MARTÍNEZ DOMA IL PUY MARY IN UN TOUR SEMPRE PIÙ A TRAZIONE SLOVENA

settembre 12, 2020
Categoria: News

Una tappa dura e per lunghi tratti avvincente. La 13a frazione della 107a edizione della Grand Boucle prometteva sin dalla partenza attacchi e spettacolo e le attese non sono state affatto deluse. Ad imporsi sul traguardo del Puy Mary è stato Daniel Martínez, al termine dell’ennesima lunga fuga di questo Tour de France. Il colombiano, in forza alla EF Pro Cycling, ha preceduto di 4” secondi Lennard Kamna (Bora-Hansgrohe) e di 51” l’altro tedesco della Bora Maximilian Schachmann. Gli uomini di classifica non sono stati però a guardare, attaccandosi lungo le durissime rampre del Pas de Peyrol. Ad uscirne rafforzata è la maglia gialla di Primož Roglič (Jumbo-Visma), riuscito a staccare nel finale tutti gli avversari, tranne il giovanissimo connazionale Tadej Pogačar (UAE-Team Emirates), al momento l’unico rivale in grado di impesierirlo.

Il percorso, lungo 191 km, era un continuo susseguirsi di salite e discese nel bel mezzo del Massiccio Centrale francese. Erano ben 7, infatti, i gran premi della montagna che i corridori dovevano affrontare. Particolarmente duri erano gli ultimi 15 km che prevedevano in rapida sequenza la scalata del Col de Neronne (3,8 km al 9,1%), posto al km 180 e classificato come GPM di 2a categoria, e del Pas de Peyrol, salita di 5,4 km al 8,1% di pendenza media in vetta al quale era posizionato il traguardo di tappa. In particolare gli ultimi 2,5 km presentavano pendenze costantemente superiori all’11%.

