VUELTA A ESPAÑA 2015 – LA “TERCERA SEMANA”
settembre 5, 2015
Categoria: Approfondimenti
E’ l’ultima settimana di corsa, quella che deciderà l’edizione n° 70 della Vuelta. Due i fronti di battaglia, a partire dal trittico di dure frazioni di montagna che, all’inizio della settimana conclusiva, si disputeranno tra Cantabria e Asturie, da sempre “fucina” di salite estreme. Subito dopo arriverà la crono e, se tutto ciò non dovesse bastare, ecco il secondo fronte, costituito dalle tappe piazzate a ridosso dell’epilogo madrileno, decisamente meno dure ma che, se la classica fosse ancora aperta, renderanno la corsa accesa fino all’ultimo palpito
14a TAPPA: VITORIA – ALTO CAMPOO (FUENTE DEL CHIVO) (215 Km)
La terza e ultima settimana di gara debutta con tre frazioni consecutive di montagna, probabilmente le ultime nelle quali gli scalatori avranno chanches a loro disposizione poiché il trittico posto a ridosso della conclusione madrilena non sembra particolarmente adatto alla selezione, sempre che all’indomani di questa tre giorni e della crono di Burgos la classifica sia ancora aperta. Si comincerà con il meno inedito degli 8 arrivi in salita inediti previsti in questa edizione, poiché in passato la stazione invernale di Alto Campoo, sulle montagne della Cantabria, ha già accolto in tre occasioni la Vuelta, l’ultima nel 1993. Trascorsi 22 anni e completatamente cambiati i componenti del “peloton”, si potrà dunque – per i corridori del giorno d’oggi – considerare una novità quest’ascesa che, quest’anno, presenterà comunque un tratto nuovo, poiché, giunti nel luogo dove si conclusero le precedenti tappe, si dovrà affrontare un tratto mai percorso prima, asfaltato da non molti anni e che consentirà di giungere sino al piazzale panoramico della Fuente del Chivo, a quasi 2000 metri di quota. Lassù ci sarà il capolinea di una salita interminabile (sono 18 Km spaccati, seconda ascesa più lunga di questa edizione dopo quella dell’Alpujarra), anche se pedalabile per gran parte del suo sviluppo, fino al tradizionale traguardo dell’Alto Campoo. È proprio nel tratto più “recente” dell’ascesa che si registrano le pendenze più importanti, non rilevantissime (media del 6.9% e massima del 15.7% negli ultimi 5 Km) ma che potrebbero rivelarsi selettive alla luce sia della lunghezza complessiva dell’ascesa finale, sia di quella della tappa che, con i suoi 215 Km, rappresenta il “non plus ultra” della Vuelta 2015. Da segnalare che lungo la marcia d’avvicinamento all’Alto Campoo si affronteranno due GPM intermedi collocati abbastanza distanti dall’ascesa finale, ma il secondo di questi – il Puerto del Escudo, a 56 Km dall’arrivo – presenta pendenze che potrebbero rimanere nelle gambe se affrontate a gran velocità (ufficialmente sono 11.5 Km al 6.4%, ma la salita effettiva è di 7 Km all’8.9%)
15a TAPPA: COMILLAS – SOTRES (CABRALES) (175.8 Km)
Il quindicesimo giorno della Vuelta proporrà una tappa costruita su di una struttura abbastanza simile a quella precedente. Ci sarà, dunque, un arrivo in salita “faro” che, come quello dell’Alto Campoo, svetterà al termine di una frazione per il resto caratterizzata solo da salite di “passaggio” piazzate lontane dell’arrivo. La grande differenza con la tappa disputata ventiquattrore prima sarà rappresentata proprio dall’ascesa finale, notevolmente più impegnativa rispetto a quella percorsa per giungere a Fuente del Chivo. Più breve di questa (sono 12.7 Km), sarà caratterizzata da una pendenza media più elevata (7.9%) e riserverà i passaggi più ardui negli ultimi 2 Km quando, attraversato il piccolo centro “titolare” della tappa, frazione del comune asturiano di Cabrales, si dovrà salire verso gli alpeggi soprastanti – luogo di produzione del “queso de Cabrales”, formaggio simile al nostro Gorgonzola – incontrando le inclinazioni più elevate della giornata: gli ultimi 1000 metri saliranno, infatti, al 13% medio, raggiungendo un picco massimo del 21%. E’ probabile che gli uomini di classifica attendano gli ultimi chilometri di questa frazione per piazzare i loro attacchi, anche per non sprecare troppe energie in vista del tappone previsto l’indomani, il più duro della Vuelta 2015 dopo quello andorrano.
