CABRACADABRA VALVERDE. TRIS E VITTORIA SEMPRE PIU’ VICINA
Il murciano non fa sconti nella seconda tappa della Vuelta a Andalucía e conquista la sua terza vittoria su tre nella breve corsa spagnola con uno scatto bruciante con cui anticipa Luis Leon Sanchez e Navarro. Quarta posizione per Scarponi, primo degli italiani anche in classifica generale (9°). La bagarre si scatena lungo la salita finale al Santuario della Vergine della Sierra di Cabra con il gruppo che raggiunge gli ultimi superstiti della fuga iniziale composta da sette ciclisti. Ci prova la SKY con tutti gli uomini a disposizione per Porte, ma l’australiano dovrà accontentarsi del quinto posto.
La seconda tappa della Vuelta a Andalucía conferma l’ottimo stato di forma di Alejandro Valverde. Il capitano e uomo simbolo della Movistar vince anche oggi dimostrando, dopo prologo a cronometro e arrivo da finisseur nella breve ma ripidissima ascesa nella tappa di ieri, di saperci fare anche in una salita più impegnativa, lunga e dalle pendenze costanti come quella che ha portato al santuario della Vergine della Sierra di Cabra, dove era posto l’arrivo. I 197 km della tappa di oggi hanno ricalcato più o meno fedelmente lo stesso copione già visto in quella di ieri, con un gruppetto di fugaioli agevolmente controllato dalle squadre dei primi in classifica generale. Dopo una quindicina di chilometri riuscivano a staccarsi in sette, Samoilau (CCC), Zeits (Astana), Simón (Ecuador), Irizar (Trek), Geschke (Giant-Shimano), Wellens (Lotto-Belisol) e Zingle (Cofidis). Il massimo vantaggio della fuga si aggirava intorno ai cinque minuti dopo circa 60 km, con il gruppo che iniziava a prendere le misure e dava una prima accelerazione lungo i due GPM di terza categoria dell’Alto de Carcabuey e dell’Alto de Mojon, quando mancavano una novantina di chilometri all’arrivo. Su entrambi i GPM il primo a transitare era Geschke, buon passista tedesco che già si era fatto notare con un nono posto nel prologo iniziale a cronometro. A 50 km dall’arrivo la Movistar decideva di imprimere alla corsa un ritmo più sostenuto, in previsione della bagarre che si sarebbe scatenata sull’ascesa finale. A inizio salita il vantaggio dei sette in testa si era ridotto a soltanto 20 secondi sul gruppo, tirato adesso con decisione anche dalla SKY. Tutti e sette i suoi uomini si mettevano in testa a tirare, in particolare con Wiggins, in versione gregario di lusso per Richie Porte. L’azione della squadra inglese riduceva sensibilmente il gruppo ad una quindicina di unità e Thomas, ai meno due, restava l’ultimo uomo per Porte. Uno sprint ristretto si stagliava all’orizzonte: un invito a nozze per Valverde che, dopo gli ultimi attacchi di Simon e Navarro, si produceva in uno sprint irresistibile sbaragliando la concorrenza. Al secondo posto, a un secondo, si piazzava Luis Leon Sanchez, che ha ritrovato nuovi stimoli alla Caja Rural; terzo posto per Navarro mentre un redivivo Scarponi faceva sua la quarta posizione. Il ciclista dell’Astana è il primo degli italiani in classifica generale, in ottava posizione, poiché purtroppo dobbiamo registrare l’uscita di scena di Davide Rebellin. Valverde, invece, conduce con venti secondi di vantaggio su Richie Porte, mentre L.L. Sanchez è terzo a 22 secondi. Domani la penultima tappa, la Sanlúcar la Mayor – Sevilla di circa 183 km, prevede due facili GPM di terza categoria a metà percorso e si tratterà di una tappa da fughe o da volata di gruppo. Siamo curiosi di vedere, nel secondo caso, se Valverde riuscirà a combinare qualcosa, in una Vuelta a Andalucía che sembra avere quest’anno un unico dominatore.
Giuseppe Scarfone

Un'incontenibile Valverde fa suo anche il tappone del Giro dell'Andalusia (foto Fran Reyes)
C’ERANO UN POLACCO, UN PORTOGHESE E UNO SPAGNOLO….
Prime difficoltà altimetriche, primi scossoni in classifica e primi big che si affacciano alla testa del gruppo. C’erano un polacco, un portoghese e uno spagnolo…non si tratta però di una barzelletta ad esclusivo uso e consumo di bambini in età scolare, si tratta, anche se molto semplificato, dell’ordine d’arrivo della seconda tappa della Volta ao Algarve.
La tappa più lunga della 5 giorni algarviana, come era facilmente ipotizzabile, ha stimolato non poco le ambizioni di chi, per un motivo o per l’altro, è alla ricerca di un risultato di spessore già nella primissime fasi della stagione.
