LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): STUPINIGI (Nichelino) – NOVARA
maggio 9, 2021 by Redazione
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Dopo la cronometro d’apertura entrano in scena in velocisti, chiamata a calcare le assi del palcoscenico di Novara. Finale insidioso con qualche curva che merita attenzione
Il secondo atto in terra di Piemonte del Giro 2021 offrirà il palcoscenico per la prima volta ai velocisti, che in questa edizione della corsa avranno a loro disposizione cinque, massimo sei traguardi in tutto. La prima esibizione destinata ai virtuosi dei finali a 70 Km/h orari arriverà al termine di una frazione che si snoderà tra la spettacolare Palazzina di Caccia di Stupinigi e Novara iniziando con una settantina di chilometri pianeggianti disegnati a sud del capoluogo piemontese, tratto nel quale si toccherà anche il centro di Santena rendendo così omaggio alla figura del conte di Cavour Camillo Benso, uno dei fautori dell’Unità d’Italia, nel secondo centenario della sua morte. Seguirà la “gentile” traversata del Monferrato, circa 40 Km di morbidissime ondulazioni prive di pendenze cattive dove si andranno ad assegnare i primi punti della classifica degli scalatori in cima alla breve salitella di Montechiaro d’Asti, poco meno di 2 Km inclinati al 5.5%. Si riguadagnerà definitivamente la pianura quando al traguardo mancheranno circa 70 Km, poco prima d’affrontare nella zona delle risaie del vercellese uno dei tratti più intensi di questa frazione perché nel volgere di 15 Km si succederanno i due tradizionali traguardi volanti giornalieri: succulento si annuncia in particolare il secondo, perché a Vercelli saranno messi in palio anche secondi d’abbuono validi per la classifica generale e qualche corridore che punta a far bene nella prima parte del Giro potrebbe lanciarsi nella mischia. Per quanto riguarda la terza ed ultima volata di giornata, quella che andrà in scena in Viale Kennedy a Novara, bisognerà fare attenzione alle insidie che caratterizzano l’ultimo chilometro, introdotto da una breve rampetta proprio all’altezza dello striscione della “flamme rouge” e caratterizzato da una rotatoria da superare a 700 metri dal traguardo e da un’ampia curva verso destra che inizia a 300 metri dalla conclusione e che di fatto termine in vista della linea d’arrivo.

Le risaie del vercellese e l’altimetria della seconda tappa (www.turismo.it)
L’ANGOLO DELLA STORIA
Da un estremo all’altro: se Torino, soprattutto in passato quando il traffico consentiva ancora di arrivare spesso nelle grandi metropoli, è stata una delle città più gettonate dalla Corsa Rosa, Novara si colloca in fondo alla classifica. In 112 anni di storia, infatti, all’ombra del San Gaudenzio (la cupola della basilica cittadina, altra opera di quell’Antonelli che è più conosciuto per aver innalzato la Mole torinese) è terminata una sola tappa del Giro, che poi è comunque tornato altre due volte nella cittadina piemontese, in quelle occasioni prescelta come sede di partenza. Accadde nel 1968, quando Vincenzo Torriani ne fece il capolinea della prima tappa, partita da Campione d’Italia (dove il giorno precedente si era disputato il primo cronoprologo della storia del Giro, conquistato dal francese Charly Grosskost) e vinta con sei secondi di vantaggio sul resto del gruppo da Eddy Merckx, che quell’anno proprio in Italia avrebbe fatto sua per la prima volta in carriera la classifica generale di un grande giro. Snobbata dal Giro, Novara s’è ampiamente “consolata” ospitando l’arrivo di diverse edizioni del Giro del Piemonte, l’ultima nel 1991 quando la classica della Gazzetta dello Sport terminò in volata con la vittoria dell’uzbeko Djamolidine Abdoujaparov.
CIAK… SI GIRO
Il secondo dei due traguardi volanti giornalieri è previsto a Vercelli, città dove nel 1961 il genovese Giuliano Montaldo girò la maggior parte delle scene del suo primo film da regista, “Tiro al piccione”, presentato due volte alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, la prima nello stesso anno d’uscita della pellicola e la seconda nel 2019, quando ne è stata proiettata la versione restaurata a cura del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma reintegrando le parti del negativo originale che erano nel tempo si erano danneggiate. Ambientato nel periodo della Repubblica Sociale Italiana, racconta delle vicissitudini di Marco, giovane che decide di arruolarsi tra i repubblichini presentandosi presso la caserma di Vercelli e dalla quale sarà successivamente inviato al fronte. Per le scene vercellesi Montaldo selezionò nove location situate nella cittadina piemontese, ma non cercate qui la caserma, per la quale si preferì girare a Roma, nel complesso di San Michele a Ripa Grande, nel rione Trastevere. In particolare il regista cercava uno scorcio che mostrasse degli edifici in rovina (si voleva che lo spettatore pensasse alle “cicatrici” dei bombardamenti) e lo individuò in uno dei chiostri del monastero di Santa Chiara, che all’epoca delle riprese era stato convertito in alloggio per i senzatetto (si spiegano così i panni stesi che si vedono nel film) e oggi – quando ancora si possono vedere le porzioni “decapitate” dell’edificio – è sede del MAC (Museo Archeologico Città di Vercelli “Luigi Bruzza”).

La scena di "Tiro al piccione" girata in uno dei chiostri dell'ex monastero di Santa Chiara a Vercelli (www.davinotti.com)

Un'altra inquadratura del monastero (www.davinotti.com)

Lo stesso luogo mostrato nel film come appare oggi (www.davinotti.com)
Cliccate qui per scoprire le altre location del film
https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/tiro-al-piccione/50012509
METEO GIRO
Le previsioni meteo per la tappa del giorno
Stupinigi (Nichelino) : cielo coperto, 17.3°C, vento debole da NNE (5-6 Km/h), umidità al 59%
Santena (Km 54.6): cielo coperto, 17.7°C, vento debole da NNE (5-6 Km/h), umidità al 58%
Montechiaro d’Asti – GPM (Km 95.2): cielo coperto, 19.4°C, vento debole da NNW (4-5 Km/h), umidità al 51%
Tricerro – Sprint (Km 139.6): cielo coperto, 21.3°C, vento debole da NNE (3 Km/h), umidità al 46%
Novara: cielo coperto, 21.5°C, vento debole da E (2-3 Km/h), umidità al 46%
GLI ORARI DEL GIRO
11.45: inizio diretta su Raisport
12.40: partenza da Stupinigi
13.50: inizio diretta su Eurosport1 (dopo circa 40 Km dalla partenza)
14.00: inizio diretta su Rai2 (dopo circa 50 Km dalla partenza)
15.00-15.15: scollinamento GPM di Montechiaro d’Asti
16.00-16.20: traguardo volante di Tricerro
16.20-16.40: traguardo volante di Vercelli
16.50-17.10: arrivo a Novara

GIROALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.
Ordine d’arrivo prima tappa, circuito a cronometro di Torino, e prima classifica generale
1° Luis León Sánchez
2° Guy Niv a 3″
3° Filippo Tagliani s.t.
4° Attilio Viviani a 4″
5° Lorenzo Fortunato a 5″
Maglia nera: Filippo Ganna, 184° a 1′37″
STRAFALGAR SQUARE
Pancani: “Limitare i danni pensando alla volata di ieri” (domani)
Ganna: “Abbiamo un piano B, che è anche Pavel”
Garzelli: “Tutti aspettevamo la crono di Almeida”
Televideo RAI: “Edoardo Affini competa il trionfo”
DISCOGIRO
Ti regalerò una rosa (Simone Cristicchi)
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): TORINO – TORINO
maggio 8, 2021 by Redazione
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Parte il Giro da Torino con una cronometro individuale lunga poco meno di 9 Km. Ecco i segreti della prima tappa, le previsioni del tempo, gli orari di gara e molte altre cose….
Si parte da Torino e, come nelle ultime tre edizioni della Corsa Rosa, sarà una cronometro individuale a dare le mosse al Giro d’Italia, che lo scorso anno mollò gli ormeggi con la strepitosa vittoria di Filippo Ganna a Palermo. Con tutta probabilità sarà ancora il cronoman piemontese a vestire la maglia rosa al termine della frazione d’apertura, anche se difficilmente riuscirà a ripetere la prestazione del 3 ottobre 2020, quando viaggiò a 58.831 Km/h fermandosi a soli 43 metri dalla media record stabilita nel 2001 dal belga Rik Verbrugghe nel prologo di Pescara. Infatti, lo scorso anno una tale velocità fu agevolata dalla lunga discesa iniziale da Monreale mentre dieci anni fa furono la quasi totale assenza di curve e il vento a favore a permettere di stabilire un primato tuttora imbattuto. Negli 8600 metri del tracciato torinese, totalmente pianeggiante, s’incontreranno una ventina di curve che interverranno naturalmente a frenare gli ardori agonistici di Ganna e soci, mentre una variabile che potrebbe dare loro del filo da torcere potrebbe essere rappresentata dal vento. Affrontati i primi 2 Km con il riparo dai palazzi del centro del capoluogo piemontese, tutto il resto del tracciato si snoderà, infatti, in prevalenza lungo le due rive del Po, uno spazio aperto che agevola la marcia del vento, un avversario in più da tenere in conto. In condizioni normali i corridori più veloci dovrebbero impiegare all’incirca nove minuti per completare la tappa, viaggiando a una media che potrebbe anche sfiorare quella fatta registrare a Palermo; in condizioni più sfavorevoli potrebbe rendersi necessario circa un minuto di più di percorrenza e la media potrebbe così “crollare” sensibilmente, anche se dovrebbe comunque superarsi i cinquanta all’ora

Il borgo medievale di Torino visto dal fiume Po e l’altimetria della prima tappa (www.residencetorino.biz)
L’ANGOLO DELLA STORIA
Con la Grande Partenza di quest’anno Torino sale a quota 41, conservando il suo quarto posto e avvicinandosi a Napoli nella speciale classifica delle sedi di tappa del Giro d’Italia, guidata da Milano (89 volte) su Roma (47) e la citata Napoli (42). La prima volta porta la data del 27 maggio 1909, quando vi terminò la penultima tappa del primo Giro d’Italia, vinta proprio dal corridore che s’imporrà nella classifica finale, il varesino Luigi Ganna; l’ultimo traguardo, invece, è stato quello conclusivo dell’edizione2016, terminata con il successo a Torino del tedesco Nikias Arndt, al quale fu assegnata la vittoria a tavolino dopo il declassamento del milanese Giacomo Nizzolo. Quella del 2021 sarà, infine, la terza partenza assoluta dopo quelle tenutesi nel 1961 e nel 2011: nel primo caso si affrontò il primo giorno una tappa in circuito vinta allo sprint dallo spagnolo Miguel Poblet, mentre nel 2011 si disputò tra la Reggia di Venaria Reale e Piazza Vittorio Veneto una cronometro a squadre di quasi 20 Km che terminò con il successo della HTC-Highroad, formazione statunitense che si sciolse proprio al termine di quella stagione.
CIAK… SI GIRO
In questa rubrica, nata dalla collaborazione con il sito www.davinotti.com, vi porteremo alla scoperta di luoghi, celebri e meno celebri, che sono stati immortalati dalla settima arte, quel cinema che proprio a Torino ha un museo espressamente dedicato, ospitato all’interno del suo monumento simbolo, la Mole Antonelliana. Un lungo tratto di questa crono, quasi 2 Km in tutto, si snoderà all’interno del Parco del Valentino, dove i “girini” sfrecceranno accanto all’omonimo castello, residenza che la famiglia Savoia acquistò nel 1564 e alla quale si diede l’attuale aspetto nel secolo successivo, dopo che fu destinata come dono nuziale alla Madama Reale Maria Cristina di Borbone, convolata a nozze con Vittorio Amedeo I di Savoia. Oggi sede del Dipartimento di Architettura del Politecnico di Torino e dal 1997 inserito nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO, il Castello del Valentino in diverse occasioni è finito sotto l’occhio della macchina da presa e in un paio di queste si trattava di produzioni internazionali che, tra l’altro, lo “spacciarono” per ben altro: così in Guerra e Pace del 1956 il Valentino divenne il castello prussiano di Tilsit mentre ne I vestiti nuovi dell’imperatore del 2001 (nulla a che vedere con la celebre favola, trattandosi di una storia romanzata degli ultimi giorni di Napoleone) viene addirittura presentato come il parigino Palazzo del Louvre.

Il Castello del Valentino come appare in “Guerra e Pace” (www.davinotti.com)

Napoleone, interpretato da Ian Holm, ammira il Valentino finto Louvre ne “I vestiti nuovi dell’imperatore” (www.davinotti.com)
Cliccate qui per scoprire le altre location dei due film
https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/guerra-e-pace/50019323
https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/i-vestiti-nuovi-dell-imperatore/50012224
METEO GIRO
Le previsioni meteo per la tappa del giorno
Torino – partenza primo corridore : cielo sereno, 19.4°C, vento debole da ENE (8 Km/h), umidità al 33%
Torino – arrivo ultimo corridore: poco nuvoloso, 19.8°C, vento debole da ENE (6 Km/h), umidità al 38%
GLI ORARI DEL GIRO
12.00: inizio diretta su Raisport
13.50: inizio diretta su Eurosport1
14.00: inizio diretta su Rai2 e partenza primo corridore (Filippo Tagliani)
17.03: partenza dell’ultimo corridore (Dries De Bondt)
GIROALCONTRARIO
L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.
Così è finito il Giro nel 2020
1° Jonathan Dibben
2° Guy Sagiv a 1′52″
3° Álvaro José Hodeg a 20′12″
4° Marco Mathis a 22′24″
5° Fabio Mazzucco a 25′09″
Maglia nera: Tao Geoghegan Hart, 133° a 6h13′59″
STRAFALGAR SQUARE
A partire da domani in questa rubrica troverete gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della Corsa Rosa
DISCOGIRO
Pronti, Partenza, Via! (Fabri Fibra)
LIEGI 2021: LE PAGELLE
aprile 26, 2021 by Redazione
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Ecco le pagelle della Liegi-Bastogne-Liegi 2021, gara conclusiva della stagione delle classiche del nord
TADEJ POGACAR: Non smette di stupire il corridore sloveno della UAE – Team Emirates. Dopo aver vinto a soli 20 anni il Tour de France 2020, Pogacar trionfa anche alla Liegi-Bastogne-Liegi 2021. Il successo lo porta di diritto nell’olimpo dei grandi corridori, dove sono solo in pochi quelli riusciti a vincere sia un Grande Giro di tre settimane sia una Classica Monumento, il tutto considerando la sua giovanissima età. Corre con intelligenza e sangue freddo tenendo il ritmo sulla Redoute e accelerando sulla Roche aux Faucons. Fa lavorare bene i gregari ed è spietato in volata, un fenomeno assoluto. VOTO: 10 E LODE
ALEJANDRO VALVERDE: Il murciano della Movistar termina al quarto posto una Liegi-Bastogne-Liegi dura e combattuta. A 41 anni suonati trova ancora la forza fisica e mentale per lottare con ciclisti che hanno la metà dei suoi anni. Sulla Roche aux Faucons sgambetta come un cerbiatto, un esempio. VOTO: 9
JULIAN ALAPHILIPPE: Dopo la beffa dello scorso anno, la voglia di rivalsa era tanta. Il corridore della Deceuninck-Quick Step non appare tra i più in forma nella parte centrale della corsa, specie sulla Redoute, ma non molla. Pronto e dinamico nei chilometri finali, arriva allo sprint finale nel migliore dei modi, tutto perfetto tranne il fatto che nel gruppetto col francese ci fosse anche Pogacar. VOTO: 8
DAVID GAUDU: Ha il merito di trovarsi nel posto giusto al momento giusto. Mantiene le prime posizioni quando la corsa esplode, prova un timido tentativo da finisseur nel chilometro finale ma il terzo posto finale è più che buono per l’ordigno Gaudu. VOTO: 8
MARC HIRSCHI: Si mette a disposizione del capitano Pogacar lavorando con Formolo nelle fasi finali della corsa. Nonostante le energie spese riesce a terminare la sua corsa al sesto posto di giornata. VOTO: 7,5
DAVIDE FORMOLO: C’è anche del suo nella vittoria Pogacar. Si mette a disposizione del capitano di giornata allungando e tirando il gruppo. Quando Pogacar parte all’attacco, il fido Davide si mette a spezzare i cambi aiutando il gruppetto avanti a prendere margine. VOTO: 7
MICHAEL WOODS: Il canadese le prova tutte per centrare la vittoria, attaccando sulla Roche aux Faucons e sul falsopiano seguente; si arrende solo in prossimità della linea d’arrivo, quando ormai era ovvio che la vittoria sarebbe andata ad uno tra Alaphilippe e Pogacar. VOTO: 7
TAO GEOGHEGAN HART: Si mette a disposizione di Kwiatkowski, il capitano di giornata in casa Ineos. Infiamma la corsa sulla Redoute e lo fa come al solito con gran classe. VOTO: 6,5
ESTEBAN CHAVES: Il colombiano termina la Liegi al quattordicesimo posto, un buon segnale dopo qualche stagione sottotono. VOTO: 6
TIESJ BENOOT: Per il belga un’ennesimo piazzamento in top ten. Negli ultimi anni si ritrova piazzato in classiche e semiclassiche, che siano sul pavé o sulle Ardenne poco importa. Un consiglio: non converrebbe concentrarsi di più su una singola tipologia di corsa per specializzarsi ancor di più invece di rincorrere una top ten in più corse? VOTO: 6
MICHAŁ KWIATKOWSKI: Mette i suoi compagni di squadra ad infiammare la corsa per una sua azione che non avverrà mai. Ottiene un undicesimo posto che non può essere un risultato sufficiente per un corridore della sua classe. VOTO: 5,5
PRIMOZ ROGLIC: Lo sloveno è uno dei grandi sconfitti di giornata. Chiude in tredicesima posizione dopo essere crollato sulla Roche aux Faucons. Una prestazione sottoton la sua, soprattutto alla luce della sua vittoria dello scorso anno e delle buone prestazioni, ma sfortunate, all’Amstel e alla Freccia Vallone. VOTO: 5
JAKOB FUGLSANG: Un trittico delle Ardenne da dimenticare per il danese dell’Astana. Raccoglie un dodicesimo posto che non salva la prima parte della sua stagione. VOTO: 5
Luigi Giglio

