E SAGAN DIVENTA…. PETERPOKER

agosto 27, 2013 by Redazione  
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Quarta vittoria personale di Peter Sagan nell’edizione 2013 del Giro del Colorado che ha vissuto oggi la sua ultima tappa. Il fenomeno slovacco della Cannondale è riuscito a precedere nello sprint finale il canadese Ryan Anderson (Optum Kelly Benefit) ed un ottimo Alessandro Bazzana (Unitedhealthcare). Definitivamente assestata la classifica generale che vede come vincitore il dominatore della gara, Tejay Van Garderen (BMC).

Foto copertina: il sigillo di Sagan sull’edizione 2013 del Giro del Colorado (foto onathan Devich/epicimages.us)

I due protagonisti di questo USA Pro Challenge non potevano che riaffacciarsi alla ribalta nell’ultima tappa, e ovviamente i personaggi chiamati in causa sono Peter Sagan e Tejay Van Garderen. Il primo è stato il dominatore delle volate, mentre il secondo il più forte in montagna; lo slovacco ha vinto quattro tappe allo sprint (oggi compreso), l’americano è stato il trionfatore della classifica finale.
L’ultima frazione constatava in un circuito di otto giri da 14 chilometri ciascuno, – attorno a Denver, città che è la capitale del Colorado – e che misurava in toto 117 chilometri, con un profilo altimetrico totalmente pianeggiante, in un finale perfetto per uno sprint di gruppo.
Nella prima parte c’è spazio per la fuga di giornata, composta da sette corridori: King, Jensen, Feng, Riba, Euser, Wren e Miller. Come sempre il gruppo lascia fare sulle prime, ma neanche tanto visto che il vantaggio massimo non supera i due minuti, per poi dare tutto negli ultimi tre giri. A 10 chilometri dal traguardo il vantaggio dei 7 al comando sul plotone tirato dai Cannondale è di 30 secondi, gap che non offre nessuna speranza ai fuggitivi, eccetto Lucas Euser (Unitedhealthcare), che attacca convinto. Niente da fare nemmeno per lo statunitense che verrà ripreso da un gruppo che corre a più non posso verso la volata finale. Lo sprint ancora una volta, e fanno quattro, è dominato da Peter Sagan, che oggi castiga Anderson e Bazzana, mentre l’avversario che poteva essere il più temibile, Luka Megzec (Argos-Shimano), non va oltre la quarta posizione.
In classifica generale mancava solo l’ufficialità per celebrare la vittoria di Van Garderen, e oggi, finalmente, possiamo dire che Tejay si è aggiudicato, per la prima volta in carriera, il Giro del Colorado, distanziando di 1′30” il compagno di squadra Mathias Frank e di 1′42” Thomas Danielson.

Paolo Terzi

26-08-2013

agosto 27, 2013 by Redazione  
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VUELTA A ESPAÑA

Lo statunitense Christopher Horner (RadioShack – Leopard) si è imposto nella terza tappa, Vigo – Mirador de Lobeira (Vilagarcía de Arousa), percorrendo 184,8 Km in 4h30′18″, alla media di 41,021 Km/h. Ha preceduto di 3″ gli spagnoli Valverde Belmonte e Rodríguez Oliver. Miglior italiano Ivan Basso (Cannondale Pro Cycling), 10° a 3″. Horner è il nuovo leader della classifica con 3″ sull’italiano Vincenzo Nibali (Astana Pro Team) e 11″ sull’irlandese Roche.

TOUR DE L’AVENIR (per nazionali)

L’australiano Caleb Ewan si è imposto anche nella seconda tappa, Champagnoles – Saint Vulbas, percorrendo 161,9 Km in 4h05′06″, alla media di 39,633 Km/h. Ha preceduto allo sprint il norvegese Enger e il francese Alaphilippe. Miglior italiano Liam Bertazzo, 4°. Il francese Alexis Gougeard è ancora leader della classifica, con 4″ su Alaphilippe e 6″ sul russo Manakov. Miglior italiano Davide Martinelli, 13° a 10″.

INFINITO HORNER: TAPPA E MAGLIA A 41 ANNI

agosto 26, 2013 by Redazione  
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L’americano vince in solitaria la terza tappa della Vuelta, precedendo di 3’’ Valverde e Rodriguez, e sfila la maglia rossa dalle spalle di Vincenzo Nibali. Un ottimo Scarponi tiene la ruota dei due spagnoli, mentre Basso e Nibali concedono inizialmente 3’’, poi abbuonati dalla giuria. Bella azione nel finale di Ivan Santaromita, raggiunto da Horner all’ultimo chilometro.

