06-09-2015
settembre 6, 2015 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
VUELTA A ESPAÑA
Lo spagnolo Joaquim Rodríguez Oliver (Team Katusha) si è imposto nella quindicesima tappa, Comillas – Sotres (Cabrales), percorrendo 175.8 Km in 4h33′31″, alla media di 38.564 Km/h. Ha preceduto di 12″ il polacco Majka e di 14″ lo spagnolo Moreno Fernández. Miglior italiano Fabio Aru (Astana Pro Team), 5° a 15″. Aru è ancora maglia rossa con 1″ su Rodríguez Oliver e 1′24″ su Majka.
TOUR OF BRITAIN
L’italiano Elia Viviani (Team Sky) si è imposto nella prima tappa, Beaumaris – Wrexham, percorrendo 177.7 Km in 4h26′29″, alla media di 40.010 Km/h. Ha preceduto allo sprint il britannico Cavendish e il tedesco Greipel, distanzati di 4″ e 6″ nella prima classifica generale
GP DE FOURMIES / LA VOIX DU NORD
L’italiano Fabio Felline (Trek Factory Racing) si è imposto nella corsa francese, circuito di Fourmies, percorrendo 205 Km in 4h43′59″, alla media di 43.312 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Boonen e il francese Bouhanni.
KERNEN OMLOOP ECHT-SUSTEREN
Il tedesco Max Walscheid (Team Kuota-Lotto) si è imposto nella corsa olandese, circuito di Echt, percorrendo 199 Km in 4h26′10″, alla media di 44.884 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli olandesi Godrie e Ariesen. Unico italiano classificato Massimo Graziato (Parkhotel Valkenburg CT), 76° a 26″
BLACK SEA CYCLING TOUR (Bulgaria)
L’ucraino Vitaliy Buts (Kolss BDC Team) si è imposto anche nella seconda ed ultima tappa, Dobrich – Varna. Ha preceduto allo sprint i kazaki Kulimbetov e Bizhigitov. Buts si impone in classifica con 13″ su Bizhigitov e di 17″ il serbo Kozomara
TOUR OF ALBERTA (Canada)
Il danese Lasse Norman Hansen (Team Cannondale – Garmin) si è imposto nella quinta tappa, Edson – Spruce Grove, percorrendo 206.2 Km in 4h23′01″, alla media di 47.039 Km/h. Ha preceduto di 1′30″ il lussemburghese Didier e l’olandese Bauke Mollema (Trek Factory Racing). Miglior italiano Marco Coledan (Team Cannondale – Garmin), 6° a 1′30″. Mollema è ancora leader della classifica con 6″ sul britannico Adam Yates e 22″ sull’olandese Slagter. Miglior italiano Davide Formolo (Team Cannondale – Garmin), 9° a 1′20″
GIRO DELLA LUNIGIANA (juniores)
L’italiano Francesco Zandri (Foresi Prefabbricati Euronics-Merida) si è imposto nella terza ed ultima tappa, La Spezia – Luni di Ortonovo, percorrendo 94.4 Km in 2h11′46″, alla media di 42.985 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Tommaso Fiaschi (G.s. Stabbia Ciclismo) e Nicolas Nesi (G.C. Romagnano Guerciotti Luni). L’italiano Daniel Savini (G.C. Romagnano Guerciotti Luni) si impone in classifica con 20″ sull’italiano Riccardo Lucca (Ausonia Csi Pescantina) e 32″ sull’italiano Mattia Melloni (Sancarlese Phonix Borghi Bike)
GRAND PRIX RÜEBLILAND (Svizzera – juniores)
Il serbo Dušan Rajovic si è imposto nella quarta ed ultima tappa, circuito di Wohlen, percorrendo 118.9 Km in 2h49′09″, alla media di 42.176 Km/h. Ha preceduto allo sprint il danese Stokbro e il polacco Sanjok. Miglior italiano Stefano Oldani (GB Junior Pedale Castanese), 14°. L’elvetico Marc Hirschi si impone in classifica con 18″ sul connazionale Mäder e 46″ sul danese Larsen. Miglior italiano Oldani, 38° a 1′59″
LA PHILIPPE GILBERT JUNIORS (juniores)
Il francese Alexys Brunel (Dunkerque Littoral Cyclisme) si è imposto nella corsa belga, circuito di Remouchamps, percorrendo 122 Km in 3h09′31″, alla media di 38.625 Km/h. Ha preceduto di 1′22″ l’olandese Van der Horst e il belga Lambrecht. Unico italiano classificato Alessandro Covi (C.C.Cremonese 1891), 23° a 2′49″
ITALIA A DUE FACCE A FUENTE DEL CHIVO: DE MARCHI TRIONFA, GIORNATA AGRODOLCE PER ARU
Dopo i problemi fisici che lo hanno costretto a fermarsi per diversi mesi il friulano della BMC trionfa per distacco in cima al primo di tre arrivi in salita consecutivi davanti al siciliano Salvatore Puccio e a José Joaquin Rojas al termine di una fuga a cinque, mentre il sardo attacca ai -4 dal traguardo staccando di 19” Tom Dumoulin ma subisce il successivo contrattacco di un ritrovato Nairo Quintana e di Joaquim Rodríguez, che gli rosicchiano rispettivamente 7” e 1” in classifica generale.
Dopo le due frazioni interlocutorie di Lleida e Tarazona la Vuelta è entrata nella sua fase decisiva con la 14a tappa, la più lunga di quest’edizione della corsa iberica con i suoi 215 km, che ha preso il via da Vitoria e si è conclusa a Fuente del Chivo, in cima al primo di tre arrivi in salita consecutivi previste sulle strade di Cantabria e Asturie. Alla luce di una classifica generale ormai delineata e di un percorso che prevedeva anche l’ascesa all’impegnativo Puerto del Escudo, la cui vetta era posta ai -57 dal traguardo, era lecito attendersi un ritmo altissimo e innumerevoli tentativi di fuga nella prima fase di gara e in effetti così è stato, con Alessandro De Marchi (BMC) che è stato il protagonista indiscusso: in almeno quattro occasioni il ”Rosso di Buja” ha, infatti, tentato di evadere dal gruppo finchè, dopo un’ora corsa ai 46 km/h che ha fatto diverse vittime tra cui Samuel Sànchez (Bmc) e Thomas De Gendt (Lotto-Belisol), entrambi costretti al ritiro, è finalmente riuscito ad avvantaggiarsi in compagnia di Carlos Quintero (Colombia), di Mikael Chérel (Ag2r), di José Joaquin Rojas (Movistar) e del siciliano Salvatore Puccio (Team Sky), mentre hanno tentato invano l’aggancio Carlos Verona (Etixx-QuickStep) e Jay McCarthy (Tinkoff-Saxo) che si sono in seguito rialzati. In altre circostanze un’azione di soli 5 corridori sarebbe stata agevolmente tenuta sotto controllo dal gruppo e, invece, in quest’occasione i battistrada hanno avuto il via libera acquisendo fino a 10′ di margine, principalmente perchè nessuna formazione alle loro spalle aveva l’interesse ad andarli a prendere, il che avrebbe potuto voler dire regalare secondi di abbuono ai diretti rivali per la generale: non l’Astana di Fabio Aru (che si è comunque portata in testa al plotone ma solo per controllare la situazione), che su di un’ascesa finale lunga 18 km ma con pendenze vicine alla doppia cifra solo negli ultimi 4 non era scontato potesse fare la differenza, non la Katusha di Joaquim Rodríguez, che aveva evidentemente il timore di essere nuovamente staccato dal sardo come avvenuto ad Andorra, non la Movistar dello spento Alejandro Valverde visto fin qui e di un Nairo Quintana che è stato anche sull’orlo del ritiro nei giorni scorsi per via di una forma influenzale, e naturalmente neppure la Giant-Alpecin di Tom Dumoulin, interessato a mantenere lo status quo prima di poter scatenare i cavalli nella cronometro di Burgos. Sta di fatto che De Marchi e compagni hanno guadagnato fino a 10′ di margine e che anche sul Puerto del Escudo nulla si è mosso, anche per via dei tantissimi chilometri pianeggianti che separavano la fine della breve discesa dai piedi della scalata finale.
Si è dunque assistito a due corse in una, con i fuggitivi che hanno proceduto dandosi cambi regolari fino all’inizio delle rampe più dure verso Fuente del Chivo, quando Chérel si è prodotto in un primo scatto piuttosto deciso – sul quale De Marchi è andato a chiudere portandosi dietro Rojas e Quintero mentre Puccio ha avuto un attimo di cedimento, riuscendo comunque in seguito a riportarsi sotto – e un altro più telefonato che non ha sortito effetti. Ai -2 dal traguardo è stato un po’ a sorpresa Rojas, nettamente il più veloce tra i cinque uomini al comando, a provare a partire ma il suo si è rivelato un errore fatale dal momento che ha subìto il contrattacco dapprima di un Puccio tornato brillante e successivamente quello di De Marchi, che ha fatto valere le sue doti di scalatore togliendo di ruota anche il connazionale e involandosi verso un successo, il primo stagionale e il secondo in carriera alla Vuelta dopo quello di Alcaudete nella passata stagione, meritatissimo per la tenacia con cui ha cercato la fuga e che era comunque nell’aria, dal momento che già nelle giornate precedenti si era visto come il friulano stesse ritrovando la forma dei giorni migliori dopo i problemi fisici che l’hanno costretto a diversi mesi di inattività. In ogni caso Puccio ha completato il trionfo azzurro conquistando la piazza d’onore a 21”, mentre Rojas ha chiuso 3° a 32”, Chérel 4° a 38” e un Quintero un po’ deludente 5° a 1′00” da De Marchi.
La corsa dei favoriti, al di là di un tentativo di breve durata e ad uso e consumo delle telecamere di Angel Madrazo (Caja Rural), ha visto inizialmente la Movistar, in particolare con un Andrey Amador tornato al suo naturale ruolo di gregario dopo gli exploit del Giro d’Italia, portarsi in testa al gruppo con un’andatura regolare ma ai -11 dal traguardo è iniziato il forcing dell’Astana, dapprima con Luis León Sánchez, brillante in salita in questa Vuelta come non lo si vedeva da anni, e quindi con Dario Cataldo, Diego Rosa e un Mikel Landa ormai tornato sui livelli del Giro a spianare la strada a Fabio Aru, che ha rotto gli indugi quando mancavano 4 km alla vetta. Solo un sorprendentissimo Jesper Hansen (Tinkoff-Saxo), che si è poi lasciato sfilare per attendere il capitano Rafal Majka, rimasto nel gruppetto degli inseguitori, e un ritrovato Quintana sono riusciti a replicare all’affondo del sardo che ha tirato dritto con il grimpeur colombiano costantemente alla sua ruota e ha guadagnato una ventina di secondi rispetto agli altri uomini di classifica. Forse l’azione del ”Cavaliere dei 4 Mori” è stata troppo anticipata, tanto che per lui è arrivato un momento di appannamento che ha consentito a Quintana di contrattaccare e a Majka, a Rodríguez, a Mikel Nieve (Team Sky), al miglior Domenico Pozzovivo (Ag2r) visto dalla partenza di Marbella e a un Esteban Chaves (Orica-GreenEdge) che continua a stupire di riportarsi sotto mentre, malgrado la salita fosse molto adatta alle proprie caratteristiche di passista scalatore, Dumoulin non è riuscito a replicare rimanendo in un gruppetto con Valverde, Landa, Louis Meintjes (Mtn-Qhubeka) e Daniel Moreno (Katusha). A circa 1,5 km dal traguardo Rodríguez e Chaves sono anche riusciti ad avvantaggiarsi leggermente sul leader della generale e a riportarsi su Quintana, che nel tratto finale ha però riallungato piazzandosi 6° a 3′32” con il catalano 7° a 3′38”, l’altro colombiano 8° a 3′39” insieme al leader della generale, bravo a reagire negli ultimi metri limitando al minimo i danni, Majka e Pozzovivo 10° e 11° a 3′44”, Nieve 12° a 3′51” e Valverde 13° a 3′58” con a ruota Moreno e Dumoulin, mentre non è stata una giornata felice per Gianluca Brambilla (Etixx-QuickStep) che ha chiuso 39° a 5′17” pagando gli sforzi della tappa di Tarazona.