IL DIARIO DI FANCELLU – APRILE
aprile 22, 2021 by Redazione
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Continuano i racconti dalla Spagna di Alessandro Fancellu, che nei prossimi giorni tornerà in Italia per disputare il Tour of The Alps
17-04-2021
Buongiorno a tutti, vi aggiorno un po’ sulle ultime novità visto che non mi sono fatto sentire per un po’ di tempo. Ho appena concluso un ritiro in altura a Sierra Nevada di 18 giorni, è stato duro ma devo dire che mi sono anche divertito molto. A me piace tantissimo la montagna, mi trasmette tranquillità, e quindi allenarmi in montagna lo trovo stupendo, ancor di più se mi trovo in buona compagnia. Infatti, devo dire che durante questo ritiro abbiamo legato molto tra compagni, soprattutto il gruppo italiano, e per questo non mi è pesato affatto questo ritiro. Avevamo la nostra routine: sveglia alle 8.30, allenamento dalle 11 alle 16 più o meno in base anche ai giorni, pranzo e riposo fino alle 17.30-18, dopodiché trovavamo sempre qualcosa da fare per tirare l’orario di cena, di solito una passeggiata o una partita a carte; dopo cena parlavamo un po’ tra di noi fino a che ci veniva sonno e si andava a letto.
Per me questa è stata una delle prime esperienze in altura, per questo ho faticato un po’ i primi giorni per abituarmi ai 2100 metri di Sierra Nevada, ma dopo mi sono trovato bene e con buone sensazioni. Adesso sono curioso di vedere come reagirà il mio corpo a questo nuovo stimolo. Mi hanno detto che alcuni hanno un riscontro positivo fin dai primi giorni e altri invece impiegano anche qualche settimana prima di aver benefici, dipende da persona a persona. Adesso giusto un veloce saluto a casa (infatti farò meno di due giorni dai miei) e poi si parte per il Tour of the Alpes in programma dal 19 al 23 aprile. Non vedo l’ora di potermi confrontare con gli scalatori più forti al mondo in una gara così importante…. anche se so già che si farà molta ma molta fatica, ahaha, ma sono pronto a farla!
21-04-2021
Ciao a tutti, siamo al “giro di boa” di questo Tour of the Alps. Purtroppo sta andando decisamente male, sia per quanto riguarda le sensazioni, che per quanto riguarda il risultato. Le gambe non girano, le sento sempre affaticate e faccio davvero tanta fatica per non ottenere nulla di buono. Secondo la mia opinione questo è il resoconto del carico di lavoro fatto a Sierra Nevada, ho forse un po’ esagerato con gli allenamenti in quota e senza un adeguato recupero. Alla fine tirerò le somme e valuterò la situazione. I primi giorni anche dal punto di vista climatico non sono stati semplicissimi, tanto freddo e qualche fiocco di neve ci hanno accompagnato per le prime due tappe. Oltre a ciò devo dire che sono rimasto impressionato dai posti, non ero mai stato in Trentino e in Alto Adige e mi sto davvero innamorando di questi posti, sono davvero un paradiso… soprattutto per chi come me ama la montagna. È davvero bello pedalare in luoghi così, che fino ad ora avevo visto solo in foto, e anche se la forma non è quella dei giorni migliori devo dire che mi piace questa corsa! Ciao a tutti e a presto!
Alessandro

AMSTEL GOLD RACE – LE PAGELLE
aprile 19, 2021 by Redazione
Filed under 5) AMSTEL GOLD RACE, Approfondimenti
Ecco le pagelle dell’edizione 2021 dell’Amstel Gold Race
WOUT VAN AERT: Il campione della Jumbo-Visma macina vittorie su vittorie, oggi col fotofinish ma sono sottigliezze. Vince con merito l’Amstel Gold Race 2021, sempre attento e nel vivo della corsa, non si fa sorprendere mai e quando la corsa esplode si trova al punto giusto, non facendosi beffare dalla Ineos Grenadiers che ce la mette tutta per batterlo. Numeri stagionali per Van Aert che fanno paura, in 14 gare ne ha vinto quattro finendo altre sei volte sul podio. Domenica prossima lo vedremo al via della Liegi-Bastogne-Liegi. VOTO: 10
THOMAS PIDCOCK: Dopo la vittoria alla Freccia del Brabante prova a vincere anche all’Amstel e per un millimetro non ci riesce. Uno dei ciclisti più aggressivi e coraggiosi, sfrutta la superiorità numerica della Ineos ma purtroppo gli manca poco, anzi pochissimo, per battere un grande Van Aert allo sprint. VOTO: 9,5
MAXIMILIAN SCHACHMANN: Il tedescone della Bora si ritrova nel terzetto che si gioca il tutto per tutto nella fase finale della corsa, purtroppo per lui si trova a competere con due compagni d’avventura devastanti nello sprint. Poteva provare ad anticipare la volata? Forse, ma la stanchezza nelle gambe era tanta. VOTO: 8
MICHAŁ KWIATKOWSKI: La Ineos è la squadra che ha corso meglio all’Amstel, il polacco ne è l’emblema. Attacca sfruttando la superiorità numerica, ripreso si mette a rompere i cambi in difesa di Pidcock. VOTO: 7
RICHARD CARAPAZ: Quando si sprigiona l’attacco decisivo lui è lì per mettersi a disposizione dei compagni di squadra Kwiatkowski e Pidcock. Se il gruppo non li riprende buon merito è di Carapaz, che si mette in testa a pedalare come un ossesso. VOTO: 7
DYLAN VAN BAARLE: L’olandese della Ineos Grenadiers si sacrifica nella parte centrale della corsa nel tentativo di stanare i rivali dei propri capitani. Con le sue accelerazioni prova ad allungare il gruppo in più parti e si mette anche ad inseguire i fuggitivi di giornata. VOTO: 6,5
MICHAEL MATTHEWS: Non è in una forma eccezionale ma, nonostante tutto, raccoglie un quarto posto di tutto rispetto e lancia un buon segnale per il prosieguo della stagione. VOTO: 6,5
ALEJANDRO VALVERDE: È l’eterno Valverde, spirito e gambe da giovincello, per lui il tempo non passa mai. Sul Cauberg è autore di un recupero sul gruppetto dei fuggitivi che lascia a bocca aperta. VOTO: 6,5
KRISTIAN SBARAGLI: Il trentenne dell’Alpecin-Fenix corre coi gradi da capitano, non ha le gambe dei big per fare la differenza sul Cauberg ma tiene botta e arriva allo sprint con il gruppo inseguitore. Buon settimo posto per lui. VOTO: 6
JULIAN ALAPHILIPPE: Il Campione del Mondo in carica non è nella giornata migliore e lo si nota specialmente sul Cauberg, dove non riesce a stare coi primi e soffre alle ruote di Valverde. Segnale non incoraggiante in vista della Liegi-Bastogne-Liegi. VOTO: 5
GREG VAN AVERMAET: Il capitano della AG2R Citroen Team non lo si vede mai, sempre nella pancia del gruppo in attesa di uno sprint decisivo a ranghi compatti che non ci sarà. VOTO: 5
MATTEO TRENTIN: Corre al coperto, il problema è che rimane al coperto anche quando non dovrebbe. Chiude al dodicesimo posto una gara corsa al risparmio. VOTO: 5
JAKOB FUGLSANG e ALEXEY LUTSENKO: Si saranno nascosti in vista della Liegi-Bastogne-Liegi? Mai visti, lontani dai radar. VOTO: 4,5
Luigi Giglio