16a TAPPA: LUARCA – ERMITA DE ALBA (QUIRÓS) (185 Km)
Le Asturie non si smentiscono mai. Ciclisticamente, oltre che gli stupendi panorami che offrono, sono conosciute per la durezza di alcune delle salite del principato, asperità che la Vuelta ha già ampiamente “indagato” in passato, dal tradizionale approdo ai Laghi di Covadonga al tremendo Angliru, da sempre considerato il Mortirolo spagnolo. Sempre alla ricerca di nuove e più ardue ascese, stavolta gli organizzatori della Vuelta sono andati a stanare nei meandri del principato l’Ermita de Alba, una sorta di “mini Zoncolan” iberico che sarà proposto come traguardo della 16a frazione, secondo e ultimo tappone dopo quello andorrano, rispetto al quale ci sarà da fare i conti con un chilometraggio maggiore (185 contro 138) e un numero di salite più alto (7 contro 6), mentre il dislivello complessivo sarà più basso di circa 600 metri (3770 contro 4358). Come nella frazione vinta da Mikel Landa e che ha permesso a Fabio Aru di conquistare la maglia “roja” di leader della classifica, si comincerà a salire fin dalla partenza – essendo il primo GPM, l’Alto De Aristébano, lungo 14 Km e collocato esattamente a 14 Km dal via – ma poi le successive ascese saranno collocate ben distanziate le une dalle altre fino agli ultimi 44 Km, nei quali saranno concentrate le ultime tre salite, le più rilevanti. A dire il vero, presenta ancora pendenze abbastanza accessibili la prima di queste – l’Alto del Cordal (8,5 Km al 5,7%), tradizionalmente affrontata nelle frazioni con arrivo sul vicino Angliru – ma la mancanza di tratti di respiro da qui all’arrivo di certo la farà affrontare con piglio deciso da chi vorrà rendere la corsa dura. Più impegnativi sono i successivi 9,8 Km all’8,7% dell’Alto de la Cobertoria, valico che la Vuelta ha scoperto nel 1988 e finora proposto in nove occasioni, tra le quale c’è anche un arrivo di tappa in vetta (nel 2006, vinse Alexandre Vinokourov). Arriverà quindi la tremenda verticale finale, che abbiamo paragonato allo Zoncolan per via delle pendenze molto simili a quella del versante di Ovaro del monte friulano (11,1% di media per l’ascesa spagnola, 11,5% per lo Zoncolan; in entrambi i casi si sfiora il 22% come inclinazione massima) mentre questa “parete” sarà più breve (6,8 Km contro 10,5 Km)
17a TAPPA: CIRCUITO DI BURGOS (cronometro individuale – 38.7 Km)
Dopo il secondo e ultimo giorno di riposo, necessario per smaltire le fatiche del trittico cantabrico-asturiano, arriva un’altra delle tappe “forti” dell’edizione 2015, la cronometro di Burgos, trovatasi a rivestire il ruolo di unica frazione contro il tempo dopo l’annullamento, anche se solo ai fini della classifica generale, della cronosquadre del primo giorno a Marbella. Il percorso disegnato sull’altopiano circostante l’antica capitale della Castiglia si annuncia decisamente filante, con le alte velocità favorite sia dalla quota alla quale si gareggerà (partenza e arrivo saranno collocate a 860 metri d’altezza), sia dal tracciato prevalentemente pianeggiante e poco tortuoso, soprattutto nella prima metà del circuito. Il finale, invece, sarà lievemente più impegnativo, per la presenza più ravvicinata di curve e dell’unica difficoltà altimetrica prevista, la facilissima e breve ascesa verso il castello di Burgos, passaggio quasi irrinunciabile delle corse ciclistiche di stanza nella cittadina spagnola, inserito a circa 4 Km dal traguardo, previsto a fianco della cattedrale gotica di Santa Maria, una delle più spettacolari della Spagna.
