitare partenza e arrivo di una frazione double-face di 156 Km, caratterizzata da una prima parte resa accidentata da cinque ascese non particolarmente difficili (la più lunga è di 7 Km ma sale al 3.6% appena di pendenza media, la più ripida è di 4.3 Km al 6.1% e dovrà essere affrontata subito dopo il via) e da un finale più lineare al termine del quale si dovrebbe assistere a un arrivo allo sprint, come già successo in passato su questo traguardo, al termine di tappe simili a queste. Sarà la penultima la tappa più complicata sotto l’aspetto del grafico perché i 152 Km della Rousson – Saint-Siffret si concluderanno con un movimentato circuito di una ventina di chilometri che richiama certi finali della Tirreno-Adriatico, quando proponeva tappe collinari non troppo difficili che facevano gola ai finisseur senza dischiudere del tutto le porte ai velocisti: nel caso in oggetto, questi ultimi dovranno digerire la dolce salita di 1 Km al 5.5% che conduce al traguardo. Come anticipato, a decidere le sorti della corsa francese quest’anno sarà ancora la cronometro disegnata sulle strade di Alès, 11 Km in gran parte pianeggianti che si concluderanno con l’ascesa di 2.5 Km al 6% che condurrà al traguardo, fissato presso il santuario di Notre-Dame des Mines, sulla collina dell’Ermitage.

Non ha rinunciato alla salita il Tour de la Provence, la cui sesta edizione proporrà ancora il Mont Ventoux, quest’anno grande protagonista anche al Tour de France dove, per la prima volta nella storia, sarà scalato due volte nel corso della medesima giornata. Calendarizzata tra l’11 e il 14 febbraio la corsa si aprirà con una tappa di 179 Km che scatterà da Aubagne per concludersi nella località balneare di Six-Fours-les-Plages, dove presumibilmente si assisterà a un epilogo allo sprint tra i velocisti che non saranno stati respinti dai tanti saliscendi che caratterizzano il percorso e che non avranno troppo sofferto in particolare gli 11 Km al 5.3% del Col de l’Espigoulier, da scalaere subito dopo la partenza e che potrebbe rimanere nelle loro gambe se la tappa dovesse subito decollare ad alta velocità. Palcoscenico riservato ai finisseur l’indomani a Manosque dove, al termine di una frazione di 175 Km che prenderà le mosse da Cassis, si dovranno affrontare due colline di seconda e terza categoria prima della rampa di circa 2 Km che condurrà al traguardo. È il giorno successivo che i riflettori saranno puntati sul Mont Ventoux, dove al Giro di Provenza dell’anno scorso s’impose Nairo Quintana al termine di una tappa molto simile a quella proposta quest’anno: medesima la località di partenza (Istres), quasi identica la la marcia d’avvicinamento all’ascesa finale, della quale – vista la stagione ancora invernale – si affronteranno solo i 10 Km che costituiscono la prima metà del “Monte Calvo”, priva dei passaggi tra le pietre ma già dotata in pendenze essendo l’inclinazione media attestata al 9.1% nel tratto che conduce allo Chalet Reynard. Dopo la tappa “regina” resterà una sola frazione da percorrere, che prenderà il via da Avignone per concludersi dopo 163 Km a Salon-de-Provence, dove stavolta non dovrebbero esserci troppi problemi per i velocisti anche perché il tragitto appare decisamente meno accidentato rispetto a quella della frazione che concluse lo scorso anno la corsa ad Aix-en-Provence, dove andò in porto la fuga da lontano.

La terza e ultima corsa a tappe francese del mese sarà il Tour des Alpes Maritimes et du Var, evoluzione di quello che fino al 2008 era una corsa in linea, il Tour du Haut-Var. Strutturato in tre frazioni, vedrà ancora al via Nibali, il quale stavolta avrà a disposizione un tracciato più stimolante, anche se difficilmente lo vedremo in gran spolvero così presto, considerate le 36 primavere che inevitabilmente gli gravano sulle gambe. Si comincerà il 19 febbraio con la Biot – Gourdon, frazione di media montagna di 187 Km che si concluderà con la triplice ascesa che conduce al traguardo, lunga quasi 14 Km ma priva di pendenze temibili (la media non arriva al 4% mentre le inclinazioni più accese s’incontrano negli 800 metri conclusivi al 7%). Più semplice nel complesso è la successiva frazione di Fayence, almeno fino ai piedi del muro di 1200 metri al 10% che condurrà a un traguardo che ancora ricorda come un incubo Alberto Contador, vittima di una pesante crisi in questa cittadina alla Parigi-Nizza del 2009, al termine però di una tappa molto più complicata di questa. Dulcis in fundo si disputerà il 21 febbraio la tappa più difficile della breve corsa francese, certamente non un tappone da far tremare i polsi, ma a febbraio i 136 Km del circuito di Blausasc potrebbero rivelarsi più selettivi rispetto a una simile frazione proposta più avanti nella stagione: il nome del successore di Quintana, che dodici mesi fa fece sua questa corsa pochi giorni dopo essersi imposto nel Giro della Provenza, lo scopriremo all’uscita di un toboga di salite che proporrà nell’ordine il Col Saint-Roch (5.8 Km al 7.3%), il Col de Braus (10.0 Km al 6.3%), il Col de Castillon (6.2 Km al 5.7%) e il Col de la Madone (11.2 Km al 6.8%).