FIANDRE 2021: LE PAGELLE
aprile 5, 2021 by Redazione
Filed under 3) GIRO DELLE FIANDRE, Approfondimenti
Ecco le pagelle del Giro delle Fiandre 2021 conquistato ieri da Kasper Asgreen
KASPER ASGREEN: Il ventiseienne della Deceuninck-Quick Step vincendo il Giro delle Fiandre conquista la vittoria più importante della sua carriera. Sfrutta al meglio la superiorità numerica del suo team e si gestisce perfettamente nel finale. Sorprende sul Pateberg dove dimostra di averne di più di un sfinito Van der Poel. Rimasto da solo col campione olandese gestisce con saggezza le forze in attesa dello sprint decisivo, in cui mantiene il sangue freddo e taglia per primo il traguardo in una volata senza storie. VOTO: 10
MATHIEU VAN DER POEL: Corre bene, propizia sempre le azioni decisive nelle fasi cruciali della corsa, ma non è al 100% e lo si vede nel finale. Generoso, anche troppo, non ne ha più negli ultimi chilometri, quando non riesce ad allungare su Asgreen sul Pateberg. Cede allo sprint contro il danese, che lo recupera facilmente dopo aver provato ad anticiparlo senza successo. VOTO: 7,5
GREG VAN AVERMAET: Corre di rimessa, si fa trovare impreparato quando parte il gruppetto Asgreen-Alaphilippe-Van Aert-Van der Poel. Non riesce a rientrare e si accontenta di vincere la volata per il terzo posto. VOTO: 7
JASPER STUYVEN: Il vincitore della Milano – Sanremo, costretto a rinunciare alla Dwars door Vlaanderen di mercoledì scorso, conquista un quarto posto di tutto rispetto. Per il corridore della Trek-Segafredo un piazzamento che certifica la sua maturazione ciclistica nelle corse che contano. VOTO: 6,5
GIANNI VERMEERSCH: Per il belga della Alpecin-Fenix una stagione ad altissimi livelli come uomo squadra. Si rivela un compagno affidabile per Mathieu Van der Poel e a 28 anni trova la sua giusta dimensione. VOTO: 6,5
FLORIAN SÉNÉCHAL: Il corridore della Deceuninck corre da uomo squadra. Presente nel gruppetto inseguitore, nel finale della corsa si mette a rompere i cambi aiutando i compagni Asgreen e Alaphilippe in fuga. VOTO: 6,5
ANTHONY TURGIS: Il ventiseienne della Total Direct Énergie dimostra di essere un uomo da pavé. Non ci sarà da sorprendersi se in un futuro non troppo lontano lo troveremo sull gradino più alto del podio. VOTO: 6,5
JULIAN ALAPHILIPPE: Il Campione del Mondo in carica è attivissimo nella fase centrale della corsa. Spreca energie e arrivato al lumicino si mette al servizio di Asgreen. Termina 42° a 2′35” dal compagno di squadra. VOTO: 6
THOMAS PIDCOCK: Il giovane ciclista della Ineos Grenadiers affronta per la prima volta il Giro delle Fiandre. Soffre sul Kwaremont ma i segnali per il futuro sono più che buoni. VOTO: 6
SEP VANMARCKE: Quinto posto per il corridore della Israel Start Up Nation. Cresciuto su queste pietre, le conosce a memoria ed è un vero peccato che nella sua lunga carriera non sia mai riuscito ad imporsi in una classica del nord. Il successo più importante su queste rotte lo ha ottenuto nel 2012 alla Omloop Het Nieuwsblad. VOTO: 6
DYLAN VAN BAARLE: Come alla Gand Wevelgem di domenica scorsa il vincitore della Dwars door Vlaanderen ha la colpa di perdersi e non farsi trovare pronto nelle azioni decisive della corsa, nonostante sia uno dei corridori atleticamente più in forma. VOTO: 5,5
DYLAN TEUNS ed HEINRICH HAUSSLER: Si fanno trovare pronti quando la corsa entra nel vivo e infatti lo ritroviamo presenti nell’azione dove si crea il gruppetto Asgreen-Va der Poel. I corridori della Bahrain, come quelli della Deceuninckm posso far valere la superiorità numerica, ma falliscono. VOTO: 5,5
WOUT VAN AERT: Il fuoriclasse belga incappa in una giornata negativa, emblematica l’azione in cui sale a zig zag sullo Kwaremont. Testa attenta ma gambe scariche. Termina sesto a 47” da Asgreen. VOTO: 5
ALBERTO BETTIOL: Il vincitore del Fiandre 2019 non arriva al via con grosse ambizioni e la corsa conferma il suo stato di forma non eccelso. VOTO: 5
PETER SAGAN: I buoni segnali mandati alla Milano-Sanremo naufragano in questo Giro delle Fiandre. Un quindicesimo posto che non è da lui. VOTO: 4
OTTO VERGAERDE: Il 26enne belga della Alpecin Fenix è protagonista di un gesto non proprio bello nei confronti di Yevgeniy Fedorov. Viene squalificato per comportamento scorretto, dopo aver minacciato il 21enne kazako dell’Astana, anche lui mandato a casa per la reazione. VOTO: 4
Luigi Giglio

