LA TAPPA DEL GIORNO: REQUENA – ALTO DE LA MONTAÑA DE CULLERA
agosto 19, 2021 by Redazione
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Secondo arrivo in salita, al termine di una salita breve ma intensa, ultimo atto di una tappa priva di altre insidie altimetriche e che potrebbe essere condizionata dal vento
L’apparenza inganna. Si arriva su una “montaña” ma oggi ci si terrà ben distante dalle montagne, considerato che la località d’arrivo è in realtà una collina che raggiunge quale quota massima i 233 metri sul livello del mare e che il resto del tracciato sarà quasi una fotocopia di quello della tappa di ieri, con parecchia pianura da digerire per giungere ai piedi della breve ma intensa ascesa finale. Sono appena 1900 i metri della rampa conclusiva, la cui pendenza media al 9.4% ingolosisce i finisseur, i quali certamente cercheranno di piazzare una rasoiata delle loro in modo d’anticipare un probabile epilogo allo sprint tra l’élite della classifica, come ci ricorda l’ordine d’arrivo di un anno fa che rammentiamo più sotto (sempre che non riesca ad andare in porto la fuga di giornata, come successo in vetta al Picón Blanco). Altre difficoltà la tappa non ne presenterà sul piano stradale, ma il tratto pianeggiante che precederà l’attacco dell’ascesa finale si svolgerà lungo le coste del Mediterraneo, dove domani pomeriggio saranno attese folate fino a 29 Km/h in senso laterale e leggermente contrario che potrebbero provocare fratture in seno al gruppo.
METEO
Requena : cielo sereno, 29.4°C, vento moderato da SE (13-15 km/h), umidità al 41%
Macastre (Km 42.8) : sole e caldo, 30°C (percepiti 31°C), vento moderato da SE (14-16 km/h), umidità al 48%
em> Pinedo (traguardo volante – Km 98.3) : cielo sereno, 28.5°C (percepiti 31°C), vento moderato da ESE (15 km/h), umidità al 31%
Alto de la Montaña de Cullera: sole e caldo, 31.6°C (percepiti 33°C), vento moderato da E (21-28 km/h), umidità al 43%
GLI ORARI DELLA VUELTA
Segnaliamo che la corsa non sarà seguita dalla RAI
13.45: partenza da Requena
13:55: chilometro 0
14.50: inizio diretta su Eurosport 1 (a circa 41 Km dalla partenza)
16.00-16.15: traguardo volante di Pinedo
17.20-17.40: arrivo sulla Montaña de Cullera
L’ANGOLO DELLA STORIA
La località balneare di Cullera, conosciuta anche per la scritta a caratteri cubitali che ne riproduce il nome sulla fiancata interna della sua “montaña” e che ricorda quella celebre di Hollywood, ha finora all’attivo un solo precedente targato Vuelta, risalente al 1980. Quell’anno vi terminò la seconda tappa, scattata da Benidorm e vinta allo sprint dall’irlandese Sean Kelly, che nell’occasione precedette l’attuale d.s. dell’Astana Giuseppe Martinelli e che si era già imposto il giorno prima sul traguardo della Manga del Mar Menor, località dove la Vuelta 2021 farà scalo tra un paio di giorni. L’arrivo in salita sulla soprastante collina è, invece, una novità a metà perchè se il Giro di Spagna non vi è mai arrivato il 6 febbraio dello scorso anno vi era terminata la seconda frazione della Vuelta Valenciana, che finì con la vittoria allo sprint di un “certo” Tadej Pogacar davanti ad un “certo” Alejandro Valverde. Due giorni più tardi lo sloveno concederà il bis in vetta alla più ardua ascesa della Sierra de Bernia, imponendosi in classifica con 6 secondi sull’australiano Jack Haig e con il medesimo vantaggio sul futuro vincitore del Giro d’Italia Tao Geoghegan Hart. E anche lo stesso Pogacar, sette mesi più tardi, si porterà a casa un grande giro facendo rocambolescamente suo il Tour de France con un inatteso ribaltone ai danni del connazionale Roglic nella cronometro del penultimo giorno.

La “montaña de Cullera” e l’altimetria della sesta tappa (www.culleraturismo.com)
LA TAPPA DEL GIORNO: TARANCÓN – ALBACETE
agosto 18, 2021 by Redazione
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Ancora una tappa per velocisti all’orizzionte della Vuelta, che oggi proporrà un percorso quasi del tutto pianeggiante e caratterizzato da un’infinita sequela d’interminabili rettilinei nel finale
Dopo la tappa di ieri, anche oggi la Vuelta ha in programma una tappa destinata ai velocisti, come quelle vinte da Philipsen e Jakobsen prive di Gran Premi della Montagna. Quella odierna sarà, però, nettamente più filante rispetto alle due finora disputate e non soltanto per il tracciato quasi perfettamente pianeggiante, nel quale l’unica concessione alla salita sarà costituit da un tratto di 3500 metri al 2.3% che s’incontrerà ad una quarantina di chilometri dalla partenza. Anche sotto l’aspetto planimetrico la tappa appare molto snella, soprattutto negli ultimi 113 Km, caratterizzati da rarissime curve e da interminabili rettilinei lungo i quali andrà inevitabilmente a spegnersi la fuga di giornata. Il più lungo, poco meno di 40 Km, è quello che anticiperà ai -53 Km dall’arrivo il passaggio dal traguardo volante de La Roda, subito dopo il quale ne inizierà uno di 18 Km e infine un’ultimo di 25 Km che si concluderà alle porte di Albacete, quando al traguardo mancheranno poco più di 5 Km. Nel frattempo risaliranno le temperature, con la colonnina di mercurio che tornerà abbondantemente a superare i 30°C.
