REIN, IL RITORNO: TAPPA E MAGLIA A TAARAMÄE, MENTRE IL VENTO SMORZA IL RESTO

agosto 17, 2021 by Redazione  
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Un Roglic pratico e poco romantico regala la maglia, mentre un arrivo in salita pur durissimo delinea una selezione ancora limitata, anche per colpa del vento. Si confermerà la tradizionale stabilità della Vuelta con una dozzina di nomi scarsi già predestinati alla top ten?

Rein Taaramäe, dieci anni dopo. Il più grande ciclista estone dei nostri tempi, con buona pace del comunque ottimo Tanel Kangert, vince un’altra tappa alla Vuelta, dopo quella della Farrapona 2011 in cui aveva prevalso sull’ineffabile Cobo e sul duo Wiggins-Froome, agli albori della propria parabola di ripicche, sospetti e trionfi inattesi. Passano le generazioni e il buon Rein continua per la propria strada, ora da raffinato ancorché poco prolifico cacciatore di tappe: e quanto tempo è altresì trascorso da quelle istantanee drammatiche della Vuelta 2009, con un giovanissimo Rein piantatosi e piangente sulle rampe inconfondibilmente garagistiche della penisola iberica, allora verso il Xorret de Catí. Gli anni risarciscono la serietà del corridore con una tappa conquistata all’arma bianca, a base di pazienza e tattica, ma soprattutto con la maglia rossa del primato provvisorio in generale: Roglic e il suo team rinunciano alla prospettiva fascinosa ma impervia di vestire il primato per l’intero GT, dalla prima all’ultima tappa, e così viene concesso alla fuga uno spazio più che sufficiente a disegnare un’alta classifica “di schermo”, i cui protagonisti tengano cucita la corsa nelle ardue ma poco succose tappe per cui transiteremo lungo questa prima settimana. Non si tratta comunque di una vittoria facile: Rein se la deve vedere prima con le sfuriate di un attaccante nato, se non quasi scriteriato, com’è Calméjane, poi con due scalatori di indiscusso pedigree come lo statunitense Dombrowski e il francese Elissonde. Taaramäe contiene, chiude, aspetta, poi affonda lo stocco e stronca le ultime disperate resistenze dei compagni. Dopo la delusione del rientro dei migliori nella battagliatissima tappa di Sestola in quest’ultimo Giro 2021 (comunque compensata, per la squadra, dal memorabile assolo di Taco van der Hoorn), stavolta la giornata magica dell’estone raccoglie un premio meritato e, come detto, perfino doppio.
Nel gruppo ha tenuto a lungo banco il placido lasciar fare dei Jumbo Visma, ancor più comprensibile a bocce ferme, ovverosia valutando una prestazione globale del team assai deludente sull’ascesa finale, fatta salva la solidità di Roglic: i gregari di lusso che covavano un ruolo potenziale come seconde punte di scorta, alla Vingegaard diciamo, da Kuss a Kruijswijk a Oomen, hanno tutti incassato tre minuti buoni o più. Sono state quindi la Ineos e la Movistar ad accelerare in vista della salita finale, mentre sulle dure pendenze dell’ultima salita come tale la prominenza è stata assunta dalla Bahrain di Landa, con il rinnovato 4×4 Padun, e dalla UAE, pur con Dombrowski davanti.
Il tracciato del Picón Blanco è stato da poco reso valicabile (opzione purtroppo non sfruttata oggi) con nuove asfaltature, anche al servizio degli importanti parchi eolici della zona: e non per nulla il vento è stato in realtà il gran protagonista della salita finale, con un forte vantaggio per chi teneva le ruote, e la conseguente scarsa selezione.
Ne fa le spese soprattutto un avventuroso Davide de la Cruz che prova a mettere a buon frutto il lavoro della UAE con un allungo ai -4 km. Nulla di fatto, anche se le successive frustate per riportarsi sotto producono qualche vittima di spicco, soprattutto il campione olimpico Carapaz (l’altro campione olimpico – di MTB in questo caso – vale a dire Pidcock, si è per ora calato appieno nel ruolo di chi vuole solo imbarcare esperienza, e minuti, a secchiate). L’indomito Richard si stacca, non molla, torna sotto approfittando delle abbondanti fasi di stanca, poi di nuovo l’elastico fa snap e l’esito conclusivo sarà di un minuto di distacco.
L’altro bell’attacco, di nuovo a testimonianza di un gruppo ancora folto ai – 2km, sarà di un temerario Óscar Cabedo, che pur da un team di seconda fascia costruisce una bella azione con l’aiuto di Jetse Bol, fuggitivo del mattino ormai attardato rispetto ai primissimi. Accelerazione di Bol e poi scatto secco di Cabedo, infrantosi però contro un muro di vento. Sempre pimpante fra i primi c’è Adam Yates, come molto attivo risulta Valverde, che propone una lunghissima trenata dai meno 1500 metri al traguardo, lanciando la volata di Enric Mas… inseguito dal compagno di team Superman López. La Movistar fatica a smentirsi, anche se almeno a livello fisico le sensazioni sono molto buone. Più coperti ma apparentemente sicuri di sé Bernal, Roglic e Landa. Molto bene anche Ciccone e, a queste altezze quasi una sorpresa, lo stesso Fabio Aru che poco tempo fa annunciava il proprio ritiro al termine di questa Vuelta. Segue un misto di spagnoli vecchi e nuovi affiancati da gregari Bahrain d’alta quota o dagli inglesi della EF. Più attardati Bardet con Vlasov.
Pur con un tracciato di 200 km e dal bell’incipit, tale da conformare una fuga di indubbia qualità, la Vuelta resta la Vuelta: pur lungi dall’essere un muretto, e anzi stracolma di valori tecnici, la salita finale è troppo isolata e si riduce, letteralmente, a uno sprint finale in salita con quasi 40 (!) atleti ancora assieme in prossimità della flamme rouge. È pur vero che il forcing finale a quel punto basta per sgretolare il gruppo e disperderlo sull’arco di un intero minuto; tuttavia i finali articolati dell’anno scorso, come quello “giù da” San Miguel de Aralar erano piaciuti di più. Qui il rischio è, come fin troppo spesso accade alla Vuelta, che la top ten finale non disti troppo la gerarchia di valori sbozzata su questi ultimi mille metri di Picón Blanco: una rimescolata fra Mas, López, Roglic, Yates, Landa, Ciccone, Bernal, Valverde, Aru, David de la Cruz, Carthy, Bardet, Vlasov e pochi altri, al netto di quasi certe crisi (ahinoi assai preventivabili quelle made in Italy), cadute e poco più. Se non altro, va detto, il bel percorso di quest’anno lascia abbondante spazio a rivolgimenti di peso. Attendiamo speranzosi più avventurosi azzardi e meno vento in faccia degli attaccanti – o, semmai, una buona dose di vento laterale nelle tappe da ventagli che ci attendono fra domani e dopodomani.

