TERNO GROENEWEGEN, TRENTIN SI RIPRENDE LA “VERDE”
Dylan Groenewegen si dimostra il signore delle volata in questo Tour of Britain. Buone notizie anche per Matteo Trentin, terzo, che ritorna in possesso della maglia verde di leader della classifica generale.
Ancora una volata nel segno di Dylan Groenewegen (Jumbo-Visma), che si è imposto per la terza volta nella corsa a tappe inglese. Sul podio di giornata sono saliti nell’ordine Matthew Walls (nazionale britannica) e Matteo Trentin (Mitchelton-Scott), che grazie ai 4” di abbuono si è nuovamente insediato al vertice della classifica generale spodestando, Mathieu van der Poel (Corendon – Circus), vincitore ieri e leader per un giorno. Alle spalle di Trentin dopo la quinta tappa troviamo proprio Van der Poel a 3” e Jasper De Buyst (Lotto Soudal) a 10”.
Tornando all’ordine di arrivo odierno completano la TopTen Cees Bol (Team Sunweb), Davide Cimolai (Israel Cycling Academy), De Buyst, Ben Swift (Team Ineos), Tom Van Asbroeck (Israel Cycling Academy), Edoardo Affini (Mitchelton-Scott) e Mark Cavendish (Dimension Data). Per l’ormai ex “Cannonball” questo è il sesto piazzamento di questo 2019.
Prima di lasciare la ribalta ai velocisti che si sono contesi la vittoria di tappa, oggi si sono messi in mostra Emil Vinjebo (Riwal), Matthew Bostock (Canyon), Robert Scott (Team Wiggins) e il solito “Jacob Scott (Swift Carbon), interessato a rimpolpare i suoi punti per la classifica dei gran premi della montagna, dove ora ha un vantaggio di 21 punti su Dries De Bondt (Corendon – Circus). Di questi coraggiosi l’ultimo a cedere è stato Vinjebo che è stato raggiunto quando al traguardo mancavano solo 6 km.
Come già ieri, si è visto davanti anche Gianni Moscon (Team Ineos) che, nonostante il tentativo sulla breve salita di Flaybrick Hill a 4 chilometri dall’arrivo, non è riuscito ad avvantaggiarsi sul plotone.
Mario Prato

Terzo successo per Dylan Groenewegen sulle strade del Tour of Britain 2019 (foto Bettini)
VIA COL VENTO A GUADALAJARA: GILBERT VINCE, ROGLIČ RESTA IN MAGLIA ROSSA COL BRIVIDO
Una maxi fuga di oltre 40 ciclisti sfida vento e ventagli partendo dopo pochi km e sconvolge la 17a tappa della Vuelta 2019. Vince Philippe Gilbert (Deceuninck Quick Step) sfruttando la superiorità numerica della sua squadra. In classifica generale Primož Roglič (Jumbo Visma) conserva la maglia rossa anche se Nairo Quintana (Movistar), presente nella fuga, è adesso secondo in classifica generale.
Dopo il secondo giorno di riposo la Vuelta 2019 riparte da Aranda de Duero per giungere a Guadalajara in quasi 220 km. È la tappa più lunga della Vuelta 2019 e l’assenza di GPM dovrebbe favorire i velocisti. Ma 220 km sono tanti, la stanchezza inizia a farsi sentire ed anche il vento, previsto con raffiche tra i 30 e i 40 km/h per una buona metà della tappa sul tipico altipiano spagnolo, potrebbe riservare qualche sorpresa. Insomma, anche la fuga potrebbe avere qualche chance di successo. Il ritmo dopo la partenza era subito indiavolato e dopo 5 km si staccava una maxi fuga composta da una quarantina di ciclisti. Tra di essi, s’incontravano varie tipologie di corridori: uomini di classifica, velocisti e tipici uomini da fuga, un po’ di tutto per animare le fasi iniziali della tappa. Erano, infatti, presenti nomi di spicco come Nairo Quintana (Movistar), Wilco Keldermann (Sunweb) e James Knox (Deceuninck-Quick Step), ma anche gente veloce come Sam Bennett (Bora-Hansgrohe), Fabio Jakobsen (Deceuninck-Quick Step) e John Degenkolb (Trek-Segafredo), per non parlare di classicomani come Philippe Gilbert (Deceuninck-Quick Step), Luis León Sánchez (Astana) e Edvald Boasson Hagen (Dimension Data). Da segnalare anche la presenza di tre italiani, Eros Capecchi (Deceuninck-Quick Step), Marco Marcato e Oliviero Troia (UAE-Team Emirates). La Deceuninck era praticamente al completo poichè oltre ai corridori già citati erano presenti anche Zdeněk Štybar, Rémi Cavagna e Tim Declercq. Dopo 30 km il ritardo del gruppo maglia rossa sfiorava già i 2 minuti e dopo 70 km era aumentato a 4 minuti e 20 secondi. Il vento, come previsto, ci metteva lo zampino e provocava ulteriori spaccamenti sia nel gruppo di testa, sia nel gruppo all’inseguimento. Intorno al centesimo chilometro di gara davanti rimaneva in 33, mentre ciò che restava del gruppo maglia rossa era segnalato a 4 minuti e 35 secondi di ritardo. Bennett si aggiudicava il traguardo intermedio di Atienza. A 100 km dall’arrivo il vantaggio della fuga era salito a 5 minuti e 20 secondi. A questo punto Quintana era tornato sul podio virtuale della classifica generale e Primož Roglič (Jumbo Visma) iniziava seriamente a preoccuparsi. Il vento da laterale tornava a favore nella seconda parte di tappa e ciò favoriva il gruppo davanti, che manteneva un vantaggio di 5 minuti sul gruppo maglia rossa, sempre più ridotto all’osso. Una ventina di ciclisti si sarebbero così giocati la vittoria a Guadalajara, in un finale che prevedeva gli ultimi 3 km in leggera salita. La Deceuninck, avendo ancora la maggioranza degli uomini in fuga nonostante Capecchi e Jakobsen si fossero staccati a circa 30 km dall’arrivo, poteva gestire a piacimento il finale. Era Štybar a scattare a circa 2 km dall’arrivo ma Bennett era abile a riprenderlo ai meno 400 metri. Alla ruota dell’irlandese a sua volta si riportava Gilbert, che lo superava negli ultimi 200 metri andando a conquistare la sua seconda vittoria di tappa alla Vuelta 2019. Chiudeva al terzo Remi Cavagna mentre il gruppo maglia rossa giungeva al traguardo con un ritardo di 5 minuti e 29 secondi. In classifica generale Roglič resta in maglia rossa con un vantaggio di 2 minuti e 24 secondi su Quintana e 2 minuti e 48 secondi su Alejandro Valverde (Movistar). Domani nella diciottesima tappa da Colmenar Viejo a Becerril de la Sierra potremo assistere alle ultime schermaglie tra i big, visto che la tappa presenta quattro GPM di prima categoria, anche se dall’ultimo mancheranno 25 km all’arrivo, per lo più in discesa
Giuseppe Scarfone

Bis di Gilbert sulle strade della Vuelta 2019 al termine della ventosa frazione di Guadalajara (Getty Images)
RIVOLUZIONE VAN DER POEL, TAPPA E MAGLIA AL TOUR OF BRITAIN
Prova di forza del corridore belga che sul muretto finale mette sull’asfalto tutto il suo talento per imporsi nella quarta tappa della corsa britannica. Il successo che ha permesso di scavalcare per un solo secondo Matteo Trentin in vetta alla classifica generale
Il finale in salita della quarta tappa, in vetta ad un breve muro con pendenze fino al 13%, ha regalato agli appassionati di ciclismo un’altra perla di Mathieu van der Poel. Il capitano della Corendon-Circus, dopo già essersi fatto vedere in precedenza, ha dato la stoccata vincente sullo strappo finale raggiungendo e superando a velocità doppia i battistrada e staccando di qualche secondo il gruppo lanciato al suo inseguimento, regolato dopo 3” da Jasper De Buyst (Lotto Soudal) davanti a Simon Clarke (EF Education First), Ben Swift (Team Ineos), Amund Grøndahl Jensen (Jumbo-Visma), Tom Van Asbroeck (Israel Cycling Academy), Xandro Meurisse (Wanty-Gobert), Ben Hermans (Israel Cycling Academy), Matteo Trentin (Mitchelton-Scott) e Tiesj Benoot (Lotto Soudal).
Con il successo di ieri il belga è diventato il nuovo leader della classifica, nella quale precede di un solo secondo Trentin, mentre De Buyst è terzo a 7″.
Il tracciato ondulato della quarta tappa ha fatto sì che in molti cercassero la fuga.