METEO
Tarancón : cielo sereno, 29.3°C, vento debole da SSW (6 km/h), umidità al 36%
Villamayor de Santiago (Km 31.5) : sole e caldo, 31.8°C (percepiti 31°C), vento debole da SW (6-7 km/h), umidità al 28%
em> El Provencio (Km 91) : sole e caldo, 32.2°C (percepiti 31°C), vento debole da WSW (9-11 km/h), umidità al 23%
em> La Roda (traguardo volante – Km 131.5) : poco nuvoloso, 33.8°C (percepiti 32°C), vento debole da SW (9-10 km/h), umidità al 22%
Albacete : poco nuvoloso, 34.4°C (percepiti 33°C), vento debole da SSW (9-11 km/h), umidità al 23%
GLI ORARI DELLA VUELTA
Segnaliamo che la corsa non sarà seguita dalla RAI
13.00: partenza da Tarancón
13:13: chilometro 0
14.50: inizio diretta su Eurosport 1 (a circa 72 Km dalla partenza)
16.10-16.25: traguardo volante di La Roda
17.20-17.45: arrivo ad Albacete
L’ANGOLO DELLA STORIA
Dopo due mete inedite la Vuelta proporrà ora l’arrivo in una cittadina decisamente più tradizionale, che quest’anno accoglierà la corsa iberica per la ventiduesima volta nella storia. La prima “vuelta” risale al lontano 1942, l’anno della terza edizione del Giro di Spagna, quando Albacete accolse l’arrivo della prima tappa, vinta dallo scalatore spagnolo Julián Berrendero. I padroni di casa monopolizzeranno questo traguardo fino al 1973, quando il primo a tagliare la linea d’arrivo sarà l’olandese Gerben Karstens. L’Italia dovrà attendere fino al 1989 per vedere un azzurro sfrecciare vittorioso ad Albacete, il velocista lombardo Stefano Allocchio, oggi direttore di corsa del Giro d’Italia e delle altre corse organizzate dalla Gazzetta dello Sport. Dopo di lui solo Alessandro Petacchi riuscirà ad imporsi qui (2003) mentre l’ultimo corridore a vincere nella cittadina castigliana sarà lo sprinter francese Nacer Bouhanni nel 2014.

L a cattedrale di Albacete e l’altimetria della quinta tappa (www.elespanol.com)
LA TAPPA DEL GIORNO: EL BURGO DE OSMA – MOLINA DE ARAGÓN
agosto 17, 2021 by Redazione
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Si torna in pianura per una tappa in alta quota che vedrà per la seconda volta protagonisti i velocisti, chiamati ad esibirsi su un palcoscenico reso leggermente infido da un breve e facilissimo strappetto finale
Affrontata la prima grande salita il gruppo torna a pedalare in pianura, anche se fa un certo effetto abbinare questo termine ad una tappa che disputerà interamente a quote montane, ad un’altitudine media di quasi 1000 metri sul livello del mare. In effetti l’altimetria appare leggermente più articolata rispetto a quella della seconda frazione di Burgos, ma anche stavolta i velocisti non avranno particolari problemi per andare a disputarsi la vittoria. Anche perchè l’elemento che sembrerebbe turbarli di più di fatto non esiste: l’altimetria ufficiale dettagliata del tratto conclusivo segnala, infatti, un’ascesa finale di un chilometro che è invenzione di chi ha disegnato quel grafico perchè la salita – che effettivamente è presente – è limitata agli ultimi 500 metri, nei quali la strada sale al 3.5% appena. Di certo qualche sprinter dovrebbe esser tagliato fuori dai giochi per la vittoria, ma grosse sorprese non dovrebbero esserci perchè la brevità e la facilità dello strappo dovrebbero mettere al riparo dal rischio di attacchi a sorpresa portati da qualche finisseur.
METEO
El Burgo de Osma: cielo sereno, 23.3°C, vento debole da NE (8-12 km/h), umidità al 31%
Alcolea del Pinar (traguardo volante – Km 101) : cielo sereno, 25.6°C, vento moderato da NNE (10-12 km/h), umidità al 25%
Molina de Aragón: cielo sereno, 25.7°C, vento moderato da N (11-13 km/h), umidità al 26%
GLI ORARI DELLA VUELTA
Segnaliamo che la corsa non sarà seguita dalla RAI
13.38: partenza da El Burgo de Osma
13:47: chilometro 0
14.50: inizio diretta su Eurosport 1 (a circa 46 Km dalla partenza)
16.00-16.10: traguardo volante di Alcolea del Pinar
17.20-17.40: arrivo a Molina de Aragón
L’ANGOLO DELLA STORIA
Non c’è storia a Molina de Aragón e sarà scritta oggi pomeriggio. Mai nessuna corsa ciclistica (almeno in tempi recenti) ha fatto scalo in questo comune della Castiglia, dominato da uno scenografico castello, uno dei più grandi della Spagna. Per la Vuelta si tratterà della seconda meta inedita di questa edizione dopo il Picón Blanco (che, però, come avevano detto ha già un suo discreto curriculum alle spalle) e in altre nove occasioni si andrà a piantar le tende in luoghi finora inesplorati. Nel “gran ballo delle debuttanti” saranno, infatti, coinvolti anche il Balcón de Alicante, Rincón de la Victoria, Villanueva de la Serena, il Pico Villuercas, El Barraco, Santa Cruz de Bezana, l’Altu d’El Gamoniteiru, Monforte de Lemos e Mos. E ancora non è finita perchè a questa pattuglia vanno aggiunti anche i dieci comuni sede di partenza che mai in precedenza avevano ospitato la Vuelta, vale a dire Caleruega, Santo Domingo de Silos, El Burgo de Osma, Tarancón, Santa Pola, Belmez, Don Benito, Navalmoral de la Mata, Unquera e Salas.

Il castello di Molina de Aragón e l’altimetria della quarta tappa (http://turismoenguadalajara.es)
LA TAPPA DEL GIORNO: SANTO DOMINGO DE SILOS – ESPINOSA DE LOS MONTEROS (PICÓN BLANCO)
agosto 16, 2021 by Redazione
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Debuttano le montagne con il Picón Blanco, ascesa decisamente impegnativa per essere appena il terzo giorno di gara. Il leader della classifica Primož Roglič potrebbe ulteriormente incrementare il vantaggio sui rivali conquistato sabato sera nella cronometro d’apertura
È una salita che non ti aspetti al terzo giorno di gara, ma la Vuelta ci ha abituato a partenze “strong”, come quando nel 2017 propose i Pirenei proprio in questa stessa collocazione o come quando, dieci anni prima, aveva osato inserire la mitica ascesa ai Laghi di Covadonga – che sarà della partita anche in questa edizione – al termine della quarta frazione. Così oggi i partecipanti alla 76a edizione della corsa iberica si troveranno ad affrontare i 7.6 Km al 9.1% del Picón Blanco, vetta che potrebbe riservare molte sorprese – complice anche la strada dalla carreggiata ristretta – anche se di sorprese questa salita non ne dovrebbe avere in quanto già abbastanza nota in gruppo, pur non essendo mai affrontata prima alla Vuelta. La marcia d’avvicinamento al gran finale, resa più “morbida” da temperature nettamente più basse rispetto a quelle incontrate nelle prime due tappe, vedrà i corridori superare strada facendo due Gran Premi della Montagna di terza categoria, il primo del quali da superare ad una trentina di chilometri dal via. Il secondo è, invece, il più interessante in quanto allo scollinamento dell’Alto de Bocos, che precederà di una dozzina di chilometri l’attacco dell’ascesa finale, oltre ai punti per la classifica degli scalatori sarà assegnato per la prima volta nella storia della Vuelta il “puerto bonificado”, corrispettivo iberico del “point bonus” del Tour de France che prevede abbuoni ai primi corridori a transitare in vetta. La salita – 2.7 Km al 6.4% – contiene un muretto centrale di 1000 metri al 9.7% e se ci fosse qualche corridore voglioso di recuperare il prima possibile il terreno perduto da Primož Roglič nella cronometro di Burgos potrebbe sfruttarne l’occasione per cominciare a ridurre le distanze dallo sloveno, che comunque appare il favorito anche per la vittoria odierna.