Ma mentre i big o supposti tali non erano ancora entrati in clima gara, al km° 8 in tre escono dal plotone in cerca di fortuna, Arnaud Démare (FDJ.fr), Alexandre Pichot (Europcar) e Florian Senechal (Cofidis). Il loro vantaggio si arricchisce regolarmente, raggiungendo un massimo di 4’02” per poi cominciare a diminuire fino ad estinguersi dopo che la fuga aveva superato i 100 km.
L’avvicinarsi dei GPM di giornata scombussola un po’ le carte nel plotone ormai compatto, i primi delle speciali classifiche dei traguardi volanti e della montagna ingaggiano una lotta finalizzata ad incrementare il loro bottino, favorendo di fatto una fuga di 5 elementi, Mickael Delage (FDJ.fr), Luís Fernandes (OFM-Quinta da Lixa), Luís Afonso (LA Alumínios-Antarte), César Fonte (Rádio Popular) e Valter Pereira (Banco BIC-Carmim). Con questa nuova situazione di gara e un gruppo di fuggitivi non particolarmente affiatato, è la Saxo-Tinkoff a sobbarcarsi il lavoro di chiudere il gap, svelando di fatto le ambizioni del debuttante, per il 2014, Alberto Contador. In un susseguirsi di tentativi di fuga e inseguimenti più o meno organizzati, con la già citata squadra di Riis e la Movistar tra le più attive, i chilometri passano e si arriva alle fasi finali e decisive dove, in tutto questo baillame di attacchi senza costrutto, a pochi chilometri dal termine un concreto tentativo di attacco, quello del campione polacco Michal Kwiatkowski (Omega Pharma-QuickStep). è destinato a cogliere il bersaglio grosso costringendo i big a intervenire in prima persona.
Lo striscione d’arrivo sancisce la vittoria e la nuova leadership di Kwiatkowski, con il campione del mondo della Lampre-Merida Rui Costa ancora secondo e terzo un certo Alberto Contador. L’ordine d’arrivo si rispecchia anche nella nuova classifica generale, in attesa che la tappa a cronometro individuale di 13,6 km permetta di capire un po’ di più chi può vincere la Volta ao Algarve 2014.
Mario Prato

Kwiatkowski tutto solo al traguardo di Monchique (foto Bettini)
ALEJANDRO BUM BUM! VALVERDE RAFFORZA IL PRIMATO
Alejandro Valverde concede il bis nella prima tappa della Vuelta a Andalucia sfruttando al meglio il lavoro della Movistar. Secondo Mollema e terzo un ottimo Rebellin, mentre la SKY si deve accontentare del quarto posto di Richie Porte, ora secondo in classifica generale alle spalle del murciano. Domani l’arrivo in salita sull’Alto de Cabra metterà altro pepe a questa vivace corsa spagnola di inizio stagione.
I quasi 190 km della prima tappa in linea della Vuelta a Andalucia 2014 tra Vélez-Málaga e Jaén hanno confermato le ambizioni di vittoria di Alejandro Valverde, forte di una squadra a suo completo servizio. I fuochi d’artificio, come sempre in questo tipo di tappe, si sono accesi nell’ultimo tratto dell’Alto Castillo de Santa Catalina, la salita sulla cima della quale era posto il traguardo della prima tappa e che era l’ultimo dei sei GPM che l’avevano caratterizzata. Proprio durante l’ascensione del primo di questi, il Puerto de Zafarraya, si era formata la fuga di giornata composta da undici coraggiosi: Txoperena (Euskadi), Venter (MTN), Owsian (CCC), Ezquerra (Acitve Jet), Poulhies (Cofidis), Van Asbroeck (Topsport Vlaanderen), Aramendia (Caja Rural-RGA), Guerin (Etixx), Hofstede (Rabobank), Lozano (Novo Nordisk) e Sijmens (Wanty-Gobert). Nomi sicuramente non mirabolanti, ma pur sempre utili a offrire interesse per tre quarti buoni di corsa. La fuga, che avrebbe assommato un vantaggio massimo che sfiorava i sette minuti sul Puerto de Tocon, praticamente a metà tappa, iniziava a perdere lo smalto iniziale, visto che, oltre alla giovane età e all’inesperienza della maggior parte dei suoi componenti, faceva seguito l’incedere del gruppo che si faceva sempre più deciso alla sua rincorsa. In particolare la Movistar del capitano Valverde, nonché primo in classifica generale, iniziava a tenere le redini ben salde lì davanti e l’andatura sostenuta era testimoniata anche dal gruppo non più appallato ma ora decisamente stirato. Il Puerto de Locubin e il Puerto de Valdepenas, affrontati in rapida successione quando mancava una quarantina di chilometri al traguardo, davano un ulteriore impulso all’inseguimento del gruppo, anche perché l’azione