Foto copertina: l’esultanza di Chris Horner al termine della terza tappa (foto AFP)

Terza tappa e terzo leader diverso: dopo Janez Brajkovic e Vincenzo Nibali, è Chris Horner a vestirsi di rosso sul Mirador de Lobeira, grazie ad un’azione non troppo dissimile da quella che ieri aveva incoronato Nicolas Roche. Una vittoria che sa quasi di premio alla carriera per il nonno del gruppo, che, in assenza di compagni di squadra ingombranti come quelli con cui ha spesso dovuto coesistere in passato, può tuttavia nutrire ambizioni di classifica: i 36 anni di Zubeldia sembrano pesare più dei quasi 42 dello yankee, mentre né Busche né Kiserlovski sembrano dare sufficienti garanzie come uomini da tre settimane.
Prima di giungere all’azione risolutiva, la tappa era stata a lungo caratterizzata dalla fuga di Luca Lodi, Vicente Reynes, Fabricio Ferrari, Cyril Bessy e Pablo Urtasun, ai quali il plotone non ha mai concesso però più di 5’ e spiccioli. Decisamente troppo poco per autorizzare illusioni, benché la Astana vedesse probabilmente di buon grado la riuscita di un tentativo da lontano, per togliere abbuoni ai rivali di Nibali e cedere l’onere del primato ad atleti di seconda fascia. BMC e Omega Pharma-Quickstep si sono invece sobbarcate larga parte dell’inseguimento, trovando nella seconda fase di tappa il supporto di una pattuglia Katusha.
Il ricongiungimento, inevitabile ormai da diversi chilometri, è stato anticipato dal parapiglia scoppiato ad una quarantina di chilometri dal traguardo, allorché una doppia caduta e un forte vento laterale hanno sbriciolato il plotone. Movistar, Astana e Katusha hanno provato ad approfittare, sia pur con convinzione altalenante, dei secondi persi – fra gli altri – da Mollema, Nieve e Pozzovivo, rinunciando però all’offensiva nei 20 km finali, fino a consentire un ricompattamento generale.
La Cannondale, in un revival del Giro 2012, ha pilotato a ritmi inutilmente infernali il gruppo fino ai piedi dell’ascesa finale, dove ha ceduto la testa a Orica e Vacansoleil. A poco meno di 3 km dal traguardo, in largo anticipo su quanto il buon senso suggerisse, Flecha ha dato il via alla battaglia, esaurendo però in poche pedalate la propria verve; alcune centinaia di metri, e accanto allo spagnolo è sfrecciata la sagoma tricolore di Ivan Santaromita, capace di involarsi da solo e di dare per un buon tratto l’impressione di potercela fare.
Dopo un chilometro abbondante di melina, con un paio di timidi contrattacchi a vuoto e i favoriti intenti a marcarsi, è stato la volta dell’affondo di Horner, apparso vincente sin dai primi colpi di pedale. Santaromita, divorato dall’acido lattico, non ha potuto nemmeno provare ad accodarsi, mentre Valverde aspettava ancora una volta un attimo di troppo per entrare in azione, dovendosi accontentare di una piazza d’onore non priva di rimpianti, con 3’’ di ritardo.
L’Embatido – così come Rodriguez, 3° all’arrivo – può comunque consolarsi pensando al confronto diretto con Nibali: in scia ai due spagnoli sono infatti giunti Uran, Martin, Mollema e un ottimo Scarponi, mentre il siciliano – insieme a Zubeldia, Roche, Basso, Majka e Moreno – si è visto inizialmente appioppare tre secondi di distacco per un leggero (e opinabile) buco – ai quali si aggiungono i sei e quattro d’abbuono per i gradini più bassi del podio – successivamente annullato dala giuria. Briciole, senza dubbio, utili però a dare morale alla truppa dei padroni di casa, dopo la scoppola a tradimento rimediata nella cronosquadre.
La nuova generale, alla vigilia di una frazione sulla carta più tranquilla, ma comunque animata dal terzo arrivo all’insù in fila, vede così Horner precedere Nibali di 3’’, Roche di 11’’, Zubeldia di 13’’ e Kiserlovski di 23’’. Valverde è 6°, staccato di 24’’, appena davanti a Uran (+25’’), mentre Rodriguez naviga in 18a piazza, a 56’’ dal leader. Scarponi e Basso, zavorrati dalla prima tappa, pagano 1’12’’ e 1’29’’, ma negli ultimi due giorni hanno offerto più di una ragione di ottimismo.
Difficile ipotizzare per domani un altro cambio della guardia in vetta, a meno che la Radioshack non provi a cedere deliberatamente il comando. Scenario improbabile, anche perché i 2 km dell’ascesa finale potrebbero indurre più di una squadra ad imbavagliare la corsa.

