LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): ROVERETO – STRADELLA
maggio 27, 2021 by Redazione
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È l’ultima tappa facile del Giro 2021, una frazione di trasferimento tra le grandi giornate di montagna che però non terminerò con un arrivo allo sprint. Le colline che interromperanno la linea retta della pianura negli ultimi 35 Km, infatti, toglieranno di mezzo i velocisti, le cui squadre quasi certamente oggi si disinteressaranno al lavoro in testa al gruppo. Favoriti i fuggitivi, ma non va escluso l’arrivo di un gruppo risicato dalle ondulazioni dell’Oltrepò Pavese e nemmeno un tentativo a sorpresa di qualche uomo di classifica sul ripido strappo di Cicognola
Ricordate la tappa di Asti dello scorso anno, quella della protesta dei corridori alla partenza di Morbegno per la sua eccessiva lunghezza? Quella frazione si collocava esattamente nel mezzo tra due impegnativi tapponi (quelli dei Laghi di Cancano e del Sestriere) ed era destinata ai velocisti ma, dopo lo spostamento del via ad Abbiategrasso in accoglienza delle lamentele di parte del gruppo, andò a finire che fu la fuga a riuscire a giungere per prima al traguardo. Anche la tappa che oggi arriverà a Stradella è molto simile perché è la più chilometrica (anche se non in maniera abbondante rispetto a quella astigiana), per la sua collocazione nel mezzo delle montagne (ieri Sega di Ala, domani l’Alpe di Mera) e per i probabilissimi esiti di gara. Stavolta a rompere le uova nel paniere ai velocisti sono stati gli organizzatori che, dopo una prima parte di gara totalmente pianeggiante, hanno inserito proprio a ridosso del traguardo una serie di difficoltà altimetriche che tarperanno loro le ali (infatti, non essendo più previste tappe a loro dedicate dopo quella di Verona, molti sprinter hanno da tempo fatto le valigie e se ne sono tornati a casa). Se, arrivati al 196° Km di gara, si fosse proseguiti dritti sulla Strada Statale 10 si sarebbe raggiunto il traguardo in un paio di chilometri e per i velocisti ci sarebbe stata una possibilità in più per disputarsi una vittoria di tappa. Invece, gli ultimi 35 Km vedranno il gruppo pedalare tra i colli ammantati di vigneti dell’Oltrepò Pavese, affrontando in rapida successione quattro brevi ascese. La prima sarà quella di Montù Beccaria, costituita da due brevi e pedalabili rampe separata da un tratto intermedio in falsopiano. Dopo l’altrettanto facile salita di Castana, l’unica che metterà in palio i punti per la classifica degli scalatori, si affronterà l’ascesa più difficile, il piccolo muretto di Cicognola, 1400 metri al 7.5% (dei quali i primi 500 al 9.8%) che potrebbero ispirare anche il tentativo di un uomo di classifica, agevolato anche dalla sede stradale piuttosto stretta. In un finale ad alta intensità pochi chilometri più avanti s’incontrerà il traguardo volante ad abbuoni di Broni, collocato proprio al piede dell’ultima difficoltà di giornata, la salita verso Canneto Pavese, 2 Km al 6% che culmineranno a poco meno di 5 Km dal traguardo. Quando si ritroverà la pianura mancheranno solo 3 Km alla linea d’arrivo.

Le colline dell’Oltrepò Pavese e l’altimetria della diciassettesima tappa (www.doctorwine.it)
L’ANGOLO DELLA STORIA
Si contano sulle punta delle dita le tappe che si sono svolte tra i celebri vigneti dell’Oltrepò e in una di queste occasioni l’arrivo era fissato a Stradella. L’anno era il 1994, quello della consacrazione di Marco Pantani nel celebre tappone dell’Aprica, che si disputò il giorno precedente l’arrivo nella cittadina pavese. Il finale era lo stesso della frazione odierna, anche se era prevista la sola ascesa a Canneto, inserita in un circuito e da ripetere due volte. Come accadrà anche quest’anno arrivò la fuga e a imporsi fu l’italo-inglese Maximilian Sciandri, che vinse con l’inganno dopo aver raccontato una bugia a Fabiano Fontanelli: gli fece credere di non averne più e che avrebbe lasciato la vittoria al corridore romagnolo, il quale s’impegnò in un’inutile volata per poi vedersi precedere dal corridore che l’aveva buggerato. Tre anni prima la salita di Canneto era stata affrontata nel tratto iniziale di una delle più impegnative cronometro della storia del Giro, 66 Km che prevedevano anche la pedalabile ascesa del Passo del Carmine a metà percorso e addirittura un muro nel finale, quello di Montalto Pavese: contro tutti i pronostici il percorso finì per esaltare la maglia rosa di turno, il toscano Franco Chioccioli, che riuscì a staccare di 52 secondi il favorito Gianni Bugno e di 1’02” Claudio Chiappucci. Altre due frazioni terminate nella zona dell’Oltrepò, visitandone però la zona montana, furono quelle di Voghera del 1979 e di Varzi del 1977, rispettivamente conquistate dallo svedese Bernt Johansson e dal toscano Giancarlo Tartoni.
CIAK… SI GIRO
Chissà quante volte vedendo un film sui pirati v’è venuta la voglia di partire anche voi all’arrembaggio per quei lontani luoghi; magari ci siete anche andati e siete tornati a casa delusi per non aver ritrovato gli stessi scorci che vi avevano affascinato sul grande schermo. Ma c’è un perché e non c’era nemmeno il bisogno di allontanarsi dall’Italia per ammirarli. I film italiani di quel filone, infatti, furono in realtà girati in casa sia per questioni economiche, sia per sfruttare l’opportunità che era stata offerta dalla fondazione nel 1954 della Nuova Benaco Film in quel di Lazise. È, infatti, nella nota località affacciata sulla sponda veneta del Lago di Garda – che oggi il gruppo sfiorerà a una cinquantina di chilometri dalla partenza da Rovereto – che furono girate pellicole le cui azioni nella finzione filmica si svolgevano a migliaia di chilometri di distanza. Così il porto al quale sbarca il capitano Luis de Monterey ne “I pirati della costa” è quello di Lazise e nello stesso luogo Sansone viene sottoposto a una prova di forza ne “Sansone contro i pirati”.

L'esotico porto al quale sbarca capitano Luis de Monterey ne "I pirati della costa" è in realtà quello nostrano di Lazise (www.davinotti.com)

È sempre il porto di Lazise, qui visto in "Sansone contro i pirati” (www.davinotti.com)
Cliccate qui per scoprire le altre location del film
https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/i-pirati-della-costa/50042231
https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/sansone-contro-i-pirati/50010961
METEO GIRO
Le previsioni meteo per la tappa del giorno
Canazei : cielo sereno, 23.6°C, vento debole da SW (9-10 Km/h), umidità al 57%
Lazise (Km 53) : cielo sereno, 21°C, vento debole da WSW (8-11 Km/h), umidità al 63%
Asola (Km 99.3) : cielo sereno, 24.6°C, vento debole da W (5 Km/h), umidità al 48%
Cremona – traguardo volante (Km 134.2) : cielo sereno, 25.4°C, vento debole da WNW (5-6 Km/h), umidità al 43%
Castel San Giovanni (Km 186.9) : poco nuvoloso, 25.1°C (percepiti 26°C), vento debole da NW (4 Km/h), umidità al 41%
Stradella: cielo sereno, 24.6°C, vento debole da WNW (4 Km/h), umidità al 40%
GLI ORARI DEL GIRO
10.30: inizio diretta su Raisport
11.30: inizio diretta su Eurosport1
11.35: partenza da Stradella
14.00: inizio diretta su RAI 2 (a circa 100 Km dalla partenza)
14.45-15.00: traguardo volante di Cremona
16.10-16.40: inizio tratto collinare
16.30-17.00: GPM di Castana
16.40-17.10: strappo di Cicognola
16.50-17.20: traguardo volante di Broni
17.00-17.30: arrivo a Stradella
GIROALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.
Ordine d’arrivo diciassettesima tappa, Canazei – Sega di Ala
1° Matteo Moschetti
2° Max Walscheid a 27″
3° Michael Hepburn a 56″
4° Albert Torres a 1′42″
5° Christopher Juul-Jensen s.t.
Classifica generale
1° Riccardo Minali
2° Matteo Moschetti a 5′31″
3° Attilio Viviani a 5′52″
4° Maximiliano Richeze a 6′01″
5° Alexander Krieger a 13′28″
Maglia nera: Egan Bernal, 150° a 4h30′34″
STRAFALGAR SQUARE
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Borgato: “Questo ultima settimana di Giro”
Cassani: “Cambio biciclette per Martin”
Borgato: “Passo San Pellegrino” (San Valentino)
Pancani: “Gruppo che attraversa l’Adige” (lo stavano fiancheggiando)
Rizzato: “Corridore che fa l’ultima posizione del gruppo”
Garzelli: “Guarda rail”
Cassani: “Joger… Jorgensen” (Jorgenson)
Pancani: “Jorgensen” (vedi sopra)
Rizzato: “Ha 3-4 bici di ritardo”
Cassani: “Compagno di squadra di Inter” (la formazione belga Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux)
Pancani: “FAI, Fondo Ambientalista Italiano” (ambiente)
Genovesi: “Nell’ottocento l’attuale proprietario” (il conte Dracula?)
Genovesi: “Marzemino, vino che Mozart nel Don Giovanni aveva cantato” (Mozart era un compositore, non un cantante)
Rizzato: “Bettiol si volta per questo tratto dove spiana”
Rizzato: “Il duo Carthy-Bernal ha perso qualche metro” (non era Bernal ma Bardet)
Borgato: “Si forma la coppia Bernal-Ineos Grenadiers” (la Ineos è la squadra di Bernal)
Borgato: “Martinez si volta e Bernal gli parla alla radio”
De Stefano: “Si cade per riuscendo a rimanere in piedi”
Garzelli: “È andato fuori classifico”
Televideo: “Bowman” (Bouwman)
DISCOGIRO
Il cielo d’Irlanda (Fiorella Mannoia)
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): CANAZEI – SEGA DI ALA
maggio 26, 2021 by Redazione
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Dopo il secondo giorno di riposo il Giro riparte con una delle sue tappe più difficili. In programma l’ascesa al Passo di San Valentino e, soprattutto, il durissimo e inedito arrivo in salita a Sega di Ala. Ma anche lo stesso giorno di riposo potrebbe rappresentare per qualcuno un ostacolo duro da digerire.
Tre grossi “scogli” presenta la terza tappa alpina del Giro d’Italia e per illustrarveli incominciamo dal fondo, dall’ascesa finale verso il traguardo di Sega di Ala che da tutti è stata indicata come la più dura di questa edizione. Ma non ce n’era bisogno perché i suoi numeri parlano chiaro e già da soli la dipingono come una sorta di Zoncolan trentino per via dei suoi 11.2 Km al 9.8%, dato “adulterato” dalla facilità degli ultimi duemila metri nei quali la strada sale al 5.3%: tutta la parte precedente è quasi costantemente in doppia cifra di pendenza ed è proprio il tratto che precede il finale quello più mostruoso perché per 2500 metri si pedalerà in compagnia di una pendenza media del 12.1%, raggiungendo un picco massimo del 17% ai meno 3.5 Km. Il secondo scoglio sarà rappresentato dalla salita che anticiperà di una quarantina di chilometri l’attacco della Sega di Ala e che, pur non presentando una pendenza paragonabile a quella dell’ascesa conclusiva (la media è del 7.8%), di certo si farà sentire perché bisognerà percorrere quasi 15 Km verso il cielo per arrivare ai 1315 metri del Passo di San Valentino: sono distanze e inclinazioni che posso far più male del previsto all’inizio della terza settimana di gara, quella nella quale le energie complessive tendono a calare. Ci sarà anche un primo GPM da affrontare a una sessantina di chilometri dal via ma non sarà questo il terzo scoglio al quale facevano accenno, rappresentato invece dalla giornata di riposo che il gruppo ha osservato ieri a Canazei. Ci sono diversi corridori che mal la sopportano ma anche chi normalmente la supera di slancio la deve temere, perché si tratta di un momento – obbligatorio per regolamento internazionale – che arriva a spezzare un ritmo di gara che nel frattempo si è consolidato. C’è ci fatica a rimettersi in pista dopo il riposo e se si riparte con una tappa dura come quella di Sega di Ala si rischia di pagare tantissimo. C’è un precedente illustre che ebbe come vittime due corridori italiani di punta al Tour de France del 1993. I nostri Chiappucci e Bugno, rispettivamente secondo e terzo nella classifica generale l’anno prima (e, a ruoli invertiti, nel 1991), si erano schierati al via come principali avversari dello spagnolo Indurain ma si squagliarono come neve al sole durante la prima tappa di montagna, che veniva subito dopo il riposo e prevedeva le ascese ai colli del Glandon e del Galibier: al traguardo di Serre Chevalier giunsero entrambi pesantemente staccati con il monzese – che indossava per il secondo anno consecutivo la maglia iridata – che lasciò per strada quasi 8 minuti e il “Diablo”, che l’anno prima ci aveva estasiati con l’impresa nel tappone del Sestriere – che ne perse ancora di più. Ecco perché si dovrà temere più il giorno di riposo di Canazei che il non meno temibile tappone della Sega di Ala.