La nuova classifica generale vede Aru sempre al comando con 26” su Rodríguez, 49” su Dumoulin, 1′29” su Chaves, 1′33” su Majka, 2′10” su Nieve, 2′11” su Valverde e 2′13” su Moreno, ma il rivale più pericoloso per il successo finale, se davvero ha ritrovato la condizione dei giorni migliori, potrebbe alla lunga rivelarsi Quintana, malgrado al momento occupi ancora la 9a posizione distanziato di 3′ netti. Molto di più si capirà comunque nella 15a tappa che, sebbene in precedenza non preveda grandi difficoltà altimetriche se si eccettua il gpm di 2a categoria di Alto del Tornio, si concluderà in a Sotres, al termine di un’ascesa molto più selettiva di quella di Fuente del Chivo con i suoi 12,7 km all’8% di pendenza media e punte fino al 13% nel tratto iniziale e in quello finale.
Marco Salonna
ORDINE D’ARRIVO
1 Alessandro De Marchi (Ita) BMC Racing Team 5:43:12
2 Salvatore Puccio (Ita) Team Sky 0:00:21
3 Jose Joaquin Rojas Gil (Spa) Movistar Team 0:00:32
4 Mikael Cherel (Fra) AG2R La Mondiale 0:00:38
5 Carlos Julian Quintero (Col) Colombia 0:01:00
6 Nairo Alexander Quintana Rojas (Col) Movistar Team 0:03:32
7 Joaquin Rodriguez Oliver (Spa) Team Katusha 0:03:38
8 Jhoan Esteban Chaves Rubio (Col) Orica GreenEdge 0:03:39
9 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team
10 Rafal Majka (Pol) Tinkoff-Saxo 0:03:44
11 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale
12 Mikel Nieve Ituralde (Spa) Team Sky 0:03:51
13 Alejandro Valverde Belmonte (Spa) Movistar Team 0:03:58
14 Daniel Moreno Fernandez (Spa) Team Katusha
15 Tom Dumoulin (Ned) Team Giant-Alpecin
16 Louis Meintjes (RSA) MTN – Qhubeka 0:04:05
17 Mikel Landa Meana (Spa) Astana Pro Team 0:04:11
18 Fabrice Jeandesboz (Fra) Team Europcar 0:04:21
19 Lawson Craddock (USA) Team Giant-Alpecin 0:04:23
20 Rodolfo Andres Torres Agudelo (Col) Colombia
21 Romain Sicard (Fra) Team Europcar 0:04:27
22 Frank Schleck (Lux) Trek Factory Racing 0:04:36
23 Alex Cano Ardila (Col) Colombia 0:04:38
24 Kenny Elissonde (Fra) FDJ.fr 0:04:41
25 Fabio Andres Duarte Arevalo (Col) Colombia 0:04:42
26 Maxime Monfort (Bel) Lotto Soudal 0:04:52
27 Bart De Clercq (Bel) Lotto Soudal
28 Giovanni Visconti (Ita) Movistar Team 0:04:56
29 Stéphane Rossetto (Fra) Cofidis, Solutions Credits
30 Diego Rosa (Ita) Astana Pro Team
31 Javier Moreno Bazan (Spa) Movistar Team
32 Andre Fernando S. Martins Cardoso (Por) Cannondale-Garmin Pro Cycling Team 0:05:02
33 Sergio Luis Henao Montoya (Col) Team Sky
34 David Arroyo Duran (Spa) Caja Rural-Seguros RGA
35 Joseph Lloyd Dombrowski (USA) Cannondale-Garmin Pro Cycling Team
36 Yohan Bagot (Fra) Cofidis, Solutions Credits 0:05:06
37 Jesper Hansen (Den) Tinkoff-Saxo 0:05:09
38 Nicolas Roche (Irl) Team Sky 0:05:11
39 Gianluca Brambilla (Ita) Etixx – Quick-Step 0:05:17
40 Alberto Losada Alguacil (Spa) Team Katusha 0:05:22
41 Davide Villella (Ita) Cannondale-Garmin Pro Cycling Team
42 Carlos Verona Quintanilla (Spa) Etixx – Quick-Step 0:05:40
43 Tsgabu Gebremaryam Grmay (Eth) Lampre-Merida
44 Sylvain Chavanel (Fra) IAM Cycling 0:06:20
45 Angel Madrazo Ruiz (Spa) Caja Rural-Seguros RGA 0:06:30
46 Maxime Bouet (Fra) Etixx – Quick-Step 0:06:46
47 Pierre Rolland (Fra) Team Europcar 0:07:39
48 Pawel Poljanski (Pol) Tinkoff-Saxo 0:07:53
49 Dario Cataldo (Ita) Astana Pro Team 0:07:55
50 Daniel Navarro Garcia (Spa) Cofidis, Solutions Credits 0:08:12
CLASSIFICA GENERALE
1 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team 57:20:10
2 Joaquin Rodriguez Oliver (Spa) Team Katusha 0:00:26
3 Tom Dumoulin (Ned) Team Giant-Alpecin 0:00:49
4 Jhoan Esteban Chaves Rubio (Col) Orica GreenEdge 0:01:29
5 Rafal Majka (Pol) Tinkoff-Saxo 0:01:33
6 Mikel Nieve Ituralde (Spa) Team Sky 0:02:10
7 Alejandro Valverde Belmonte (Spa) Movistar Team 0:02:11
8 Daniel Moreno Fernandez (Spa) Team Katusha 0:02:13
9 Nairo Alexander Quintana Rojas (Col) Movistar Team 0:03:00
10 Romain Sicard (Fra) Team Europcar 0:03:39
11 Gianluca Brambilla (Ita) Etixx – Quick-Step 0:04:29
12 Louis Meintjes (RSA) MTN – Qhubeka 0:04:41
13 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale 0:05:24
14 Fabrice Jeandesboz (Fra) Team Europcar 0:08:11
15 Kenny Elissonde (Fra) FDJ.fr 0:08:48
16 Bart De Clercq (Bel) Lotto Soudal 0:11:03
17 Nicolas Roche (Irl) Team Sky 0:11:10
18 Andre Fernando S. Martins Cardoso (Por) Cannondale-Garmin Pro Cycling Team 0:11:42
19 Stéphane Rossetto (Fra) Cofidis, Solutions Credits 0:12:06
20 David Arroyo Duran (Spa) Caja Rural-Seguros RGA 0:13:31
21 Daniel Navarro Garcia (Spa) Cofidis, Solutions Credits 0:16:37
22 Frank Schleck (Lux) Trek Factory Racing 0:23:04
23 Diego Rosa (Ita) Astana Pro Team 0:23:25
24 Sergio Luis Henao Montoya (Col) Team Sky 0:23:26
25 Maxime Bouet (Fra) Etixx – Quick-Step 0:23:49
26 Maxime Monfort (Bel) Lotto Soudal 0:26:22
27 Mikel Landa Meana (Spa) Astana Pro Team 0:26:47
28 Giovanni Visconti (Ita) Movistar Team 0:27:27
29 Alberto Losada Alguacil (Spa) Team Katusha 0:30:11
30 Nelson Filipe Santos Simoes Oliveira (Por) Lampre-Merida 0:33:23
31 Haimar Zubeldia Agirre (Spa) Trek Factory Racing 0:33:30
32 Luis Leon Sanchez Gil (Spa) Astana Pro Team 0:35:39
33 Rodolfo Andres Torres Agudelo (Col) Colombia 0:38:47
34 George Bennett (NZl) Team LottoNL-Jumbo 0:42:01
35 Jerome Coppel (Fra) IAM Cycling 0:47:22
36 José Gonçalves (Por) Caja Rural-Seguros RGA 0:50:17
37 Lawson Craddock (USA) Team Giant-Alpecin 0:50:43
38 Riccardo Zoidl (Aut) Trek Factory Racing 0:53:24
39 Sylvain Chavanel (Fra) IAM Cycling 0:56:13
40 Mikael Cherel (Fra) AG2R La Mondiale 0:57:14
41 Carlos Verona Quintanilla (Spa) Etixx – Quick-Step 0:57:38
42 Jose Joaquin Rojas Gil (Spa) Movistar Team 0:57:49
43 Pawel Poljanski (Pol) Tinkoff-Saxo 0:58:45
44 Ricardo Vilela (Por) Caja Rural-Seguros RGA 0:58:55
45 Tosh Van Der Sande (Bel) Lotto Soudal 0:59:57
46 Joseph Lloyd Dombrowski (USA) Cannondale-Garmin Pro Cycling Team 1:00:23
47 Jurgen Van Den Broeck (Bel) Lotto Soudal 1:02:49
48 Tiago Machado (Por) Team Katusha 1:03:05
49 Eduard Vorganov (Rus) Team Katusha 1:04:19
50 Andrey Amador Bakkazakova (CRc) Movistar Team 1:05:08

Dalle nebbie dell'Alto Campoo sbuca la sagoma esultante di Alessandro De Marchi (Tim de Waele/TDWSport.com)
GROENEWEGEN, CHI È COSTUI! DYLAN VINCE A BRUXELLES NELLA SORPRESA GENERALE. BOONEN SOLO TERZO.
L’olandese Dylan Groenewegen (Roompot Orange) vince a sorpresa la Brussels Cycling Classic 2015 battendo in volata per una questione di millimetri Roy Jans (Wanty Groupe Gobert), mentre l’atteso padrone di casa, Tom Boonen (Etixx Quick Step), deve accontentarsi del terzo posto. Ancora più deludente la prova di Marcel Kittel (Team Giant Alpecin), ancora non al meglio della condizione fisica e costretto al ritiro nelle fasi finali. Da segnalare la presenza, nella fuga di giornata ripresa a circa 40 km dall’arrivo, dell’italiano Alessandro Malaguti (Nippo Vini Fantini).
