TOUR 2021: LE PAGELLE FINALI
luglio 20, 2021 by Redazione
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Tadej Pogacar promosso a pieni voti: ecco le pagelle finali del vincitore del Tour 2021 e degli altri protagonisti della corsa
TADEJ POGACAR: Lo sloveno si ritrova a ventidue anni con un palmares da far invidia al 95% dei ciclisti ancora in attività, un dominatore con classe e carattere che monopolizza la corsa francese dando l’impressione di non aver dato tutto e di essersi anche risparmiato nelle ultime tappe. Vince il suo secondo Tour de France di fila annichilendo la concorrenza già dalla prima settimana e con oltre 5 minuti dal secondo in classifica. Vince due tappe di montagna, una cronometro, la classifica riservata ai giovani e anche quella degli scalatori. Un dominio così netto e marcato difficilmente si è visto negli ultimi anni al Tour de France. Pauroso. Voto: 10
MARK CAVENDISH: Era dato dai più come finito, invece in casa Deceunicnk -QuickStep ci hanno creduto e sono stati ripagati profumatamente. Cavendish a 39 anni suonati è riuscito a vincere ben 4 volate e a trionfare nella classifica a punti, vittorie che gli hanno persino permesso di eguagliare il record di tappe vinte al Tour de France che apparteneva al grande Eddy Merckx. Intramontabile. Voto: 9
WOUT VAN AERT: Da una parte Van der Poel che si ritira dopo poche tappe per prepararsi al meglio in vista dell’Olimpiade di Tokyo, dall’altra lui che resta in corsa e vince tre tappe, comprese la crono di Saint-Émilion e la sfilata in volata sugli Champs-Élysées. Un inizio di corsa in vesti da gregario e un finale degno di un campionissimo. Voto: 8
BEN O’CONNOR: L’australiano entrato nella classifica che conta con la fuga vincente della tappa di Tignes e non se ne esce più, terminando a Parigi al quarto posto. Voto: 7,5
JONAS VINGEGAARD: Dopo l’addio alla corsa di Roglic si ritrova capitano in casa Jumbo, ruolo che ricopre bene e che gli permette di conquistare il podio del Tour de France per la prima volta in carriera. A 24 anni ha tutto il futuro davanti per tentare l’assalto ad un Grande Giro, considerando che il danese è stato l’unico a provare seriamente ad impensierire Pogacar, segno che la testa e la tenacia non gli mancano. Voto: 7,5
MATEJ MOHORIC: Dopo il brutto infortunio al Giro d’Italia si rifà alla grande in terra di Francia andando a vincere due bellissime tappe. Voto: 7
MICHAEL MORKOV: Nelle vittorie di Cavendish c’è molto merito suo. Gregario serio e affidabile, sempre pronto a trovare il pertugio giusto per lanciare il proprio capitano. Voto:7
ALEXEY LUTSENKO: Prova a far classifica e zitto zitto, alla faccia degli scettici, ci riesce. In una corsa dove non lascia segni o azioni significative, il kazako riesce a portare a casa un ottimo settimo posto. Voto: 6,5
BAUKE MOLLEMA: Tra le tante fughe provate riesce a timbrare il cartellino a Quillan. Voto: 6,5
PATRICK KONRAD: A trent’anni riesce a vincere finalmente una tappa in un Grande Giro. Voto: 6,5
SEPP KUSS: Lavora prima per Roglic poi per Vingegaard, nel mezzo riesce anche a vincere una bella tappa. Voto: 6,5
WILCO KELDERMAN: Con una grandissima regolarità e costanza riesce a terminare la corsa francese con un buon quinto posto nella classifica generale. Voto: 6,5
MATHIEU VAN DER POEL: A Mûr-de-Bretagne prende tappa e maglia gialla, ha una gamba e una condizione da mettere i brividi ai diretti avversari: peccato si ritiri sul più bello per prepararsi al meglio in vista delle Olimpiadi. Per il ritiro anticipato mezzo punto in meno in pagella. Voto 6,5
TIM MERLIER: Corre da separato in casa Alpecin e nonostante questo riesce a vincere a Pontivy. Voto 6,5
ALEJANDRO VALVERDE: A 41 anni lotta per la vittoria di tappa e si mette anche a disposizione del giovane capitano Mas. Riesce ad onorare anche questo Tour, nel quale una tappa vinta – e ci è andato vicino ad Andorra – sarebbe stata la classica ciliegina sulla torta. Voto: 6
DYLAN TEUNS: Il belga vince una della tappe più belle del Tour de France, poi si perde. Voto 6
ENRIC MAS: Doveva dividersi i gradi di capitano con Miguel Angel Lopez e le cadute del colombiano gli hanno dato una mano che però non è riuscito a sfruttare fino in fondo. Sulle salite non regge il passo dei diretti rivali, pagando ritardi che lo hanno allontanato molto dal podio. Un sesto posto che da fiducia per il futuro, data la giovane età. Voto: 6
GUILLAUME MARTIN: Col suo ottavo posto il transalpino riesce a regalare alla Cofidis un posto d’onore in classifica generale. Voto: 6
JULIAN ALAPHILIPPE: Prima Maglia Gialla dell’edizione numero 108 del Tour de France, da lì in poi solo grigiore e anonimato. Voto: 6
MATTIA CATTANEO: L’italiano lotta sempre, che sia in fuga, in montagna o a crono. Sfortunatamente non riesce ad entrare nella top ten generale e a vincere una tappa. Voto: 6
NILS POLITT: Una tappa vinta grazie alla fuga di giornata per il tedesco della Bora-Hangrohe. Voto: 6
RICHARD CARAPAZ: Dopo le cadute e le varie débâcle giornaliere dei compagni di squadra, Carapaz si è ritrovato capitano unico della Ineos Grenadiers, un ruolo che non gli ha permesso lo stesso di superare un muro invalicabile di nome Pogacar. Per l’ecuadoriano una condotta di corsa troppo conservatrice dove gli attacchi alla Maglia Gialla sono stati pochi e con scarsa convinzione. Un terzo posto che brucia in casa Brailsford. Voto:6
GERAINT THOMAS: Le insidie della strada lo relegano a ruolo di gregario, cosa che prova a fare senza grandi risultati. Voto: 5,5
JASPER PHILIPSEN: Per politiche interne di squadra si ritrova capitano nelle volate. Non riesce ad essere mai un reale pericolo per Cavendish. Voto 5,5
RIGOBERTO URAN: Il colombiano crolla nell’ultima settimana, sulle ultime salite del Tour de France perde il podio e per un soffio non perde anche la top ten. Voto 5,5
WOUT POELS: Tanta generosità, ma mancano quei risultati che da un ciclista come lui dovrebbero arrivare. Voto: 5,5
MICHAEL MATTHEWS: Lotta per la maglia verde, ma contro Cavendish è difficile. Non riesce a vincere tappe e in volata non si rende mai pericoloso. Voto 5
JAKOB FUGLSANG: Una corsa anonima la sua. Non incide mai, non prova a vincere una tappa e tantomeno a fare classifica. Voto: 5
PETER SAGAN: Corre senza incidere, un Tour de France anonimo. Voto: 5
VINCENZO NIBALI: Per i suoi tifosi e per tutti gli appassionati italiani di ciclismo vederlo correre così senza quella condizione fisica degli anni passati è un colpo al cuore. Voto: 5
MIGUEL ANGEL LOPEZ: Parte col piede sbagliato e sarà un’agonia finché non decide di ritirarsi prima della diciannovesima frazione. Voto: 4,5
ANDRE’ GREIPEL: Un Tour de France che segna definitivamente il tramonto del Gorilla tedesco. Un quinto posto sugli Champs-Élysées è tutto ciò che rimane della sua corsa. Voto: 4
NAIRO QUINTANA: Il capitano del Team Arkea corre un Tour de France disastroso, non ne azzecca una e sembra ormai l’ombra del corridore che duellava con Froome. Voto: 4
Luigi Giglio
IL TOUR CHE VERRÀ (e altro ancora)
luglio 19, 2021 by Redazione
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Terminato il Tour gli organizzatori cominciano a comporre le tessere del puzzle dell’edizione 2022 e già qualcosa trapela all’orizzonte: partenza dalla Danimarca, tre tappe sulle strade dello stato scandinavo rese indisidiose dal vento, poi il pavè all’ingresso in Francia e la salita pirenaica di Plateau de Beille. E, infine, (forse) l’Alpe d’Huez