18a TAPPA: ROA – RIAZA (204 Km)
E’ il primo atto del secondo e ultimo trittico montano della Vuelta, una tre giorni sulla quale pesa l’incognita della situazione in classifica all’uscita dalla cronometro di Burgos e dalle precedenti, durissime frazioni. Se, a questo punto, la maglia “roja” si troverà saldamente sulle spalle del capoclassifica queste tre tappe costituiranno altrettante occasioni d’oro per i cacciatori di successi parziali, che avranno campo libero anche perché nessuno di questi percorsi sono alla portata dei velocisti e, dunque, non ci sarà in corsa la “regia” delle loro formazioni. Se, al contrario, la lotta al vertice sarà ancora apertissima anche queste tappe, nonostante siano tutte caratterizzate da ascese pedalabili, potrebbero rivelarsi decisive, tenendo conto del fatto che siamo all’ultima settimana di gara e qualcuno potrebbe accusare un passaggio a vuoto, magari se messo sotto stress a puntino. Questo discorso vale, in particolare, per l’ultima di queste tre tappe – quella collocata a ventiquattrore dalla conclusione madrilena – mentre le prime due sono, sulla carta, prive di particolari insidie anche se, per la collocazione delle ascese nel finale, dovranno comunque essere affrontate con attenzione. La Roa-Riaza ne proporrà tre, due di terza categoria da superare nella prima metà del tracciato e, infine, il Puerto de la Quesera, classificato di 1a categoria più che altro per la sua collocazione nel finale dell’ultima delle quattro frazioni nelle quali si supereranno i 200 Km di gara. La salita in sé, infatti, è pedalabile, visto che nei suoi 10 Km di lunghezza – questi sì che potrebbero rimanere nelle gambe in fin di Vuelta – si dovranno superare 520 metri di dislivello, pari a una pendenza media del 5,2% appena, mentre la massima non andrà oltre il 7%. Chi avrà la sventura di staccarsi lassù, però, difficilmente potrebbe riuscire a riagganciarsi alla testa della corsa, poiché l’arrivo sarà 13 Km più avanti, esattamente al termine della discesa, e davanti certamente non li aspetterano.
19a TAPPA: MEDINA DEL CAMPO – ÁVILA (185.8 Km)
E’ il “remake”, per usare una terminologia cinematografica, della tappa vista il giorno precedente, poiché i quasi 186 Km che condurranno il gruppo da Medina del Campo ad Ávila, uno dei traguardi più frequentati dalla Vuelta, strutturalmente è simile a quella terminata in quel di Riaza, come quella caratterizzata da un facile gran premio della montagna di passaggio a metà tappa e da una salita più corposa piazzata in vista dell’arrivo. In realtà, il percorso – a un esame più approfondito – appare meno idoneo per un tentativo a sorpresa poiché l’ascesa verso i 1395 metri dell’Alto de la Paramera è più pedalabile di quella della Quesera e, inoltre, i suoi 8,7 Km al 4,5% saranno affrontanti a una ventina di chilometri dal traguardo, 7 in più rispetto a quelli percorsi il giorno prima dopo il GPM. Più difficile, dunque, attenderci qualche sorpresa sulla Paramera e, al massimo, oggi potrebbe andare in scena – sempre che, lo ripetiamo, ci siano le premesse di una lotta di classifica – una sparata di qualche corridore di vertice nel tradizionale epilogo abulense, lo strappo in porfido lungo le spettacolari mura cittadine che termina in vista dell’ultimo chilometro, buono al massimo per intascare qualche secondo, qualcosa in più se si riuscirà a conquistare anche uno dei tre abbuoni in programma.
