ANDERSEN FIABESCO A LIONE, BAGARRE TRA I BIG

settembre 12, 2020 by Redazione  
Filed under News

Con un gran colpo da finisseur Søren Kragh Andersen trionfa nella 14a tappa del Tour de France, al termine di un finale di corsa decisamente scoppiettante. Il danese del Team Sunweb ha sorpreso tutti con una fucilata a 3 km dall’arrivo, giungendo a braccia alzate sotto il traguardo di Lione. A 15” di distanza Luka Mezgec (Mitchelton-Scott) ha vinto la volata dei battuti davanti a Simone Consonni (Cofidis) e al solito Peter Sagan (Bora-Hansgrohe). Resta inalterata la classifica generale che vede sempre in maglia gialla lo sloveno Primož Roglič (Jumbo-Visma) davanti a Tadej Pogačar (UAE Team Emirates).

Dopo la dura e avvincente tappa del Puy Mary, la frazione odierna prevedeva un percorso decisamente più morbido, nonstante la presenza di 5 GPM. Le difficoltà maggiori previste lungo i 194 km che separavano Clermont-Ferrand da Lione erano concentrate nella prima metà del percorso e in particolare i corridori dovevano scalare il GPM di 2a categoria del Col du Béal (10,2 km al 5,6%), posto al km 68,5, e la Côte de Courreau (4 km al 5,7%) al km 93. Nel tratto finale erano, invece, collocati due GPM di 4a categoria, la Côte de la Duchère e la Cote de la Croix-Rousse, posti rispettivamente al km 184,5 e al km 189,5 e che potevano fungere da rampe di lancio verso il traguardo.
Come d’abitudine, i primi tentativi partivano già subito dopo il via ufficiale della corsa. Dopo una serie di attacchi neutralizzati dal gruppo, al km 3 riusciva ad avvantaggiarsi Cees Bol (Sunweb), al quale subito si univa Edward Theuns (Trek-Segafredo) mentre dietro tanti altri corridori provavano ad evadere senza successo.
Poco dopo sulla coppia di testa rinveniva Stefan Küng (Groupama-FDJ), già attivo nei primissimi chilometri.
Il trio, nonostante la grande animosità del gruppo, riusciva poco alla volta a guadagnare spazio arrivando ad un vantaggio di 35” al km 15. Quando finalmente l’andatura del gruppo si rilassava, un altro uomo del Team Sunweb, Casper Pedersen, fuorisciva dal plotone. A questo punto Bol si fermava per attendere il compagno, mentre Küng e Theuns portavano il vantaggio a 1′30″ al km 20.
Ne veniva fuori un siparietto surreale: mentre i battistrada cercavano di capire se era il caso di aspettare il rientro dei due inseguitori, i due uomini della Sunweb rallentavano vistosamente scivolando a un minuto di ritardo. Küng e Theuns decidevano così di tirare dritto e, grazie al ritmo blando del gruppo,
man mano incrementavano il gap, che raggiungeva i 2′45” al km 25. Pedersen e Bol, invece, venivano riassorbiti dal gruppo.
Intorno al km 30, quando lo svantaggio sfiorava i 4 minuti, davanti al gruppo arrivavano le maglie della Bora-Hansgrohe, intenzionate a sfruttare il primo GPM di giornata per mettere in difficoltà la maglia verde Sam Bennett (Deceuninck-Quick Step) in vista del traguardo volante posto al km 38.
Proprio in vista del Côte du Château d’Aulteribe (km 32), vinto da Küng, dal gruppo evadeva il duo della Bora formato da Peter Sagan e Maximilian Schachmann. Alle loro spalle si creava un gruppetto di una decina di inseguitori, comprendente tra gli altri Matteo Trentin (CCC Team) e Bennett, che aveva però vita breve.
Lo sprint di Courpière andava a Theuns davanti a Küng, mentre Sagan si classificava terzo prima di rialzarsi e farsi raggiungere dal gruppo insieme a Schachmann.
A questo punto la corsa si è stabilizzava e il vantaggio dei battistrada sul gruppo, tirato dalla Deceuninck-Quick Step, tornava ad aumentare, arrivando fino a 5′50” al km 60.
Lungo le prime rampe del Col du Béal la Bora-Hansgrohe riprendeva la testa del gurppo, imponendo un ritmo che mandava in difficoltà diversi velocisti, tra i quali la maglia verde Bennett.
A 1,5 km dalla vetta Theuns perdeva le ruote di Küng, che così riusciva a passare per primo sul secondo GPM con circa 25” sul fiammingo, mentre il gruppo, allungato a causa dell’azione della Bora, transitava con un gap di 2′50”, 45 secondi in meno rispetto al gruppetto di Bennett, sempre scortato dai compagni della Deceuninck.
Theuns continuava a perdere terreno lungo la successiva discesa, finendo per essere ripreso dal gruppo al km 83, quando Küng segnalato a 2′10”. Bennett, invece, scivolava a 1′10” dal gruppo della maglia gialla.
Küng riusciva vincere anche il successivo GPM posto su la Côte de Courreau ( ai -100), transitando al comando con 48” sul gruppo maglia gialla, nel quale anche il CCC Team era arrivato a dare manforte alla Bora, e 2′25” sul gruppo Bennett.
Il possente passista elvetico veniva ripreso ai -80, ma il gruppo accennava a ridurre il ritmo e così il plotoncino dei velocisti, sempre dagli uomini della Deceuninck, decideva di alzare bandiera bianca.
Solo a questo punto il gruppo maglia gialla calava notevolmente calato il ritmo e ne conseguiva una fase di corsa decisamente più rilassata, che si protraeva senza particolari eventi fino allo striscione degli ultimi 20 km, quando la velocità tornava a decollare, prima per effetto delle trenate della Jumbo-Visma e poi grazie al lavoro della Ineos Grenadiers.
Lungo il primo dei due strappi finali, la Côte de la Duchère (1,4 km al 5,6%), Tiesj Benoot (Sunweb) sfruttava un rallentamento del gruppo e andava via da solo. Il belga raggiungeva un vantaggio di una dozzina di secondi, mentre al suo inseguimento si lanciava Valentin Madouas (Groupama-FDJ). Poco dopo l’azione del fiammingo veniva neutralizzata e partiva in contropiede Lennard Kamna (Bora-Hansgrohe), già secondo ieri sul Puy Mary. Al suo inseguimento si lanciava Thomas De Gendt (Lotto-Soudal) e successivamente Julian Alaphilippe (Deceuninck-Quick Step) con Egan Bernal (Ineos Grenadiers), scatenando la reazione degli uomini di classifica.
Alaphilippe rientrava su Kamna insieme a De Gendt e Marc Hirschi (Sunweb), ma il quartetto di lì a poco veniva riassorbito dal gruppo in una fase di corsa a dir poco concitata.
Era quindi Hirschi a riprovare l’allungo decisivo, ma lo svizzero è veniva ancora ripreso a 3,5 km dall’arrivo grazie all’azione di Sagan e di Greg Van Avermaet (CCC Team).
Proprio sotto lo striscione dei -3 Søren Kragh Andersen partiva con una fucilata degna dei migliori finisseur. La reazione del gruppo mancava e così il danese faceva rapidamente il vuoto. Nessuna squadra riusciva ad inscenare un vero inseguimento e il corridore della Sunweb portava a termine la sua cavalcata vincendo a braccia alzate la sua prima tappa al Tour de France. La volata del gruppo, giunto a 15” dal vincitore, era vinta da Luka Mezgec (Mitchelton-Scott) davanti a Simone Consonni (Cofidis) e Sagan, che guadagna così punti per la classifica della maglia verde, anche se oggi non è riuscito a vincere.
Completano la top ten di giornata Casper Pedersen (TeamSunweb), Jasper Stuyven (Trek-Segafredo), Trentin, Oliver Naesen (Ag2r La Mondiale), Sonny Colbrelli (Bahrain-McLaren) e Hirschi.
Resta invece immutata la classifica generale che vede sempre in testa Primož Roglič (Jumbo-Visma) con 44” sul connazionale Tadej Pogačar (UAE-Team Emirate) e 59” sul colombiano Egan Bernal (Ineos Grenadiers). Alle sue spalle si trovano altri tre colombiani, ovvero Rigoberto Urán (EF Pro Cycling) a 1′10″, Nairo Quintana (Arkéa-Samsic) a 1′12” e Miguel Ángel López (Astana) a 1′31”.
Domani è in programma la 15a tappa, una delle più dure di questa edizione del Tour, che condurrà da Lione al Grand Colombier in 174,5 km.
I corridori affronteranno nel finale la salita de la Montée de la Selle de Fromentel (11,1 km al 8,1%), la cui cima è posta al km 111, e quuindi la scalata del Col de la Biche (6,9 km al 8,9%) al km 129 prima del gran finale che prevede l’arrivo in cima al Grand Colombier, salita “Hors Catégorie” lunga ben 17,4 km e caratterizzata da una pendenza media del 7,1% e da lunghi tratti al 10%.
Gli uomini di classifica non potranno certamente nascondersi e non sono assolutamente esclusi i colpi di scena.