dei fuggitivi veniva progressivamente meno. Ai meno venti Ventre, Owsian, Van Asbroeck e Aramandia erano gli unici reduci della fuga a cercare di nutrire speranze di vittoria, ma il gruppo, ora a circa un minuto di ritardo, era ormai in forte ed inesorabile rimonta. Ai meno sette il solo Owsian era l’ultimo a cercare l’affondo finale, ma il tentativo del coraggioso polacco era destinato a infrangersi sotto i colpi della SKY. Lo squadrone inglese aveva preso la testa del gruppo grazie ad una sparata decisa di Boasson Hagen, aiutato di lì a poco da Kiryenka, Thomas e Kennaugh in previsione di lanciare i “capitanissimi” Wiggins e Porte. La tappa era ormai in dirittura d’arrivo e nell’ultimo chilometro erano Porte, Valverde, Izagirre, Rebellin, Luis León Sánchez e Mollema i più attivi. Il decisivo scatto di Valverde era irresistibile: il marciano trionfava sull’ultima asperità – che presentava pendenze molto arcigne, tra il 15 e il 17% – andando a precedere di 4 secondi l’olandese Mollema. Terzo si piazzava un Davide Rebellin che mostrava la sua ultraquarantenne ma sempre limpidissima classe, Porte quarto e Luis Leon Sanchez quinto completavano la top five. Più staccati giungevano gli altri italiani Scarponi e Tiralongo, a 19 secondi di ritardo e fuori dalla top ten di giornata. In classifica generale Valverde, grazie anche agli abbuoni, ha ora un vantaggio di 19 secondi su Richie Porte, mentre Luis Leon Sanchez è terzo a 21 secondi. Primo degli italiani, Rebellin è nono a 43 secondi. La tappa di domani, da La Guardia de Jaén a Cabra per 197 km, offirà senz’altro nuovi spunti di discussione grazie alla dura ascesa conclusiva al Santuario della Vergine della Sierra: Valverde sarà in grado di rafforzare il suo primato? La SKY, dopo le batoste di ieri e di oggi, sarà capace di riprendersi? Ma soprattutto, il sempreverde Rebellin per quanto ancora potrà dire la sua in questa Vuelta a Andalucia?
Giuseppe Scarfone

Valverde in azione sulla salita finale della prima tappa (rutadesolasol.es)
20-02-2014
febbraio 20, 2014 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
TOUR OF OMAN
Il tedesco André Greipel (Lotto Belisol Team) si è imposto nella terza tappa, Bank Muscat – Al Bustan, percorrendo 145 Km in 3h29′08″, alla media di 41,600 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo slovacco Sagan e il francese Bouhanni. Miglior italiano Marco Canola (Bardiani Valvole – CSF Inox), 5°. Greipel è tornato leader della classifica con 8″ sull’australiano Howard e 10″ sul norvegese Kristoff. Miglior italiano Alessandro Bazzana (Unitedhealthcare Pro Cycling Team), 8° a 19″.
VOLTA AO ALGARVE (Portogallo)
Il polacco Michal Kwiatkowski (Omega Pharma – Quick Step) si è imposto nella seconda tappa, Lagoa – Monchique, percorrendo 196 Km in 4h57′57″, alla media di 39,470 Km/h. Ha preceduto di 6″ il portoghese Faria da Costa e lo spagnolo Contador Velasco. Miglior italiano Adriano Malori (Movistar Team), 17° a 1′11″. Kwiatkowski è il nuovo leader della classifica con 6″ su Faria da Costa e Contador. Miglior italiano Malori, 17° a 1′11″.
VUELTA A ANDALUCÍA RUTA CICLISTA DEL SOL
Lo spagnolo Alejandro Valverde Belmonte (Movistar Team) si è imposto anche nella prima tappa, Vélez-Málaga – Jaén, percorrendo 186,8 Km in 5h08′57″, alla media di 36,278 Km/h. Ha preceduto di 4″ l’olandese Mollema e l’italiano Davide Rebellin (CCC Polsat Polkowice). Valverde Belmonte è ancora leader della classifica con 19″ sull’australiano Porte e 21″ sullo spagnolo Sánchez Gil. Miglior italiano Rebellin, 9° a 43″.
VUELTA INDEPENDENCIA NACIONAL (Repubblica Dominicana)
Lo statunitese Eric Marcotte (Team SmartStop) si è imposto nella prima tappa, circuito di Santo Domingo, percorrendo 146 Km in 3h08′08″, alla media di 46,563 Km/h. Ha preceduto di 5″ il lituano Kaupas e il canadese Britton, distanziati di 9″ e 10″ nella prima classifica generale.
UN GRANDE GREIPEL SUPERA LE SALITE E SI AGGIUDICA LA TAPPA
Nella terza tappa del Tour di Oman si impone allo sprint il tedesco André Greipel (Lotto-Belisol), che riesce a rientrare sugli attaccanti ad un chilometro dalla conclusione e quando ormai i giochi sembravano chiusi. Il velocista ha preceduto lo slovacco Peter Sagan (Cannondale) ed il francese Nacer Bouhanni (FDJ).
