VUELTA 2021, SI PARTE NEL SEGNO DI ROGLIČ

agosto 15, 2021
Categoria: News

Il fresco campione olimpico a cronometro Primož Roglič (Team Jumbo-Visma) ha vinto il prologo della Vuelta a España 2021 con una prova convincente con 6” su Alex Aranburu (Astana – Premier Tech) e 8” su Jan Tratnik (Bahrain – Victorious). Andrea Bagioli (Deceuninck – Quick Step) ha concluso al settimo posto e vestirà la maglia di miglior giovane della corsa.

L’edizione numero 76 della Vuelta a España si presenta come una corsa molto interessante con varie chiavi di lettura. Sono tre i favoriti principali con tutti un obiettivo molto importante da raggiungere in questa corsa.
Il Team Jumbo-Visma porta Primož Roglič con l’obiettivo di conquistare per il terzo anno consecutivo la maglia rossa e riscattare una stagione parzialmente rovinata dalla caduta nella Grande Boucle, comunque migliorata grazie all’oro olimpico conquistato nella crono del Fuji Speedway. Al suo supporto avrà una squadra forte con Steven Kruijswijk, Sam Oomen e Sepp Kuss come principali gregari sulle salite.
La INEOS Grenadiers schiera anche altri due ori olimpici di Tokyo 2020 (disputata nel 2021), Richard Carapaz, vincitore della prova in linea, infatti sarà al via, ma quasi sicuramente in ottica di supporto al suo capitano Egan Bernal che vuole entrare nella leggenda come il ciclista più giovane di sempre a conquistare tutti e tre i grandi giri, il record appartiene a Bernard Hinault completando il tris a 25 anni e 6 mesi, se Bernal riuscisse nella conquista della Vuelta potrebbe abbassare il record a 24 anni e 8 mesi. Come seconda punta la squadra ha anche Adam Yates, al suo primo grande giro con la squadra britannica, e una rosa molto competitiva con Jhonatan Narvaez, Pavel Sivakov e Thomas Pidcock come principali scalatori. Proprio il britannico è l’altro oro olimpico di Tokyo avendo dominato la gara di mountain bike con una prova sorprendente, nella quale, purtroppo, una caduta di Mathieu Van der Poel ci ha proibiti di una sfida attesissima. Tom arriva qua alla Vuelta senza grosse aspettative, ma solo con la voglia di crescere e aiutare la squadra, con la consapevolezza che ben presto potrebbe essere lui il capitano di un grande giro.
A completare questo triello c’è la Bahrain – Victorious che porta una vera armata a supporto di Mikel Landa, il quale vuole fortemente conquistare il suo primo grande giro tanto agognato, fresco del successo nella Vuelta a Burgos. Una caduta all’ultimo Giro d’Italia l’ha privato delle sue chance, dando però la possibilità a Damiano Caruso di brillare con il suo secondo posto, che ora potrà ricambiare a favore dello spagnolo. Inoltre partecipa anche Jack Haig, che era uno dei grandi outsider del Tour de France, ma anche lui vittima di una caduta ha dovuto abdicare, sarà un altro supporto fondamentale, come quelli di Wout Poels, Jan Tratnik e Gino Mäder. Il secondo uomo forse più atteso è però Mark Padun, che ha stupito il mondo nello scorso Critérium del Delfinato con la vittoria back-to-back nei due tapponi conclusivi della corsa.
Chi potrebbero essere gli outsiders? Sicuramente l’Astana – Premier Tech porta un’ottima squadra a favore di Aleksandr Vlasov che vuole terminare in top5 due grandi giri nello stesso anno. Il corridore russo lascerà la squadra per la Bora dalla prossima stagione, come tanti altri corridori sono accreditati di fare, potrebbe quindi essere l’ultima grande chance per la squadra kazaka di ben figurare in un grande giro.
L’altra squadra ben attrezzata per battagliare è sicuramente la Movistar Team che porta Enric Mas, Miguel Angel Lopez e Alejandro Valverde. Il terzetto della squadra spagnola vuole riscattare un Tour de France sottotono, anche a causa della caduta di Lopez a inizio corsa. La squadra gareggerà, almeno in partenza, con il ruolo di capitano condiviso tra Mas e Lopez, in ogni caso mai darli per sconfitti perché anche loro hanno la squadra per movimentare la corsa.
Gli altri corridori da monitorare per la classifica generale sono Hugh Carthy (EF Education – Nippo) che vorrebbe confermare il podio conquistato l’anno scorso, Romain Bardet (Team DSM) che aveva dimostrato una gamba in formissima a Burgos nella tappa da lui vinta che comprendeva il Picon Blanco (arrivo della giornata di lunedì), dove però una caduta gli ha causato dei problemi alla schiena che spera di recuperare in tempo per battagliare alla Vuelta. La UAE – Team Emirates schiera David De La Cruz e Rafał Majka, mentre la Bora-Hansgrohe ha Felix Großschartner come carta per la classifica generale. Guillaume Martin (Cofidis, Solutions Crédits) avrebbe le chance di fare lo stesso, ma probabilmente cercherà di confermare la maglia a pois conquistata la scorsa stagione. Per l’Italia le chance di fare bene sono riposte in Giulio Ciccone (Trek – Segafredo) che avrà un buon cast di supporto e qualche chance di figurare nella top 10 conclusiva e Fabio Aru (Team Qhubeka NextHash) che ha annunciato il ritiro al termine della corsa, ma la condizione dimostrata nell’ultimo mese fa sperare che possa avere un ruolo da protagonista nella corsa, magari rivolta alla caccia di una tappa.