Pierpaolo Gnisci

Il danese Søren Kragh Andersen vittorioso sul traguardo di Lione (Getty Images Sport)

Il danese Søren Kragh Andersen vittorioso sul traguardo di Lione (Getty Images Sport)

MERLIER VOLA A SENIGALLIA E BATTE IL FAVORITISSIMO ACKERMANN

settembre 12, 2020 by Redazione  
Filed under News

Tappa tranquilla alla Tirreno-Adriatico dopo le due impegnative tappe di montagna viste nei giorni scorso e prima di affrontare le ultime, decisive frazioni. Sul lungomare di Senigallia sprinta più veloce di tutti il belga Tim Merlier, che a sorpresa mette la sua ruota davanti a quella del favorito Pascal Ackermann, reduce dalle vittorie nelle prime due giornate della Corsa dei Due Mari

Dopo le belle emozioni della tappa di ieri, la sesta frazione della Tirreno-Adriatico 2020 disegnata per i velocisti non regalava molti spunti e, come da previsioni della vigilia, tutto si sarebbe deciso nello sprint di gruppo dove un sorprendente Tim Merlier (Alpecin-Felix) batteva i diretti rivali sul traguardo di Senigallia. Una tappa di 171 chilometri quella che da Castelfidardo conduceva a Senigallia, frazione pianeggiante che passava dalle città marchigiane di Ancona e Jesi per poi incontrare un veloce circuito di 16 km da percorrere 4 volte prima del traguardo finale.
Dopo pochi chilometri partiva la fuga di giornata con Axel Domont (Ag2r La Mondiale), Carl Hagen (Lotto Soudal), Veljko Stojnić (Vini Zabù-KTM), Simon Pellaud e Josip Rumac (Androni-Sidermec), drappello che a 100 km dal traguardo arrivav ad avere 2′35″ di vantaggio sul gruppo guidato dalla Bora-hansgrohe. Chilometro dopo chilometro il gruppo riprendeva terreno, con Bora, UAE-Team Emirates e Israel Start-Up Nation ad alternarsi in testa all’inseguimento. Le uniche emozioni le davano i problemi meccanici che costringevano a cambiare bici prima Jakob Fuglsang (Astana) e poi Pascal Ackermann (Bora-Hansgrohe), che rientravano senza fatica.
Negli ultimi chilometri, con i fuggitivi che si erano tutti arresi (ultimo Hagen ripreso a 5 chilometri dalla linea d’arrivo), in testa balzavano la Deceuninck di Davide Ballerini, la Israel di Davide Cimolai e la Bora-Hansgrohe di Ackermann. Si arrivava allo sprint di gruppo, dove il campione tedesco si incollava alla ruota di Ballerini, pronto per anticiparlo negli ultimi metri. Colpevolmente non aveva, però, preso in considerazione Tim Merlier (Alpecin-Fenix), che sorprendeva tutti i rivali tagliando per primo il traguardo. Una vittoria bellissima per il campione nazionale belga, ottenuta davanti Ackermann e al danese Magnus Cort Nielsen (EF Pro Cycling). La classifica generale resta invariata con Simon Yates (Mitchelton-Scott) sempre ben saldo in testa. La tappa di domani potrebbe, però, regalare grosse sorprese con i diversi saliscendi e i muiretti che il gruppo incontrerà tra Pieve Torina e Loreto.

Luigi Giglio

Merlier esulta dopo aver tagliato il traguardo di Senigallia (foto Bettini)

Merlier esulta dopo aver tagliato il traguardo di Senigallia (foto Bettini)

12-09-2020

settembre 12, 2020 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

TOUR DE FRANCE

Il danese Søren Kragh Andersen (Team Sunweb) si è imposto nella quattordicesima tappa, Clermont-Ferrand – Lione, percorrendo 194 Km in 4h28′10″ alla media di 43.41 Km/h. Ha preceduto di 15″ lo sloveno Luka Mezgec (Mitchelton-Scott) e l’italiano Simone Consonni (Cofidis, Solutions Crédits). Lo sloveno Primož Roglič (Team Jumbo-Visma) è ancora in maglia gialla con 44″ sul connazionale Tadej Pogačar (UAE-Team Emirates) e 59″ sul colombiano Egan Arley Bernal Gómez (INEOS Grenadiers). Miglior italiano Damiano Caruso (Bahrain – McLaren), 15° a 7′02″.