Il sole è tramontato sul Tour de France 2021 ma già l’edizione del prossimo anno fa capolino all’orizzonte e già da parecchio tempo. A febbraio del 2020 l’organizzazione aveva annunciato che l’edizione di quest’anno sarebbe dovuta partire dalla Danimarca, presentando percorsi e altimetrie delle prime tre frazioni, ma poi la pandemia ci aveva messo lo zampino costringendo le Olimpiadi di Tokyo a traslocare a luglio 2021 e il Tour di quest’anno ad arretrare di una settimana. Quest’anticipo di sette giorni avrebbe, però, portato la “Grand Départ” da Copenaghen a sovrapporsi con una delle partite degli Europei in programma proprio nella capitale e così si è scelto di ripiegare sulla Bretagna per la partenza del Tour, rimandando così il progetto danese al 2022. Si partirà il primo del mese con una tappa a cronometro di 13 km totalmente pianeggiante che toccherà alcuni dei luoghi più celebri di Copenaghen, come i Giardini di Tivoli e la statua della Sirenetta: una prova contro il tempo tornerà così ad essere tappa d’apertura del Tour, evento che non capitava dal 2017 quando la corsa francese era partita dalla cittadina tedesca di Düsseldorf con una cronometro di 14 Km, vinta dal gallese Geraint Thomas. Il Tour si fermerà altre 48 ore nello stato scandinavo e proporrà una seconda tappa insidiosa, non tanto per i tre microscopici GPM da affrontare lungo i 199 Km della Roskilde – Nyborg quanto per il passaggio nel finale sul Great Belt Bridge, ponte lungo quasi 16 Km percorrendo il quale i corridori si ritroveranno a pedalare letteralmente in mare aperto, esposti al rischio di ventagli nei quali potrebbero rimanere incagliati anche uomini di classifica. Il vento potrebbe essere protagonista anche l’indomani nella terza e ultima tappa disegnata sul suolo danese, che porterà il gruppo in 182 Km da Vejle a Sønderborg. Il resto del tracciato sarà svelato in autunno, ma alcune indiscrezioni trapelate oltralpe permettendo di alzare il sipario su probabili tappe chiave. Tra le località che hanno alzato il ditino per richiedere la Grande Boucle c’è Arenberg, dove si vorrebbe riproporre per la terza volta un traguardo alle soglie della celebre foresta dopo aver percorso qualche tratto di pavé: considerata l’ubicazione del “Grand Départ” questa potrebbe essere la prima tappa della corsa dopo il trasferimento della Danimarca, che comporterà un giorno di riposo e la partenza ufficiale anticipata dal tradizionale sabato al venerdì. Dai Pirenei viene dato quasi per certo il ritorno a Plateau de Beille, in vetta a una salita “hors catégorie” di 16 Km al 7.8% che è stata battezzata da Marco Pantani nel 1998 e che è stata inserita per l’ultima volta nel percorso del Tour nel 2015. Dalle Alpi, invece, al momento tutto tace ma è curioso notare come l’immancabile Alpe d’Huez non venga affrontata dal 2018 e proprio nel 2022 cadrà il 70° anniversario della prima scalata, consacrata da una delle grandi imprese di Fausto Coppi: che sia l’occasione per rivederla nel tracciato del Tour e magari tornare a festeggiare un successo italiano su una salita che ci ha visto per molti anni protagonisti e sulla quale non vinciamo dal 1999?

La celebre statua della Sirenetta, uno dei monumenti più conosciuti di Copenaghen (www.copenaghen.net)
TOURALCONTRARIO
Ordine d’arrivo della ventunesima tappa, Chatou – Parigi
1° Anthony Turgis
2° Kenny Elissonde a 6′35″
3° Hugo Houle a 8′09″
4° Tim Declercq s.t.
5° Sergio Higuita a 8′44″
Miglior italiano: Mattia Cattaneo, 19° a 11′03″
Classifica generale
1° Tim Declercq
2° Cees Bol a 24′30″
3° Mark Cavendish a 26′55″
4° Michael Mørkøv a 28′24″
5° Mads Pedersen a 31′52″
Miglior italiano: Daniel Oss, 27° a 1h14′16″
Maglia nera: Tadej Pogacar, 141° a 5h01′09″
STRAFALGAR SQUARE
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Garzelli: “È una maglia anche interessante la lotta tra Cavendish e Matthews”
Conti: “È dal 1975 che si arriva a Parigi” (il Tour finisce a Parigi fin dalla prima edizione del 1903)
De Luca: “Stanno affrontando il verso verso Place de la Concorde”
Garzelli: “Grande velocità sempre più in pavè”
Garzelli: “Il primo scatto della fuga è arrivato al traguardo”
De Luca: “Deceunin” (Deceuninck)
Garzelli: “L’Arco di Trionfo allunga il gruppo”
De Luca (su Poulidor): “Quella maglia gialla non l’hai vissuta in tutta la carriera”
Televideo: “Arenburu” (Aranburu)
DISCOTOUR
Zdravljica (inno nazionale sloveno)
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): CHATOU – PARIGI
luglio 18, 2021 by Redazione
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Il Tour è arrivato al suo atto conclusivo, la tradizionale passerella conclusiva sugli Champs-Élysées che quest’anno presenterà la novità di un rettilineo d’arrivo leggermente più lungo rispetto al solito
Il Tour è arrivato al suo ultimo capitolo, un capitolo che sarà ancora una volta scritto dai velocisti. La frazione conclusiva scatterà quest’anno dal centro di Chatou, situato una dozzina di chilometri a ovest del centro di Parigi, e prima di giungere sulle strade della capitale francese proporrà l’ultima salita ufficiale di questa edizione del Tour, la semplice Côte des Grès (1.9 Km al 5%), che sarà affrontata a soli 7 Km dalla partenza, in una fase di corsa che solitamente si svolge – finalmente – a velocità da crociera. È questo il momento dei brindisi, dei sorrisi, delle pacche sulle spalle e delle foto ricordo, festeggiamenti che si esauriscono con l’avvicinarsi a Parigi, nella quale i corridori entreranno dopo aver sfiorato la reggia di Versailles e attraversato il comune di Issy-les-Moulineaux, passaggio previsto quasi tutti gli anni nell’ultima tappa perché qui ha sede Amaury Sport Organisation (più nota tra gli appassionati con l’acronimo ASO), il gruppo che organizza il Tour de France e non solo poiché nel suo “parco gare” sono presentati anche eventi sportivi non ciclistici come la Maratona di Parigi e la Dakar. Entrato nella “Ville Lumière” costeggiando un tratto della “rive gauche” della Senna, il gruppo andrà quindi a fiancheggiare i “Giardini del Lussemburgo” per poi attraversare l’estremità occidentale dell’Île de la Cité (dove troneggia la basilica di Notre-Dame) e i due cortili del Louvre prima di giungere sugli Champs-Élysées e iniziare il primo degli otto giri del tradizionale circuito di 6.8 Km. Pur non essendone stato modificato di una virgola il tracciato quest’anno ci sarà una novità, che potrebbe modificare i tradizionali meccanismi dell’ultima volata, perché il traguardo è stato spostato in avanti di 300 metri e così, dopo l’ultima curva a destra in Place de la Concorde, i corridori si troveranno di fronte un rettilineo d’arrivo più lungo del solito, 700 e non 400 metri. Poi spazio alle celebrazioni per lo strepitoso bis di Tadej Pogačar.

Il palazzo dell’Eliseo e l’altimetria della ventunesima tappa (wikipedia)
L’ANGOLO DELLA STORIA
È dal 1989 che la tappa di Parigi non è più determinante per la vittoria finale. Quell’anno cadeva il 200° anniversario della Rivoluzione Francese e così gli organizzatori decisero di celebrare l’evento riproponendo una cronometro come atto di chiusura della corsa. L’ultima volta era successo nel 1971, quando gli Champs-Élysées non erano ancora stati presi in considerazione come traguardo finale e i Tour si concludevano sulla pista del velodromo di Vincennes, che a sua volta aveva preso il posto dello storico epilogo al Parco dei Principi, utilizzato l’ultima volta a tale scopo nel 1968. Introdotto lo spettacolare finale sui Campi Elisi nel 1975, qui due brevissime crono-passerella di 6 Km si erano disputate all’ultimo giorno di gara nel 1976 e nel 1977 (vinte rispettivamente dal belga Freddy Maertens e dal tedesco Dietrich Thurau), ma si trattava della prima semitappa, seguita da una frazione pomeridiana in circuito. Così il 23 luglio del 1989 si viaggiò contro il tempo per 24 Km e mezzo dalla reggia di Versailles, simbolo massimo dell’”Ancien régime”, ai Champs-Élysées, con il traguardo fissato ad un passo da Place de la Concorde, luogo dove negli anni della Rivoluzione era stata collocata la ghigliottina. Alla partenza la maglia gialla era sulle spalle di Laurent Fignon e i “suiveurs” transalpini ritenevano impossibile una detronizzazione del parigino, che vestiva le insegne del primato con 50 secondi di vantaggio sull’americano Greg LeMond; all’arrivo si ritrovarono il loro “roi” decapitato dal Robespierre statunitense per l’inezia di 8 secondi, uno smacco dopo il quale mai più si pensò di riproporre una cronometro all’ultimo giorno di gara. In precedenza un “ribaltone” del genere all’ultima tappa si era verificato in sole due occasioni, nel 1947 quando a Parigi Jean Robic tolse la maglia gialla dalle spalle di Pierre Brambilla (corridore italiano che due anni più tardi prenderà la cittadinanza francese) e nel 1968 con l’avvicendamento al vertice della classifica per soli 38 secondi tra il belga Herman Van Springel e l’olandese Jan Janssen.