Matteo Novarini

SAGAN RIPRENDE LA MARCIA E BRUCIA TUTTI ALLO SPRINT

agosto 26, 2013 by Redazione  
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Nella sesta tappa del Giro del Colorado la vittoria va di nuovo a Peter Sagan, che nel finale batte in volata lo sloveno Luka Megzec (Argos-Shimano) e il belga Greg Van Avermaet (BMC). Buoni piazzamenti anche per gli italiani con il quinto posto di Alessandro Bazzana (Unitedhealthcare) e il sesto di Andrea Peron (Team Novo-Nordisk). Nessun problema, invece, per Tejay Van Garderen che continua a capeggiare la classifica in attesa dell’ultima tappa.

Foto copertina: Sagan batte un tris a Fort Collins (foto Jonathan Devich/epicimages.us)

Ha vinto ancora lui, Peter Sagan, tanto per non cambiare. Lo slovacco, dicono i numeri, è alla terza vittoria di tappa in questo USA Pro Challenge e finora nessun corridore è riuscito a dargli del filo da torcere, anche se, a dirla tutta, mancano uomini veloci del calibro di Cavendish, Kittel e compagni. Una cosa bisogna comunque dirla, ovvero che mai si era visto un Peter Sagan così brillante nelle corse post Tour de France, mentre , negli anni scorsi, in questo stesso periodo non mostrava una condizione ottima come quella che ha in questi giorni. Questo significa che lo slovacco intende seriamente puntare ai prossimi Campionati del Mondo di Firenze, in programma tra un mese.
In questa sesta tappa che partiva da Loveland per terminare a Fort Collins, si doveva pedalare per 185 chilometri su un percorso molto più abbordabile rispetto alle frazioni dei giorni scorsi, ma ciò non significa che mancassero salite. Era prevista la scalata a Devils Gulch, tuttavia questo GPM era posizionato ancora nella prima parte di gara e da lì in si sarebbe incontrato un lungo tratto di discesa fino agli ultimi 50 chilometri puntellati da qualche strappetto, ma anche questi lontani dal traguardo.
Nella prima parte di gara non sono perlomeno mancati gli scatti di chi volesse andare in fuga e, dopo tanto battagliare, il gruppo concede libertà vigilata ad un gruppetto, composto da 15 corridori: Talanski, Dekker, Edmonson, Machado, Rogers, Pires e Duggan, Geschke, Megias Leal, Anthony, Duarte, Carlson, McCarty, Louder e Jones. Tuttavia il gruppo non ha mai concesso più di due minuti a questi battistrada grazie al lavoro della BMC, in funzione del leader della corsa Van Garderen, e della Cannondale, in funzione di Peter Sagan alla caccia della vittoria di tappa. Negli ultimi chilometri l’inseguimento si fa veramente serrato con tutta la Cannondale in testa in gruppo, mentre davanti manca quel minimo di accordo che fa saltare ogni tipo di speranza e tutto ciò non può che favorire il ritorno del gruppo, che avviene passato il segnale dei meno 10 chilometri all’arrivo.
Non resta quindi che assistere allo sprint finale, dove ancora una volta Peter Sagan “timbra” il proprio cartellino, a danno di Megzec e Van Avermaet, mentre si classifica appena giù dal podio Edwin Avila (Colombia). In classifica generale rimane al comando un guardingo Tejay Van Garderen, che oggi non ha voluto concedere niente nemmeno alla fuga dei 15, piazzando la squadra a tirare per annullare il tentativo. Resta ora l’ultima tappa, prevista sul circuito di Denver. Altro sprint?

Paolo Terzi

DEGENKOLB RISORGE AD AMBURGO

agosto 26, 2013 by Redazione  
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Il 24enne di Gera, autore fin qui di una stagione al di sotto delle attese, si impone nella Vattenfall Cyclassic, terzo tedesco nella storia dopo Jan Ullrich ed Erik Zabel, battendo allo sprint il più quotato connazionale André Greipel e il norvegese Alexander Kristoff. Diversi italiani in evidenza lungo il percorso ma il solo Elia Viviani disputa una volata di alto livello chiudendo al 5° posto.

Foto copertina: il tedesco Degenkolb ottiene la sua più bella affermazione stagionale sulle strade di casa (foto Bettini)