TIRRENO-ADRIATICO

Il belga Tim Merlier (Alpecin-Fenix) si è imposto nella sesta tappa, Castelfidardo – Senigallia, percorrendo 171 Km in 3h59′30″ alla media di 42.84 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Pascal Ackermann (Bora – Hansgrohe) e il danese Magnus Cort Nielsen (EF Pro Cycling). Miglior italiano Davide Ballerini (Deceuninck – Quick Step). Il britannico Simon Yates (Mitchelton-Scott) è ancora leader della classifica con 16″ sul polacco Rafał Majka (Bora – Hansgrohe) e 39″ sul connazionale Geraint Thomas (INEOS Grenadiers). Miglior italiano Fausto Masnada (Deceuninck – Quick Step), 5° a 54″

GIRO D’ITALIA INTERNAZIONALE FEMMINILE

L’olandese Annemiek van Vleuten (Mitchelton-Scott) si è imposta nella seconda tappa, Paganico – Arcidosso, percorrendo 124 Km in 3h53′20″ alla media di 31.89 Km/h. Ha preceduto di 1′16″ la connazionale Anna van der Breggen (Boels – Dolmans Cycling Team) e la polacca Katarzyna Niewiadoma (Canyon SRAM Racing). Migliore italiana Soraya Paladin (CCC – Liv), 8° a 3′52″. La Van Vleuten è la nuova maglia rosa con 1′18″ sulla Van der Breggen e 1′33″ sulla Niewiadoma. Migliore italiana Elisa Longo Borghini (Trek-Segafredo Women), 10° a 4′27″.

TURUL ROMANIEI (Romania)

Il rumeno Eduard-Michael Grosu (nazionale rumena) si è imposto anche nella quarta tappa, Brașov – Curtea de Argeș, percorrendo 113.6 Km in 3h00′37″ alla media di 37.74 Km/h. Ha preceduto allo sprint il kazako Gleb Brussenskiy (Vino – Astana Motors) e il polacco Szymon Krawczyk (CCC Development Team). Miglior italiano Simone Sanò (Team Novak), 7°. Grosu è ancora leader della classifica con 35″ sul tedesco Nikodemus Holler (Bike Aid) e 42″ sull’ungherese Viktor Filutás (Giotti Victoria). Miglior italiano Sanò, 13° a 1′38″

COURSE CYCLISTE DE SOLIDARNOSC ET DES CHAMPIONS OLYMPIQUES (Polonia)

Il polacco Sylwester Janiszewski (Voster ATS Team) si è imposto nella quarta ed ultima tappa, Kielce – Łódź, percorrendo 200 Km in 4h20′07″ alla media di 46.13 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’israeliano Yuval Ben Moshe (Israel Cycling Academy) e il polacco Stanisław Aniołkowski (CCC Development Team). Nessun italiano in gara. Aniołkowski si impone in classifica con 14″ su Janiszewski e 17″ sull’israeliano Itamar Einhorn (Israel Cycling Academy)

L’ÉTAPE DU JOUR: CLERMONT-FERRAND – LIONE

settembre 12, 2020 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Alla vigilia di una delle tappe più difficili del Tour 2020 si disputa una tappa di trasferimento il cui finale ricorda quello della Milano-Sanremo. Le due salitelle poste a ridosso del traguardo di Lione rammentano la Cipressa e il Poggio e decreteranno le sorti di una tappa che quasi certamente vedrà una fuga approdare in quel di Lione

In sede di presentazione del Tour, il 15 ottobre dello scorso anno, il direttore della corsa Christian Prudhomme ha tirato in ballo la Milano-Sanremo per illustrare la tappa che terminerà a Lione e bisogna dire che il paragone tra le due corse c’è, anche se non proprio calzante a pennello. La prima parte della frazione non assomiglia per nulla alla Classicissima perché l tratto iniziale pianeggiante è più breve, al posto del facile Turchino qui s’incontreranno in successione due GPM di 2a e 3a categoria, il più impegnativo dei quali è il Col de Beal (1396 metri, 12 Km al 5,3%), e anche la marcia d’avvicinamento a Lione è più movimentata rispetto alle fasi che alla corsa italiana si snodano sull’Aurelia. È nel finale, invece, che la similitudine tra le due gare si fa concreta, con la Côte de la Duchère (1.3 Km al 5.3%) a prendere il posto della Cipressa e la Côte de la Croix-Rousse (1.4 Km al 4.5%) e rivestire il ruolo del Poggio. Differiscono, invece, la lunghezza del tratto di strada che si deve percorrere tra e queste due salite, molto più ravvicinate in questo caso, e anche la distanza che separa la cima della Croix-Rousse dal traguardo, distante 4 Km e 500 metri, quasi un chilometro in meno rispetto alla Sanremo. Detto questo, a meno di sorprese oggi difficilmente assisteremo ad una riedizione della corsa quest’anno vinta da Wout Van Aert, sia perché il percorso è di più complicata gestione per le formazioni degli sprinter, sia perché questa è una delle rare frazione del Tour che sembra fatta su misura per i cacciatori di tappe e alta sarà la possibilità che la fuga di giornata riesca ad andare in porto (si vede più sotto il “riassunto” dell’ultima frazione arrivata a Lione), in una tappa della quale gli uomini di classifica e le loro squadre penseranno a riposarsi: domani è, infatti, in programma una delle tappa di montagna più dure di questa edizione.