Così come già successo nelle ultime tappe, anche oggi la bagarre è iniziata non appena è stato dato il via ufficiale alla corsa. Nei primissimi chilometri gli attacchi e i contrattacchi si sono sprecati poichè in tanti avevano intenzione di entrare nella fuga di giornata. Il primo tentativo degno di nota ha preso vita al km 15 grazie all’azione di Simon Geschke (CCC Team), Daniel Martin (Israel Start-Up Nation), Benoît Cosnefroy (Ag2r La Mondiale), Julian Alaphilippe e Rémi Cavagna (Deceuninck-Quick Step). Nel frattempo il gruppo si frantumava in più drappelli e i velocisti iniziavano a perdere contatto.
Dopo una ventina di chilometri è partito l’ennesimo gruppo di contrattaccanti, comprendente tra gli altri Marc Soler (Movistar), Pavel Sivakov (Ineos Grenadiers), Lennard Kamna (Bora-Hansgrohe) e Nelson Powless (EF Pro Cycling). Di lì a poco lo spagnolo della Movistar è evaso dal gruppo inseguitore, rientrando sui battistrada lungo le rampe del primo GPM di giornata, il Col de Ceyssat (1a categoria, 10,6 km al 6,1%), mentre Cosnefroy non riusciva a reggere il ritmo staccandosi. Poco dietro, dopo l’ennesimo rimescolamento di giornata, dal gruppo inseguitore sono emersi Hugh Carthy (EF Pro Cycling) e il compagno di squadra Daniel Martínez, seguiti da Kamna.
Il quintetto di testa è transitato sul GPM, vinto da Geschke, con un margine inferiore al minuto sui 3 inseguitori che, lungo la successiva discesa, sono stati raggiunti da altri corridori andando a formare un gruppetto di 12 uomini. Oltre a Kamna, Martínez e Carthy erano presenti Pierre Rolland (B&B Hotels-Vital Concept), Maximilian Schachmann (Bora-Hansgrohe), Sivakov, Warren Barguil (Arkéa-Samsic), David De La Cruz (UAE-Team Emirates), Nicolas Edet (Cofidis), Romain Sicard (Total Direct Énergie), Neilson Powless e Valentin Madouas (Groupama-FDJ), quest’ultimo riuscito a scappare dal gruppo maglia gialla dopo circa 50 km.
I contrattaccanti sono riusciti a coronare l’inseguimento al km 61, lungo le prime rampe del secondo GPM di giornata, il Col de Guéry (3a cat), dando vita ad un drappello al comando composto da 17 corridori.
Il plotone, guidato dagli uomini della Jumbo-Visma, era nel frattempo scivolato a quasi 6 minuti di ritardo, consegnando di fatti la lotta per la tappa ai battistrada.
All’inizio del terzo GPM , la Montée de La Stèle (6,8 km al 5,7%), dal gruppo di testa hanno allungato Madouas e Carthy, con il primo che ha successivamente staccato il compagno di fuga transitando per primo in cima al GPM. Entrambi sono poi stati riassorbiti dal gruppo inseguitore lungo la successiva discesa.
A 88 km dall’arrivo, una brutta caduta ha visto coinvolti una decina di corridori del gruppo maglia gialla, tra i quali Nairo Quintana (Arkéa-Samsic), Romain Bardet (Ag2r La Mondiale) e Bauke Mollema (Trek-Segafredo). Quest’ultimo, 12° in classifica, ha rimediato ben quattro fratture al braccio sinistro che lo hanno costretto al ritiro e alla fine anticipata della stagione, mentre il francese è riuscito a terminare la tappa ma è stato pure lui destinato al ritiro, dopo la scoperta d’aver riportato nell’incidente una commozione cerebrale.
La corsa si è successivamente stabilizzata e Alaphilippe ha vinto il traguardo volante di Lanobre (Km 110) davanti a Geschke ed Edet, mentre il quarto GPM di giornata, la Côte de l’Estiade (3,7 km al 6,9%), è andato a Rolland. Dietro il gruppo continuava a perdere, arrivando ad un distacco massimo prossimo agli 11 minuti, registrato ai -40.
A 38 km dall’arrivo la corsa si è nuovamente accesa quando Powless, forte della superiorità numerica della EF Pro Cycling, è evaso dal gruppo di testa. Quasi in simultanea nel gruppo della maglia gialla gli uomini della Ineos Grenadiers rilevavano quelli della Jumbo-Visma, aumentando sensibilmente l’andatura.
Poco dopo, lungo le rampe che portavano alla Côte d’Anglards-de-Salers, dal gruppo inseguitore è scattato Schachmann, che ha successivamente raggiunto Powless, vincitore del GPM, quando all’arrivo mancavano 29 km. La coppia di testa è andata d’accordo finchè il tedesco ha prodotto una nuova accelerazione ai meno 18, azione alla quale lo statunitense non ha resistito. Schachmann si è così involato da solo mentre i 15 più immediati inseguitori si trovavano a circa un minuto di distanza.
Lungo l’asscesa al Col de Neronne Soler ha subito rotto gli indugi, alzando il ritmo e producendo un’evidente selezione nel gruppo inseguitore. Gli unici a restitere allo spagnolo sono stati Martínez e Kamna. Soler, però, di lì a poco si è staccato a causa del ritmo imposto dal colombiano, lasciando gli altri due all’inseguimento di Schachmann, che è transitato sul penultimo GPM con 25” di vantaggio su Martínez e Kamna e 55” su Soler, Rolland ed Edet.
Nel gruppo della maglia gialla, intanto, l’azione della Ineos era riuscita a sua volta a produrre una notevole selezione. A farne le spese sono stati Bardet, Guillaume Martin (Cofidis) e Adam Yates (Mitchelton-Scott), che hanno perso contatto ai -12. Davanti erano invece rimasti Egan Bernal e Richard Carapaz (Ineos Grenadiers), il terzetto della Jumbo-Visma formato da Primož Roglič, Tom Dumoulin e Sepp Kuss, Mikel Landa (Bahrain-McLaren), Tadej Pogačar (UAE-Team Emirates), Rigoberto Urán (EF Pro Cycling), Miguel Ángel López (Astana) ed Enric Mas (Movistar).
Lungo le durissime rampe della salita finale Martínez ha continuato ad imporre il suo ritmo. Schachmann ha provato a resistere, ma è stato ripreso in corrispondenza del tratto più duro, quando mancavano appena 1500 metri all’arrivo. Appena ripreso il compagno di squadra, Kamna ha provato l’allungo, ma Martínez ha subito reagito. Schachmann era invece costretto ad alzare definitivamente bandiera bianca a -700 dal traguardo.
Si è così giunti alla volata finale, nella quale Kamna ha provato a soprendere Martínez, ma il recente vincitore del Delfinato aveva una gamba migliore ed è riuscito a rientrare sul tedesco per poi batterlo nettamente. Kamna ha così tagliato il traguardo con 4” di ritardo, mentre Schachmann, evidentemente stanco, ha chiuso a 51”, seguito da Madouas (1’33”) e Rolland (1’42”).
Contemporaneamente dietro infuriava la battaglia tra i big della classifica. Lo scatto di Pogačar ha fatto letteralmente esplodere il gruppo dei migliori e l’unico a resistergli è stato proprio la maglia gialla Roglič, mentre Bernal è subito andato in difficolta, superato anche da Richie Porte (Trek-Segafredo), López e Landa. Poco più indietro si trovavano, invece, Urán, Quintana e Mas.
Il campione uscente ha provato a tenere duro e a rientrare sul trio inseguitore, ma ha chiesto troppo al suo attuale stato di forma finendo per perdere ulteriore terreno.
La maglia gialla ha, invece, continuato ad aumentare il ritmo nell’ultimo chilometro e Pogačar, seppur in leggera difficoltà, è riuscito a resistergli a ruota con grande personalità. Il duo sloveno è così giunto al traguardo con un distacco di 6’05” da Martínez, mentre Porte e Landa hanno pagato al leader un distacco di 13”, chiudendo poco davanti a López (16”). Bernal è giunto a 38” insieme al connazionale Urán, quindi sono arrivati Yates e Quintana a 40” e Mas (a 52”.
La classifica generale vede ora saldamente al comando Roglič con 44” su Pogačar, 59” su Bernal, 1’10“ su Urán, 1’12” Quintana e 1’31” su López. Chiudono la top ten Yates (1’42”), Landa (1’55”), Porte (2’06”) e Mas (2’54”).
Domani la 14a tappa da Clermont-Ferrand a Lione (194 km) potrebbe sorridere nuovamente ad un tentativo di fuga vista la presenza di diversi gran premi della montagna che rendono il percorso ostico per le ruote veloci ma non abbastanza duro da poter consentire battaglia tra gli uomini di classifica.

Pierpaolo Gnisci

Daniel Martínez prende di petto lultimo ripido tratto del Puy Mary (Getty Images Sport)

Daniel Martínez prende di petto l'ultimo ripido tratto del Puy Mary (Getty Images Sport)

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