LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): SACILE – CORTINA D’AMPEZZO

maggio 24, 2021
Categoria: Approfondimenti

Ecco il tappone dolomitico, un babau reso ancora più temibile dal maltempo previsto per la giornata di oggi e che renderà un calvario le quattro ascese previste dal menù. Si comincia con la Crosetta in partenza per poi arrivare ad un finale di gara che proporrà in rapida successione i passi Fedaia, Pordoi e Giau

Preparatevi all’indigestione. È arrivato il giorno del tappone dolomitico, una frazione che è per davvero paragonabile a uno dei massicci dei “Monti Pallidi”, un macigno di 5680 metri di dislivello e 212 Km complessivi, quasi cinquanta dei quali saranno da pedalare in salita, un vero e proprio banchetto d’alta montagna che avrà come companatico il maltempo, essendo prevista pioggia – per giunta abbondante – dalla partenza di Sacile fino al traguardo di Cortina, mentre è scongiurato il rischio di neve (in vetta al Giau si toccheranno i 2°C). Si comincerà con un antipasto decisamente sostanzioso e che potrebbe rimanere sullo stomaco di qualche corridore se la tappa dovrebbe prendere il via all’insegna dell’agonismo, perché a soli 14 Km dal via s’imboccherà la prima delle quattro ascese che caratterizzano il percorso e che, con l’esclusione della Cima Coppi, sono tutte classificate di prima categoria: si tratta della Crosetta, 11 Km e mezzo al 7% che costituiscono la porta d’accesso meridionale al celebre altopiano del Cansiglio e che saranno seguiti da un lungo “digiuno” perché dopo non si parlerà più di salite per quasi novanta chilometri. Dopo questa introduzione sarà servito il primo piatto, la dura ascesa alla Marmolada, che quest’anno sarà meno impegnativa del solito perché non è ancora possibile transitare all’interno della spettacolare gola dei Serrai di Sottoguda, dove s’incontrano le prime pendenze cattive e la cui strada – distrutta da un nubifragio nell’ottobre del 2018 – non è stata al momento ancora ricostruita. Invece, i “girini” non potranno evitare d’affrontare il tremendo drittone tra Malga Ciapela e la Capanna Bill, cuore di pietra di 2700 metri all’11.8% inserito all’interno di un’ascesa complessivamente lunga 14 Km esatti e caratterizzata da una pendenza media del 7.6%. La portata di carne può sembrare “light” al confronto della Marmolada, ma i successivi 12 Km al 6.8% del successivo Passo Pordoi, privi di picchi particolarmente estremi, spesso han causato sfracelli quando le due ascese sono state abbinate, anche a causa delle quote abbondantemente sopra i 2000 metri: in cima al passo si toccheranno i 2239 e sarà messa in palio la “Cima Coppi”. Solitamente le due salite si affrontano in coppia con il traguardo fissato in cima alla seconda, ma non sarà così quest’anno perché valicato il Pordoi mancheranno ancora una sessantina di chilometri all’arrivo e in questo tratto si dovrà superare quella che è la più breve ma anche più ripida tra le salite previste. È il dolce, un “tiramisù” ipercalorico che riporterà a una quota simile a quella della Cima Coppi (2233 metri) e che a qualche big della classifica potrebbe complicare la digestione: sono i 10 Km al 9.3% diretti al Passo Giau, superato il quale inizierà una picchiata che terminerà a soli 800 metri dalla linea d’arrivo di Cortina d’Ampezzo.

Burp!

Il Monte Averau, una delle cime che sovrastano il Passo Giau, e l’altimetria della quindicesima tappa (www.dolomiti.org)

Il Monte Averau, una delle cime che sovrastano il Passo Giau, e l’altimetria della quindicesima tappa (www.dolomiti.org)