I primi a provarci sono stati Axel Domont (AG2R La Mondiale) e Dylan van Baarle (Team Ineos), ai quali in un secondo tempo sì è unito Edward Dunbar (Team Ineos). Gli ultimi due hanno provato l’azione solitaria ai meno 62 approfittando di uno strappetto, un’azione durata una a trentina di chilometri.
Da segnalare anche un tentativo di Gianni Moscon (Team Ineos) che, pur non riuscendo ad avvantaggiarsi, ha provocato con i suoi allunghi uno sfoltimento del gruppo dei migliori, ricompattosi una volta ritornati in pianura. I tentativi infruttuosi di Van der Poel e successivamente di Benoo hanno fatto alzare le antenne alla Mitchelton-Scott del capoclassifica Trentin ma, nonostante la formazione australiana si sia prodigata per tenere sotto controllo la gara, a poco meno di una ventina di chilometri dal termine si è avvantaggiato Tony Gallopin (AG2R La Mondiale), più avanti raggiunto da Ben Hermans (Israel Cycling Academy) e James Shaw (SwiftCarbon Pro Cycling). I tre sembravano destinati a giocarsi la vittoria, ma non avevano fatto i conti con lo scatenato Van der Poel che sullo strappo finale li ha letteralmente saltati ai meno 300.
Mario Prato

Il campione olandese Mathieu van der Poel vince in cima al muretto di Kendal (foto Bettini)
FUGLSANG AL CUBO SULLA CUBILLA, ROGLIČ RESTA IN MAGLIA ROSSA.
Sull’Alto de la Cubilla Jakob Fuglsang (Astana) corona la fuga di giornata e ottiene una bella vittoria dopo lo sfortunato Tour de France. Tao Geoghegan Hart (Team INEOS) deve accontentarsi del secondo posto. In classifica generale Primož Roglič (Jumbo Visma) resta saldamente al comando mentre la coppia Movistar Quintana-Valverde lascia qualcosa per strada con lo spauracchio di perdere rispettivamente podio e top five finale.
L’ultimo vero e proprio tappone della Vuelta 2019 coincide col la sedicesima tappa da Pravia all’Alto de la Cubilla. Negli oltre 144 km che i ciclisti dovranno percorrere sono presenti tre GPM di cui due di prima categoria ed uno, quello posto all’arrivo, di categoria speciale. La lotta tra i big di classifica sta avendo un’evoluzione prevedibile, con Primož Roglič (Jusmo Visma) che ha ormai ipotecato la maglia rossa. Se Alejandro Valverde (Movistar) sembra d’altro canto aver rafforzato il secondo posto in classifica, tutt’altra storia riguarda la lotta per il gradino più basso del podio, con Tadej Pogačar (UAE-Team Emirates) e Miguel Ángel López (Astana) separati da soli 17 secondi. Per quanto riguarda la maglia a pois, l’incertezza regna ancora sovrana e vedremo se oggi tra i fuggitivi di giornata riusciremo a sbrogliare un po’ la matassa, con Jesús Herrada (Cofidis) e Geofrrey Bouchard (AG2R La Mondiale) che appaiono i più accreditati ad indossarla a Madrid. La corsa esplodeva già sul Puerto de San Lorenzo, con l’Astana molto attiva che inseriva nella fuga Luis León Sánchez e Jakob Fuglsang; tra gli altri fuggitivi, una ventina in tutto, si segnalava anche la presenza di Ángel Madrazo (Burgos BH), del secondo della classifica dei GPM Bouchard, di Valerio Conti (UAE-Team Emirates), di Gianluca Brambilla (Trek Segafredo) e del quartetto Deceuninck formato da Rémi Cavagna, James Knox, Philippe Gilbert e Maximilian Richeze. Bouchard aveva la meglio su Madrazo allo scollinamento del Puerto de San Lorenzo. Nella discesa e nel successivo falsopiano primo di affrontare l’Alto de la Cobertoria, secondo GPM in programma, un rallentamento nel gruppo maglia rossa permetteva alla fuga di aumentare il proprio vantaggio. I fuggitivi iniziavano l’ascesa verso il suddetto GPM con 5 minuti di vantaggio sugli inseguitori. Era ancora a Bouchard che scollinava per primo con Madrazo che doveva ancora una volta accontentarsi della seconda posizione. A 30 km dall’arrivo la fuga aveva aumentato il vantaggio a 7 minuti. Ancora una volta, quindi, la vittoria di tappa se la sarebbe giocata uno dei fuggitivi. Tra i più attivi in testa alla