Panoramica su Castel Beseno e la Vallagarina e l’altimetria della sedicesima tappa (www.visitrovereto.it)
L’ANGOLO DELLA STORIA
Non c’è storia a Sega di Ala per quanto riguarda il Giro, che inserisce per la prima volta questa salita nel percorso e sulla quale potrà tornare in futuro anche come “semplice” passaggio perché è possibile proseguire oltre la zona dove sarà collocato il traguardo, raggiungere il soprastante Passo delle Fittanze e da là scendere verso Verona. In realtà non è la prima volta che una corsa professionista ne affronta le sue tremende pendenze perché proprio a Sega di Ala nel 2013 era terminata la frazione conclusiva del Giro del Trentino, partita da Arco con il francese Maxime Bouet leader della classifica, detronizzato al traguardo da chi vincerà la tappa, il siciliano Vincenzo Nibali. Era il 19 aprile e quasi un mese più tardi – per la precisione il 23 maggio – nelle stesse zone lo “Squalo” s’imporrà al Giro d’Italia nella cronoscalata della Polsa, che si snodò su un versante della stessa montagna sul quale si trova il Passo di San Valentino. Quest’ultimo ha ospitato nel 2011 l’arrivo della frazione decisiva del Giro di Padania, vinta da Ivan Basso, mentre finora l’unico passaggio del Giro d’Italia risale al 1995, quando vi si salì dallo stesso versante di quest’anno nel finale della Pieve di Cento – Rovereto: vi scollinò in testa il trentino Mariano Piccoli mentre a imporsi in quella frazione fu l’elvetico Pascal Richard.
CIAK… SI GIRO
Se siete appassionati di cinema e siete nel contempo estimatori del buon vino allora non dovete perdervi una vera e propria degustazione di “Vinodentro”, magari accompagnata da un calice di Marzemino. È proprio questo nettare, che deliziò Mozart al punto da inserirlo in una battuta del suo “Don Giovanni” (“Versa il vino! Eccellente Marzemino”), a rappresentare uno dei fondamentali ingredienti del film firmato nel 2003 dal regista Ferdinando Vicentini Orgnani. Il protagonista Giovanni Cuttin lo beve e si trasforma da semplice e timido impiegato, per giunta astemio, nel più celebre sommelier italiano ma anche in un potenziale assassino. Una trama ricca di misteri che si svolge tra i vigneti della valle dell’Adige, come quelli che ammanto i colli che salgono verso la mole di Castel Beseno, l’imponente maniero che farà da sentinella al passaggio dei corridori mentre viaggeranno verso le dure ascese del finale. E c’è spazio anche per gli affascinanti panorami delle Pale di San Martino in questa pellicola enigmatica…

Al protagonista di "Vinodentro" viene suggerito di uccidere sua moglie: la scena è girata tra i vigneti che ammantano le colline di Castel Beseno (www.davinotti.com)
Cliccate qui per scoprire le altre location del film
https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/vinodentro/50047098
METEO GIRO
Le previsioni meteo per la tappa del giorno
Canazei : poco nuvoloso, 11.1°C (percepiti 12°C), vento moderato da SW (15 Km/h), umidità al 49%
Cavalese (Km 35.4) : cielo coperto, 14.4°C, vento moderato da SW (12-17 Km/h), umidità al 69%
Trento – traguardo volante (Km 91.3) : cielo coperto, 20.2°C (percepiti 21°C), vento moderato da SW (12-14 Km/h), umidità al 64%
Mori – traguardo volante (Km 121.6) : cielo sereno, 20.8°C, vento moderato da SW (11-15 Km/h), umidità al 54%
Passo di San Valentino -GPM (Km 155.2) : poco nuvoloso, 13.2°C, vento moderato da WSW (13-14 Km/h), umidità al 53%
Sega di Ala: cielo sereno, 13.5°C, vento moderato da SW (12-14 Km/h), umidità al 51%
GLI ORARI DEL GIRO
11.00: inizio diretta su Raisport
11.55: inizio diretta su Eurosport1
12.00: partenza da Canazei
13.25-13.35: GPM di Sveseri
14.10-14.20: traguardo volante di Trento
14.45-15.00: traguardo volante di Mori
15.05-15.25: inizio salita di Passo di San Valentino
15.50-16.20: GPM di Passo di San Valentino
16.25-16.55: inizio salita Sega di Ala
17.00-17.35: arrivo a Sega di Ala
GIROALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.
Ordine d’arrivo sedicesima tappa, Sacile – Cortina d’Ampezzo
1° Lars van den Berg
2° Simon Guglielmi s.t.
3° Victor Campenaerts a 43″
4° Łukasz Wiśniowski s.t.
5° Dries De Bondt a 1′20″
Classifica generale
1° Riccardo Minali
2° Attilio Viviani a 2′05″
3° Maximiliano Richeze a 6′01″
4° Matteo Moschetti a 7′13″
5° Umberto Marengo a 9′54″
Maglia nera: Egan Bernal, 152° a 3h55′29″
STRAFALGAR SQUARE
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Borgato: “Emanuele Gebreigzabhier” (Amanuel)
Pancani: “Sotto i 3 minuti per il vantaggio dei 5 al comando”
Garzelli: “Per i 5 al comando ci sono poche possibilità di arrivare a Cortina vittoriosi” (anche perchè solo uno poteva essere il vincitore)
Rizzato: “È a 50 metri dal duo Nibali-Pedrero-Formolo”
Pancani: “Bardet, lo vedete…” (peccato che nessuno, compreso lo stesso Pancani, potesse vederlo perchè non arrivavano le immagini dalla corsa)
Borgato: “Hanno tirato su tutta la vallata”
Televideo RAI: “Philipe Martinez Poveda” (Daniel Felipe Martínez Poveda)
Comunicato RCS (riportando le dichiarazione di Bernal): “Ho attacato sul Passo Giau”
DISCOGIRO
C’è un fiore sulle Dolomiti (Goran Bregović)
GIRO 2021- LE PAGELLE DELLA SECONDA SETTIMANA
maggio 25, 2021 by Redazione
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Al termine della seconda settimana proponiavo nuove pagelle e stavolta le sentenze saranno definitive per i velocisti, non essendo più previste tappe alla loro portata nella rimanente sezione del Giro d’Italia 2021
EGAN BERNAL: Il corridore colombiano chiude il discorso Maglia Rosa nella seconda settimana. Bene sullo sterrato nella tappa di Montalcino, benissimo sulle dure rampe dello Zoncolan dove insegue, raggiunge e stacca Simon Yates, perfetto sul Giau. I problemi alla schiena sono solo un brutto ricordo e all’orizzonte non si vede nessuno in grado di scalzarlo dalla vetta della classifica. VOTO: 9,5
DAMIANO CARUSO: Senza Landa e con Pello Bilbao in crisi, il buon siciliano si ritrova coi gradi di capitano, un ruolo che Caruso ricopre egregiamente. Arriva alla terza settimana in seconda posizione nella classifica generale, un risultato che cercherà di difendere e che lo ripagherà per tutte le stagioni in cui ha dovuto sacrificarsi per i vari capitani di turno. VOTO: 8,5
HUGH CARTHY: Un fantasma. C’è ma non si vede, Giau compreso. Termina la seconda settimana del Giro d’Italia sul gradino più basso del podio a 3′40” da Bernal. Lo statunitense della EF Education-Nippo sarà uno di quei corridori che potrebbe regalarci azioni importanti nella terza settimana, dove esce allo scoperto, tutto da vedere se si accontenterà del terzo posto. Da attenzionare. VOTO: 7
PETER SAGAN: Il tre volte Campione del Mondo non avrà lo smalto degli anni migliori, ma la grinta e la sagacia tattica è sempre la stessa. Vince a Foligno e sale due volte sul podio di giornata, conquista la maglia ciclamino e la tiene saldamente in pugno proteggendola dagli attacchi dei rivali. VOTO: 7
GIACOMO NIZZOLO: Sfiora la vittoria due volte per poi trovarla a Verona quando scatta da lontano per riprendere Affini. Il gesto tecnico del portabandiera della Qhubeka ASSOS è uno dei più belli di questa edizione della Corsa Rosa. VOTO: 7
TIM MERLIER: Il belga vince la prima volata del Giro d’Italia, non riesce più a ripetersi ma con caparbietà conquista due volte la maglia ciclamino, una per ritiro di Ewan. Buona la sua prima partecipazione ad un Grande Giro di tre settimane. VOTO: 7
GIULIO CICCONE: Corre con la consueta energia, nonostante una Trek-Segafredo che disperde le proprie energie senza raccogliere frutti, inseguendo tappe e fughe. Perde terreno a Montalcino, dove si fa trovare impreparato nell’azione clou di giornata. Si difende nei giorni seguenti superando senza danni l’esame Zoncolan e soprattutto il Giau. VOTO: 6,5
CALEB EWAN: Come da tradizione sbaglia le prime volate, poi prende le misure e non ce n’è per nessuno. L’australiano vince facile sia a Cattolica, sia a Termoli. Resta l’ombra di un ritiro, con la maglia ciclamino addosso, che sembra più tattica che dovuta a problemi di salute. VOTO: 6,5
DAVIDE CIMOLAI: Il velocista friuliano della Israel Start-Up Nation regala al suo team piazzamenti importanti. Termina sul podio di giornata per ben tre volte e sfiora anche la quarta. Sempre combattivo e attento, nelle volate dà il meglio di sé. VOTO: 6
ALEKSANDER VLASOV: Il russo scoppia sul più bello. Aveva iniziato la seconda settimana con la gamba e l’energia che aveva dall’inizio del Giro. Sullo Zoncolan, con un’Astana che ha fatto fuoco e fiamme nei chilometri precedenti, crolla nel finale commettendo errori di inesperienza. Limita i danni nella tappa con arrivo a Cortina d’Ampezzo. Podio a portata di mano. VOTO: 6
ROMAIN BARDET: Dopo una prima parte di Giro d’Italia da dimenticare, rientra in classifica con un’ottima prestazione sul Giau e lungo la seguente discesa verso Cortina d’Ampezzo. Arriva alla terza settimana con un ritardo di soli 1′30” dal terzo posto. VOTO: 6
ELIA VIVIANI: Dopo il Giro disastroso dello scorso anno, il veronese si presenta al via con voglia e determinazione. Raccoglie due terzi posti ma è ben lontano da vincere una tappa. Sarà il portabandiera della spedizione italiana alle Olimpiadi di Tokyo, un grosso bocca in lupo. VOTO: 5,5
MATTEO MOSCHETTI: Il velocista della Trek-Segafredo è ancora un gradino sotto rispetto ai velocisti di primo piano presenti al Giro d’Italia. Deve crescere ancora. VOTO: 5,5
FERNANDO GAVIRIA: Il colombiano della UAE-Team Emirates paga le incomprensioni con gli uomini del suo treno (Molano) e soprattutto una condizione fisico-psicologica che non trova più. Arriva secondo a Foligno, ma lo spunto di qualche anno fa è ormai un ricordo, notizia triste se parliamo di un ventiseienne. VOTO: 5,5
SIMON YATES: Il corridore britannico dopo qualche tappa in sordina esce allo scoperto sullo Zoncolan. Per il resto della settimana corre di rimessa alla ricerca del picco di forma che sembrava si stesse avvicinando e invece crolla sul Giau. In classifica generale si ritrova quinto a 4′20” da Egan Bernal, distacco che sembra ormai eccessivo. Nulla è scontato, proprio Yates perse il Giro d’Italia nel 2018 nelle diciannovesima tappa, in una frazione ostica ma non irresistibile per opera di un indemoniato Froome; deve provare il tutto per tutto per salvare una Corsa Rosa al momento amara per lui. VOTO: 5
REMCO EVENEPOEL: Seconda settimana nera per il campioncino belga dove sono usciti tutti i suoi limiti che lo costringono a mettere da parte le ambizioni di classifica. Nella tappa degli sterrati toscani soffre e si allontana dalla Maglia Rosa, sullo Zoncolan dopo aver sofferto nella discesa del Rest prende 1′30” da Bernal. Disperso sul Giau. Male male. VOTO: 5
VINCENZO NIBALI: L’attacco in discesa a Bagno di Romagna è stato solo una splendida illusione. Si è vista una seconda settimana da incubo per lo “Squalo”. Sullo Zoncolan è uno dei primi big a staccarsi e arriverà con oltre 10 minuti di ritardo da Bernal, prova ad andare in fuga nulla tappa di Cortina d’Ampezzo ma non regge il ritmo degli altri fuggitivi. Tentera ancora di salvare questa sua partecipazione al Giro provando a vincere una tappa nella terza settimana, ma la gamba non è quella degli anni migliori. VOTO: 5
DYLAN GROENEWEGEN: Il velocista della Jumbo-Visma rientrava in corsa dopo la lunga squalifica. Lontanissimo dalla forma migliore, non riesce a trovare i tempi giusti nelle volate. VOTO: 5
Luigi Giglio
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): SACILE – CORTINA D’AMPEZZO
maggio 24, 2021 by Redazione
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Ecco il tappone dolomitico, un babau reso ancora più temibile dal maltempo previsto per la giornata di oggi e che renderà un calvario le quattro ascese previste dal menù. Si comincia con la Crosetta in partenza per poi arrivare ad un finale di gara che proporrà in rapida successione i passi Fedaia, Pordoi e Giau
Preparatevi all’indigestione. È arrivato il giorno del tappone dolomitico, una frazione che è per davvero paragonabile a uno dei massicci dei “Monti Pallidi”, un macigno di 5680 metri di dislivello e 212 Km complessivi, quasi cinquanta dei quali saranno da pedalare in salita, un vero e proprio banchetto d’alta montagna che avrà come companatico il maltempo, essendo prevista pioggia – per giunta abbondante – dalla partenza di Sacile fino al traguardo di Cortina, mentre è scongiurato il rischio di neve (in vetta al Giau si toccheranno i 2°C). Si comincerà con un antipasto decisamente sostanzioso e che potrebbe rimanere sullo stomaco di qualche corridore se la tappa dovrebbe prendere il via all’insegna dell’agonismo, perché a soli 14 Km dal via s’imboccherà la prima delle quattro ascese che caratterizzano il percorso e che, con l’esclusione della Cima Coppi, sono tutte classificate di prima categoria: si tratta della Crosetta, 11 Km e mezzo al 7% che costituiscono la porta d’accesso meridionale al celebre altopiano del Cansiglio e che saranno seguiti da un lungo “digiuno” perché dopo non si parlerà più di salite per quasi novanta chilometri. Dopo questa introduzione sarà servito il primo piatto, la dura ascesa alla Marmolada, che quest’anno sarà meno impegnativa del solito perché non è ancora possibile transitare all’interno della spettacolare gola dei Serrai di Sottoguda, dove s’incontrano le prime pendenze cattive e la cui strada – distrutta da un nubifragio nell’ottobre del 2018 – non è stata al momento ancora ricostruita. Invece, i “girini” non potranno evitare d’affrontare il tremendo drittone tra Malga Ciapela e la Capanna Bill, cuore di pietra di 2700 metri all’11.8% inserito all’interno di un’ascesa complessivamente lunga 14 Km esatti e caratterizzata da una pendenza media del 7.6%. La portata di carne può sembrare “light” al confronto della Marmolada, ma i successivi 12 Km al 6.8% del successivo Passo Pordoi, privi di picchi particolarmente estremi, spesso han causato sfracelli quando le due ascese sono state abbinate, anche a causa delle quote abbondantemente sopra i 2000 metri: in cima al passo si toccheranno i 2239 e sarà messa in palio la “Cima Coppi”. Solitamente le due salite si affrontano in coppia con il traguardo fissato in cima alla seconda, ma non sarà così quest’anno perché valicato il Pordoi mancheranno ancora una sessantina di chilometri all’arrivo e in questo tratto si dovrà superare quella che è la più breve ma anche più ripida tra le salite previste. È il dolce, un “tiramisù” ipercalorico che riporterà a una quota simile a quella della Cima Coppi (2233 metri) e che a qualche big della classifica potrebbe complicare la digestione: sono i 10 Km al 9.3% diretti al Passo Giau, superato il quale inizierà una picchiata che terminerà a soli 800 metri dalla linea d’arrivo di Cortina d’Ampezzo.
Burp!