L’ANGOLO DELLA STORIA

Nonostante la sua notorietà e il suo trovarsi letteralmente immersa nell’affascinante paesaggio delle Dolomiti, Cortina d’Ampezzo non ha un “curriculum” rosa particolarmente nutrito e il numero di volte nelle quali il Giro vi ha fatto tappa impallidisce al confronto con quello delle più prestigiose località alpine e pirenaiche del Tour de France: a Luchon la Grande Boucle ha fatto tappa in 50 occasioni, 32 sono le volte nelle quali un traguardo della corsa francese è stato fissato a Briançon, mentre Cortina è al momento ferma a quota sei, forse pagando lo scotto del ritardo con il quale le Dolomiti sono state scoperte dal Giro. Al Tour, infatti, Pirenei e Alpi sono stati per la prima volta inseriti nel tracciato rispettivamente nel 1910 e nel 1911, mentre si dovranno attendere trent’anni per la prima frazione dolomitica della storia, la Vittorio Veneto – Merano, inserita nel tracciato del Giro del 1937. A vincerla sarà Gino Bartali che due anni più tardi si piazzerà secondo nella prima delle sei frazioni con arrivo a Cortina, preceduto in volata dal corregionale Secondo Magni al termine di una tappa non particolarmente difficile, che prevedeva quale unica ascesa il Passo della Mauria. Dopo il 1939 il Giro tornerà per la seconda volta a Cortina nel 1948, quando accolse l’arrivo di una tappa ancora più semplice, soli 80 Km con partenza da Auronzo di Cadore e i pedalabili passi di Monte Croce Comelico e di Cimabanche da scavalcare, ma quel poco bastò a Fausto Coppi per imbastire una delle sue leggendarie imprese, che lo portò a tagliare il traguardo in solitaria con più di tre minuti di vantaggio su Bartali e gli altri rivali. Nel 1951 sarà un altro grande campione a imporsi nel cuore delle Dolomiti, il tre volte vincitore del Tour Luison Bobet, che avrà la meglio allo sprint sul Campionissimo. Nel 1955 arriverà la vittoria del piemontese Angelo Conterno, poi gli arrivi a Cortina diventeranno più rari: negli ultimi 65 anni solo in due occasioni la Gazzetta l’ha prescelta come traguardo, conquistato dal ligure Giuseppe Perletto nel 1977 e dallo spagnolo Joaquim Rodríguez nel 2012.

CIAK… SI GIRO

Non sono moltissime le volte nelle quali il cinema ha scelto le Dolomiti come luogo per le riprese. Ancor più rare sono le scene d’azione che hanno come fondale i Monti Pallidi e c’è un luogo lungo il tracciato di questa tappa che ne ha ospitata una. Correva l’anno 2003 quando una troupe cinematografica statunitense risalì le pendenze della Marmolada (ma dal più facile versante di Canazei) per girare una scena de “The Italian Job”, remake di una pellicola britannica del 1969, “Un colpo all’italiana”, filmata tra il Regno Unito, l’Irlanda e l’Italia, dove le riprese si svolsero tra Torino, la Valle d’Aosta e la strada a tornanti del Colle del Nivolet, qualche chilometro più in alto rispetto al Lago Serrù, sede d’arrivo della prima tappa alpina del Giro del 2019. Quando gli americani, 34 anni più tardi, decisero di rifare il film del 1969 spostarono l’ambientazione delle scene straniere dall’Europa alla California, mentre per i set italiani si scelsero location decisamente più spettacolari: così il rocambolesco colpo che dà il via al film e che ha come bottino una cassaforte ricolma di lingotti d’oro avviene nella sempre affascinante Venezia, mentre per la scena dell’agguato al furgone sul quale i ladri viaggiano con la refurtiva e nella quale viene assassinato uno dei capi della banda (John Bridger, interpretato dall’attore canadese Donald Sutherland) fu scelta la diga del Lago di Fedaia. Nella finzione è in Austria e al confine con l’Italia era ambientata anche la scena precedente, con tanto di cartelli fasulli: ma anche in questo caso sono le Dolomiti e per la precisione quel che si vede nel film è il vicino Passo Sella, del quale viene anche mostrata una panoramica da lontano curiosamente ribaltato rispetto alla realtà.