Calato temporaneamente il sipario sulle corse francesi, nell’ultima settimana di febbraio l’attenzione degli appassionati si sposterà dall’Europa alla penisola arabica, che nel mese più breve dell’anno tradizionalmente ospita tre giovani ma già frequentate corse, il Saudi Tour, il Tour of Oman e l’UAE Tour. Saltate le prime due per la pandemia, ha resistito la corsa organizzata negli Emirati Arabi, che lo scorso anno era stata interrotta nel mezzo del suo cammino a causa della positività al Covid di alcuni corridori. Nel 2021, quando si correrà tra il 21 e il 27 febbraio, la corsa organizzata con il supporto tecnico di RCS Sport presenterà un paio di novità secondarie perché per la prima volta dal 2014 (anno della creazione del Dubai Tour, poi confluito con l’Abu Dhabi Tour nella nuova corsa) mancheranno due traguardi tradizionali, anche se poco influenti per la classifica, quelli fissati nel centro di Dubai e in vetta al muro della diga di Hatta. Confermato l’immancabile arrivo in salita alla Jebel Hafeet, che dodici mesi fa fu affrontato due volte, quest’anno gli sarà affiancato quello alla Jebel Jais (già esplorato nel 2019, quando lassù s’impose Primož Roglič) e a bilanciare le due ascese è stata inserita una cronometro individuale di 13 Km. Le restanti quattro frazione di “contorno” saranno totalmente pianeggianti ma potrebbero comunque lasciare il segno in classifica poiché tutte sono tracciate in prossima della costa, zona dove il vento potrà portare scompiglio in qualsiasi momento. È il caso della frazione d’apertura disegnata per 177 Km tra Al Ruwais e Al Mirfa, che vedrà i corridori pedalare sempre a breve distanza dalle rive del Golfo Persico e ripetere per quattro volte nel finale un circuito di circa 13 Km caratterizzato da altrettante rotatorie. Al secondo giorno è programmata la cronometro – che si disputerà sulle non meno ventose strade dell’isola artificiale di Hudayriat, che tre anni fa accolsero la prima tappa della prima edizione, una cronosquadre vinta dal Team Jumbo-Visma – poi seguirà a ruota il primo dei due appuntamenti con la salita, quando ci si radunerà presso l’aeroporto di Al Ain per “decollare” in direzione della Jebel Hafeet. Dopo una prima parte di corsa pianeggiante disegnata nel non meno insidioso paesaggio del deserto si andrà incontro a quella che è la seconda montagna per altezza degli Emirati Arabi Uniti, in cima alla quale si toccano i 1249 metri sul livello del mare: i corridori si fermeranno a quota 1031, dove il nastro d’asfalto s’interrompe dopo aver affrontato 10.6 km d’ascesa al 6.8% per giungere nel luogo dove nel recente passato si sono imposti il colombiano Esteban Chaves (2015), l’estone Tanel Kangert (2016), il portoghese Rui Costa (2017) e lo spagnolo Alejandro Valverde (2018 e 2019) mentre le due ascese affrontate nella scorsa edizione hanno visto tagliare per primi il traguardo il britannico Adam Yates e lo sloveno Tadej Pogačar. Dopo la quarta tappa, che fa il verso alla prima (204 Km con partenza e arrivo fissate sull’isola artificiale di Al Marjan), si tornerà in montagna con la frazione che scatterà dalla località di Fujairah, sulle rive dell’Oceano Indiano, per concludersi sul traguardo della Jebel Jais, la “Cima Coppi” delle montagne emiratine la cui cima raggiunge i 1934 metri di quota, mentre per i corridori la fatica giornaliera si concluderà a 1466 metri d’altezza, affrontata un’ascesa di 21 Km al 5.4% caratterizzata da 8 tornanti. Si tornerà in pianura per le ultime due frazioni che, per i motivi più sopra ricordati, potrebbero non rivelarsi semplici passerelle: la prima prenderà il via da Dubai per ritrovare quello che era un tradizionale traguardo del Dubai Tour e che finora non era stato ancora proposto all’UAE Tour, quello disegnato sul ventoso lungomare in lastricato dell’arcipelago di Palm Jumeirah; da un’altra isola creata da mano umana, quella di Yas Marina, si ripartirà quindi alla volta dell’ultima meta, fissata ad Abu Dhabi.

Lo stesso giorno della tappa conclusiva dell’UAE Tour si tornerà  a parlare di ciclismo in terra di Francia con la Royal Bernard Drôme Classic, seguita ventiquattrore più tardi dalla Faun-Ardèche Classic. In quelle stesse date si risveglierà il ciclismo anche in Belgio con le prime due classiche della stagione, che tireranno idealmente la volata alla “campagna del nord”, l’Omloop Het Nieuwsblad Elite il 27 febbraio e la Kuurne-Bruxelles-Kuurne il giorno dopo.

E intanto già comincia a spirare il venticello della Sanremo….

Mauro Facoltosi

I SITI DELLE CORSE


ÉTOILE DE BESSÈGES

www.etoiledebesseges.com

TOUR DE LA PROVENCE

www.tourdelaprovence.fr

TOUR DES ALPES MARITIMES ET DU VAR

www.tour06-83.com

UAE TOUR

www.theuaetour.com

ROYAL BERNARD DRÔME CLASSIC

www.boucles-drome-ardeche.fr

FAUN-ARDÈCHE CLASSIC

www.boucles-drome-ardeche.fr

OMLOOP HET NIEUWSBLAD ELITE

www.omloophetnieuwsblad.be

KUURNE-BRUXELLES- KUURNE

www.kuurne-brussel-kuurne.be

La spettacolare strada che risale la Jebel Jais, la salita degli Emirati Arabi Uniti che il gruppo affronterà allUAE Tour (www.drive.com.au)

La spettacolare strada che risale la Jebel Jais, la salita degli Emirati Arabi Uniti che il gruppo affronterà all'UAE Tour (www.drive.com.au)

VUELTA 2020: LE PAGELLE

novembre 10, 2020 by Redazione  
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Ecco le ultima pagelle di questa rivoluzionata stagione, quella della Vuelta terminata domenica con la seconda vittoria consecutiva dello sloveno Primož Roglič

PRIMOŽ ROGLIČ: La beffa al Tour de France gli ha fatto bene, un’esperienza che lo ha fortificato e reso implacabile. Vince la Vuelta 2020 di intelligenza e sagacia tattica non lasciando nulla al caso. Attacca dove meno te lo aspetti, è micidiale a crono e raccoglie abbuoni dappertutto, fatto gli consente di vincere anche la classifica a punti. La Slovenia con Roglič e Pogačar è ormai il faro delle corse a tappe. VOTO: 10

HUGH CARTHY: Il britannico della EF Pro Cycling è il mattatore sull’Angliru, un corridore brutto da vedere sulla bici ma che aggrada per il temperamento aggressivo in corsa. Un terzo posto in classifica generale che gli fa bene e che lo merita tutto. VOTO: 8

DAVID GAUDU: Un’ottima Vuelta per il giovane francesino agli ordini di Madiot. Due tappe importanti vinte e un’ottavo posto in classifica generale sono buoni presupposti per il prosieguo della sua carriera ciclistica, dove si dovranno anche rivedere le gerarchie in casa Groupama – FDJ tra lui e Pinot. VOTO: 7,5

TIM WELLENS: Quando decide di attaccare fa male. Vince due tappe in questa edizione della corsa iberica, la prima di gran classe a Sabiñánigo e la seconda a Ourense battendo un gruppetto allo sprint. Corridore efficace e talentuoso. VOTO: 7,5

DANIEL MARTIN: Il trentaquattrenne irlandese dice ancora la sua. Vince una tappa, quella della Laguna Negra de Vinuesa, e riesce a centrare un quarto posto in classifica generale che si merita pienamente. VOTO: 7

PASCAL ACKERMANN: Il tedescone è il re delle volate di questa Vuelta 2020. Poche le chances per i velocisti, ma il corridore della Bora Hansgrohe centra due vittorie su quattro. Sua la firma nella tappa finale di MAdrid. VOTO: 7