La Vuelta raramente è stata ricca di velocisti, quest’anno i partenti sono un po’ superiori rispetto alle ultime edizioni, seppur limitati rispetto ad altri grandi giri in un anno dove le ruote veloci sono state tempestate di problemi fisici o psicologici, oltre all’incidente dell’anno scorso di Dylan Groenewegen e Fabio Jakobsen che ha visto calare fortemente la qualità generale del gruppo. Proprio Jakobsen (Deceuninck – Quick Step), che ha tanto sofferto nell’ultimo anno, arriva qua con ambizioni di tornare a vincere dove conta, per farlo dovrà avere la meglio di Jasper Philipsen (Alpecin-Fenix), Michael Matthews (Team BikeExchange) e Arnaud Démare (Groupama – FDJ), il quale parte come il super favorito avendo una squadra completamente a sua disposizione. Per l’Italia sarà interessante seguire la crescita del giovane Alberto Dainese (Team DSM) e l’esperienza di Matteo Trentin (UAE-Team Emirates).

Veniamo ora a chi andrà tenuto sott’occhio, magari nelle fughe, o come sorpresa della corsa, sicuramente Maximilian Schachmann (BORA Hansgrohe) andrà alla caccia di tappe, come il francese Clément Champoussin (AG2R Citroën Team), mentre i compagni di squadra Geoffrey Bouchard e Clément Venturini andranno rispettivamente alla caccia della pois e di buoni piazzamenti in volata. L’Alpecin-Fenix schiera alcuni corridori interessanti, occhio al giovane austriaco Tobias Bayer e all’australiano Jay Vine per le tappe mosse.
L’Astana – Premier Tech avrà i fratelli Izagirre, Alex Aranburu, Omar Fraile, Óscar Rodríguez e Luis León Sánchez tutti in grado di ben figurare in caso avranno carta bianca da Vlasov.
Per la Cofidis occhio anche a Jesús Herrada, che ha faticato nel Tour de France a farsi vedere, ma potrebbe tornare in forma per la corsa di casa. La Deceuninck – Quick Step ha tanti corridori in grado di fare bene nelle corse mosse, in particolare terrei sott’occhio Andrea Bagioli, Mauri Vansevenant e Zdeněk Štybar. La EF Education – Nippo schiera Jonathan Klever Caicedo e Simon Carr che potrebbero avere chance nelle tappe più impegnative, mentre Magnus Cort nelle volate ristrette è sempre tra gli uomini più pericolosi.
La Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux sarà molto probabilmente protagonista delle fughe con tre scalatori che potrebbero anche conquistare un piazzamento nella generale finale: Louis Meintjes, Jan Hirt e Rein Taaramäe.
La Israel Start-Up Nation arriva con una squadra ridimensionata rispetto agli ultimi grandi giri con Sep Vanmarcke e Mads Würtz Schmidt adatti per le fughe.
Destino simile per la Lotto Soudal con una squadra giovanissima, età media di 24 anni, Caleb Ewan ha rinunciato alla partenza anche a causa dei problemi fisici dei quali sono stati vittima i suoi uomini più fidati. I corridori da monitorare sono Harm Vanhoucke, Matthew Holmes e Andreas Kron.
Per la Team BikeExchange oltre alle volate di Matthews potrebbe avere qualche chance anche Luka Mezgec, mentre per le fughe ci saranno Lucas Hamilton, Mikel Nieve e Robert Stannard in primis.
La Team DSM con una squadra giovane potrebbe essere attiva, dipenderà dal ruolo di Bardet nella classifica generale, ma Thymen Arensman, Nico Denz, Chris Hamilton e Michael Storer potrebbero essere protagonisti nelle fughe.
Sergio Henao (Team Qhubeka NextHash) con la gamba dei tempi migliori potrebbe anche lui essere un protagonista di qualche fuga con Quinn Simmons (Trek – Segafredo), secondo atleta più giovane al via, che potrebbe stupire dopo aver già fatto vedere molte cose in questa stagione.
A completare l’elenco ci sono le tre squadre continental spagnole di Caja Rural – Seguros RGA, Burgos-BH e l’attesissimo ritorno dell’Euskaltel Euskadi che daranno sicuramente filo da torcere nelle fughe con Mikel Iturria, Ángel Madrazo, Jonathan Lastra, Julen Amezqueta e Jon Aberasturi (abile anche nelle volate) che saranno probabilmente tra i più interessanti.