IL DIARIO DI FANCELLU – MARZO
marzo 31, 2021 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Il secondo capitolo del diario di Alessandro Fancellu, uno dei giovani più promettenti del panorama ciclistico italiano, che i suoi managar Ivan Basso e Alberto Contador hanno presentato come il fuoriclasse del futuro, accostandolo come caratteristiche a Vincenzo Nibali
11-03-2021
Ciao a tutti! Scusatemi per l’assenza in questi giorni! Pochi giorni fa ho finalmente esordito in Italia, prima di allora avevo solo corso una gara a Valencia che a causa Covid era stata ridotta a 90 km. Quindi si può dire che domenica a Larciano ho disputato la mia prima vera corsa da professionista! È stata una corsa davvero dura perché il livello, come sempre, era davvero alto e la cosa che mi ha impressionato di più è stato l’avvicinamento alle salite. Al primo passaggio sulla salita mancavano 120 Km all’arrivo, eppure sembrava di essere all’ultimo chilometro, uno stress ed un ritmo davvero incredibili. Per quando riguarda la mia corsa ho provato nella prima ora a inserirmi nella fuga di giornata, ma sfortunatamente non ci sono riuscito. Così ho aspettato il finale di corsa per vedere cosa potevo fare. Mi sono staccato dai primi al penultimo passaggio sulla salita, a pochi metri dal GPM, dopodiché ho provato a riaccordarmi ma non ci sono riuscito e sono stato quindi raggiunto da un gruppo dietro di me, con il quale sono andato all’arrivo. Sinceramente speravo di riuscire a stare con i primi un po’ di più, però è anche vero che era la mia prima gara e sicuramente mi manca il “ritmo” che hanno potuto prendere quei corridori che hanno già corso varie gare. Tutto sommato sono abbastanza soddisfatto delle mie sensazioni in bici. Adesso non resta che continuare a lavorare e farsi trovare pronti ai prossimi appuntamenti, che saranno la corsa dedicata ad Alfredo Martini e la Settimana Coppi e Bartali.
15-03-2021
Ciao a tutti! Oggi giornata di recupero dopo una settimana di allenamenti intensi finiti ieri con un allenamento di 5 ore con il finale dietro moto. Il dietro moto per chi se lo chiedesse è un “lavoro“ nella quale, con l’aiuto di una moto, si può simulare il ritmo gara, con strappi e rilanci. Per questo di solito mi piace farlo in una zona ondulata e infatti ieri ero sulla sponda lombarda del Lago Maggiore, che presenta vari saliscendi. È un lavoro quello che sinceramente non mi piace molto, ma penso sia indispensabile per prepararsi al meglio alle gare. Tornando ad oggi visto il tempo libero mi sono dedicato al lavaggio della bici, che dopo la settimana passata aveva bisogno di una sistemata pure lei! È un qualcosa che mi rilassa lavare la bici, mi metto in cortile con la musica e la lavo con calma. Devo dire che sono abbastanza scrupoloso e ci metto sempre metà pomeriggio. Da domani, quindi, sia io, sia la mia bici siamo pronti per riprendere a lavorare, anche se un po’ meno intensamente. Infatti da domenica ritornerò a correre alla “Per sempre Alfredo Martini” e successivamente alla Coppi e Bartali. Solitamente la settimana prima di una gara a tappe si riducono le ore di bici, mantenendo comunque una buona intensità e per questo motivo fino a domenica non avrò allenamenti più lunghi di 4 ore.
22-03-2021
Ciao a tutti, oggi vi scrivo al pomeriggio perché è il momento più tranquillo. Mi trovo a Riccione, pronto per la partenza della Settimana Coppi e Bartali, la mia prima corsa a tappe di questo anno. Domenica abbiamo corso alla “Per sempre Alfredo“ a Firenze. Purtroppo non abbiamo raccolto grandi risultati, abbiamo provato a fare la corsa dura il più possibile ma gli ultimi 90 km pianeggianti non ci giocavamo sicuramente a favore e, complice anche una caduta di gruppo ai meno tre, nessuno dei nostri è riuscito a fare la volata.
La settimana che ci aspetta sarà davvero impegnativa, già da martedì si inizia con una doppia semitappa, al mattino una tappa in linea e al pomeriggio una crono a squadre. A me personalmente non piace per niente perché in questo modo si sta tutto il giorno in bici e non è mai finita. Inoltre ci sarà la sveglia alle 6 è questa cosa mi pesa davvero (sono uno a cui piace dormire, ahaha!)
Anche se si preannuncia una corsa dura, visto il livello delle squadre al via, noi come Eolo Kometa siamo fiduciosi e sicuramente daremo il massimo per portare a casa il massimo risultato possibile. Poi si sa… vince uno solo. ma è anche questo il bello dello sport!
Un saluto da Riccione, Alessandro
31-03-2021
Buongiorno da Sierra Nevada! Visto che è un po’ che non scrivo vi aggiorno sui miei impegni. Terminata la Settimana Coppi e Bartali io e altri 6 compagni ci siamo spostati a Sierra Nevada, una località sopra Granada a un’altitudine di 2100 metri. Questo è uno dei miei primi ritiri in altura e quindi sono curioso anche di vedere come reagisce il mio fisico e soprattutto che benefici mi porterà una volta sceso. Ieri abbiamo fatto il primo allenamento in quota e devo dire che mi è piaciuto, è stato un giro tranquillo di due ore ma con quasi 1500 metri di dislivello… del resto o si sale o si scende qua. Fino a questo fine settimana non avremo grossi allenamenti perché è importante fare una fase di adattamento all’altura. Si nota molto che siamo in quota, soprattutto alla sera quando stando rilassato a letto mi concentro sulla respirazione e percepisco un pizzico di “fatica” in più, ovviamente una cosa molto leggera ma che fa notare come il corpo non sia abituato a stare a questa quota. La situazione qua a Sierra Nevada è abbastanza strana per questi tempi e infatti ci sono negozi aperti h24, impianti da sci funzionanti e tanta gente per le strade; da una parte fa piacere vivere un minimo di normalità in questo periodo così strano ma dall’altro lato fa anche un po’ paura questa leggerezza. Vi saluto e mi dirigo verso la palestra per l’allenamento di stamattina!
A presto
Alessandro

GAND-WEVELGEM 2021: LE PAGELLE
marzo 29, 2021 by Redazione
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Le pagelle dell’edizione 2021 della Gand-Wevelgem vinta da Wout van Aert
WOUT VAN AERT: Sarebbe stato bello vederlo lottare fianco a fianco con Mathieu Van Der Poel, ma l’olandese non c’è e il capitano della Jumbo-Visma fa quello che vuole. Attivo nei ventagli, strepitoso sui muri, infallibile in volata. Con la Gand-Wevelgem conquista la terza vittoria stagionale in undici corse a cui ha preso parte. Podio alla Milano-Sanremo, secondo in classifica generale alla Tirreno-Adriatico, vincitore della classifica a punti della Corsa dei due Mari, quarto posto alle Strade Bianche, una certezza e una costante di rendimento che fanno di Van Aert uno degli assi del ciclismo mondiale. VOTO: 10
GIACOMO NIZZOLO: Il capitano della Qhubeka Assos corre da ciclista esperto e navigato, sfrutta una buona gamba e non si lascia sorprendere, tranne che nella volata finale dove parte in posizione troppo dietro e lontana da Van Aert. Peccato. VOTO: 7,5
NATHAN VAN HOOYDONCK: Il dirimpettaio della Jumbo-Visma fa un gran lavoro per il proprio capitano. Corre con generosità e senso del dovere, sempre pronto ogni volta che il capitano gli chiede di spingere il gruppo o di rincorrere qualcuno. VOTO: 7,5
STEFAN KÜNG: Lo svizzero è un treno, corre sempre all’attacco e prova a beffare i velocisti nel finale. Purtroppo per lui i velocisti lo conoscono bene e non gli lasciano spazio. VOTO: 7
MATTEO TRENTIN: Nelle classiche del nord c’è sempre, ma il corridore della UAE-Team Emirates non riesce mai a fare la differenza, trovando sempre qualcuno più forte di lui. Costante piazzato. VOTO: 6,5
SONNY COLBRELLI e MICHAEL MATTHEWS: Riescono a farsi trovare pronti nel gruppo che si andrà a giocare la vittoria finale, soffrono sui muri, barcollano ma non mollano. Arrivano sfiniti allo sprint. VOTO: 6,5
DYLAN VAN BAARLE: L’olandese della Ineos Grenadiers ha una buona gamba, ma si fa trovare impreparato quando si aprono i ventagli. Tra i big tagliati fuori è l’unico, però, che prova un inseguimento decente. Termina ottavo a 52” da Van Aert. VOTO: 6
GIANNI VERMEERSCH: Dopo il fortait di Van der Poel tocca a lui prendere in mano le redini dell’Alpecin-Fenix. Il buon Gianni fa quel che può. VOTO: 6
SAM BENNETT: Il velocista della Decuninck-QuickStep è l’unico del team di Lefevere a trovarsi nel ventaglio di testa. Cede a 33 chilometri dalla linea d’arrivo dopo aver combattuto anche contro problemi di stomaco. VOTO: 6
ANTHONY TURGIS: Si trova in una buona condizione fisica e atletica, uno stato che il corridore della Total Direct Énergie non riesce, però, a sfruttare come si deve. VOTO: 5,5
ARNAUD DÉMARE e GREG VAN AVERMAET: Si lasciano trovare impreparati nella fase decisiva della corsa e tentano, prima il francese e poi il belga, un timido tentativo per rientrare, tentativo a cui solo le telecamere hanno trovato piacere. VOTO: 5
YVES LAMPAERT: Il corridore belga si è lasciato ingabbiare, corsa da dimenticare per la Deceuninck-Quick Step che rimane lontano dal provarla a vincere. Il belga Lampaert termina quattordicesimo 1′25” dopo il vincitore e dopo vani tentativi di rientrare nel gruppo Van Aert. VOTO: 5
JOHN DEGENKOLB: Corsa totalmente anonima per il tedesco. VOTO: 5
Luigi Giglio