RICHARD CARAPAZ: Perde il duello con Roglič, pur dimostrando di non essere inferiore in salita allo sloveno, ma la testa, il coragggio e l’astuzia non sono pari al rivale. Attacca in ritardo sulla Covatilla e l’amarezza è tanta, come gli abbuoni persi per strada. VOTO: 7

SEPP KUSS: L’olandese della Jumbo-Visma è ormai un punto fermo per Roglič. Quando la strada sale lui c’è sempre a fianco del capitano, a volte bisogna fermarlo tanta è la gamba che gli scappa. VOTO: 7

ALEJANDRO VALVERDE: Si sprecano gli aggettivi per il quarantenne murciano alla sua ventottesima partecipazione in un Grande Giro di tre settimane. Non riesce a vincere alcuna tappa, ma riesce ad entrare nella top ten finale. Chapeau. VOTO: 6,5

ENRIC MAS: Lo spagnolo era il capitano della Movistar e, come dimostrato in passato, corre con giudizio ma con pochi guizzi. Un buon quinto posto per il venticinquenne, ma se vuole raccogliere qualcosa d’importante deve cambiare attaggiamento in corsa. Vince la classifica riservata ai giovani. VOTO: 6,5

FELIX GROSSSCHARTNER: Dopo le fatiche del Tour si ritrova in Spagna coi gradi di capitano. Sfiora la vittoria a Suances, dove viene battuto da Roglič allo sprint. Nono posto in generale strameritato. VOTO: 6,5

JASPER PHILIPSEN: Il belga è tra i velocisti più resistenti e attenti in Spagna, molti piazzamenti e una vittoria allo sprint a Puebla de Sanabria dove uccella Ackermann. Un buon biglietto da visita per il ventiduenne della UAE-Team Emirates per le stagioni successive. VOTO: 6,5

MARC SOLER: Il capitano in casa Movistar è Mas e così il buon Soler cerca di sfruttare le occasini buone quando ha carta bianca. Trionfa a Lekunberri e ci va vicino sulla Ferrapona. VOTO: 6,5

MICHAEL WOODS: Il canadese è un cacciatore di tappe fenomenale, anima sempre le tappe e raramente non riesce a conquistare un buon piazzamento. Vince una tappa e ne sfiora altra due. VOTO: 6,5

DAVID DE LA CRUZ: La UAE – Team Emirates punta sullo spagnolo per la classifica generale, non gli chiedono miracoli ma solo un piazzamento dignitoso. Lui li accontenta. VOTO: 6

DORIAN GODON: Il giovane ventiquattrenne prova a salvare la Vuelta di un Ag2r LaMondiale negativa e falcidiata dai ritiri. Scatenato nell’ultima settimana, entra sempre nella fuga di giornata; purtroppo per lui le gambe non sono ai livelli degli avversari. Buona l’intenzione. VOTO: 6

GUILLAME MARTIN: Il parigino si divide tra l’ambizione di vincere una tappa importante e far classifica, sfiora la vittoria di tappa in più occasioni e non riesce a far classifica. In futuro gli conviene aver le idee più chiare. Vince la classifica scalatori. VOTO: 6

ION IZAGIRRE: L’esperto spagnolo timbra come sempre il cartellino. VOTO: 6

MAGNUS CORT: A Ciudad Rodrigo i velocisti saltano ma lui no e riece a far sua una tappa anche in questa Vuelta. VOTO: 6

MARK DONOVAN: Il britannico del Team Sunweb ha solo ventuno anni, eppure non ha timori ad attaccare e a ritagliarsi i suoi spazzi. Buoni piazzamenti nel suo primo Grande Giro. VOTO: 6

SAM BENNETT: Nelle poche occasioni che ha il velocista della Deceunick Quick-Step riesce a mettere lo zampino a Ejea de los Caballeros; purtroppo per lui non si ripeterà più perdendo lo scettro di miglior velocista della Vuelta a favore di Ackermann. VOTO: 6

WOUT POELS: Si ritrova capitano della Bahrain McLaren e, pur senza lo smalto degli anni d’oro, riesce comunque a far classifica. VOTO: 6

ALEKSANDR VLASOV: Lo sfortunatissimo kazako del Team Astana si ritrova in Spagna dopo i problemi di salute al Giro d’Italia, che lo avevano costretto al ritiro durante la seconda tappa. La condizione non è al meglio, si fa vedere con azioni interessanti, soprattutto sull’Angliru. Non riesce però ad entrare nella top ten della Vuelta. VOTO: 5,5

CHRIS FROOME: Si mette a disposizione di Carapaz, ma il keniano è lontano dalla condizione migliore e l’ombra del dubbio che non vedremo più il Froome che conoscevamo è sempre più incalzante. VOTO: 5,5

MATTIA CATTANEO: Il lombardo della Deceuninck QuickStep ci prova, attacca, tiene duro, stringe i denti, ma i risultati latitano. VOTO: 5,5

RUI ALBERTO FARIA DA COSTA: Pochissimi sprazzi e nulla più. VOTO: 5

JAN HIRT: Arriva in Spagna dopo aver corso il Tour de France e si ritrova con gambe pesanti che lo relegano ad una condizione ”fantasma” che lo porterà a correre una Vuelta in totale anonimato. VOTO: 5

MIKEL NIEVE: Prova a far classifica per la Mitcheton-Scott, le gambe però lo tradiscono. VOTO: 5

NIKLAS EG: Il giovane danese della Trek-Segafredo ha talento e lo ha dimostrato tra gli under23: purtroppo dopo il salto tra i professionisti non riesce a dimostrarlo. Annata negativa. VOTO: 5

ESTEBAN CHAVES: Il quarto posto nella prima tappa di Arrate faceva ben sperare, il nono posto sull’Alto de Moncalvillo sembrava relegarlo tra i pretendenti per un posto in top ten generale. Invece, nella terza settimana incassa solo un crescendo di delusioni. VOTO: 4,5

Luigi Giglio

LA ETAPA DEL DÍA: HIPÓDROMO DE LA ZARZUELA – MADRID

novembre 8, 2020 by Redazione  
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L’edizione 2020 della Vuelta si conclude con quasi tre settimane di gara con la consueta passarella sulle strade di Madrid, occasione d’oro per i velocisti su di un traguardo prestigioso al pari di quelli di Milano e Parigi

Anche la Vuelta è arrivata al suo ultimo capitolo, un capitolo inutile e già scritto perchè sarà una fotocopia delle tappe conclusive dei Grandi Giri, vissute dai corridori come un’ultima giornata di scuola, quando non si ha più voglia di studiare e già si pensa alle meritate vacanze estive. La tappa vivrà, quindi, sul solito clichè delle passerelle conclusive, che prevede la partenza al piccolo trotto e l’aumento della velocità solo una volta entrati nel circuito finale di Madrid, un anello di 6 Km che dovrà essere ripetuto 5 volte a completamento degli ultimi 140 Km della Vuelta 2020, tassello conclusivo di un puzzle lungo quasi 2900 Km. Difficilmente oggi si riuscirà a sfuggire al ferreo controllo delle squadre dei velocisti, naturali favoriti su di un percorso che proporrà per loro, quali uniche insidie, le due curve ad U che movimentano il circuito finale, l’ultima delle quali da superare immediatamente prima del passaggio sotto lo striscione dell’ultimo chilometro, insidia che gli sprinter ben conoscono anche perchè il traguardo in Plaza de Cibeles viene proposto da diversi anni qualche ultima meta della corsa spagnola.