METEO TOUR
Le previsioni meteo per la tappa del giorno
Chatou : cielo sereno, 28°C (percepiti 29°C), vento moderato da NE (22-29 km/h), umidità al 47%
Versailles (28.9 Km): cielo sereno, 27.9°C (percepiti 29°C), vento moderato da NE (23-30 km/h), umidità al 47%
Parigi – 1° passaggio dal traguardo: cielo sereno, 28.6°C, vento moderato da NE (24-32 km/h), umidità al 42%
Parigi – arrivo: cielo sereno, 27.9°C, vento moderato da NE (24-32 km/h), umidità al 45%
GLI ORARI DEL TOUR
16.10: inizio diretta su Eurosport1
16.15: partenza da Chatou
16.30: partenza ufficiale
16.40-16.45: scollinamento Côte des Grès
17.15: inizio diretta su RAI (a circa 24 Km dalla partenza, poco prima del passaggio dalla reggia di Versailles
17.40-17.50: ingresso in Parigi
18.00-18.15: primo passaggio dal traguardo
18.30-18.45: traguardo volante sull’Haut des Champs-Élysées
19.00-19.15: arrivo a Parigi
TOURALCONTRARIO
Ordine d’arrivo della ventesima tappa, Libourne – Saint-Émilion
1° Esteban Chaves
2° Élie Gesbert a 24″
3° Matej Mohorič a 27″
4° Sean Bennett a 29″
5° Silvan Dillier a 34″
Miglior italiano: Sonny Colbrelli, 37° a 1′38″
Classifica generale
1° Tim Declercq
2° Cees Bol a 20′06″
3° Mark Cavendish a 22′27″
4° Michael Mørkøv a 24′00″
5° Mads Pedersen a 27′28″
Miglior italiano: Daniel Oss, 27° a 1h09′52″
STRAFALGAR SQUARE
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
De Luca: “Velocista pura”
De Luca: “Francesco Moser non è più in attività perchè ha regalato tantissime emozioni agli italiani”
Moser: “L’anno scorso Pogacar ha vinto il Tour stando a ruota all’ultima crono”
Garzelli: “Lunghi rettilini”
Garzelli: “Politt dava tirate che mettevano a tutta i corridori alla sua ruota”
De Luca: “Tempi di riferimenti”
De Luca: “Passa Van Baarle al rifornimento cronometrico”
De Luca: “Pierre Loger Latour” (Pierre Roger)
De Luca: “Pedale che ha sofferto quei cambi di ritmo”
Garzelli: “Le bandiere stanno soffiando lateralmente”
De Luca: “Gli sloveni e i danesi sono il primo e il secondo della classifica”
De Luca: “Parlevamo della Parigi-Nizza”
De Luca: “Asgreen aveva 25 mezzi” (secondi)
Garzelli: “I body materiali fanno più differenza”
De Luca: “Quel body aveva due secondi di ritardo al chilometro”
Garzelli: “Ricardo Valverde” (Alejandro)
De Luca: “Van Aert, il manubrio è stato disegnato sulla sua forma”
De Luca: “Guadagna anche nel secondo cronometrico”
De Luca: “Pogacar non ama cambiare le scarpe in corso”
De Luca: “Hanno crononerato”
Garzelli: “Tutte le televisione”
De Luca: “Non ha voluto vincere la vittoria di tappa”
Garzelli: “Pogacar, il suo secondo Tour a 23 anni” (ne ha ancora 22)
Televideo: “La cronometro finisce nei pedali di Wout Van Aert”
Televideo: “Vingegaard scavalca Carapaz nella generale” (erano già 2° e 3° alla partenza della crono)
DISCOTOUR
L’orologio (Sergio Endrigo)
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): LIBOURNE – SAINT-ÉMILION
luglio 17, 2021 by Redazione
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È arrivato il giorno dell’ultima tappa a cronometro del Tour de France, quasi un clone di quella disputata tre settimana fa. Ma da quel giorno tante energie sono stata sprecate sulle strade di Francia
Alla vigilia della frazione conclusiva tornano a scorrere le lancette dei cronometri. È arrivato il momento della seconda delle due cronometro individuali previste quest’anno, a livello difficoltà generali non molto dissimile da quella disputata tre settimane fa sulle strade della Mayenne. Il chilometraggio è superiore di 3.6 Km mentre leggermente inferiore è il dislivello complessivo e dal punto di vista altimetrico le due tappe sembrano quasi gemelle. C’è, però, una grossa differenza che inciderà non poco: la tappa di Laval si disputò cinque giorni dopo la partenza, quando le energie fin lì sprecate non erano ancora molte, mentre quella di Saint-Émilion arriva al penultimo giorno di un Tour nel quale i protagonisti non si sono certo trattenuti e ne sono un emblema le partenze a razzo viste quasi tutti i giorni. In effetti, normalmente nell’ultima cronometro si vedono distacchi meno marcati del solito e anche un campione del calibro di Tadej Pogačar difficilmente riuscirà a ripetere la prestazione di Laval, anche se potrebbe ancora guadagnare sui rivali.

I vigneti patrimonio UNESCO di Saint-Émilion e l’altimetria della ventesima tappa (TripAdvisor)
L’ANGOLO DELLA STORIA
C’è un solo precedente a Saint-Émilion, località rinomata per i suoi vini, e anche in quell’occasione la tappa era un cronometro, pur con “tinte” decisamente diverse rispetto a quella che si disputerà quest’anno. Era la penultima tappa dell’edizione del 1996 e quel giorno si partiva da Bordeaux, percorrendo una distanza “doppia” rispetto a quella odierna, ben 63.5 Km sui quali ci si aspettava una sorta di risurrezione da parte di Miguel Indurain. Quell’anno lo spagnolo aveva nel mirino il sesto Tour, un obiettivo mai colto da nessuno, e gli organizzatori gli avevano persino inserito nel percorso per omaggiarlo e al contempo stimolarlo una tappa con arrivo nella sua Pamplona. Ma il navarro incappò in un’inattesa crisi di sete nella prima tappa alpina e da quel momento il suo Tour fu tutto in salita, arrivando ad accusare distacchi in tutte le altre tappe di montagna e addirittura giungendo 8 minuti dopo i migliori della classifica nella frazione che terminava a Pamplona. Ci si attendeva, dunque, un suo riscatto nella lunga crono di Saint-Émilion, ma fu solo parziale la sua rivalsa sugli avversari, perché riuscì ad anticiparli tutti tranne uno, il giovane tedesco Jan Ullrich, passato professionista l’anno prima, che al traguardo fece meglio di lui di 56 secondi. Tutti gli altri, invece, gli finirono abbondantemente alle spalle e il primo fu il suo connazionale, Abraham Olano, terzo a 2’06” dal tedesco e a 1’10” dallo spagnolo. Chi passò un momentaccio quel pomeriggio fu la maglia gialla Bjarne Riis, che fu vittima di una mezza crisi nel finale e perse 2’18” dal suo compagno di squadra Ullrich, salvando il primato per 1’41” proprio nei confronti del tedesco.
METEO TOUR
Le previsioni meteo per la tappa del giorno
Libourne – partenza primo corridore: cielo sereno, 24.1°C (percepiti 25°C), vento moderato da NE (13-15 km/h), umidità al 66%
Saint-Émilion – arrivo maglia gialla: poco nuvoloso, 27°C (percepiti 28°C), vento moderato da NE (17-21 km/h), umidità al 59%
GLI ORARI DEL TOUR
13.00: inizio diretta su Eurosport1
13.05: partenza del primo corridore da Libourne
14.55: inizio diretta su RAI
17.55: arrivo della maglia gialla a >Saint-Émilion
TOURALCONTRARIO
Ordine d’arrivo della diciannovesima tappa, Mourenx – Libourne
1° Kasper Asgreen
2° Jonas Rickaert s.t.
3° Jérémy Cabot s.t.
4° Lukas Pöstlberger s.t.
5° Ide Schelling s.t.
Miglior italiano: Mattia Cattaneo, 38° (s.t.)