corsa si segnalavano Fuglsang, Thomas De Gendt (Lotto Soudal), Conti e Gilbert. Era Fuglsang a salutare la compagnia a 4 km dall’arrivo ed a vincere sul traguardo dell’Alto de la Cubilla con 22 secondi di vantaggio su Geoghegan Hart e 40 secondi sul compagno di squadra Sánchez. Bella l’affermazione del ciclista danese, ottenuta dopo un Tour de France sfortunato. Tra gli uomini di classifica un inossidabile Roglič rispondeva all’attacco combinato di López e Pogačar, andando a costituire un terzetto che tagliava il traguardo con 5 minuti e 58 secondi di ritardo da Fuglsang, mentre Valverde e soprattutto Nairo Quintana (Movistar) venivano respinti nelle retrovie. La classifica generale adesso vede il corridore sloveno sempre in maglia rossa ma Valverde ha ora un ritardo di 2 minuti e 48 secondi e Pogačar si avvicina minaccioso in terza posizione, a 54 secondi dall’Embatido. La lotta per la seconda piazza, con López sornione in quarta posizione, avrà un’altra puntata giovedì a Becerril de la Sierra. Dopo il secondo giorno di riposo di domani, si riprende mercoledì per il rush finale di questa Vuelta 2019. La diciassettesima tappa si snoderà per quasi 220 Km tra Aranda de Duero a Guadalajara e non presenterà nessun GPM: sulla carta è la terzultima occasione per i velocisti ma la stanchezza è tanta e chissà che una fuga o un’azione di qualche finisseur nel finale possanono scompaginare i piani degli sprinter.
Giuseppe Scarfone

Fuglsang esorcizza il Tour de France in cima all'Alto de la Cubilla (Getty Images)
TOUR OF BRITAIN: TAPPA A GROENEWEGEN, TRENTIN ANCORA LEADER
Secondo successo “britannico” per il velocista olandese che si vendica, sportivamente parlando, di quanto accaduto ieri. Matteo Trentin, quinto, mantiene la maglia verde di leader della classifica generale
A Newcastle il velocista della Jumbo-Visma ritrova la vittoria, nonostante il traguardo, posto in cima ad una rampetta che poco si addiceva alle caratteristiche di Dylan Groenewegen. Seconda piazza di giornata per Mathieu van der Poel (Corendon Circus) davanti a Davide Cimolai (Israel Cycling Academy), Mike Teunissen (Jumbo-Visma) e Matteo Trentin (Mitchelton-Scott), che conserva la maglia di leader della corsa britannica con 7″ su Cimolai e 11″ su Van der Poel.
La tappa odierna, dal tracciato facile che favoriva i velocisti, è stata movimentata dal transito da un passaggio a livello che ha interrotto l’inseguimento ai fuggitivi di giornata quanto mancavano 62 km al traguardo. Ci sono voluti venti minuti per far riprendere la corsa, che la giuria ha fatto ripartire nelle medesime condizioni precedenti allo stop forzato.
Così i 6 fuggitivi di giornata – Harry Tanfield (Katusha Alpecin), Dries De Bondt (Corendon Circus), Christophe Noppe ( Sport Vlaanderen – Baloise), Rory Townsend (Canyon), Jacob Scott (SwiftCarbon) e Robert Scott ( Team Wiggins Le Col) – sono ripartiti 3’45” prima del plotone, deciso comunque a raggiungerli prima del traguardo. Il ricongiumento si è poi effettivamentge concretizzati ai meno 1200 metri dalla linea d’arrivo, quando la volata era già in rampa di lancio
Mario Prato

Groenewegen vince anche la terza tappa, ma Matteo Trentin rimane leader del Tour of Britain (foto Bettini)
GP DE FOURMIES, ACKERMANN SI CONFERMA CAMPIONE
Bis di Pascal Ackermann dopo il successo del 2018. Alle sue spalle Jasper Philipsen e Boy Van Poppel
Pronti via e la fuga prende subito il sopravvento. Si forma al comando un drappello di 8 unità composto da Benoît Cosnefroy (Ag2r La Mondiale), Axel Journiaux (Total Direct Énergie), Kenny Molly (Wallonie-Bruxelles), Alexis Guérin (Delko Marseille Provence), Flavien Maurelet (St.Michel-Auber 93), Kaspars Sergis (Amore&Vita-Prodir), Samuel Leroux (Natura4Ever-Roubaix-Lille Métropole) e Charles Planet (Novo Nordisk). Il loro vantaggio massimo accarezza i 3 minuti sul gruppo, attentamente trainato da Bora Hansgrohe e Groupama FDJ.