METEO

Hipódromo de la Zarzuela: nubi sparse, 13.9°C (percepiti 13°C), vento debole da S (6 Km/h), umidità al 78%
Madrid – 1 passaggio (110.1 Km): cielo coperto, 15.1°C (percepiti 14°C), vento debole da SSW (6 Km/h), umidità al 71%
Madrid (arrivo – 165.6 Km): cielo coperto, 14.8°C (percepiti 14°C), vento debole da SSW (6 Km/h), umidità al 72%

GLI ORARI DELLA VUELTA

Segnaliamo che la corsa non sarà seguita dalla RAI

13.30: partenza dall’ippodromo della Zarzuela a Madrid
14.35: inizio diretta su Eurosport 1
16.15-16.40: primo passaggio dal traguardo di Madrid
16.25-16.50: secondo passaggio dal traguardo di Madrid (traguardo volante)
16.35-17.00: terzo passaggio dal traguardo di Madrid
16.45-17.10: quarto passaggio dal traguardo di Madrid
16.55-17.20: quinto passaggio dal traguardo di Madrid
17.00-17.30: arrivo a Madrid

UN PO’ DI STORIA

Madrid è inevitabilmente la località più gettonata dalla Vuelta, come capita con Parigi per il Tour e con Milano con il Giro. Mentre la corsa francese non ha mai mancato l’appuntamento nella capitale per l’atto conclusivo, in Spagna in parecchie occasioni si è scelta una meta finale differente, come capitato anche con la Corsa Rosa che talvolta ha “tradito” il capoluogo lombardo. Successe in particolare nel periodo nel quale la Vuelta fu organizzata dal quotidiano basco “El Correo”, che tenne le redini dalla corsa dal 1955 al 1978, 23 anni nel corso dei quali Madrid accolse l’arrivo dell’ultima tappa solo in quattro occasioni (1958, 1963, 1964 e 1971). In quel periodo la parte del leone la fece ovviamente Bilbao che, in quanto sede del quotidiano organizzore, ospitò la tappa conclusiva ben 13 volte, seguita a ruota dall’altra nota cittadina basca di San Sebastián, dove la Vuelta terminò in 6 occasioni. Oltre ai quattro arrivi a Madrid, l’unica altra intrusa nel periodo basco fu Miranda de Ebro, centro della Castiglia dove si concluse l’edizione del 1977. Con il passaggio di consegne tra El Correo e Unipublic, che ha la sede alle porte della capitale spagnola, a partire dal 1979 Madrid tornerà ad essere sede stabile della frazione conclusiva con le eccezioni delle edizioni del 1985 (Salamanca), del 1986 (Jerez de la Frontera), del 1993 e del 2014, queste ultime due terminate a Santiago di Compostela. In quanto ai vincitori a Madrid, gli italiani sono stati sette ma le vittorie otto perchè Alessandro Petacchi ha conquistato uno strepitoso bis imponendosi nel 2003 e nel 2005: gli altri sono stati Celestino Camilla nel 1942, Donato Piazza nel 1955 (lo stesso giorno di una cronosquadre pomeridiana vinta dalla squadra A della nazionale azzurra), Nino Assirelli nel 1960, Daniele Bennati nel 2007, Matteo Trentin nel 2017 ed Elia Viviani nel 2018

Il palazzo reale di Madrid e, in trasparenza, laltimetria dellultima tappa (www.viajarmadrid.com)

Il palazzo reale di Madrid e, in trasparenza, l'altimetria dell'ultima tappa (www.viajarmadrid.com)

LA ETAPA DEL DÍA: SEQUEROS – ALTO DE LA COVATILLA

novembre 7, 2020 by Redazione  
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Gran finale della Vuelta sull’impegnativa (ma non troppo) ascesa della Covatilla. Saranno i 12 Km conclusivi tutti all’insù a decidere le sorti della 75a edizione della corsa iberica alla vigilia del consueto epilogo madrileno

Ci si si gioca la vittoria nella 75a edizione della Vuelta a ventiquattrore dalla conclusiva frazione della corsa iberica, che terminerà domani a Madrid con una tappa destinata ai velocisti che nessun cambiamento potrà portare in classifica. Il palcoscenico dei decisivi atti sarà rappresentato dalla salita di circa 12 Km che condurrà fino ai quasi 2000 metri della Covatilla, impegnativa ma non troppo per via della sua pendenza media che si ferma poco sotto il 7%. Qui si vedrà chi ha ancora energie in corpo al termine di una Vuelta disputata agli sgoccioli di una stagione breve ma intesa a causa della pandemia, iniziata ai primi di agosto e che ha “bruciato” i suoi principali appuntamenti nel volgere di 3 mesi e mezzo. Per fare un paragone, sarebbe come iniziare la stagione a marzo con la Sanremo e terminarla a metà luglio dove aver concentrato in quella fase le principali classiche e i tre grandi giri. Al tutto bisogne aggiungere lo stress causato dal timore dei contagi e dalle limitazioni prescritte dalle “bolle”. Tornando al percorso della penultima tappa, nonostante la salita finale rappresenti il momento “clou” del tracciato – e, probabilmente, solo lì vedremo i big in azione – il resto della frazione non sarà certamente una passeggiata e così al momento di affrontare la Covatilla potrebbero rimanere nelle gambe le salite superate in precedenza, tra le quali spicca il Portillo de las Batuecas di 1a categoria che dovrà essere scavalcato ad una cinquantina di chilometri dal “via” da Sequeros.