Gabriele Bugada

Laffermazione del corridore estone in vetta al Picón Blanco (foto Bettini)

L'affermazione del corridore estone in vetta al Picón Blanco (foto Bettini)

16-08-2021

agosto 16, 2021 by Redazione  
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VUELTA A ESPAÑA

L’estone Rein Taaramäe (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux) si è imposto nella terza tappa, Santo Domingo de Silos – Espinosa de los Monteros (Picón Blanco), percorrendo 202.8 Km in 5h16′57″, alla media di 38.391 Km/h. Ha preceduto di 21″ lo statunitense Joe Dombrowski (UAE Team Emirates) e di 36″ il francese Kenny Elissonde (Trek-Segafredo). Miglior italiano Giulio Ciccone (Trek-Segafredo), 10° a 1′48″. Taaramäe è la nuova maglia rossa con 25″ su Elissonde e 30″ sullo sloveno Primož Roglič (Jumbo-Visma). Miglior italiano Ciccone, 8° a 57″

TOUR DE L’AVENIR (Under23)

L’olandese Marijn van den Berg (nazionale olandese) si è imposto nella terza tappa, Château-Thierry – Donnemarie-Dontilly, percorrendo 153.4 Km in 3h35′18″, alla media di 42.75 Km/h. Ha preceduto allo sprint i belgi Arnaud De Lie (nazionale belga) e Stan Van Tricht (nazionale belga). Miglior italiano Gianmarco Garofoli (nazionale italiana), 18° a 52″. L’olandese Mick van Dijke (nazionale olandese) è ancora leader della classifica con 7″ su Van den Berg e 10″ sul connazionale Casper van Uden (nazionale olandese). Miglior italiano Garofoli, 14° a 1′55″

GRAN PREMIO CAPODARCO – COMUNITÀ DI CAPODARCO (Under 23)

L’italiano Simone Raccani (Zalf Euromobil Désirée Fior) si è imposto nella corsa italiana, circuto di Capodarco (Fermo), percorrendo 180 Km in 4h27′08″, alla media di 40.429 Km/h. Ha preceduto di 7″ l’italiano Andrea Piccolo (Viris Vigevano) e di 23″ l’italiano Alex Tolio (Zalf Euromobil Désirée Fior)

LA TAPPA DEL GIORNO: SANTO DOMINGO DE SILOS – ESPINOSA DE LOS MONTEROS (PICÓN BLANCO)

agosto 16, 2021 by Redazione  
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Debuttano le montagne con il Picón Blanco, ascesa decisamente impegnativa per essere appena il terzo giorno di gara. Il leader della classifica Primož Roglič potrebbe ulteriormente incrementare il vantaggio sui rivali conquistato sabato sera nella cronometro d’apertura

È una salita che non ti aspetti al terzo giorno di gara, ma la Vuelta ci ha abituato a partenze “strong”, come quando nel 2017 propose i Pirenei proprio in questa stessa collocazione o come quando, dieci anni prima, aveva osato inserire la mitica ascesa ai Laghi di Covadonga – che sarà della partita anche in questa edizione – al termine della quarta frazione. Così oggi i partecipanti alla 76a edizione della corsa iberica si troveranno ad affrontare i 7.6 Km al 9.1% del Picón Blanco, vetta che potrebbe riservare molte sorprese – complice anche la strada dalla carreggiata ristretta – anche se di sorprese questa salita non ne dovrebbe avere in quanto già abbastanza nota in gruppo, pur non essendo mai affrontata prima alla Vuelta. La marcia d’avvicinamento al gran finale, resa più “morbida” da temperature nettamente più basse rispetto a quelle incontrate nelle prime due tappe, vedrà i corridori superare strada facendo due Gran Premi della Montagna di terza categoria, il primo del quali da superare ad una trentina di chilometri dal via. Il secondo è, invece, il più interessante in quanto allo scollinamento dell’Alto de Bocos, che precederà di una dozzina di chilometri l’attacco dell’ascesa finale, oltre ai punti per la classifica degli scalatori sarà assegnato per la prima volta nella storia della Vuelta il “puerto bonificado”, corrispettivo iberico del “point bonus” del Tour de France che prevede abbuoni ai primi corridori a transitare in vetta. La salita – 2.7 Km al 6.4% – contiene un muretto centrale di 1000 metri al 9.7% e se ci fosse qualche corridore voglioso di recuperare il prima possibile il terreno perduto da Primož Roglič nella cronometro di Burgos potrebbe sfruttarne l’occasione per cominciare a ridurre le distanze dallo sloveno, che comunque appare il favorito anche per la vittoria odierna.

METEO

Santo Domingo de Silos: cielo sereno, 23.5°C, vento debole da NE (8-10 km/h), umidità al 29%
Briviesca (Km 111.8) : cielo coperto, 16.6°C, vento moderato da NNE (14-18 km/h), umidità al 74%
Medina de Pomar (traguardo volante – Km 166.6) : cielo coperto con possibilità dei deboli e isolate precipitazioni, 16.3°C, vento moderato da NNW (14-17 km/h), umidità al 94%
Espinosa de los Monteros (inizio salita finale – Km 193.7) : cielo coperto con possibilità dei deboli e isolate precipitazioni, 14.4°C, vento moderato da NNW (17-22 km/h), umidità al 88%
Picón Blanco: previsioni non disponibili

GLI ORARI DELLA VUELTA

Segnaliamo che la corsa non sarà seguita dalla RAI

12.10: partenza da Santo Domingo de Silos
12:18: chilometro 0
13.15-13.20: scollinamento Puerto del Manquillo
14.50 inizio diretta su Eurosport 1 (a circa 104 Km dalla partenza)
16.20-16.50: traguardo volante di Medina de Pomar
16.45-17.15: scollinamento Puerto de Bocos
17.00-17.35: inizio salita finale
17.15-17.45: arrivo sul Picón Blanco

L’ANGOLO DELLA STORIA

Dicevamo sopra che il Picón Blanco è una salita inedita per il Giro di Spagna, ma non per il gruppo. Dall’anno della sua recente scoperta ciclistica, il 2017, è diventato uno degli ingredienti irrinunciabili della Vuelta a Burgos, dove è stata affiancanta alla tradizionale ascesa simbolo delle breve corsa a tappe iberica, quella diretta alle Lagunas de Neila che vanta anche un precedente al Giro di Spagna (1998, vittoria dell’indimenticato scalatore castigliano José Maria Jiménez, del quale torneremo a parlare nelle prossime tappe). Così la montagna sopra Espinosa de los Monteros in questi ultimi anni è entrata a far parte del “parco salite” del mondo del ciclismo, inaugurata il 3 agosto del 2017 dalla vittoria dello spagnolo Mikel Landa, che all’inedito traguardo si presentò con 9 secondi di vantaggio sul connazionale David de la Cruz. L’anno successivo a levare le braccia al cielo in cima al Picón Blanco sarà un altro corridore di lingua spagnola ma di diverse origini, il colombiano Miguel Ángel López; gli succederanno quindi il connazionale Iván Ramiro Sosa nel 2019 e il belga Remco Evenepoel nel 2020. Quest’anno non c’è stato arrivo in vetta ma, grazie alla sistemazione del versante che sale dal Portillo de la Sia, è stato per la prima volta possibile proporre questa salita come GPM di passaggio, inserendola nel circuito finale della tappa terminata nella sottostante Espinosa de los Monteros con la vittoria in solitaria del francese Romain Bardet, scollinato in testa anche sul Picón Blanco e giunto al traguardo con 39 secondi di vantaggio sull’italiano Domenico Pozzovivo.