Il Belgio, ciclisticamente parlando, ritorna in calendario con la fine dell’estate e propone la Brussels Cycling Classic (nota fino al 2012 come Parigi-Bruxelles), storica semiclassica le cui 93 edizioni testimoniano la tradizione di questa corsa, una delle più longeve nel panorama ciclistico internazionale. Ventiquattro le squadre alla partenza, di cui nove World Tour. La corsa, cosparsa di ‘hellingen’ soprattutto nella parte centrale del percorso, spianava negli ultimi 40 km, offrendo così una ghiotta occasione ai velocisti presenti di assestare il colpo vincente sul traguardo di Bruxelles, seppur leggermente tendente all’insù. Assente ai nastri di partenza il vincitore delle due scorse edizioni, André Greipel, i riflettori quest’anno, almeno in partenza, erano puntati su un altro tedesco, ovvero Marcel Kittel. Il ciclista della Giant Alpecin, dopo una prima parte di stagione passata a ristabilirsi da vari acciacchi fisici, si è rivisto ad Agosto, quando aveva vinto la prima tappa del Giro di Polonia, ed in molti lo aspettavano per confermare i progressi in questo finale di stagione. Dopo la partenza si formava la fuga di giornata composta da cinque ciclisti, Kevin Van Melsen (Wanty Groupe Gobert), Jelle Wallays (Topsport Vlaanderen), Danil Fominykh (Team Astana), Sebastien Delfosse (Wallonie Bruxelles) ed Alessandro Malaguti (Nippo Vini Fantini). Il gruppo lasciava fare ed il quintetto raggiungeva il vantaggio massimo di 3 minuti e 20 secondi a circa 90 km dall’arrivo. Le squadre dei velocisti controllavano la situazione e quelle impegnate maggiormente nell’inseguimento erano in prima battuta la Lampre Merida per Sacha Modolo e Niccolò Bonifazio, la FDJ.fr per Arnaud Démare, la Giant Alpecin per Marcel Kittel ed anche la Etixx Quick Step che per oggi aveva due ottime alternative in Julian Alaphilippe e Tom Boonen. Proprio quest’ultimo restava leggermente attardato ma veniva prontamente riportato in gruppo da Michal Kwiatkowski. Anche Kittel per un attimo era costretto a fermarsi per cambiare la bici, ma rientrava rapidamente nel gruppo che a meno 68 km dall’arrivo aveva già dimezzato il ritardo nei confronti dei cinque fuggitivi. Ai meno 60 il vantaggio della fuga era di 1 minuto e 20 secondi. A meno 48 km dall’arrivo Tony Gallopin (Lotto Soudal) provava il forcing e ciò causava un vistoso allungamento del gruppo, che ormai aveva soltanto 40 secondi di ritardo dai fuggitivi. Malaguti e Wallays erano gli ultimi componenti della fuga ad essere ripresi ai meno 39 km dall’arrivo. Sul Menisberg, ultimo ‘hellingen’ dei 13 in programma, Kittel perdeva le ruote del gruppo e poco dopo era costretto al ritiro; nel frattempo un gruppetto con Kwiatkowski (Etixx Quick Step) e Sep Vanmarke (Team Lotto NL Jumbo) si avvantaggiava di qualche decina di metri ma il gruppo rinveniva rapidamente su di esso. Ai meno 29 km dall’arrivo provava l’affondo Frederik Backaert (Wanti Gruope Gobert), che tutto solo evadeva dalle ruote del gruppo, che aveva leggermente rallentato. Alla sua ruota si riportava dopo alcuni chilometri Daan Myngheer (Verandas Willems). L’azione della coppia belga si concludeva ai meno 8 dopo che il gruppo, sotto i colpi di Europcar, Trek Factory ed Etixx, si era riportato prepotentemente sui due contrattaccanti. Le strette stradine del finale sfilacciavano ulteriormente il gruppo che era ormai pronto alla volata. Nonostante il grande lavoro della Etixx per Tom Boonen era l’olandese Dylan Groenewegen (Roompot Orange) a battere al fotofinish Roy Jans (Wanty Groupe Gobert) mentre il campione belga doveva accontentarsi del terzo posto. Groenewegen otteneva così la vittoria più importante della sua ancora breve carriera ciclistica, anche se lo scorso anno ha vinto il Giro delle Fiandre Under 23. La top five era completata da Bryan Coquard (Team Europcar) in quarta posizione e Michael Van Stayen (Team Cofidis) in quinta. Primo degli italiani si classificava Andrea Fedi (Team Southeast) in ottava posizione. Il calendario internazionale del ciclismo su strada non si ferma e, oltre a proporre le ultime tappe della Vuelta a Espana, domani in quel di Fourmies, in Francia, si correrà il consueto GP di fine estate, il cui svolgimento riserva spesso molte sorprese, come del resto è accaduto oggi a Bruxelles.
Giuseppe Scarfone

La volata che ha deciso l'edizione 2015 dell'ex Parigi-Bruxelles
05-09-2015
settembre 5, 2015 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
VUELTA A ESPAÑA
L’italiano Alessandro De Marchi (BMC Racing Team) si è imposto nella quattordicesima tappa, Vitoria – Alto Campoo (Fuente del Chivo), percorrendo 215 Km in 5h43′12″, alla media di 37.587 Km/h. Ha preceduto di 21″ l’italiano Salvatore Puccio (Team Sky) e di 32″ lo spagnolo Rojas Gil. L’italiano Fabio Aru (Astana Pro Team) è ancora maglia rossa con 26″ sullo spagnolo Rodríguez Oliver e 49″ sull’olandese Dumoulin.
BRUSSELS CYCLING CLASSIC
L’olandese Dylan Groenewegen (Team Roompot Oranje Peloton) si è imposto nella corsa belga, circuito di Bruxelles, percorrendo 200.8 Km in 4h47′58″, alla media di 41.838 Km/h. Ha preceduto allo sprint i belgi Jans e Boonen. Miglior italiano Andrea Fedi (Southeast), 7°.
BLACK SEA CYCLING TOUR (Bulgaria)
L’ucraino Vitaliy Buts (Kolss BDC Team) si è imposto nella prima tappa, Burgas – Dobrich, percorrendo 184 Km in 3h48′30″, alla media di 48.315 Km/h. Ha preceduto allo sprint il kazako Bizhigitov e il serbo Kozomara, distanziati di 7″ nella prima classifica generale
TOUR OF ALBERTA (Canada)
L’olandese Tom-Jelte Slagter (Team Cannondale – Garmin) si è imposto anche nella quarta tappa, Jasper – Marmot Basin Ski Area, percorrendo 162.1 Km in 4h09′26″, alla media di 38.992 Km/h. Ha preceduto di 4″ il connazionale Bauke Mollema (Trek Factory Racing) e il britannico Adam Yates. Miglior italiano Davide Formolo (Team Cannondale – Garmin), 12° a 35″. Mollema è ancora leader della classifica con 6″ su Adam Yates e 22″ su Slagter. Miglior italiano Formolo, 8° a 1′20″
GIRO DELLA LUNIGIANA (juniores)
L’italiano Nicola Conci (Team LVF) si è imposto nella seconda tappa, circuito di Fosdinovo, percorrendo 116.9 Km in 2h51′43″, alla media di 40.846 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Riccardo Lucca (Ausonia Csi Pescantina) e Daniel Savini (G.C. Romagnano Guerciotti Luni), ancora leader della classifica con 20″ su Lucca e 32″ sull’italiano Mattia Melloni (Sancarlese Phonix Borghi Bike)
GRAND PRIX RÜEBLILAND (Svizzera – juniores)
Due tappe disputate nel secondo giorno di gara.
Il mattino, il tedesco Max Kanter si è imposto nella seconda tappa, circuito di Möhlin, percorrendo 82.5 Km in 1h56′30″, alla media di 42.489 Km/h. Ha preceduto allo sprint il serbo Rajovic e l’elvetico Gall. Miglior italiano Stefano Oldani (GB Junior Pedale Castanese), 7°. L’elvetico Marc Hirschi è ancora leader della classifica con 3″ sul connazionale Mäder e 49″ sul danese Stokbro. Miglior italiano Pasquale Abenante (Aspiratori Otelli Mastercrom Cadeo Carpaneto Cimme), 14° a 55″.
Il pomeriggio, il danese Niklas Larsen si è imposto nella terza tappa, circuito a cronometro di Möhlin, percorrendo 9.6 Km in 12′14″, alla media di 47.084 Km/h. Ha preceduto di 9″ Hirschi e di 15″ il tedesco Appelt. Miglior italiano Sebastiano Pasini (Sc Mazzano Oml), 21° a 41″. Hirschi è ancora leader della classifica con 18″ su Mäder e 46″ su Larsen. Miglior italiano Nicolò Brescianini (Ciclistica Trevigliese), 34° a 1′43″.
VUELTA A ESPAÑA 2015 – LA “TERCERA SEMANA”
settembre 5, 2015 by Redazione
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E’ l’ultima settimana di corsa, quella che deciderà l’edizione n° 70 della Vuelta. Due i fronti di battaglia, a partire dal trittico di dure frazioni di montagna che, all’inizio della settimana conclusiva, si disputeranno tra Cantabria e Asturie, da sempre “fucina” di salite estreme. Subito dopo arriverà la crono e, se tutto ciò non dovesse bastare, ecco il secondo fronte, costituito dalle tappe piazzate a ridosso dell’epilogo madrileno, decisamente meno dure ma che, se la classica fosse ancora aperta, renderanno la corsa accesa fino all’ultimo palpito
14a TAPPA: VITORIA – ALTO CAMPOO (FUENTE DEL CHIVO) (215 Km)
La terza e ultima settimana di gara debutta con tre frazioni consecutive di montagna, probabilmente le ultime nelle quali gli scalatori avranno chanches a loro disposizione poiché il trittico posto a ridosso della conclusione madrilena non sembra particolarmente adatto alla selezione, sempre che all’indomani di questa tre giorni e della crono di Burgos la classifica sia ancora aperta. Si comincerà con il meno inedito degli 8 arrivi in salita inediti previsti in questa edizione, poiché in passato la stazione invernale di Alto Campoo, sulle montagne della Cantabria, ha già accolto in tre occasioni la Vuelta, l’ultima nel 1993. Trascorsi 22 anni e completatamente cambiati i componenti del “peloton”, si potrà dunque – per i corridori del giorno d’oggi – considerare una novità quest’ascesa che, quest’anno, presenterà comunque un tratto nuovo, poiché, giunti nel luogo dove si conclusero le precedenti tappe, si dovrà affrontare un tratto mai percorso prima, asfaltato da non molti anni e che consentirà di giungere sino al piazzale panoramico della Fuente del Chivo, a quasi 2000 metri di quota. Lassù ci sarà il capolinea di una salita interminabile (sono 18 Km spaccati, seconda ascesa più lunga di questa edizione dopo quella dell’Alpujarra), anche se pedalabile per gran parte del suo sviluppo, fino al tradizionale traguardo dell’Alto Campoo. È proprio nel tratto più “recente” dell’ascesa che si registrano le pendenze più importanti, non rilevantissime (media del 6.9% e massima del 15.7% negli ultimi 5 Km) ma che potrebbero rivelarsi selettive alla luce sia della lunghezza complessiva dell’ascesa finale, sia di quella della tappa che, con i suoi 215 Km, rappresenta il “non plus ultra” della Vuelta 2015. Da segnalare che lungo la marcia d’avvicinamento all’Alto Campoo si affronteranno due GPM intermedi collocati abbastanza distanti dall’ascesa finale, ma il secondo di questi – il Puerto del Escudo, a 56 Km dall’arrivo – presenta pendenze che potrebbero rimanere nelle gambe se affrontate a gran velocità (ufficialmente sono 11.5 Km al 6.4%, ma la salita effettiva è di 7 Km all’8.9%)
15a TAPPA: COMILLAS – SOTRES (CABRALES) (175.8 Km)
Il quindicesimo giorno della Vuelta proporrà una tappa costruita su di una struttura abbastanza simile a quella precedente. Ci sarà, dunque, un arrivo in salita “faro” che, come quello dell’Alto Campoo, svetterà al termine di una frazione per il resto caratterizzata solo da salite di “passaggio” piazzate lontane dell’arrivo. La grande differenza con la tappa disputata ventiquattrore prima sarà rappresentata proprio dall’ascesa finale, notevolmente più impegnativa rispetto a quella percorsa per giungere a Fuente del Chivo. Più breve di questa (sono 12.7 Km), sarà caratterizzata da una pendenza media più elevata (7.9%) e riserverà i passaggi più ardui negli ultimi 2 Km quando, attraversato il piccolo centro “titolare” della tappa, frazione del comune asturiano di Cabrales, si dovrà salire verso gli alpeggi soprastanti – luogo di produzione del “queso de Cabrales”, formaggio simile al nostro Gorgonzola – incontrando le inclinazioni più elevate della giornata: gli ultimi 1000 metri saliranno, infatti, al 13% medio, raggiungendo un picco massimo del 21%. E’ probabile che gli uomini di classifica attendano gli ultimi chilometri di questa frazione per piazzare i loro attacchi, anche per non sprecare troppe energie in vista del tappone previsto l’indomani, il più duro della Vuelta 2015 dopo quello andorrano.
