LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): CHATOU – PARIGI
luglio 18, 2021
Categoria: Approfondimenti
Il Tour è arrivato al suo atto conclusivo, la tradizionale passerella conclusiva sugli Champs-Élysées che quest’anno presenterà la novità di un rettilineo d’arrivo leggermente più lungo rispetto al solito
Il Tour è arrivato al suo ultimo capitolo, un capitolo che sarà ancora una volta scritto dai velocisti. La frazione conclusiva scatterà quest’anno dal centro di Chatou, situato una dozzina di chilometri a ovest del centro di Parigi, e prima di giungere sulle strade della capitale francese proporrà l’ultima salita ufficiale di questa edizione del Tour, la semplice Côte des Grès (1.9 Km al 5%), che sarà affrontata a soli 7 Km dalla partenza, in una fase di corsa che solitamente si svolge – finalmente – a velocità da crociera. È questo il momento dei brindisi, dei sorrisi, delle pacche sulle spalle e delle foto ricordo, festeggiamenti che si esauriscono con l’avvicinarsi a Parigi, nella quale i corridori entreranno dopo aver sfiorato la reggia di Versailles e attraversato il comune di Issy-les-Moulineaux, passaggio previsto quasi tutti gli anni nell’ultima tappa perché qui ha sede Amaury Sport Organisation (più nota tra gli appassionati con l’acronimo ASO), il gruppo che organizza il Tour de France e non solo poiché nel suo “parco gare” sono presentati anche eventi sportivi non ciclistici come la Maratona di Parigi e la Dakar. Entrato nella “Ville Lumière” costeggiando un tratto della “rive gauche” della Senna, il gruppo andrà quindi a fiancheggiare i “Giardini del Lussemburgo” per poi attraversare l’estremità occidentale dell’Île de la Cité (dove troneggia la basilica di Notre-Dame) e i due cortili del Louvre prima di giungere sugli Champs-Élysées e iniziare il primo degli otto giri del tradizionale circuito di 6.8 Km. Pur non essendone stato modificato di una virgola il tracciato quest’anno ci sarà una novità, che potrebbe modificare i tradizionali meccanismi dell’ultima volata, perché il traguardo è stato spostato in avanti di 300 metri e così, dopo l’ultima curva a destra in Place de la Concorde, i corridori si troveranno di fronte un rettilineo d’arrivo più lungo del solito, 700 e non 400 metri. Poi spazio alle celebrazioni per lo strepitoso bis di Tadej Pogačar.

Il palazzo dell’Eliseo e l’altimetria della ventunesima tappa (wikipedia)
L’ANGOLO DELLA STORIA
È dal 1989 che la tappa di Parigi non è più determinante per la vittoria finale. Quell’anno cadeva il 200° anniversario della Rivoluzione Francese e così gli organizzatori decisero di celebrare l’evento riproponendo una cronometro come atto di chiusura della corsa. L’ultima volta era successo nel 1971, quando gli Champs-Élysées non erano ancora stati presi in considerazione come traguardo finale e i Tour si concludevano sulla pista del velodromo di Vincennes, che a sua volta aveva preso il posto dello storico epilogo al Parco dei Principi, utilizzato l’ultima volta a tale scopo nel 1968. Introdotto lo spettacolare finale sui Campi Elisi nel 1975, qui due brevissime crono-passerella di 6 Km si erano disputate all’ultimo giorno di gara nel 1976 e nel 1977 (vinte rispettivamente dal belga Freddy Maertens e dal tedesco Dietrich Thurau), ma si trattava della prima semitappa, seguita da una frazione pomeridiana in circuito. Così il 23 luglio del 1989 si viaggiò contro il tempo per 24 Km e mezzo dalla reggia di Versailles, simbolo massimo dell’”Ancien régime”, ai Champs-Élysées, con il traguardo fissato ad un passo da Place de la Concorde, luogo dove negli anni della Rivoluzione era stata collocata la ghigliottina. Alla partenza la maglia gialla era sulle spalle di Laurent Fignon e i “suiveurs” transalpini ritenevano impossibile una detronizzazione del parigino, che vestiva le insegne del primato con 50 secondi di vantaggio sull’americano Greg LeMond; all’arrivo si ritrovarono il loro “roi” decapitato dal Robespierre statunitense per l’inezia di 8 secondi, uno smacco dopo il quale mai più si pensò di riproporre una cronometro all’ultimo giorno di gara. In precedenza un “ribaltone” del genere all’ultima tappa si era verificato in sole due occasioni, nel 1947 quando a Parigi Jean Robic tolse la maglia gialla dalle spalle di Pierre Brambilla (corridore italiano che due anni più tardi prenderà la cittadinanza francese) e nel 1968 con l’avvicendamento al vertice della classifica per soli 38 secondi tra il belga Herman Van Springel e l’olandese Jan Janssen.