Oltre alla vittoria di giornata, Greipel torna al primo posto della graduatoria generale.
Dire che ce lo saremmo aspettato a braccia alzate sul traguardo odierno è francamente azzardato, ma quello che è riuscito a fare oggi Andrè Greipel è sintomo, oltre che di un’ottima condizione, di quella fame di vittoria che distingue il buon corridore dal fuoriclasse ed il corridore tedesco, nell’ultimo lustro, ha dimostrato di essere considerato un fuoriclasse a suon di vittorie.
Sull’ultima salita Chris Froome aveva portato via un gruppetto – composto anche da Cancellara, Stybar, Sagan e Kreuziger – che sembrava indirizzato verso l’arrivo dove la vittoria si sarebbe giocata tra i suoi componenti: in pratica il medesimo copione che aveva caratterizzato questa stessa tappa lo scorso anno, vinta poi da Peter Sagan. Quella che sembrava la fotocopia della frazione di un anno fa ha, invece, preso una piega completamente solo negli ultimi chilometri perchè i battistrada hanno cominciato a guardarsi e, così facendo, la velocità si è abbassata favorendo il rientro di quello che rimaneva del gruppo e di Greipel in particolar modo, che ha poi vinto la tappa.
Per quanto riguarda il tracciato questa terza tappa, che partiva da Bank Muscat per terminare dopo 145 chilometri in quel di Al Bustan, presentava un percorso nervoso e in assoluto più complicato rispetto alle prime due frazioni di questo Tour dell’Oman. Negli ultimi venti chilometri erano due le salite da affrontare, Al Hamriya e Al Jissah, le quali raggiungevano pendenze fino al 10%, con lo scollinamento della seconda posto a soli 6 chilometri dalla conclusione.
Passati una decina di chilometri dalla partenza già si era formata la fuga di giornata, composta da quattro uomini: Nicola Boem (Bardiani CSF, formazione sempre presente nelle avanscoperte), Kevin Ista (IAM Cycling), Martijn Maaskant (Unitedhealthcare) e Jelle Wallays (Topsport Vlaanderen). Per i quattro battistrada di possibilità di giungere al traguardo ce ne sono state davvero poche e questo perché il gruppo non ha concesso a loro un vantaggio massimo superiore a 3′15″.
Nonostante questo deficit di partenza, i fuggitivi non si sono persi d’animo ed il gruppo ha dovuto comunque fare una bella fatica per riportarsi su di loro. Il ricongiungimento, infatti, è avvenuto prima dell’imbocco dello strappo di Al Jissah, con il plotone che é piombato sui tre al comando (Maaskant si era staccato sulla salita precedente) a 10 chilometri dall’arrivo.
Sull’ultima difficoltà di giornata é stato il Team Sky a condurre i corridori facenti parte del gruppo e questo grazie ad un ottimo lavoro dell’abruzzese Dario Cataldo, che ha imposto un ritmo bello tosto per preparare la strada ad un attacco di Chris Froome, giunto dopo un’accelerazione di Cameron Meyer (Orica-Greenedge). Lo scatto del britannico è stato bruciante e Cancellara, Sagan e Stybar hanno impiegato più del necessario per rientrare su Froome, andando a comporre un drappello molto forte in testa alla corsa.
Quando sembrava oramai che la corsa fosse chiusa e la vittoria circoscritta a questi quattro uomini, ecco che succede quello che non ti aspetti: durante la discesa che portava al traguardo, inspiegabilmente tra i battistrada l’equilibrio si rompe e i quattro hanno cominciato a guardarsi e a brontolare, permettendo il ritorno del gruppo, avvenuto poco prima del triangolo rosso dell’ultimo chilometro.
Il sentore che potesse vincere Greipel lo si ha avuto a 500 metri dalla conclusione, quando due corridori della Lotto, seguiti dal tedesco in maglia di campione nazionale, hanno conquistato le prime posizioni. Per il trentunenne di Rostock é stato poi facile sbarazzarsi della concorrenza ed in particolare quella di Sagan e Bouhanni, giunti poi in quest’ordine alle sue spalle.
Più indietro si sono classificati Swift (Team Sky), Marco Canola (Bardiani CSF), Stybar (Omega-Quick Step), Gavazzi (Astana), Dempster (Netapp-Endura), Matteo Trentin (Omega-Quick Step) ed Enrico Battaglin, portacolori della Bardiani CSF.
Domani è prevista un’altra tappa piuttosto nervosa con un tracciato che prevede la quadruplice scalata alla salita di Bousher Alamrat negli ultimi 60 chilometri. In questo sport non bisogna escludere nulla, ma stavolta sarà veramente complicata un’altra vittoria del campione tedesco.