Il Monte Averau, una delle cime che sovrastano il Passo Giau, e l’altimetria della quindicesima tappa (www.dolomiti.org)
L’ANGOLO DELLA STORIA
Nonostante la sua notorietà e il suo trovarsi letteralmente immersa nell’affascinante paesaggio delle Dolomiti, Cortina d’Ampezzo non ha un “curriculum” rosa particolarmente nutrito e il numero di volte nelle quali il Giro vi ha fatto tappa impallidisce al confronto con quello delle più prestigiose località alpine e pirenaiche del Tour de France: a Luchon la Grande Boucle ha fatto tappa in 50 occasioni, 32 sono le volte nelle quali un traguardo della corsa francese è stato fissato a Briançon, mentre Cortina è al momento ferma a quota sei, forse pagando lo scotto del ritardo con il quale le Dolomiti sono state scoperte dal Giro. Al Tour, infatti, Pirenei e Alpi sono stati per la prima volta inseriti nel tracciato rispettivamente nel 1910 e nel 1911, mentre si dovranno attendere trent’anni per la prima frazione dolomitica della storia, la Vittorio Veneto – Merano, inserita nel tracciato del Giro del 1937. A vincerla sarà Gino Bartali che due anni più tardi si piazzerà secondo nella prima delle sei frazioni con arrivo a Cortina, preceduto in volata dal corregionale Secondo Magni al termine di una tappa non particolarmente difficile, che prevedeva quale unica ascesa il Passo della Mauria. Dopo il 1939 il Giro tornerà per la seconda volta a Cortina nel 1948, quando accolse l’arrivo di una tappa ancora più semplice, soli 80 Km con partenza da Auronzo di Cadore e i pedalabili passi di Monte Croce Comelico e di Cimabanche da scavalcare, ma quel poco bastò a Fausto Coppi per imbastire una delle sue leggendarie imprese, che lo portò a tagliare il traguardo in solitaria con più di tre minuti di vantaggio su Bartali e gli altri rivali. Nel 1951 sarà un altro grande campione a imporsi nel cuore delle Dolomiti, il tre volte vincitore del Tour Luison Bobet, che avrà la meglio allo sprint sul Campionissimo. Nel 1955 arriverà la vittoria del piemontese Angelo Conterno, poi gli arrivi a Cortina diventeranno più rari: negli ultimi 65 anni solo in due occasioni la Gazzetta l’ha prescelta come traguardo, conquistato dal ligure Giuseppe Perletto nel 1977 e dallo spagnolo Joaquim Rodríguez nel 2012.
CIAK… SI GIRO
Non sono moltissime le volte nelle quali il cinema ha scelto le Dolomiti come luogo per le riprese. Ancor più rare sono le scene d’azione che hanno come fondale i Monti Pallidi e c’è un luogo lungo il tracciato di questa tappa che ne ha ospitata una. Correva l’anno 2003 quando una troupe cinematografica statunitense risalì le pendenze della Marmolada (ma dal più facile versante di Canazei) per girare una scena de “The Italian Job”, remake di una pellicola britannica del 1969, “Un colpo all’italiana”, filmata tra il Regno Unito, l’Irlanda e l’Italia, dove le riprese si svolsero tra Torino, la Valle d’Aosta e la strada a tornanti del Colle del Nivolet, qualche chilometro più in alto rispetto al Lago Serrù, sede d’arrivo della prima tappa alpina del Giro del 2019. Quando gli americani, 34 anni più tardi, decisero di rifare il film del 1969 spostarono l’ambientazione delle scene straniere dall’Europa alla California, mentre per i set italiani si scelsero location decisamente più spettacolari: così il rocambolesco colpo che dà il via al film e che ha come bottino una cassaforte ricolma di lingotti d’oro avviene nella sempre affascinante Venezia, mentre per la scena dell’agguato al furgone sul quale i ladri viaggiano con la refurtiva e nella quale viene assassinato uno dei capi della banda (John Bridger, interpretato dall’attore canadese Donald Sutherland) fu scelta la diga del Lago di Fedaia. Nella finzione è in Austria e al confine con l’Italia era ambientata anche la scena precedente, con tanto di cartelli fasulli: ma anche in questo caso sono le Dolomiti e per la precisione quel che si vede nel film è il vicino Passo Sella, del quale viene anche mostrata una panoramica da lontano curiosamente ribaltato rispetto alla realtà.

Il lago di Fedaia, poco distante dall'omonimo passo, come appare nel film "The italian job": mancano pochi istanti alla drammatica scena dell'uccisione di uno dei protagonisti del colpo (www.davinotti.com)

Un innevato Passo Sella (ribaltato) come appare in un'altra scena de "The italian job" (www.davinotti.com)
Cliccate qui per scoprire le altre location del film
https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/the-italian-job/50004255
https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/un-colpo-all-italiana/50000805
METEO GIRO
Le previsioni meteo per la tappa del giorno
Sacile: pioggia abbondante (2.1 mm), 14.6°C, vento moderato da ENE (14 Km/h), umidità al 94%
La Crosetta – GPM (Km 25.3) : pioggia abbondante (2.6 mm), 9.6°C, vento moderato da ENE (13 Km/h), umidità al 97%
Agordo – traguardo volante (Km 90.9) : pioggia forte (3.7 mm), 12.4°C, vento debole da E (9-10 Km/h), umidità al 96%
Passo Fedaia – GPM (Km 128.1) : pioggia consistente (1.7 mm), 3.8°C, vento moderato da SSE (10-11 Km/h), umidità al 96%
Passo Pordoi – Cima Coppi (Km 153.2) : pioggia consistente (1.1 mm), 3.9°C, vento moderato da S (13-16 Km/h), umidità al 96%
Passo Giau – GPM (Km 194.5) : pioggia consistente (0.8 mm), 1.8°C, vento moderato da SSE (10-11 Km/h), umidità al 95%
Cortina d’Ampezzo: pioggia consistente (1.5 mm), 8.5°C, vento moderato da SE (14-25 Km/h), umidità al 96%
GLI ORARI DEL GIRO
9.45: inizio diretta su Raisport
10.45: inizio diretta su Eurosport1
10.50: partenza da Sacile
11.55-12.10: GPM de La Crosetta
13.25-13.45: traguardo volante di Agordo
14.00: inizio diretta su Rai2 (dopo circa 100 Km dalla partenza)
14.00-14.25: inizio salita Passo Fedaia
14.10-14.40: traguardo volante di Sottoguda (Rocca Pietore)
14.40-15.10: GPM di Passo Fedaia
14.55-15.30: inizio salita Passo Pordoi
15.20-16.00: GPM di Passo Pordoi (Cima Coppi)
16.00-16.45: inizio salita Passo Giau
16.30-17.20: GPM di Passo Giau
16.50-17.45: arrivo a Cortina d’Ampezzo
GIROALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.
Ordine d’arrivo quindicesima tappa, Grado – Gorizia
1° Mauro Schmid
2° Mikkel Frølich Honoré a 3″
3° Matteo Moschetti s.t.
4° Maciej Bodnar a 3′12″
5° Guy Niv s.t.
Classifica generale
1° Riccardo Minali
2° Attilio Viviani a 1′04″
3° Samuele Rivi a 6′10″
4° Matteo Moschetti a 6′12″
5° Maximiliano Richeze a 8′11″
Maglia nera: Egan Bernal, 154° a 3h12′12″
STRAFALGAR SQUARE
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
De Luca: “Ancora una velocità pancia a terra”
Pancani: “Caduta nella quale sono rimasti 35 corridori”
Genovesi (parlando delle sabbiature): “Entrando sottopelle i sali della sabbia aiutano i dolori”
Rizzato: “Ha avuto qualche problemi di salute”
Borgato: “Stava andando per vincere la tappa”
Pancani: “Non bisogna mai partire dalla testa”
Borgato: “Stanno guadagnando il terzetto di testa”
Borgato: “Sono già impegnati il terzetto al comando”
Cassani: “Van De Bondt” (Dries De Bondt)
Borgato: “Sta conducendo tutto lui questa discesa”
Borgato: “Stanno per essere ripresi di quel che è rimasto il gruppo inseguitore”
Borgato: “Gli è partito la ruota posteriore”
Traduttrice di Campenaerts: “Siamo l’unica squadra” (probabilmente il belga stava dicendo che erano una squadra unica)
De Stefano: “C’è stata una guerra sui nervi nel finale”
De Stefano: “Alla fine si va chi ha più gambe”
Garzelli: “Ci potranno essere grandi differenza in discesa”
Televideo RAI: “Cataldi” (Cataldo)
Televideo RAI: “L’iniziativa non viene contrastata dal gruppo che si fa distanziare anche di 12 secondi” (minuti)
DISCOGIRO
We Are the World (Michael Jackson, Lionel Richie)
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): GRADO – GORIZIA
maggio 23, 2021 by Redazione
Filed under Approfondimenti
In giorno di domenica non va in scena uno spettacolare tappone di montagna, come ci si potrebbe aspettare, ma si disputa una tappa di trasferimento comunque non banale. Diversi saliscendi caratterizzano il percorso transfrontaliero della Grado – Gorizia, un invito a nozze per i cacciatori di tappe mentre i big si riposeranno alla vigilia del tappone dolomitico di Cortina.
È domenica ma se già vi state pregustando un appassionante tappone di montagna rimarrete delusi. Nel terzo dei tre giorni festivi del Giro 2021 gli organizzatori hanno, infatti, piazzata una normale tappa di trasferimento, rimandando l’appuntamento con le Dolomiti al giorno successivo, quando andrà in scena la Sacile – Cortina. Sarà normale ma non banale questa frazione interlocutoria, a cominciare dalla sua fisionomia “geopolitica” perché nel corso dei 147 Km della Grado-Gorizia si dovrà superare ben otto volte la linea di confine tra Italia e Slovenia, evento eccezionale che non costituisce un record perché nella tappa di Gorizia del Giro del 2001 – che, a parte lo strappo finale, presentava un tracciato totalmente differente da quello odierno – i passaggi dalla dogana furono ben nove. Ma banale questa giornata non lo sarà nemmeno sotto l’aspetto squisitamente tecnico, movimentata com’è da difficoltà altimetriche che ne faranno forse una delle ultime occasioni per i cacciatori di tappe, mentre più improbabile – anche se non da scartare a priori – sarà la possibilità di un arrivo allo sprint. Il nucleo di questa frazione sarà costituito da un vallonato circuito transfrontaliero di una trentina di chilometri che dovrà essere inanellato due volte, anche se saranno tre i passaggi previsti in vetta alla breve ma ripida salita di Gornje Cerovo (1.7 Km all’8.5% con un picco al 15%). Subito dopo l’ultimo scollinamento, quando al traguardo mancheranno poco più di 16 Km, si uscirà dal circuito per rientrare subito in Italia e imboccare la discesa che conduce a Gorizia, dove si attraverserà la periferia cittadina per poi effettuare un ultimo sconfinamento in terra slovena proprio a ridosso del finale. Qui s’incontrerà il traguardo volante ad abbuoni di Nova Gorica immediatamente prima d’intraprendere l’ultima salita prevista dal tracciato, il secco strappo di Kostanjevica, 600 metri all’8,1% che sembrano un ideale trampolino di lancio per sbarazzarsi dei compagni di fuga e tentare di percorrere in solitaria i restanti 3 Km, comprensivi dell’ultimo passaggio dall’ex dogana e da un breve tratto di pavé nel centro storico di Gorizia.