METEO

Sequeros : nubi sparse con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 10.8°C (percepiti 4°C), vento moderato da SSW (23-27 Km/h), umidità al 88%
La Alberca (52.7 Km): pioggia modesta (0.4 mm), 10.5°C (percepiti 2°C), vento moderato da SSW (25-28 Km/h), umidità al 93%
Montemayor del Rio (traguardo volante – 129.5 Km): poco nuvoloso, 12.4°C (percepiti 6°C), vento moderato da SW (20-27 Km/h), umidità al 65%
Navacarros (inizio salita finale – 165.6 Km): poco nuvoloso, 11.7°C (percepiti 6°C), vento moderato da SSW (19-26 Km/h), umidità al 70%
Alto de La Covatilla : previsioni non disponibili

GLI ORARI DELLA VUELTA

Segnaliamo che la corsa non sarà seguita dalla RAI

12.00: inizio diretta su Eurosport 1 (10 minuti prima della partenza)
12.10: partenza da Sequeros
13.30-13.40: scollinamento Puerto del Portillo de las Batuecas
14.30-14.50: scollinamento Alto de San Miguel de Valero
14.55-15.20: scollinamento Alto de Cristóbal
15.40-16.05: traguardo volante di Montemayor del Rio
15.50-16.15: scollinamento Alto de Peñacaballera
16.15-16.45: scollinamento Alto de la Garganta
16.40-17.15: inizio salita finale
17.00-17.35: arrivo alla Covatilla

UN PO’ DI STORIA

Situata nel comune di La Hoya, la stazione di sport invernali della Covatilla è stata creata nel 2001 e ha immediatamente individuato nella Vuelta un’importante finestra per farsi conoscere al mondo. Risale all’anno successivo, infatti, il primo approdo della corsa spagnola lassù, timbrato dallo spagnolo Santiago Blanco mentre a vestire la maglia gialla era ancora Roberto Heras, che due giorni più tardi perderà definitivamente le insegne del primato a favore di Aitor González nella conclusiva crono di Madrid. Successivamente questa salita sarà riproposta altre quattro volte, occasioni nelle quali coglieranno il successo il colombiano Félix Cárdenas nel 2004, l’italiano Danilo Di Luca nel 2006, l’irlandese Daniel Martin nel 2011 e lo statunitense Benjamin King nel 2018.

I campi da sci della Covatilla e, in trasparenza, laltimetria della diciassettesima tappa (wikipedia)

I campi da sci della Covatilla e, in trasparenza, l'altimetria della diciassettesima tappa (wikipedia)

LA ETAPA DEL DÍA: SALAMANCA – CIUDAD RODRIGO

novembre 6, 2020 by Redazione  
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Come per la tappa di ieri, anche la frazione con arrivo a Ciudad Rodrigo doveva essere una frazione adatta ai velocisti. La pandemia ha costretto gli organiizzatori ha rinunciare alla partenza dalla cittadina portoghese di Guarda e a ribaltare geograficamente il tracciato, facendo giungere al traguardo i corridori dalla direzione opposta e inserendo giocoforza una salita impegnativa che dovrebbe ancora togliere di mezzo gli sprinter

Il programma originario della Vuelta prevedeva oggi di andare da Viseu, in Portogallo, a Ciudad Rodrigo percorrendo 178 Km caratterizzati da una pedalabile salita di terza categoria a quasi 90 Km dal traguardo e nessun altra difficolta in un finale che avrebbe consentito ai velocisti di andare a giocare la vittoria. Costretti dall’emergenza sanitaria a cambiare tracciato anche a questa frazione, dopo aver già modificato quelle del Tourmalet e quella disputata ieri, gli organizzatori hanno avuto una sola opportunità per far terminare la tappa sul prestabilito traguardo di Ciudad Rodrigo, quella di raggiungerlo dalla direzione opposta andando obbligatoriamente a “sbattere” contro le montagne. Così il tracciato di riserva alla fine è risultato molto più impegnativo di quello “titolare” perchè strada facendo si dovranno affrontare due lunghe salite, il Puerto El Portillo di seconda categoria e l’Puerto El Robledo di prima categoria. Il primo prevede d’affrontare 14 km d’ascesa al 4.3%, il secondo è apparentemente più semplice perchè presenta una pendenza media del 3,9% calcolati su quasi 12 km di salita, ma si tratta di un dato falsato da una lunga discesa intermedia: all’interno di questa ascesa si deve affrontare un tratto di 3 Km all’8,2% che, piazzato com’è a 35 Km dalla conclusione, sicuramente taglierà fuori i velocisti dalle opportunità di successo facendo di questa frazione la terza consecutiva che dovrebbe vedere l’approdo di una fuga da lontano. Vista la particolare situazione in classifica non va escluso che qualcuno tra i big approfitti delle inclinazioni del Robledo per uno scatto oppure per un accelerazione per saggiare la condizione degli avversari a poche ore dalla decisiva tappa della Covatilla.

METEO

Salamanca : cielo coperto, 14.8°C (percepiti 11°C), vento moderato da SE (15-18 Km/h), umidità al 76%
La Alberca (87 Km): pioggia modesta (0.3 mm), 14.7°C (percepiti 8.5°C), vento moderato da SSE (23-41 Km/h), umidità al 71%
Ciudad Rodrigo : previsioni non disponibili

GLI ORARI DELLA VUELTA

Segnaliamo che la corsa non sarà seguita dalla RAI

13.00: partenza da Salamanca
14.35: inizio diretta su Eurosport 1 (a circa 57 Km dalla partenza)
15.15-15.30: scollinamento Puerto El Portillo
16.10-16.30: scollinamento Puerto El Robledo
16.30-16.55: traguardo volante di Serradilla del Llano
17.00-17.30: arrivo a Ciudad Rodrigo

UN PO’ DI STORIA

Cittadina della comunità autonoma di Castiglia e León situata a poco meno di 30 Km dal confine con il Portogallo, Ciudad Rodrigo ha all’attivo due precedenti arrivi della Vuelta, in entrambi i casi al termine di tappe altimetricamente simili a quella odierna. Nel 1999 si andava al traguardo dopo aver affrontato quattro salite, tra le quali anche il Portillo che si scalerà quest’anno: era la prima frazione di montagna di quell’edizione, che terminò con un uno sprint tra la “crème” di quella Vuelta, vinto dal tedesco Jan Ullrich – che poi si imporrà nella classifica finale – davanti allo spagnolo Abraham Olano e all’indimenticato corridore belga Frank Vandenbroucke. Lo stesso tracciato sarà riproposto pari pari l’anno successivo, stavolta nella fase conclusiva della corsa spagnola, che l’affrontò con la classifica già ben definita della precedenti tappe di montagna, che avevano eletto lo spagnolo Roberto Heras a leader della classifica con un vantaggio di quasi 4 minuti sul secondo, il connazionale Ángel Casero. Non ci fu quel giorno lotta tra i big che lasciarono andar via la fuga, coronata con il successo dal kazako Alexandre Vinokurov, primo al traguardo davanti ai compagni d’avventura spagnoli Roberto Laiseka e José Vicente García.