Il lago di Fedaia, poco distante dallomonimo passo, come appare nel film The italian job: mancano pochi istanti alla drammatica scena delluccisione di uno dei protagonisti del colpo (www.davinotti.com)

Il lago di Fedaia, poco distante dall'omonimo passo, come appare nel film "The italian job": mancano pochi istanti alla drammatica scena dell'uccisione di uno dei protagonisti del colpo (www.davinotti.com)

Un innevato Passo Sella (ribaltato) come appare in unaltra scena de The italian job (www.davinotti.com)

Un innevato Passo Sella (ribaltato) come appare in un'altra scena de "The italian job" (www.davinotti.com)

Cliccate qui per scoprire le altre location del film

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/the-italian-job/50004255

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/un-colpo-all-italiana/50000805

METEO GIRO

Le previsioni meteo per la tappa del giorno

Sacile: pioggia abbondante (2.1 mm), 14.6°C, vento moderato da ENE (14 Km/h), umidità al 94%
La Crosetta – GPM (Km 25.3) : pioggia abbondante (2.6 mm), 9.6°C, vento moderato da ENE (13 Km/h), umidità al 97%
Agordo – traguardo volante (Km 90.9) : pioggia forte (3.7 mm), 12.4°C, vento debole da E (9-10 Km/h), umidità al 96%
Passo Fedaia – GPM (Km 128.1) : pioggia consistente (1.7 mm), 3.8°C, vento moderato da SSE (10-11 Km/h), umidità al 96%
Passo Pordoi – Cima Coppi (Km 153.2) : pioggia consistente (1.1 mm), 3.9°C, vento moderato da S (13-16 Km/h), umidità al 96%
Passo Giau – GPM (Km 194.5) : pioggia consistente (0.8 mm), 1.8°C, vento moderato da SSE (10-11 Km/h), umidità al 95%
Cortina d’Ampezzo: pioggia consistente (1.5 mm), 8.5°C, vento moderato da SE (14-25 Km/h), umidità al 96%

GLI ORARI DEL GIRO

9.45: inizio diretta su Raisport
10.45: inizio diretta su Eurosport1
10.50: partenza da Sacile
11.55-12.10: GPM de La Crosetta
13.25-13.45: traguardo volante di Agordo
14.00: inizio diretta su Rai2 (dopo circa 100 Km dalla partenza)
14.00-14.25: inizio salita Passo Fedaia
14.10-14.40: traguardo volante di Sottoguda (Rocca Pietore)
14.40-15.10: GPM di Passo Fedaia
14.55-15.30: inizio salita Passo Pordoi
15.20-16.00: GPM di Passo Pordoi (Cima Coppi)
16.00-16.45: inizio salita Passo Giau
16.30-17.20: GPM di Passo Giau
16.50-17.45: arrivo a Cortina d’Ampezzo

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.

Ordine d’arrivo quindicesima tappa, Grado – Gorizia

1° Mauro Schmid
2° Mikkel Frølich Honoré a 3″
3° Matteo Moschetti s.t.
4° Maciej Bodnar a 3′12″
5° Guy Niv s.t.

Classifica generale

1° Riccardo Minali
2° Attilio Viviani a 1′04″
3° Samuele Rivi a 6′10″
4° Matteo Moschetti a 6′12″
5° Maximiliano Richeze a 8′11″

Maglia nera: Egan Bernal, 154° a 3h12′12″

STRAFALGAR SQUARE

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

De Luca: “Ancora una velocità pancia a terra”
Pancani: “Caduta nella quale sono rimasti 35 corridori”
Genovesi (parlando delle sabbiature): “Entrando sottopelle i sali della sabbia aiutano i dolori”
Rizzato: “Ha avuto qualche problemi di salute”
Borgato: “Stava andando per vincere la tappa”
Pancani: “Non bisogna mai partire dalla testa”
Borgato: “Stanno guadagnando il terzetto di testa”
Borgato: “Sono già impegnati il terzetto al comando”
Cassani: “Van De Bondt” (Dries De Bondt)
Borgato: “Sta conducendo tutto lui questa discesa”
Borgato: “Stanno per essere ripresi di quel che è rimasto il gruppo inseguitore”
Borgato: “Gli è partito la ruota posteriore”
Traduttrice di Campenaerts: “Siamo l’unica squadra” (probabilmente il belga stava dicendo che erano una squadra unica)
De Stefano: “C’è stata una guerra sui nervi nel finale”
De Stefano: “Alla fine si va chi ha più gambe”
Garzelli: “Ci potranno essere grandi differenza in discesa”
Televideo RAI: “Cataldi” (Cataldo)
Televideo RAI: “L’iniziativa non viene contrastata dal gruppo che si fa distanziare anche di 12 secondi” (minuti)

DISCOGIRO

We Are the World (Michael Jackson, Lionel Richie)

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