16a TAPPA: LUARCA – ERMITA DE ALBA (QUIRÓS) (185 Km)
Le Asturie non si smentiscono mai. Ciclisticamente, oltre che gli stupendi panorami che offrono, sono conosciute per la durezza di alcune delle salite del principato, asperità che la Vuelta ha già ampiamente “indagato” in passato, dal tradizionale approdo ai Laghi di Covadonga al tremendo Angliru, da sempre considerato il Mortirolo spagnolo. Sempre alla ricerca di nuove e più ardue ascese, stavolta gli organizzatori della Vuelta sono andati a stanare nei meandri del principato l’Ermita de Alba, una sorta di “mini Zoncolan” iberico che sarà proposto come traguardo della 16a frazione, secondo e ultimo tappone dopo quello andorrano, rispetto al quale ci sarà da fare i conti con un chilometraggio maggiore (185 contro 138) e un numero di salite più alto (7 contro 6), mentre il dislivello complessivo sarà più basso di circa 600 metri (3770 contro 4358). Come nella frazione vinta da Mikel Landa e che ha permesso a Fabio Aru di conquistare la maglia “roja” di leader della classifica, si comincerà a salire fin dalla partenza – essendo il primo GPM, l’Alto De Aristébano, lungo 14 Km e collocato esattamente a 14 Km dal via – ma poi le successive ascese saranno collocate ben distanziate le une dalle altre fino agli ultimi 44 Km, nei quali saranno concentrate le ultime tre salite, le più rilevanti. A dire il vero, presenta ancora pendenze abbastanza accessibili la prima di queste – l’Alto del Cordal (8,5 Km al 5,7%), tradizionalmente affrontata nelle frazioni con arrivo sul vicino Angliru – ma la mancanza di tratti di respiro da qui all’arrivo di certo la farà affrontare con piglio deciso da chi vorrà rendere la corsa dura. Più impegnativi sono i successivi 9,8 Km all’8,7% dell’Alto de la Cobertoria, valico che la Vuelta ha scoperto nel 1988 e finora proposto in nove occasioni, tra le quale c’è anche un arrivo di tappa in vetta (nel 2006, vinse Alexandre Vinokourov). Arriverà quindi la tremenda verticale finale, che abbiamo paragonato allo Zoncolan per via delle pendenze molto simili a quella del versante di Ovaro del monte friulano (11,1% di media per l’ascesa spagnola, 11,5% per lo Zoncolan; in entrambi i casi si sfiora il 22% come inclinazione massima) mentre questa “parete” sarà più breve (6,8 Km contro 10,5 Km)
17a TAPPA: CIRCUITO DI BURGOS (cronometro individuale – 38.7 Km)
Dopo il secondo e ultimo giorno di riposo, necessario per smaltire le fatiche del trittico cantabrico-asturiano, arriva un’altra delle tappe “forti” dell’edizione 2015, la cronometro di Burgos, trovatasi a rivestire il ruolo di unica frazione contro il tempo dopo l’annullamento, anche se solo ai fini della classifica generale, della cronosquadre del primo giorno a Marbella. Il percorso disegnato sull’altopiano circostante l’antica capitale della Castiglia si annuncia decisamente filante, con le alte velocità favorite sia dalla quota alla quale si gareggerà (partenza e arrivo saranno collocate a 860 metri d’altezza), sia dal tracciato prevalentemente pianeggiante e poco tortuoso, soprattutto nella prima metà del circuito. Il finale, invece, sarà lievemente più impegnativo, per la presenza più ravvicinata di curve e dell’unica difficoltà altimetrica prevista, la facilissima e breve ascesa verso il castello di Burgos, passaggio quasi irrinunciabile delle corse ciclistiche di stanza nella cittadina spagnola, inserito a circa 4 Km dal traguardo, previsto a fianco della cattedrale gotica di Santa Maria, una delle più spettacolari della Spagna.
18a TAPPA: ROA – RIAZA (204 Km)
E’ il primo atto del secondo e ultimo trittico montano della Vuelta, una tre giorni sulla quale pesa l’incognita della situazione in classifica all’uscita dalla cronometro di Burgos e dalle precedenti, durissime frazioni. Se, a questo punto, la maglia “roja” si troverà saldamente sulle spalle del capoclassifica queste tre tappe costituiranno altrettante occasioni d’oro per i cacciatori di successi parziali, che avranno campo libero anche perché nessuno di questi percorsi sono alla portata dei velocisti e, dunque, non ci sarà in corsa la “regia” delle loro formazioni. Se, al contrario, la lotta al vertice sarà ancora apertissima anche queste tappe, nonostante siano tutte caratterizzate da ascese pedalabili, potrebbero rivelarsi decisive, tenendo conto del fatto che siamo all’ultima settimana di gara e qualcuno potrebbe accusare un passaggio a vuoto, magari se messo sotto stress a puntino. Questo discorso vale, in particolare, per l’ultima di queste tre tappe – quella collocata a ventiquattrore dalla conclusione madrilena – mentre le prime due sono, sulla carta, prive di particolari insidie anche se, per la collocazione delle ascese nel finale, dovranno comunque essere affrontate con attenzione. La Roa-Riaza ne proporrà tre, due di terza categoria da superare nella prima metà del tracciato e, infine, il Puerto de la Quesera, classificato di 1a categoria più che altro per la sua collocazione nel finale dell’ultima delle quattro frazioni nelle quali si supereranno i 200 Km di gara. La salita in sé, infatti, è pedalabile, visto che nei suoi 10 Km di lunghezza – questi sì che potrebbero rimanere nelle gambe in fin di Vuelta – si dovranno superare 520 metri di dislivello, pari a una pendenza media del 5,2% appena, mentre la massima non andrà oltre il 7%. Chi avrà la sventura di staccarsi lassù, però, difficilmente potrebbe riuscire a riagganciarsi alla testa della corsa, poiché l’arrivo sarà 13 Km più avanti, esattamente al termine della discesa, e davanti certamente non li aspetterano.
19a TAPPA: MEDINA DEL CAMPO – ÁVILA (185.8 Km)
E’ il “remake”, per usare una terminologia cinematografica, della tappa vista il giorno precedente, poiché i quasi 186 Km che condurranno il gruppo da Medina del Campo ad Ávila, uno dei traguardi più frequentati dalla Vuelta, strutturalmente è simile a quella terminata in quel di Riaza, come quella caratterizzata da un facile gran premio della montagna di passaggio a metà tappa e da una salita più corposa piazzata in vista dell’arrivo. In realtà, il percorso – a un esame più approfondito – appare meno idoneo per un tentativo a sorpresa poiché l’ascesa verso i 1395 metri dell’Alto de la Paramera è più pedalabile di quella della Quesera e, inoltre, i suoi 8,7 Km al 4,5% saranno affrontanti a una ventina di chilometri dal traguardo, 7 in più rispetto a quelli percorsi il giorno prima dopo il GPM. Più difficile, dunque, attenderci qualche sorpresa sulla Paramera e, al massimo, oggi potrebbe andare in scena – sempre che, lo ripetiamo, ci siano le premesse di una lotta di classifica – una sparata di qualche corridore di vertice nel tradizionale epilogo abulense, lo strappo in porfido lungo le spettacolari mura cittadine che termina in vista dell’ultimo chilometro, buono al massimo per intascare qualche secondo, qualcosa in più se si riuscirà a conquistare anche uno dei tre abbuoni in programma.
20a TAPPA: SAN LORENZO DE EL ESCORIAL – CERCEDILLA (175.8 Km)
Alla vigilia della conclusione madrilena ecco l’ultima occasione utile per ribaltare la classifica, sotto la forma di una frazione disegnata sulle alture della Sierra de Guadarrama, attraverso le ultime quattro salite della Vuelta 2015. Nessuna di queste, va rilevato, è dura (la pendenza massima di giornata sarà dell’11,2%, toccata sul Navacerrada) ma, messe in fila, comporranno un’ascesa “globale” di 42 Km, fattore non indifferente al penultimo giorno di una corsa a tappe di tre settimane lunga complessivamente quasi 3.350 Km e, dunque, la possibilità di assistere a improvvisi rovesci in classifica non va considerata del tutto una pia illusione. La tappa scatterà dal celebre monastero dell’Escorial e debutterà con un tratto in linea di una ventina di chilometri in leggera ascesa e, poi, raggiunta la località sede d’arrivo, s’inizierà un atipico circuito di quasi 160 Km, praticamente l’intero sviluppo della tappa, insolito perché per gran parte si snoderà sulla medesima strada – imboccata prima in un senso e poi nell’altro – e proporrà al suo interno un “circuito nel circuito” di una quarantina di chilometri. Subito dopo il primo passaggio da Cercedilla si affronterà l’ascesa al Puerto de Navacerrada (9,4 Km al 6,6%), una delle salite più gettonate dalla Vuelta anche grazie alla vicinanza alla capitale spagnola, in diverse occasioni proposta come traguardo di tappa, al passo o alla soprastante Bola del Mundo. La frazione dovrebbe entrare nel vivo a partire dalla doppia scalata al valico della Morcuera, preso prima dal versante settentrionale (11,5 Km al 5,4%) e poi da quello, più impegnativo, che sale da Miraflores de la Sierra (10.4 Km al 6,6%) e che dopo la prima ascesa era stato percorso in discesa. Si dovrà poi tornare sul Navacerrada transitando per l’ultimo dei 45 GPM della Vuelta 2015, il Puerto de Cotos (11 Km al 5,3%), la cui cima si troverà a 18 Km dall’arrivo e non sarà immediatamente seguita dalla discesa ma da un tratto in quota lungo 6 Km, particolarmente insidioso perché in circostanze simili sugli altipiani che precedono la discesa talvolta capita che si dilatino i distacchi eventualmente accusati in salita.
21a TAPPA: ALCALÁ DE HENARES – MADRID (97.8 Km)
La 70a Vuelta a España si conclude con una facilissima frazione destinata ai velocisti, modellata sull’esempio della tappa conclusiva del Tour, che parte da un centro dell’hinterland parigino e finisce un centinaio di chilometri dopo nel cuore della capitale francese con il tradizionale circuito cittadino, che alla “Grande Boucle” ha il suo terminal sull’Avenue des Champs-Élysées mentre la corsa spagnola posizionerà il suo ultimo palcoscenico in Plaza de Cibeles, all’ombra del Palacio de Comunicaciones, sede del municipio di Madrid. L’ultimo raduno di partenza avverrà nell’antica cittadina universitaria di Alcalá de Henares e, dopo una quarantina di chilometri – decisamente “scarni” altimetricamente, a differenza del Tour che propone sempre qualche salitella anche all’ultimo giorno – i corridori saranno già al traguardo, dove inizieranno la prima delle dieci tornate del circuito finale, anello di 5,8 Km dolcemente movimentato ma che mai ha tradito gli sprinter, nonostante un chilometro finale che tira sempre un pelo.