I baraccamenti militati sulla cima del Picón Blanco e l’altimetria della terza tappa (www.burgosconecta.es)

I baraccamenti militati sulla cima del Picón Blanco e l’altimetria della terza tappa (www.burgosconecta.es)

TOUR DE POLOGNE: VITTORIA “IN FUGA” PER VAN DEN BERG, ALMEIDA SI PORTA A CASA LA MAGLIA GIALLA

agosto 16, 2021 by Redazione  
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Van den Berg e altri quattro coraggiosi sono riusciti a portare al traguardo la fuga di giornata nonostante il tentativo di rimonta attuato dal plotone. Tra i fuggitivi anche l’italiano Moscon. Nessun problema per il portoghese Almeida che mette in carniere la corsa a tappe polacca.

Nel giorno della festività nazionale polacca della Wniebowzięcie Najświętszej Maryi Panny, la nostra Assunzione di Maria Vergine, si è disputata la settima e ultima tappa del Tour de Pologne. Nonostante il tracciato della Zabrze-Cracovia strizzasse l’occhio alle ruote veloci, il successo è andato a Julius van den Berg. L’olandese ventiquattrenne della EF Education – Nippo ha avuto la meglio sui compagni che hanno alimentato, questa volta con successo, la fuga di giornata. Alle spalle del vincitore si sono così piazzati Alexis Renard (Israel Start Up Nation), Matteo Jorgenson (Movistar) e Gianni Moscon (Ineos Grenadiers). Dopo tre secondi dal vincitore il gruppo inseguitore è stato regolato da Álvaro Hodeg (Deceuninck – Quick Step) su Fernando Gaviria (Deceuninck – Quick Step) e gli altri velocisti presenti. Dei fuggitivi di giornata faceva parte anche Pieter Vanspeybrouck (Intermarché), ma il belga non è riuscito a tenere fino alla fine le ruote degli occasionali compagni di viaggio.
Tutto questo agonismo rivolto al successo di tappa non ha minimamente impensierito il leader della classfica generale João Almeida (Deceuninck – Quick Step), che è salito sul palco della premiazioni per indossare definitivamente la maglia gialla Carrefour Con lui ai posti d’onore sono saliti Matej Mohorič (Bahrain – Victorious), secondo, e Michał Kwiatkowski (INEOS Grenadiers), terzo, anche loro non toccati da quanto accaduto oggi. Ai piedi del podio è rimasto Diego Ulissi (UAE Team Emirates), quarto. Grazie ai due successi di tappa e ai piazzamenti Almeida si è aggiudicato anche la maglia bianca della classifica a punti. Infine il polacco Łukasz Owsian (nazionale polacca) si è portato a casa la leadership degli scalatori, mentre la Deceuninck – Quick Step di Almeida è risultata la migliore delle formazioni al via.

Mario Prato

Il podio del Giro di Polonia 2021 (foto Bettini)

Il podio del Giro di Polonia 2021 (foto Bettini)

VUELTA, BUONA LA PRIMA PER PHILIPSEN

agosto 15, 2021 by Redazione  
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Jasper Philipsen (Alpecin-Fenix) sfrutta bene la prima chance per vincere una tappa in questa Vuelta, dopo essersi piazzato moltissime volte allo scorso Tour de France senza mai alzare le braccia al cielo. Un positivo Fabio Jakobsen (Deceuninck-QuickStep) si piazzava al secondo posto dimostrando di poter provare a tornare al successo nei prossimi giorni. Michael Matthews (Team BikeExchange) si classificava invece al terzo posto. Ottava posizione per il migliore degli italiani Riccardo Minali (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux). Primož Roglič (Team Jumbo-Visma) difendeva la leadership con alcuni avversari tra i quali Adam Yates (INEOS Grenadiers) e Hugh Carthy (EF Education – Nippo), che complice una caduta perdevano terreno in classifica generale.

Dopo il prologo vinto da Primož Roglič (Team Jumbo-Visma), la seconda tappa della Vuelta a España presentava un percorso per velocisti da Caleruega, per celebrare l’ottocentesimo anniversario dalla morte di Santo Domenico di Guzmán, con arrivo a Gamonal, un distretto della città di Burgos. Il percorso era privo di difficoltà con un solo sprint che dava anche abbuoni collocato a Tardajos a 16 chilometri dall’arrivo.

La fuga prendeva piede immediatamente con ognuna delle squadre continental spagnole a inserire un uomo, Xabier Mikel Azparren per la Euskaltel-Euskadi, Sergio Roman Martin per la Caja Rural-Seguros RGA, mentre la squadra di casa Burgos-BH veniva rappresentata da Diego Rubio. Questi corridori prendevano un vantaggio intorno ai quattro minuti, finché la Groupama-FDJ e in seguito la Deceuninck-QuickStep andavano a controllare la corsa. Il distacco calava drasticamente mentre il gruppo tentava per ben due volte di creare dei ventagli, nonostante un vento non sufficientemente forte per permettere ciò, nel frattempo il vantaggio dei fuggitivi variava drasticamente. Ai -30 era Rubio ad attaccare in solitaria venendo però ripreso poco prima del traguardo volante dove la Movistar Team e l’Astana Premier Tech imprimevano un forte ritmo. La squadra kazaka voleva provare a raccogliere degli abbuoni per Alex Aranburu in grado di permettergli di contendere la maglia rossa a Roglič. Sembrava poter passare per primo portandosi a casa 3”, ma nel finale usciva prepotentemente Fabio Jakobsen che passava al comando sullo spagnolo e il compagno di squadra Bert Van Lerberghe.
Dopo un primo momento di rilassamento, il ritmo tornava fortissimo in gruppo provocando la solita tensione delle prime volate nei grandi giri che purtroppo causava una caduta, dove ad avere la peggio erano i Bora-Hansgrohe con almeno tre uomini caduti, Maximilian Schachmann che si rialzava prontamente, mentre Jordi Meeus e Patrick Gamper restavano a terra doloranti. A causa di questa caduta vari atleti arrivavano al traguardo in ritardo, con Lucas Hamilton (Team BikeExchange) e Adam Yates (INEOS Grenadiers) a 31”, Jack Haig (Bahrain – Victorious) e Hugh Carthy (EF Education – Nippo) a 38”, i capitani della UAE-Team Emirates David De La Cruz e Rafał Majka entrambi a 1’11”, Pavel Sivakov (INEOS Grenadiers) a 1’15” e Schachmann a 2’35”.
Nel finale Deceuninck-QuickStep e Alpecin-Fenix si alternavano in testa al gruppo, finchè alla vista della flamme rouge la Groupama-FDJ finalmente si portava in testa al gruppo, sciogliendosi però immediatamente come la neve al sole una volta arrivati in testa, Arnaud Demare restava anche un attimo bloccato nel traffico dovendo rinunciare alle ambizioni in volata. Era all’improvviso il treno UAE-Team Emirates lanciato da Matteo Trentin a fare capolino con una trenata impressionante che lanciava in maniera perfetta Juan Sebastián Molano, il quale lanciava una volata molto forte, per poi però perdere colpi nel finale, alla sua destra sceglievano di passare Michael Matthews (Team BikeExchange) e Fabio Jakobsen (Deceuninck-QuickStep), mentre Jasper Philipsen (Alpecin-Fenix) optava per il più insidioso varco alla sinistra del colombiano. La scelta del belga però pagava riuscendo a battere nel finale Jakobsen che doveva fare qualche metro in più per passare anche l’australiano Matthews che a sua volta chiudeva davanti a Molano al terzo posto. Aranburu chiudeva invece quinto non riuscendo quindi a prendere abbuoni utili per superare Roglič in classifica generale.