Ciudad Rodrigo vista dallaereo e, in trasparenza, laltimetria della sedicesima tappa (panoramio)

Ciudad Rodrigo vista dall'aereo e, in trasparenza, l'altimetria della sedicesima tappa (panoramio)

LA ETAPA DEL DÍA: MOS – PUEBLA DE SANABRIA

novembre 5, 2020 by Redazione  
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Un’altra movimentata tappa da fughe è in programma alla Vuelta, che oggi affronterà la frazione più lunga dell’ediziine 2020. Non va esclusa, stavolta, la possibilità che si arrivi allo sprint, a gruppo meno compatto del solito, perchè le salite non sono insormontabili e, nel caso la fuga non riesce ad arrivare fino al traguardo, i velocisti più resistenti potrebbero arrivare a giorcarsi la vittoria in volata

Se non ci fosse stata l’emergenza covid la Vuelta avrebbe previsto per questa giornata una tappa totalmente pianeggiante di circa 180 Km disegnata tra Mos e la cittadina portoghese di Porto, una frazione comunque molto insidiosa per il vento in quanto quasi interamente disegnata lungo la costa che dalla Galizia scende verso la Lusitania. Il dietrofront delle autorità portoghesi ha, però, costretto ha rimettere mano a questa e alla successiva frazione, che sarebbe dovuto partire da Viseu, e a ripensare ai percorsi, in entrambi i casi confenzionati in tutt’altra maniera. Così oggi i corridori non si troveranno a gareggiare su di un piattone ma, al contrario, su di un tracciati decisamente movimentato che li porterà ad superare una decina di ascese, nessuna della quali è però realmente impegnativa. Quella più difficile è l’Alto de Furriolo, terzo tra i cinque GPM previsti (tutti di 3a categoria), i cui 5 Km al 7% si affronteranno ad una novantina di chilometri dalla partenza di una tappa che misurerà complessivamente 231 Km, 50 in più del percorso originariamente pensato, facendone la frazione più lunga dell’edizione 2020. Messa così non è più tappa da sprinter, ma ancora una frazione da lunga fuga da lontano, anche se il finale appare sulla carta meno impegnativo di quello di Ourense e così, se il tentativo non dovesse andare in porto, non è escluso che al traguardo si assista all’arrivo allo sprint di un gruppo fortemente selezionato dalle difficoltà di giornata, con dentro i più resistenti tra i velocisti. Al proposito ricordiamo che l’unica tappa della Vuelta terminata a Puebla de Sanabria presentava lo stesso finale della frazione odierna (in particolare le ultime due salite) e finì con una volata di gruppo.

METEO

Mos : nubi sparse, 14.1°C (percepiti 7°C), vento moderato da E (24-31 Km/h), umidità al 68%
Celanova (83.3 Km): pioggia debole (0.2 mm), 13.6°C (percepiti 6°C), vento moderato da E (28-36 Km/h), umidità al 78%
Xinzo de Limia (110 Km): nubi sparse, 13.7°C (percepiti 6.5°C), vento moderato da ESE (26-36 Km/h), umidità al 70%
Verín (141 Km): pioggia debole (0.1 mm), 12.9°C (percepiti 4°C), vento forte da E (35-50 Km/h), umidità al 83%
Puebla de Sanabria: pioggia debole (0.2 mm), 9.8°C (percepiti 6°C), vento forte da E (31-43 Km/h), umidità al 93%

GLI ORARI DELLA VUELTA

Segnaliamo che la corsa non sarà seguita dalla RAI

10.51: partenza da Mos
12.15-12.30: scollinamento Alto de San Amaro
12.45-13.00: scollinamento Alto de Carcedo
13.15-13.35: scollinamento Alto do Furriolo
14.35: inizio diretta su Eurosport 1 (a circa 140 Km dalla partenza)
14.50-15.20: scollinamento Alto de Fumaces
15.30-16.05: traguardo volante di A Gudiña
16.25-17.05: scollinamento Alto de Padornelo
16.55-17.40: arrivo a Puebla de Sanabria

UN PO’ DI STORIA

Reclutata in extremis nel percorso della Vuelta 2020 Puebla de Sanabria, cittadina di circa 1600 abitanti della provincia di Zamora, come ricordavamo sopra ha già ospitato un arrivo della corsa spagnola. Correva l’anno 2016 e si disputata verso questo centro la settima frazione della Vuelta vinta da Nairo Quintana: a Puebla l’epilogo fu allo sprint con affermazione del belga Jonas Van Genechten sull’italiano Daniele Bennati e lo spagnolo Valverde, a testimonianza del fatto che le difficoltà che si dovranno affrontare nel percorso potrebbero dar vita ad una volata “mista”, con velocisti intercalati a corridori avezzi a ben più ardui finali

Il castello di Puebla de Sanabria e, in trasparenza, laltimetria della quindicesima tappa (haciendomillas.com)

Il castello di Puebla de Sanabria e, in trasparenza, l'altimetria della quindicesima tappa (haciendomillas.com)

LA ETAPA DEL DÍA: LUGO – OURENSE

novembre 4, 2020 by Redazione  
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Occasione d’oro per le fughe nella quattordicesima frazione della Vuelta 2020. Lo strappo finale verso Ourense escluderà dai giochi per la vittoria i velocisti al termine di quella che è la prima delle due frazioni di questa edizione della corsa spagnola, proposte consecutivamente, nelle quali supereranno i 200 Km di quota. Anche la marcia d’avvicinamento alla cittadina sede d’arrivo presenta diverse difficoltà altimetriche che s’annunciano come ideale trampolini di lancio verso la vittoria in una giornata che dovrebbe vedere i big a riposo

Dopo la complicata cronometro di ieri, la Vuelta ha in serbo un’ultima occasione per giocarsi il successo finale, rappresentato dall’arrivo in salita alla Covatilla previsto per sabato. In attesa di questa campale giornata si disputeranno tre frazioni di trasferimento consecutive nelle quali a calcare il palcoscenico della corsa spagnola dovrebbero essere i cacciatori di tappe. Con i big in guardingo riposo (per i motivi che specificheremo più sotto) ed un percorso che non agevola i velocisti, soprattutto per l’arrivo posto in vetta ad uno strappo di un chilometro al 6.5%, la frazione di Ourense costituirà la prima di tre occasioni d’oro per tutti quei corridori che sono finora rimasti a bocca asciutta e lungo il cammino parecchi trampolini di lancio per andare in fuga. I primi 80 Km proporranno un continuo saliscendi con pedalabili ascese buone per portar via il tentativo giusto, che poi potrebbe scremarsi sulle più impegnative difficoltà altimetriche che si incontreranno negli ultimi 100 Km, caratterizzati da tre GPM di terza categoria. Come dicevamo più sopra, i corridori di classifica potranno riposarsi ma senza troppe distrazioni, soprattutto nel finale perchè è previsto vento forte, che potrebbe raggiungere i 45 Km/h, con l’annesso rischio d’incappare in fratture in senso al gruppo.