Il monastero sloveno di Kostanjevica a Nova Gorica e l’altimetria della quattordicesima tappa (wikipedia)
L’ANGOLO DELLA STORIA
La storia del Giro a Gorizia passa attraverso quattro capitoli e il primo di questi porta la data del 13 maggio del 1939, l’anno della penultima edizione della Corsa Rosa prima del lungo stop per la guerra. Quel giorno si disputava una cronometro, la dodicesima della storia del Giro, che aveva introdotto questo tipo di gare – prima grande corsa a tappe a farlo – nel 1933. In quell’edizione si è era già disputata una corsa contro il tempo, la difficile cronoscalata del Terminillo (resa ancora più impegnativa dal fondo sterrato) terminata con il successo del piemontese Giovanni Valetti, che aveva staccato di 28” Gino Bartali e che si ripeterà anche sui più vellutati 40 Km della Trieste-Gorizia, vinta a 41.5 Km/h precedendo di 52” un altro toscano, Olimpio Bizzi: alla fine Valetti s’imporrà anche in classifica generale conquistando il suo secondo e ultimo Giro consecutivo con quasi tre minuti di vantaggio su Bartali. Si tornerà nella città friulana nel 1963, quando il 5 giugno il veneto Vendramino Bariviera anticipò di 4” i compagni di fuga sul traguardo della Treviso – Gorizia, disputata in un clima certamente non festoso perché due giorni prima era scomparso Papa Giovanni XXIII e il cattolicissimo Torriani aveva addirittura meditato di sospendere la Corsa Rosa. È, invece, rimasto nella storia il passaggio del Giro da Gorizia nel 1983, non tanto per la vittoria di Moreno Argentin – che piazzò una delle sue stoccate da finisseur a un chilometro e mezzo dall’arrivo e anticipò di un amen la volata del gruppo – quanto per l’episodio del Guttalax che rischiò di far perdere il Giro a Giuseppe Saronni, che alla vigilia della conclusiva cronometro Gorizia – Udine era in maglia rosa con 1’56” sul bresciano Roberto Visentini. Successe che un imprenditore di certo non tifoso del corridore lombardo prezzolò un cameriere dell’albergo nel quale alloggiava Saronni affinché gli versasse il celebre lassativo nella minestra, ma gli stessi titolari dell’hotel avvertirono la polizia che arrestò il cameriere: se il “colpo” fosse andato a segno Beppe avrebbe realmente corso il rischio di perdere quel Giro perché in quella crono Visentini andò comunque meglio del lombardo – che aveva vinto l’altra crono di Parma – e gli affibbiò un ritardo di 49 secondi. Come ricordato più sopra, l’ultimo arrivo goriziano fu quello del 2001, quando l’undicesima tappa prese le mosse dalla località slovena di Bled e come nel 1963 vide andare in porto la fuga di giornata, coronata con il successo dello spagnolo Pablo Lastras.
CIAK… SI GIRO
Cinema, lirica e teatro non vanno molto d’accordo. Sono rare le trasposizioni cinematografiche di opere realizzate prendendo spunto dai lavori di celebri compositori e drammaturghi. Uno dei registi più prolifici in questo senso è stato Franco Zeffirelli, che sul grande schermo ha “osato” portare capolavori come “La bisbetica domata”, “Romeo e Giulietta” e “Amleto” di William Shakespeare, “La Cavalleria rusticana” di Pietro Mascagni, “La Traviata”, l“Otello” e l’”Aida” di Giuseppe Verdi. Anche Pier Paolo Pasolini scelse di cimentarsi in opere del genere e così nel 1967 girò Edipo Re prendendo spunto dall’omonima opera di Sofocle, mentre tre anni più tardi puntò su di un soggetto che sposava sia il teatro, sia la lirica: le vicende di Medea, la figura della mitologia greca che aveva ispirato prima numerose tragedie (come quella, andata perduta, scritta da Ovidio) e poi opere musicali come quella composta nel ‘700 dal toscano Luigi Cherubini. Scritta la sceneggiatura, ora Pasolini dove comporre il cast e per il ruolo della protagonista puntò dritto alla diva per eccellenza dell’opera lirica, la divina Maria Callas, che già da qualche stagione aveva imboccato la via del declino artistico anche a causa di problemi alle corde vocali. Convincerla non fu semplice, sia perché la Callas non aveva mai recitato in un film, sia perché lei mal sopportava certe tematiche scabrose che Pasolini toccava nei suoi film e anche l’omosessualità del regista, che riteneva di poter guarire. Anche lui temeva d’incontrare una donna altezzosa e viziata e invece nacque una sorta d’idillio platonico a prima vista, che più tardi sfocerà anche nella collaborazione per la realizzazione di un secondo film, ispirato all’Orestiade di Eschilo, che però non vide mai la luce anche se i sopralluoghi in Africa in previsione della sua messa in opera saranno comunque filmati e composti in un documentario che sarà presentato fuori concorso al Festival di Cannes nel 1976. Tornando a Medea, Pasolini riuscì così a portare per la prima e unica volta la Callas sui set prescelti per le riprese, che spaziano dalla Cappadocia turca alla città siriana di Aleppo, da Piazza dei Miracoli di Pisa alla laguna di Grado, la cittadina dalla quale scatterà la quindicesima tappa del Giro 2021, dove si girò presso il casone posto sull’isola Mota Safon e che da allora è per tutti il “Casone di Pasolini” anche per perpetuare il ricordo del celebre regista, bolognese di nascita ma friulano nel cuore: l’amata madre Susanna – che fu anche attrice per lui ne “Il vangelo secondo Matteo”, interpretando il ruolo della Madonna – era di Casarsa della Delizia, dove a lungo anche lui abitò e dopo fu sepolto dopo il suo drammatico assassinio (2 novembre 1975).

La divina Callas in uno scena di "Medea" girata nella laguna di Grado
Sul sito www.davinotti.com non sono al momento presenti location di questo film
METEO GIRO
Le previsioni meteo per la tappa del giorno
Grado : nubi sparse, 21°C (percepiti 22°C), vento moderato da S (21 Km/h), umidità al 72%
Mariano del Friuli – traguardo volante (Km 53.7) : nubi sparse con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 20°C, vento moderato da S (17 Km/h), umidità al 77%
Cormons – 1° passaggio (Km 86.1) : nubi sparse con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 20.3°C (percepiti 21°C), vento moderato da S (18 Km/h), umidità al 74%
Cormons – 2° passaggio (Km 117.5) : nubi sparse con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 20.2°C (percepiti 21°C), vento moderato da S (16 Km/h), umidità al 73%
Gorizia: pioggia modesta (0.2 mm), 18.9°C, vento moderato da SSW (10 Km/h), umidità al 78%
GLI ORARI DEL GIRO
12.15: inizio diretta su Raisport
13.15: inizio diretta su Eurosport1
13.15: partenza da Grado
14.00: inizio diretta su Rai2 (dopo circa 30 Km dalla partenza)
14.30-14.45: traguardo volante di Mariano del Friuli
14.50-15.00: primo passaggio di frontiera
14.55-15.10: primo passaggio GPM di Gornje Cerovo
15.40-15.55: secondo passaggio GPM di Gornje Cerovo
16.20-16.45: terzo passaggio GPM di Gornje Cerovo
16.40-17.00: traguardo volante di Nova Gorica
16.46-17.10: arrivo a Gorizia
GIROALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.
Ordine d’arrivo quattordicesima tappa, Cittadella – Monte Zoncolan
1° Albert Torres
2° Callum Scotson a 3″
3° Cameron Meyer s.t
4° Maciej Bodnar s.t.
5° Stefano Oldani a 8″
Classifica generale
1° Riccardo Minali
2° Attilio Viviani a 1′04″
3° Albert Torres a 6′09″
4° Samuele Rivi a 6′10″
5° Umberto Marengo a 8′30″
Maglia nera: Egan Bernal, 159° a 3h11′54″
STRAFALGAR SQUARE
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Pancani: “Arrivi dal punto di vista logistici complicati”
Pancani: “Lo Zoncolan è una salita sulla quale non si può nascondere”
Borgato: “Campo San Felice” (Campo Felice)
Cassani: “La mantellina è l’ultimo momento che si può prendere”
Garzelli (ricordando l’arrivo sulla Zoncolan nel 2003): “Fu una scena dura, difficile”
Cassani: “L’intenzione era quello di entrare in fuga”
Garzelli: “Guerrero” (Guerreiro)
Cassani: “Affini sta tirando questa salita” (sperava di addolcirne la pendenza stiracchiandola?)
Genovesi: “Dopo gli anni 80 di età”
Pancani: “È scivolata un gel per Egan Bernal”
Rizzato: “Vedo un Bernal in una voglia di provare di attaccare”
Borgato: “Impresa Eolo che qui vinse il suo direttore sportivo Ivan Basso” (Fortunato, che corre per la Eolo, si è imposto sullo stesso traguardo dove il suo d.s. Basso vinse nel 2010)
Televideo: “Cacaruso” (Caruso)
DISCOGIRO
Ragazzo fortunato (Jovanotti)
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): CITTADELLA – MONTE ZONCOLAN
maggio 22, 2021 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Oggi i corridori affrontareranno il famigerato Zoncolan, ma in questa occasione sarà risparmiato loro il tremendo versante di Ovaro. Si salirà, infatti, da quello meno impegnativo di Sutrio, che è comunque una signora salita di tutto rispetto, con pendenze interessanti già nel tratto che erroneamente viene ritenuto “facile” e picchi estremi solamente negli ultimi 3 Km, che presentano una media del 13% e una piccante sventagliata al 27%
Stavolta dovremmo accontentarci del lato “B” perché quest’anno Enzo Cainero, da due decenni promotore delle tappe friulane del Giro d’Italia, ha voluto far salire i corridori dal lato “buono” del Monte Zoncolan. Buono è virgolettato perché il versante che sale da Sutrio, pur non essendo nemmeno lontanamente paragonabile a quello tremendo di Ovaro (9.5 Km al 12.3%), non è proprio così gentile come si potrebbe pensare. I suoi numeri sono, infatti, quelli di una signora salita sulla quale uno scalatore può conquistare un bel gruzzoletto sugli avversari, dovendosi superare nel finale un dislivello di quasi 1200 metri, dato che coniugato alla distanza di 13.3 Km fornisce una pendenza media dell’8.9%. La strada che risale le pendici orientali del “Kaiser”, così è stato ribattezzato dagli appassionati il monte carnico, è scomponibile in due parti distinte, con la prima che termina in prossimità del bivio per il rifugio Enzo Moro dopo aver affrontato 9 Km d’ascesa all’8.3%. 1500 metri dalle inclinazioni tenere (media del 4.5%) fanno quindi da antipasto alla ripidissima rampa finale, che ricorda le micidiali rasoiate che s’incontrano salendo da Ovaro e addirittura le supera: in quei 3000 metri conclusivi, che salgono al 13% medio, si raggiunge infatti il picco di pendenza massima più alto dell’intero monte, con la strada che schizza fino al 27% quando mancano 400 metri al traguardo. Lo Zoncolan non sarà l’unica difficoltà altimetrica del tracciato della tappa odierna poiché a una sessantina di chilometri dalla conclusione si dovrà superare la Forcella Monte Rest, più impegnativa nel versante della discesa rispetto a quello della salita (10.5 Km al 5.9%): al Giro del 1987 percorrendo quella ripida e stretta picchiata di quasi 6 Km all’8% andò in scena lo storico attacco dell’irlandese Stephen Roche al suo capitano in maglia rosa Roberto Visentini, episodio passato alla storia con il nome di “tradimento di Sappada” dal nome della località dove quella frazione terminò con la vittoria dell’olandese Johan van der Velde e il ritorno di Roche al vertice della classifica.