Il campione sloveno conservava quindi la maglia rossa con 4” sul corridore iberico e 10” su Matthews che risaliva grazie all’abbuono. Il buco preso da Yates sicuramente complica un po’ il discorso in casa INEOS che si trova ora ancora più attardata con i suoi tre capitano. Comunque il terreno per loro è ancora tanto e già da domani ci si attende qualche distacco importante, infatti la tappa di 202 chilometri con partenza da Santo Domingo de Silos arriverà sulle dure rampe di Espinosa de los Monteros – Picón Blanco, dove pochi giorni fa si è svolta la terza tappa della Vuelta a Burgos vinta in maniera convincente da Romain Bardet (Team DSM). I primi 180 chilometri della tappa non includeranno particolari difficoltà con l’Alto de Bocos, 2.7 chilometri al 6.5% con tratti al 9-10%, gran premio della montagna di 3° categoria che assegnerà anche abbuoni potrebbero permettere un primo cambio di ritmo, mentre saranno gli ultimi 7600 metri al 9.1% dove si potrà realmente fare la differenza con il tratto più impegnativo intorno ai -2/1.5.

Per quanto riguarda le altre maglie Philipsen conquistava la maglia verde con 50 punti a parimerito con Jakobsen e Aranburu, ma forte della vittoria di tappa. Sepp Kuss (Team Jumbo-Visma) manteneva la maglia a pois non essendo stato affrontato nessun gran premio della montagna oggi, mentre Andrea Bagioli restava in maglia bianca risalendo al sesto posto la classifica generale.

Carlo Toniatti.

Lesultanza di Jasper Philipsen dopo il successo odierno (Bettini Photo)

L'esultanza di Jasper Philipsen dopo il successo odierno (Bettini Photo)

15-08-2021

agosto 15, 2021 by Redazione  
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VUELTA A ESPAÑA

Il belga Jasper Philipsen (Alpecin-Fenix) si è imposto nella seconda tappa, Caleruega – Burgos, percorrendo 166.7 Km in 3h58′57″, alla media di 41.858 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Fabio Jakobsen (Deceuninck-Quick Step) e l’australiano Michael Matthews (Team BikeExchange). Miglior italiano Riccardo Minali (Intermarché-Wanty-Gobert), 8°”. Lo sloveno Primož Roglič (Jumbo-Visma) è ancora maglia rossa con 4″ sullo spagnolo Alexander Aranburu Deba (Astana – Premier Tech) e 10″ su Matthews. Miglior italiano Andrea Bagioli (Deceuninck – Quick Step), 6° a 12″.

TOUR DE POLOGNE

L’olandese Julius Van Den Berg (EF Education-NIPPO) si è imposto nella settima ed ultima tappa, Zabrze – Cracovia, percorrendo 145.1 Km in 2h58′46″, alla media di 48.7 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Alexis Renard (Israel Start-Up Nation) e lo statunitense Matteo Jorgenson (Movistar Team) Miglior italiano Gianni Moscon (INEOS Grenadiers), 4°. Il portoghese João Pedro Gonçalves Almeida (Deceuninck – Quick Step) si impone in classifica con 20″ sullo sloveno Matej Mohorič (Bahrain – Victorious) e 27″ sul polacco Michał Kwiatkowski (INEOS Grenadiers). Miglior italiano Diego Ulissi (UAE-Team Emirates), 4° a 37″

VOLTA A PORTUGAL EM BICICLETA SANTANDER

Il portoghese Rafael Ferreira Reis (Efapel) si è imposto nella decima ed ultima tappa, circuito a cronometro di Viseu, percorrendo 20.3 Km in 25′24″, alla media di 47.953 Km/h. Ha preceduto di 12″ l’uruguaiano Mauricio José Moreira Guarino (Efapel) e di 41″ il tedesco Juri Hollmann (Movistar Team). Nessun italiano in gara. Il portoghese Amaro Manuel Raposo Antunes (W52 / FC Porto) si impone in classifica con 10″ su Moreira Guarino e 1′23″ sullo spagnolo Alejandro Manuel Marque Porto (Atum general / Tavira / Maria Nova Hotel)

LA POLYNORMANDE

Il francese Valentin Madouas (Groupama-FDJ) si è imposto nella corsa francese, Avranches – Saint-Martin-de-Landelles, percorrendo 168.9 Km in 3h49′57″, alla media di 44.07 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Benoît Cosnefroy (AG2R Citroën Team) e Anthony Perez (Cofidis). Unico italiano in gara Alessandro Fedeli (Delko), 22° a 1′10″.

GROTE PRIJS JEF SCHERENS – RONDOM LEUVEN

L’italiano Niccolò Bonifazio (Team TotalEnergies) si è imposto nella corsa belga, circuito di Lovanio, percorrendo 190 Km in 4h28′12″, alla media di 42.506 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Nacer Bouhanni (Arkéa-Samsic) e il belga Gianni Vermeersch (Alpecin-Fenix). Oltre a Bonifazio, l’unico altro italiano in gara era Nicola Bagioli (B&B Hotels p/b KTM), 61° a 5′29″

MEMORIAL HENRYKA ŁASAKA

Il ceco Michael Kukrle (Elkov – Kasper) si è imposto nella corsa polacca, circuito di Limanowa, percorrendo 150 Km in 4h01′38″, alla media di 37.247 Km/h. Ha preceduto di 15″ il polacco Mateusz Grabis (Voster ATS Team) e di 2′04″ il connazionale Adam Ťoupalík (Elkov – Kasper). Nessun italiano in gara

LADIES TOUR OF NORWAY

L’australiana Chloe Hosking (Trek-Segafredo Women) si è imposta nella quarta ed ultima tappa, Drøbak – Halden, percorrendo 141.6 Km in 3h36′06″, alla media di 39.315 Km/h. Ha preceduto allo sprint la statunitense Coryn Rivera (Team DSM) e l’italiana Chiara Consonni (Valcar-Travel & Service). L’olandese Annemiek van Vleuten (Movistar Team) si impone in classifica con 39″ sulla sudafricana Ashleigh Moolman-Pasio (Team SD Worx) e 50″ sulla statunitense Kristen Faulkner (Team TIBCO-Silicon Valley Bank). Miglior italiana Tatiana Guderzo (Alé BTC Ljubljana), 14° a 1′40″

LA PICTO-CHARENTAISE

La polacca Marta Lach (Ceratizit-WNT Pro Cycling Team) si è imposta nella corsa francese, Poitiers – Bignoux, percorrendo 129.5 Km in 3h24′21″, alla media di 38.023 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiana Marta Bastianelli (Alé BTC Ljubljana) e la francese Laura Asencio (Ceratizit-WNT Pro Cycling Team).

