INFINITO HORNER: TAPPA E MAGLIA A 41 ANNI

agosto 26, 2013
Categoria: News

L’americano vince in solitaria la terza tappa della Vuelta, precedendo di 3’’ Valverde e Rodriguez, e sfila la maglia rossa dalle spalle di Vincenzo Nibali. Un ottimo Scarponi tiene la ruota dei due spagnoli, mentre Basso e Nibali concedono inizialmente 3’’, poi abbuonati dalla giuria. Bella azione nel finale di Ivan Santaromita, raggiunto da Horner all’ultimo chilometro.

Foto copertina: l’esultanza di Chris Horner al termine della terza tappa (foto AFP)

Terza tappa e terzo leader diverso: dopo Janez Brajkovic e Vincenzo Nibali, è Chris Horner a vestirsi di rosso sul Mirador de Lobeira, grazie ad un’azione non troppo dissimile da quella che ieri aveva incoronato Nicolas Roche. Una vittoria che sa quasi di premio alla carriera per il nonno del gruppo, che, in assenza di compagni di squadra ingombranti come quelli con cui ha spesso dovuto coesistere in passato, può tuttavia nutrire ambizioni di classifica: i 36 anni di Zubeldia sembrano pesare più dei quasi 42 dello yankee, mentre né Busche né Kiserlovski sembrano dare sufficienti garanzie come uomini da tre settimane.
Prima di giungere all’azione risolutiva, la tappa era stata a lungo caratterizzata dalla fuga di Luca Lodi, Vicente Reynes, Fabricio Ferrari, Cyril Bessy e Pablo Urtasun, ai quali il plotone non ha mai concesso però più di 5’ e spiccioli. Decisamente troppo poco per autorizzare illusioni, benché la Astana vedesse probabilmente di buon grado la riuscita di un tentativo da lontano, per togliere abbuoni ai rivali di Nibali e cedere l’onere del primato ad atleti di seconda fascia. BMC e Omega Pharma-Quickstep si sono invece sobbarcate larga parte dell’inseguimento, trovando nella seconda fase di tappa il supporto di una pattuglia Katusha.
Il ricongiungimento, inevitabile ormai da diversi chilometri, è stato anticipato dal parapiglia scoppiato ad una quarantina di chilometri dal traguardo, allorché una doppia caduta e un forte vento laterale hanno sbriciolato il plotone. Movistar, Astana e Katusha hanno provato ad approfittare, sia pur con convinzione altalenante, dei secondi persi – fra gli altri – da Mollema, Nieve e Pozzovivo, rinunciando però all’offensiva nei 20 km finali, fino a consentire un ricompattamento generale.
La Cannondale, in un revival del Giro 2012, ha pilotato a ritmi inutilmente infernali il gruppo fino ai piedi dell’ascesa finale, dove ha ceduto la testa a Orica e Vacansoleil. A poco meno di 3 km dal traguardo, in largo anticipo su quanto il buon senso suggerisse, Flecha ha dato il via alla battaglia, esaurendo però in poche pedalate la propria verve; alcune centinaia di metri, e accanto allo spagnolo è sfrecciata la sagoma tricolore di Ivan Santaromita, capace di involarsi da solo e di dare per un buon tratto l’impressione di potercela fare.
Dopo un chilometro abbondante di melina, con un paio di timidi contrattacchi a vuoto e i favoriti intenti a marcarsi, è stato la volta dell’affondo di Horner, apparso vincente sin dai primi colpi di pedale. Santaromita, divorato dall’acido lattico, non ha potuto nemmeno provare ad accodarsi, mentre Valverde aspettava ancora una volta un attimo di troppo per entrare in azione, dovendosi accontentare di una piazza d’onore non priva di rimpianti, con 3’’ di ritardo.
L’Embatido – così come Rodriguez, 3° all’arrivo – può comunque consolarsi pensando al confronto diretto con Nibali: in scia ai due spagnoli sono infatti giunti Uran, Martin, Mollema e un ottimo Scarponi, mentre il siciliano – insieme a Zubeldia, Roche, Basso, Majka e Moreno – si è visto inizialmente appioppare tre secondi di distacco per un leggero (e opinabile) buco – ai quali si aggiungono i sei e quattro d’abbuono per i gradini più bassi del podio – successivamente annullato dala giuria. Briciole, senza dubbio, utili però a dare morale alla truppa dei padroni di casa, dopo la scoppola a tradimento rimediata nella cronosquadre.
La nuova generale, alla vigilia di una frazione sulla carta più tranquilla, ma comunque animata dal terzo arrivo all’insù in fila, vede così Horner precedere Nibali di 3’’, Roche di 11’’, Zubeldia di 13’’ e Kiserlovski di 23’’. Valverde è 6°, staccato di 24’’, appena davanti a Uran (+25’’), mentre Rodriguez naviga in 18a piazza, a 56’’ dal leader. Scarponi e Basso, zavorrati dalla prima tappa, pagano 1’12’’ e 1’29’’, ma negli ultimi due giorni hanno offerto più di una ragione di ottimismo.
Difficile ipotizzare per domani un altro cambio della guardia in vetta, a meno che la Radioshack non provi a cedere deliberatamente il comando. Scenario improbabile, anche perché i 2 km dell’ascesa finale potrebbero indurre più di una squadra ad imbavagliare la corsa.

Matteo Novarini

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