Arriviamo quindi al percorso dell’edizione 2021 della Vuelta a España. La prima notizia è sicuramente il non arrivo finale a Madrid, infatti la corsa è partita oggi da Burgos con un prologo vallonato di 7 chilometri e finirà ancora con una prova contro il tempo ondulata di 34 chilometri a Santiago de Compostela il 5 settembre. Queste due prove sono le uniche cronometro in programma, quindi saranno 41 i chilometri di cronometro della Vuelta. Le chance per velocisti saranno probabilmente sei, anche se nella settima tappa (il prologo viene visto come tappa 0 nel conteggio) è possibile aspettarsi dei ventagli e la quindicesima tappa presenta degli strappi nel finale che potrebbero movimentare la corsa.
Le tappe di montagna più importanti sono sei, concentrate principalmente nella prima settimana (Picon Blanco nella seconda tappa, Balcon de Alicante nella sesta e Alto de Velefique nella seconda domenica della corsa), con una seconda settimana meno densa con il Pico Villuercas nel terzo sabato della corsa e le tappe più impegnative che saranno mercoledì primo settembre con il classico del Lagos de Covadonga e il giorno seguente con l’attesissimo Altu d’El Gamoniteiru, all’esordio mondiale con i suoi 14600 metri al 9.8% che promette di creare spettacolo. Potrebbe però non essere decisivo per la vittoria finale, infatti oltre alla cronometro finale, nell’ultimo sabato di corsa avverrà una tappa molto interessante che non presenta salite lunghissime, ma comunque in grado di creare battaglia con un arrivo in salita a Castro de Herville. Oltre questa tappa saranno sei le tappe mosse, che spesso daranno chance alla fuga. Un’edizione un po’ diversa rispetto alla consuetudine con un’ultima settimana molto dura e una lotta che potrebbe restare aperta fino all’ultimo giorno, inoltre va segnalato come non ci sia realmente una tappa di montagna “unipuerto” con la ricerca di percorsi più impegnativi, seppure il territorio spagnolo spesso non aiuta a creare i consueti tapponi che si vedono in Francia o in Italia. In calo anche gli arrivi su muri molto brevi, infatti va segnalato soltanto l’arrivo della quinta tappa all’Alto de la Montaña de Cullera.

In riassunto, ci sono tutti i presupposti per assistere ad una corsa molto interessante, con cinque squadre nettamente più attrezzate delle altre, ma solo la corsa dimostrerà chi realmente avrà più gambe.