TOUR DE L’AVENIR (Under23)

Il team nazionale olandese si è imposto nella seconda tappa, cronometro a squadre di Laon, percorrendo 26.8 Km in 16′22″, alla media di 52.378 Km/h. Ha preceduto di 23″ il team nazionale spagnolo e di 24″ il team nazionale norvegese. La nazionale italiana si è piazzata 4° a 38″. L’olandese Mick van Dijke (nazionale olandese) è il nuovo leader della classifica con 5″ sul connazionale Casper van Uden (nazionale olandese) e 7″ sul connazionale Marijn van den Berg (nazionale olandese). Miglior italiano Marco Frigo (nazionale italiana), 13° a 53″

LA TAPPA DEL GIORNO: CALERUEGA – BURGOS

agosto 15, 2021 by Redazione  
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Prima occasione per i velocisti al termine di una tappa semplice ma non troppo, dove le principali insidie arriveranno dalle numerose rotatorie che si dovranno superare nel finale

La Vuelta si ferma altre ventiquattrore a Burgos, stavolta per mettere in palio il primo dei sette traguardi riservati ai velocisti, quattro dei quali saranno concentrati nella prima settimana di gara. La tappa è una delle più semplici previste da questa edizione, lunga poco meno di 170 Km e disegnata sulle pianeggianti strade della meseta a sud di Burgos. Non s’incontreranno Gran Premi della Montagna lungo il cammino ma le insidie non mancheranno, anche se pare scongiurato il rischio d’incappare nei temutissimi ventagli – il vento, spesso in agguato in queste zone, dovrebbe spirare fino ad un massimo di 18 Km/h – mentre non si potranno evitare le insidie stradali. In particolare il tratto di circa 7 Km che anticiperà l’ingresso nel lunghissimo rettilineo d’arrivo (1500 metri dritti come un fuso con la carreggiata che tende leggerissimante a salire) sarà punteggiato da una quindicina di rotatorie, e tutti dovranno correre con le antenne ben dritte al fine di “captare” eventuali situazioni di pericolo. Mai distrarsi perchè l’insidia è dietro l’angolo… anzi, dietro la rotonda!

METEO

Caleruega : previsioni non disponibili
Aranda de Duero (Km 21.5) : sole e caldo, 34.8°C (percepiti 33°C), vento moderato da W (16-20 km/h), umidità al 15%
Tordómar (Km 89.6) : sole e caldo, 33.6°C (percepiti 32°C), vento moderato da W (14-18 km/h), umidità al 14%
Tardajos (traguardo volante – Km 150) : sole e caldo, 30.9°C (percepiti 30°C), vento moderato da NNE (12-15 km/h), umidità al 29%
Burgos: sole e caldo, 30.9°C (percepiti 30.8°C), vento moderato da N (12-13 km/h), umidità al 29%

GLI ORARI DELLA VUELTA

Segnaliamo che la corsa non sarà seguita dalla RAI

13.32: partenza da Calaruega
13:38: chilometro 0
14.50 inizio diretta su Eurosport (a circa 51 Km dalla partenza)
17.00-17.20: traguardo volante di Tardajos
17.20-17.40: arrivo a Burgos

L’ANGOLO DELLA STORIA

Gli appassionati di ciclismo conoscono Burgos non tanto per i diciotto arrivi finora disputati al Giro di Spagna (19 con la tappa odierna) quanto per la breve corsa a tappe che si disputa sulle strade dell’omonima provincia fin dal 1946 e del quale si è recentemente disputata la 43a edizione, vinta dal corridore spagnolo Mikel Landa. È una gara la Vuelta a Burgos che ha spesso visto protagonisti i corridori italiani se si pensa che negli ultimi 30 anni i nostri ciclisti sono saliti 11 volte sul podio finale. Uno solo è riuscito a vincerla, il pugliese Leonardo Piepoli, che nel 2000 precedette di 25″ lo spagnolo Óscar Sevilla e che era già salito sul podio nel 1998 (secondo alle spalle dello spagnolo Abraham Olano) e che ci tornerà anche nel 2004, stavolta sul terzo gradino. Il primo dei nostri ad arrivare ad un passo dal primo posto era stato Gianni Bugno nel 1991, che ottenne un secondo posto che negli anni successivi sarà conquistato anche da Stefano Della Santa (1995), Dario Frigo (1999), Michele Scarponi (2015) e per ultimo da Fabio Aru, che si è piazzato alle spalle di Landa nell’edizione appena disputata. Oltre a Piepoli, si sono dovuti accontentare del gradino più basso del podio anche Gabriele Colombo nel 1995 e Vincenzo Nibali, che due volte si è piazzato terzo, nel 2010 e nel 2013.

Burgos dall’alto e l’altimetria della seconda  tappa (www.weathercrave.com)

Burgos dall’alto e l’altimetria della seconda tappa (www.weathercrave.com)

A CAVAGNA LA CRONOMETRO DEL POLONIA, ALMEIDA SEMPRE PIÙ LEADER

agosto 15, 2021 by Redazione  
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Il francese Rémi Cavagna è stato il più veloce sui 19.1 km contro il tempo. Seconda piazza per Almeida, che rafforza la sua leadership.

Se la cronometro di una corsa a tappe è il “termometro” perfetto per valutare lo stato di salute dei contendenti alla vittoria finale, quella di ieri ha pronosticato un ottimo stato di salute per l’attuale leader, quel João Almeida (Deceuninck – Quick Step) che grazie al secondo posto ha recuperato con gli interessi quanto perso venerdì nei confronti del secondo in classifica, Matej Mohorič (Bahrain – Victorious), oggi nono. In salita anche le azioni di Michał Kwiatkowski (INEOS Grenadiers), che grazie al 5° posto è salito sul terzo gradino del podio ai danni di Diego Ulissi (UAE Team Emirates), 13° a 35”.
La vittoria nella tappa di Katowice è andata a un signor cronoman, il francese Rémi Cavagna (Deceuninck – Quick Step), che ha chiuso con il tempo di 22′10″, ad una media di 51.699 km/h. Il campione nazionale transalpino in linea ha preceduto di 13” Almeida, di 16” Maciej Bodnar (Bora – Hansgrohe), di 18” Mikkel Bjerg (UAE Team Emirates) e di 19” Kwiatkowski. Per quanto riguarda gl italiani in gara oltre al tredicesimo posto di Ulissi sono da registrare il 14° di Matteo Sobrero (Astana – Premier Tech), che ha fatto registrare lo stesso tempo del livornese, e il 17° posto di Alessandro De Marchi (Israel Start-Up Nation) a 39”.
Oggi la corsa si chiuderà con la Zabrze-Cracovia di 145.1 Km, classica passerella di fine corsa che dovrebbe far registrare un arrivo allo sprint.