La 18a edizione della Vattenfall Cyclassics, nota in precedenza semplicemente come Gp di Amburgo e divenuta la principale corsa di un giorno del calendario tedesco da quando fu inserita nell’allora Coppa del Mondo, si è disputata lungo un percorso di 246 km caratterizzato dal tradizionale circuito all’interno della città anseatica comprendente il secco, ma lungo soli 800 metri, strappo del Waseberg, da scalare per tre volte, l’ultima delle quali ai -15 dal traguardo, posto a sua volta al termine di un chilometro quasi tutto in lieve ascesa con gli ultimi 100 metri pianeggianti. Nelle ultime stagioni, se si eccettua quello del 2007 quando a vincere fu Alessandro Ballan (ultimo italiano peraltro a riuscire nell’impresa) con un’azione da finisseur, a farla da padrone sono sempre stati i velocisti che si sono presentati al via in massa anche in quest’edizione, a partire dai favoriti della vigilia Arnaud Démare (Fdj) e André Greipel (Lotto-Belisol), primo e secondo nel 2012, passando per Bernhard Eisel (Team Sky), José Joaquín Rojas (Movistar), Alexander Kristoff (Katusha), Thor Hushovd (Bmc) Matthew Goss (Orica-GreenEdge), John Degenkolb (Argos-Shimano), Boy Van Poppel (Vacansoleil) e Gerald Ciolek (Mtn Khubeka), mentre in casa Italia le fiches erano puntate su Giacomo Nizzolo (Radioshack), 3° un anno fa, Jacopo Guarnieri (Astana), Daniele Bennati (Saxo-Tinkoff), Alessandro Petacchi (Omega-QuickStep), Elia Viviani (Cannondale) e Roberto Ferrari (Lampre-Merida) in caso di conclusione allo sprint e su Enrico Gasparotto e Francesco Gavazzi (Astana), Daniel Oss e Manuel Quinziato (Bmc), Moreno Moser (Cannondale), al rientro dopo un’influenza che l’ha costretto al ritiro all’Eneco Tour, e Filippo Pozzato (Lampre-Merida), vittorioso ad Amburgo nel 2005 e reduce dal successo alla Coppa Agostoni, in caso di soluzione anticipata.
La corsa è vissuta a lungo sulla fuga di Garikoitz Bravo (Euskaltel Euskadi), Julian Kern (AG2R La Mondiale), Michael Schwarzmann (NetApp-Endura) e Jonas Aaen Jørgensen (Saxo-Tinkoff) che, strada facendo, ha distanziato i compagni d’avventura, andati in avanscoperta subito dopo l’abbassamento della bandierina, e che hanno avuto un margine massimo di 7′ su un gruppo nel quale le formazioni più attive all’inseguimento sono state la Lotto-Belisol di Greipel, la Bmc di Hushovd e la Garmin-Sharp di Robert Hunter, capitano di giornata in virtù dell’assenza del due volte vincitore ad Amburgo Tyler Farrar, impegnato alla Vuelta. In vista del ricongiungimento è partita la corsa vera; ai -65 dal traguardo ha preso il largo un nutrito drappello comprendente Michal Kwiatkowski e Michal Golas (Omega-QuickStep), Yoann Offredo (Fdj), Mathew Hayman (Team Sky), Simone Ponzi (Astana), Michel Koch (Cannondale), Adriano Malori (Lampre-Merida), Jens Keukeleire (Orica-GreenEdge), Koen De Kort (Argos-Shimano) e Marco Marcato (Vacansoleil), che hanno via via riassorbito i fuggitivi della prima ora, ma il gruppo non ha lasciato spazio così come è durato non più di una decina di chilometri il successivo tentativo portato avanti dal vicentino Manuele Boaro (Saxo-Tinkoff) in compagnia di Rick Flens (Team Belkin).
L’azione più pericolosa è nata a 30 km dal traguardo, in coincidenza con il secondo passaggio sul Waseberg, ad opera di Sep Vanmarcke (Belkin) sul quale si sono riportati da subito Ian Stannard (Team Sky), Niki Terpstra (Omega-QuickStep) e Wouter Mol (Vacansoleil) e, nel successivo tratto pianeggiante, al termine di una rincorsa durata qualche chilometro si sono aggiunti anche il trentino Cesare Benedetti (NetApp-Endura) e il veronese Daniele Pietropolli (Lampre-Merida) insieme a Jon Izagirre (Euskaltel), Michael Albasini (Orica-GreenEdge) e Tim Wellens (Lotto-Belisol). Ad eccezione del belga, che si è mantenuto sempre a ruota per favorire il rientro di Greipel, questi atleti hanno proceduto di comune accordo fino all’ultima ascesa del Waseberg dove un Terpstra che già si era visto in possesso di un’eccellente condizione all’Eneco Tour ha fatto il vuoto ma anche l’olandese, a 7 km dal traguardo, ha dovuto arrendersi al ritorno del gruppo, nel quale Pozzato si è reso protagonista di una bella trenata in salita prima che riprendessero in mano la situazione le formazioni degli sprinter, tra le quali la Cannondale di Elia Viviani, molto attiva in questo frangente.
Inevitabile, dunque, la volata con Katusha, Fdj, Lotto-Belisol che si sono alternate al comando ma il primo a lanciarsi è stato Degenkolb con alla ruota Greipel e Viviani. Malgrado la sua azione apparisse un po’ troppo anticipata il 24enne di Gera ha avuto la potenza necessaria per resistere, sia pure di un soffio, al ritorno del più quotato connazionale e andare a cogliere il suo secondo successo di una stagione fin qui non esaltante (a differenza di quella passata quando, proprio in questo periodo dell’anno, aveva colto ben 5 vittorie di tappa alla Vuelta) nella quale ha tagliato il traguardo davanti a tutti, e peraltro in circostanze fortunose, solo nella tappa di Matera del Giro d’Italia. A Degenkolb spetta inoltre l’onore di essere il terzo tedesco della storia ad imporsi ad Amburgo dopo i due colossi del ciclismo teutonico degli ultimi anni Jan Ullrich ed Erik Zabel. Dal canto suo Greipel ha dovuto accontentarsi della seconda piazza d’onore e del terzo podio dopo il 3° posto del 2011 senza riuscire a vincere e Viviani non ha trovato lo spunto necessario negli ultimi metri ed è scivolato in una comunque positiva 5a posizione alle spalle di Kristoff e Rojas e davanti a Van Poppel, Nikolas Maes (Omega-QuickStep), Hushovd, Matti Breschel (Saxo-Tinkoff) e un deludente Démare, solo 10°. Poca gloria per gli altri azzurri con Manuel Belletti (Ag2r), Nizzolo e Ferari che hanno chiuso rispettivamente 12°, 13° e 18°.