Paolo Terzi

Una vittoria decisamente inattesa quella odierna di Greipel (Tim de Waele/TDW Sport)
KRISTOFF ANTICIPA TUTTI, HOWARD È SECONDO MA DIVENTA LEADER
Nella seconda tappa del Tour of Oman Alexander Krisfoff (Katusha) si impone nello sprint finale anticipando l’australiano Leigh Howard (Orica-Greenedge) ed il belga Tom Boonen (Omega-Quick Step). Cambia la leadership in classifica generale con Howard che conquista la maglia rossa a discapito di Andrè Greipel.
Un’altra volata al Tour dell’Oman e un altro vincitore. Dopo la vittoria di Greipel di ieri, oggi tocca ad Alexander Kristoff entrare nell’elenco dei vincenti della stagione appena iniziata. Lui, corridore della Katusha dal 2012, è un velocista atipico, poco vincente ma costante, anche se l’anno scorso ha concluso la stagione con sette vittorie; tiene bene sulle salite anche abbastanza impegnative e questo lo porta ad essere un atleta davvero completo, non solo per le volate a ranghi compatti ma pure per le corse in linea stile Fiandre e Roubaix. Tuttavia, in uno scontro diretto con Greipel e Cavendish sette volte su dieci risulterebbe sconfitto ed è per questo che, resosi conto dei propri limiti, nella volata odierna ha provato ad anticipare tutti quanti con uno scatto potente a più di 200 metri dall’arrivo, riuscendo nell’impresa. Per quanto riguarda la tappa, questa seconda frazione, che partiva da Al Bustan per giungere dopo 139 chilometri in quel di Quriyat, prevedeva un percorso tutto sommato semplice con sì qualche saliscendi ma comunque posizionati lontano dal traguardo e per questo ininfluenti ai fini del risultato finale, che si sarebbe deciso ancora una volta con uno sprint di gruppo.
Dopo la partenza, dove si è giustamente celebrato un minuto di silenzio per ricordare la morte di Kristof Goddaert, morto tragicamente ieri in allenamento, si formava senza troppa battaglia il drappello dei fuggitivi, composto da tre corridori, Ilesic della Unitedhealthcare, Van Hecke della Topsport-Vlaanderen e Paolo Colonna, campione italiano Elite nel 2013, della Bardiani CSF. Mentre il gruppo controllava, i battistrada riuscivano a guadagnare un vantaggio massimo di oltre sette minuti. Eppure il gruppo non si sarebbe mai sfuggito l’occasione di una nuova volata, visto che nelle prossime tappe si giocheranno la vittoria gli uomini venuti per fare classifica, ed è per questo che i team dei velocisti, passato un certo chilometraggio, hanno cominciato ad alzare le velocità per ridurre il vantaggio dei tre al comando. L’impulso maggiore è giunto dalla Lotto-Belisol, che negli ultimi 50 chilometri ha diminuito drasticamente il distacco, con l’aiuto minore di squadre come l’Omega (per Boonen) e la Saxo-Tinkoff (per Daniele Bennati): i fuggitivi sono stati, così, ripresi a dieci chilometri dalla conclusione, dopo esser stati tenuti a “bagnomaria”, ad un minuto di vantaggio dal gruppo, per una dozzina di chilometri.
Nella volata finale, dopo il lavoro effettuato in precedenza, la Lotto è sembrata pagare la fatica aprendo la strada ad altre formazioni come l’Orica, la quale ha controllato il gruppo fino agli ultimi metri; ma quando tutto era pronto per lo sprint, Kristoff ha approfittato di un momento di incertezza della squadra australiana per anticipare il suo portacolori Leigh Howard, resistendo poi alla sua rimonta, e Tom Boonen. Fuori dal podio si sono classificati, nell’ordine, Förster (Unitedhealthcare), Bouhanni (FDJ), Nicola Ruffoni (altro piazzamento degno di nota per il velocista della Bardiani CSF), Vanspeybrouck (Topsport-Vlaanderen), Burghardt (BMC), Trentin (Omega-Quick Step) e Bennett della Netapp-Endura.
Nella giornata di domani cambierà tutto, fuori i velocisti e dentro gli uomini di classifica, perché tra Bank Muscat e Al Bustan sono previste diverse salite, tra le quali quella di Al Jissah, con lo scollinamento a 6 chilometri dal traguardo.
Paolo Terzi

Kristoff taglia vittorioso il traguardo di Quriyat (foto Tim de Waele)
19-02-2014
febbraio 19, 2014 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
TOUR OF OMAN
Il norvegese Alexander Kristoff (Team Katusha) si è imposto nella seconda tappa, Al Bustan – Quriyat, percorrendo 139 Km in 3h12′01″, alla media di 43,438 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’australiano Leigh Howard (Orica – GreenEDGE) e il belga Boonen. Miglior italiano Nicola Ruffoni (Bardiani Valvole – CSF Inox), 6°. Howard è il nuovo leader della classifica con 2″ su Kristoff e sul tedesco Greipel. Miglior italiano Ruffoni, 6° a 8″.