Mauro Facoltosi

Un cicloturista si accinge ad affrontare l'arcigna ascesa dell'Ermita de Alba, traguardo del tappone asturiano della Vuelta 2015 (www.ciclismoafondo.es)
TARAZONA, LA CALMA PRIMA DELLA TEMPESTA: LAMPRE FUGAIOLA, ASTANA IN CONTROLLO
Tappa interlocutoria, se mai ve ne fu una, nell’Aragona profonda. Prende il largo una grossa fuga, ma il traguardo lo taglia Oliveira in solitaria. Quintana in difficoltà.
Una di quelle tappe che, fosse stato il Giro 2015, avrebbe vissuto di ritmo, assalti e scossoni. In qualsiasi altro contesto, invece, e a maggior ragione in questa Vuelta, dove precede il trittico montuoso chiave, finisce per essere una tappa predestinata alla fuga. Come sempre, però, nel ciclismo la fame è tanta, e quindi una tappa che si presta a dare spazio alle seconde linee diventa oggetto del desiderio di molti, moltissimi, e il parto dell’evasione decisiva risulta particolarmente lungo, laborioso e doloroso.
La prima ora, dall’altimetria assai nervosa, vola intorno ai 45 km/h di media, mentre si susseguono gli allunghi e le trenate in testa al gruppo di chi non ha inserito i propri uomini nell’azione. A farne le spese è un sempre più malandato Nairo Quintana: la febbre degli scorsi giorni, la dissenteria, i chili persi indeboliscono sempre di più il colombiano, che perde perfino le ruote del gruppo principale su uno degli strappi d’inizio giornata. Alla fine arriverà nel peloton, ma da domani il rischio di imbarcare minuti pesantissimi si fa sempre più tangibile: la speranza è quella di ristabilirsi per chiudere in crescendo, un po’ come fece Aru al Giro – parliamo pur sempre di atleti accomunati da una predilezione particolare per l’ultima settimana.
Non uscirà però del tutto indenne, il fenomeno colombiano, dalla giornata odierna, almeno in termini meramente cronometrici: proprio grazie alla fuga, che finalmente si formerà e stabilizzerà con 24 partecipanti, un paio di ardimentosi scavalcheranno in classifica generale due talenti quotatissimi quali lo stesso Quintana e il sudafricano Mentjes, recente ottimo acquisto della Lampre. Si tratta, per la precisione, di Sicard dell’Europcar, un campione nelle categorie giovanili, che ha visto la propria carriera tarpata finora dai problemi fisici, e di Brambilla, ottimo gregario della Etixx-Quickstep (uno dei pochi del team ad avere una buona resa nei GT): la squadra gli ha da poco riconosciuto la sua importanza di uomo squadra con un rinnovo contrattuale.
Parlando della Lampre, non si può negare che la stagione dei blu-fucsia abbia assunto tinte decisamente rosee, quest’anno, con vittorie di tappa pesanti tanto al Giro quanto al Tour. Anche qui non si scherza affatto, tanto che nella maxi-fuga si tratta della squadra più rappresentata, con Rubén Plaza, Valerio Conti e Nelson Oliveira.
Interessante osservare la presenza di diversi uomini già protagonisti nella tappa regina di Andorra: il già nominato Sicard era tra i migliori della fuga di quel giorno, e come lui ritroviamo anche Poljanski (oggi sarà il più combattivo, tutto solo per la Tinkoff), Rubén Plaza, Oliveira, Coppel… stiamo già entrando in quella fase di un GT nella quale lo stato di forma, le doti naturali e la tenuta pesano di più che non la freschezza immediata; è, cioè, più importante “stare bene”, come dimostrato dalle prestazioni nel tappone monstre, piuttosto che non essersi riposati 48 ore orsono. Lo stesso Brambilla, pur staccatosi sull’ultima ascesa, vi era arrivato fra i migliori, e aveva lavorato duro – spendendo fors’anche qualche energia di troppo – per reagire all’attacco in discesa di Purito e Valverde.
In gruppo il guinzaglio lo regge con giudiziosità l’Astana: Brambilla e Sicard non sono lontanissimi in classifica, il che si traduce in un giorno tutto percorso a passo allegro, niente vantaggi di mezzora ai fuggitivi. Chi non sta troppo bene non avrà vissuto ore di pieno recupero, come accade talvolta nelle tappe di trasferimento del Tour.
La tensione è palpabile, tanto che nel finale, quando ormai il successo di giornata sarà deciso, si attivano anche altri team, in particolar modo la Sky di Nieve, la Tinkoff di Majka, la Orica di Chaves.
La fuga collabora e resta compatta fino all’ascesa finale del Moncayo, dove si tenne la crono del 2014, quella fatale a Quintana causa scivolone. I primi ad allungare sono Oliveira e Chavanel, ma è il polacco Poljanski a prendere il largo avvantaggiandosi su tutti. La Lampre, però lo tiene nel mirino, e quando sui falsipiani che coronano la salita il drappello torna compatto, è ancora il portoghese Oliveira a partire, stavolta in solitaria.
Il 26enne ha sempre brillato per le sue doti contro il tempo (anche la sua carriera non aveva ancora concretizzato le doti mostrate come under), e dunque non fa paura la trentina di km, in parte all’ingiù, che lo separano dalla meta: gran merito, comunque, quello di imporre un ritmo che va a estendere progressivamente e irreparabilmente il vantaggio, fino a un corposo e tranquillizzante minuto che manda in visibilio il suo DS Maini in ammiraglia.
Complimenti, però, al lavoro di squadra da manuale operato nelle retrovie da Conti e Plaza, che stoppano implacabili ogni pretesa di inseguimento.
Ricompensata perciò la Lampre con una vittoria che costituisce una preziosa continuità vincente nei GT dal Giro fino alla Vuelta, tra l’altro con corridori praticamente sempre diversi. Una squadra aggressiva, che fa i conti con un budget ristretto ma che finalmente riesce a farlo fruttare al meglio con corridori magari non di nomea ma di grande professionalità e buonissime doti, col giusto mix di giovani e atleti navigati.
In ottica italiana è importante annotare la presenza e una certa attività di De Marchi nella fuga: il “rosso” deve ancora trovare la miglior condizione fisica, ma se roda il suo inesauribile motore potrebbe essere una pedina importante in vista del Mondiale o comunque del finale di stagione.
Da domani si inizia a fare sul serio, con tre tappe che arrivano in quota, fino all’apoteosi di lunedì. Oggi la media è stata di circa 41 km/h su un terreno tutto fuorché facile, e domani qualcuno si ricorderà di questo “poco memorabile” trasferimento…
Gabriele Bugada
ORDINE D’ARRIVO
1 Nelson Oliveira (Por) Lampre-Merida 4:14:01
2 Julien Simon (Fra) Cofidis, Solutions Credits 0:01:00
3 Nicolas Roche (Irl) Team Sky
4 Sylvain Chavanel (Fra) IAM Cycling
5 Jose Joaquin Rojas (Spa) Movistar Team
6 Rinaldo Nocentini (Ita) AG2R La Mondiale
7 Kévin Reza (Fra) FDJ.fr
8 Mikael Cherel (Fra) AG2R La Mondiale
9 Cameron Meyer (Aus) Orica GreenEdge
10 Maxime Monfort (Bel) Lotto Soudal
11 Valerio Conti (Ita) Lampre-Merida
12 Pawel Poljanski (Pol) Tinkoff-Saxo
13 Gianluca Brambilla (Ita) Etixx – Quick-Step
14 Alessandro De Marchi (Ita) BMC Racing Team
15 Ruben Plaza Molina (Spa) Lampre-Merida
16 Romain Sicard (Fra) Team Europcar
17 Niki Terpstra (Ned) Etixx – Quick-Step
18 Jerome Coppel (Fra) IAM Cycling
19 Stephen Cummings (GBr) MTN – Qhubeka
20 Kenny Elissonde (Fra) FDJ.fr
21 Yohan Bagot (Fra) Cofidis, Solutions Credits
22 David Arroyo (Spa) Caja Rural-Seguros RGA
23 Sergio Luis Henao (Col) Team Sky
24 Yukiya Arashiro (Jpn) Team Europcar 0:01:11
25 Gediminas Bagdonas (Ltu) AG2R La Mondiale 0:04:43
26 Salvatore Puccio (Ita) Team Sky 0:04:48
27 Vasil Kiryienka (Blr) Team Sky
28 Simon Gerrans (Aus) Orica GreenEdge
29 Zico Waeytens (Bel) Team Giant-Alpecin
30 Mikel Nieve (Spa) Team Sky
31 Giovanni Visconti (Ita) Movistar Team
32 Alejandro Valverde (Spa) Movistar Team
33 Luis Leon Sanchez (Spa) Astana Pro Team
34 Francisco Ventoso (Spa) Movistar Team
35 Esteban Chaves (Col) Orica GreenEdge
36 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team
37 Koen De Kort (Ned) Team Giant-Alpecin
38 Joaquim Rodriguez (Spa) Team Katusha
39 Jens Keukeleire (Bel) Orica GreenEdge
40 Rafal Majka (Pol) Tinkoff-Saxo
41 Tom Dumoulin (Ned) Team Giant-Alpecin
42 Johannes Fröhlinger (Ger) Team Giant-Alpecin
43 Luka Mezgec (Slo) Team Giant-Alpecin
44 Jay Robert Thomson (RSA) MTN – Qhubeka
45 Tosh Van Der Sande (Bel) Lotto Soudal
46 Eduard Vorganov (Rus) Team Katusha
47 Sébastien Minard (Fra) AG2R La Mondiale
48 Mike Teunissen (Ned) Team LottoNL-Jumbo
49 Tom Van Asbroeck (Bel) Team LottoNL-Jumbo
50 Louis Meintjes (RSA) MTN – Qhubeka
CLASSIFICA GENERALE
1 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team 51:33:19
2 Joaquim Rodriguez (Spa) Team Katusha 0:00:27
3 Tom Dumoulin (Ned) Team Giant-Alpecin 0:00:30
4 Rafal Majka (Pol) Tinkoff-Saxo 0:01:28
5 Esteban Chaves (Col) Orica GreenEdge 0:01:29
6 Alejandro Valverde (Spa) Movistar Team 0:01:52
7 Daniel Moreno Fernandez (Spa) Team Katusha 0:01:54
8 Mikel Nieve (Spa) Team Sky 0:01:58
9 Gianluca Brambilla (Ita) Etixx – Quick-Step 0:02:51
10 Romain Sicard (Fra) Team Europcar
11 Nairo Quintana (Col) Movistar Team 0:03:07
12 Louis Meintjes (RSA) MTN – Qhubeka 0:04:15
13 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale 0:05:19
14 Fabrice Jeandesboz (Fra) Team Europcar 0:07:29
15 Kenny Elissonde (Fra) FDJ.fr 0:07:46
16 Nicolas Roche (Irl) Team Sky 0:09:38
17 Bart De Clercq (Bel) Lotto Soudal 0:09:50
18 Andre Cardoso (Por) Cannondale-Garmin Pro Cycling Team 0:10:19
19 Stéphane Rossetto (Fra) Cofidis, Solutions Credits 0:10:49
20 Samuel Sanchez (Spa) BMC Racing Team 0:11:07
21 Daniel Navarro (Spa) Cofidis, Solutions Credits 0:12:04
22 David Arroyo (Spa) Caja Rural-Seguros RGA 0:12:08
23 Maxime Bouet (Fra) Etixx – Quick-Step 0:20:42
24 Sergio Luis Henao (Col) Team Sky 0:22:03
25 Frank Schleck (Lux) Trek Factory Racing 0:22:07
26 Diego Rosa (Ita) Astana Pro Team 0:22:08
27 George Bennett (NZl) Team LottoNL-Jumbo 0:25:05
28 Maxime Monfort (Bel) Lotto Soudal 0:25:09
29 Giovanni Visconti (Ita) Movistar Team 0:26:10
30 Mikel Landa Meana (Spa) Astana Pro Team 0:26:15
31 Haimar Zubeldia (Spa) Trek Factory Racing 0:27:28
32 Nelson Oliveira (Por) Lampre-Merida 0:28:26
33 Alberto Losada Alguacil (Spa) Team Katusha 0:28:28
34 Luis Leon Sanchez (Spa) Astana Pro Team 0:29:37
35 José Gonçalves (Por) Caja Rural-Seguros RGA 0:33:21
36 Jerome Coppel (Fra) IAM Cycling 0:33:42
37 Rodolfo Torres (Col) Colombia 0:38:03
38 Riccardo Zoidl (Aut) Trek Factory Racing 0:44:47
39 Lawson Craddock (USA) Team Giant-Alpecin 0:49:59
40 Darwin Atapuma Hurtado (Col) BMC Racing Team 0:50:18
41 Andrey Amador (CRc) Movistar Team 0:51:28
42 Tosh Van Der Sande (Bel) Lotto Soudal 0:51:44
43 Ricardo Vilela (Por) Caja Rural-Seguros RGA 0:52:53
44 Sylvain Chavanel (Fra) IAM Cycling 0:53:32
45 Pawel Poljanski (Pol) Tinkoff-Saxo 0:54:31
46 Jurgen Van Den Broeck (Bel) Lotto Soudal 0:54:36
47 Carlos Verona Quintanilla (Spa) Etixx – Quick-Step 0:55:37
48 Tiago Machado (Por) Team Katusha 0:56:48
49 Eduard Vorganov (Rus) Team Katusha 0:58:17
50 Joseph Lloyd Dombrowski (USA) Cannondale-Garmin Pro Cycling Team 0:59:00

Il portoghese Oliveira porta a casa dopo una lunga fuga la tappa n° 13 del Giro di Spagna (foto Bettini)
04-09-2015
settembre 4, 2015 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
VUELTA A ESPAÑA
Il portoghese Nelson Filipe Santos Simões Oliveira (Lampre – Merida) si è imposto nella tredicesima tappa, Calatayud – Tarazona, percorrendo 178 Km in 4h14′01″, alla media di 42.044 Km/h. Ha preceduto di 1′00″ il francese Simon e l’irlandese Roche. Miglior italiano Rinaldo Nocentini (AG2R La Mondiale), 6° a 1′00″. L’italiano Fabio Aru (Astana Pro Team) è ancora maglia rossa con 27″ sullo spagnolo Rodríguez Oliver e 30″ sull’olandese Dumoulin.