Marco Salonna

25-08-2013

agosto 26, 2013 by Redazione  
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VUELTA A ESPAÑA

L’irlandese Nicolas Roche (Team Saxo – Tinkoff) si è imposto nella seconda tappa, Pontevedra – Baiona (Alto do Monte da Groba), percorrendo 177,7 Km in 4h37′09″, alla media di 38,470 Km/h. Ha preceduto di 2″ lo spagnolo Moreno Fernández e di 6″ l’italiano Domenico Pozzovivo (AG2R La Mondiale). L’italiano Vincenzo Nibali (Astana Pro Team) è il nuovo leader della classifica con 8″ su Roche e 10″ sullo spagnolo Zubeldia Agirre.

VATTENFALL CYCLASSICS

Il tedesco John Degenkolb (Team Argos – Shimano) si è imposto nella classica tedesca, circuito di Amburgo, percorrendo 246 Km in 5h45′15″, alla media di 42,751 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Greipel e il norvegese Kristoff. Miglior italiano Elia Viviani (Cannondale Pro Cycling Team), 5°

USA PRO CHALLENGE

Lo slovacco Peter Sagan (Cannondale Pro Cycling Team) si è imposto anche nella settima ed ultima tappa, circuito di Denver, percorrendo 117,2 Km in 2h27′15″, alla media di 47,755 Km/h. Ha preceduto allo sprint il canadese Anderson e l’italiano Alessandro Bazzana (UnitedHealthcare Presented by Maxxis). In classifica si impone lo statunitense Tejay Van Garderen (BMC Racing Team) con 1′30″ sull’elvetico Frank e 1′42″ sullo statunitense Danielson. Miglior italiano Damiano Caruso (Cannondale Pro Cycling Team), 14° a 4′32″

TOUR DE L’AVENIR (per nazionali)

L’australiano Caleb Ewan si è imposto nel prima tappa, Louhans – Arbois, percorrendo 145,8 Km in 3h20′19″, alla media di 43,671 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Zabel e il francese Alaphilippe. Miglior italiano Davide Martinelli, 7°.
Il francese Alexis Gougeard è ancora leader della classifica, con 4″ su Alaphilippe e 6″ sul russo Manakov. Miglior italiano Davide Martinelli, 13° a 10″.

CHÂTEAUROUX CLASSIC DE L’INDRE
Il francese Bryan Coquard (Tem Europcar) si è imposto nella corsa francese, Le Poinçonnet – Châteauroux, percorrendo 200,4 Km in 4h49′17″, alla media di 41,564 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Mattia Gavazzi (Androni Giocattoli – Venezuela) e Francesco Chicchi (Vini Fantini – Selle Italia).

BALTIC CHAIN TOUR (Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania)

Il lettone Andris Smirnovs (Rietumu – Delfin) si è imposto nella sesta e ultima tappa, Utena – Vilnius, percorrendo 146 Km in 3h15′10″ alla media di 44,885 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Liepins e l’ucraino Metlushenko. In classifica si impone il tedesco Philipp Walsleben (BKCP – Powerplus) con 2″ sul russo Savitskiy e 25″ sul lituano Savickas.

MEMORIAL PIGONI COLI (dilettanti)

L’italiano Alberto Nardin (Asd Monviso – Venezia) si è imposto nella corsa italiana, circuito di Massa, percorrendo 176 Km in 4h15′27″, alla media di 41,339 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo svedese Magnusson e l’italiano Alessio Taliani (Futura Team Matricardi)

ROCHE ANTICIPA I BIG, NIBALI IN ROSSO

agosto 25, 2013 by Redazione  
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L’irlandese si avvantaggia nell’ultimo chilometro e mezzo insieme a Konig, Moreno e Pozzovivo, regolando tutti nel finale. Restano coperti i favoriti, con Valverde e Rodriguez che riescono a rosicchiare 2’’ sugli avversari negli ultimi metri. Crollano Sanchez, Henao e l’ex capoclassifica Brajkovic, che cede la maglia rossa a Vincenzo Nibali. Domani altro arrivo in salita, a Mirador de Lobeira.