VOLTA AO ALGARVE (Portogallo)
L’italiano Sacha Modolo (Lampre – Merida) si è imposto nella prima tappa, Faro – Albufeira, percorrendo 160 Km in 3h51′46″, alla media di 41,421 Km/h. Ha preceduto allo sprint il portoghese Faria da Costa e l’italiano Alessandro Petacchi (Omega Pharma – Quick Step). Modolo è il primo leader della classifica con 1″ sul portoghese Fonte e 4″ su Faria da Costa.
VUELTA A ANDALUCÍA RUTA CICLISTA DEL SOL
Lo spagnolo Alejandro Valverde Belmonte (Movistar Team) si è imposto nel prologo, circuito di Almería, percorrendo 7,3 Km in 8′22″, alla media di 52,350 Km/h. Ha preceduto di 7″ il francese Dumoulin e 9″ lo spagnolo Izagirre Insausti. Miglior italiano Paolo Tiralongo (Astana Pro Team), 47° a 34″.
DUELLO AL SOLE TRA CIELO E STELLE. VALVERDE LEADER
Nel prologo della 60° edizione della Vuelta a Andalucia – Ruta del Sol impressionante affermazione di Alejandro Valverde – apparso in forma e deciso a concedere il tris nella breve corsa spagnola dopo i successi del 2012 e del 2013 – che regola l’olandese Dumoulin della Giant guadagnando un secondo a chilometro. Terzo Jon Izagirre, in una top ten che comprende tre ciclisti della Movistar e quattro della SKY. Primo italiano Tiralongo in 47° posizione. Domani prima tappa in linea con arrivo a Jaén e ben sei GPM che attendono il gruppo.
Se nelle ultime sedici edizioni della Vuelta a Andalucia la vittoria è andata ad un ciclista spagnolo, ben si capisce come questa corsa, giunta quest’anno alla sua sessantesima edizione, sia così apprezzata dagli atleti di casa. E se le ultime due edizioni sono state appannaggio di Alejandro Valverde, capiamo come l’”embatido” abbia intenzione di concedere il tris, visto che nel prologo a cronometro di oggi, sulla distanza di 7 km e 300 metri tutti compresi lungo le strade di Almeria, ha vinto nettamente con il tempo di 8 minuti e 22 secondi. Una vittoria ancora più prestigiosa se confrontata con gli avversari di Valverde in questa breve corsa spagnola di cinque tappe (prologo compreso), molti dei quali hanno nella corsa contro il tempo il loro marchio di fabbrica. Il riferimento non può che essere al Team SKY, che schiera ai nastri di partenza una squadra infarcita di passistoni e cronoman. Basti pensare che a un certo punto il podio era tutto targato SKY, con Kiryenka che precedeva Thomas e Wiggins. Prove confortanti per il bielorusso e per i due inglesi, anche a dimostrazione che la squadra è concentrata e presente in questo inizio di stagione. I tre, nell’ordine, arriveranno alla fine nelle posizioni più prossime al podio, tra i 13 e i 14 secondi di ritardo da Valverde il quale, partito per ultimo, ha illuso fino alla fine l’olandese Tom Dumoulin, fino allora detentore del miglior tempo all’arrivo. I sette secondi che Valverde ha frapposto tra lui e l’uomo della Gian rendono ancora più l’idea della grande prestazione dello spagnolo, che ha guadagnato un secondo al chilometro. Sul gradino più basso del podio saliva invece Jon Izagirre, compagno di squadra di Valverde ed anche lui artefice di un’ottima prestazione. Moreno (Movistar) e Porte (SKY), in settima e ottava posizione, testimoniavano come questo prologo sia stato un discorso tra spagnoli e inglesi. Tra gli italiani, i migliori erano Tiralongo 47° a 34 secondi, Rebellin 67° a 39 secondi e Scarponi 75° a 42 secondi. Da segnalare anche la caduta del kazako Lutsenko dell’Astana, tradito da una rotonda a metà percorso. La prima tappa in linea di domani, da Vélez-Málaga a Jaén per quasi 190 km, è molto impegnativa e il gruppo sarà atteso da ben sei GPMm lungo un percorso che è tutto un saliscendi. La Movistar è chiamata a difendere il suo capitano, ma anche la SKY con le sue punte più acuminate potrà dire la sua in una tappa che ci dirà molto sulle sorti della 60° edizione di questa interessante Vuelta a Andalucia 2014.
Giuseppe Scarfone

Valverde al traguardo del cronoprologo (foto Fran Reyes)
E ORA MODOLO INGRANA LA QUARTA
Modolo-Rui Costa-Petacchi… che bell’ordine d’arrivo alla prima tappa della Volta ao Algarve! Già a leggere la starting list della corsa lusitana veniva l’acquolina in bocca agli appassionati ma già dal primo dei 5 arrivi previsti si ha sentore che si andrà incontro a giornate di grande ciclismo.