Il “plateau” del Monte Zoncolan e l’altimetria della tredicesima tappa (www.montagnadiviaggi.it)
L’ANGOLO DELLA STORIA
Il Monte Zoncolan ha una madrina perché è stata una donna la prima a tenere a battesimo il “Kaiser”. Cinque anni prima dell’approdo dei professionisti, infatti, nel 1997 questa salita ospitò l’arrivo di una tappa del Giro d’Italia femminile conquista dalla toscana Fabiana Luperini, alla quale fu però risparmiato il tratto finale perché in quell’occasione il traguardo era fissato presso il Rifugio Moro. Fu percorsa fino in vetta, invece, al Giro del 2003, quando il primo professionista a metter vittoriosamente le ruote in vetta allo Zoncolan fu il trentino Gilberto Simoni, che al traguardo precedette di 34” il varesino Stefano Garzelli e di 39” il toscano Francesco Casagrande. In entrambi i casi si salì da Sutrio, anche se per il 2003 Cainero aveva proposto il versante di Ovaro, rigettato dall’allora direttore del Giro Carmine Castellano perché riteneva improponibili in corsa le basse gallerie finali, sotto le quali non sarebbero potute transitare né le ammiraglie con le bici montate sul tetto, né i camion che trasportavano le transenne. Fu il suo successore Angelo Zomegnan a risolvere il problema decidendo che le auto si sarebbero fermate ai piedi della salita, che il servizio tecnico sarebbe stato offerto dalle moto e che al posto delle transenne ci sarebbe stato il “cordone umano” degli Alpini. Così nel 2007 per la prima volta nella storia fu proposto il micidiale versante occidentale, in cima al quale tornò ancora a imporsi Simoni, al quale seguì Ivan Basso nel 2010. L’anno successivo, quando s’impose sullo spagnolo Igor Antón, Zomegnan e Cainero vollero “strafare” abbinando lo Zoncolan al vicino Monte Crostis, tolto dal tracciato all’ultimo momento a causa delle proteste dei direttori sportivi che lamentavano il fatto che non avrebbero potuto seguire i corridori dalle ammiraglie per quasi 50 Km, essendo queste state escluse da entrambe le ascese. In seguito gli arrivi sul “Kaiser” saranno più cadenzati nel tempo e si avranno così le vittorie dell’australiano Michael Rogers nel 2014 e del britannico Chris Froome nel 2018, stesso anno nel quale anche il Giro femminile tornerà sullo Zoncolan, stavolta salendo dal versante di Ovaro, che sarà domato dall’autentica dominatrice di quell’edizione, l’olandese Annemiek van Vleuten.
CIAK… SI GIRO
In occasione della tappa di Termoli avevamo parlato di location dalla duplice natura perché per “Il viaggio” si erano utilizzati due luoghi differenti per scene che nella finzione cinematografica erano ambientate nel medesimo luogo. Ma in passato è capitato che se ne usassero anche tre o quattro di location diverse ed è quel che fece, per esempio, nel 1976 il regista Flavio Mogherini quando decise di trarre un film da “Un coperto in più”, commedia teatrale che quattro anni prima era stata scritta da Maurizio Costanzo e portata in scena dall’attore e regista napoletano Carlo Giuffrè, che vi recitò assieme al fratello Aldo. Mogherini ne rivoluzionò la trama, cambiò il luogo dove si svolge la vicenda e ne mutò il titolo in “Culastrisce nobile veneziano”, film che racconta le vicissitudini del marchese Luca Maria Sbrizon (Marcello Mastroianni), vedovo ma convito che sia ancora in vita accanto a lui la defunta consorte Luisa, interpretata da Claudia Mori, moglie di Adriano Celentano. Per la dimora di “Culastrisce” il regista aveva davvero l’imbarazzo della scelta per il gran numero di ville che punteggiano le terre che il gruppo solcherà nel tratto iniziale di questa tappa e alla fine non seppe decidersi perché quella che nel film sembra un’unica villa nelle realtà sono tre differenti, tra l’altro situate in tre provincie diverse. La parte del leone la fa Villa Almerico Capra di Vicenza, più nota come “La Rotonda” e le cui inquadrature rappresentano gli esterni della dimora del marchese. Per le scene girate nel vasto parco circostante, invece, ci si spostò tra il laghetto di Villa Barbarigo a Valsanzibio (Padova) e la serra di Villa Revedin Bolasco a Castelfranco Veneto (Treviso), centro che i “girini” attraverseranno subito dopo la partenza da Cittadella. E non è finita qui perché altre ville compaiono nel film….

La serra di Villa Revedin Bolasco a Castelfranco Veneto, parte del "mosaico" di ville venete che compongono la dimora del marchese Sbrizon in "Culastrisce nobile veneziano" (www.davinotti.com)
Cliccate qui per scoprire le altre location del film
https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/culastrisce-nobile-veneziano/50004830
METEO GIRO
Le previsioni meteo per la tappa del giorno
<Cittadella: cielo coperto, 18°C, vento debole da SSW (5 Km/h), umidità al 66%
Spresiano (Km 43.3) : cielo coperto, 18.7°C, vento moderato da S (11-13 Km/h), umidità al 62%
Castello di Caneva – GPM (Km 76.9) : cielo coperto con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 17.8°C, vento moderato da S (11-12 Km/h), umidità al 71%
Meduno – traguardo volante (120.6 Km): pioggia modesta (0.5 mm), 15.1°C (percepiti 16°C), vento moderato da S (15-17 Km/h), umidità al 83%
Priuso (161.5 Km): temporale con pioggia consistente (1.5 mm), 13.6°C, vento moderato da S (20-24 Km/h), umidità al 95%
Arta Terme – traguardo volante (186.3 Km): temporale con pioggia consistente (1.5 mm), 13.5°C, vento moderato da S (19-25 Km/h), umidità al 93%
Monte Zoncolan: pioggia modesta (0.5 mm), 5.9°C, vento moderato da SSW (18-23 Km/h), umidità al 97%
GLI ORARI DEL GIRO
10.15: inizio diretta su Raisport
11.25: inizio diretta su Eurosport1
11.30: partenza da Cittadellla
13.20-13.35: GPM di Castello di Caneva
14.00: inizio diretta su Rai2 (dopo circa 107 Km dalla partenza)
14.25-14.40: traguardo volante di Meduno
15.15-15.40: GPM di Forcella Monte Rest
16.05-16.35: traguardo volante di Arta Terme
16.15-16.45: inizio salita Monte Zoncolan
16.55-17.35: arrivo sul Monte Zoncolan
GIROALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.
Ordine d’arrivo tredicesima tappa, Ravenna – Verona
1° Samuele Rivi
2° Albert Torres a 43″
3° Jai Hindley s.t.
4° Chris Hamilton s.t.
5° Victor Lafay s.t.
Classifica generale
1° Riccardo Minali
2° Attilio Viviani a 5″
3° Dylan Groenevegen a 5′15″
4° Samuele Rivi a 6′58″
5° Umberto Marengo a 7′50″
Maglia nera: Egan Bernal, 164° a 2h36′47″
STRAFALGAR SQUARE
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Professor Fagnani: “La tappa si svolgerà senza fenomeni avversivi” (avversi)
Bastianelli (direttore Agenzia Nazionale del Turismo): “Questa sarà un’estata”
Genovesi: “Vicino a Learco Guerra è nato Virgilio”
Borgato: “Si accumulano le fatica”
Borgato: “Ieri gli era stata data questa novità” (notizia)
Pancani: “Bagnolo sul Vito” (Bagnolo San Vito)
Borgato: “Si stanno guardandi tutti”
Borgato: “Corsa Porta Nuova” (corso)
Borgato: “L’organizzazioni delle squadre”
Pancani: “Bagni di Romagna”
Pancani: “Sono andati a 40 e 800 nella media di gara”
Pancani: “Campenaerts prova a mettere in fuga il gruppo” (in fila)
DISCOGIRO
Finalmente io (Irene Grandi)
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): RAVENNA – VERONA
maggio 21, 2021 by Redazione
Filed under Approfondimenti
È la “Dante Stage” ma non solo. Nella tredicesima tappa del Giro, oltre ad omaggiare l’autore della Divina Commedia nel 700° anniversario della morte, si festeggerà il novantesimo compleanno della maglia rosa con il passaggio dalle terre natale di Learco Guerra, il corridore che per primo ebbe l’onore di indossare il prestigioso indumento, conquistandolo proprio sulle strade di casa. Poi tutti a gustarsi quello che sarà molto probabilmente l’ultimo arrivo in volata di questa edizione.
Quest’anno c’era da celebrare il 700° anniversario della morte di Dante Alighieri e gli organizzatori avevano due scelte: ricordare il Divin Poeta disegnando un tappone infernale o una frazione più paradisiaca e alla fine s’è scelta questa strada, collegando in poco meno di 200 Km privi di qualsivoglia difficoltà altimetrica due centri cari ai dantisti. Si partirà così da Ravenna – dove l’Alighieri trascorse gli ultimi anni di vita, morì stroncato dalla malaria e dove è sepolto – per veleggiare in direzione di Verona, dove l’autore della Divina Commedia soggiornò per cinque anni presso la corte scaligera su espresso invito di Cangrande I Della Scala. In mancanza di divagazioni in salita strada facendo ci si potrà “distrarre” con un’altra celebrazione, quella del novantesimo compleanno della maglia rosa, assegnata per la prima volta nel 1931. Quell’anno il Giro lo vinse il piemontese Francesco Camusso, ma il primo ad avere l’onore di indossarla fu Learco Guerra, che il 10 maggio 1931 s’impose nella tappa d’apertura, Milano – Mantova, precedendo allo sprint Alfredo Binda e Michele Mara. Proprio da Mantova i corridori transiteranno mancheranno circa 40 Km all’arrivo e poco prima si sarà affrontato il secondo dei due traguardi volanti giornalieri a Bagnolo San Vito, il comune d’origine di Guerra, nato il 14 ottobre 1902 nella vicina frazione San Nicolò Po. Un’ora più tardi assisteremo in quel di Verona ad un appassionante arrivo in volata che si annuncia particolarmente combattutto perchè sarà l’ultimo di questa edizione: da qui a Milano il percorso non offrirà più occasioni per i velocisti.