Quando inizia il circuito finale il distacco si sbriciola fino ad una manciata di secondi, tanto che alcuni corridori sono invogliati a tentare dei contrattacchi per fuoriuscire dal plotone. Il tentativo più serio è quello di Mads Pedersen ( Trek – Segafredo), che raggiunge la testa della corsa e resta ben presto da solo al comando. Il gruppo, però, calcola bene i tempi e riesce a chiudere sul corridore danese nei pressi del triangolo rosso dell’ultimo chilometro.
Quando la volata sembra lanciata ecco il colpo di scena che spariglia le carte in tavola: una caduta taglia fuori dai giochi Nacer Bouhanni (Cofidis), lasciando campo libero a Pascal Ackermann (Bora – Hansgrohe) di centrare il bis nella classica francese. Alle sue spalle si spartiscono i piazzamenti d’onore nell’ordine Jasper Philipsen (UAE-Team Emirates) e Boy Van Poppel (Roompot – Charles). Migliore dei 23 italiani al via si è classificato Imerio Cima (Nippo Vini Fantini Faizanè), fratello di quel Damiano Cima che vinse la tappa di Santa Maria di Sala all’ultimo Giro d’Italia, piazzatosi in settima posizione.
Lorenzo Alessandri

Pascal Ackermann bissa il successo del 2018 al GP de Fourmies (foto Bettini)
TRENTIN, TAPPA E MAGLIA AL TOUR OF BRITAIN
Dopo il secondo posto nella prima tappa l’atleta trentino si aggiudica la seconda tappa. Il successo gli vale la testa della classifica generale dove precede Davide Cimolai, oggi quarto.
Successo pieno nella seconda tappa del Tour of Britain per Matteo Trentin (Mitchelton-Scott). Il trentino, imponendosi nella volata conclusiva davanti a Jasper De Buyst (Lotto Soudal) e Mike Teunissen (Jumbo-Visma), si è insediato in vetta alla vetta della classifica generale dove precede di 11″ Davide Cimolai (Israel Cycling Academy)i e De Buyst. Ai piedi del podio di giornata si sono fermati il citato Cimolai, Alex Edmondson (Mitchelton-Scott), Ben Swift (Team Ineos), Alex Dowsett (Katusha-Alpecin), Simon Clarke (EF Education First), Tom Van Asbroeck (Israel Cycling Academy) e Danilo Wyss (Dimension Data). Finisce fuori dalla top ten il vincitore della prima Dylan Groenewegen (Jumbo-Visma), che ha sofferto il ritmo imposto dalla Mitchelton-Scott sul GPM di Dingleton e ha concluso la tappa quasi 3 minuti e mezzo dopo l’arrivo di Trentin.
Seppur la tappa si sia conclusa come previsto in volata, il plotone non ha di certo atteso le fasi finali trasferendosi tranquillamente lungo i 166,5 km del tracciato odierno, disegnato in circuito attorno a Kelso.
Infatti, le fasi iniziali di gara hanno visto la fuga di Gediminas Bagdonas (AG2R La Mondiale), Sam Jenner (Team Wiggins-Le Col) e Pete Williams (SwiftCarbon), che hanno raggiunto un vantaggio massimo di circa 3 minuti a 70 Km dalla conclusione. Prima che questi uomini venissero raggiunti si è registrato anche il tentativo di Mathieu van der Poel (Corendon-Circus) e di Frederik Frison (Lotto Soudal) e, successivamente, quello di Pavel Sivakov (Team Ineos). L’ultimo uomo a cercare di sfuggire ai treni dei velocisti è stato Dowsett, in precedenza protagonista della fuga di giornata, che all’ultimo chilomrtro è riuscito ad accumulare un vantaggio di 6” e, benché fagocitato dal rinvenire del plotone già a volata lanciata, ha chiuso in settima posizione.
Oggi la terza tappa porterà il plotone da Berwick upon Tweed a Newcastle upon Tyne in 182.2 km. Si prevede un altro arrivo in volata, con il plotone più selezionato rispetto agli sprint visto nei primi due giorni perchè l’ultimo chilometro si snoderà quasi totalmente in salita.