La prima tappa non proponeva un percorso insidioso e conteneva al suo interno solo un GPM di terza categoria, terreno di gara perfetto per i velocisti che devono sia incominciare a fare risultato che registrare i complicati movimenti dei loro “treni”.
La giornata si è dipanata con il classico canovaccio, a partire dalla fuga dei coraggiosi della prima ora che hanno cercato la visibilità fin dal km 12 – Bruno Silva (Efapel-Glassdrive), Luís Afonso (LA Alumínios-Antarte), César Fonte (Rádio Popular), Valter Pereira (Banco BIC-Carmim) e Alexandr Pliuschin (SkyDive-Dubai) – mentre Francisco Moreno (Louletano-Dunas Douradas) è rimasto a lungo nella terra di nessuno senza mai riuscire a colmare il gap che lo divideva dagli apripista.
Il vento presente sul percorso e l’unico GPN in programma hanno reso difficile fin da subito la vita ai fuggitivi, che pur raggiungendo un vantaggio massimo superiore ai 4 minuti si è prima smembrato in due tronconi: Luís Afonso (LA Alumínios-Antarte), César Fonte (Rádio Popular) e Alexandr Pliuschin (SkyDive-Dubai) a condurre e Valter Pereira (Banco BIC-Carmim) e Bruno Silva (Efapel-Glassdrive) nella difficile condizione di non riuscire a rimanere agganciati ai battistrada e di dover aspettare ormai rassegnati di venire fagocitati dal gruppo.
A circa metà tappa il plotone decide che è arrivato il momento di fare la gara e così, mentre davanti rimane il solo Alexandr Pliuschin (SkyDive-Dubai), gli inseguitori guidati da una Omega Pharma-Quick Step già a pieno regime, in pochi chilometri passano da un ritardo di 4’34” ai soli 30” registrati ai meno 30. Con in molti desiderosi di centrare il bersaglio grosso, le grandi manovre prima del traguardo sono state quelle classiche con le varie squadre impegnate a mettere i loro velocisti nella posizione migliore.
Alcune difficoltà negli ultimissimi chilometri, una rotonda e una strappo insidisoso, hanno un po’ scombussolato i piani dei velocisti, costringendo le loro squadre a improvvisare e trovare le soluzioni più idonee. Una nota di merito va alla Lampre-Merida, che ha portato Sacha Modolo (Lampre-Merida) al quarto centro nel 2014, capace di mettersi alle spalle il compagno di squadra e campione del mondo Rui Costa e Alessandro Petacchi, ancora in cerca di soddisfazioni personali.
In attesa che le tappe e le difficoltà future la delineano, la classifica generale vede ovviamente Sacha Modolo in maglia gialla di leader seguito da uno degli autori della fuga, César Fonte, a un secondo e da Rui Costa a 4”.
Dopo il poker di vittorie conseguito in un mese il veneto ha commentato così la gara sua e della squadra: “Una giornata stupenda, conclusa nel migliore dei modi. Nella riunione pre-gara mi sono stati affidati i gradi di capitano ed è stato bello vedere che, durante la corsa, i miei compagni hanno svolto in maniera fantastica i compiti assegnati: Cattaneo e Oliveira hanno lavorato duramente per tenere sotto controllo la fuga di 5 corridori, Horner e Polanc si sono attivati quando ho forato a 30 km dall’arrivo, Ferrari e Richeze mi hanno permesso di entrare nelle fasi finali di corsa pedalando in testa al gruppo. Proprio il finale presentava qualche difficoltà: una rotonda stretta, da affrontare a bassa velocità, precedeva lo strappo decisivo.
Rui Costa mi ha chiesto come stavo, gli ho detto che le gambe erano buone e di fare strada fino allo scollinamento, per poi partire forte e provare così ad anticipare i velocisti rimasti. Ricevere una perfetta assistenza, con una disponibilità enorme, da un campione del mondo mi riempie di gioia: Rui è stato perfetto! Il ringraziamento va alla squadra e a tutti i compagni: l’intesa che in poco tempo si è creata è di alto livello. Cito un episodio: a 10 km dal traguardo ci siamo accorti di essere un po’ disuniti; sono bastati alcuni sguardi per ritrovarci compatti nelle prime posizioni del gruppo, pronti ad affrontare il finale. Ora vado avanti a lavorare con umiltà, mettendo il massimo impegno negli allenamenti quotidiani e seguendo giorno per giorno quanto programmato con la squadra. Non voglio fissare obiettivi o alzare l’asticella delle aspettative: sto facendo bene correndo senza l’assillo del risultato, penso sia giusto andare avanti così. In una bella giornata come quella di oggi, ritengo doveroso ricordare due ragazzi che amavano il ciclismo come me e che, proprio pedalando, ci hanno lasciato: non conoscevo di persona Kristof Goddaert e Yung Hwan Youm, ma la loro scomparsa mi addolora molto”.