Classifica generale
1° Tim Declercq
2° Cees Bol a 21′02″
3° Mark Cavendish a 22′12″
4° Michael Mørkøv a 23′15″
5° Mads Pedersen a 27′25″
Miglior italiano: Daniel Oss, 24° a 1h09′23″
STRAFALGAR SQUARE
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Garzelli: “Si giocano loro le vittorie”
Garzelli: “Fanno la doppia ruota” (doppia fila)
Garzelli: “Erano sei le squadre italiane che si vinceva”
Garzelli: “Ci vorrà del ghiaccio su quel colpo che ha preso”
Garzelli: “Devi essere fortunato di prendere lo scatto importante”
Garzelli: “Non sarà per niente andare a riprenderli”
Garzelli: “Dietro si è aperto Davide Ballerini”
Garzelli: “Pollitt” (Politt)
Garzelli: “Non deve fare quell’accelerazione della testa”
Garzelli: “Laporte deve resporare un po’”
De Luca: “Mohoric sembra andare vicino al colpo doppio” (che sarebbe tappa e maglia, ma ci si riferiva alla seconda vittoria di tappa in questo Tour)
Garzelli: “Stilisticarmente”
Garzelli: “Gli anni duenni”
De Luca: “Al limite del fine di quella zona”
De Luca: “Ha accompagnato la borraccia”
De Luca: “Il campionato sloveno è stata la seconda gara che Pogacar non ha vinto in questa stagione dopo il Giro dei Paesi Baschi” (ha gareggiato anche alla Strade Bianche, dove si è piazzato settimo)
De Luca: “È arrivato primo al traguardo del suo gruppetto”
DISCOTOUR
Canzone di fuga e speranza (Yo Yo Mundi)
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): MOURENX – LIBOURNE
luglio 16, 2021 by Redazione
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L’altimetria odierna dice che quella di Libourne sarà tappa per velocisti. Ma le energie fin qui spese potrebbero lasciare il segno e costituire un ostacolo di non poco conto per le formazioni chiamate a lavorare per rientrare sui fuggitivi di giornata
Sulla carta la terzultima frazione del Tour 2021 dovrebbe essere destinata all’arrivo in volata, dopo che le squadre degli sprinter saranno andate a riacciuffare l’immancabile fuga di giornata. Subito dopo la partenza da Mourenx si affronterà il tratto più intricato di questa tappa, perché i primi 50 Km saranno caratterizzati da una serie di facii collinette che fungeranno da ideale trampolino di lancio per un tentativo a lunga gittata. Dopo il traguardo volante di Saint-Sever inizierà una fase centrale di “stanca” altimetrica perché per quasi 115 Km si pedalerà sul velluto della pianura, fatto piuttosto raro al Tour de France, poi si torneranno ad affrontare alcune modeste colline prima di ritrovare strade perfettamente pianeggianti negli ultimi 8 Km. Abbiamo utilizzato il condizionale, però, perché questa tappa giunge in un momento particolare, all’uscita dalla cinque giorni pirenaica e nella terza e ultima settimana di un’edizione del Tour particolarmente combattuta e dispendiosa, al punto che diversi corridori già domenica scorsa hanno fatto notare di essere più stanchi del solito. Non è detto, dunque, che stavolta il lavoro delle squadre degli sprinter riesca a portare a termine il suo compito, considerato che non avranno certo l’apporto delle formazioni i cui velocisti sono già tornati a casa e, ovviamente, delle squadre dei corridori che stanno ancora lottando per le posizioni di rincalzo e che oggi cercheranno di risparmiarsi in vista della cronometro di domani.

Libourne vista dal fiume Dordogna e l’altimetria della diciannovesima tappa (wikipedia)
L’ANGOLO DELLA STORIA
Ci sono soli due precedenti a Libourne ed entrambi presentano il comun denominatore della cronometro, anche se non si trattò di tappe simili. Se quella della 1957 fu una tradizionale cronometro individuale, 66 Km con partenza da Bordeaux che misero il suggello al primo dei cinque Tour vinti da Jacques Anquetil, nel 1992 la tappa disputata nella cittadina girondina fu una prova collettiva, quarta frazione di un’edizione della Grande Boucle “transfrontaliera”, che scattò dalla Spagna e prima di arrivare a Parigi toccò anche Belgio, Olanda, Germania, Lussemburgo e Italia, dopo si disputò lo storico tappone del Sestriere, quello dell’indimenticata cavalcata di Claudio Chiappucci. Il via venne dato da San Sebastián, dove si conclusero il cronoprologo – vinto come da previsione da Miguel Indurain, reduce dalla sua prima vittoria al Giro d’Italia – e la prima tappa in linea, conquistata dal francese Dominique Arnould. In un Tour povero di montagne i Pirenei furono “bruciati” subito nella seconda tappa che, dopo aver scalato i colli d’Ispéguy e di Marie-Blanque, terminò a Pau con la vittoria di un “carneade”, lo spagnolo Javier Murguialday. Dopo la tappa di Bordeaux – che doveva esser per velocisti (quell’anno gli sprinter fallirono il ricongiungimento con la fuga di giornata in cinque occasioni sulle sette a loro disposizione) e che invece fu vinta dall’olandese Rob Harmeling – si corse la cronosquadre di Libourne su di un tracciato pianeggiante di 63 Km e mezzo, al termine del quale s’impose la Panasonic-Sportlife, che impiegò un’ora, tredici minuti e quindici secondi a completare la prova, viaggiando a quasi 52 Km/h. La formazione migliore tra quelle dei grandi favoriti fu la Carrera di Chiappucci, che terminò seconda con sette secondi di ritardo dopo aver fatto registrare i tempi migliori ai precedenti rilevamenti cronometrici; ventuno furono i secondi patiti dalla Gatorade – Chateaux d’Ax di Bugno, terza, mentre la Banesto dell’atteso Indurain concluderà la cronometro in settima posizione con 50 secondi di ritardo.
METEO TOUR
Le previsioni meteo per la tappa del giorno
Mourenx : previsioni non disponibili
Hagetmau (40.7 Km): poco nuvoloso, 23.1°C (percepiti 24°C), vento debole da N (4 km/h), umidità al 62%
Mont-de-Marsan (Km 70.7) : nubi sparse, 24.7°C, vento debole da NNW (8-9 km/h), umidità al 56%
Barsac (Km 163.6) : cielo coperto, 24.7°C, vento moderato da N (13-15 km/h), umidità al 61%
Libourne: nubi sparse, 25.3°C (percepiti 27°C), vento moderato da N (12-14 km/h), umidità al 56%
GLI ORARI DEL TOUR
12.15: inizio diretta su Eurosport1
12.20: partenza da Mourenx
12.30: partenza ufficiale
12.45-12.50: scollinamento Côte de Bareille
13.40-13.50: traguardo volante di Saint-Sever
14.00: inizio diretta su RAI 2 (a circa 64 Km dalla partenza)
17.05-17.35: arrivo a Libourne
TOURALCONTRARIO
Ordine d’arrivo della diciottesima tappa, Pau – Luz Ardiden
1° Mark Cavendish
2° Davide Ballerini s.t.
3° Dries Devenyns s.t.
4° Tim Declercq s.t.
5° Michael Mørkøv s.t.
Classifica generale
1° Tim Declercq
2° Cees Bol a 21′02″
3° Mark Cavendish a 22′12″
4° Michael Mørkøv a 23′15″
5° Mads Pedersen a 27′25″
Miglior italiano: Davide Ballerini, 23° a 1h03′22″
STRAFALGAR SQUARE
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Borgato: “In queste occasioni li abbiamo visti pochi”
Conti: “Hanno tolto il Tour a Lance Armstrong e l’hanno lasciato lì”
De Luca: “La coda delle ruote dei fuggitivi”
Garzelli: “Stra aprendo qualche secondo in più”
Garzelli: “Certe volte uscivano dalla nebbia ed entravano nel sole”
De Luca: “Sembra che stia rientrando nel Tour Guerreiro”
De Luca: “In vetta saranno 2115 metri di altitudine tra il canadese Woods e Poels”
Garzelli: “Se passano quarti o quinti a vicenda”
Garzelli: “Possibilità di lottare al podio”
Garzelli: “Lunghi rettiline”
De Luca (ricordando la visita al santuario di Bartali dopo la vittoria nella tappa di Lourdes): “Bartali aveva attribuito alla Madonna il segreto della sua vittoria”)
Garzelli: “Pochi gli arrivi in salita, come i protagonisti di questo Tour”
Garzelli: “La classifica a pois”
Televideo: “Il secondo (Gaudu) di lancia in discesa”
DISCOTOUR
Addio monti (Ennio Morricone)
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): PAU – LUZ-ARDIDEN
luglio 15, 2021 by Redazione
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Ultima tappa di montagna al Tour de France 2021. In programma la mitica ascesa al Col du Tourmalet, immediatamente seguita dall’arrivo in quota nella stazione di sport invernali di Luz-Ardiden, 13 Km al 7.4% che nel 1985 fecere terribilmente soffrire un campione del calibro di Bernard Hinault
C’è ancora un’ultima opportunità offerta agli scalatori per giocarsi un posto al sole alle spalle dell’irraggiungibile Pogačar, o quantomeno un comunque prestigioso piazzamento nella top ten del Tour e quest’opportunità sarà servita loro su di un piatto d’argento dall’ultima tappa di montagna di questa edizione della Grande Boucle. Tolte le due crono e la breve tappa-passerella di Parigi, si tratterà della frazione più corta del Tour 2021, poco meno di 130 Km infarciti con due delle salite più impegnative della catena pirenaica. Affrontato in partenza da Pau un modesto GPM di quarta categoria, al quale ne seguirà un altro poco prima di metà tappa, la corsa entrerà nel vivo a 77 Km dal traguardo, quando si giungerà ai piedi del più impegnativo dei due versanti del mitico Col de Tourmalet, quello che transita per la località di sport invernali di La Mongie, dove al Tour del 2004 s’impose il varesino Ivan Basso: sono 17 i chilometri che si dovranno percorrere per arrivare sino ai 2115 metri dello storico valico, terza salita più lunga di questa edizione preceduta solo dai 22 Km del versante di Sault del Ventoux e dai 21 Km dell’ascesa di Tignes. Assegnato anche lo speciale “souvenir” dedicato allo storico organizzatore del Tour Jacques Goddet, che fu a capo della Grande Boucle al 1947 al 1986, e affrontata la successiva e non meno lunga discesa successiva rimarrà da percorrere solo la difficile ascesa finale verso Luz-Ardiden, 13.3 Km al 7.4% che nel 1985 misero alla frusta nientemeno che un campione del calibro di Bernard Hinault, in quell’occasione tormentato da una fastidiosa bronchite che non gli impedì di vincere il suo quinto e ultimo Tour in carriera con 1’42” di vantaggio sul compagno di squadra Greg Lemond.