TOUR OF ALBERTA (Canada)
L’olandese Tom-Jelte Slagter (Team Cannondale – Garmin) si è imposto nella terza tappa, Grande Cache – Jasper National Park (Miette Hot Springs), percorrendo 181.8 Km in 4h28′18″, alla media di 40.656 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Bauke Mollema (Trek Factory Racing) e di 4″ il britannico Adam Yates. Miglior italiano Davide Formolo (Team Cannondale – Garmin), 8° a 13″. Mollema è tornato leader della classifica con 6″ su Adam Yates e 20″ sul russo Lagutin. Miglior italiano Formolo, 7° a 49″
GIRO DELLA LUNIGIANA (juniores)
L’italiano Daniel Savini (G.C. Romagnano Guerciotti Luni) si è imposto nella prima tappa, Castelnuovo Magra – Ponzano, percorrendo 98.7 Km in 2h17′14″, alla media di 43.153 Km/h. Ha preceduto di 20″ gli italiani Tommaso Fiaschi (G.s. Stabbia Ciclismo) e Riccardo Lucca (Ausonia Csi Pescantina)
GRAND PRIX RÜEBLILAND (Svizzera – juniores)
L’elvetico Marc Hirschi si è imposto nella prima tappa, circuito di Roggliswil, percorrendo 91.2 Km in 2h14′32″, alla media di 40.674 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Mäder e di 42″ il danese Stokbro. Miglior italiano Pasquale Abenante (Aspiratori Otelli Mastercrom Cadeo Carpaneto Cimme), 4° a 44″. Hirschi è il primo leader della classifica con 3″ su Mäder e 49″ su Stokbro. Miglior italiano Abenante, 8° a 55″.
FINALE THRILLING, SPUNTA VAN POPPEL
Sembra fatta per i 5 fuggitivi di giornata ma a 350 metri dal traguardo di Lleida il plotone rinviene su Maxime Bouet e Jaco Venter, ultimi ad arrendersi tra i battistrada, e nella volata finale il 22enne olandese ha la meglio su Daryl Impey e Tosh Van Der Sande con Kristian Sbaragli che chiude all’8° posto. Giornata tranquilla per Fabio Aru che conserva la maglia rossa mentre non prende il via Chris Froome per le conseguenze della caduta del giorno precedente.
Dopo il tappone di Cortals d’Encamp, che ha visto il dominio dell’Astana con Mikel Landa primo al traguardo e Fabio Aru che ha conquistato la maglia rossa mettendo un’importante ipoteca sul successo finale, e in attesa dei tre arrivi in salita consecutivi di Fuente del Chivo, Sotres ed Ermita de Alba che sanciranno ulteriori verdetti, la Vuelta 2015 si concede due frazioni di transizione a partire dalla 12a, 173 km da Escaldes-Engordany a Lleida con il Coll de Boixols, la cui vetta era posta al km 54, come unica difficoltà altimetrica di giornata. Un importante colpo di scena si è comunque già consumato in mattinata, ovvero l’abbandono di Chris Froome (Team Sky), che nella caduta del giorno precedente ha riportato una frattura all’osso del piede sinistro, mentre ha preso regolarmente il via la Tinkoff-Saxo, che peraltro può contare su un Rafal Majka in piena lotta per un posto sul podio, malgrado le esternazioni dell’istrionico Oleg Tinkov, che aveva minacciato di ritirare la squadra dopo gli incidenti con le moto dell’organizzazione che avevano costretto al ritiro prima Peter Sagan e successivamente Sérgio Paulinho.
La corsa è vissuta sulla classica fuga a lunga gittata, nata al km 15, che sulla carta era destinata ad essere agevolmente rintuzzata dal gruppo e che e ha avuto come protagonisti Jaco Venter (Mtn-Qhubeka), Miguel Angel Rubiano (Colombia), Maxime Bouet (Etixx-QuickStep), Alexis Gougeard (Ag2r) e un Bert-Jan Lindeman (Lotto Jumbo) voglioso di ripetere il colpaccio della Alpujarra. Tuttavia – come accade di tanto in tanto, specie nelle ultime stagioni – i fuggitivi hanno adottato la strategia di tenere un’andatura moderata nella prima fase della loro azione, confidando nel fatto che anche il plotone alle loro spalle faccia lo stesso per evitare di riprenderli troppo presto, favorendo così nuovi attacchi, per poi dare tutto nel finale. Infatti, i battistrada potevano ancora contare su 2′ di margine a 20 km dal traguardo e se non fosse stato per la Lampre-Merida di Ariel Richeze, per la Trek di Danny Van Poppel e per la Bmc di Jean-Pierre Drucker, che a un certo punto si sono decise a collaborare con la Giant-Alpecin di John Degenkolb che fin dall’inizio aveva condotto l’inseguimento mentre naturalmente l’Astana aveva lasciato fare, i cinque atleti al comando si sarebbero certamente giocati il successo, invece di essere riassorbiti a soli 350 metri dal traguardo, in pieno rettilineo finale, con Bouet e Venter che sono stati gli ultimi ad arrendersi.
Ne è venuta fuori una volata piuttosto confusa, come tutte quelle di questa Vuelta in cui non vi è una formazione in grado di organizzare un vero e proprio treno superiore agli altri. Tom Van Asbroeck (Lotto-Jumbo), supportato da Dennis Van Winden, è stato il primo a lanciarsi, venendo però affiancato e superato da Daryl Impey (Orica-GreenEdge) e Van Poppel, che si sono mantenuti sulla stessa linea finchè negli ultimi metri il 22enne figlio e fratello d’arte olandese, che non si era mai visto davanti nelle giornate precedenti anche per via di percorsi non adatti alle sue caratteristiche, non ha fatto valere la sua maggiore velocità di punta rispetto al sudafricano andando a conquistare il quarto successo stagionale dopo una tappa alla Tre Giorni delle Fiandre Occidentali e due al recente Giro di Vallonia. Sul gradino più basso del podio è salito Tosh Van Der Sande (Lotto-Belisol) davanti a Nikolas Maes (Etixx-QuickStep), a Degenkolb – che era probabilmente in assoluto il più forte ma è rimasto chiuso nelle fasi decisive – a Drucker, a Van Asbroeck e a Kristian Sbaragli (Mtn-Qhubeka), che non è riuscito a ripetere quanto fatto a Castellón ma ha comunque collezionato l’ennesimo piazzamento da top ten. La classifica generale è rimasta immutata, con Aru sempre in vetta con 27” su Joaquim Rodríguez (Katusha) e 30” su Tom Dumoulin (Giant-Alpecin) ,e dovrebbe rimanere tale anche al termine della 13a tappa, 178 km da Calatayud a Tarazona. Si tratta comunque di una frazione più complicata di quella di Lleida in virtù delle ascese di Alto Collado de Oseja, dell’impegnativo – ancorchè lontano dal traguardo – Alto de Beratón e dell’Alto del Moncayo e di un finale nervoso che presenta uno strappo tra i -2 e i -1 dal traguardo. Per tutto questo una fuga da lontano con i battistrada che vanno a giocarsi il successo sembra più probabile di un nuovo arrivo a ranghi compatti.
