DEGENKOLB RISORGE AD AMBURGO

agosto 26, 2013
Categoria: News

Il 24enne di Gera, autore fin qui di una stagione al di sotto delle attese, si impone nella Vattenfall Cyclassic, terzo tedesco nella storia dopo Jan Ullrich ed Erik Zabel, battendo allo sprint il più quotato connazionale André Greipel e il norvegese Alexander Kristoff. Diversi italiani in evidenza lungo il percorso ma il solo Elia Viviani disputa una volata di alto livello chiudendo al 5° posto.

Foto copertina: il tedesco Degenkolb ottiene la sua più bella affermazione stagionale sulle strade di casa (foto Bettini)

La 18a edizione della Vattenfall Cyclassics, nota in precedenza semplicemente come Gp di Amburgo e divenuta la principale corsa di un giorno del calendario tedesco da quando fu inserita nell’allora Coppa del Mondo, si è disputata lungo un percorso di 246 km caratterizzato dal tradizionale circuito all’interno della città anseatica comprendente il secco, ma lungo soli 800 metri, strappo del Waseberg, da scalare per tre volte, l’ultima delle quali ai -15 dal traguardo, posto a sua volta al termine di un chilometro quasi tutto in lieve ascesa con gli ultimi 100 metri pianeggianti. Nelle ultime stagioni, se si eccettua quello del 2007 quando a vincere fu Alessandro Ballan (ultimo italiano peraltro a riuscire nell’impresa) con un’azione da finisseur, a farla da padrone sono sempre stati i velocisti che si sono presentati al via in massa anche in quest’edizione, a partire dai favoriti della vigilia Arnaud Démare (Fdj) e André Greipel (Lotto-Belisol), primo e secondo nel 2012, passando per Bernhard Eisel (Team Sky), José Joaquín Rojas (Movistar), Alexander Kristoff (Katusha), Thor Hushovd (Bmc) Matthew Goss (Orica-GreenEdge), John Degenkolb (Argos-Shimano), Boy Van Poppel (Vacansoleil) e Gerald Ciolek (Mtn Khubeka), mentre in casa Italia le fiches erano puntate su Giacomo Nizzolo (Radioshack), 3° un anno fa, Jacopo Guarnieri (Astana), Daniele Bennati (Saxo-Tinkoff), Alessandro Petacchi (Omega-QuickStep), Elia Viviani (Cannondale) e Roberto Ferrari (Lampre-Merida) in caso di conclusione allo sprint e su Enrico Gasparotto e Francesco Gavazzi (Astana), Daniel Oss e Manuel Quinziato (Bmc), Moreno Moser (Cannondale), al rientro dopo un’influenza che l’ha costretto al ritiro all’Eneco Tour, e Filippo Pozzato (Lampre-Merida), vittorioso ad Amburgo nel 2005 e reduce dal successo alla Coppa Agostoni, in caso di soluzione anticipata.
La corsa è vissuta a lungo sulla fuga di Garikoitz Bravo (Euskaltel Euskadi), Julian Kern (AG2R La Mondiale), Michael Schwarzmann (NetApp-Endura) e Jonas Aaen Jørgensen (Saxo-Tinkoff) che, strada facendo, ha distanziato i compagni d’avventura, andati in avanscoperta subito dopo l’abbassamento della bandierina, e che hanno avuto un margine massimo di 7′ su un gruppo nel quale le formazioni più attive all’inseguimento sono state la Lotto-Belisol di Greipel, la Bmc di Hushovd e la Garmin-Sharp di Robert Hunter, capitano di giornata in virtù dell’assenza del due volte vincitore ad Amburgo Tyler Farrar, impegnato alla Vuelta. In vista del ricongiungimento è partita la corsa vera; ai -65 dal traguardo ha preso il largo un nutrito drappello comprendente Michal Kwiatkowski e Michal Golas (Omega-QuickStep), Yoann Offredo (Fdj), Mathew Hayman (Team Sky), Simone Ponzi (Astana), Michel Koch (Cannondale), Adriano Malori (Lampre-Merida), Jens Keukeleire (Orica-GreenEdge), Koen De Kort (Argos-Shimano) e Marco Marcato (Vacansoleil), che hanno via via riassorbito i fuggitivi della prima ora, ma il gruppo non ha lasciato spazio così come è durato non più di una decina di chilometri il successivo tentativo portato avanti dal vicentino Manuele Boaro (Saxo-Tinkoff) in compagnia di Rick Flens (Team Belkin).
L’azione più pericolosa è nata a 30 km dal traguardo, in coincidenza con il secondo passaggio sul Waseberg, ad opera di Sep Vanmarcke (Belkin) sul quale si sono riportati da subito Ian Stannard (Team Sky), Niki Terpstra (Omega-QuickStep) e Wouter Mol (Vacansoleil) e, nel successivo tratto pianeggiante, al termine di una rincorsa durata qualche chilometro si sono aggiunti anche il trentino Cesare Benedetti (NetApp-Endura) e il veronese Daniele Pietropolli (Lampre-Merida) insieme a Jon Izagirre (Euskaltel), Michael Albasini (Orica-GreenEdge) e Tim Wellens (Lotto-Belisol). Ad eccezione del belga, che si è mantenuto sempre a ruota per favorire il rientro di Greipel, questi atleti hanno proceduto di comune accordo fino all’ultima ascesa del Waseberg dove un Terpstra che già si era visto in possesso di un’eccellente condizione all’Eneco Tour ha fatto il vuoto ma anche l’olandese, a 7 km dal traguardo, ha dovuto arrendersi al ritorno del gruppo, nel quale Pozzato si è reso protagonista di una bella trenata in salita prima che riprendessero in mano la situazione le formazioni degli sprinter, tra le quali la Cannondale di Elia Viviani, molto attiva in questo frangente.
Inevitabile, dunque, la volata con Katusha, Fdj, Lotto-Belisol che si sono alternate al comando ma il primo a lanciarsi è stato Degenkolb con alla ruota Greipel e Viviani. Malgrado la sua azione apparisse un po’ troppo anticipata il 24enne di Gera ha avuto la potenza necessaria per resistere, sia pure di un soffio, al ritorno del più quotato connazionale e andare a cogliere il suo secondo successo di una stagione fin qui non esaltante (a differenza di quella passata quando, proprio in questo periodo dell’anno, aveva colto ben 5 vittorie di tappa alla Vuelta) nella quale ha tagliato il traguardo davanti a tutti, e peraltro in circostanze fortunose, solo nella tappa di Matera del Giro d’Italia. A Degenkolb spetta inoltre l’onore di essere il terzo tedesco della storia ad imporsi ad Amburgo dopo i due colossi del ciclismo teutonico degli ultimi anni Jan Ullrich ed Erik Zabel. Dal canto suo Greipel ha dovuto accontentarsi della seconda piazza d’onore e del terzo podio dopo il 3° posto del 2011 senza riuscire a vincere e Viviani non ha trovato lo spunto necessario negli ultimi metri ed è scivolato in una comunque positiva 5a posizione alle spalle di Kristoff e Rojas e davanti a Van Poppel, Nikolas Maes (Omega-QuickStep), Hushovd, Matti Breschel (Saxo-Tinkoff) e un deludente Démare, solo 10°. Poca gloria per gli altri azzurri con Manuel Belletti (Ag2r), Nizzolo e Ferari che hanno chiuso rispettivamente 12°, 13° e 18°.

Marco Salonna

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