Lo scollinamento del versante di La Mongie del Tourmalet e l’altimetria della diciottesima tappa (www.dotsport.it)
L’ANGOLO DELLA STORIA
Inaugurata nel 1975, la stazione di sport invernali di Luz-Ardiden ci mise un decennio per farsi “notare” dagli organizzatori del Tour de France, che dal 1985 ne hanno fatta una meta ricorrente della Grande Boucle, finora riproposta in otto occasioni. Abbiamo citato poco sopra della prima volta, quella della crisi di Hinault al termine di una frazione di 209 Km che era scattata da Tolosa e proponeva Aspin e Tourmalet prima di arrivare al traguardo di Luz-Ardiden, inaugurato dallo spagnolo Pedro Delgado. Due anni più dopo la tappa partì da Pau, come quest’anno, ma si arriva dalla direzione opposta, scalando Marie-Blanque e Aubisque prima di raggiungere la sede d’arrivo, dove colse la vittoria il norvegese Dag Otto Lauritzen. Dodici mesi più tardi fu riproposto l’abbinamento con il Tourmalet – la tappa scattava da Saint-Girons e prevedeva anche Portet-d’Aspet, Menté, Peyresourde e Aspin, un vero e proprio tappone – e anche stavolta a vincere fu uno spagnolo, Laudelino Cubino. E sarà ancora un iberico a trionfare nel 1990, quando tagliò per primo la linea d’arrivo Miguel Indurain – che l’anno dopo s’imporrà nel primo dei suoi cinque Tour consecutivi – al termine di una tappa che pure proponeva Aspin e Tourmalet. Si cambierà lingua nel 1994 quando, finora unico francese, sarà Richard Virenque a inserire il suo nome nell’albo d’oro degli arrivi a Luz-Ardiden, e anche in questa occasione si andava al traguardo passando per il Tourmalet. Successivamente saranno ancora i corridori provenienti dalla vicina Spagna a laurearsi “mattatori” di questo traguardo, conquistato dal basco Roberto Laiseka nel 2001 e dall’austuriano Samuel Sánchez nel 2011. E se, dopo la cancellazione dei successi ottenuti sulle strade del Tour da parte di Lance Armstrong fossero state riassegnate le vittorie di tappa, un altro spagnolo risulterebbe vincitore su questo traguardo: è Iban Mayo, che nel 2003 giunse a Luz-Ardiden 40 secondi dopo l’arrivo dell’americano.
METEO TOUR
Le previsioni meteo per la tappa del giorno
Pau : cielo coperto con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 18.5°C, vento debole da NNW (3 km/h), umidità al 89%
Pouzac – traguardo volante (62.7 Km): cielo coperto, 17.9°C, vento debole da NNW (6 km/h), umidità al 86%
La Mongie (Km 89.5) : cielo sereno, 16.4°C, vento debole da N (7-8 km/h), umidità al 54%
Luz Ardiden : previsioni non disponibili
GLI ORARI DEL TOUR
13.30: inizio diretta su Eurosport1
13.35: partenza da Pau
13.50: partenza ufficiale
14.05-14.10: scollinamento Côte de Notre-Dame de Piétat
14.55: inizio diretta su RAI 2 (a circa 41 Km dalla partenza)
15.10-15.20: scollinamento Côte de Loucrup
15.20-15.35: traguardo volante di Pouzac
15.40-15.55: inizio salita Col du Tourmalet
16.20-16.45: scollinamento Col du Tourmalet
16.45-17.05: inizio salita Luz-Ardiden
17.20-17.45: arrivo a Luz-Ardiden
TOURALCONTRARIO
Ordine d’arrivo della diciassettesima tappa, Muret – Saint-Lary-Soulan (Col du Portet)
1° Cees Bol
2° Luka Mezgec s.t.
3° Max Walscheid s.t.
4° Simon Clarke s.t.
5° Mark Cavendish s.t.
Miglior italiano: Davide Ballerini, 10° (s.t.)
Classifica generale
1° Tim Declercq
2° Cees Bol a 18′31″
3° Mark Cavendish a 22′12″
4° Michael Mørkøv a 23′15″
5° Mads Pedersen a 23′16″
Miglior italiano: Daniel Oss, 26° a 1h00′30″
STRAFALGAR SQUARE
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Garzelli: “Non essendoci curve tornanti”
De Luca: “La leggenda dice che in questa chiesa c’è un coccodrillo impalmato” (imbalsamato)
De Luca: “Intanto 1743 per questo castello” (costruito nel 1743)
Genovesi: “Il morchese di Montespan”
Garzelli: “Froome ha cambiato metodo di costruzione”
De Luca: “Venne rappresentato per la volta Cyrano de Bergerac”
Conti: “Virenque, il grande dei francesi”
Conti: “Una fuga partita pedalando su diverse tappe”
Garzelli: “L’azione di Latour è un po’ che è rimasto a una quarantina di secondi”
De Luca: “McNulty scandire il gruppo”
Garzelli: “Sfortunato a bucare poropio in questo momento”
De Luca: “Andare a vincere la vittoria di tappa”
De Luca: “Izagirre deve abbandonare le ruote”
Garzelli: “Salto in avanti classifica”
De Luca: “È mancato la punta”
De Luca: “Sfigurato in volto Anthony Perez” (stava solo faticando in salita, manco fosse stato travolto da un’ammiraglia)
De Luca: “Strano vederlo toccare sul ciclocomputer”
De Luca: “Vingegaard sta rientrando sulle ruote”
Televideo: “Keldermann” (Kelderman)
DISCOTOUR
‘O padrone (Pino Daniele)
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): MURET – SAINT-LARY-SOULAN (Col du Portet)
luglio 14, 2021 by Redazione
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Ecco una delle tappe di montagna più impegnative del Tour 2021 che nel finale proporrà in rapida successione il mitico Col de Peyresourde e poi, in crescendo di difficoltà, il Col de Val Louron – Azet e l’ascesa conclusiva verso i 2215 metri sul livello del mare del Col du Portet
Se c’è una frazione della cinque giorni pirenaica che può meritarsi il titolo di tappone, questa è quella che andrà in scena oggi tra Muret e il tradizionale traguardo di Saint-Lary-Soulan. È vero che la tappa di Andorra forse era quella che più si adattava alla definizione, presentando salite lungo tutto il percorso, mentre queste le proporrà “confinate” negli ultimi 62 Km, ma è anche vero che quella odierna è decisamente più golosa perché le pendenze che si andranno ad affrontare sono più “nutrienti” rispetto alla frazione vinta da. Per i primi 113 Km si pedalerà nel “nulla” (altimetricamente parlando) poi si giungerà alla storica località termale di Luchon, per ben 50 volte (l’ultima nel 2018) sede d’arrivo di una tappa del Tour, e da lì in avanti la musica cambierà. Nel finale si ricalcherà fedelmente il tracciato della brevissima tappa, una delle più corte della storia della Grande Boucle, disputata nel 2018 e vinta dal colombiano Nairo Quintana con 28 secondi di vantaggio sull’irlandese Daniel Martin e 47 sulla maglia gialla di turno, il gallese Geraint Thomas. In partenza si scalarono (e si scaleranno oggi) i 13.2 Km al 7% del Col de Peyresourde, che il 19 luglio del 1910 fu la prima ascesa pirenaica della storia del Tour, affrontato subito dopo il via dell’interminabile Luchon – Bayonne, frazione di 326 Km che prevedeva anche Aspin, Tourmalet e Aubisque e che fu vinta da Octave Lapize, corridore francese rimasto nella storia anche per la frase che disse agli organizzatori al termine di quella tappa: “Siete degli assassini!”. Dopo un colle storico se ne affronterà uno entrato nel percorso del Tour nel 1991, quando poco sotto lo scollinamento del Col de Val Louron-Azet (7.4 Km all’8.3%) terminò il tappone pirenaico di quell’edizione della corsa francese, vinto dall’italiano Claudio Chiappucci e che si concluse con la conquista della maglia gialla, per la prima volta in carriera, da parte dello spagnolo Miguel Indurain. Undici chilometri più avanti si giungerà nel centro di Saint-Lary e da lì si andrà all’attacco dell’impegnativa ascesa finale verso il Col du Portet (2215 metri, 16 Km all’8.7%), il secondo valico per altitudine dei Pirenei a essere raggiunto da una strada asfaltata, preceduto solo dai 2408 metri dell’Envalira affrontato pochi giorni or sono.