METEO
Santo Domingo de Silos: cielo sereno, 23.5°C, vento debole da NE (8-10 km/h), umidità al 29%
Briviesca (Km 111.8) : cielo coperto, 16.6°C, vento moderato da NNE (14-18 km/h), umidità al 74%
Medina de Pomar (traguardo volante – Km 166.6) : cielo coperto con possibilità dei deboli e isolate precipitazioni, 16.3°C, vento moderato da NNW (14-17 km/h), umidità al 94%
Espinosa de los Monteros (inizio salita finale – Km 193.7) : cielo coperto con possibilità dei deboli e isolate precipitazioni, 14.4°C, vento moderato da NNW (17-22 km/h), umidità al 88%
Picón Blanco: previsioni non disponibili
GLI ORARI DELLA VUELTA
Segnaliamo che la corsa non sarà seguita dalla RAI
12.10: partenza da Santo Domingo de Silos
12:18: chilometro 0
13.15-13.20: scollinamento Puerto del Manquillo
14.50 inizio diretta su Eurosport 1 (a circa 104 Km dalla partenza)
16.20-16.50: traguardo volante di Medina de Pomar
16.45-17.15: scollinamento Puerto de Bocos
17.00-17.35: inizio salita finale
17.15-17.45: arrivo sul Picón Blanco
L’ANGOLO DELLA STORIA
Dicevamo sopra che il Picón Blanco è una salita inedita per il Giro di Spagna, ma non per il gruppo. Dall’anno della sua recente scoperta ciclistica, il 2017, è diventato uno degli ingredienti irrinunciabili della Vuelta a Burgos, dove è stata affiancanta alla tradizionale ascesa simbolo delle breve corsa a tappe iberica, quella diretta alle Lagunas de Neila che vanta anche un precedente al Giro di Spagna (1998, vittoria dell’indimenticato scalatore castigliano José Maria Jiménez, del quale torneremo a parlare nelle prossime tappe). Così la montagna sopra Espinosa de los Monteros in questi ultimi anni è entrata a far parte del “parco salite” del mondo del ciclismo, inaugurata il 3 agosto del 2017 dalla vittoria dello spagnolo Mikel Landa, che all’inedito traguardo si presentò con 9 secondi di vantaggio sul connazionale David de la Cruz. L’anno successivo a levare le braccia al cielo in cima al Picón Blanco sarà un altro corridore di lingua spagnola ma di diverse origini, il colombiano Miguel Ángel López; gli succederanno quindi il connazionale Iván Ramiro Sosa nel 2019 e il belga Remco Evenepoel nel 2020. Quest’anno non c’è stato arrivo in vetta ma, grazie alla sistemazione del versante che sale dal Portillo de la Sia, è stato per la prima volta possibile proporre questa salita come GPM di passaggio, inserendola nel circuito finale della tappa terminata nella sottostante Espinosa de los Monteros con la vittoria in solitaria del francese Romain Bardet, scollinato in testa anche sul Picón Blanco e giunto al traguardo con 39 secondi di vantaggio sull’italiano Domenico Pozzovivo.

I baraccamenti militati sulla cima del Picón Blanco e l’altimetria della terza tappa (www.burgosconecta.es)
LA TAPPA DEL GIORNO: CALERUEGA – BURGOS
agosto 15, 2021 by Redazione
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Prima occasione per i velocisti al termine di una tappa semplice ma non troppo, dove le principali insidie arriveranno dalle numerose rotatorie che si dovranno superare nel finale
La Vuelta si ferma altre ventiquattrore a Burgos, stavolta per mettere in palio il primo dei sette traguardi riservati ai velocisti, quattro dei quali saranno concentrati nella prima settimana di gara. La tappa è una delle più semplici previste da questa edizione, lunga poco meno di 170 Km e disegnata sulle pianeggianti strade della meseta a sud di Burgos. Non s’incontreranno Gran Premi della Montagna lungo il cammino ma le insidie non mancheranno, anche se pare scongiurato il rischio d’incappare nei temutissimi ventagli – il vento, spesso in agguato in queste zone, dovrebbe spirare fino ad un massimo di 18 Km/h – mentre non si potranno evitare le insidie stradali. In particolare il tratto di circa 7 Km che anticiperà l’ingresso nel lunghissimo rettilineo d’arrivo (1500 metri dritti come un fuso con la carreggiata che tende leggerissimante a salire) sarà punteggiato da una quindicina di rotatorie, e tutti dovranno correre con le antenne ben dritte al fine di “captare” eventuali situazioni di pericolo. Mai distrarsi perchè l’insidia è dietro l’angolo… anzi, dietro la rotonda!
METEO
Caleruega : previsioni non disponibili
Aranda de Duero (Km 21.5) : sole e caldo, 34.8°C (percepiti 33°C), vento moderato da W (16-20 km/h), umidità al 15%
Tordómar (Km 89.6) : sole e caldo, 33.6°C (percepiti 32°C), vento moderato da W (14-18 km/h), umidità al 14%
Tardajos (traguardo volante – Km 150) : sole e caldo, 30.9°C (percepiti 30°C), vento moderato da NNE (12-15 km/h), umidità al 29%
Burgos: sole e caldo, 30.9°C (percepiti 30.8°C), vento moderato da N (12-13 km/h), umidità al 29%
GLI ORARI DELLA VUELTA
Segnaliamo che la corsa non sarà seguita dalla RAI
13.32: partenza da Calaruega
13:38: chilometro 0
14.50 inizio diretta su Eurosport (a circa 51 Km dalla partenza)
17.00-17.20: traguardo volante di Tardajos
17.20-17.40: arrivo a Burgos
L’ANGOLO DELLA STORIA
Gli appassionati di ciclismo conoscono Burgos non tanto per i diciotto arrivi finora disputati al Giro di Spagna (19 con la tappa odierna) quanto per la breve corsa a tappe che si disputa sulle strade dell’omonima provincia fin dal 1946 e del quale si è recentemente disputata la 43a edizione, vinta dal corridore spagnolo Mikel Landa. È una gara la Vuelta a Burgos che ha spesso visto protagonisti i corridori italiani se si pensa che negli ultimi 30 anni i nostri ciclisti sono saliti 11 volte sul podio finale. Uno solo è riuscito a vincerla, il pugliese Leonardo Piepoli, che nel 2000 precedette di 25″ lo spagnolo Óscar Sevilla e che era già salito sul podio nel 1998 (secondo alle spalle dello spagnolo Abraham Olano) e che ci tornerà anche nel 2004, stavolta sul terzo gradino. Il primo dei nostri ad arrivare ad un passo dal primo posto era stato Gianni Bugno nel 1991, che ottenne un secondo posto che negli anni successivi sarà conquistato anche da Stefano Della Santa (1995), Dario Frigo (1999), Michele Scarponi (2015) e per ultimo da Fabio Aru, che si è piazzato alle spalle di Landa nell’edizione appena disputata. Oltre a Piepoli, si sono dovuti accontentare del gradino più basso del podio anche Gabriele Colombo nel 1995 e Vincenzo Nibali, che due volte si è piazzato terzo, nel 2010 e nel 2013.