METEO

Lugo: nubi sparse, 10.1°C (percepiti 4°C), vento moderato da NE (17-22 Km/h), umidità al 76%
Lalín (62.1 Km): poco nuvoloso, 9.2°C (percepiti 6°C), vento moderato da NE (21-28 Km/h), umidità al 66%
Monforte de Lemos (traguardo volante – 126 Km): cielo sereno, 13.5°C (percepiti 6°C), vento moderato da NE (27-33 Km/h), umidità al 54%
Orense – primo passaggio (171.4 Km): cielo sereno, 15.3°C (percepiti 8°C), vento moderato da NE (30-40 Km/h), umidità al 57%
Orense – arrivo: poco nuvoloso, 14.4°C (percepiti 7°C), vento forte da NE (30-43 Km/h), umidità al 60%

GLI ORARI DELLA VUELTA

Segnaliamo che la corsa non sarà seguita dalla RAI

12.00: partenza da Lugo
14.35: inizio diretta su Eurosport 1 (a circa 100 Km dalla partenza)
14.45-15.00: scollinamento Alto de Escairón
15.05-15.25: traguardo volante di Monforte de Lemos
15.30-15.50: scollinamento Alto de Guitara
16.25-16.55: scollinamento Alto de Abelaira
17.00-17.30: arrivo ad Ourense

UN PO’ DI STORIA

Capoluogo dell’omonima provincia galiziana, Ourense ha una discreta esperienza di Vuelta pur non ospitando un arrivo della corsa spagnola da venticinque anni, da quando Laurent Jalabert si impose con la maglia amarillo sulle spalle nella quinta tappa dell’edizione del 1995, la prima disputa a fine estate dopo il trasloco in calendario dal mese di aprile. In precedenza si era arrivati altre otto volte in questo centro, dove nel 1947 aveva per primo colto la vittoria Felice Adriano, corridore nativo di Monforte d’Alba che qualche mese più tardi prenderà la nazionalità francese. In seguito Ourense applaudirà ai successi dello spagnolo Miguel Gual (1948), del belga Frans De Mulder (1960), dello spagnolo Domingo Perurena (1967), dell’irlandese Sean Kelly (1980 e 1985), del britannico Malcolm Elliott (1989) e di Jalabert, che prima dell’affermazione del 1995 aveva fatto suo questo traguardo anche nel 1993.

Il Ponte del Millenio a Ourense e, in trasparenza, laltimetria della quattordicesima tappa (www.turismo.gal)

Il Ponte del Millenio a Ourense e, in trasparenza, l'altimetria della quattordicesima tappa (www.turismo.gal)

LA ETAPA DEL DÍA: MUROS – MIRADOR DE ÉZARO (DUMBRÍA)

novembre 3, 2020 by Redazione  
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Si disputa l’unica tappa a cronometro prevista dal percorso della Vuelta 2020. Il percorso non presenta alcuna difficoltà altimetrica sino ai piedi del muro finale, ma il vento potrebbe rendere questa prova contro il tempo molto massacrante.

Erano previste due tappe contro il tempo nel tracciato della Vuelta, ma in seguito alla cancellazione delle prime frazioni in terra d’Olanda e della cronosquadre d’apertura, è rimasta solo quella collocata al tredicesimo giorno di gara, una tappa giornata che si annuncia più impegnativa di quel che lascia intendere l’altimetria. Lunga quasi 34 Km, quest’ultima si presenta totalmente pianeggiante sino alla svolta a destra che a due chilometri e mezzo dal traguardo anticiperà l’inizio della ripidissima salita che condurrà al traguardo, un vero e proprio muro di 1800 metri al 14% di pendenza media. Ma i principali problemi oggi i corridori non dovrebbero incontrarli sulla verticale finale, dove si registrano inclinazioni fino al 20%, ma nella prima parte del tracciato, quella che sulla carta non sembra presentare insidie. Fino ai piedi dell’ascesa del Mirador de Ézaro il percorso si snoderà quasi costantemente in riva all’Oceano Atlantico e il tratto di costa della penisola iberica che guarda verso il Nuovo Continente è notariamente spesso battuto da un forte vento, proprio quello che le previsioni meteo annunciano per questo pomeriggio e non sono previste grosse variazioni per la situazione tra l’orario di partenza del primo corridore e il momento nel quale lascerà la rampa di lancio la maglia roja Richard Carapaz. Il favorito per la vittoria sembrerebbe comunque ancora essere Primož Roglič, attualmente secondo in classifica, il quale prenderà il via con lo spettro del ribaltone al quale andò incontro nella cronometro dell’ultimo Tour de France: il vento e i suoi frequenti repentini cambi di direzioni saranno un avversario in più per lo sloveno e per gli altri corridori che ancora sono in lotta per la vittoria finale. All’uscita dalla tappa dell’Angliru, infatti, i primi quattro corridori della classifica sono racchiusi nello spazio di 35″.

METEO

Muros – partenza primo corridore: nubi sparse, 12.6°C (percepiti 4°C), vento moderato da NNE (29-30 Km/h), umidità al 74%
Muros – partenza maglia roja: cielo sereno, 12.7°C (percepiti 4°C), vento forte da NNE (32-33 Km/h), umidità al 75%
Mirador de Ézaro (Dumbría) : previsioni non disponibili

GLI ORARI DELLA VUELTA

Segnaliamo che la corsa non sarà seguita dalla RAI

13.47: partenza del primo corridore da Muros (Mickaël Delage)
14.35: inizio diretta su Eurosport 1 (50 minuti dopo la partenza del primo corridore)
16.18: partenza di Mikel Nieve
16.20: partenza di Aleksandr Vlasov
16.22: partenza di Alejandro Valverde
16.24: partenza di Felix Großschartner
16.26: partenza di Wouter Poels
16.28: partenza di Enric Mas
16.30: partenza di Daniel Martin
16.32: partenza di Hugh John Carthy
16.34: partenza di Primož Roglič
16.36: partenza di Richard Carapaz
17.20: arrivo di Carapaz al Mirador de Ézaro

UN PO’ DI STORIA

La Vuelta si è già affacciata due volte dal Mirador de Ézaro, spettacolare belvedere sull’Oceano Atlantico e sulla piccola baia dell’omonima località galiziana. In entrambi i casi l’arrivo era fissato in vetta ma nei due precedenti si trattava di tappe in linea e non di frazioni a cronometro: nel 2012 il primo a domare le ripide pendenze dle muro spagnolo è stato un corridore che si è sempre trovato a suo agio in simili finali, il catalano Joaquim Rodríguez Oliver, mentre nel 2016 a svettare lassù è stato il francese Alexandre Geniez