METEO TOUR

Clermont-Ferrand: cielo sereno, 25.7°C, vento debole da N (3 Km/h), umidità al 38%
Courpière (traguardo volante – Km 38): cielo sereno, 26.3°C, vento debole da N (4 Km/h), umidità al 36%
Montbrison (Km 107) : nubi sparse, 27.8°C, vento debole da N (7-9 Km/h), umidità al 35%
Lione : nubi sparse, 27.8°C, vento debole da N (14-16 Km/h), umidità al 35%

GLI ORARI DEL TOUR

13.00: inizio trasmissione Eurosport 1 (20 minuti prima del via)
13.20: partenza da Clermont-Ferrand
14.00: inizio trasmissione RAI2 (all’incirca a 30 Km dal via)
14.10-14.15: traguardo volante di Courpière
14.50-15.00: scollinamento Col du Béal
15.30-15.40: scollinamento Côte de Courreau
17.45-18.10: arrivo a Lione

UN PO’ DI STORIA

Terza città più popolosa di Francia dopo Parigi e Marsiglia e luogo natale di due tra i più celebri imperatori romani (Claudio e Caracalla), Lione è molto cara al Tour perché il primo luglio del 1903 vi si conclude la prima tappa del prima edizione della corsa, partita da Montgeron, nella “balie” sud della capitale, lunga qualcosa come 467 Km e vinta con 55 secondi di vantaggio sul seconda da Maurice Garin, l’ex spazzacamino d’origini valdostane che soli due anni prima aveva abbandonato la cittadinanza italiana per prendere quella francese. Nonostante questo particolare legame tra la Grande Boucle, questa vi è tornata “solo” 16 volte, un numero che appare esiguo se paragonato a quello di altri centri, come l’onnipresente Pau che, tra partenze e arrivi, quest’anno arriverà a quota 72: solo in anni recenti l’Italia è riuscita a “vendicare” il passaggio di nazionalità di Garin imponendosi con due suoi corridori su questo prestigioso traguardo, Alessandro Petacchi nel 2003 e Matteo Trentin nel 2013, in quest’ultimo caso al termine di una frazione che proponeva quasi fedelmente il finale di quest’anno, ma con la salita della Croix-Rousse piazzata più lontana dal traguardo, terminata con una volata di una dozzina di corridori che precedettero di poco più di sette minuti il gruppo principale.

Mauro Facoltosi

Vista panoramica su Lione e, in trasparenza, laltimetria della quattordicesima tappa (www.zingarate.com)

Vista panoramica su Lione e, in trasparenza, l'altimetria della dodicesima tappa (www.zingarate.com)

MARTÍNEZ DOMA IL PUY MARY IN UN TOUR SEMPRE PIÙ A TRAZIONE SLOVENA

settembre 12, 2020 by Redazione  
Filed under News

Una tappa dura e per lunghi tratti avvincente. La 13a frazione della 107a edizione della Grand Boucle prometteva sin dalla partenza attacchi e spettacolo e le attese non sono state affatto deluse. Ad imporsi sul traguardo del Puy Mary è stato Daniel Martínez, al termine dell’ennesima lunga fuga di questo Tour de France. Il colombiano, in forza alla EF Pro Cycling, ha preceduto di 4” secondi Lennard Kamna (Bora-Hansgrohe) e di 51” l’altro tedesco della Bora Maximilian Schachmann. Gli uomini di classifica non sono stati però a guardare, attaccandosi lungo le durissime rampre del Pas de Peyrol. Ad uscirne rafforzata è la maglia gialla di Primož Roglič (Jumbo-Visma), riuscito a staccare nel finale tutti gli avversari, tranne il giovanissimo connazionale Tadej Pogačar (UAE-Team Emirates), al momento l’unico rivale in grado di impesierirlo.

Il percorso, lungo 191 km, era un continuo susseguirsi di salite e discese nel bel mezzo del Massiccio Centrale francese. Erano ben 7, infatti, i gran premi della montagna che i corridori dovevano affrontare. Particolarmente duri erano gli ultimi 15 km che prevedevano in rapida sequenza la scalata del Col de Neronne (3,8 km al 9,1%), posto al km 180 e classificato come GPM di 2a categoria, e del Pas de Peyrol, salita di 5,4 km al 8,1% di pendenza media in vetta al quale era posizionato il traguardo di tappa. In particolare gli ultimi 2,5 km presentavano pendenze costantemente superiori all’11%.