Mario Prato

Matteo Trentin vince la seconda tappa del Tour of Britain (foto Bettini)
SEMPRE PIÙ ROGLIČ, LO SLOVENO “SALTA” ANCHE SULLE ASTURIE
Lo sloveno guadagna ancora su tutti i rivali (Valverde escluso). Male Quintana, vince ancora la fuga con l’americano Sepp Kuss che duplica la giornata di festa in casa Jumbo-Visma ottenendo la vittoria più importante della sua carriera.
La quindicesima tappa è vinta da Sepp Kuss (Jumbo-Visma), che suggella col successo un’ottima prova nel primo vero tappone di montagna di questa Vuelta di Spagna. La frazione odierna era difficile, lunga solo 154,4 chilometri ma caratterizzata da un’altimetria impegnativa: si partitva da Tineo per arrivare al Santuario del Acebo dopo aver affrontato, prima dell’ascesa finale di 1a categoria, altri tre Gran Premi di Montagna della medesima classificazione – il Puerto del Acebo, il Puerto del Connio, il Puerto de los Pozos des las Mujeres Muertas – per un dislivello complessivo di poco inferiore ai 3500 metri. Il gruppo partiva alle 13:18 con due corridori in meno rispetto a ieri, Luka Mezgec (Mitchelton-Scott) e Patrick Bevin (CCC Team), ritirati a causa dei problemi fisici dovuti alla caduta di ieri. Dopo qualche chilometro prendeva il largo la fuga di giornata, composta da Mark Padun (Bahrain-Merida), Sander Armée (Lotto Soudal), Vasil Kiryienka (Team Ineos), Casper Pedersen (Sunweb) e Jesús Ezquerra, esponente di una squadra “continental”, la Burgos-BH, che ben sta figurando in questa edizione della Vuelta. I cinque affrontavano la prima salita di giornata, il Puerto del Acebo (8.2 km al 7.1%), sulla quale venivano raggiunti da un gruppo di corridori che si erano staccati dal gruppo principale: Marc Soler (Movistar), Tao Gheoghegan Hart (Team Ineos), Quentin Jauregui (AG2R La Mondiale), Ion Izagirre (Astana), Paweł Poljański (Bora-Hansgrohe), Lawson Craddock (EF Education First), Tsgabu Grmay (Mitchelton-Scott), Ben O’Connor (Dimension Data), Vasil Kiryienka (Team Ineos), Sepp Kuss (Jumbo-Visma), Daniel Navarro e Ruben Guerreiro (Katusha-Alpecin), José Herrada (Cofidis), Óscar Rodríguez e Sergio Samitier (Euskadi Basque Country – Murias). Pedersen ed Ezquerra arrancavano sulle pendenze asturiane venendo così riassorbiti dal gruppo inseguitore, guidato alla Jumbo-Visma di Primož Roglič, leader della classifica generale. Soler era il primo a transitare sulla vetta del Puerto del Acebo e ciò rendeva la tattica Movistar anche oggi per molti indecifrabile: lo spagnolo era a oltre 15 minuti di ritardo nella classifica generale da Roglič e perciò non costituiva una minaccia, potendo così essere usato come punto d”appoggio in caso di un attacco di Alejandro Valverde o Nairo Quintana, rispettivamente a 2′25” e a 3′33” minuti dalla maglia “roja”. Ma il suo atteggiamento aggressivo e poco propenso a conservare le forze escludevano anche questa ipotesi.
Il gruppetto dei fuggitivi faceva registrare 2′48” il vantaggio sulle prime pendenze affrontate del secondo GPM di giornata, il Puerto del Connio (11.7 km al 6.2% di pendenza media), la salita più pedalabile di oggi, mentre da dietro compieva un grande lavoro Tony Martin (Jumbo-Visma). Il team olandese così continuava a dimostrare di essere il più organizzato e coeso della Vuelta, mentre la Movistar era oppressa da guerre interne tra i vari capitani, il Team Ineos correva senza uomo da classifica ed era impegnata nella ricerca di una vittoria di tappa e l’Astana era forte ma poco incisiva. Un altro team che ben stava figurando in questa edizione della corsa iberica era l’Euskadi Basque Country – Murias, con Sergio Samitier oggi in bella mostra e primo a transitare sul Puerto del Connio e, più avanti, anche sul successivo Puerto de los Pozos des las Mujeres Muertas. Il ritardo del gruppo saliva a 3′45”, mentre Brian Van Goethem (Lotto Soudal) e Jesper Hansen (Cofidis, Solutions Crédits) mettevano i piedi a terra abbandonando la corsa. Proprio sulla penultima asperità odierna attaccava Samitier, raggiunto qualche minuto più tardi da Navarro e O’Connor. Il terzetto si avantaggiava di oltre un minuto sugli ex-compagni di fuga, mentre il gruppo della maglia rossa era segnalato a 5′15” di ritardo. Geoghegan Hart e Kiryienka erano i due ciclisti del Team Ineos presenti nella fuga con la speranza di regalare al team anglosassone la prima gioia in terra di Spagna e i due sfruttavano la superiorità numerica adagiandosi nel gruppo inseguitore finchè il bielorusso, ripresi O’Connor e Navarro, andava a prendere Samitier, che si era portato da solo in testa alla corsa. Ai piedi della salita finale (7,9 km al 9,7% di pendenza media), Samitier e Kiryienka si ritrovavano in testa con 41” di vantaggio sugli altri fuggitivi di giornata e 4′35″ sul gruppo principale, tirato da Astana, Movistar e Jumbo-Visma.