Marco Salonna
ORDINE D’ARRIVO
1 Danny Van Poppel (Ned) Trek Factory Racing 4:02:11
2 Daryl Impey (RSA) Orica GreenEdge
3 Tosh Van Der Sande (Bel) Lotto Soudal
4 Nikolas Maes (Bel) Etixx – Quick-Step
5 John Degenkolb (Ger) Team Giant-Alpecin
6 Jean-Pierre Drucker (Lux) BMC Racing Team
7 Tom Van Asbroeck (Bel) Team LottoNL-Jumbo
8 Kristian Sbaragli (Ita) MTN – Qhubeka
9 Jose Joaquin Rojas (Spa) Movistar Team
10 Leonardo Duque (Col) Colombia
11 Julien Simon (Fra) Cofidis, Solutions Credits
12 Maximiliano Richeze (Arg) Lampre-Merida
13 Carlos Barbero Cuesta (Spa) Caja Rural-Seguros RGA
14 Vicente Reynes (Spa) IAM Cycling
15 Niki Terpstra (Ned) Etixx – Quick-Step
16 Mickael Delage (Fra) FDJ.fr
17 Jens Keukeleire (Bel) Orica GreenEdge
18 Jimmy Engoulvent (Fra) Team Europcar
19 Gediminas Bagdonas (Ltu) AG2R La Mondiale
20 Joaquim Rodriguez (Spa) Team Katusha
21 Eduard Vorganov (Rus) Team Katusha
22 Tom Dumoulin (Ned) Team Giant-Alpecin
23 Daniel Moreno Fernandez (Spa) Team Katusha
24 Dennis Van Winden (Ned) Team LottoNL-Jumbo
25 Mike Teunissen (Ned) Team LottoNL-Jumbo
26 Pavel Brutt (Rus) Tinkoff-Saxo
27 Jasper De Buyst (Bel) Lotto Soudal
28 Rafal Majka (Pol) Tinkoff-Saxo
29 Geraint Thomas (GBr) Team Sky
30 Tony Hurel (Fra) Team Europcar
31 Mikel Nieve (Spa) Team Sky
32 Luis Mas (Spa) Caja Rural-Seguros RGA
33 Francisco Ventoso (Spa) Movistar Team
34 Alejandro Valverde (Spa) Movistar Team
35 Luis Leon Sanchez (Spa) Astana Pro Team
36 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team
37 Esteban Chaves (Col) Orica GreenEdge
38 Damien Howson (Aus) Orica GreenEdge
39 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale
40 Adam Hansen (Aus) Lotto Soudal
41 Luka Mezgec (Slo) Team Giant-Alpecin
42 Andre Cardoso (Por) Cannondale-Garmin Pro Cycling Team
43 Louis Meintjes (RSA) MTN – Qhubeka
44 Bart De Clercq (Bel) Lotto Soudal
45 Romain Sicard (Fra) Team Europcar
46 Diego Rosa (Ita) Astana Pro Team
47 José Gonçalves (Por) Caja Rural-Seguros RGA
48 Andrey Zeits (Kaz) Astana Pro Team
49 Koen De Kort (Ned) Team Giant-Alpecin
50 Angel Madrazo Ruiz (Spa) Caja Rural-Seguros RGA
CLASSIFICA GENERALE
1 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team 47:14:30
2 Joaquim Rodriguez (Spa) Team Katusha 0:00:27
3 Tom Dumoulin (Ned) Team Giant-Alpecin 0:00:30
4 Rafal Majka (Pol) Tinkoff-Saxo 0:01:28
5 Esteban Chaves (Col) Orica GreenEdge 0:01:29
6 Alejandro Valverde (Spa) Movistar Team 0:01:52
7 Daniel Moreno Fernandez (Spa) Team Katusha 0:01:54
8 Mikel Nieve (Spa) Team Sky 0:01:58
9 Nairo Quintana (Col) Movistar Team 0:03:07
10 Louis Meintjes (RSA) MTN – Qhubeka 0:04:15
11 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale 0:05:19
12 Romain Sicard (Fra) Team Europcar 0:06:41
13 Gianluca Brambilla (Ita) Etixx – Quick-Step 0:06:42
14 Fabrice Jeandesboz (Fra) Team Europcar 0:07:29
15 Bart De Clercq (Bel) Lotto Soudal 0:09:50
16 Andre Cardoso (Por) Cannondale-Garmin Pro Cycling Team 0:10:19
17 Stéphane Rossetto (Fra) Cofidis, Solutions Credits 0:10:49
18 Samuel Sanchez (Spa) BMC Racing Team 0:11:07
19 Kenny Elissonde (Fra) FDJ.fr 0:11:34
20 Daniel Navarro (Spa) Cofidis, Solutions Credits 0:12:04
21 Nicolas Roche (Irl) Team Sky 0:13:30
22 David Arroyo (Spa) Caja Rural-Seguros RGA 0:15:56
23 Maxime Bouet (Fra) Etixx – Quick-Step 0:20:42
24 Frank Schleck (Lux) Trek Factory Racing 0:22:07
25 Diego Rosa (Ita) Astana Pro Team 0:22:08
26 Mikel Landa Meana (Spa) Astana Pro Team 0:23:47
27 George Bennett (NZl) Team LottoNL-Jumbo 0:25:05
28 Sergio Luis Henao (Col) Team Sky 0:25:51
29 Giovanni Visconti (Ita) Movistar Team 0:26:10
30 Haimar Zubeldia (Spa) Trek Factory Racing 0:27:28
31 Alberto Losada Alguacil (Spa) Team Katusha 0:28:28
32 Maxime Monfort (Bel) Lotto Soudal 0:28:58
33 Luis Leon Sanchez (Spa) Astana Pro Team 0:29:37
34 José Gonçalves (Por) Caja Rural-Seguros RGA 0:33:21
35 Rodolfo Torres (Col) Colombia 0:33:22
36 Nelson Oliveira (Por) Lampre-Merida 0:33:24
37 Jerome Coppel (Fra) IAM Cycling 0:37:30
38 Riccardo Zoidl (Aut) Trek Factory Racing 0:40:06
39 Darwin Atapuma Hurtado (Col) BMC Racing Team 0:46:22
40 Lawson Craddock (USA) Team Giant-Alpecin 0:49:59
41 Carlos Verona Quintanilla (Spa) Etixx – Quick-Step 0:50:56
42 Andrey Amador (CRc) Movistar Team 0:51:28
43 Tosh Van Der Sande (Bel) Lotto Soudal 0:51:44
44 Ricardo Vilela (Por) Caja Rural-Seguros RGA 0:52:53
45 Jurgen Van Den Broeck (Bel) Lotto Soudal 0:54:36
46 Joseph Lloyd Dombrowski (USA) Cannondale-Garmin Pro Cycling Team 0:55:04
47 Tiago Machado (Por) Team Katusha 0:56:48
48 Sylvain Chavanel (Fra) IAM Cycling 0:57:20
49 Eduard Vorganov (Rus) Team Katusha 0:58:17
50 Pawel Poljanski (Pol) Tinkoff-Saxo 0:58:19

Velocista come il padre Jean-Paul, Danny Van Poppel ottiene la sua prima affermazioni in un grande giro sul traguardo di Lleida della Vuelta 2015 (foto Bettini)
03-09-2015
settembre 3, 2015 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
VUELTA A ESPAÑA
L’olandese Danny van Poppel (Trek Factory Racing) si è imposto nella dodicesima tappa, Escaldes-Engordany (Andorra) – Lleida, percorrendo 173 Km in 4h02′11″, alla media di 42.860 Km/h. Ha preceduto allo sprint il sudafricano Impey e il belga Van der Sande. Miglior italiano Kristian Sbaragli (MTN – Qhubeka). L’italiano Fabio Aru (Astana Pro Team) è ancora maglia rossa con 27″ sullo spagnolo Rodríguez Oliver e 30″ sull’olandese Dumoulin.
TOUR OF BULGARIA
Il serbo Ivan Stevic (Nankang – Dynatek) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Sliven – Veliko Trnovo, percorrendo 118 Km in 2h34′52″, alla media di 45.717 Km/h. Ha preceduto allo sprint il bielorusso Papok e l’ucraino Buts. Il bulgaro Stefan Koychev Hristov si impone in classifica con 1′15″ sul kazako Zemlyakov e 1′30″ sullo slovacco Tybor
TOUR OF ALBERTA (Canada)
L’australiano Michael Matthews (Orica GreenEDGE) si è imposto nella seconda tappa, circuito di Grande Prairie, percorrendo 171.6 Km in 4h10′19″, alla media di 41.132 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Arndt e il russo Tsatevich. Miglior italiano Marco Coledan (Trek Factory Racing), 12°. Matthews è il nuovo leader della classifica con 10″ su Coledan e sul canadese Meier
FESTA ASTANA AD ANDORRA: TAPPA A LANDA, ROJA AD ARU
Il secondo e il terzo del Giro d’Italia tornano protagonisti nella tappa regina della Vuelta: il basco si impone a Cortals d’Encamp al termine di una lunghissima fuga, il sardo stacca tutti gli uomini di classifica sulla salita finale e si issa in vetta alla generale. Distacchi pesantissimi per Froome e Quintana. La nuova generale vede Aru in testa con 27’’ su Rodriguez e 30’’ su Dumoulin, ancora pienamente in corsa.
Malgrado oltre 90 km di andatura quasi cicloturistica, il temuto tappone andorrano ha assolto il suo compito: la classifica generale, ancora cortissima alla partenza, ha finalmente assunto una fisionomia chiara, e Tom Dumoulin si è finalmente mostrato umano, pur limitando abbastanza i danni da continuare a spaventare in vista della cronometro di Burgos. Ai 2100 metri di Cortals d’Encamp, l’olandese si è visto sfilare per la seconda volta la maglia rossa, questa volta per mano di Fabio Aru. Per la sesta volta negli ultimi due anni, tra Giro e Vuelta, il sardo ha saputo staccare nel finale tutti gli uomini di classifica; e se nelle precedenti occasioni c’era sempre stato chi aveva ipotizzato (a volte a ragione) che a favorirlo fosse stato il marcamento tra gli altri favoriti, questa volta nessuno potrà negare che si sia tratto di una mera questione di gambe.
Sarebbe stata per Aru la terza vittoria in carriera alla Vuelta, non fosse stato per Mikel Landa, compagno di squadra mandato in avanscoperta forse con funzione di testa di ponte, ma capace di resistere al ritorno del capitano sull’ascesa finale, unico fra i diciannove coraggiosi della prima ora (con lui Fraile, Sicard, Oliveira, Atapuma, Coppel, Poljanski, Moreno, Montaguti, Boswell, Losada, Plaza, Howson, Hardy, Verona, Erviti, Bennett, Gonçalves e Cherel). Quando il capitano è rimasto solo, a 6 km dall’arrivo, la logica di squadra avrebbe voluto uno stop all’azione del basco, ma è plausibile che, dopo il precedente del Giro d’Italia, in ammiraglia sia mancato il coraggio di imporre di nuovo un simile ordine di scuderia.
Le intenzioni bellicose della formazione kazaka sono risultate evidenti sin dalle battute iniziali, quando sulla Collada de Beixalis, prima delle sei asperità in programma, un trenino azzurro ha scremato il gruppo ad una quarantina di unità, forse istigato anche dalla notizia della caduta di Chris Froome dopo pochi chilometri. Dopo il rientro del britannico, sulle prime rampe del Coll d’Ordino, la Astana ha tuttavia ceduto il comando delle operazioni al Team Sky, che per due colli e mezzo si è accontentata del passo imposto da Christian Knees.
Si è dovuta attendere la metà della quarta e più dura ascesa, il Coll de la Gallina, perché a qualcuno sorgesse il dubbio che l’andatura eccessivamente conservativa del trenino nero servisse a mascherare le difficoltà del leader; e quando gli Astana sono tornati a dettare il ritmo, sono bastate quattro pedalate al traino di Dario Cataldo perché il re del Tour si arrendesse.
Sbarazzatisi del pericolo britannico, gli uomini di Aru non si sono fermati, insistendo con un ritmo che ha scremato a sole diciotto unità un gruppo pressoché intatto appena pochi chilometri prima. Il primo attacco eccellente, però, è arrivato soltanto nella successiva discesa, quando a muoversi sono stati Valverde e Rodriguez, che questa tappa l’ha sostanzialmente disegnata, in compagnia di Dani Moreno. I tre sono stati attesi da Losada ed Erviti, ancora poco più avanti, ma ancora l’infaticabile Cataldo ha provveduto a riportare sotto Aru ai piedi dell’Alto de la Comella, penultima scalata. Dumoulin, Chaves, Pozzovivo e Nieve, rimasti ancora più indietro in discesa, hanno invece dovuto penare qualche chilometro in più, completando il ricongiungimento soltanto dopo metà salita.
Mentre Froome pagava ormai cinque minuti, una quindicina di corridori si sono così ritrovati insieme ai piedi della salita finale, staccati di due minuti circa da Landa, sbarazzatosi dei compagni di viaggio sulle prime rampe. Più o meno nello stesso punto si è mosso allora Aru, il cui primo affondo è già servito a mettere a nudo le prevedibili difficoltà di Dumoulin e Chaves, 1° e 3° della generale, quelle meno preventivate di Valverde, e quelle del tutto inattese di Nairo Quintana. I soli Moreno e Rodriguez hanno retto l’urto, approfittando per qualche centinaio di metri del traino del sardo, prima che Purito spedisse il suo uomo di fiducia a scandire il passo.