Burgos dall’alto e l’altimetria della seconda tappa (www.weathercrave.com)
LA TAPPA DEL GIORNO: BURGOS – BURGOS
agosto 14, 2021 by Redazione
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Si abbassa la bandierina e scatta da Burgos la 76a edizione del Giro di Spagna. L’ultima delle tre grandi corse a tappe stagionali prenderà il via con un cronometro di 7 Km di difficile interpretazione per le caratteristiche ambientali, che prevedono una salita da affrontare subito dopo la partenza, temperaturature sopra i 30° e forte vento che potrebbe infastadire la marcia di parecchi corridori
Per la prima volta nella storia la Vuelta parte da Burgos e lo fa in occasione dell’ottocentesimo anniversario della fondazione della cattedrale cittadina, una delle più belle della Spagna. Nel progetto iniziale degli organizzatori la partenza si sarebbe addirittura tenere nella navata centrale dell’edificio, poi si è scelto di collocare la rampa di lancio all’esterno del luogo di culto. Da lì si andrà alla caccia del successore di Primož Roglič e la prima battuta avrà l’aspetto di un tradizionale cronoprologo di 7 Km e 100 metri. Tradizionale, a dire il vero, è una parola grossa perchè questa crono non avrà la classifica fisionomia di questo tipo di gare, per le quali si prediligono tracciati pianeggianti, com’è stato nel caso della tappa di Torino che ha aperto le danze all’ultimo Giro d’Italia. Percorsi i primi 900 metri, infatti, si dovrà andare all’attacco della salita che condurrà al sovrastante castello, ascesa lunga nel complesso un paio di chilometri ma non continua, costituita due rampe intervallate da una discesina di poche centinaia di metri: si debutta con 1300 metri al 3.9% che terminano proprio in corrispondenza del maniero e poi si finisce con una rampa di 400 metri al 5.9% in vetta alla quale sarà stilata la prima classifica dei Gran Premi della Montagna. A quel punto mancheranno 4 Km e mezzo al traguardo e da lì in avanti si pedalerà su di un tracciato decisamente più filante, con una prima parte in discesa prima di ritrovare la pianura nel tratto conclusivo, movimentato da una decina di curve, la più insidiosa delle quali è la stretta inversione ad “U” che si incontrerà a 600 metri dal traguardo. Ma ci saranno altre difficoltà insite in questa tappa e arriveranno dalle condizioni meteorologiche che prevedono vento fino a 37 Km/h e un numero molto simile di gradi di temperatura, al punto che l’organizzazione ha deciso di posticipare di circa mezz’ora la partenza della tappa, già prevista in serata. Conosceremo, infatti, il nome del primo corridore ad indossare la maglia “roja” verso le 21.
Buona Vuelta a tutti!!!
METEO
Burgos – partenza primo corridore: nubi sparse, 37.3°C (percepiti 35°C), vento moderato da WSW (28-37 km/h), umidità al 11%
Burgos – arrivo ultimo corridore: cielo coperto, 36.3°C (percepiti 34°C), vento moderato da WSW (26-35 km/h), umidità al 12%
GLI ORARI DELLA VUELTA
Segnaliamo che la corsa non sarà seguita dalla RAI
17:44: partenza primo corridore da Burgos
17.50 inizio diretta su Eurosport
20.55: arrivo ultimo corridore a Burgos
L’ANGOLO DELLA STORIA
Per l’800 anniversario della sua cattedrale Burgos diventa maggiorenne, “vueltamente” parlando. Con quella di quest’anno, infatti, saranno 18 le tappa della corsa iberica terminate nella cittadina della comunità autonoma della Castiglia e León, visitata per la prima volta dal Giro di Spagna nel 1966, quando il nastro di questo nuovo traguardo fu virtualmente tagliato dall’olandese Henk Nijdam, che precedette di un secondo la volata del gruppo. Dai Paesi Bassi arriva anche l’ultimo corridore ad essersi imposto a Burgos – era il 2015 quando Tom Dumoulin vinse a cronometro e tolse (temporaneamente) la maglia di leader al nostro Fabio Aru – mentre gli italiani vittoriosi su questo traguardo sono stati finora quattro: tolta l’affermazione di Palmiro Masciarelli nel 1984, tutti gli altri successi portano la firma del medesimo corridore, il velocista spezzino Alessandro Petacchi, che qui ha “sverniciato” i rivali per tre anni consecutivi, dal 2003 al 2005

La cattedrale di Burgos e l’altimetria della prima tappa (viajes.nationalgeographic.com.es)
VUELTA 2021: IL BORSINO DEI FAVORITI
agosto 13, 2021 by Redazione
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Domani scatta da Burgos l’ultima delle tre grandi corse a tappe della stagione. Vediamo chi saranno i grandi favoriti per la vittoria finale in questa edizione della Vuelta
PRIMOZ ROGLIC: Un percorso favorevole alle sue caratteristiche, una grande squadra a disposizione e un’ottima forma fisica come visto alle Olimpiadi, tutto ciò ne fa uno dei grandi favoriti per la vittoria finale della Vuelta di Spagna 2021. La voglia di centrare il terzo successo consecutivo darà ancor di più determinazione allo sloveno, oltre la voglia di rivalsa dopo il ritiro anticipato al Tour de France a causa di una caduta. POSSIBILITÀ DI VITTORIA: 30%
EGAN BERNAL: A differenza di Roglic il colombiano ha già portato a termine un Grande Giro in questo 2021, la Corsa Rosa che ha vinto meritatamente in Italia a maggio. Ha iniziato a riscaldare i motori alla Vuelta a Burgos, dove la condizione ottimale era ben lontana. Se Bernal riuscirà a non perdere terreno nelle prime tappe sarà un osso duro per tutti. POSSIBILITÀ DI VITTORIA: 25%
RICHARD CARAPAZ: L’oro olimpico di Tokyo 2020 sarà uno dei corridori da tenere d’occhio in Spagna. Si dividerà inizialmente i gradi di capitano con Bernal, poi la strada deciderà chi sarà l’unico leader in casa Ineos. Da non sottovalutare per lui le fatiche del Tour de France, che potrebbero subentrare nella terza settimana. POSSIBILITÀ DI VITTORIA: 10%