Sulle dure pendenze dell’ascesa finale il gruppo dei fuggitivi si sfaldava, sia per la fatica accumulata nelle gambe dei ciclisti, sia per i vari attacchi e contrattacchi. Samitier attaccava e staccava un esausto Kiryienka, ma lo stesso corridore dell’ Euskadi-Murias rimaneva imballato e privo di energie un paio di chilometri più avanti, venendo raggiunto e staccato da un più fresco e brillante Kuss, rinvenuto da dietro in modo davvero brillante. Il ciclista della Jumbo-Visma passava sotto l’arco che segnava i -5 km all’arrivo, mentre nel gruppo maglia rossa il suo capitano rispondeva alla grande all’attacco di Valverde. Il duo murciano-sloveno se ne andava all’attacco staccando i rivali e raggiungendo in poco tempo i 20” di vantaggio sul gruppo, tirato da Jakob Fuglsang (Astana). Il lavoro del danese, che cercava di portare il suo capitano Miguel Ángel López in scia dei due attaccanti, non dava i frutti sperati ma provocava la crisi a sorpresa di Nairo Quintana. Per Kuss mancavano solo 3 chilometri all’arrivo, pochi ma duri; più dietro attaccavano e guadagnavano terreno Geoghegan Hart e Guerreiro.
Valverde e Roglič trovavano sulla propria strada Soler, il quale si metteva a disposizione del proprio capitano, anche se la fatica della fuga si facevano sentire. López aveva con se ancora un ottimo Ion Izagirre mentre il lavoro Astana mieteva altre vittime come Rafał Majka (Bora Hansgrohe), Wilco Kelderman (Sunweb), Sergio Higuita (EF Education First); rimaneva agganciato, invece, uno stoico Tadej Pogačar (UAE-Team Emirates).
Kuss riusciva ad aumentare il vantaggio dal duo Geoghen Hart-Guerreiro e, transitato sotto l’arco che segnava l’ultimo chilometro di corsa, poteva già iniziare a pensare come esultare al traguardo. Metro dopo metro si realizzava sempre di più il sogno per l’americano, che andava a conquistare la prima vittoria stagionale, oltre che la prima della carriera in un grande giro. Il Team Jumbo-Visma si conferma sempre di più faro della Vuelta di Spagna 2019. Secondo e terzo all’arrivo erano Guerreiro e Geoghegan Hart. Il duo Valverde-Roglič giungeva con 2′14” di ritardo e lo sloveno era sempre più maglia rossa. López e Pogačar perdevano 41” dal leader della classifica generale, mentre Majka ne lasciava per strada 59”. Kelderman, Higuita e Quintana giungevano al traguardo dopo 1′56”, con il colombiano grande sconfitto di giornata. In classifica generale rimane quasi tutto invariato nelle posizioni, ma aumenta lo svantaggio di López, di Pogačar e soprattutto di Quintana. La tattica Movistar ha così dato i suoi frutti per Valverde in ottica podio, ma poteva dare maggiori risultati se Soler non si fosse spremuto troppo nelle prime ascese di giornata. Roglič e il Team Jumbo-Visma si dimostrano sempre più solidi e al momento sembrerebbero inattaccabili. Non ci resta da vedere se domani, nel tappone con arrivo sull’Alto de La Cubilla, Astana e Movistar s’inventeranno qualcosa, anche se la condizone dello sloveno non promette per gli avversari cali o sorprese negative. Per finire una piccola nota dolente: oggi nessun italiano si è piazzato nelle prime sessanta posizioni di una Vuelta sfortunata per i nostri a causa dei ritiri degli attesi Fabio Aru (UAE-Team Emirates) e Davide Formolo (Bora-Hansgrohe): ora le speranze sono tutte racchiuse per una fuga vincente di Gianluca Brambilla (Trek – Segafredo), Valerio Conti (UAE-Team Emirates), Eros Capecchi (Deceuninck – Quick Step) o Enrico Battaglin (Katusha Alpecin).