L’isolata chiesa campestre di San Nicolò Po, paese natale di Learco Guerra, e l’altimetria della tredicesima tappa (Google Street View)
L’ANGOLO DELLA STORIA
Verona si colloca alla settima posizione nella classifica della città più toccate dal Giro, a pari quota con Trieste e preceduta in ordine crescente da Bologna, Firenze e Genova (anche queste ex aequo), Torino, Napoli, Roma e dall’irraggiungibile Milano. La prima conclusione all’ombra dell’Arena porta la data del 30 maggio 1924, quando il milanese Arturo Ferrario vinse quella che era la penultima tappa di quell’edizione, disputata solo da corridori “individuali” e vinta dal piemontese di natali americani Giuseppe Enrici. A Verona la Corsa Rosa tornerà stabilmente nei tre anni successivi, quando questo traguardo sarà rispettivamente di Costante Girardengo (1925) e per due volte di Alfredo Binda (1926 e 1927), poi non se ne parlerà più fino al 1940, l’anno della prima vittoria di Fausto Coppi alla vigilia del lungo stop causato dalla seconda guerra mondiale, quando sarà il suo capitano Gino Bartali a tagliare per primo la linea d’arrivo. Verona sarà presente anche nel tracciato del Giro della Rinascita (1946; vittoria del friulano Oreste Conte), poi si dovranno attendere undici anni per rivedere la corsa sulle strade della città veneta e in un’occasione particolare perché sarà Verona ad “assegnare” la prima maglia rosa nel 1957 accogliendo l’arrivo della tappa d’apertura, conquistata allo sprint dal belga Rik Van Steenbergen. Proseguendo con le edizioni del Giro nel 1959 arriverà la vittoria dello spagnolo Miguel Poblet, nel 1960 quella del francese André Darrigade, mentre per vedere un italiano tornare a sfrecciare vittorioso su questo traguardo bisognerà aspettare il 1964, anno della vittoria del trevigiano Vendramino Bariviera. Tre anni più tardi Torriani porterà per la prima volta il Giro all’interno dell’Arena, sede d’arrivo di una tappa a cronometro di 45 Km scattata da Mantova e vinta dal danese Ole Ritter. 19 anni dopo la vittoria di Van Steenbergen un altro Rik che vien dal Belgio, Van Linden, farà suo il traguardo veronese nel 1973, poi arriveranno le affermazioni del parmense Ercole Gualazzini nel 1979 e del norvegese Knut Knudsen nel 1981, anche stavolta al termine di una cronometro che approdava all’interno dell’Arena, ma che prevedeva la partenza da Soave. Tra le medesime località e sul medesimo tracciato di 42 Km si tornerà a gareggiare in occasione dell’ultima tappa del Giro del 1984, la storica frazione del “sorpasso” in extremis di Francesco Moser ai danni del francese Laurent Fignon, evento il cui clamore spinse Torriani ad assegnare a Verona anche il cronoprologo dell’edizione successiva, pure conquistato dal corridore trentino. Dopo la tappa del 1997, che propose in anteprima il circuito dei mondiali del 1999 e che terminò con la vittoria in solitaria del bergamasco Mirco Gualdi, tutti i successivi ritorni del Giro a Verona saranno all’insegna del tic-tac, con frazioni a cronometro che sono state nell’ordine conquistate dal bergamasco Paolo Savoldelli nel 2007, dallo svedese Gustav Erik Larsson nel 2012 e dallo statunitense Chad Haga nel 2019, mentre nel 2012 le strade della città scaligera ospitarono una cronometro a squadre – prima tappa italiana di quell’edizione, partita dalla Danimarca – vinta dalla formazione statunitense Garmin-Barracuda.
CIAK… SI GIRO
Non sappiamo se Learco Guerra fosse un appassionato di cinema. Ma se, nell’autunno del 1949, fosse andato ad assistere alla proiezione de “Il mulino del Po” di sicuro non fatichiamo a immaginarcelo compiere un salto sulla poltrona e provare un tuffo al cuore nel riconoscere luoghi a lui cari. Per le riprese del film ispirato al terzo dei tre volumi che all’epoca componevano l’omonimo romanzo di Riccardo Bacchelli, pubblicato in forma unitaria solamente nel 1957, il regista Alberto Lattuada non scelse di girare nella zona del delta del Po, dove il romanzo era ambientato, ma optò per le campagne mantovane, forse perché più vicine alle grandi città e meglio raggiungibili con gli ingombranti mezzi utilizzati dalle produzioni cinematografiche. Così per una delle principali location del film, la fattoria di padron Clapassòn nella quale lavorano come braccianti i membri dei Verginesi (una delle due famiglie protagoniste, antagonista degli Scacerni) fu scelta la Corte Arrigona, complesso rurale situato nelle campagne di Bagnolo San Vito, il paese del quale era originario Guerra, che come ricordavamo più sopra era nato nella frazione di San Nicolò Po: proprio la piccola chiesetta intitolata a San Nicola, nella quale Learco era stato battezzato poche ore dopo la nascita, fa la “comparsa” sullo sfondo di una scena secondaria del film, nella quale i Verginesi rifiutano di rispondere al saluto di un componente dell’avversaria famiglia, colpevole di non aver aderito alla “Lega dei Lavoratori”.

La chiesetta di San Nicolò Po, nella quale fu battezzato Learco Guerra, fa da "comparsa" in una scena del "Il mulino del Po" (www.davinotti.com)
Cliccate qui per scoprire le altre location del film
https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/il-mulino-del-po/50012369
METEO GIRO
Le previsioni meteo per la tappa del giorno
Ravenna: poco nuvoloso, 23.2°C (percepiti 24°C), vento debole da SW (8-11 Km/h), umidità al 32%
Argenta (Km 34) : poco nuvoloso, 25.2°C (percepiti 26°C), vento debole da SW (8-9 Km/h), umidità al 23%
Ferrara – traguardo volante (Km 67.5): cielo sereno, 25.4°C, vento debole da SW (7-8 Km/h), umidità al 23%
Bergantino (110.4 Km): poco nuvoloso, 25°C, vento debole da SW (6-8 Km/h), umidità al 26%
Bagnolo San Vito – traguardo volante (144.6 Km): poco nuvoloso, 25.5°C, vento moderato da SW (12 Km/h), umidità al 24%
Verona: nubi sparse, 24°C, vento moderato da SW (12-15 Km/h), umidità al 28%
GLI ORARI DEL GIRO
11.15: inizio diretta su Raisport
12.20: inizio diretta su Eurosport1
12.25: partenza da Ravenna
14.00: inizio diretta su Rai2 (dopo circa 60 Km dalla partenza)
14.05-14.15: traguardo volante di Ferrara
15.50-16.10: traguardo volante di Bagnolo San Vito
17.00-17.25: arrivo a Verona
GIROALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.
Ordine d’arrivo dodicesima tappa, Siena – Bagno di Romagna
1° Łukasz Wiśniowski
2° Matteo Jorgenson s.t.
3° Mauro Schmid s.t.
4° Valerio Conti a 2″
5° Riccardo Minali s.t
Classifica generale
1° Riccardo Minali
2° Attilio Viviani a 5″
3° Dylan Groenevegen a 5′15″
4° Umberto Marengo a 7′48″
5° Samuele Rivi a 9′53″
Maglia nera: Egan Bernal, 164° a 2h36′47″
STRAFALGAR SQUARE
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Saligari: “Ecco le immagini che lo hanno portato al ritiro”
Barresi: “Bagno di Romana”
Pancani: “L’ospedale di Careggi è stato sottoposto a vari esami”
Borgato: “Alfredo Martini è stato il padre e il nonno di molti corridori”
Pancani: “Simone Petilli era nelle ammiraglie”
Genovesi: “Comune di Bagno di Santa Sofia” (Santa Sofia e Bagno di Romagna sono due comuni distinti, toccati nel finale)
Pancani: “Elia Viviani ha fatto poco fa un nome” (correndo non poteva parlare con i giornalisti)
Pancani: “Coppia formata da Edet Visconti”
Televideo RAI: “Il gruppo lascia fare i fuggitivi”
Televideo RAI: “Honore” (Honorè)
DISCOGIRO
Escape to Victory (Bill Conti, colonna sonora del filmn “Fuga per la vittoria”)
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): SIENA – BAGNO DI ROMAGNA
maggio 20, 2021 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Al tappone degli sterrati segue a ruota l’ultima frazione disegnata sugli Appennini. Il percorso è ben infarcito di difficoltà e, sebbene non appaia come selettivo, potrebbe lasciare il segno in classifica se qualche big non avesse digerito la giornata di Montalcino
Il Giro saluta gli Appennini con l’ultimo dei due “tapponi” disegnati sulla catena montuosa che rappresenta la spina dorsale della penisola italiana, una frazione apparentemente innocua ma in realtà doppiamente delicata. Il percorso può sembrare poco promettente perché la sua ossatura ricalca quello della tappa terminata a Bagno di Romagna nel 2017 e conclusasi con un nulla di fatto in classifica e la vittoria di uno dei fuggitivi di giornata. Le salite della prima parte saranno le stesse mentre è stato tagliato il circuito finale che prevedeva la lunga e pedalabile ascesa al Monte Fumaiolo e così si troverà più vicina al traguardo l’ascesa del Colle del Carnaio, che presenta pendenze interessanti nella prima parte. Il problema principale di questa giornata sarà, però, rappresentato dalla vicinanza con la tappa degli sterrati disputata poche ore prima e che molti potrebbero non avere ancora smaltito, con il rischio di incappare in imprevisti distacchi in questa frazione, che è anche molto più lunga rispetto a quella del 2017: questa sarà, infatti, la prima delle quattro tappe del Giro 2021 nelle quali si supereranno i 200 Km di gara. Percorsi i primi 76 Km senza incontrare grosse difficoltà, a parte i saliscendi del Chianti da scavalcare in partenza, si renderà omaggio ad Alfredo Martini nel centesimo anniversario della nascita e proprio all’uscita dalla sua Sesto i corridori incontreranno la prima delle quattro salite che caratterizzano il tracciato, che è anche quella fornita della pendenza massima più elevata, perché si tocca un picco del 19% nell’affrontare i 7.6 Km al 6.6% del Monte Morello, al cui inizio s’incontra un troncone di 2 Km e mezzo all’11.2% di media. Una trentina di chilometri più avanti si attaccherà quella che è la salita più lunga di questa frazione, che in 17 Km al 5.7% condurrà i “girini” sino ai 1060 metri del Passo della Consuma; di poco più breve sarà il successivo Passo della Calla (15.3 Km al 5.5%), svalicato il quale la Corsa Rosa tornerà sulle strade della Romagna una settimana dopo l’arrivo della tappa di Cattolica. È a questo punto che i corridori si troveranno a fare i conti con una salita non durissima ma che potrebbe lasciare il segno, soprattutto se qualche corridore non avesse ancora digerito lo sterrato di ieri e qualcun altro deciderà proprio ora di alzare il ritmo: son poco meno di 11 Km al 5.1% che celano un cuore di 3 Km al 9.5% che, a soli 9 Km e mezzo dal traguardo, potrebbe per davvero provocare un piccolo Carnaio.