Così come già successo nelle ultime tappe, anche oggi la bagarre è iniziata non appena è stato dato il via ufficiale alla corsa. Nei primissimi chilometri gli attacchi e i contrattacchi si sono sprecati poichè in tanti avevano intenzione di entrare nella fuga di giornata. Il primo tentativo degno di nota ha preso vita al km 15 grazie all’azione di Simon Geschke (CCC Team), Daniel Martin (Israel Start-Up Nation), Benoît Cosnefroy (Ag2r La Mondiale), Julian Alaphilippe e Rémi Cavagna (Deceuninck-Quick Step). Nel frattempo il gruppo si frantumava in più drappelli e i velocisti iniziavano a perdere contatto.
Dopo una ventina di chilometri è partito l’ennesimo gruppo di contrattaccanti, comprendente tra gli altri Marc Soler (Movistar), Pavel Sivakov (Ineos Grenadiers), Lennard Kamna (Bora-Hansgrohe) e Nelson Powless (EF Pro Cycling). Di lì a poco lo spagnolo della Movistar è evaso dal gruppo inseguitore, rientrando sui battistrada lungo le rampe del primo GPM di giornata, il Col de Ceyssat (1a categoria, 10,6 km al 6,1%), mentre Cosnefroy non riusciva a reggere il ritmo staccandosi. Poco dietro, dopo l’ennesimo rimescolamento di giornata, dal gruppo inseguitore sono emersi Hugh Carthy (EF Pro Cycling) e il compagno di squadra Daniel Martínez, seguiti da Kamna.
Il quintetto di testa è transitato sul GPM, vinto da Geschke, con un margine inferiore al minuto sui 3 inseguitori che, lungo la successiva discesa, sono stati raggiunti da altri corridori andando a formare un gruppetto di 12 uomini. Oltre a Kamna, Martínez e Carthy erano presenti Pierre Rolland (B&B Hotels-Vital Concept), Maximilian Schachmann (Bora-Hansgrohe), Sivakov, Warren Barguil (Arkéa-Samsic), David De La Cruz (UAE-Team Emirates), Nicolas Edet (Cofidis), Romain Sicard (Total Direct Énergie), Neilson Powless e Valentin Madouas (Groupama-FDJ), quest’ultimo riuscito a scappare dal gruppo maglia gialla dopo circa 50 km.
I contrattaccanti sono riusciti a coronare l’inseguimento al km 61, lungo le prime rampe del secondo GPM di giornata, il Col de Guéry (3a cat), dando vita ad un drappello al comando composto da 17 corridori.
Il plotone, guidato dagli uomini della Jumbo-Visma, era nel frattempo scivolato a quasi 6 minuti di ritardo, consegnando di fatti la lotta per la tappa ai battistrada.
All’inizio del terzo GPM , la Montée de La Stèle (6,8 km al 5,7%), dal gruppo di testa hanno allungato Madouas e Carthy, con il primo che ha successivamente staccato il compagno di fuga transitando per primo in cima al GPM. Entrambi sono poi stati riassorbiti dal gruppo inseguitore lungo la successiva discesa.
A 88 km dall’arrivo, una brutta caduta ha visto coinvolti una decina di corridori del gruppo maglia gialla, tra i quali Nairo Quintana (Arkéa-Samsic), Romain Bardet (Ag2r La Mondiale) e Bauke Mollema (Trek-Segafredo). Quest’ultimo, 12° in classifica, ha rimediato ben quattro fratture al braccio sinistro che lo hanno costretto al ritiro e alla fine anticipata della stagione, mentre il francese è riuscito a terminare la tappa ma è stato pure lui destinato al ritiro, dopo la scoperta d’aver riportato nell’incidente una commozione cerebrale.
La corsa si è successivamente stabilizzata e Alaphilippe ha vinto il traguardo volante di Lanobre (Km 110) davanti a Geschke ed Edet, mentre il quarto GPM di giornata, la Côte de l’Estiade (3,7 km al 6,9%), è andato a Rolland. Dietro il gruppo continuava a perdere, arrivando ad un distacco massimo prossimo agli 11 minuti, registrato ai -40.
A 38 km dall’arrivo la corsa si è nuovamente accesa quando Powless, forte della superiorità numerica della EF Pro Cycling, è evaso dal gruppo di testa. Quasi in simultanea nel gruppo della maglia gialla gli uomini della Ineos Grenadiers rilevavano quelli della Jumbo-Visma, aumentando sensibilmente l’andatura.
Poco dopo, lungo le rampe che portavano alla Côte d’Anglards-de-Salers, dal gruppo inseguitore è scattato Schachmann, che ha successivamente raggiunto Powless, vincitore del GPM, quando all’arrivo mancavano 29 km. La coppia di testa è andata d’accordo finchè il tedesco ha prodotto una nuova accelerazione ai meno 18, azione alla quale lo statunitense non ha resistito. Schachmann si è così involato da solo mentre i 15 più immediati inseguitori si trovavano a circa un minuto di distanza.
Lungo l’asscesa al Col de Neronne Soler ha subito rotto gli indugi, alzando il ritmo e producendo un’evidente selezione nel gruppo inseguitore. Gli unici a restitere allo spagnolo sono stati Martínez e Kamna. Soler, però, di lì a poco si è staccato a causa del ritmo imposto dal colombiano, lasciando gli altri due all’inseguimento di Schachmann, che è transitato sul penultimo GPM con 25” di vantaggio su Martínez e Kamna e 55” su Soler, Rolland ed Edet.
Nel gruppo della maglia gialla, intanto, l’azione della Ineos era riuscita a sua volta a produrre una notevole selezione. A farne le spese sono stati Bardet, Guillaume Martin (Cofidis) e Adam Yates (Mitchelton-Scott), che hanno perso contatto ai -12. Davanti erano invece rimasti Egan Bernal e Richard Carapaz (Ineos Grenadiers), il terzetto della Jumbo-Visma formato da Primož Roglič, Tom Dumoulin e Sepp Kuss, Mikel Landa (Bahrain-McLaren), Tadej Pogačar (UAE-Team Emirates), Rigoberto Urán (EF Pro Cycling), Miguel Ángel López (Astana) ed Enric Mas (Movistar).
Lungo le durissime rampe della salita finale Martínez ha continuato ad imporre il suo ritmo. Schachmann ha provato a resistere, ma è stato ripreso in corrispondenza del tratto più duro, quando mancavano appena 1500 metri all’arrivo. Appena ripreso il compagno di squadra, Kamna ha provato l’allungo, ma Martínez ha subito reagito. Schachmann era invece costretto ad alzare definitivamente bandiera bianca a -700 dal traguardo.
Si è così giunti alla volata finale, nella quale Kamna ha provato a soprendere Martínez, ma il recente vincitore del Delfinato aveva una gamba migliore ed è riuscito a rientrare sul tedesco per poi batterlo nettamente. Kamna ha così tagliato il traguardo con 4” di ritardo, mentre Schachmann, evidentemente stanco, ha chiuso a 51”, seguito da Madouas (1’33”) e Rolland (1’42”).
Contemporaneamente dietro infuriava la battaglia tra i big della classifica. Lo scatto di Pogačar ha fatto letteralmente esplodere il gruppo dei migliori e l’unico a resistergli è stato proprio la maglia gialla Roglič, mentre Bernal è subito andato in difficolta, superato anche da Richie Porte (Trek-Segafredo), López e Landa. Poco più indietro si trovavano, invece, Urán, Quintana e Mas.
Il campione uscente ha provato a tenere duro e a rientrare sul trio inseguitore, ma ha chiesto troppo al suo attuale stato di forma finendo per perdere ulteriore terreno.
La maglia gialla ha, invece, continuato ad aumentare il ritmo nell’ultimo chilometro e Pogačar, seppur in leggera difficoltà, è riuscito a resistergli a ruota con grande personalità. Il duo sloveno è così giunto al traguardo con un distacco di 6’05” da Martínez, mentre Porte e Landa hanno pagato al leader un distacco di 13”, chiudendo poco davanti a López (16”). Bernal è giunto a 38” insieme al connazionale Urán, quindi sono arrivati Yates e Quintana a 40” e Mas (a 52”.
La classifica generale vede ora saldamente al comando Roglič con 44” su Pogačar, 59” su Bernal, 1’10“ su Urán, 1’12” Quintana e 1’31” su López. Chiudono la top ten Yates (1’42”), Landa (1’55”), Porte (2’06”) e Mas (2’54”).
Domani la 14a tappa da Clermont-Ferrand a Lione (194 km) potrebbe sorridere nuovamente ad un tentativo di fuga vista la presenza di diversi gran premi della montagna che rendono il percorso ostico per le ruote veloci ma non abbastanza duro da poter consentire battaglia tra gli uomini di classifica.

Pierpaolo Gnisci

Daniel Martínez prende di petto lultimo ripido tratto del Puy Mary (Getty Images Sport)

Daniel Martínez prende di petto l'ultimo ripido tratto del Puy Mary (Getty Images Sport)

GIRO ROSA, LA LONGO BORGHINI PRIMA LEADER DELLA CLASSIFICA

settembre 11, 2020 by Redazione  
Filed under News

Successo della Trek-Segafredo Women nella cronosquadre che ha inaugurato il Giro Rosa a Grosseto. La prima Maglia Rosa simbolo del primato nella classifica generale è andata ad Elisa Longo Borghini, la campionessa italiana contro il tempo, prima a transitare per il suo team sotto lo striscione d’arrivo.