L’imbocco del tratto conclusivo del Col de Portet e l’altimetria della diciassettesima tappa (www.climbbybike.com)
L’ANGOLO DELLA STORIA
Delle 50 volte dell’irraggiungibile Luchon abbiamo già detto (nella speciale classifica dei traguardi più gettonati dal Tour è preceduta solo da Pau, Bordeaux e Parigi), ma anche Saint-Lary-Soulan vanta un primato che la fa spiccare rispetto alle altre località della zona: è la stazione di sport invernali dei Pirenei che vanta il maggior numero di arrivi di tappa del Tour, 12 traguardi (contando anche quello di quest’anno), sei in più rispetto al vicino e storico approdo di Luchon Superbagnères, che non viene più proposto al Tour del 1989, mentre Luz-Ardiden, dove si concluderà la tappa di domani, al momento è a quota otto. A parte la tappa del 2018, che come abbiamo detto è terminata al Col de Portet, tutte le altre frazioni sono terminate al Pla-d’Adet, nella zona degli impianti di risalita di Saint-Lary, dove al termine di un’ascesa di nove chilometri all’8.6% la prima volta – correva l’anno 1974 – giunse in solitaria l’indimenticato campione francese Raymond Poulidor. Questo traguardo sarà riproposto stabilmente nelle due edizioni successive – quando a conquistarne la vetta saranno due corridori provenienti dal Benelux, l’olandese Joop Zoetemelk nel 1975 e il belga Lucien Van Impe – poi, dopo un anno di assenza, ci si tornerà nel 1978 con la vittoria di un altro francese, Mariano Martínez, transalpino d’origini spagnole. Nel 1981 tornerà ad imporsi Van Impe, unico a fare il bis su questo traguardo, mentre dalla Svizzera arriverà il vincitore nel 1982, Beat Breu; dovranno poi trascorrere 11 anni per rivedere il Tour arrampicarsi verso il Pla-d’Adet, al termine di una tappa vinta da Zenon Jaskuła, corridore polacco che gareggiava indossando un rosario donatogli dal suo conterraneo Papa Giovanni Paolo II. Infine, nel nuovo millennio la Grande Boucle ha inserito per quattro volte il nome di Saint-Lary-Soulan nel percorso di gara: nel 2001 il vincitore arrivò dall’altra parte del globo (ma, come sappiamo, i successi di Lance Armstrong saranno cancellati con un colpo di spugna senza assegnazione al secondo classificato) e così sarà anche nel 2005 con l’affermazione dello statunitense George Hincapie, mentre nel 2014 Rafał Majka emulerà le gesta del suo connazionale Jaskuła e, come abbiamo ricordato, nel 2019 Quintana terrà a battesimo l’inedito approdo sul Col du Portet.
METEO TOUR
Le previsioni meteo per la tappa del giorno
Muret : pioggia modesta (0.5 mm), 15.6°C, vento moderato da W (21-27 km/h), umidità al 95%
Saint-Gaudens (67.9 Km): pioggia debole (0.1 mm), 14.7°C, vento moderato da W (14-20 km/h), umidità al 94%
Bagnères-de-Luchon – traguardo volante (Km 113.4) : pioggia debole (0.1 mm), 14.8°C, vento moderato da WNW (13 km/h), umidità al 94%
Saint-Lary-Soulan – inizio salita finale: pioggia debole (0.1 mm), 14.1°C (percepiti 15°C), vento moderato da NW (11 km/h), umidità al 94%
GLI ORARI DEL TOUR
11.45: inizio diretta su Eurosport1
11.50: partenza da Muret
12.10: partenza ufficiale
13.25: inizio diretta su RaiSport
14.00: inizio diretta su RAI 2 (a circa 72 Km dalla partenza)
14.50-15.10: traguardo volante di Bagnères-de-Luchon e inizio salita Col de Peyresourde
15.25-15.50: scollinamento Col de Peyresourde
15.40-16.05: inizio salita Col de Val Louron-Azet
15.55-16.25: scollinamento Col de Val Louron-Azet
16.10-16.40: inizio salita Col du Portet
16.50-17.25: arrivo al Col du Portet
TOURALCONTRARIO
Ordine d’arrivo della sedicesima atappa, Pas de la Case – Saint-Gaudens
1° Nils Eekhoff
2° Cees Bol s.t.
3° Dries Devenyns s.t.
4° Boy Van Poppel s.t.
5° Jelle Wallays s.t.
Miglior italiano: Davide Ballerini, 8° (s.t.)
Classifica generale
1° Tim Declercq
2° Cees Bol a 18′31″
3° Mads Pedersen a 21′28″
4° Mark Cavendish a 22′12″
5° Michael Mørkøv a 23′15″
Miglior italiano: Daniel Oss, 26° a 55′19″
STRAFALGAR SQUARE
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Conti: “Ultimi olimpiadi”
De Luca: “È sempre una tappa complessa quella del giorno dopo”
De Luca: “Colbrelli si è smesso la maglia più pesante”
Martini (illustrando il tratto di strada subito dopo il traguardo): “Questa è la strada dove i corridori fermeranno la corsa dopo l’arrivo”
Garzelli: “Gruppo con bello vedere il nostro Sonny Colbrelli”
Garzelli: “Queste sono forze che ritroveranno a meno nel finale”
Borgato: “La sedicesima tappa pedala in ricordo di Sonny Colbrelli”
Garzelli: “Gaudu sta aspettando questo momento, nel quale sta pedalando Patrick Konrad”
De Luca: “Ancora una volta un’inquadratura sul viso sofferente di Patrick Konrad” (ma lo stavano inquadrando di spalle)
De Luca: “Non interessa assolutamente nullo”
De Luca: “Vanno a compiere delle grandi geste”
DISCOTOUR
Un austriaco felice
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): PAS DE LA CASA – SAINT-GAUDENS
luglio 13, 2021 by Redazione
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Tre colli pirenaici attendono i corridori lungo la strada per Saint-Gaudens, ma questa non sarà una frazione nella quale vedremo in azione i big della classifica. La collocazione delle salite lontane dal traguardo consiglierà loro di risparmiarsi e conservare le energie per le due tappe successive, che entrambe presenteranno l’arrivo in salita. Oggi unici protagonisti saranno i corridori della fuga di giornata
Dopo il giorno di riposo si riparte dal principato d’Andorra per una frazione pirenaica che sarà contemporaneamente di montagna e di trasferimento. I 30 Km di salita che si dovranno affrontare quest’oggi, infatti, non stuzzicheranno in alcun modo scalatori e uomini di classifica a causa della loro collocazione nel tracciato di gara, che prevedono di affrontare l’ultimo dei tre colli in programma a 32 Km dal traguardo. Oggi per la fuga di giornata le possibilità di andare fino al traguardo saranno quasi pari al 100% e certamente si assisterà alle fasi più avvincenti nei chilometri inizlali, quando si succederanno i tentativi di portare via il drappello che avrà il benestare del gruppo. Dopo il via in discesa da Pas de la Casa, località di confine tra Andorra e Francia, s’incontrerà la prima salita a una quarantina di chilometri dalla partenza, quando si giungerà ai piedi degli 11.4 Km al 5.1% del Col de Port. Subito dopo metà tappa si attaccheranno i 13 Km al 6.6% del Col de la Core mentre l’ultima delle tre ascese principali sarà il Col de Portet-d’Aspet (5.4 Km al 7.1%), che inevitabilmente ci riporterà con la mente al triste ricordo della scomparsa di Fabio Casartelli. Transitati al cospetto del monumento eretto sul luogo dove il corridore comasco perse la vita il 18 luglio del 1995 inizieranno gli ultimi 28 Km, nei quali le uniche difficoltà altimetriche che s’incontreranno saranno la breve ma secca Côte d’Aspret-Sarrat (800 metri all’8,4%) e lo strappo di circa mezzo chilometro che condurrà al traguardo, sullo stesso rettilineo d’arrivo dello scomparso Circuit Automobile du Comminges, autodromo su strade “normali” sul quale si gareggiò l’ultima volta nel 1954. Qui, tra gli altri, si sono imposti i piloti italiani Luigi Fagioli nel 1933, Gianfranco Comotti e Goffredo Zehender nel 1934, Luigi Villoresi nel 1948, Alberto Ascari e Giuseppe “Nino” Farina nel 1952; stavolta, invece, i grandi nomi del pedale si riposeranno in vista degli arrivi in salita previsti nei prossimi due giorni e lasceranno il palcoscenico alle seconde schiere che oggi avranno il via libera per la fuga.