SANREMO 2021: ZITTI E BUONI, ECCO LE PAGELLE
marzo 22, 2021 by Redazione
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A poche ora dalla conclusione della “Classicissima” ecco le pagelle dell’edizione 2021
JASPER STUYVEN: Il vincitore che non ti aspetti, lui che aveva lottato per qualche buon piazzamento nelle classiche del pavé del nord trova la giornata ideale per beffare i big e vincere l’edizione 2021 della Milano-Sanremo. Il ventottenne corre con arguzia e attenzione, non si fa trovare impreparato quando la corsa esplode e – mentre i vari Alaphilippe, Van Aert e Van der Poel si guardano – lui parte. VOTO 10
CALEB EWAN: Prima o poi il suo nome sarà impresso nell’albo d’oro della corsa. È uno dei velocisti con più resistenza sugli strappi e, a differenza delle ultime edizioni, è in forma e non cede sul Poggio e sulla Cipressa. Un secondo posto come nel 2018 che sa di rammarico. VOTO: 8
WOUT VAN AERT: Il vincitore in carica prova e riprova ma è marcato a vista. Gli occhi dei rivali sono tutti puntati su di lui e, mentre rifiata, scatta Stuyven che befferà tutti quanti. Un corridore straordinario che coglierà nonostante tutto un ottimo terzo posto. VOTO: 7
ALEX ARANBURU: Il giovane corridore spagnolo dell’Astana sta diventando una buona costante nelle corse di un giorno. Settimo lo scorso anno, settimo nel 2021. Attenzione nelle prossime edizioni. VOTO: 6,5
FILIPPO GANNA: Lavora per il capitano Kwiatkowski e lo fa in modo impeccabile. VOTO: 6,5
MICHAEL MATTHEWS: Il corridore australiano non delude mai, è sempre lì, fino alla fine, a giocarsi le sue carte. VOTO: 6
SØREN KRAGH ANDERSEN: Il danese della DSM si ritrova da solo con Stuyven, collabora ma poi lo perde. Peccato di inesperienza. VOTO: 6
PETER SAGAN: Zitto zitto il fuoriclasse slovacco arriva ad un passo dal podio finale. Corre in modo intelligente e accorto, arriva col gruppo dei migliori e come loro si lascia sorprendere da Stuyven. VOTO: 6
SONNY COLBRELLI: Ottavo posto per il corridore della Bahrein-Victorius, il primo degli italiani ma lontano dal vincere la corsa. VOTO: 6
JULIAN ALAPHILIPPE: Il Campione del Mondo è il primo a dar fuoco alle ceneri sul Poggio, ma non riesce a fare la differenza. Si perde negli ultimi chilometri. VOTO: 5,5
MATHIEU VAN DER POEL: Termina la sua corsa la quinto posto, ma da un campione come lui si sperava in qualcosa di più. Non ha lo spunto dei giorni migliori e non riesce a dar sfoggio del suo talento né sulla Cipressa, né sul Poggio. VOTO: 5,5
MATTEO TRENTIN: Al corridore della UAE-Team Emirates manca sempre qualcosa per fare la differenza nei momenti concitanti della corsa. Anche oggi era lì ma non riesce a trovare lo spunto giusto. VOTO: 5,5
MICHAŁ KWIATKOWSKI: L’Ineos Grenadiers corre e si sacrifica per lui, purtroppo non è in giornata di grazia e si perde nel finale. VOTO: 5
ARNAUD DÉMARE: Lui che vinse la corsa qualche anno fa dovrebbe sapere quali sono le fasi della gara in cui non si ci dovrebbe trovare impreparato, eppure sulla Cipressa non lo fa e perde le ruote del gruppo dei migliori. VOTO: 4,5
FERNANDO GAVIRIA: Anche quest’anno il colombiano arriva lontano dal giocarsi le sue chance di vittoria della Classicissima di Primavera. Salta in malo modo sulla Cipressa. VOTO: 4
ELIA VIVIANI: Non è in condizione e si vede. Per il talento italiano un vortice che sembra non finire mai e la prima vittoria in maglia Cofidis è ancora lontana. VOTO: 4
Luigi Giglio