Il lago di Ridracoli a Bagno di Romagna e l’altimetria della dodicesima tappa (TripAdvisor)
L’ANGOLO DELLA STORIA
Abbiamo già accennato all’arrivo del Giro 2017 a Bagno di Romagna, dove a tagliare per primo il traguardo fu lo spagnolo Omar Fraile, che precedette allo sprint il portoghese Rui Costa e il francese Pierre Rolland mentre l’olandese Tom Dumoulin conservò agevolmente la maglia rosa che aveva conquistato il giorno prima al termine della cronometro di Foligno e che vestirà anche sul traguardo finale di Milano dopo averla ceduta per un paio di giorni al colombiano Nairo Quintana. Tra le ascese che si dovranno affrontare quella con il curriculum più nutrito è il Passo della Consuma, che dal 1933 – anno dell’istituzione della classifica dei Gran Premi della Montagna – a oggi è stata inserita nove volte nel percorso della Corsa Rosa. A inaugurare questo passaggio fu nel 1934 Francesco Camusso, il corridore piemontese che nel 1931 aveva vinto la prima edizione del Giro nel quale era prevista l’assegnazione della maglia rosa e che scollinò in testa sulla Consuma nel corso della Rimini – Firenze, vinta dal mantovano Learco Guerra. Gli altri corridori che “incideranno” il loro nome sul fondo stradale della Consuma saranno il toscano Primo Volpi nel 1940, il bergamasco Armando Pellegrini nel 1959, l’elvetico Ueli Sutter nel 1978, il belga Lucien Van Impe nel 1983, il piemontese Marco Della Vedova nel 1996, il colombiano José Jaime “Chepe” González nel 2000, il laziale Stefano Pirazzi nel 2013 e il belga Laurens De Plus nella citata tappa di Bagno di Romagna del 2017.
CIAK… SI GIRO
Probabilmente non se lo aspettava nemmeno lui un successo così strepitoso. Quando nel 1996 Leonardo Pieraccioni si mise dietro la macchina da presa per girare il suo secondo film da regista arrivava dall’esperienza de “I laureati”, che l’anno precedente gli aveva permesso di incassare 13 miliardi di lire dopo averne spesi due per la produzione della pellicola. Ma di certo non avrebbe potuto immaginare che “Il ciclone” di miliardi gliene avrebbe portati ben 75 di miliardi, facendo di quel film uno dei più visti di quella stagione, un vero e proprio cult con diversi appassionati di “cineturismo” che ancora oggi si recano in pellegrinaggio sui luoghi delle riprese, che vedono in cima alla lista la Giuncaia, il casale nel quale abita la famiglia protagonista, che si trova nel comune aretino di Laterina e che è parte della tenuta di Villa Monsoglio, spettacolare location che molte coppie scelgono per svolgervi il loro matrimonio. Lungo il percorso di questa tappa, esattamente dove finisce la discesa della Consuma e inizia la successiva salita verso la Calla, si attraverserà il piccolo borgo di Stia, comune autonomo all’epoca delle riprese e dal 2014 divenuto una delle due principali frazioni del municipio di Pratovecchio Stia. È nella centralissima Piazza Tanucci che furono filmate diverse scene, come quella nella quale Levante (Pieraccioni) ode il frastuono provenente dal suo casale, scambiato per agriturismo da un gruppo di ballerine di flamenco e dal loro impresario: così nella finzione, ma sarebbe stato impossibile nella realtà perché tra Stia e il casale della Giuncaia ci sono quasi 60 Km e di mezzo un’alta montagna, il massiccio del Pratomagno.

Leonardo Pieraccioni scorrazza in motocicletta in Piazza Tanucci a Stia nelle sequenze d'apertura del film campione d'incassi "Il ciclone" (www.davinotti.com)
Cliccate qui per scoprire le altre location del film
https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/il-ciclone/50003478
METEO GIRO
Le previsioni meteo per la tappa del giorno
Siena: cielo sereno, 18.2°C (percepiti 19°C), vento debole da NNE (6 Km/h), umidità al 48%
Greve in Chianti (Km 35.7) : cielo sereno, 19.6°C, vento debole da NNE (8-9 Km/h), umidità al 42%
Sesto Fiorentino – traguardo volante (Km 76.5): cielo sereno con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 22.7°C, vento debole da NNE (6 Km/h), umidità al 39%
Passo della Consuma (GPM – 132.6 Km): cielo sereno, 17.4°C, vento debole da NNE (9-11 Km/h), umidità al 39%
Passo della Calla (GPM – 163.9 Km): cielo sereno, 12.9°C, vento debole da NNE (8 Km/h), umidità al 37%
Bagno di Romagna: cielo sereno, 18.5°C, vento debole da NNE (7-8 Km/h), umidità al 35%
GLI ORARI DEL GIRO
10.15: inizio diretta su Raisport
11.15: inizio diretta su Eurosport1
11.20: partenza da Siena
13.10-13.20: traguardo volante di Sesto Fiorentino
13.30-13.45: GPM di Monte Morello
14.00: inizio diretta su Rai2 (dopo circa 100 Km dalla partenza)
14.50-15.20: GPM di Passo della Consuma
15.45-16.20: GPM di Passo della Calla
16.20-16.55: traguardo volante di Santa Sofia
16.45-17.25: GPM di Passo del Carnaio
16.55-17.35: arrivo a Bagno di Romagna
GIROALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.
Ordine d’arrivo undicesima tappa, Perugia – Montalcino (Brunello di Montalcino Wine Stage)
1° Gino Mäder
2° Simone Consonni a 7″
3° Dylan Groenevegen a 12″
4° Alexander Krieger s.t.
5° Cameron Meyer s.t.
Classifica generale
1° Attilio Viviani
2° Riccardo Minali a 58″
3° Dylan Groenevegen a 5′10″
4° Umberto Marengo a 7′43″
5° Samuele Rivi a 9′48″
Maglia nera: Egan Bernal, 170° a 2h20′51″
STRAFALGAR SQUARE
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Brocci: “Il percorso è tutto cartellato” (cartellonato)
Borgato: “È difficile controllare il mezzo e la bici”
Borgato: “Arrivano in un gruppo compatto”
Cassani: “Le coperture” (i copertoncini)
Borgato: “Si troveranno bene chi useranno i tubeless”
Borgato: “Uomini dell’IEF” (EF)
Genovesi: “Le terre dell’Etrua” (Etruria)
Pancani: “Caduta scivolata per Battaglin”
Televideo RAI: “Vanoucke” (Vanhoucke)
Comunicato stampa RCS Sport: “La maglia rosa è arrivato”
Comunicato stampa RCS Sport: “Il debuttante svizzero ha attacato”
DISCOGIRO
Centro di gravità permanente (Franco Battiato)
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): PERUGIA – MONTALCINO (Brunello di Montalcino Wine Stage)
maggio 19, 2021 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Dopo il primo giorno di riposo si disputa una delle tappe più temute dell’edizione 2021, quella degli sterrati nel senese. Nel finale si dovranno percorrere ben 35 Km lontani dall’asfalto, abbinati alla doppia scalata al Passo del Lume Spento. Una giornata cruciale sulla via della maglia rosa, dove strade bianche e pendenze in doppia cifra collaboreranno alla creazione di una selezione che, per qualcuno, potrebbe essere fatale
Le stelle sono sinonimo di lusso, ma sono nelle classificazioni alberghiere. In campo ciclistico significano esattamente l’opposto e, ad esempio, le utilizzano gli organizzatori della Parigi-Roubaix per classificare i settori di pavé, assegnandone il massimo a quelli più celebri e sconnessi, la Foresta dell’Arenberg, il tratto di Mons-en-Pévèle e il Carrefour de l’Arbre. Al Giro, invece, lo stesso sistema è adottato per le tappe e quella in programma oggi tra Perugia e Montalcino ne ha acquistate quattro, un passo sotto l’eccellenza, che in questa edizione caratterizzerà il tappone dolomitico di Cortina e la frazione dell’Alpe Motta. Ma oggi non sono previste grandissime salite, oggi a togliere il sonno ai corridori che puntano alla vittoria finale sarà lo sterrato perché nel finale ne sono stati inseriti quattro tratti per un totale di 35 Km di “strade bianche” e mai se ne sono stati visti così tanti dal 2005, l’anno nel quale il Giro ha ripreso a riproporre questo tipo di tracciati dal sapore antico, che un tempo costituivano il pane quotidiano delle competizioni ciclistiche. Fino a 70 Km dal traguardo si pedalerà sul velluto poi s’imboccherà il primo dei quattro settori di sterrato, 9 Km in lieve discesa tra i vigneti del Brunello, al quale è dedicata quest’anno la “wine stage”. Il secondo tratto sarà il più impegnativo, coincidente quasi per intero con la prima delle due ascese al Passo del Lume Spento, 13 Km al 3.6% dei quali solamente gli ultimi 900 metri si percorreranno su asfalto, mentre i primi 5 Km saranno i più difficili, caratterizzati da un “cuore di pietra” di 2.5 Km all’8,1% e da un picco al 16% che parecchia selezione provocò nella tappa di Montalcino del Giro del 2010, resa ancora più dura dal maltempo che trasformò in fango lo sterrato. Quel giorno non si percorrevano i due tratti che i “girini” del 2021 affronteranno consecutivamente qualche chilometro più avanti, come quello in leggera ascesa di 7.6 Km che inizierà subito dopo il traguardo volante con abbuoni di Castelnuovo dell’Abate, a un tiro di schioppo dalla millenaria di Abbazia di Sant’Antimo. Subito dopo uno strappo di 1200 metri all’8.1% costituirà l’ouverture dell’ultimo troncone sterrato, lungo 5 Km e che terminerà esattamente ai piedi della seconda ascesa al Lume Spento, stavolta affrontata da un versante totalmente asfaltato ma che sarà non meno facile del precedente perché nei primi 2 Km la strada sale al 9.1% medio. Raggiunta la cima del passo mancheranno poco meno di 4 Km al traguardo e, quel punto, non ci saranno praticamente possibilità per neutralizzare i “danni” provocati dallo sterrato: a Montalcino il “lume” del Giro potrebbe per davvero spegnersi e per diversi dei pretendenti al soglio rosa.

Il primo dei quattro tratti di sterrato e l’altimetria dell’undicesima tappa (Google Street View)
L’ANGOLO DELLA STORIA
Due volte il Giro è arrivato a Montalcino, la prima nel 1987 quando – al termine di una tappa disputata interamente su asfalto – s’impose Moreno Argentin, che precedette di una manciata di secondi Flavio Giupponi e la maglia rosa Stephen Roche; nella citata tappa del 2010, invece, a cogliere il successo sarà l’australiano Cadel Evans, anche lui vincitore con un esiguo vantaggio su Damiano Cunego e il kazako Alexandre Vinokurov. Nell’odierna puntata di questa rubrica andremo, invece, alla scoperta della “riscoperta” dello sterrato, che il Giro aveva abbandonato alla fine del secolo scorso in seguito all’asfaltatura, nell’estate del 1999, degli ultimi tratti rimasti “nudi” del Gavia. Così nel 2005 Angelo Zomegnan, al suo primo anno da direttore del Giro, inserì nella penultima tappa (Savigliano – Sestriere, vinta dal venezuelano José Rujano) la salita del Colle delle Finestre per esaudire un sogno del suo predecessore Carmine Castellano. Ripreso gusto con lo sterrato, l’anno successivo si replicò inserendo l’arrivo in salita al Plan de Corones, annullato all’ultimo momento a causa del maltempo che costrinse l’organizzazione ad anticipare il traguardo al sottostante Passo Furcia, dove s’impose Leonardo Piepoli. Il 2007 fu l’anno della prima edizione della “Monte Paschi Eroica”, la corsa che tre stagioni più tardi muterà definitivamente il nome in “Strade Bianche”, mentre al Giro di sterrato ce ne fu soltanto uno “sputo”, quello del piazzale di Caprera dal quale scattò la cronosquadre iniziale della Maddalena, vinta dalla Liquigas. Per riuscire a vedere un arrivo in vetta al Plan de Corones bisogna attendere il 2008, quando sarà prescelto come sede d’arrivo di una cronoscalata, vinta da Franco Pellizotti e replicata anche nel 2010 (l’anno della citata tappa di Montalcino), quando a vincerla sarà Stefano Garzelli. Il 2011 sarà l’anno del ritorno sul Colle delle Finestre, nel finale della Verbania – Sestiere vinta dal bielorusso Vasil’ Kiryenka, ma anche nella prima parte della corsa erano stati inseriti diversi settori di sterrato nella tappa Piombino – Orvieto, conquistata dall’olandese Pieter Weening, e pure il finale del tappone dolomitico delle Torri del Vajolet (vinta dallo spagnolo Mikel Nieve) prevedeva 100 metri di strada bianca subito prima del traguardo. Nel 2012 sarà la tappa Urbino – Porto Sant’Elpidio, vinta dal colombiano Miguel Ángel Rubiano, a proporre lo sterrato lungo la salita al Passo della Cappella, poi nel tormentato (meteorologicamente) Giro del 2013 si troverà strada bianca soltanto nel piazzale dove sarà fissato l’arrivo dello Jafferau, sopra Bardonecchia, traguardo che sarà tagliato in prima persona da Mauro Santambrogio, anche se dopo la squalifica per doping del corridore lombardo la vittoria sarà assegnata a Vincenzo Nibali. Saltato il turno nel 2014 (come nel 2009, nel 2017, nel 2019 e nel 2020) si tornerà a pedalare sullo sterrato nel 2015, quando il Giro proporrà per la terza volta nella storia il Colle delle Finestre nella Saint-Vincent – Verbania, conquistata da Fabio Aru. Nel 2016 la Corsa Rosa andrà alla scoperta di una strada bianca toscana poco nota, quella dell’Alpe di Poti, inserita nelle battute conclusive della frazione Foligno – Arezzo vinta da Gianluca Brambilla, mentre il 2018 sarà l’anno della fantastica impresa di Chris Froome sul Colle delle Finestre nella Venaria Reale – Jafferau, al momento ultima volta del Giro sul colle piemontese e anche ultima presa di contatto con le strade bianche alla Corsa Rosa. Ma quest’anno torneranno…. eccome se torneranno!!
CIAK… SI GIRO
In questi periodi di pandemia molti saranno andati con il pensiero al “Decameron” di Boccaccio, la raccolta di novelle che lo scrittore toscano radunò tra il 1349 e il 1351 e che immaginò raccontate da un gruppo di ragazzi fuggiti dalla Firenze ammorbata dalla peste nera e riparati in una villa fuori città. L’opera del Boccaccio ispirò una serie di film, il più celebre dei quali fu girato da Pier Paolo Pasolini nel 1971; a questo ne seguirono altri decisamente più volgari, che diedero vita al filone definito “decamerotico”, genere dal quale però sfugge l’ultima pellicola in ordine di tempo dedicata alle novelle boccaccesche. È “Maravaglioso Boccaccio” del 2015, diretto da Paolo e Vittorio Taviani e ultimo film girato in coppia dai due fratelli prima della morte di Paolo nel 2018. Ispirato a cinque delle cento novelle del Decameron, è stato in gran parte girato nelle terre che saranno attraversate dai “girini” (Montepulciano, Pienza, la stessa Montalcino) e alcune riprese si sono svolte proprio lungo una delle numerose strade bianche che solcano la zona delle Crete Senesi: è quella che conduce all’isolata e deliziosa Cappella della Madonna di Vitaleta, vicino a San Quirico d’Orcia, all’interno della quale viene abbandonata Monna Catalina, ritenuta morta di peste ma in realtà soltanto assopitasi dopo aver contratto il tremendo morbo.