Mario Prato

Il francese Cavagna vola verso la vittoria nella crono del Giro di Polonia (foto Bettini)

Il francese Cavagna vola verso la vittoria nella crono del Giro di Polonia (foto Bettini)

VUELTA 2021, SI PARTE NEL SEGNO DI ROGLIČ

agosto 15, 2021 by Redazione  
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Il fresco campione olimpico a cronometro Primož Roglič (Team Jumbo-Visma) ha vinto il prologo della Vuelta a España 2021 con una prova convincente con 6” su Alex Aranburu (Astana – Premier Tech) e 8” su Jan Tratnik (Bahrain – Victorious). Andrea Bagioli (Deceuninck – Quick Step) ha concluso al settimo posto e vestirà la maglia di miglior giovane della corsa.

L’edizione numero 76 della Vuelta a España si presenta come una corsa molto interessante con varie chiavi di lettura. Sono tre i favoriti principali con tutti un obiettivo molto importante da raggiungere in questa corsa.
Il Team Jumbo-Visma porta Primož Roglič con l’obiettivo di conquistare per il terzo anno consecutivo la maglia rossa e riscattare una stagione parzialmente rovinata dalla caduta nella Grande Boucle, comunque migliorata grazie all’oro olimpico conquistato nella crono del Fuji Speedway. Al suo supporto avrà una squadra forte con Steven Kruijswijk, Sam Oomen e Sepp Kuss come principali gregari sulle salite.
La INEOS Grenadiers schiera anche altri due ori olimpici di Tokyo 2020 (disputata nel 2021), Richard Carapaz, vincitore della prova in linea, infatti sarà al via, ma quasi sicuramente in ottica di supporto al suo capitano Egan Bernal che vuole entrare nella leggenda come il ciclista più giovane di sempre a conquistare tutti e tre i grandi giri, il record appartiene a Bernard Hinault completando il tris a 25 anni e 6 mesi, se Bernal riuscisse nella conquista della Vuelta potrebbe abbassare il record a 24 anni e 8 mesi. Come seconda punta la squadra ha anche Adam Yates, al suo primo grande giro con la squadra britannica, e una rosa molto competitiva con Jhonatan Narvaez, Pavel Sivakov e Thomas Pidcock come principali scalatori. Proprio il britannico è l’altro oro olimpico di Tokyo avendo dominato la gara di mountain bike con una prova sorprendente, nella quale, purtroppo, una caduta di Mathieu Van der Poel ci ha proibiti di una sfida attesissima. Tom arriva qua alla Vuelta senza grosse aspettative, ma solo con la voglia di crescere e aiutare la squadra, con la consapevolezza che ben presto potrebbe essere lui il capitano di un grande giro.
A completare questo triello c’è la Bahrain – Victorious che porta una vera armata a supporto di Mikel Landa, il quale vuole fortemente conquistare il suo primo grande giro tanto agognato, fresco del successo nella Vuelta a Burgos. Una caduta all’ultimo Giro d’Italia l’ha privato delle sue chance, dando però la possibilità a Damiano Caruso di brillare con il suo secondo posto, che ora potrà ricambiare a favore dello spagnolo. Inoltre partecipa anche Jack Haig, che era uno dei grandi outsider del Tour de France, ma anche lui vittima di una caduta ha dovuto abdicare, sarà un altro supporto fondamentale, come quelli di Wout Poels, Jan Tratnik e Gino Mäder. Il secondo uomo forse più atteso è però Mark Padun, che ha stupito il mondo nello scorso Critérium del Delfinato con la vittoria back-to-back nei due tapponi conclusivi della corsa.
Chi potrebbero essere gli outsiders? Sicuramente l’Astana – Premier Tech porta un’ottima squadra a favore di Aleksandr Vlasov che vuole terminare in top5 due grandi giri nello stesso anno. Il corridore russo lascerà la squadra per la Bora dalla prossima stagione, come tanti altri corridori sono accreditati di fare, potrebbe quindi essere l’ultima grande chance per la squadra kazaka di ben figurare in un grande giro.
L’altra squadra ben attrezzata per battagliare è sicuramente la Movistar Team che porta Enric Mas, Miguel Angel Lopez e Alejandro Valverde. Il terzetto della squadra spagnola vuole riscattare un Tour de France sottotono, anche a causa della caduta di Lopez a inizio corsa. La squadra gareggerà, almeno in partenza, con il ruolo di capitano condiviso tra Mas e Lopez, in ogni caso mai darli per sconfitti perché anche loro hanno la squadra per movimentare la corsa.
Gli altri corridori da monitorare per la classifica generale sono Hugh Carthy (EF Education – Nippo) che vorrebbe confermare il podio conquistato l’anno scorso, Romain Bardet (Team DSM) che aveva dimostrato una gamba in formissima a Burgos nella tappa da lui vinta che comprendeva il Picon Blanco (arrivo della giornata di lunedì), dove però una caduta gli ha causato dei problemi alla schiena che spera di recuperare in tempo per battagliare alla Vuelta. La UAE – Team Emirates schiera David De La Cruz e Rafał Majka, mentre la Bora-Hansgrohe ha Felix Großschartner come carta per la classifica generale. Guillaume Martin (Cofidis, Solutions Crédits) avrebbe le chance di fare lo stesso, ma probabilmente cercherà di confermare la maglia a pois conquistata la scorsa stagione. Per l’Italia le chance di fare bene sono riposte in Giulio Ciccone (Trek – Segafredo) che avrà un buon cast di supporto e qualche chance di figurare nella top 10 conclusiva e Fabio Aru (Team Qhubeka NextHash) che ha annunciato il ritiro al termine della corsa, ma la condizione dimostrata nell’ultimo mese fa sperare che possa avere un ruolo da protagonista nella corsa, magari rivolta alla caccia di una tappa.

La Vuelta raramente è stata ricca di velocisti, quest’anno i partenti sono un po’ superiori rispetto alle ultime edizioni, seppur limitati rispetto ad altri grandi giri in un anno dove le ruote veloci sono state tempestate di problemi fisici o psicologici, oltre all’incidente dell’anno scorso di Dylan Groenewegen e Fabio Jakobsen che ha visto calare fortemente la qualità generale del gruppo. Proprio Jakobsen (Deceuninck – Quick Step), che ha tanto sofferto nell’ultimo anno, arriva qua con ambizioni di tornare a vincere dove conta, per farlo dovrà avere la meglio di Jasper Philipsen (Alpecin-Fenix), Michael Matthews (Team BikeExchange) e Arnaud Démare (Groupama – FDJ), il quale parte come il super favorito avendo una squadra completamente a sua disposizione. Per l’Italia sarà interessante seguire la crescita del giovane Alberto Dainese (Team DSM) e l’esperienza di Matteo Trentin (UAE-Team Emirates).