La collegiata dei Santi Pietro e Gaudenzio a Saint-Gaudens e l’altimetria della sedicesima tappa (www.guide-toulouse-pyrenees.com)
L’ANGOLO DELLA STORIA
La prima volta si dice che non si scordi mai e la prima volta del Tour de France a Saint-Gaudens effettivamente è rimasta fortemente impressa nelle pagine della storia dello sport e non solo del ciclismo. Quel giorno vinse Gino Bartali al termine di un tappone pirenaico vecchio stile di 230 Km che prevedeva la partenza da Pau, la scalata ad Aubisque, Tourmalet e Aspin e l’arrivo sul traguardo del citato circuito automobilistico di Comminges, al quale lo scalatore s’impose bruciando in volata Louison Bobet, mentre la maglia gialla passava dalle spalle del francese Bernard Gauthier a quelle di Fiorenzo Magni. Quel giorno, però, le gesta sportive furono soffocate dagli echi delle aggressioni subite da Bartali in quella frazione e in precedenza anche nella crono di Saint-Brieuc, quando un “tifoso” a bordo strada gli aveva scagliato addosso un bastone. Così il mattino successivo le due nazionali italiane al via presero la decisione di abbandonare al completo la corsa francese, nonostante la leadership conquistata da un nostro corridore. Dopo questi fatti la Grande Boucle tornerà a Saint-Gaudens in altre otto occasioni e in una di queste sarà ancora un italiano a imporsi: nel 1957 coglierà il successo il torinese Nino Defilippis mentre gli altri vincitori su questo traguardo saranno il lussemburghese Charly Gaul nel 1955, il francese Andrè Darrigade e Robert Cazala rispettivamente nel 1959 e nel 1962, il belga Georges Pintens nel 1968, lo spagnolo Luis Ocaña nel 1970, il belga Willy Teirlinck nel 1976 e infine il russo Dimitri Konychev nel 1999.
METEO TOUR
Le previsioni meteo per la tappa del giorno
Pas de la Case: previsioni non disponibili
Ax-les-Thermes (9.4 Km): pioggia debole (0.2 mm), 12°C (percepiti 13°C), vento forte da W (32-40 km/h), umidità al 92%
Vic d’Oust – traguardo volante (Km 84.7) : pioggia debole (0.2 mm), 14.5°C, vento moderato da W (27-36 km/h), umidità al 90%
Audressein (118.3 Km) : pioggia debole (0.3 mm), 15.1°C (percepiti 16°C), vento moderato da W (25-33 km/h), umidità al 88%
Saint-Gaudens: temporale con pioggia consistente (0.7 mm), 14.7°C, vento moderato da WNW (24-29 km/h), umidità al 92%
GLI ORARI DEL TOUR
13.00: inizio diretta su Eurosport1
13.05: partenza da Pas de la Casa
13.30: partenza ufficiale
14.00: inizio diretta su RAI 2 (a circa 24 Km dalla partenza)
14.45-14.55: scollinamento Col de Port
15.20-15.35: traguardo volante di Vic d’Oust
15.55-16.10: scollinament Col de la Core
16.45-17.10: scollinamento Col de Portet-d’Aspet
17.10-17.40: scollinamento Côte d’Aspret-Sarrat
17.20-17.45: arrivo a Saint-Gaudens
TOURALCONTRARIO
Ordine d’arrivo della quindicesima atappa, Céret – Andorra-la-Vella
1° Mark Cavendish
2° Dries Devenyns s.t.
3° Tim Declercq s.t.
4° Michael Mørkøv s.t.
5° Benoît Cosnefroy a 9″
Miglior italiano: Kristian Sbaragli, 20° a 4′08″
Classifica generale
1° Amund Grøndahl Jansen
2° Tim Declercq a 9′26″
3° Mads Pedersen a 25′10″
4° Cees Bol a 27′57″
5° Mark Cavendish a 31′38″
Miglior italiano: Daniel Oss, 26° a 57′47″
STRAFALGAR SQUARE
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Garzelli: “Tantissimi metri dislivello”
De Luca: “Uram” (Uran)
Genovesi: “Bolquère è la stazione di sport invernali più alta della Francia” (situata a 1593 metri di quota, si tratta della stazione ferroviaria più alta della Francia; in Francia ci sono stazioni di sport invernali che superano i 2000 metri di quota)
Garzelli: “Valverde, 41enne e 77 giorni”
Garzelli: “Sarebbe la parte vincente di andare a vincere la tappa”
Garzelli: “Grazie alla regia internazionale che italiana”
De Luca: “Il cartello che vede passare il gruppo”
Garzelli: “Arrivo in volati”
Garzelli: “I battistrata”
Genovesi: “I coprincipi del Principato di Andorra sono il presidente della repubblica francese e il vescovo di Ussel” (il vescovo di Seu d’Urgell)
Garzelli: “È questo che stavano parlando a inizio giornata”
Garzelli: “Sono curioso di vedere immagini da parte della testa della corsa”
Garzelli: “Il vento spira in direzione contrario”
Garzelli: “Andare a vedere sorse nel gruppo maglia gialla”
De Luca: “Wilco Vingegaard” (Jonas Vingegaard)
Garzelli: “Tappa pirennaiche”
De Luca: “Prima al traguardo Sepp Kuss”
De Luca: “Sono sparpagliati su tutti i Pirenei i partecipanti al Tour de France”
Orlando: “Cattano” (Cattaneo)
Conti: “Queste due squadre da solo non ce la fanno”
Orlando: “Cavendish, grande senso di professionista”
DISCOTOUR
Italia (Mino Reitano)
TOUR 2021 – LE PAGELLE DELLA SECONDA SETTIMANA
luglio 12, 2021 by Redazione
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Le pagelle della settimana centrale del Tour de France vedono ancora promosso Pogacar, pari voti con Cavendish
TADEJ POGACAR: Un dominio così netto e marcato difficilmente si è visto negli ultimi anni al Tour de France. Lo sloveno è così forte che anche gli avversari hanno paura ad attaccarlo seriamente. Voto: 9
MARK CAVENDISH: Record su record per il velocista britannico. E pensare che la sua partecipazione alla Grande Boucle era in discussione. Voto: 9
MICHAEL MORKOV: Nelle vittorie di Cavendish c’è tanto di suo. Il danese è l’ultimo uomo del trenino Deceuninck nelle volate, sempre pronto a lanciare il capitano nella miglior posizione possibile. Voto:7,5
ALEXEY LUTSENKO: All’inizio si pensava fosse solo un caso, invece il kazako sta tendando di far classifica. Un settimo posto che potrebbe conservare e regalare un piazzamento onorevole ad un’Astana presentatasi in Francia senza grosse ambizioni. Voto: 7
JONAS VINGEGAARD: La strada lo ha nominato capitano in casa Jumbo e lui sta facendo di tutto per onorare il ruolo. Podio alla sua portata. Voto: 7
BAUKE MOLLEMA: Da 2 mesi prova ad andare in fuga per vincere una tappa e questo ormai è il suo unico suo ruolo: il fugaiolo. Buon per la Trek riesce a centrare la vittoria a Quillan. Voto: 6,5
WOUT VAN AERT: Levatosi i panni del gregario, il campioncino olandese inizia a correre come sa, vincendo e dando spettacolo. Voto: 6,5
NILS POLITT: Senza Sagan ha più spazio, entra in una delle tante fughe di giornata e riesce a vincere grazie al suo spunto veloce. Voto: 6,5
RIGOBERTO URAN: Costanza e tranquillità non gli sono mai mancate; non basteranno per vincere ma per lui va bene così. Voto 6,5
SEPP KUSS: Timbra il cartellino ad Andorra con un’azione degna del gran corridore qual è. Voto: 6,5
ALEJANDRO VALVERDE: A 41 anni è un piacere vederlo lottare per vincere una tappa. Voto: 6
BEN O’CONNOR: Entrato in classifica a Tignes, il capitano della Ag2r Citroen difende il piazzamento con intelligenza e tenacia perdendo solo qualche minuto dagli uomini più quotati. Voto: 6
MATTIA CATTANEO: Gli manca la vittoria di tappa, lotta, va in fuga e pensa anche a un’eventuale top ten in classifica generale. Voto: 6
MICHAEL WOODS: Tanta generosità e tanti attacch per il canadese, ma pochi risultati. Voto: 6
WOUT POELS: La vittoria di tappa gli è sfuggita, in compenso conquista la Maglia a Pois. Voto: 6
JULIAN ALAPHILIPPE: Seconda settimana del Tour de France non brillante per il Campione del Mondo in carica. Voto: 5,5
GUILLAUME MARTIN: Alti e bassi per il francese della Cofidis. La fuga di Quillan lo porta a 4 minuti da Pogacar sul secondo gradino del podio, ma poi perde quasi tutto nella tappa successiva. Voto: 5,5
MICHAEL MATTHEWS: È in lotta per la maglia verde, ma contro questo Cavendish è difficile. Voto 5,5
RICHARD CARAPAZ: Seconda settimana anonima per il leader della Ineos. Il podio è a un solo secondo, ma per la Maglia Gialla sembra essersi già arreso. Voto:5,5