MIKEL LANDA: Il basco ha delle grandi potenzialità ma, purtroppo per lui, non riesce mai ad essere competitivo sino in fondo a causa delle varie peripezie e sfortune che gli accadono in corsa. La vittoria della Vuelta a Burgos di qualche giorno fa è un’ottima iniezione di fiducia. POSSIBILITÀ DI VITTORIA: 5%
ENRIC MAS: Lo spagnolo della Movistar ha dimostrato negli anni passati di poter fare nello stesso anno una buona classifica sia al Tour de France, sia alla Vuelta di Spagna. Se barcolleranno i big lo spagnolo sarà sicuramente lì a ridosso per giocarsi la vittoria finale. POSSIBILITÀ DI VITTORIA: 5%
HUGH CARTHY: Il britannico della Ef Education – Nippo potrebbe essere una variabile impazzita. Durante l’ultimo Giro d’Italia ha corso nascondendosi molto, non come gli anni precedenti, questo però non potrà bastare per entrare nei primi tre. POSSIBILITÀ DI VITTORIA: 5%
ALEKSANDR VLASOV: In Italia si è comportato bene al Giro portando a casa un bellissimo quarto posto. In Spagna potrebbe ripetersi ma il dover correre da separato in casa dopo l’accordo triennale con la Bora-Hansgrohe non lo aiuterà di certo. POSSIBILITÀ DI VITTORIA: 5%
MIGUEL ANGEL LOPEZ: Le ultime stagioni non sono state ricche di soddisfazioni per il colombiano della Movistar, troppe cadute e sviste nei momenti chiave. Un suo rilancio è d’obbligo. POSSIBILITÀ DI VITTORIA: 5%
DAMIANO CARUSO: Come al Giro d’Italia il capitano in casa Bahrein sarà Landa, ma date le varie sfortune che accompagnano il basco nelle corse tutti si devono tener pronti. Damiano ha dimostrato di saper far classifica e di lottare per piazzamenti importanti. POSSIBILITÀ DI VITTORIA: 3%
STEVEN KRUIJSWIJK: Le ultime due stagioni non sono state entusiasmanti per l’olandese. Se salta Roglic toccherà a lui, da vedere se la gamba lo aiuterà su di un percorso non proprio adatto ad un passista-scalatore come lui. POSSIBILITÀ DI VITTORIA: 2%
PAVEL SIVAKOV: Il russo del Team Ineos Grenadiers non è ancora riuscito ad esplodere definitivamente nelle corse di tre settimane. Inizialmente dovrebbe partire come gregario per il duo Bernal-Carapaz. POSSIBILITÀ DI VITTORIA: 1%
ADAM YATES: Il percorso della corsa iberica è perfetto per le caratteristiche tecniche e atletiche del britannico. Il problema è la sua costanza nelle tre settimane e se la Ineos gli darà carta bianca. POSSIBILITÀ DI VITTORIA: 1%
MARK PADUN: Al Delfinato ha fatto vedere di che pasta è fatto, a Burgos invece ha testato solo la gamba chiudendo sul podio. L’ucraino diventerà un grande corridore da corse a tappe, da attenzionare. POSSIBILITÀ DI VITTORIA: 1%
GIULIO CICCONE: All’ultimo Giro d’Italia ha dato degli ottimi segnali di ripresa, tutta l’Italia lo aspetta. POSSIBILITÀ DI VITTORIA: 1%
DAVID DE LA CRUZ: L’esperto corridore spagnolo della UAE-Team Emirates avrà carta bianca nella corsa di casa, dove in passato ha dimostrato di poter fare una buona classifica. POSSIBILITÀ DI VITTORIA: 1%
Luigi Giglio

La cattedrale di Burgos, dalla quale scatterà la prima tappa della Vuelta 2021 (www.weathercrave.com)
TOUR 2021: LE PAGELLE FINALI
luglio 20, 2021 by Redazione
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Tadej Pogacar promosso a pieni voti: ecco le pagelle finali del vincitore del Tour 2021 e degli altri protagonisti della corsa
TADEJ POGACAR: Lo sloveno si ritrova a ventidue anni con un palmares da far invidia al 95% dei ciclisti ancora in attività, un dominatore con classe e carattere che monopolizza la corsa francese dando l’impressione di non aver dato tutto e di essersi anche risparmiato nelle ultime tappe. Vince il suo secondo Tour de France di fila annichilendo la concorrenza già dalla prima settimana e con oltre 5 minuti dal secondo in classifica. Vince due tappe di montagna, una cronometro, la classifica riservata ai giovani e anche quella degli scalatori. Un dominio così netto e marcato difficilmente si è visto negli ultimi anni al Tour de France. Pauroso. Voto: 10
MARK CAVENDISH: Era dato dai più come finito, invece in casa Deceunicnk -QuickStep ci hanno creduto e sono stati ripagati profumatamente. Cavendish a 39 anni suonati è riuscito a vincere ben 4 volate e a trionfare nella classifica a punti, vittorie che gli hanno persino permesso di eguagliare il record di tappe vinte al Tour de France che apparteneva al grande Eddy Merckx. Intramontabile. Voto: 9
WOUT VAN AERT: Da una parte Van der Poel che si ritira dopo poche tappe per prepararsi al meglio in vista dell’Olimpiade di Tokyo, dall’altra lui che resta in corsa e vince tre tappe, comprese la crono di Saint-Émilion e la sfilata in volata sugli Champs-Élysées. Un inizio di corsa in vesti da gregario e un finale degno di un campionissimo. Voto: 8
BEN O’CONNOR: L’australiano entrato nella classifica che conta con la fuga vincente della tappa di Tignes e non se ne esce più, terminando a Parigi al quarto posto. Voto: 7,5
JONAS VINGEGAARD: Dopo l’addio alla corsa di Roglic si ritrova capitano in casa Jumbo, ruolo che ricopre bene e che gli permette di conquistare il podio del Tour de France per la prima volta in carriera. A 24 anni ha tutto il futuro davanti per tentare l’assalto ad un Grande Giro, considerando che il danese è stato l’unico a provare seriamente ad impensierire Pogacar, segno che la testa e la tenacia non gli mancano. Voto: 7,5
MATEJ MOHORIC: Dopo il brutto infortunio al Giro d’Italia si rifà alla grande in terra di Francia andando a vincere due bellissime tappe. Voto: 7
MICHAEL MORKOV: Nelle vittorie di Cavendish c’è molto merito suo. Gregario serio e affidabile, sempre pronto a trovare il pertugio giusto per lanciare il proprio capitano. Voto:7
ALEXEY LUTSENKO: Prova a far classifica e zitto zitto, alla faccia degli scettici, ci riesce. In una corsa dove non lascia segni o azioni significative, il kazako riesce a portare a casa un ottimo settimo posto. Voto: 6,5