Luigi Giglio

Lo sloveno Primož Roglič passa indenne anche la prima delle due frazioni asturiane (foto Bettini)
BRUXELLES CYCLING CLASSIC, CALEB EWAN AL FOTOFINISH
Caleb Ewan vince in volata la classica belga anticipando di pochissimo Ackermann e Philipsen
Giornata piovosa in Belgio. La corsa diventa sin dalle fasi iniziali molto nervosa, con scatti e controscatti in testa al gruppo. Se ne vanno finalmente in 7: Clément Carisey (Israel Cycling Academy), Etienne Van Empel (Neri Sottoli – Selle Italia – KTM), Oscar Riesebeek ed Elmar Reinders (Roompot-Charles), Cyril Gautier (Vital Concept – B&B Hotels), Lionel Taminiaux (Wallonie Bruxelles) e Petr Rikunov (Gazprom-Rusvelo), ma il loro vantaggio massimo non supera mai i 3 minuti.
Le côtes che caratterizzano la corsa assottigliano ancora di più il divario, tanto che dal plotone partono in serie ulteriori attacchi. Agli uomini al comando se ne aggiungono così altri 4, Laurens De Vreese (Astana), Anthony Turgis (Total Direct Énergie), Christopher Juul-Jensen (Mitchelton Scott) e Simone Velasco (Neri Sottoli – Selle Italia – KTM). Entrati negli ultimi 10 km però il vantaggio torna ad assottigliarsi fino ad essere praticamente annullato. Il destino della corsa è segnato e sarà volata di gruppo.
La Bora Hansgroe cerca di dettare le linee, ma il meteo e la frenesia confondono le carte in tavola. Ne nasce così un finale thrilling, con ben 6 corridori aperti a ventaglio sul traguardo, racchiusi in pochi centesimi di secondo. Il più veloce di tutti è l’australiano tascabile Caleb Ewan (Lotto Soudal), che riesce con il colpo di reni a sopravanzare il campione uscente Pascal Ackermann (Bora Hansgroe) e Jasper Philipsen (UAE-Team Emirates). Alle loro spalle sono in 3 a completare la foto copertina sulla linea d’arrivo: quarto un ottimo Davide Ballerini (Astana Pro Team), davanti a Jasper Stuyven (Trek – Segafredo) e Arnaud Démare (Groupama – FDJ)
Lorenzo Alessandri

La volata che ha deciso l'edizione 2019 della Bruxelles Cycling Classic (foto Bettini)
AL FAVORITO GROENEWEGEN LA PRIMA TAPPA DEL TOUR OF BRITAIN. CIMOLAI E TRENTIN SUL PODIO
Debutto con vittoria del favorito Dylan Groenewegen al Tour of Britain. Seconda e terza piazza per i “nostrani” Davide Cimolai e Matteo Trentin.
La prima tappa del Tour of Britain, 201.5 Km da Glasgow a Kirkcudbright, si è svolta secondo copione. La vittoria è infatti andata al favorito numero uno Dylan Groenewegen. Il portacolori della Jumbo-Visma, partito con i favori del pronostico, si è imposto nella frazione d’apertura della corsa a tappe britannica e fare compagnia sul podio al velocista olandese sono saliti il friulano Davide Cimolai (Israel Cycling Academy) e il trentino Matteo Trentin (Mitchelton-Scott). A seguire si sono classificati nell’ordine Mathieu van der Poel (Corendon-Circus), Ben Swift (Team Ineos), Boris Vallée (Wanty-Gobert), Trond Trondsen (Wanty-Gobert), Jasper De Buyst (Lotto Soudal), Matthew Bostock (Canyon DHB) e Sacha Modolo (EF Education First),
Domani si replica con la frazione disegnata per 166.5 Km attorno alla cittadina scozzese di Kelso, 166.5 km ondulati ma che dovrebbe vedere ancora protagoniste e ruote veloci.
Mario Prato

Parte il Giro della Gran Bretagna e subito si impone uno degli annunciati protagonisti della corsa inglese, Dylan Groenewegen (Getty Images)