METEO TOUR
Le previsioni meteo per la tappa del giorno
Chatou : cielo sereno, 28°C (percepiti 29°C), vento moderato da NE (22-29 km/h), umidità al 47%
Versailles (28.9 Km): cielo sereno, 27.9°C (percepiti 29°C), vento moderato da NE (23-30 km/h), umidità al 47%
Parigi – 1° passaggio dal traguardo: cielo sereno, 28.6°C, vento moderato da NE (24-32 km/h), umidità al 42%
Parigi – arrivo: cielo sereno, 27.9°C, vento moderato da NE (24-32 km/h), umidità al 45%
GLI ORARI DEL TOUR
16.10: inizio diretta su Eurosport1
16.15: partenza da Chatou
16.30: partenza ufficiale
16.40-16.45: scollinamento Côte des Grès
17.15: inizio diretta su RAI (a circa 24 Km dalla partenza, poco prima del passaggio dalla reggia di Versailles
17.40-17.50: ingresso in Parigi
18.00-18.15: primo passaggio dal traguardo
18.30-18.45: traguardo volante sull’Haut des Champs-Élysées
19.00-19.15: arrivo a Parigi
TOURALCONTRARIO
Ordine d’arrivo della ventesima tappa, Libourne – Saint-Émilion
1° Esteban Chaves
2° Élie Gesbert a 24″
3° Matej Mohorič a 27″
4° Sean Bennett a 29″
5° Silvan Dillier a 34″
Miglior italiano: Sonny Colbrelli, 37° a 1′38″
Classifica generale
1° Tim Declercq
2° Cees Bol a 20′06″
3° Mark Cavendish a 22′27″
4° Michael Mørkøv a 24′00″
5° Mads Pedersen a 27′28″
Miglior italiano: Daniel Oss, 27° a 1h09′52″
STRAFALGAR SQUARE
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
De Luca: “Velocista pura”
De Luca: “Francesco Moser non è più in attività perchè ha regalato tantissime emozioni agli italiani”
Moser: “L’anno scorso Pogacar ha vinto il Tour stando a ruota all’ultima crono”
Garzelli: “Lunghi rettilini”
Garzelli: “Politt dava tirate che mettevano a tutta i corridori alla sua ruota”
De Luca: “Tempi di riferimenti”
De Luca: “Passa Van Baarle al rifornimento cronometrico”
De Luca: “Pierre Loger Latour” (Pierre Roger)
De Luca: “Pedale che ha sofferto quei cambi di ritmo”
Garzelli: “Le bandiere stanno soffiando lateralmente”
De Luca: “Gli sloveni e i danesi sono il primo e il secondo della classifica”
De Luca: “Parlevamo della Parigi-Nizza”
De Luca: “Asgreen aveva 25 mezzi” (secondi)
Garzelli: “I body materiali fanno più differenza”
De Luca: “Quel body aveva due secondi di ritardo al chilometro”
Garzelli: “Ricardo Valverde” (Alejandro)
De Luca: “Van Aert, il manubrio è stato disegnato sulla sua forma”
De Luca: “Guadagna anche nel secondo cronometrico”
De Luca: “Pogacar non ama cambiare le scarpe in corso”
De Luca: “Hanno crononerato”
Garzelli: “Tutte le televisione”
De Luca: “Non ha voluto vincere la vittoria di tappa”
Garzelli: “Pogacar, il suo secondo Tour a 23 anni” (ne ha ancora 22)
Televideo: “La cronometro finisce nei pedali di Wout Van Aert”
Televideo: “Vingegaard scavalca Carapaz nella generale” (erano già 2° e 3° alla partenza della crono)
DISCOTOUR
L’orologio (Sergio Endrigo)