Stuyven stringe tra le mani il trofeo spettante al vincitore della Milano - Sanremo (foto Bettini)
MARZO 2021, ARRIVA LA SANREMO
marzo 3, 2021 by Redazione
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La seconda parte della stagione 2020 ha dimostrato che, con le dovute accortezze, è possibile organizzare grandi eventi ciclisti anche in periodo di pandemia. Così, dopo che a marzo dello scorso anno erano saltate quasi tutte le corse in programma, esclusa la Parigi – Nizza – quest’anno si tornerà ai tradizionali appuntamenti d’inizio primavera che annunciano la Milano – Sanremo.
Toc! Toc! La Milano – Sanremo bussa alle porte e, nell’attesa di rivedere i corridori percorrere le tradizionali rotte della Classicissima dopo che nel 2020 la pandemia ne aveva stravolto il percorso, le faranno da apripista i tradizionali appuntamenti della prima parte del mese, che il 3 marzo vedrà andare in scena la tradizione gara d’apertura del calendario italiano, il Trofeo Laigueglia. Saranno poco più di 200 i chilometri da percorrere attorno alla nota località balneare ligure, principalmente caratterizzati dalla salita di Colla Micheri, introdotta nel 2014 e da allora sono diventati irrinunciabili i suoi 2 Km all’8.2% di pendenza media, che nel finale di gara dovranno essere ripetuti ben quattro volte.
Tre giorni più tardi si correrà a Siena la 15a edizione della Strade Bianche, la più giovane delle classiche, che si disputerà sullo stesso tracciato proposto negli ultimi tre anni e che prevede un circuito di 184 Km con lo spettacolare arrivo in Piazza del Campo preceduto dal cosiddetto “Muro di Santa Caterina” (mezzo chilometro al 12.4%) e, soprattutto, dagli undici settori di strade sterrate, per un totale di quasi 63 Km da percorrere lontano dall’asfalto, che costituiscono il principale “appeal” di questa competizione. Il ciclismo che conta si fermerà altre ventiquattrore in Toscana, dove il giorno successivo a Larciano (Pistoia) ci sarà l’annuale appuntamento con il Gran Premio Industria e Artigianato, che dovrebbe avere al via Vincenzo Nibali e che proporrà il solito circuito con l’ascesa al colle di San Baronto da inanellare più volte.
Lo stesso giorno del Gran Premio larcianese prenderà il via la Parigi-Nizza, che lo scorso anno fu l’ultima corsa disputata prima del lungo stop per la pandemia e, all’insegna del “dove eravamo rimasti”, per l’edizione 2021 gli organizzatori hanno stabilito di riproporre tale e quale la tappa regina del penultimo giorno che, dodici mesi fa, all’ultimo momento divenne frazione conclusione per la decisione delle autorità di vietare l’approdo finale a Nizza. Dunque, sarà ancora una volta la salita verso il Col de la Colmiane a rivestire un ruolo chiave per le sorti della corsa francese, anche se lungo il cammino verso il Mar Mediterraneo s’incontreranno altre tappe che potrebbero lasciare l’impronta in classifica e riservare sorprese, anche sgradite. Il primo giorno dovrebbero essere protagonisti i velocisti, che si disputeranno non solo la vittoria ma anche la conquista della maglia gialla sul rettilineo in lieve ascesa di Saint-Cyr-l’École, cittadina situata a un tiro di schioppo dalla celebre reggia di Versailles e che si raggiungerà dopo aver percorso 166 Km non eccessivamente accidentati, movimentati da piccole collinette che non dovrebbero creare troppi danni. Molto più semplice si annuncia il tracciato della successiva tappa che da Oinville-sur-Montcient condurrà il gruppo ad Amilly ma, pur essendo quasi del tutto sprovvisti di difficoltà altimetriche, i 188 Km che si dovranno percorrere per andare al traguardo si snoderanno attraverso i territori pianeggianti a sud di Parigi che spesso a marzo sono sferzati dal vento: è proprio ad Amilly che nel 2017 il due volte vincitore della corsa Richie Porte si ritrovò messo fuori dai giochi per la tripletta a causa del maltempo, dopo esser rimasto intruppato nel ventaglio che giunse al traguardo più di 14 minuti dopo l’arrivo dei primi. Una prima fetta della vittoria finale sarà messa in palio l’indomani nella cronometro di Gien, da disputarsi su di un circuito di 14 Km e mezzo che si annuncia favorevole agli specialisti del tic-tac, non parendo per loro ostacoli insormontabili né il muro di 300 metri al 10.6% che si dovrà superare a 2 Km dal via, né lo strappo di 400 metri al 6.3% in cima al quale al quale sarà collocato il traguardo, al quale i più veloci potrebbero anche far registrare una media oraria superiore ai 50 Km. Si tratterà senza ombra di dubbio di una tappa delicata, ancor più perché seguita da una delle frazioni altimetricamente più complicate della Parigi – Nizza 2021, che da Chalon-sur-Saône condurrà in 187 Km e un’infinita sequenza di colline al traguardo della terrazza di Chiroubles, spettacolare belvedere sui vigneti del Beaujolais che i corridori raggiungeranno al termine di una salita di poco più di 7 Km al 6.3% di pendenza media. In precedenza dovranno essere superate altre dieci brevi ascese, sulle quali spiccano – entrambe da ripetere due volte – il Mont Brouilly (3 Km al 7.7%) e soprattutto il Col de Durbize, 3.3 Km al 7.4% che celano al loro interno un muro di 1200 metri al 10.3% e che all’ultimo passaggio saranno inseriti nel corso dell’ascesa che condurrà al traguardo. Ai 200 Km della Vienne – Bollène, quasi totalmente pianeggiante e ultima delle tre occasioni riservate agli sprinter, seguiranno i 202 Km e mezzo della tappa più lunga, che da Brignoles condurrà a Biot, il centro della Provenza dal quale poche settimane fa è scattato il Tour des Alpes-Maritimes et du Var, breve corsa a tappe che quest’anno è stata conquistata dall’italiano Gianluca Brambilla. Di là della lunghezza, ideale per mettere chilometri nelle gambe per chi punta alla Sanremo, non si tratterà di una frazione chiave ai fini della classifica perché le principali difficoltà – un colle di prima e uno immediatamente successivo, di seconda categoria – si affronteranno lontane dal traguardo, posto in cima a uno strappo di 1900 metri al 5,1% che presenta le inclinazioni maggiori in prossimità della “flamme rouge” dell’ultimo chilometro e che fa gola ai finisseur. I giochi per il successo finale si faranno principalmente l’indomani nella tappa d’alta montagna che da Nizza porterà i corridori fino ai 1500 metri spaccati del Col de la Colmiane dove – percorsa l’ascesa finale di 16 Km al 6.3% – l’anno scorso colse la vittoria il colombiano Nairo Quintana, mentre nel 2017 il primo a tagliare la linea d’arrivo era stato Simon Yates. In quest’ultima occasione il corridore britannico riuscì a conquistare la maglia gialla levandola allo spagnolo Luis León Sánchez, ma il giorno successivo la perderà per appena 4 secondi – consegnandola a un altro iberico, Marc Soler – nella conclusiva frazione di Nizza, il cui percorso è stato confermato anche quest’anno. Dunque bisognerà affrontare con le antenne ben dritte i 111 Km del circuito nizzardo, che prevede in rapida successione sei ascese, tra le quali risaltano i quasi 7 Km al 7% della Côte de Peille, i 1700 metri all’8.7% del Col d’Èze – salita simbolo della corsa francese – e i 5.6 Km al 5.6% del Col des Quatre Chemins, l’ultimo colle in programma, che in vetta proporrà un succulento traguardo volante con il suo carico d’abbuoni che sicuramente faranno venire l’acquolina a tutti quei corridori che avranno da recuperare un risibile vantaggio in classifica, proprio come successo quattro anni fa.
Lo stesso giorno della “wine stage” sulle strade del Beaujolais, da Lido di Camaiore salperà la 56a edizione della Tirreno – Adriatico, che lo scorso anno – quando si disputò a settembre in concomitanza con il Tour de France – è stata conquistata proprio dal corridore che nel 2017 si era visto “scippare” all’ultimo momento la vittoria alla Parigi – Nizza e anche in questo caso Yates ha corso il medesimo rischio perché nella cronometro conclusiva il connazionale Geraint Thomas gli ha rosicchiato buona parte dello svantaggio che aveva in classifica, fermandosi a 17” dalla maglia azzurra di Simon. La “corsa dei due mari” prenderà le mosse con una frazione molto simile a quella che ha aperto le ultime due edizioni della Tirreno, disegnata con un doppio circuito che prevede di affrontare per tre la salita del Monte Pitoro (2.7 Km al 7.4%) nella prima parte del tracciato, mentre la seconda parte sulle pianeggianti strade della Versilia favorirà l’arrivo in volata. Anche il secondo giorno di gara, che si aprirà a Camaiore, si disputerà per intero sulle strade della Toscana e proporrà il primo dei due arrivi in salita previsti quest’anno, anche se l’ascesa che condurrà al traguardo di Chiusdino non presenta mai pendenze veramente impegnative (7.6 Km al 3.5%) e non va esclusa la possibilità che sul traguardo si presenti in gruppo ancora folto, comunque leggermente selezionato dai saliscendi che caratterizzano gli ultimi 50 Km e che prevedono in particolare il GPM del Poggio alla Croce (3.5 Km al 6.9%). Dalla vicina Monticiano, con il “chilometro 0” fissato presso la spettacolare Abbazia di San Galgano, scatterà l’indomani la seconda frazione destinata alle ruote veloci, che porrà il suo traguardo a Gualdo Tadino, anche in questo caso al termine di una lieve ascesa che sicuramente toglierà di mezzo qualche velocista. Il 13 marzo sarà il giorno delle salite perché saranno collocate nella medesima data le tappe di montagna della Parigi – Nizza e della Tirreno – Adriatico e così, mentre in Francia si decideranno le sorti della “Corsa verso