Veniamo ora a chi andrà tenuto sott’occhio, magari nelle fughe, o come sorpresa della corsa, sicuramente Maximilian Schachmann (BORA Hansgrohe) andrà alla caccia di tappe, come il francese Clément Champoussin (AG2R Citroën Team), mentre i compagni di squadra Geoffrey Bouchard e Clément Venturini andranno rispettivamente alla caccia della pois e di buoni piazzamenti in volata. L’Alpecin-Fenix schiera alcuni corridori interessanti, occhio al giovane austriaco Tobias Bayer e all’australiano Jay Vine per le tappe mosse.
L’Astana – Premier Tech avrà i fratelli Izagirre, Alex Aranburu, Omar Fraile, Óscar Rodríguez e Luis León Sánchez tutti in grado di ben figurare in caso avranno carta bianca da Vlasov.
Per la Cofidis occhio anche a Jesús Herrada, che ha faticato nel Tour de France a farsi vedere, ma potrebbe tornare in forma per la corsa di casa. La Deceuninck – Quick Step ha tanti corridori in grado di fare bene nelle corse mosse, in particolare terrei sott’occhio Andrea Bagioli, Mauri Vansevenant e Zdeněk Štybar. La EF Education – Nippo schiera Jonathan Klever Caicedo e Simon Carr che potrebbero avere chance nelle tappe più impegnative, mentre Magnus Cort nelle volate ristrette è sempre tra gli uomini più pericolosi.
La Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux sarà molto probabilmente protagonista delle fughe con tre scalatori che potrebbero anche conquistare un piazzamento nella generale finale: Louis Meintjes, Jan Hirt e Rein Taaramäe.
La Israel Start-Up Nation arriva con una squadra ridimensionata rispetto agli ultimi grandi giri con Sep Vanmarcke e Mads Würtz Schmidt adatti per le fughe.
Destino simile per la Lotto Soudal con una squadra giovanissima, età media di 24 anni, Caleb Ewan ha rinunciato alla partenza anche a causa dei problemi fisici dei quali sono stati vittima i suoi uomini più fidati. I corridori da monitorare sono Harm Vanhoucke, Matthew Holmes e Andreas Kron.
Per la Team BikeExchange oltre alle volate di Matthews potrebbe avere qualche chance anche Luka Mezgec, mentre per le fughe ci saranno Lucas Hamilton, Mikel Nieve e Robert Stannard in primis.
La Team DSM con una squadra giovane potrebbe essere attiva, dipenderà dal ruolo di Bardet nella classifica generale, ma Thymen Arensman, Nico Denz, Chris Hamilton e Michael Storer potrebbero essere protagonisti nelle fughe.
Sergio Henao (Team Qhubeka NextHash) con la gamba dei tempi migliori potrebbe anche lui essere un protagonista di qualche fuga con Quinn Simmons (Trek – Segafredo), secondo atleta più giovane al via, che potrebbe stupire dopo aver già fatto vedere molte cose in questa stagione.
A completare l’elenco ci sono le tre squadre continental spagnole di Caja Rural – Seguros RGA, Burgos-BH e l’attesissimo ritorno dell’Euskaltel Euskadi che daranno sicuramente filo da torcere nelle fughe con Mikel Iturria, Ángel Madrazo, Jonathan Lastra, Julen Amezqueta e Jon Aberasturi (abile anche nelle volate) che saranno probabilmente tra i più interessanti.

Arriviamo quindi al percorso dell’edizione 2021 della Vuelta a España. La prima notizia è sicuramente il non arrivo finale a Madrid, infatti la corsa è partita oggi da Burgos con un prologo vallonato di 7 chilometri e finirà ancora con una prova contro il tempo ondulata di 34 chilometri a Santiago de Compostela il 5 settembre. Queste due prove sono le uniche cronometro in programma, quindi saranno 41 i chilometri di cronometro della Vuelta. Le chance per velocisti saranno probabilmente sei, anche se nella settima tappa (il prologo viene visto come tappa 0 nel conteggio) è possibile aspettarsi dei ventagli e la quindicesima tappa presenta degli strappi nel finale che potrebbero movimentare la corsa.
Le tappe di montagna più importanti sono sei, concentrate principalmente nella prima settimana (Picon Blanco nella seconda tappa, Balcon de Alicante nella sesta e Alto de Velefique nella seconda domenica della corsa), con una seconda settimana meno densa con il Pico Villuercas nel terzo sabato della corsa e le tappe più impegnative che saranno mercoledì primo settembre con il classico del Lagos de Covadonga e il giorno seguente con l’attesissimo Altu d’El Gamoniteiru, all’esordio mondiale con i suoi 14600 metri al 9.8% che promette di creare spettacolo. Potrebbe però non essere decisivo per la vittoria finale, infatti oltre alla cronometro finale, nell’ultimo sabato di corsa avverrà una tappa molto interessante che non presenta salite lunghissime, ma comunque in grado di creare battaglia con un arrivo in salita a Castro de Herville. Oltre questa tappa saranno sei le tappe mosse, che spesso daranno chance alla fuga. Un’edizione un po’ diversa rispetto alla consuetudine con un’ultima settimana molto dura e una lotta che potrebbe restare aperta fino all’ultimo giorno, inoltre va segnalato come non ci sia realmente una tappa di montagna “unipuerto” con la ricerca di percorsi più impegnativi, seppure il territorio spagnolo spesso non aiuta a creare i consueti tapponi che si vedono in Francia o in Italia. In calo anche gli arrivi su muri molto brevi, infatti va segnalato soltanto l’arrivo della quinta tappa all’Alto de la Montaña de Cullera.

In riassunto, ci sono tutti i presupposti per assistere ad una corsa molto interessante, con cinque squadre nettamente più attrezzate delle altre, ma solo la corsa dimostrerà chi realmente avrà più gambe.

La prima tappa celebrerà la cattedrale di Burgos, iniziata a costruire esattamente 800 anni fa, infatti il 20 luglio 1221 è la data ufficiale di inizio lavori per l’unica cattedrale spagnola ad essere inserita nei patrimoni dell’umanità UNESCO. Sia la partenza sia l’arrivo erano di fronte a questa meravigliosa e imponente costruzione, con la partenza collocata nella Plaza Santa Maria all’entrata principale, mentre l’arrivo era in Plaza Rey San Fernando sul lato destro. I primi 2500 metri erano quasi interamente in leggera salita, senza mai però trovare pendenze proibitive. Qui era collocato l’intertempo dell’Alto del Castillo che assegnava anche punti per un gran premio della montagna di terza categoria, qualche corridore sarà stato quindi incentivato a partire a tutta in questo tratto per conquistare la prima maglia a pois. La discesa, non troppo pericolosa, ma comunque abbastanza ripida rispetto alla salita terminava al chilometro 3,8 con una curva insidiosa proprio nel finale. Gli ultimi 3300 metri erano pianeggianti tendendo a scendere leggermente con pochi rettilinei. Una prova quindi che non favoriva particolarmente gli specialisti con Roglič sicuramente favorito per indossare la prima maglia rossa della corsa.