BAUKE MOLLEMA: Tra le tante fughe provate riesce a timbrare il cartellino a Quillan. Voto: 6,5
PATRICK KONRAD: A trent’anni riesce a vincere finalmente una tappa in un Grande Giro. Voto: 6,5
SEPP KUSS: Lavora prima per Roglic poi per Vingegaard, nel mezzo riesce anche a vincere una bella tappa. Voto: 6,5
WILCO KELDERMAN: Con una grandissima regolarità e costanza riesce a terminare la corsa francese con un buon quinto posto nella classifica generale. Voto: 6,5
MATHIEU VAN DER POEL: A Mûr-de-Bretagne prende tappa e maglia gialla, ha una gamba e una condizione da mettere i brividi ai diretti avversari: peccato si ritiri sul più bello per prepararsi al meglio in vista delle Olimpiadi. Per il ritiro anticipato mezzo punto in meno in pagella. Voto 6,5
TIM MERLIER: Corre da separato in casa Alpecin e nonostante questo riesce a vincere a Pontivy. Voto 6,5
ALEJANDRO VALVERDE: A 41 anni lotta per la vittoria di tappa e si mette anche a disposizione del giovane capitano Mas. Riesce ad onorare anche questo Tour, nel quale una tappa vinta – e ci è andato vicino ad Andorra – sarebbe stata la classica ciliegina sulla torta. Voto: 6
DYLAN TEUNS: Il belga vince una della tappe più belle del Tour de France, poi si perde. Voto 6
ENRIC MAS: Doveva dividersi i gradi di capitano con Miguel Angel Lopez e le cadute del colombiano gli hanno dato una mano che però non è riuscito a sfruttare fino in fondo. Sulle salite non regge il passo dei diretti rivali, pagando ritardi che lo hanno allontanato molto dal podio. Un sesto posto che da fiducia per il futuro, data la giovane età. Voto: 6
GUILLAUME MARTIN: Col suo ottavo posto il transalpino riesce a regalare alla Cofidis un posto d’onore in classifica generale. Voto: 6
JULIAN ALAPHILIPPE: Prima Maglia Gialla dell’edizione numero 108 del Tour de France, da lì in poi solo grigiore e anonimato. Voto: 6
MATTIA CATTANEO: L’italiano lotta sempre, che sia in fuga, in montagna o a crono. Sfortunatamente non riesce ad entrare nella top ten generale e a vincere una tappa. Voto: 6
NILS POLITT: Una tappa vinta grazie alla fuga di giornata per il tedesco della Bora-Hangrohe. Voto: 6
RICHARD CARAPAZ: Dopo le cadute e le varie débâcle giornaliere dei compagni di squadra, Carapaz si è ritrovato capitano unico della Ineos Grenadiers, un ruolo che non gli ha permesso lo stesso di superare un muro invalicabile di nome Pogacar. Per l’ecuadoriano una condotta di corsa troppo conservatrice dove gli attacchi alla Maglia Gialla sono stati pochi e con scarsa convinzione. Un terzo posto che brucia in casa Brailsford. Voto:6
GERAINT THOMAS: Le insidie della strada lo relegano a ruolo di gregario, cosa che prova a fare senza grandi risultati. Voto: 5,5
JASPER PHILIPSEN: Per politiche interne di squadra si ritrova capitano nelle volate. Non riesce ad essere mai un reale pericolo per Cavendish. Voto 5,5
RIGOBERTO URAN: Il colombiano crolla nell’ultima settimana, sulle ultime salite del Tour de France perde il podio e per un soffio non perde anche la top ten. Voto 5,5
WOUT POELS: Tanta generosità, ma mancano quei risultati che da un ciclista come lui dovrebbero arrivare. Voto: 5,5
MICHAEL MATTHEWS: Lotta per la maglia verde, ma contro Cavendish è difficile. Non riesce a vincere tappe e in volata non si rende mai pericoloso. Voto 5
JAKOB FUGLSANG: Una corsa anonima la sua. Non incide mai, non prova a vincere una tappa e tantomeno a fare classifica. Voto: 5
PETER SAGAN: Corre senza incidere, un Tour de France anonimo. Voto: 5
VINCENZO NIBALI: Per i suoi tifosi e per tutti gli appassionati italiani di ciclismo vederlo correre così senza quella condizione fisica degli anni passati è un colpo al cuore. Voto: 5
MIGUEL ANGEL LOPEZ: Parte col piede sbagliato e sarà un’agonia finché non decide di ritirarsi prima della diciannovesima frazione. Voto: 4,5
ANDRE’ GREIPEL: Un Tour de France che segna definitivamente il tramonto del Gorilla tedesco. Un quinto posto sugli Champs-Élysées è tutto ciò che rimane della sua corsa. Voto: 4
NAIRO QUINTANA: Il capitano del Team Arkea corre un Tour de France disastroso, non ne azzecca una e sembra ormai l’ombra del corridore che duellava con Froome. Voto: 4
Luigi Giglio
IL TOUR CHE VERRÀ (e altro ancora)
luglio 19, 2021 by Redazione
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Terminato il Tour gli organizzatori cominciano a comporre le tessere del puzzle dell’edizione 2022 e già qualcosa trapela all’orizzonte: partenza dalla Danimarca, tre tappe sulle strade dello stato scandinavo rese indisidiose dal vento, poi il pavè all’ingresso in Francia e la salita pirenaica di Plateau de Beille. E, infine, (forse) l’Alpe d’Huez
Il sole è tramontato sul Tour de France 2021 ma già l’edizione del prossimo anno fa capolino all’orizzonte e già da parecchio tempo. A febbraio del 2020 l’organizzazione aveva annunciato che l’edizione di quest’anno sarebbe dovuta partire dalla Danimarca, presentando percorsi e altimetrie delle prime tre frazioni, ma poi la pandemia ci aveva messo lo zampino costringendo le Olimpiadi di Tokyo a traslocare a luglio 2021 e il Tour di quest’anno ad arretrare di una settimana. Quest’anticipo di sette giorni avrebbe, però, portato la “Grand Départ” da Copenaghen a sovrapporsi con una delle partite degli Europei in programma proprio nella capitale e così si è scelto di ripiegare sulla Bretagna per la partenza del Tour, rimandando così il progetto danese al 2022. Si partirà il primo del mese con una tappa a cronometro di 13 km totalmente pianeggiante che toccherà alcuni dei luoghi più celebri di Copenaghen, come i Giardini di Tivoli e la statua della Sirenetta: una prova contro il tempo tornerà così ad essere tappa