il sole” sulle pendenze della Colmiane, nel cuore dell’Italia si snoderà la tappa regina della corsa ideata nel 1966 da Franco Mealli e che, dopo la partenza da Terni, vedrà i corridori affrontare per prime le pendenze pedalabili della Sella di Corno (13.5 Km al 3.7%), poi quelle un pochino più impegnative del Passo delle Capannelle (13.8 Km al 4.5%) e infine quelle decisamente più selettive dall’ascesa che conduce ai Prati di Tivo (14.6 Km al 7.5%), la stazione di sport invernali del teramano che già in due occasioni ha ospitato la Tirreno, tappe entrambe risultate determinati per il successo finale e vinte la prima da Nibali (2012) e la seconda da Chris Froome (2013), mentre andando più indietro nel tempo nel 1975 vi terminò anche una frazione del Giro d’Italia conquistata da Giovanni Battaglin. Avrà sicuramente un notevole peso sulla classifica, al pari dell’immancabile frazione da trascorrere sui ripidi muri marchigiani e che si correrà il giorno successivo tra Castellalto e Castelfidardo, dove gli organizzatori hanno disegnato un complicato circuito finale di quasi 24 Km caratterizzato da tre salite a tornata: in particolare si dovrà salire per due volte a Castelfidardo, la prima per affrontare la verticale di 1000 metri al 15% di pendenza media (massima del 19%) che culmina in Via Nazario Sauro e la seconda per andare al traguardo con una salita finale a gradini di 2.8 Km al 4% che presenta un paio di rampette al 12%. Come lo scorso anno il penultimo giorno di gara ospiterà l’ultima delle tre sfide tra i velocisti, anche se il finale della Castelraimondo – Lido di Fermo sarà di più difficile gestione per le squadre degli sprinter rispetto a quello della tappa di Senigallia del 2020, che prevedeva un circuito totalmente pianeggiate da ripetere più volte; stavolta, infatti, a ogni giro si dovrà affrontare il tratto iniziale della salita di Capodarco, località molto nota nell’ambiente perché dal 1964 ospita un gran premio ciclistico che negli anni è divenuto una delle gare più prestigiose del calendario riservato a quelli che un tempo erano definiti “dilettanti”: è poca cosa essendo soli 2 Km al 4%, ma il fatto di doverla ripetere quattro volte di certo provocherà un certo scompaginamento nel gruppo lanciato verso un quasi certo arrivo in volata, in un finale che ricorda un po’ quello della Sanremo, anche se non sono previste ascese simili a Cipressa e Poggio. Martedì 16 marzo il tradizionale atto conclusivo della corsa a San Benedetto del Tronto sarà a cronometro, come avviene puntualmente da una decina di anni, dopo che nel 2011 si stabilì di rinunciare all’inutile tappa conclusiva destinata ai velocisti per tenere vivo l’interesse sulla corsa sino all’ultimo colpo di pedale: da quel giorno i 10 Km della cronometro disegnata in andata e ritorno sul lungomare della “perla della Riviera delle Palme” sono risultati veramente determinanti solo in due occasioni, nel 2012 e nel 2019, quando un “ribaltone” in classifica portò in maglia azzurra Nibali e lo sloveno Primož Roglič, rispettivamente ai danni dello statunitense Chris Horner e del britannico Adam Yates, fratello del Simon vincitore l’anno scorso.
Quattro giorni dopo la conclusione della Tirreno si alzerà il sipario sulla Milano – Sanremo, la cui 112a edizione tornerà a percorrere le tradizionali strade della riviera ligure dopo che lo scorso anno il divieto di quasi tutti i sindaci del savonese, preoccupati per il dilagare della pandemia e il pericolo di assembrati l’8 di agosto, dirottò la corsa su altre strade e gran parte del tracciato si snodò in territorio piemontese. Ritrovata l’Aurelia, però, la Sanremo 2021 dovrà fare a meno del Passo del Turchino a causa di una frana, ostacolo che gli organizzatori hanno aggirato sostituendolo con l’ancor più facile Passo del Giovo (5 Km al 2.8%). Ne è uscito un percorso alternativo di 299 Km, qualcosa in più rispetto al tracciato storico, che graficamente assomiglia molto all’originale e che non snaturerà le caratteristiche della Classicissima, ancora destinata ai decidersi tra i 5.6 Km al 4.1% della Cipressa e i 3.6 Km al 3.6% del Poggio.
Quest’anno non ci sarà nemmeno il tempo di metabolizzarla la Sanremo perché già il giorno successivo i riflettori torneranno ad accendersi su di un’altra competizione, che recherà con sé anche l’attrattiva della novità. Il 21 marzo sarà, infatti, tenuta a battesimo la Per sempre Alfredo, corsa in linea voluto per perpetuare il ricordo dell’indimenticato commissario tecnico della nazionale Alfredo Martini, che nel 2021 avrebbe tagliato il traguardo delle cento primavere. A organizzarla sarà il “Gruppo Sportivo Emilia”, che un paio di giorni più tardi allestirà come da tradizione anche il palcoscenico della Settima Internazionale Coppi e Bartali, cinque giorni di gara i cui dettagli ancora devono essere svelati, anche se è già stato anticipato che la tappa regina sarà la penultima e proporrà l’arrivo in salita a San Marino.
Un altro centesimo traguardo che sarà festeggiato nel 2021 sarà quello del Giro di Catalogna (22 – 28 marzo), la quarta corsa a tappe del circuito UCI WorldTour. L’edizione numero 100 era già stata programmata per lo scorso anno ma, a differenza di altre corse che sono state rinviate in estate, si è preferito saltare il turno per riproporre un anno più tardi il medesimo tracciato che era stato allestito per celebrare al meglio il fausto genetliaco. Tra le portate del “banchetto” è stata così reinserita una cronometro individuale, esercizio che al Catalogna non si vedeva dal 2009 e per la quale si è optato un percorso “prepotente” perché quasi 19 km per una corsa di una settimana non sono pochi, anche se saranno ben bilanciati da due tappe di alta montagna e da una frazione di medio impegno che potrebbe comunque avere una certa influenza in classifica. Salite se ne incontreranno fin dalla tappa d’apertura di Calella, sede di partenza ininterrottamente dal 2012, anche se l’ascesa ai 1270 metri del Port de Santa Fe del Montseny e il Port de Collsacreu da scavalcare a poco meno di venti chilometri dal traguardo non dovrebbero impedire l’arrivo allo sprint a Calella, come capitato spesso negli scorsi anni in questo centro al termine di frazioni simili a questa. L’attesa prova contro il tempo si disputerà il giorno successivo sul pianeggiante circuito di Banyoles e subito gli scalatori avranno chance per recuperare il tempo perduto perché l’indomani saranno attesi dall’impegnativo arrivo in salita a Vallter 2000, stazione di sport invernali situata in prossimità del confine con la Francia. Il traguardo sarà collocato a quota 2125 e per raggiungerla bisognerà affrontare una salita di 11.5 Km al 7.5% che costituisce un classico della corsa iberica, già proposto in sei occasioni, anche se nel 2018 la corsa fu respinta dalla neve, obbligando gli organizzatori a un arrivo d’emergenza in valle e a riproporre questo traguardo l’anno successivo, quando s’impose Adam Yates. Un altro approdo ricorrente del Catalogna era quello nella località turistica della Molina, presenza fissa nel tracciato dal 2014 e confermato anche quest’anno, ma senza l’arrivo perché ci si limiterà a un semplice passaggio nel corso della successiva frazione di montagna, un vero e proprio tappone di 166 Km che scatterà da Ripoll e proporrà in sequenza tre lunghe ascese, il Port de Toses in partenza, l’interminabile Port de Cantó (quasi 25 Km) a metà tappa e infine la salita finale di 18.4 Km al 6.5% verso i quasi 2000 metri di Port Ainè, altra stazione invernale dove in passato, nel 2012, gli organizzatori si ritrovarono a fare i conti con la neve. Lasciate alle spalle le alte montagne pirenaiche, anche nel finale della quinta tappa, disegnata per 200 Km tra La Pobla de Segur e Manresa, i corridori si troveranno di fronte una salita che potrebbe portare un po’ di scompiglio in classifica, se questa fosse ancora aperta, perché a poco meno di 30 Km dal traguardo si dovrà raggiungere il celebre monastero di Montserrat mettendo nelle gambe 7 Km d’arrampicata al 6.8% medio. Torneranno quindi protagonisti i velocisti nella penultima giornata di gara, caratterizzata da 194 Km poco impegnativi – solo un paio di salite senza troppe pretese – che congiungeranno Tarragona a Mataró, nel corso dei quali è previsto anche un passaggio sulla pista dell’autodromo di Montmeló, dal 1991 sede del Gran Premio di Spagna di Formula 1. Atto conclusivo della corsa sarà un altro momento irrinunciabile del Catalogna, la tappa finale “passerella ma non troppo” sullo storico circuito del Montjuïc a Barcellona, sul quale si sono svolte due edizioni dei mondiali di ciclismo, vinte da Felice Gimondi (1973) e dal belga Claude Criquielion (1984). La tradizionale ascesa al “castillo”, 3 km al 4.3%, dovrà essere ripetuta ben sei volte e, se da un lato rappresenterà un irresistibile richiamo per i finisseur, dall’altro potrebbe anche lasciare aperta la porta a qualche sorpresa se a muoversi fosse qualche uomo di classifica. Basti dire che gli ultimi tre corridori che si sono imposti in fondo a questo prestigioso anello non sono ciclisti qualsiasi poiché rispondono ai nomi di Alejandro Valderde, Simon Yates e Davide Formolo.
Mauro Facoltosi
I SITI DELLE CORSE
Trofeo Laigueglia
https://trofeolaigueglia.wordpress.com
Strade Bianche
GP Industria & Artigianato
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Per Sempre Alfredo – Settimana Internazionale Coppi e Bartali
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Giro di Catalogna