Foto copertina: Nicolas Roche urla la sua gioia sul traguardo (foto AFP)

È durato meno di ventiquattro ore il regno in rosso di Janez Brajkovic, omaggiato dai compagni della prima maglia di leader al termine della cronosquadre di ieri, poco prima di annunciare l’intenzione di cambiare casacca nella prossima stagione. Già apparso affaticato sulle prime rampe, lo sloveno ha onorato le insegne del primato tenendo duro fino ai 2 km conclusivi, per poi cedere 51’’ al vincitore di tappa.
Vincitore che risponde al nome di Nicolas Roche, sulla carta terza punta di una Saxo forte di Kreuziger e Majka, ma più brillante di tutti in occasione del primo test della Vuelta. Quando Leopold Konig ha aperto le ostilità nel gruppo dei migliori, a 1400 metri dal traguardo, Roche è stato il primo a reagire, imitato poco dopo da Daniel Moreno e Domenico Pozzovivo. Il lucano – partito a fari spenti, in ombra per la presenza in Spagna di Nibali, Basso e Scarponi – ha dato ad un tratto l’impressione di poter piazzare il colpaccio, ma il suo allungo ai 500 metri dall’arrivo ha trovato la risposta di Roche prima e di Moreno poi. L’irlandese ha difeso fino in fondo la manciata di metri guadagnata sull’iberico al momento dello scatto, conquistando il primo successo in carriera in una grande corsa a tappe, seguito a 2’’ da Moreno e a 6’’ da Pozzovivo. Konig, 4° a 11’’, ha resistito a stento al rientro del drappello dei favoriti, regolato da Valverde, su Ulissi e Rodriguez.
I tre hanno leggermente allungato nelle ultime pedalate, scavando un solco di 2’’ rispetto ai diretti rivali, inclusi un buon Basso e un Nibali rimasto al coperto. Bottino molto magro per i due spagnoli, che contavano su tappe come quella odierna per rosicchiare secondi – soprattutto tramite abbuoni -, ed in particolare per Valverde, che ha schierato al comando per tutta la salita la sua Movistar, incredibilmente scomparsa dalla testa nel momento cruciale.
Il quasi nulla di fatto nello scontro con gli avversari, unito alle difficoltà di Brajkovic, ha consegnato la testa della generale a Nibali, ora seguito da Roche (+8’’), dal trio Radioshack Zubeldia – Horner – Kiserlovski (+10’’) e da Rigoberto Uran (+22’’). Quest’ultimo ha potuto approfittare del crollo di Sergio Henao, naufragato a 2’41’’, per guadagnarsi i gradi di capitano Sky, come già avvenuto al Giro d’Italia, allora a scapito di Wiggins. Sorte analoga a quella di Nieve, divenuto leader Euskaltel in virtù del crollo di Sanchez, Anton e Landa.
In una Vuelta con arrivi in salita più numerosi di quelli piatti, già domani sarà il momento del secondo traguardo all’insù, sul pur non proibitivo Mirador de Lobeira. Probabile che la Astana non si danni l’anima per neutralizzare eventuali tentativi da lontano, come d’altro canto già sperimentato oggi. Soltanto l’entrata in scena di Lampre e Movistar ha infatti negato la gloria di giornata a Greg Henderson, Alex Rasmussen e Francisco Javier Aramendia, evasi al chilometro zero, ai quali i kazaki avrebbero volentieri concesso di raccogliere gli abbuoni in palio.
Se anche domani qualcuno dovesse farsi carico di annullare la fuga, è probabile che la tappa si risolva in una questione fra uomini da classiche; scenario molto gradito ai padroni di casa, che riproveranno con ogni probabilità ad attuare il piano sfumato quest’oggi.

Matteo Novarini

VAIL, TERRA DI VAN GARDEREN

agosto 25, 2013 by Redazione  
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Nella cronoscalata al Vail Pass, valida come quinta tappa dello USA Pro Challenge, il successo sorride ad un fortissimo Tejay Van Garderen (BMC) che sui 17 chilometri della prova distanzia di 4 secondi il connazionale Andrew Talanski (Garmin-Sharp) e di 1′02” un altro uomo-Garmin, ovvero Thomas Danielson.
Conseguenza della vittoria di Tejay nella tappa è l’ulteriore allungo in classifica generale, nella quale lascia a 1′30” il compagno di squadra Mathias Frank.