d’apertura del Tour, evento che non capitava dal 2017 quando la corsa francese era partita dalla cittadina tedesca di Düsseldorf con una cronometro di 14 Km, vinta dal gallese Geraint Thomas. Il Tour si fermerà altre 48 ore nello stato scandinavo e proporrà una seconda tappa insidiosa, non tanto per i tre microscopici GPM da affrontare lungo i 199 Km della Roskilde – Nyborg quanto per il passaggio nel finale sul Great Belt Bridge, ponte lungo quasi 16 Km percorrendo il quale i corridori si ritroveranno a pedalare letteralmente in mare aperto, esposti al rischio di ventagli nei quali potrebbero rimanere incagliati anche uomini di classifica. Il vento potrebbe essere protagonista anche l’indomani nella terza e ultima tappa disegnata sul suolo danese, che porterà il gruppo in 182 Km da Vejle a Sønderborg. Il resto del tracciato sarà svelato in autunno, ma alcune indiscrezioni trapelate oltralpe permettendo di alzare il sipario su probabili tappe chiave. Tra le località che hanno alzato il ditino per richiedere la Grande Boucle c’è Arenberg, dove si vorrebbe riproporre per la terza volta un traguardo alle soglie della celebre foresta dopo aver percorso qualche tratto di pavé: considerata l’ubicazione del “Grand Départ” questa potrebbe essere la prima tappa della corsa dopo il trasferimento della Danimarca, che comporterà un giorno di riposo e la partenza ufficiale anticipata dal tradizionale sabato al venerdì. Dai Pirenei viene dato quasi per certo il ritorno a Plateau de Beille, in vetta a una salita “hors catégorie” di 16 Km al 7.8% che è stata battezzata da Marco Pantani nel 1998 e che è stata inserita per l’ultima volta nel percorso del Tour nel 2015. Dalle Alpi, invece, al momento tutto tace ma è curioso notare come l’immancabile Alpe d’Huez non venga affrontata dal 2018 e proprio nel 2022 cadrà il 70° anniversario della prima scalata, consacrata da una delle grandi imprese di Fausto Coppi: che sia l’occasione per rivederla nel tracciato del Tour e magari tornare a festeggiare un successo italiano su una salita che ci ha visto per molti anni protagonisti e sulla quale non vinciamo dal 1999?

La celebre statua della Sirenetta, uno dei monumenti più conosciuti di Copenaghen (www.copenaghen.net)
TOURALCONTRARIO
Ordine d’arrivo della ventunesima tappa, Chatou – Parigi
1° Anthony Turgis
2° Kenny Elissonde a 6′35″
3° Hugo Houle a 8′09″
4° Tim Declercq s.t.
5° Sergio Higuita a 8′44″
Miglior italiano: Mattia Cattaneo, 19° a 11′03″
Classifica generale
1° Tim Declercq
2° Cees Bol a 24′30″
3° Mark Cavendish a 26′55″
4° Michael Mørkøv a 28′24″
5° Mads Pedersen a 31′52″
Miglior italiano: Daniel Oss, 27° a 1h14′16″
Maglia nera: Tadej Pogacar, 141° a 5h01′09″
STRAFALGAR SQUARE
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Garzelli: “È una maglia anche interessante la lotta tra Cavendish e Matthews”
Conti: “È dal 1975 che si arriva a Parigi” (il Tour finisce a Parigi fin dalla prima edizione del 1903)
De Luca: “Stanno affrontando il verso verso Place de la Concorde”
Garzelli: “Grande velocità sempre più in pavè”
Garzelli: “Il primo scatto della fuga è arrivato al traguardo”
De Luca: “Deceunin” (Deceuninck)
Garzelli: “L’Arco di Trionfo allunga il gruppo”
De Luca (su Poulidor): “Quella maglia gialla non l’hai vissuta in tutta la carriera”
Televideo: “Arenburu” (Aranburu)
DISCOTOUR
Zdravljica (inno nazionale sloveno)
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): CHATOU – PARIGI
luglio 18, 2021 by Redazione
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Il Tour è arrivato al suo atto conclusivo, la tradizionale passerella conclusiva sugli Champs-Élysées che quest’anno presenterà la novità di un rettilineo d’arrivo leggermente più lungo rispetto al solito
Il Tour è arrivato al suo ultimo capitolo, un capitolo che sarà ancora una volta scritto dai velocisti. La frazione conclusiva scatterà quest’anno dal centro di Chatou, situato una dozzina di chilometri a ovest del centro di Parigi, e prima di giungere sulle strade della capitale francese proporrà l’ultima salita ufficiale di questa edizione del Tour, la semplice Côte des Grès (1.9 Km al 5%), che sarà affrontata a soli 7 Km dalla partenza, in una fase di corsa che solitamente si svolge – finalmente – a velocità da crociera. È questo il momento dei brindisi, dei sorrisi, delle pacche sulle spalle e delle foto ricordo, festeggiamenti che si esauriscono con l’avvicinarsi a Parigi, nella quale i corridori entreranno dopo aver sfiorato la reggia di Versailles e attraversato il comune di Issy-les-Moulineaux, passaggio previsto quasi tutti gli anni nell’ultima tappa perché qui ha sede Amaury Sport Organisation (più nota tra gli appassionati con l’acronimo ASO), il gruppo che organizza il Tour de France e non solo poiché nel suo “parco gare” sono presentati anche eventi sportivi non ciclistici come la Maratona di Parigi e la Dakar. Entrato nella “Ville Lumière” costeggiando un tratto della “rive gauche” della Senna, il gruppo andrà quindi a fiancheggiare i “Giardini del Lussemburgo” per poi attraversare l’estremità occidentale dell’Île de la Cité (dove troneggia la basilica di Notre-Dame) e i due cortili del Louvre prima di giungere sugli Champs-Élysées e iniziare il primo degli otto giri del tradizionale circuito di 6.8 Km. Pur non essendone stato modificato di una virgola il tracciato quest’anno ci sarà una novità, che potrebbe modificare i tradizionali meccanismi dell’ultima volata, perché il traguardo è stato spostato in avanti di 300 metri e così, dopo l’ultima curva a destra in Place de la Concorde, i corridori si troveranno di fronte un rettilineo d’arrivo più lungo del solito, 700 e non 400 metri. Poi spazio alle celebrazioni per lo strepitoso bis di Tadej Pogačar.