Il primo corridore a prendere il via era Pelayo Sanchez Mayo (Burgos-BH) alle 17:44, mentre Roglič era l’ultimo partente alle 20:47. Omar Fraile (Astana – Premier Tech) faceva segnare il primo tempo interessante in 8’55”, che veniva battuto poco dopo da uno degli uomini di classifica principale, Adam Yates terminava la sua prova in 8’52”, mentre Aru completava la prova in 9’09” e Landa in 9’11”. Il secondo INEOS al via, Dylan Van Baarle abbassava notevolmente la sbarra con il tempo di 8’43”. A sua volta era Alex Aranburu a scendere sotto il muro degli 8’40” con il migliore tempo di otto minuti e 38 secondi. 8’59” era il tempo di Ciccone che se la cavava bene rispetto ad altri uomini di classifica. Ottime le prove di Tom Scully, Josef Černý, Andrea Bagioli, Lawson Craddock, Michael Matthews e Sepp Kuss che chiudevano rispettivamente in 8’42” i primi due, 8’44”, 8’45”, 8’46” e 8’47”. Alejandro Valverde chiudeva la prova col medesimo tempo di Ciccone, mentre Carapaz faceva due secondi meglio e un sorprendente Lopez chiudeva in 8’53”. Ancora meglio le prove di Bardet in 8’49” e di Vlasov in 8’46”. Hugh Carthy invece faticava di più chiudendo in 9’05”. Nel finale Jan Tratnik insidiava il tempo di Aranburu chiedendo in 8’40”, veniva seguito da Mas che convinceva con una prova in 8’50, mentre Egan Bernal invece deludeva con un tempo di 8’59”. L’ultimo a partire era Roglič che dopo aver fatto segnare il quinto tempo in cima alla salita con un grandissimo finale riusciva a ribaltare la situazione andando a demolire il miglior tempo con ben sei secondi di margine su Aranburu, 8’32” il suo tempo finale. Il gran premio della montagna veniva vinto da Kuss, davanti a Sep Vanmarcke e Rui Oliveira (UAE – Team Emirates).

Roglič continuava così da dove aveva terminato l’anno scorso dieci mesi fa con la maglia rossa e anche la maglia a punti che verrà però indossata da Aranburu, la maglia di miglior scalatore verrà invece indossata dal compagno di squadre Kuss per almeno le prossime due tappe. Mentre la maglia di miglior giovane verrà indossata dall’italiano Andrea Bagioli. I distacchi in generale non sono enormi, seppur lo sloveno ha già un vantaggio interessante sui principali avversari che sono molto compressi con Bernal, Ciccone, Landa e Carthy tra quelli che sono più in ritardo, ma hanno tutto il terreno a disposizione per provare a recuperare terreno.

Nella tappa di domani ci sarà la prima probabile volata, in una tappa senza gran premi della montagna da Caleruega a Gamonal, un quartiere di Burgos. Michael Matthews in caso vincesse la tappa, classificandosi ai primi due posti del traguardo volante potrebbe sfilare la maglia rossa di leader a Roglič.

Carlo Toniatti.

Il campione olimpico durante il prologo vinto oggi (Getty Images Sport)

Il campione olimpico durante il prologo vinto oggi (Getty Images Sport)

14-08-2021

agosto 14, 2021 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

VUELTA A ESPAÑA

Lo sloveno Primož Roglič (Jumbo-Visma) si è imposto nella prima tappa, circuito a cronometro di Burgos, percorrendo 7.1 Km in 08′32″, alla media di 49.922 Km/h. Ha preceduto di 6″ lo spagnolo Alexander Aranburu Deba (Astana – Premier Tech) e di 8″ lo sloveno Jan Tratnik (Bahrain – Victorious). Miglior italiano Andrea Bagioli (Deceuninck – Quick Step), 7° a 12″. Roglič è la prima maglia rossa con 6″ su Aranburu Deba e 8″ su Tratnik. Miglior italiano Bagioli, 7° a 12″.

TOUR DE POLOGNE

Il francese Rémi Cavagna (Deceuninck-Quick Step) si è imposto nella sesta tappa, circuito a cronometro di Katowice, percorrendo 19.1 Km in 22′10″, alla media di 51.699 Km/h. Ha preceduto di 13″ il portoghese João Pedro Gonçalves Almeida (Deceuninck – Quick Step) e di 16″ il polacco Maciej Bodnar (Bora-Hansgrohe). Miglior italiano Matteo Sobrero (Astana – Premier Tech), 13° a 36″. Almeida è ancora leader della classifica con 20″ sullo sloveno Matej Mohorič (Bahrain – Victorious) e 27″ sul polacco Michał Kwiatkowski (INEOS Grenadiers). Miglior italiano Diego Ulissi (UAE-Team Emirates), 4° a 37″

POSTNORD DANMARK RUNDT – TOUR OF DENMARK

Il belga Remco Evenepoel (Deceuninck-Quick Step) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, circuito a cronometro di Frederiksberg, percorrendo 10.8 Km in 12′13″, alla media di 53.042 Km/h. Ha preceduto di 1″ ul danese Søren Kragh Andersen (Team DSM) e di 6″ il danese Mads Pedersen (Trek-Segafredo). Miglior italiano Edoardo Affini (Jumbo-Visma), 4° a 7″. Evenepoel si impone in classifica con 1′42″ su Pedersen e connazionale Tosh Van der Sande (Lotto Soudal) e 2′00″ sull’olandese Mike Teunissen (Jumbo-Visma). Miglior italiano Giacomo Nizzolo (Team Qhubeka NextHash), 22° a 13′53″

VOLTA A PORTUGAL EM BICICLETA SANTANDER

L’uruguaiano Mauricio José Moreira Guarino (Efapel) si è imposto nella nona tappa, Boticas – Mondim de Basto (Santuário da Nossa Senhora da Graça), percorrendo 145.5 Km in 3h47′36″, alla media di 38.357 Km/h. Ha preceduto di 8″ il portoghese Amaro Manuel Raposo Antunes (W52 / FC Porto) e di 14″ il portoghese Joni Silva Brandão (W52 / FC Porto). Nessun italiano in gara. Raposo Antunes è il ancora leader della classifica con 42″ su Moreira Guarino e 55″ sul connazionale Frederico José Oliveira Figueiredo (Efapel)

LADIES TOUR OF NORWAY

L’olandese Annemiek van Vleuten (Movistar Team) si è imposta nella terza tappa, Drammen – Norefjell, percorrendo 145 Km in 3h52′17″, alla media di 37.454 Km/h. Ha preceduto di 35″ la sudafricana Ashleigh Moolman-Pasio (Team SD Worx) e di 41″ la spagnola Margarita Victoria García Cañellas (Alé BTC Ljubljana). Miglior italiana Tatiana Guderzo (Alé BTC Ljubljana), 17° a 1′30″. La Van Vleuten è la nuova leader della classifica con 39″ sulla Moolman-Pasio e 47″ sulla García Cañellas. Miglior italiana la Guderzo, 17° a 1′40″

LA PÉRIGORD LADIES

L’italiana Marta Bastianelli (Alé BTC Ljubljana) si è imposta nella corsa francese, Sarliac-sur-l’Isle – Boulazac-Isle-Manoire, percorrendo 104.66 Km in 2h58′50″, alla media di 35.114 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiana Erica Magnaldi (Ceratizit-WNT Pro Cycling) e di 5″ l’ìtaliana Nadia Quagliotto (Bepink).

TOUR DE L’AVENIR (Under23)

Il norvegese Søren Wærenskjold (nazionale norvegese) si è imposto anche nella prima tappa, Charleville-Mézières – Soissons, percorrendo 161.2 Km in 3h49′57″, alla media di 42.061 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Luca Colnaghi (nazionale italiana) e il francese Axel Laurance (nazionale francese). Wærenskjold è ancora leader della classifica con 4″ sull’olandese Mick van Dijke (nazionale olandese) e 7″ sul britannico Ethan Vernon (nazionale britannica). Miglior italiano Frigo, 24° a 19″

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