20a TAPPA: SAN LORENZO DE EL ESCORIAL – CERCEDILLA (175.8 Km)
Alla vigilia della conclusione madrilena ecco l’ultima occasione utile per ribaltare la classifica, sotto la forma di una frazione disegnata sulle alture della Sierra de Guadarrama, attraverso le ultime quattro salite della Vuelta 2015. Nessuna di queste, va rilevato, è dura (la pendenza massima di giornata sarà dell’11,2%, toccata sul Navacerrada) ma, messe in fila, comporranno un’ascesa “globale” di 42 Km, fattore non indifferente al penultimo giorno di una corsa a tappe di tre settimane lunga complessivamente quasi 3.350 Km e, dunque, la possibilità di assistere a improvvisi rovesci in classifica non va considerata del tutto una pia illusione. La tappa scatterà dal celebre monastero dell’Escorial e debutterà con un tratto in linea di una ventina di chilometri in leggera ascesa e, poi, raggiunta la località sede d’arrivo, s’inizierà un atipico circuito di quasi 160 Km, praticamente l’intero sviluppo della tappa, insolito perché per gran parte si snoderà sulla medesima strada – imboccata prima in un senso e poi nell’altro – e proporrà al suo interno un “circuito nel circuito” di una quarantina di chilometri. Subito dopo il primo passaggio da Cercedilla si affronterà l’ascesa al Puerto de Navacerrada (9,4 Km al 6,6%), una delle salite più gettonate dalla Vuelta anche grazie alla vicinanza alla capitale spagnola, in diverse occasioni proposta come traguardo di tappa, al passo o alla soprastante Bola del Mundo. La frazione dovrebbe entrare nel vivo a partire dalla doppia scalata al valico della Morcuera, preso prima dal versante settentrionale (11,5 Km al 5,4%) e poi da quello, più impegnativo, che sale da Miraflores de la Sierra (10.4 Km al 6,6%) e che dopo la prima ascesa era stato percorso in discesa. Si dovrà poi tornare sul Navacerrada transitando per l’ultimo dei 45 GPM della Vuelta 2015, il Puerto de Cotos (11 Km al 5,3%), la cui cima si troverà a 18 Km dall’arrivo e non sarà immediatamente seguita dalla discesa ma da un tratto in quota lungo 6 Km, particolarmente insidioso perché in circostanze simili sugli altipiani che precedono la discesa talvolta capita che si dilatino i distacchi eventualmente accusati in salita.
21a TAPPA: ALCALÁ DE HENARES – MADRID (97.8 Km)
La 70a Vuelta a España si conclude con una facilissima frazione destinata ai velocisti, modellata sull’esempio della tappa conclusiva del Tour, che parte da un centro dell’hinterland parigino e finisce un centinaio di chilometri dopo nel cuore della capitale francese con il tradizionale circuito cittadino, che alla “Grande Boucle” ha il suo terminal sull’Avenue des Champs-Élysées mentre la corsa spagnola posizionerà il suo ultimo palcoscenico in Plaza de Cibeles, all’ombra del Palacio de Comunicaciones, sede del municipio di Madrid. L’ultimo raduno di partenza avverrà nell’antica cittadina universitaria di Alcalá de Henares e, dopo una quarantina di chilometri – decisamente “scarni” altimetricamente, a differenza del Tour che propone sempre qualche salitella anche all’ultimo giorno – i corridori saranno già al traguardo, dove inizieranno la prima delle dieci tornate del circuito finale, anello di 5,8 Km dolcemente movimentato ma che mai ha tradito gli sprinter, nonostante un chilometro finale che tira sempre un pelo.
Mauro Facoltosi

Un cicloturista si accinge ad affrontare l'arcigna ascesa dell'Ermita de Alba, traguardo del tappone asturiano della Vuelta 2015 (www.ciclismoafondo.es)