È iniziato oggi a Grosseto il Giro Rosa 2020, la corsa a tappe dedicata alle rappresentanti femminili del movimento ciclistico mondiale.
Il primo atto di una corsa che quest’anno porterà le ragazze, attraverso 9 tappe, dalla toscana Grosseto alla pugliese Motta Montecorvino, si è avuto oggi con una cronosquadre di 16, 8km e ha visto il successo di una delle squadre principe del movimento, la Trek-Segafredo Women che ha schierato ai nastri di partenza le statunitensi Tayler Wiles e Ruth Winder, la britannica Elizabeth Deignan, l’olandese Ellen van Dijk, la francese Audrey Cordon-Ragot e l’italiana Elisa Longo Borghini. Ed è proprio quest’ultima, sempre a suo agio nell’elite del ciclismo mondiale, a vestire la prima Maglia rosa di questo Giro d’Italia.
Con il tempo di 20′05.99 il team statunitense si è lasciato dietro la Boels – Dolmans Cycling Team per 3″ e la Mitchelton-Scott per 5″.
Tra le squadre al via sono presenti anche ben sette team “nostrani”: l’Alé BTC Ljubljana, l’Aromitalia Vaiano, la Bepink, l’Eurotarget – Bianchi – Vittoria, la Servetto – Piumate – Beltrami TSA, Top Girls Fassa Bortolo e la Valcar – Travel & Service. Di questa pattuglia tricolore la migliore è stata l’Alé BTC Ljubljana, che ha chiuso nona davanti alle ragazzine terribili dell Valcar – Travel & Service. Tredicesima piazza per la Bepink, sedicesima per la Top Girls Fassa Bortolo, diciannovesima per l’Aromitalia Vaiano, ventunesima per la Eurotarget – Bianchi – Vittoria e ventitreesima per la Servetto – Piumate – Beltrami TSA.
Dopo l’appuntamento contro il tempo di oggi la corsa rosa proseguirà domani con la seconda tappa da Civitella Paganico ad Arcidosso. Si rimane ancora nel grossetano con 125 Km a continui saliscendi, caratterizzati da un paio di tratti sterrati e un solo GPM, quello di seconda categoria posto ai 752 mslm di Seggiano quando mancheranno poco meno di una dozzina di chilometri al termine. Si tratterà di una tappa che impegnerà molto le atlete, visto la completa mancanza di pianura e con la classifica generale che deve ancora assumere una precisa conformazione.

Mario Prato

Elisa Longo Borghini in maglia rosa (Elisa Longo Borghini (Trek-Segafredo) in pink (Getty Images Sport)

Elisa Longo Borghini in maglia rosa (Elisa Longo Borghini (Trek-Segafredo) in pink (Getty Images Sport)

11-09-2020

settembre 11, 2020 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

TOUR DE FRANCE

Il colombiano Daniel Felipe Martínez Poveda (EF Pro Cycling) si è imposto nella tredicesima tappa, Châtel-Guyon – Puy Mary (Pas de Peyrol), percorrendo 191.5 Km in 5h01′47″ alla media di 38.07 Km/h. Ha preceduto di 4″ il tedesco Lennard Kämna (Bora – Hansgrohe) e di 51″ il tedesco Maximilian Schachmann (Bora – Hansgrohe). Miglior italiano Damiano Caruso (Bahrain – McLaren), 31° a 9′25″. Lo sloveno Primož Roglič (Team Jumbo-Visma) è ancora in maglia gialla con 44″ sul connazionale Tadej Pogačar (UAE-Team Emirates) e 59″ sul colombiano Egan Arley Bernal Gómez (INEOS Grenadiers). Miglior italiano Damiano Caruso (Bahrain – McLaren), 16° a 7′02″.

TIRRENO-ADRIATICO

Il britannico Simon Yates (Mitchelton-Scott) si è imposto nella quinta tappa, Norcia – Sarnano / Sassotetto, percorrendo 202 Km in 5h30′43″ alla media di 36.65 Km/h. Ha preceduto di 35″ il connazionale Geraint Thomas (INEOS Grenadiers) e il polacco Rafał Majka (Bora – Hansgrohe). Miglior italiano Fausto Masnada (Deceuninck – Quick Step), 7° a 1′00″. Yates è il nuovo leader della classifica con 16″ su Majka e 39″ su Thomas. Miglior italiano Fausto Masnada (Deceuninck – Quick Step), 5° a 54″

GIRO D’ITALIA INTERNAZIONALE FEMMINILE

Il team statunitense Trek-Segafredo Women si è imposto nella prima tappa, cronometro a squadre di Grosseto, percorrendo 16.8 Km in 20′05″ alla media di 50.19 Km/h. Ha preceduto di 3″ il team olandese Boels – Dolmans Cycling Team e 5″ il team australiano Mitchelton-Scott. Migliore squadra italiana l’Alé BTC Ljubljana, 9° a 49″. L’italiana Elisa Longo Borghini (Trek-Segafredo Women) è la prima maglia rosa con lo stesso tempo della statunitense Ruth Winder (Trek-Segafredo Women) e dell’olandese Ellen Van Dijk (Trek-Segafredo Women)

TURUL ROMANIEI (Romania)

Il rumeno Eduard-Michael Grosu (nazionale rumena) si è imposto nella terza tappa, Târgu Mureș -Lacul Sfânta Ana, percorrendo 193 Km in 5h02′51″ alla media di 38.24 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Nikodemus Holler (Bike Aid) e il kazako Gleb Brussenskiy (Vino – Astana Motors). Miglior italiano Simone Sanò (Team Novak), 15° a 31″. Grosu è ancora leader della classifica con 25″ su Holler e 32″ sull’ungherese Viktor Filutás (Giotti Victoria). Miglior italiano Sanò, 17° a 1′28″

COURSE CYCLISTE DE SOLIDARNOSC ET DES CHAMPIONS OLYMPIQUES (Polonia)

Il polacco Stanisław Aniołkowski (CCC Development Team) si è imposto nella terza tappa, Sucha Beskidzka – Jaworzno, percorrendo 167.5 Km in 3h34′13″ alla media di 46.92 Km/h. Ha preceduto allo sprint il norvegese Syver Wærsted (Uno-X Pro Cycling Team) e il belga Jarne Van De Paar (Lotto – Soudal U23). Nessun italiano in gara. Aniołkowski è ancora leader della classifica con 9″ su Wærsted e 10″ sull’israeliano Itamar Einhorn (Israel Cycling Academy)

SIMON YATES PADRONE A SASSOTETTO

settembre 11, 2020 by Redazione  
Filed under News

La tappa più attesa della Tirreno Adriatico 2020, da Norcia a Sassotetto, ha promosso Simon Yates (Mitchelton Scott) a leader della classifica generale. Tappa e maglia per il britannico che toglie lo “scettro di Poseidone” dalle mani di Michael Woods (EF Pro Cycling), costretto ad alzare bandiera bianca sulle rampe sibilline.