La vista che si gode dal Mirador de Ézaro e, in trasparenza, laltimetria della tredicesima tappa (www.turismo.gal)

La vista che si gode dal Mirador de Ézaro e, in trasparenza, l'altimetria della tredicesima tappa (www.turismo.gal)

LA ETAPA DEL DÍA: LA POLA LLAVIANA / POLA DE LAVIANA – ALTO DE L’ANGLIRU

novembre 1, 2020 by Redazione  
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Tocca allo Zoncolan di Spagna decretare altri duri verdetti alla Vuelta perchè è arrivato il momento di confrontarsi con la salita più ripida della penisola iberica, quell’Alto de Angliru che già in sette occasioni ha detto legge nella corsa spagnola

Se la frazione della Farrapona era un tappone in formato leggermente ridotto, ora i corridori si troveranno di fronte ad una versione “mignon” di una tappa d’alta montagna, che concentrerà tutto il suo succo in soli 110 Km. Anzi, in soli 83 Km perchè rispetto alla giornata di ieri non ci sarà una salita da affrontare in partenza e l’approccio alle difficoltà avverà con un tratto perfettamente pianeggiante lungo poco più di 25 Km. Terminata questa fase d’avvio le salite, anche oggi previste nel numero di cinque, si succederanno quasi senza momenti per rifiatare tra un colle e l’altro. Bisognerà attendere il 60° Km di gara per vedere i corridori affrontare le prime pendenze interessanti di giornata, i 6.6 Km all’8.4% dell’Alto de la Mozqueta, terzultima salita di giornata, seguita una trentina di chilometri più avanti dai 5.4 Km al 9.3% dell’Alto del Cordal. Nonostante questi numeri c’è il rischio concreto che nessuno tra i big in gara decida di sfruttarli per mettere in difficoltà la maglia “roja”, tutti attenti a non sprecare energie in vista della tremenda ascesa finale dell’Angliru, il Mortirolo di Spagna, che la corsa iberica affronterà per l’ottava volta nella storia: i suoi 12.4 Km al 9.9%, con una punta al 23% nel cosiddetto tratto della “Cueña les Cabres”, ne faranno uno dei momenti salienti dell’edizione 2020 della Vuelta.

METEO

La Pola Llaviana / Pola de Laviana: cielo coperto, 19.3°C (percepiti 15°C), vento moderato da SSW (20-27 Km/h), umidità al 75%
Mieres (35.5 Km): cielo coperto, 21.4°C (percepiti 19°C), vento moderato da SSW (13-14 Km/h), umidità al 75%
Figaredo (traguardo volante – 77 Km): cielo coperto, 21.6°C (percepiti 19°C), vento moderato da SSW (13-14 Km/h), umidità al 74%
La Vega de Riosa (inizio salita – 96.3 Km): cielo coperto, 20.8°C (percepiti 19.5°C), vento debole da SSW (9-15 Km/h), umidità al 81%
Alto de l’Angliru : previsioni non disponibili

GLI ORARI DELLA VUELTA

Segnaliamo che la corsa non sarà seguita dalla RAI

13.50: inizio diretta su Eurosport 1 (15 minuti prima della partenza)
14.08: partenza da La Pola Llaviana / Pola de Laviana
14.50-14.55: inizio salita Alto del Padrún
14.55-15.05: scollinamento Alto del Padrún
15.10-15.15: inizio salita Alto de Santo Emiliano
15.15-15.30: scollinamento Alto de Santo Emiliano
15.35-15.45: inizio salita Alto de la Mozqueta
15.45-16.00: scollinamento Alto de la Mozqueta
16.10-16.30: traguardo volante di Figaredo
16.20-16.40: inizio salita Alto del Cordal
16.30-16.50: scollinamento Alto del Cordal
16.45-17.05: inizio salita finale
17.05-17.30: arrivo sull’Alto de l’Angliru

UN PO’ DI STORIA

L’Angliru ha un “papà” e questo padre risponde al nome di Miguel Prieto, uno dei dirigenti della ONCE, l’organizzazione nazionale dei ciechi spagnoli che dal 1989 al 2003 sponsorizzò l’omonima formazione professionistica. Non vedente anch’esso, ci vide benissimo quando intuì il potenziale della tremenda salita asturiana e nel 1996 non esitò a contattare i dirigenti di Unipublic, l’agenzia organizzatrice della Vuelta, i quali colsero subito la palla al balzo. Fattane sistemare la strada, la “Gamonal” (così veniva fino ad allora la montagna asturiana che oggi conosciamo come Angliru) vide ciclisticamente la luce il 12 settembre del 1999, quando lassù giunse per primo lo scalatore spagnolo José María Jiménez assieme al russo Pavel Tonkov. Fu amore a prima vista poichè ci si tornerà anche l’anno successivo, quando ci fu quello che a tutt’oggi è ancora l’unico successo italiano sull’Angliru, firmato dal trentino Gilberto Simoni, solitario al traguardo con più di due minuti sul ceco Jan Hruska. Nel 2002 toccherà allo spagnolo Roberto Heras, che due anni prima aveva fatto registrare il miglior tempo di scalata (41 minuti e 55 secondi, primato ancora oggi imbattuto) e che questa occasione in cima al “monstruo” asturiano riuscirà a levare al connazionale Óscar Sevilla quella maglia amarillo (la “roja” sarà introdotta nel 2010) che terrà fino alla penultima tappa e che gli sarà definitivamente tolta nella crono madrilena da un altro spagnolo, Aitor González. Nel 2008 sarà Alberto Contador a tagliare per primo il traguardo e questo è anche l’unico caso nel quale il nome del vincitore di tappa sull’Angliru coincide con quello del corridore che si imporrà nella classifica finale. Alta vittoria iberica nel 2009, stavolta per opera di Juan José Cobo Acebo, al quale parecchi anni dopo saranno levate sia la vittoria parziale, sia il successo finale in classifica: se il secondo sarà assegnato a posteri al britannico Chris Froome, non verrà ufficialmete considerato vincitore di quella tappa il corridore che era giunto secondo sull’Angliru, l’olandese Wout Poels. Infine, i più recenti vincitori in vetta alla tremenda salita iberica sono stati il francese Kenny Elissonde nel 2013 e ancora Contador, che il 9 settembre del 2017 otterrà lassù l’ultima vittoria della sua luminosa carriera, che concluse il giorno successivo sul traguardo finale della Vuelta a Madrid, dopo 14 anni di professionismo.

Un momento di corsa sulle infide pendenze dellAngliru e, in trasparenza, laltimetria della dodicesima tappa (www.eurosport.it)

Un momento di corsa sulle infide pendenze dell'Angliru e, in trasparenza, l'altimetria della dodicesima tappa (www.eurosport.it)

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