Domani la seconda tappa, la più lunga in programma, prevede le difficoltà altimetriche concentrate nella parte finale dei 196 km della Lagoa – Monchique, con l’ultimo GPM a soli 5 km dal termine.
Mario Prato

Sacha Modolo si impone allo sprint nella prima tappa della corsa portoghese (www.regiao-sul.pt)
IL VELOCISTA DEI DUE MONDI VINCE ANCHE IN OMAN
Nella prima tappa del Tour dell’Oman il tedesco André Greipel (Lotto-Belisol) mette già in fila tutte le altre ruote veloci e stavolta tocca all’australiano Leigh Howard (Orica-Greenedge) ed al nostro Nicola Ruffoni (Bardiani-CSF) accontentarsi del podio. La classifica generale rispecchia in toto l’ordine d’arrivo, che quindi vede in testa il corridore della Lotto.
A parte la vittoria di Greipel, imperiosa come al solito, c’è da dire che gli ultimi mille metri sono stati parecchio emozionanti perché la lotta fra i treni degli sprinter per guadagnare le prime posizioni è stata viva come non si vedeva da tempo. Sono state almeno quattro le squadre che hanno dato vita ad una sfida ad altissime velocità, ma la Lotto-Belisol è stata puntuale nel portare in testa il proprio capitano Greipel al momento giusto per sprintare e per poi vincere.
Altro aspetto doveroso da sottolineare è che dietro al fortissimo Greipel si è piazzato al terzo posto un corridore italiano, Nicola Ruffoni, tarchiato velocista della Bardiani CSF e professionista da questa stagione, che, dopo una top ten in Qatar, sale per la prima volta sul podio dopo aver combattuto quasi alla pari con il tedesco e riuscendo a precedere un campione come Tom Boonen.
Per quanto riguardo la tappa, questa prima frazione partiva da As Suwayq Castle per giungere a Naseem Garden dopo aver pedalato per 164 chilometri sulle strade del sultanato arabo. La conformazione geografica dell’Oman è diversa da quella esclusivamente pianeggiante del Qatar, vista la presenza, in alcune zone, di rilievi montuosi che raggiungono i 3000 metri di altitudine. Oggi, dunque la strada saliva seppure per poco tempo e solo nella prima parte, mentre la seconda parte prevedeva un lungo falsopiano in discesa fino all’arrivo, favorendo una conclusione allo sprint.
Subito dopo la partenza c’erano già corridori che tentavano la fuga e quattro di questi, sfruttando la non reazione del gruppo, si lanciavano in testa alla corsa. Il drappello in avanscoperta era composto da due italiani, Alessandro Bazzana (Unitedhealthcare) e Nicola Boem (Bardiani CSF) assieme ai belgi Van Hecke e Wallays della Topsport Vlaanderen. I battistrada riuscivano a guadagnare tre minuti in poco tempo, ma nella seconda parte di corsa, a causa di un forte vento laterale, il gruppo diminuiva agevolmente il gap, per poi effettuare il ricongiungimento a 20 chilometri dal traguardo.
Con una situazione di gruppo compatto e con la prospettiva di una volata praticamente certa, l’attenzione si focalizzava sui movimenti delle squadre dei velocisti, deputate a spianare la strada ai propri capitani. Negli ultimi dieci chilometri maglie come quelle dei Belkin, degli Orica e degli Omega-Quick Step si dividevano equamente la responsabilità di trainare il gruppo fino al traguardo. Ai meno due chilometri la lotta si faceva più aspra e, in un primo momento, sembrava fosse la Omega ad aver preso il controllo del plotone; eppure, passato lo striscione dell’ultimo chilometro, la situazione cambiava con la Lotto che piombava in testa ricacciando gli uomini di Boonen dietro di loro. Al contrario di ciò che era successo in Qatar, in cui la formazione di Greipel era incappata in diversi errori, oggi i gregari del campione nazionale tedesco non hanno commesso nessun tipo di sbavatura, relegando a Greipel il solo compito di non farsi superare dagli altri corridori alla sua ruota, svolto facilmente da André che ha così conquistato la sua quarta vittoria stagionale.
Dietro al tedesco, come detto, si sono piazzati Leigh Howard e Nicola Ruffoni; mentre si sono classificati giù dal podio, in ordine, Bouhanni (FDJ), Boonen (Omega-Quick Step), Van Staeyen (Topsport Vlaanderen), Markus (Belkin), Chainel (Ag2r La Mondiale), Kristoff (Katusha) e Bozic (Astana).
Primo leader della corsa è André Greipel, il quale dovrebbe essere protagonista anche nella tappa di domani, ancora una volta favorevole alle ruote veloci.
Paolo Terzi

Nessun errore per Lotto e Greipele trionfa nella prima tappa del Giro dell'Oman (foto Bettini)