Foto copertina: Van Garderen sbaraglia la concorrenza nella cronoscalata del Vail Pass (foto Bettini)

Dopo la tappa di ieri dalla quale era uscito come il più forte, nonostante abbia vinto Javier Acevedo, e con la maglia di leader già praticamente in tasca, oggi Van Garderen, in teoria, avrebbe dovuto limitarsi a controllare la situazione, correndo sui tempi degli avversari. Alcune volte, però, è meglio non fidarsi della teoria ed essere molto più pratici e cinici, così da eludere possibili dubbi ed episodi sfortunati. Il concetto non è sicuramente sfuggito a Tejay, che nella tappa odierna lo ha reso pratica, esprimendo un ritmo molto elevato, tanto da lasciare i principali rivali in classifica a più di un minuto.
Vittima inerme della performance di Van Garderen è stato Andrew Talanski, che nei scorsi giorni si era evidentemente lasciato staccare per conservare energie preziose proprio in vista della cronoscalata odierna, visto che prima della prova di oggi era posizionato in 48esima piazza a più di 17 minuti dalla leadership. Purtroppo per lui sulla sua strada ha incontrato un incontenibile Tejay Van Garderen.
Ricapitolando, Van Garderen ha coperto i 16 chilometri della prova, su un percorso sì in salita ma contraddistinto da pendenze molto dolci, in 25′01”, distanziando di 4 spiccioli secondi Andrew Talanski, di 1′02” Thomas Danielson, di 1′04″ Steve Cummings (BMC), di 1′12” Laurent Warbasse (BMC), di 1′16” Tobias Ludvigsson (Argos-Shimano), di 1′16” Kanstantin Siutsou (Team Sky) e di 1′17” l’ex leader della corsa Lachlan David Morton (Garmin-Sharp).
In classifica generale fugge letteralmente Van Garderen, che ora può disporre di un vantaggio 1′30” sul compagno di squadra Frank, e di 1′42 su Danielson, mentre crolla a 2′10” il colombiano Acevedo (oggi giunto in 13esima posizione), riuscendo comunque a conservare la quarta piazza della generale.

Paolo Terzi

24-08-2013

agosto 25, 2013 by Redazione  
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VUELTA A ESPAÑA

Il team kazako Astana Pro Team si è imposto nella prima tappa, cronosquadre Vilanova de Arousa – Sanxenxo, percorrendo 27,4 Km in 29′59″, alla media di 54,830 Km/h. Ha preceduto di 10″ il team lussemburghese RadioShack – Leopard e di 16″ il team belga Omega Pharma – Quick Step. Due formazioni italiane al via: Lampre – Merida 11° a 56″, Cannondale Pro Cycling Team 17° a 1′26″. Lo sloveno Janez Brajkovic (Astana Pro Team) è il primo leader della classifica con lo stessso tempo degli italiani compagni di squadra Vincenzo Nibali e Paolo Tiralongo.

USA PRO CHALLENGE

Lo slovacco Peter Sagan (Cannondale Pro Cycling Team) si è imposto nella sesta tappa, Loveland – Fort Collins, percorrendo 185,4 Km in 4h01′33″, alla media di 46,052 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo sloveno Mezgec e il belga Van Avermaet. Miglior italiano Alessandro Bazzana (UnitedHealthcare Presented by Maxxis), 5°. Lo statunitense Tejay Van Garderen (BMC Racing Team) è ancora leader della classifica con 1′30″ sull’elvetico Frank e 1′42″ sullo statunitense Danielson. Miglior italiano Damiano Caruso (Cannondale Pro Cycling Team), 14° a 4′32″

TOUR DE L’AVENIR (per nazionali)

Il francese Alexis Gougeard si è imposto nel prologo, circuito di Louhans, percorrendo 5,1 Km in 6′05″, alla media di 50,301 Km/h. Ha preceduto di 4″ il danese Norman Hansen e il francese Alaphilippe. Miglior italiano Davide Martinelli, 16° a 10″.

BALTIC CHAIN TOUR (Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania)

L’estone Mikhel Räim (Amore & Vita) si è imposto nella quinta tappa, Panevezys – Utena, percorrendo 154,1 Km in 3h23′18″ alla media di 45,480 Km/h. Ha preceduto allo sprint il bielorusso Papok e il russo Pokidov. Il tedesco Philipp Walsleben (BKCP – Powerplus) è il nuovo leader della classifica con 2″ sul russo Savitskiy e 22″ sul lituano Savickas.

GP COLLI ROVESCALESI (dilettanti)

L’italiano Andrea Zordan (Zalf Euromobil Désirée Fior) si è imposto nella corsa italiana, circuito di Rovescala, percorrendo 155,7 Km in 3h44′43″, alla media di 41,572 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Niccolò Bonifazio (Viris Maserati) e Paolo Colonna (Team Colpack). A tagliare per primo il traguardo era stato l’italiano Alberto Bettiol (Mastromarco), retrocesso dalla giura per sprint irregolare.