SERGIO HIGUITA: Il colombiano non riesce a far classifica e prova così ad entrare nelle varie fughe di giornata. Purtroppo gli manca il colpo di pedale giusto. Voto: 5,5
NAIRO QUINTANA: Settimana negativa per il portacolori del Team Arkea, che perde la leadership della classifica scalatori e non riesce a trovare il passo giusto per essere competitivo nelle tappe. Voto: 5
Luigi Giglio
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): CÉRET – ANDORRA-LA-VELLA
luglio 11, 2021 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Il Tour si addentra con decisione tra le montagne pirenaiche con una tappa di montagna che rappresenterà anche l’unico sconfinamento previsto quest’anno. L’arrivo è sulle strade del principato di Andorra, dove a ridosso del traguardo si affronterà la più impegnative tra le ascese previste dalla tappa, il Col de Beixalis, preceduto dalla salita più alta del Tour 2021, l’Envalira
Dopo l’antipasto di Quillan il Tour si addentra con più decisione tra i Pirenei puntando dritto al cuore del piccolo principato d’Andorra, dove si farà tappa nella città capitale dopo aver superato strada facendo cinque salite per complessivi 50 Km. La prima si affronterà subito dopo il via e non sarà valida per la classifica degli scalatori, anche se i quasi 18 Km al 2.5% del Col de Fourtou potrebbero farsi sentire se, anche stavolta, ci sarà una partenza a razzo. Più avanti si affronteranno gli 8.4 Km al 5.7% della Montée de Mont-Louis (da non confondere con il Col de Saint-Louis scalato ieri) e i 5.8 Km al 4.7% del Col de Puymorens, con quest’ultimo da scavalcare subito prima dell’ingresso in territorio andorrano, dove si andrà all’attacco dell’Envalira, il passo stradale più elevato della catena pirenaica. I suoi 2408 metri – che metteranno in palio il corrispettivo francese della Cima Coppi, il premio intitolato al fondatore del Tour Henri Desgrange – da entrambi i versanti possibili si raggiungono con pendenze pedalabili e quest’anno i partecipanti al Tour ne percorreranno il tratto finale di quello che sale dalla Francia, poco meno di 11 Km al 5.9%. Fin qui, e si saranno percorsi 147 Km dal via da Céret, non si saranno dunque incontrate grandissime pendenze ma il bello di questa frazione dovrà ancora arrivare e proprio a ridosso del traguardo. Una volta percorsa l’interminabile planata dall’Envalira si abbandonerà l’ampio stradone che scende dal passo per imboccare la più stretta strada che sale ai quasi 1800 metri del Col de Beixalis, salita di 6.4 Km all’8.5% della quale gli appassionati di ciclismo italiani conservano un bel ricordo. Un ricordo che porta la data del 2 settembre del 2015 quando, affrontata per la prima volta nella storia dopo esser stata asfaltata da pochi mesi, fu inserita subito dopo la partenza del tappone andorrano della 70a edizione della Vuelta, frazione terminata a Cortals d’Encamp con il successo dello spagnolo Mikel Landa e, soprattutto, con la conquista della maglia rossa da parte di Fabio Aru: a parte l’interregno di Tom Dumoulin dopo la vittoria nella crono di Burgos, il sardo porterà le insegne del primato sino al traguardo finale di Madrid.

La chiesa di Santa Coloma ad Andorra la Vella e l’altimetria della quindicesima tappa (visitandorra.com)
L’ANGOLO DELLA STORIA
Incastonato com’è tra Francia e Spagna, che cogestiscono la sovranità sul piccolo stato, il principato d’Andorra è stato spesso visitato dalla Vuelta (26 volte dal 1965 a oggi), mentre si possono contare sulle punte delle dita di una mano gli arrivi del più “nazionalista” Tour de France, che pure non disdegna gli sconfinamenti. Finora sono state soltanto cinque le tappe della Grande Boucle terminate in territorio andorrano, alle quali vanno aggiunte le due occasioni nelle quali il principato fu attraversato da parte a parte, salendo all’Envalira per poi raggiungere il traguardo fissato nel centro spagnolo di La Seu d’Urgell, dove colsero la vittoria lo spagnolo Aurelio González nel 1968 e il francese Raymond Delisle nel 1974. Spetta proprio al Tour il primato di aver per la prima volta visitato il principato nel 1964 (la Vuelta ci farà scalo solo l’anno successivo), quando il traguardo di Andorra la Vella fu tenuto a “battesimo” dallo spagnolo Julio Jiménez, corridore conosciuto con i soprannomi di “sacrestano” per la sua fede osservante e di “orologiaio di Ávila” per il mestiere che svolgeva quando non era impegnato nelle corse. Questo precedente è stato l’unico con arrivo fissato nella capitale, perché nei quattro successivi ritorni ad Andorra si è scelto di collocare il traguardo sulle montagne del piccolo stato. Così nel 1993 si è saliti fino alla stazione di sport invernali di Pal, che era stata ciclisticamente scoperta dalla Vuelta del 1985, quando vi si era imposto lo spagnolo Francisco Rodríguez al termine di una cronoscalata, mentre la tappa del Tour sarà conquistata dal colombiano Oliverio Rincón. Infine, nel 1997, nel 2009 e nel 2016 la Grande Boucle si è arrampicata oltre i 2000 metri di quota per raggiungere la località turistica di Arcalís, altra precedente scoperta della Vuelta (primo arrivo nel 1994, quando vinse il colombiano Ángel Yesid Camargo): qui si sono imposti il tedesco Jan Ullrich nel 1997, il francese Brice Feillu nel 2009 (nel giorno nel quale conquistò la maglia gialla l’italiano Rinaldo Nocentini, che poi vestì le insegne del primato per quasi una settimana) e l’olandese Tom Dumoulin nel 2016, al termine di una tappa ricordata ancor oggi anche per la tremenda grandinata che si rovesciò sui corridori nel tratto conclusivo della scalata finale.
METEO TOUR
Le previsioni meteo per la tappa del giorno
Céret : cielo sereno, 26.6°C (percepiti 28°C), vento moderato da SSE (10-15 km/h), umidità al 35%
Prades (Km 50.2) : sole e caldo, 30.5°C, vento moderato da SE (12 km/h), umidità al 43%
Font-Romeu (94.9 Km) : poco nuvoloso, 24.4°C, vento moderato da WSW (15-24 km/h), umidità al 45%
Andorra-la-Vella: cielo sereno, 27.6°C, vento moderato da SSW (14-18 km/h), umidità al 35%
GLI ORARI DEL TOUR
12.15: inizio diretta su Eurosport1
12.20: partenza da Céret
12.30: partenza ufficiale
14.00: inizio diretta su RAI 2 (a circa 50 Km dalla partenza)
14.15-14.30: traguardo volante di Olette
14.50-15.10: scollinamento Montée de Mont-Louis
16.00-16.30: scollinamento Col de Puymorens
16.30-17.00: scollinamento Port d’Envalira
16.55-17.25: inizio salita Col de Beixalis
17.10-17.45: scollinamento Col de Beixalis
17.30-18.05: arrivo ad Andorra-la-Viella
TOURALCONTRARIO
Ordine d’arrivo della quattordicesima tappa, Carcassonne – Quillan
1° Cees Bol
2° Amund Grøndahl Jansen s.t.
3° Nacer Bouhanni s.t.
4° Jonas Rickaert a 11′12″
5° Mads Pedersen s.t.
Miglior italiano: Davide Ballerini, 22° a 11′12″
Classifica generale
1° Amund Grøndahl Jansen
2° Tim Declercq a 9′35″
3° Mads Pedersen a 16′49″
4° Nacer Bouhanni a 17′50″
5° Cees Bol a 24′01″
Miglior italiano: Daniel Oss, 24° a 47′30″
STRAFALGAR SQUARE
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
De Luca: “Bissiger occupava metà plotone” (a parte il fatto che il corridore si chiama Bissegger)
Garzelli: “Non è una tappa pirenaiche”
Garzelli: “Entrambi sono terzo e quarto nella classifica dei GPM”
De Luca: “Costriuite”
De Luca: “Bonus che verrà mangiato dai corridori”
De Luca: “Le Puy en Valè” (il nome del centro di Le Puy en Velay si pronuncia “Le Puy en Velè”)
De Luca: “Quillan” (il nome della località di arrivo si pronuncia “Chion”)
Garzelli: “Si apre un po’ Chaves”
Garzelli: “Va a conquistare la sua vittoria di tappa nella sua storia del Tour de France”
De Luca: “Il rito delle interviste del podio”
De Luca: “Calcolare a velocità superba”
De Luca: “La vittoria Bauke Mollema”
Televideo: “Quentin Parker” (Pacher)
DISCOTOUR
La classe degli asini (Natalino Otto)