Mentre riprendeva fiato alle spalle dei due spagnoli, Aru ha così avuto modo di perdere non il margine acquisito nei confronti dei più immediati inseguitori, in breve ridottisi ai soli Majka e Nieve, capaci di staccare a loro volta Valverde prima e Quintana poi, risucchiati dal gruppo maglia rossa. A 6 km circa dal termine, quindi, è stata la volta del secondo ed ultimo scatto, sapientemente perso dalla solita regia spagnola: il duo Katusha non ha saputo replicare, senza poi riuscire a riacciuffare la sagoma azzurra se non dopo il traguardo.
Il divario tra Landa e Aru è andato via via assottigliandosi, ma mai in misura tale da far pensare ad un ricongiungimento, preso atto che il basco non aveva alcuna intenzione di attendere il capitano. Sul traguardo, il gap si è assestato a 1’22’’: appena una quarantina di secondi in meno rispetto ad inizio salita, a testimonianza della giornata di grazia di Landa.
Mentre Aru allungava sugli inseguitori e saltava via via gli altri superstiti della fuga, il solo timore era che Purito, che meglio di tutti conosce i colli andorrani, stesse tenendo per il finale qualche cartuccia: ipotesi apparsa sempre meno plausibile con il passare dei chilometri, e definitivamente fugata dalla difficoltà di Rodriguez nel tenere la ruota del compagno all’ultimo chilometro. Moreno è così andato a cogliere il quarto posto – alle spalle anche dell’ottimo Boswell, altro fuggitivo -, a 1’57’’ dal vincitore, con Purito quinto a 1’59’’. Majka e Nieve sono quasi tornati sulla coppia nel finale, chiudendo a 2’10’’. Dumoulin, ancora una volta abile a non cadere nella tentazione di rispondere agli scatti più secchi, ha contenuto il passivo al di là di ogni possibile previsione pre-Vuelta, tagliando il traguardo a 2’59’’, preceduto da Chaves, ma davanti di pochi secondi a Valverde (3’04’’). Per Quintana, invece, è arrivata la più inopinata delle crisi: 4’19’’ il suo ritardo, al termine della frazione che sulla carta doveva essere più di ogni altra cucita sulle sue caratteristiche.
Dopo aver provato – sia pur per un solo giorno – l’ebbrezza della maglia rosa, Aru può ora assaporare anche quella della roja, alla luce di una generale che lo vede ora leader con 27’’ su Purito e 30’’ su Dumoulin. Majka è quarto a 1’28’’, davanti a Chaves ad un solo secondo. Seguono Valverde (1’52’’), Moreno (1’54’’) e Nieve (1’58’’), mentre per trovare finalmente Quintana bisogna scendere fino al 9° posto e ai suoi 3’04’’ di distacco. Volendo concedere al colombiano ancora qualche chance, la rosa dei pretendenti al podio si ferma qui, visto che il 10°, Meintjes è già ad oltre quattro minuti, a sua volta con un primo di margine su Pozzovivo, 11°. Froome, giunto a 8’41’’ da Landa, è ora 16°, a 7’30’’.
A guastare una giornata nel complesso spettacolare, sia pur solo per l’ultima ora e mezzo, ha provveduto la notizia dell’ennesimo incidente fra moto e corridore. Il malcapitato è stato questa volta Sergio Paulinho, il cui incontro troppo ravvicinato con una moto della TVE si è risolto in 17 punti di sutura, con annessa visita in ospedale, oltre all’inevitabile ritiro. Oleg Tinkov, di suo poco incline alla pacatezza e molto portato ai cinguettii polemici (durante la tappa aveva già punzecchiato più volte Froome e il Team Sky), nonché già scottato dal caso Sagan e in perenne contenzioso con Aso per la questione dei diritti televisivi, ha prontamente minacciato il ritiro in blocco della squadra dalla Vuelta e il boicottaggio di tutte le gare ASO (tra cui il Tour). Resteranno probabilmente sparate senza seguito, ma Mauro Vegni potrebbe aver già drizzato le orecchie.
Matteo Novarini
ORDINE D’ARRIVO
1 Mikel Landa Meana (Spa) Astana Pro Team 4:34:54
2 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team 0:01:22
3 Ian Boswell (USA) Team Sky 0:01:40
4 Daniel Moreno Fernandez (Spa) Team Katusha 0:01:57
5 Joaquim Rodriguez (Spa) Team Katusha 0:01:59
6 Rafal Majka (Pol) Tinkoff-Saxo 0:02:10
7 Mikel Nieve (Spa) Team Sky
8 Esteban Chaves (Col) Orica GreenEdge 0:02:59
9 Tom Dumoulin (Ned) Team Giant-Alpecin
10 Diego Rosa (Ita) Astana Pro Team 0:03:02
11 Nelson Oliveira (Por) Lampre-Merida 0:03:04
12 Alejandro Valverde (Spa) Movistar Team
13 Rodolfo Torres (Col) Colombia 0:04:19
14 Nairo Quintana (Col) Movistar Team
15 Joseph Lloyd Dombrowski (USA) Cannondale-Garmin Pro Cycling Team
16 Darwin Atapuma Hurtado (Col) BMC Racing Team
17 Louis Meintjes (RSA) MTN – Qhubeka
18 Romain Sicard (Fra) Team Europcar 0:04:25
19 Fabrice Jeandesboz (Fra) Team Europcar 0:04:32
20 Gianluca Brambilla (Ita) Etixx – Quick-Step 0:05:25
21 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale 0:05:56
22 Frank Schleck (Lux) Trek Factory Racing 0:06:40
23 Giovanni Visconti (Ita) Movistar Team 0:07:18
24 Stéphane Rossetto (Fra) Cofidis, Solutions Credits
25 Kenny Elissonde (Fra) FDJ.fr
26 Bart De Clercq (Bel) Lotto Soudal 0:07:51
27 David Arroyo (Spa) Caja Rural-Seguros RGA 0:07:58
28 Larry Warbasse (USA) IAM Cycling
29 Maxime Monfort (Bel) Lotto Soudal 0:08:03
30 Andre Cardoso (Por) Cannondale-Garmin Pro Cycling Team 0:08:05
31 Angel Madrazo Ruiz (Spa) Caja Rural-Seguros RGA 0:08:27
32 Christopher Froome (GBr) Team Sky 0:08:41
33 Yohan Bagot (Fra) Cofidis, Solutions Credits 0:09:18
34 Pawel Poljanski (Pol) Tinkoff-Saxo 0:09:23
35 Daniel Navarro (Spa) Cofidis, Solutions Credits 0:09:26
36 Maxime Bouet (Fra) Etixx – Quick-Step
37 Samuel Sanchez (Spa) BMC Racing Team 0:09:32
38 Jay McCarthy (Aus) Tinkoff-Saxo 0:10:24
39 Ricardo Vilela (Por) Caja Rural-Seguros RGA 0:11:29
40 Arnaud Courteille (Fra) FDJ.fr 0:11:55
41 Jerome Coppel (Fra) IAM Cycling
42 Alex Cano (Col) Colombia 0:12:07
43 Andrey Zeits (Kaz) Astana Pro Team 0:12:09
44 Luis Leon Sanchez (Spa) Astana Pro Team
45 Pierre Rolland (Fra) Team Europcar 0:13:11
46 Benjamin King (USA) Cannondale-Garmin Pro Cycling Team 0:13:22
47 George Bennett (NZl) Team LottoNL-Jumbo
48 Alberto Losada Alguacil (Spa) Team Katusha 0:13:41
49 Jelle Vanendert (Bel) Lotto Soudal 0:13:57
50 Vasil Kiryienka (Blr) Team Sky 0:14:17
CLASSIFICA GENERALE
1 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team 43:12:19
2 Joaquim Rodriguez (Spa) Team Katusha 0:00:27
3 Tom Dumoulin (Ned) Team Giant-Alpecin 0:00:30
4 Rafal Majka (Pol) Tinkoff-Saxo 0:01:28
5 Esteban Chaves (Col) Orica GreenEdge 0:01:29
6 Alejandro Valverde (Spa) Movistar Team 0:01:52
7 Daniel Moreno Fernandez (Spa) Team Katusha 0:01:54
8 Mikel Nieve (Spa) Team Sky 0:01:58
9 Nairo Quintana (Col) Movistar Team 0:03:07
10 Louis Meintjes (RSA) MTN – Qhubeka 0:04:15
11 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale 0:05:19
12 Romain Sicard (Fra) Team Europcar 0:06:41
13 Gianluca Brambilla (Ita) Etixx – Quick-Step 0:06:42
14 Fabrice Jeandesboz (Fra) Team Europcar 0:07:29
15 Christopher Froome (GBr) Team Sky 0:07:30
16 Bart De Clercq (Bel) Lotto Soudal 0:09:50
17 Andre Cardoso (Por) Cannondale-Garmin Pro Cycling Team 0:10:19
18 Stéphane Rossetto (Fra) Cofidis, Solutions Credits 0:10:49
19 Samuel Sanchez (Spa) BMC Racing Team 0:11:07
20 Kenny Elissonde (Fra) FDJ.fr 0:11:34
21 Daniel Navarro (Spa) Cofidis, Solutions Credits 0:12:04
22 Nicolas Roche (Irl) Team Sky 0:13:03
23 David Arroyo (Spa) Caja Rural-Seguros RGA 0:15:56
24 Maxime Bouet (Fra) Etixx – Quick-Step 0:20:44
25 Frank Schleck (Lux) Trek Factory Racing 0:22:07
26 Diego Rosa (Ita) Astana Pro Team 0:22:08
27 Mikel Landa Meana (Spa) Astana Pro Team 0:23:47
28 George Bennett (NZl) Team LottoNL-Jumbo 0:25:05
29 Sergio Luis Henao (Col) Team Sky 0:25:51
30 Giovanni Visconti (Ita) Movistar Team 0:26:10
31 Haimar Zubeldia (Spa) Trek Factory Racing 0:27:28
32 Alberto Losada Alguacil (Spa) Team Katusha 0:28:28
33 Maxime Monfort (Bel) Lotto Soudal 0:28:58
34 Luis Leon Sanchez (Spa) Astana Pro Team 0:29:37
35 Rodolfo Torres (Col) Colombia 0:32:55
36 José Gonçalves (Por) Caja Rural-Seguros RGA 0:33:21
37 Nelson Oliveira (Por) Lampre-Merida 0:33:24
38 Jerome Coppel (Fra) IAM Cycling 0:36:30
39 Riccardo Zoidl (Aut) Trek Factory Racing 0:39:06
40 Darwin Atapuma Hurtado (Col) BMC Racing Team 0:46:22
41 Lawson Craddock (USA) Team Giant-Alpecin 0:49:27
42 Andrey Amador (CRc) Movistar Team 0:51:28
43 Ricardo Vilela (Por) Caja Rural-Seguros RGA 0:52:26
44 Joseph Lloyd Dombrowski (USA) Cannondale-Garmin Pro Cycling Team 0:54:44
45 Tiago Machado (Por) Team Katusha 0:56:48
46 Pawel Poljanski (Pol) Tinkoff-Saxo 0:58:19
47 Pierre Rolland (Fra) Team Europcar 1:01:10
48 Larry Warbasse (USA) IAM Cycling 1:01:50
49 Ruben Plaza Molina (Spa) Lampre-Merida 1:03:42
50 Mikael Cherel (Fra) AG2R La Mondiale 1:04:03

Mikel Landa completa la sua impresa (foto Tim de Waele/TDWSport.com)