ASTANA SUPER: PRIMA ROJA A BRAJKOVIC

agosto 24, 2013
Categoria: News

La formazione di Vincenzo Nibali vince la cronosquadre inaugurale della Vuelta e regala subito al siciliano un buon margine sui diretti rivali: Henao cede 22’’, Valverde 29’’, Kreuziger 32’’, Rodriguez addirittura 59’’. Malissimo la Cannondale di Basso, staccata di 1’26’’. La prima maglia rossa va a Janez Brajkovic, primo Astana a tagliare il traguardo. Salgono sul podio Radioshack e Omega, trascinate dalle grandi prestazioni di Fabian Cancellara e Tony Martin.

Foto copertina: La Astana impegnata nella cronosquadre (foto Roberto Bettini)

Vincenzo Nibali non ha perso tempo nel reclamare il ruolo di favorito della Vuelta 2013: sono bastati i 27 km della cronosquadre d’apertura, da Vilanova de Arousa a Sanxenxo, per consentire al siciliano di mettere da parte mezzo minuto su Valverde e uno quasi tondo – 59’’ per l’esattezza – su Purito Rodriguez, gli avversari più temuti. Merito della Astana extra-lusso messagli a disposizione da Vinokourov, capace di piegare Radioshack e Omega, lanciate sul podio dalle prove di forza di Fabian Cancellara e Tony Martin.
I campioni del mondo di specialità, pilotati dal tedesco, sono stati i primi a porre una seria candidatura al successo di tappa, battendo per 19’’ il tempo di 30.34 fissato dalla Netapp, prima squadra a prendere il via. Martin, transitato per primo sul traguardo, ha cullato a lungo il sogno della maglia rossa, forte soprattutto del tempo fatto registrare nel primo settore, rimasto imbattuto fino al termine.
La diversa conformazione della seconda parte di gara, unita forse ad un leggero mutamento del vento, ha però vanificato la superiorità dei belgi nella sezione iniziale: la rimonta della Saxo Bank, capace di ridurre il distacco dai 18’’ del primo intermedio ai 9’’ del secondo, ha preannunciato quanto sarebbe poi riuscita a fare la Radioshack, transitata con 14’’ di ritardo al rilevamento dei 9.2 km, ma portatasi ad appena 2’’ a quello dei 20 km. Gli straordinari di Cancellara hanno consentito al team di Andy Schleck, costretto però in Spagna a far affidamento su Kiserlovski e sui nonni Horner e Zubeldia, di completare il sorpasso, fissando il nuovo tempo da battere a 30.09.
Soltanto le squadre dei tre principali favoriti dovevano ancora tagliare il traguardo, ma già il gran tempo della Astana al primo intermedio, di soli 4’’ superiore a quello della Omega, frenava la gioia del tre volte vincitore della Parigi – Roubaix, virtualmente in rosso.
La Katusha, terzultima ad arrivare, ha cominciato più piano del previsto, e la prematura perdita di quattro dei nove effettivi, staccatisi prima di metà gara, ha mandato in fumo qualsiasi proposito di rimonta. Meglio ha saputo fare la Movistar, pur calata dopo un avvio forse troppo bellicoso. Purito e Balaverde hanno così ceduto 49’’ e 19’’ rispettivamente, tagliando il traguardo già con la consapevolezza che il bilancio si sarebbe aggravato con l’arrivo di Nibali e compagni.
Già al comando dopo 20 km, il trenino azzurro ha incrementato ulteriormente il vantaggio nell’ultimo quarto di gara, consegnando a Janez Brajkovic le insegne del primato, e rimpinguando il vantaggio anche su tutti gli altri possibili rivali in classifica generale: Henao e Uran hanno concesso allo Squalo 22’’, Kreuziger 32’’, Mollema 49’’, Samuel Sanchez 1’14’’. Fra gli altri italiani, pesante ma preventivabile il passivo di Michele Scarponi, attardato di 56’’, mentre rasenta il disastroso il minuto e 26’’ lasciato per strada da Ivan Basso, non giustificabile con una squadra più orientata verso la montagna.
Proprio quest’ultima farà il suo ingresso in scena domani, con il traguardo ai 630 metri dell’Alto Do Monte Da Groba. Pur arrivando a malapena a raggiungere in un solo passaggio una pendenza in doppia cifra, l’ascesa è meno abbordabile di quanto la quota collinare lasci immaginare: 11 km al 5,6% di media, 10% di massima e ultimi 2 km sempre oltre il 7%. Sarebbe folle attendersi distacchi abissali tra i favoriti, ma il menù dovrebbe essere sufficiente a stuzzicare alcuni dei (molti) delusi di oggi; a cominciare dalla pattuglia spagnola, messa sotto pressione dall’avvio a razzo di un Nibali, a sua volta chiamato a fugare i dubbi sulle sue reali condizioni di forma. Tutte domande che potrebbero trovare risposte già nel secondo giorno di gara.

Matteo Novarini

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