ASTANA SUPER: PRIMA ROJA A BRAJKOVIC

agosto 24, 2013 by Redazione  
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La formazione di Vincenzo Nibali vince la cronosquadre inaugurale della Vuelta e regala subito al siciliano un buon margine sui diretti rivali: Henao cede 22’’, Valverde 29’’, Kreuziger 32’’, Rodriguez addirittura 59’’. Malissimo la Cannondale di Basso, staccata di 1’26’’. La prima maglia rossa va a Janez Brajkovic, primo Astana a tagliare il traguardo. Salgono sul podio Radioshack e Omega, trascinate dalle grandi prestazioni di Fabian Cancellara e Tony Martin.

Foto copertina: La Astana impegnata nella cronosquadre (foto Roberto Bettini)

Vincenzo Nibali non ha perso tempo nel reclamare il ruolo di favorito della Vuelta 2013: sono bastati i 27 km della cronosquadre d’apertura, da Vilanova de Arousa a Sanxenxo, per consentire al siciliano di mettere da parte mezzo minuto su Valverde e uno quasi tondo – 59’’ per l’esattezza – su Purito Rodriguez, gli avversari più temuti. Merito della Astana extra-lusso messagli a disposizione da Vinokourov, capace di piegare Radioshack e Omega, lanciate sul podio dalle prove di forza di Fabian Cancellara e Tony Martin.
I campioni del mondo di specialità, pilotati dal tedesco, sono stati i primi a porre una seria candidatura al successo di tappa, battendo per 19’’ il tempo di 30.34 fissato dalla Netapp, prima squadra a prendere il via. Martin, transitato per primo sul traguardo, ha cullato a lungo il sogno della maglia rossa, forte soprattutto del tempo fatto registrare nel primo settore, rimasto imbattuto fino al termine.
La diversa conformazione della seconda parte di gara, unita forse ad un leggero mutamento del vento, ha però vanificato la superiorità dei belgi nella sezione iniziale: la rimonta della Saxo Bank, capace di ridurre il distacco dai 18’’ del primo intermedio ai 9’’ del secondo, ha preannunciato quanto sarebbe poi riuscita a fare la Radioshack, transitata con 14’’ di ritardo al rilevamento dei 9.2 km, ma portatasi ad appena 2’’ a quello dei 20 km. Gli straordinari di Cancellara hanno consentito al team di Andy Schleck, costretto però in Spagna a far affidamento su Kiserlovski e sui nonni Horner e Zubeldia, di completare il sorpasso, fissando il nuovo tempo da battere a 30.09.
Soltanto le squadre dei tre principali favoriti dovevano ancora tagliare il traguardo, ma già il gran tempo della Astana al primo intermedio, di soli 4’’ superiore a quello della Omega, frenava la gioia del tre volte vincitore della Parigi – Roubaix, virtualmente in rosso.
La Katusha, terzultima ad arrivare, ha cominciato più piano del previsto, e la prematura perdita di quattro dei nove effettivi, staccatisi prima di metà gara, ha mandato in fumo qualsiasi proposito di rimonta. Meglio ha saputo fare la Movistar, pur calata dopo un avvio forse troppo bellicoso. Purito e Balaverde hanno così ceduto 49’’ e 19’’ rispettivamente, tagliando il traguardo già con la consapevolezza che il bilancio si sarebbe aggravato con l’arrivo di Nibali e compagni.
Già al comando dopo 20 km, il trenino azzurro ha incrementato ulteriormente il vantaggio nell’ultimo quarto di gara, consegnando a Janez Brajkovic le insegne del primato, e rimpinguando il vantaggio anche su tutti gli altri possibili rivali in classifica generale: Henao e Uran hanno concesso allo Squalo 22’’, Kreuziger 32’’, Mollema 49’’, Samuel Sanchez 1’14’’. Fra gli altri italiani, pesante ma preventivabile il passivo di Michele Scarponi, attardato di 56’’, mentre rasenta il disastroso il minuto e 26’’ lasciato per strada da Ivan Basso, non giustificabile con una squadra più orientata verso la montagna.
Proprio quest’ultima farà il suo ingresso in scena domani, con il traguardo ai 630 metri dell’Alto Do Monte Da Groba. Pur arrivando a malapena a raggiungere in un solo passaggio una pendenza in doppia cifra, l’ascesa è meno abbordabile di quanto la quota collinare lasci immaginare: 11 km al 5,6% di media, 10% di massima e ultimi 2 km sempre oltre il 7%. Sarebbe folle attendersi distacchi abissali tra i favoriti, ma il menù dovrebbe essere sufficiente a stuzzicare alcuni dei (molti) delusi di oggi; a cominciare dalla pattuglia spagnola, messa sotto pressione dall’avvio a razzo di un Nibali, a sua volta chiamato a fugare i dubbi sulle sue reali condizioni di forma. Tutte domande che potrebbero trovare risposte già nel secondo giorno di gara.

Matteo Novarini

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