La deliziosa Cappella della Madonna di Vitaleta nel film "Maraviglioso Boccaccio" (www.davinotti.com)
Cliccate qui per scoprire le altre location del film
https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/maraviglioso-boccaccio/50035367
METEO GIRO
Le previsioni meteo per la tappa del giorno
Perugia: temporale con pioggia modesta (0.6 mm) e schiarite, 16.4°C, vento moderato da NW (11-14 Km/h), umidità al 67%
Chiusi (Km 46): nubi sparse con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 18.4°C, vento moderato da NNW (12-15 Km/h), umidità al 53%
Torrenieri – inizio primo tratto sterrato (Km 92.8): cielo sereno, 18.9°C, vento debole da N (8-11 Km/h), umidità al 47%
Passo del Lume Spento (GPM e fine secondo tratto sterrato – 124.6 Km): cielo sereno, 19.4°C, vento debole da N (7-9 Km/h), umidità al 43%
Montalcino: cielo sereno, 19.4°C, vento debole da N (6-7 Km/h), umidità al 41%
GLI ORARI DEL GIRO
11.45: inizio diretta su Raisport
12.50: inizio diretta su Eurosport1
12.55: partenza da Perugia
14.00: inizio diretta su Rai2 (dopo circa 43 Km dalla partenza)
15.10-15.25: inizio primo tratto sterrato
15.25-15.40: fine primo tratto sterrato
15.35-15.50: inizio secondo tratto sterrato
15.50-16.05: traguardo volante di Castiglion del Bosco
16.00-16.25: GPM Passo del Lume Spento e fine secondo tratto sterrato
16.20-16.40: traguardo volante di Castelnuovo dell’Abate e inizio terzo tratto sterrato
16.30-16.50: fine terzo tratto sterrato
16.35-17.00: inizio quarto e ultimo tratto sterrato
16.45-17.10: fine quarto e ultimo tratto sterrato
16.55-17.20: GPM Passo del Lume Spento
17.00-17.25: arrivo a Montalcino
GIROALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.
Ordine d’arrivo decima tappa, L’Aquila – Foligno
1° Michael Hepburn
2° Wesley Kreder s.t.
3° Riccardo Minali s.t.
4° Albert Torres a 2′19″
5° Dylan Groenevegen s.t.
Classifica generale
1° Roger Kluge
2° Attilio Viviani a 31″
3° Riccardo Minali a 4′54″
4° Dylan Groenevegen a 9′21″
5° Albert Torres a 10′51″
Maglia nera: Egan Bernal, 172° a 2h01′56″
STRAFALGAR SQUARE
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Orlando: “Stamattina la tappa è partita da 5 minuti” (la tappa è partita alle due di pomeriggio)
Pancani: “Cittaducale, cittadina formata da Carlo d’Angiò”
Cassani: “I cambi sono cambiati”
Pancani: “Lago Trasimano” (Trasimeno)
Pancani: “Il meccanico dell’ammiraglia si è subito fermata”
Borgato: “Gli inverni dei corridori si riposano”
Televideo RAI: “Vermersch” (Vermeersch)
DISCOGIRO
Volare (Domenico Modugno)
GIRO 2021 – LE PAGELLE DELLA PRIMA SETTIMANA
maggio 18, 2021 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Come avviene a scuola con le pagelle trimestrali, anche al Giro 2021 vi proporremo le valutazioni parziali dei corridori in gara, stavolta su base settimanali. I primi sette giorni della Corsa Rosa premiano il colombianoi Bernal, forte della vittoria di domenica a Campo Felice
EGAN BERNAL: Nella tappa con arrivo a Campo Felice il colombiano ha messo le cose in chiaro, il favorito per la vittoria finale è lui. Sull’arrivo in sterrato ha sprigionato tutta la sua potenza staccando tutti e prendendosi tappa e Maglia Rosa. Non avrà Sivakov al suo fianco, costretto al ritiro, ma potrà contare nelle prossime due settimane sugli ottimi Filippo Ganna, Gianni Moscon, Jonathan Castrovejo e su un sempre più affidabile Daniel Martinez. VOTO: 9
REMCO EVENEPOEL: Arrivava al Giro d’Italia con un grande punto interrogativo dopo il brutto incidente avvenuto al Giro di Lombardia dello scorso anno e senza aver disputato nessuna gara ufficiale in questo 2021. Sulla strada si prende i gradi di capitano in casa Deceuninck-QuickStep relegando Almeida al ruolo di gregario. Parte bene, si gestisce bene con intelligenza e non naufraga a Campo Felice, stringendo i denti e provando ad attaccare, ma poi subisce il potente ritorno di Bernal. Secondo in classifica generale a 14” dal colombiano. VOTO: 8
ALEKSANDER VLASOV: Il russo dell’Astana è uno dei corridori di classifica più in forma in questa prima parte di Giro d’Italia. Non gli manca la grinta e l’ambizione, non si accontenterà del terzo posto in classifica generale e aspettiamoci attacchi alla Maglia Rosa. Unica pecca la squadra al suo fianco, che sembra non reggere il confronto con quelle degli altri big. VOTO: 7,5
GIULIO CICCONE: Una prima settimana corsa con testa e grinta. Si difende nella cronometro di Torino e prova a tenere il passo dei big sulle salite successive, dove raccoglie ottimi piazzamenti. Si fa sorprendere a San Giacomo dove perde qualche secondo da Bernal, mentre sul finale sterrato della nona tappa, corsa nella sua terra, prova anche a vincere ma non riesce a tenere le ruote del colombiano. Nelle prossime tappe potrà contare anche sull’aiuto di Vincenzo Nibali, oltre a quello di Bauke Mollema e di Gianluca Brambilla, scalatori che poche squadre hanno in questo Giro d’Italia. VOTO: 7
DANIEL MARTIN: Il trentaquatrenne irlandese della Israel Start-Up Nation corre benissimo e con molta attenzione queste prime dieci tappe del Giro d’Italia 2021 e appare uno dei big più in forma. A San Giacomo è lì, in primissima linea con Bernal e Evenepoel. Si ripete nella tappa abruzzese di Campo Felice. L’ottavo posto in classifica generale risente molto della cronometro di Torino. VOTO: 7
DAMIANO CARUSO: Doveva essere il gregario di fiducia nelle tappe montane di Landa o di Pello Bilbao, invece le strade del Giro d’Italia lo hanno promosso a ruolo di capitano della Bahrain – Victorious. Il siciliano è apparso in buone condizione fisiche e atletiche facendo ben sperare per il prosieguo della corsa. VOTO: 6,5
HUGH CARTHY: Sulla scia dell’ultima Vuelta di Spagna il corridore della EF Education Nippo resta lì in scia, senza acuti ma sempre a ridosso dei big. Non è il corridore inesperto che veniva al Giro per provare ad entrare in qualche fuga, per la classifica generale c’è anche lui. VOTO: 6,5
ATTILA VALTER: Il giovane ungherese della Groupama-Fdj riesce a prendere la Maglia Rosa nella sesta tappa, la difende per tre giorni e poi si arrende ad un grande Bernal sullo sterrato di Campo Felice. Difficilmente riuscirà a restare nella top ten della Classifica Generale, ma per lui un bel segnale in ottica futura. VOTO: 6,5
MARC SOLER: Per il ventisettenne capitano della Movistar la concorrenza è tanta e agguerrita. Entrare nei primi dieci della classifica generale al momento appare difficile ma non impossibile, dato i buon segnali mostrati negli arrivi in salita di San Giacomo e Campo Felice. VOTO: 6
DAVIDE FORMOLO: Il veneto non deve farsi sfuggire la grande occasione che ha in questo Giro d’Italia 2021, quello di far classifica per sè e non pensare al capitano di turno. Nella prima settimana riesce ad entrare nella top ten generale con le unghie e con i denti. VOTO: 6
ROMAIN BARDET: Parte in sordina il transalpino e il suo è un lento crescendo fino al settimo posto a Campo Felice . Attualmente è a 1′20”da Bernal, troppo considerando che le tappe più dure devono ancora arrivare. In lotta per una classifica importante, sembra aver già abdicato le speranze per il podio. VOTO: 5,5
VINCENZO NIBALI: Una prima parte di Corsa Rosa amara per lo Squalo, caduta a parte. Perde secondi su ogni arrivo in salita, ma lui è un diesel ed esce sempre nella terza settimana. Proverà a entrare nella parte della classifica che conta e in caso negativo sarà pronto per mettersi a disposizione del compagno di squadra Ciccone. VOTO: 5,5
EMANUEL BUCHMANN: Parte male a Torino nella cronometro iniziale e si ripete a Sestola, cresce pian piano di condizione anche se ancora non sembra averla trovata, ma arriverà. Chiude la prima parte di Giro d’Italia al quindicesimo posto in classifica generale a 1′46” da Bernal. Quasi sicuramente non vincerà la Corsa Rosa, ma non sorprendiamoci se lo vedremo a ridosso del podio finale. VOTO: 5,5
JOAO ALMEIDA: Il portoghese della Deceuninck – QuickStep, l’anno scorso una delle più grandi sorprese del Giro d’Italia, non riesce a ripetersi. Arranca sulle prime salite, nonostante un’ottima cronometro iniziale, mentre il compagno di squadra Evenepoel si prende i gradi di capitano sulla strada. Nelle prossime due settimane lo vedremo nelle vesti da gregario. VOTO: 5
SIMON YATES: Il britannico non è riuscito ad entrare ancora nel vivo della corsa. Per lui tappe anonime, corse in difesa per non perdere troppo terreno dagli altri favoriti. È nono in classifica generale a 55” da Bernal e ancora tutto si può recuperare, ma al momento è più facile che il distacco nelle prossime settimane aumenti e non diminuisca. VOTO: 5
JAI HINDLEY: Lontanissimo parente del corridore che lo scorso anno sfiorò la vittoria finale del Giro d’Italia. Non riesce a trovare la forma fisica ideale, su ogni salita appare in difesa fino a saltare e perdere terreno. Alza bandiera bianca a Campo Felice, dove arriva a 53” da Bernal. VOTO: 5
PELLO BILBAO: Si contendeva il ruolo di capitano con Landa, ma dopo il ritiro del basco una caduta gli fa perdere terreno e lo fa precipitare in classifica. Caduta che si risente anche nelle tappe successive. VOTO: 5
MIKEL LANDA: Il basco è stato costretto al ritiro dopo la caduta nella quinta tappa. Aveva iniziato bene la Corsa Rosa e, dopo una cronometro corsa in difesa, nel primo arrivo in salita a Sestola era apparso come uno degli uomini di classifica più in forma. Un peccato. VOTO: S.V
Luigi Giglio