La prima tappa celebrerà la cattedrale di Burgos, iniziata a costruire esattamente 800 anni fa, infatti il 20 luglio 1221 è la data ufficiale di inizio lavori per l’unica cattedrale spagnola ad essere inserita nei patrimoni dell’umanità UNESCO. Sia la partenza sia l’arrivo erano di fronte a questa meravigliosa e imponente costruzione, con la partenza collocata nella Plaza Santa Maria all’entrata principale, mentre l’arrivo era in Plaza Rey San Fernando sul lato destro. I primi 2500 metri erano quasi interamente in leggera salita, senza mai però trovare pendenze proibitive. Qui era collocato l’intertempo dell’Alto del Castillo che assegnava anche punti per un gran premio della montagna di terza categoria, qualche corridore sarà stato quindi incentivato a partire a tutta in questo tratto per conquistare la prima maglia a pois. La discesa, non troppo pericolosa, ma comunque abbastanza ripida rispetto alla salita terminava al chilometro 3,8 con una curva insidiosa proprio nel finale. Gli ultimi 3300 metri erano pianeggianti tendendo a scendere leggermente con pochi rettilinei. Una prova quindi che non favoriva particolarmente gli specialisti con Roglič sicuramente favorito per indossare la prima maglia rossa della corsa.

Il primo corridore a prendere il via era Pelayo Sanchez Mayo (Burgos-BH) alle 17:44, mentre Roglič era l’ultimo partente alle 20:47. Omar Fraile (Astana – Premier Tech) faceva segnare il primo tempo interessante in 8’55”, che veniva battuto poco dopo da uno degli uomini di classifica principale, Adam Yates terminava la sua prova in 8’52”, mentre Aru completava la prova in 9’09” e Landa in 9’11”. Il secondo INEOS al via, Dylan Van Baarle abbassava notevolmente la sbarra con il tempo di 8’43”. A sua volta era Alex Aranburu a scendere sotto il muro degli 8’40” con il migliore tempo di otto minuti e 38 secondi. 8’59” era il tempo di Ciccone che se la cavava bene rispetto ad altri uomini di classifica. Ottime le prove di Tom Scully, Josef Černý, Andrea Bagioli, Lawson Craddock, Michael Matthews e Sepp Kuss che chiudevano rispettivamente in 8’42” i primi due, 8’44”, 8’45”, 8’46” e 8’47”. Alejandro Valverde chiudeva la prova col medesimo tempo di Ciccone, mentre Carapaz faceva due secondi meglio e un sorprendente Lopez chiudeva in 8’53”. Ancora meglio le prove di Bardet in 8’49” e di Vlasov in 8’46”. Hugh Carthy invece faticava di più chiudendo in 9’05”. Nel finale Jan Tratnik insidiava il tempo di Aranburu chiedendo in 8’40”, veniva seguito da Mas che convinceva con una prova in 8’50, mentre Egan Bernal invece deludeva con un tempo di 8’59”. L’ultimo a partire era Roglič che dopo aver fatto segnare il quinto tempo in cima alla salita con un grandissimo finale riusciva a ribaltare la situazione andando a demolire il miglior tempo con ben sei secondi di margine su Aranburu, 8’32” il suo tempo finale. Il gran premio della montagna veniva vinto da Kuss, davanti a Sep Vanmarcke e Rui Oliveira (UAE – Team Emirates).

Roglič continuava così da dove aveva terminato l’anno scorso dieci mesi fa con la maglia rossa e anche la maglia a punti che verrà però indossata da Aranburu, la maglia di miglior scalatore verrà invece indossata dal compagno di squadre Kuss per almeno le prossime due tappe. Mentre la maglia di miglior giovane verrà indossata dall’italiano Andrea Bagioli. I distacchi in generale non sono enormi, seppur lo sloveno ha già un vantaggio interessante sui principali avversari che sono molto compressi con Bernal, Ciccone, Landa e Carthy tra quelli che sono più in ritardo, ma hanno tutto il terreno a disposizione per provare a recuperare terreno.

Nella tappa di domani ci sarà la prima probabile volata, in una tappa senza gran premi della montagna da Caleruega a Gamonal, un quartiere di Burgos. Michael Matthews in caso vincesse la tappa, classificandosi ai primi due posti del traguardo volante potrebbe sfilare la maglia rossa di leader a Roglič.

Carlo Toniatti.

Il campione olimpico durante il prologo vinto oggi (Getty Images Sport)

Il campione olimpico durante il prologo vinto oggi (Getty Images Sport)

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