Inizio di fuoco nella frazione più dura della Corsa dei Due Mari con la strada subito che offre la possibilità di portare via la fuga di giornata sull’ascesa della Forca di Ancarano. Così a provarci inizialmente sono Marco Canola (Gazprom-RusVelo), Giovanni Visconti e Edoardo Zardini (Vini Zabù KTM), Julien Bernard (Trek-Segafredo), Mathias Frank (AG2R La Mondiale) e Jhonatan Restrepo (Androni Giocattoli-Sidermec). Dopo pochi chilometri si accodano Héctor Carretero (Movistar) e Carl Fredrik Hagen (Lotto Soudal).
Con una bella azione solitaria sulla salita di Santa Margherita rientra sui corridori di testa anche Amanuel Ghebreigzabhier (NTT Pro Cycling). La fuga scollina sul primo GPM in programma con quasi 6 minuti di vantaggio sul gruppo. Prima dello sprint intermedio di Colmurano si aggrega al gruppo dei fuggitivi anche Mathieu Van der Poel (Alpecin-Fenix). È Visconti a transitare in prima posizione al traguardo intermedio, mentre nel gruppo della maglia azzurra è proprio la squadra del capoclassifica Michael Woods, la EF Pro Cycling, ad aumentare l’andatura. A 90 km dal termine il vantaggio della fuga scende così a 2 minuti e 40 secondi. Il gruppo recupera progressivamente e all’inizio della salita finale di Sassotetto la fuga ha meno di un minuto di vantaggio. Ghebreigzabhier e Simon sono gli ultimi due fuggitivi ad essere raggiunti, quando mancano 10 km all’arrivo. Luca Wackermann (Vini Zabù KTM) e Rui Costa (UAE-Team Emirates) ripartono all’attacco ma il gruppo, ridotto ad una trentina di unità, li tiene nel mirino. Wackermann viene ripreso a 8 km dall’arrivo, con gli uomini della EF Pro Cycling a condurre il gruppo. A meno di 7 km dal traguardo allunga Vincenzo Nibali (Trek Segafredo), ma il tentativo del siciliano è più che altro un’azione per testare la gamba in vista del Giro d’Italia. Il gruppo ritorna compatto a 6 km dal termine. Il primo degli uomini di classifica a cedere è Lucas Hamilton (Mitchelton Scott), vincitore ieri a Cascia. Il primo attacco deciso è portato da Simon Yates (Mitchelton-Scott). Alle sue spalle si forma un drappello che comprende Rafał Majka (Bora – Hansgrohe), Geraint Thomas (INEOS Grenadiers), Fausto Masnada (Deceuninck – Quick Step) e Aleksandr Vlasov (Astana Pro Team), mentr eWoods è più staccato. Da seduto, il britannico accelera progressivamente facendo il vuoto alle sue spalle e nessuno è in grado di colmare il gap, nonostante gli scatti di Vlasov prima e Majka dopo. Yates arriva così tutto solo al traguardo di Sassotetto a braccia alzate; seguono con 35 secondi di ritarao Thomas e Majka, a 39 secondi Vlasov, mentre Wilco Keldermann (Sunweb) chiude la top five a 58 secondi da Yates. Il britannico, alla prima vittoria stagionale, conduce adesso in classifica generale con 16 secondi di vantaggio su Majka e 39 su Thomas. Domani nella sesta tappa da Castelfidardo a Senigallia torneranno di scena i velocisti prima del gran finale di Loreto e di San Benedetto del Tronto, le ultime due tappe che potrebbero riservare ancora sorprese in classifica generale.

Antonio Scarfone

Simon Yates vince la tappa regina della Tirreno-Adriatico ma la Corsa dei Due Mari è ancora apertissima (foto Bettini)

Simon Yates vince la tappa regina della Tirreno-Adriatico ma la Corsa dei Due Mari è ancora apertissima (foto Bettini)

L’ÉTAPE DU JOUR: CHÂTEL-GUYON – PUY MARY (PAS DE PEYROL)

settembre 11, 2020 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Secondo arrivo in salita per il Tour 2020 dopo quello di Orcières-Merlette e quello non ufficiale al Mont Aigoual. Stavolta si arriverà ai piedi del Puy Mary, uno dei più alti stratovulcani d’Europa. Gli ultimi 2 Km presentano pendenze in doppia cifra che, unite a quelle del precedente Col de Neronne, prometteranno scintille tra i primi della classifica generale

Non è il Puy-de-Dôme, non ne ha la suggestione dei panorami, né i numeri e nemmeno il blasone, ma il segno potrebbe lasciarlo anche il poco rinomato Puy Mary, posto com’è al termine di una frazione che si può considerare come una via di mezzo tra una tappa di media montagna e una d’alta montagna. Salitoni non se ne incontranno, l’ascesa più lunga non supera i 10 Km, ma al termine di questa frazione i corridori avranno incamerato più di 4000 metri di dislivello positivo, suddivisi tra sette GPM, i più difficili dei quali saranno gli ultimi due. A meno di sorprese la corsa dei big dovrebbe entrare nel vivo quando al traguardo mancheranno una quindicina di chilometri e si attaccheranno i 4 Km al 9.1% che conducono ai 1237 metri del Col de Neronne. Un tratto in quota successivo allo scollinamento, coronato anche dal “Point Bonus”, porterà poi i corridori ai piedi dell’ascesa finale verso il Pas de Peyrol, che all’esame dei numeri appare leggermente più facile del Neronne – 5400 metri all’8,1% – ma che in realtà è più aspra in virtù di un tratto conclusivo tutto in doppia cifra di pendenza, poichè negli 2 Km la media è sempre superiore all’11%.