Il palazzo dell’Eliseo e l’altimetria della ventunesima tappa (wikipedia)
L’ANGOLO DELLA STORIA
È dal 1989 che la tappa di Parigi non è più determinante per la vittoria finale. Quell’anno cadeva il 200° anniversario della Rivoluzione Francese e così gli organizzatori decisero di celebrare l’evento riproponendo una cronometro come atto di chiusura della corsa. L’ultima volta era successo nel 1971, quando gli Champs-Élysées non erano ancora stati presi in considerazione come traguardo finale e i Tour si concludevano sulla pista del velodromo di Vincennes, che a sua volta aveva preso il posto dello storico epilogo al Parco dei Principi, utilizzato l’ultima volta a tale scopo nel 1968. Introdotto lo spettacolare finale sui Campi Elisi nel 1975, qui due brevissime crono-passerella di 6 Km si erano disputate all’ultimo giorno di gara nel 1976 e nel 1977 (vinte rispettivamente dal belga Freddy Maertens e dal tedesco Dietrich Thurau), ma si trattava della prima semitappa, seguita da una frazione pomeridiana in circuito. Così il 23 luglio del 1989 si viaggiò contro il tempo per 24 Km e mezzo dalla reggia di Versailles, simbolo massimo dell’”Ancien régime”, ai Champs-Élysées, con il traguardo fissato ad un passo da Place de la Concorde, luogo dove negli anni della Rivoluzione era stata collocata la ghigliottina. Alla partenza la maglia gialla era sulle spalle di Laurent Fignon e i “suiveurs” transalpini ritenevano impossibile una detronizzazione del parigino, che vestiva le insegne del primato con 50 secondi di vantaggio sull’americano Greg LeMond; all’arrivo si ritrovarono il loro “roi” decapitato dal Robespierre statunitense per l’inezia di 8 secondi, uno smacco dopo il quale mai più si pensò di riproporre una cronometro all’ultimo giorno di gara. In precedenza un “ribaltone” del genere all’ultima tappa si era verificato in sole due occasioni, nel 1947 quando a Parigi Jean Robic tolse la maglia gialla dalle spalle di Pierre Brambilla (corridore italiano che due anni più tardi prenderà la cittadinanza francese) e nel 1968 con l’avvicendamento al vertice della classifica per soli 38 secondi tra il belga Herman Van Springel e l’olandese Jan Janssen.
METEO TOUR
Le previsioni meteo per la tappa del giorno
Chatou : cielo sereno, 28°C (percepiti 29°C), vento moderato da NE (22-29 km/h), umidità al 47%
Versailles (28.9 Km): cielo sereno, 27.9°C (percepiti 29°C), vento moderato da NE (23-30 km/h), umidità al 47%
Parigi – 1° passaggio dal traguardo: cielo sereno, 28.6°C, vento moderato da NE (24-32 km/h), umidità al 42%
Parigi – arrivo: cielo sereno, 27.9°C, vento moderato da NE (24-32 km/h), umidità al 45%
GLI ORARI DEL TOUR
16.10: inizio diretta su Eurosport1
16.15: partenza da Chatou
16.30: partenza ufficiale
16.40-16.45: scollinamento Côte des Grès
17.15: inizio diretta su RAI (a circa 24 Km dalla partenza, poco prima del passaggio dalla reggia di Versailles
17.40-17.50: ingresso in Parigi
18.00-18.15: primo passaggio dal traguardo
18.30-18.45: traguardo volante sull’Haut des Champs-Élysées
19.00-19.15: arrivo a Parigi
TOURALCONTRARIO
Ordine d’arrivo della ventesima tappa, Libourne – Saint-Émilion
1° Esteban Chaves
2° Élie Gesbert a 24″
3° Matej Mohorič a 27″
4° Sean Bennett a 29″
5° Silvan Dillier a 34″
Miglior italiano: Sonny Colbrelli, 37° a 1′38″
Classifica generale
1° Tim Declercq
2° Cees Bol a 20′06″
3° Mark Cavendish a 22′27″
4° Michael Mørkøv a 24′00″
5° Mads Pedersen a 27′28″
Miglior italiano: Daniel Oss, 27° a 1h09′52″
STRAFALGAR SQUARE
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
De Luca: “Velocista pura”
De Luca: “Francesco Moser non è più in attività perchè ha regalato tantissime emozioni agli italiani”
Moser: “L’anno scorso Pogacar ha vinto il Tour stando a ruota all’ultima crono”
Garzelli: “Lunghi rettilini”
Garzelli: “Politt dava tirate che mettevano a tutta i corridori alla sua ruota”
De Luca: “Tempi di riferimenti”
De Luca: “Passa Van Baarle al rifornimento cronometrico”
De Luca: “Pierre Loger Latour” (Pierre Roger)
De Luca: “Pedale che ha sofferto quei cambi di ritmo”
Garzelli: “Le bandiere stanno soffiando lateralmente”
De Luca: “Gli sloveni e i danesi sono il primo e il secondo della classifica”
De Luca: “Parlevamo della Parigi-Nizza”
De Luca: “Asgreen aveva 25 mezzi” (secondi)
Garzelli: “I body materiali fanno più differenza”
De Luca: “Quel body aveva due secondi di ritardo al chilometro”
Garzelli: “Ricardo Valverde” (Alejandro)
De Luca: “Van Aert, il manubrio è stato disegnato sulla sua forma”
De Luca: “Guadagna anche nel secondo cronometrico”
De Luca: “Pogacar non ama cambiare le scarpe in corso”
De Luca: “Hanno crononerato”
Garzelli: “Tutte le televisione”
De Luca: “Non ha voluto vincere la vittoria di tappa”
Garzelli: “Pogacar, il suo secondo Tour a 23 anni” (ne ha ancora 22)
Televideo: “La cronometro finisce nei pedali di Wout Van Aert”
Televideo: “Vingegaard scavalca Carapaz nella generale” (erano già 2° e 3° alla partenza della crono)
DISCOTOUR
L’orologio (Sergio Endrigo)