METEO TOUR

Châtel-Guyon: cielo sereno, 24.1°C (percepiti 25°C), vento debole da NNE (5-6 Km/h), umidità al 55%
Le Mont-Dore (Km 71): nubi sparse, 21.6°C, vento moderato da NNE (10-12 Km/h), umidità al 52%
Bort-les-Orgues (Km 116.5) : nubi sparse, 27.1°C (percepiti 28°C), vento debole da N (9-10 Km/h), umidità al 55%
Côte de Anglards-de-Salers (GPM – Km 157.5) : nubi sparse, 23.5°C, vento moderato da N (9-11 Km/h), umidità al 54%
Puy Mary (Pas de Peyrol) : nubi sparse, 15.2°C, vento debole da NNE (8-10 Km/h), umidità al 50%

GLI ORARI DEL TOUR

11.45: inizio trasmissione Eurosport 1 (20 minuti prima del via)
12.05: partenza da Châtel-Guyon
13.00: inizio trasmissione RAISport (all’incirca a 36 Km dal via)
13.00-13.10: scollinamento Col de Ceyssat
14.00: inizio trasmissione RAI2 (all’incirca a 71 Km dal via)
14.50-15.10: traguardo volante di Lanobre
16.45-17.20: arrivo sul Puy Mary

UN PO’ DI STORIA

Alto 1783 metri, il Puy Mary è quel che resta di uno dei più grandi stratovulcani d’Europa. Lassù di scintille vere e proprie non se vedono da millenni, ma di certo risplenderanno quelle della lotta tra i big del Tour de France, che per la prima volta nella storia disputeranno un arrivo di tappa ai 1588 metri del Pas de Peyrol, il più alto valico stradale della Massiccio Centrale, che si trova proprio ai piedi del Puy Mary. Non si tratta di una vera e propria novità il passaggio del Tour lassù, perché tra il 1959 e il 2016 è stato affrontato 10 volte come GPM di “passaggio” e in particolare il “mattatore” lassù è stato il belga Lucien Van Impe, che vi è scollinato in testa due volte, la prima nel 1975 e la seconda nel 1983. Il primo a far suo questo GPM è stato nel 1959 Louis Bergaud, la “pulce del Cantal”, mentre nel 2016 vi è scollinato in testa il belga Thomas De Gendt. Lo scorso anno è stato affrontato anche nella tappa d’apertura del Giro del Delfinato, Aurillac – Jussac, vinta dal norvegese Edvald Boasson Hagen.

Mauro Facoltosi

Il Puy Mary e, in trasparenza, laltimetria della tredicesima tappa (www.hautesterrestourisme.fr)

Il Puy Mary e, in trasparenza, l'altimetria della tredicesima tappa (www.hautesterrestourisme.fr)

HAMILTON VINCE A CASCIA, WOODS ANCORA LEADER

settembre 10, 2020 by Redazione  
Filed under News

La quarta tappa della Tirreno-Adriatico emette sentenze inoppugnabili: Chris Froome (Ineos) è lontanissimo dalla forma migliore e forse relegato ad un mesto finale di carriera, Vincenzo Nibali (Trek-Segafredo) è ancora indietro nella preparazione fisica e atletica in vista del Giro d’Italia 2020. Intanto, dopo le prime salite il canadese Michael Woods (EF Pro Cycling) mantiene le insegne del primato e l’australiano Lucas Hamilton (Mitchelton-Scott) va a prendersi la vittoria in quel di Cascia

La prima delle due frazioni di montagna della Tirreno-Adriatico 2020, lunga 194 chilometri, partiva da Terni e terminava a Cascia dopo aver affrontato le principali asperità nei chilometri finali: la Forca di Gualdo (10 km al 7,6% di pendenza media), il Rifugio Perugia (3,5 km al 6,7%) e la salita di Ospedaletto, cinque chilometri al 7%. Pronti, partenza, via e partivano i vari tentativi di fuga, ma il gruppo non lasciava strada, tanto che bisognava attendere il sessantesimo chilometro per vedere sganciarsi un plotonicino. Protagonisti del tentativo erano gli italiani Davide Gabburo (Androni-Sidermec), Manuele Boaro (Astana), Alessandro Tonelli (Bardiani-CSF-Faizané), Davide Ballerini (Deceuninck-QuickStep), Marco Canola (Gazprom) e Samuele Battistella (NTT), ai quali si accodavano Mathias Frank e Geoffrey Bouchard (Ag2r La Mondiale), Jan Tratnik (Bahrain-McLaren), Kobe Goossens (Lotto Soudal), Héctor Carretero (Movistar) e Michael Matthews (Sunweb).
Il gruppo piano piano riprendeva tutti gli attaccanti sotto la spinta della EF Pro Cycling, che lavorava per il proprio capitano Michael Woods. Gli ultimi ad arrendersi ersano Matthews, Frank, Tonelli e Carretero, mentre dal gruppo uscivano Rui Costa (UAE-Team Emirates) e Louis Meintjes (NTT), che a loro volta venivano raggiunti sulla salita finale di Ospedaletto dal gruppo dei migliori. Proprio sulla salita finale, dove si staccavano Mathieu Van Der Pool (Alpecin-Fenix) e Vincenzo Nibali (Trek-Segafredo), attaccava Simon Yates (Mitchelton-Scott). Alle spalle del britannico arrivavano Woods, Geraint Thomas (Ineos), Aleksandr Vlasov (Astana) e Rafał Majka (Bora-Hansgrohe). In discesa rientravano altri ciclisti e tra questi c’erano Lucas Hamilton (Mitchelton-Scott) e Fausto Masnada (Deceuninck – Quick Step), che attaccano e staccavano i diretti rivali. I due corridori arrivavano a giocarsi la vittoria in volata, dove l’australiano anticipava con astuzia l’italiano e andava a tagliare per primo il traguardo. A 10 secondi giungeva il gruppetto dei migliori, con il leader della classifica generale Woods che vinceva lo sprint per il terzo posto.
In classifica generale Woods mantiene il primato con 9” su Majka grazie agli abbuoni. Jakob Fuglsang (Astana) e Nibali sono, invece, fuori dalla posizioni che contano e sembrano ormai concentrarsi solo sulle prossime corse che hanno fissato obiettivi importanti, il danese le classiche del nord che inizieranno a fine mese, il siciliano il Giro d’Italia che prenderà il via il 3 ottobre. Punto interrogativo su Chris Froome (Ineos), per il quale continuo della sua carriera sportiva è un grosso punto interrogativo.
Domani si disputerà la frazione più impegnativa della Tirreno-Adriatico, con partenza da Norcia e arrivo in salitai ai 1335 metri della stazione di sport invernali marchigiana di Sassotetto.

Luigi Giglio

Hamilton vince la prima delle due tappe di montagna della Tirreno-Adriatico 2020 (foto Bettini)

Hamilton vince la prima delle due tappe di montagna della Tirreno-Adriatico 2020 (foto Bettini)

« Pagina precedentePagina successiva »