VAN DER BREGGEN VINCE IL GIRO ROSA DA TOTALE DOMINATRICE
Anna Van der Breggen (SD Worx) ha vinto il Giro Rosa dopo aver corso in maniera perfetta anche l’ultima frazione, andando nella fuga di giornata di cinque atlete che ha caratterizzato la giornata. Non ha collaborato in questo tentativo godendosi la passerella al vento e chiudendo la tappa al quarto posto senza sprintare. Per la tappa invece la vittoria è andata a Coryn Rivera (Team DSM) battendo in volata Elizabeth Deignan (Trek-Segafredo), mentre Elise Chabbey (Canyon SRAM Cycling) ha chiuso al terzo posto. Le classifiche accessorie sono state vinte da Van der Breggen per quanto riguarda la classifica a punti, la migliore scalatrice è stata Lucinda Brand (Trek-Segafredo), Niamh Fisher-Black (SD Worx) è stata la miglior giovane chiudendo al nono posto, mentre Marta Cavalli (FDJ Nouvelle Aquitaine Futuroscope) chiudendo sesta è stata la miglior italiana.
La tappa conclusiva dell’’edizione numero 32 del Giro Rosa presentava una frazione mossa sulle colline del Collio con partenza da Capriva del Friuli e arrivo a Cormons dopo 113 chilometri.
Nella prima fase di tappa Lucinda Brand (Trek-Segafredo) attaccava sul primo GPM di giornata per ipotecare la sua maglia verde di miglior scalatrice. Nella fase di discesa si univano a lei la maglia rosa Anna Van der Breggen (SD Worx), Elizabeth Deignan (Trek-Segafredo), Elise Chabbey (Canyon SRAM Racing) e Coryn Rivera (Team DSM). Questo fortissimo gruppo di atlete riusciva ad avvantaggiarsi quindi, con al loro inseguimento momentaneamente un gruppetto di undici, quest’ultimo veniva però chiuso da Movistar Team e Liv Racing. Van der Breggen nel frattempo nel gruppo di testa stava in coda senza collaborare con un vantaggio che raggiungeva un massimo di due minuti.
Questo margine scendeva ad un minuto quando al termine restavano appena quindici chilometri. Brand era l’autrice del maggior sforzo in questa giornata e rimaneva attardata su un forcing fatto da Rivera sullo strappo di Ruttars (l’ultima salita di giornata). Dal gruppo Sofia Bertizzolo (Liv Racing) tentava un ultimo disperato tentativo di rimonta, venendo però ripresa in discesa dal gruppo che comunque doveva recuperare altri trenta secondi a sei chilometri dall’arrivo. L’ultima curva veniva presa in testa da Chabbey con Deignan a lanciare un lungo sprint, dopo aver saltato un po’ di cambi nel finale. Rivera però riusciva a recuperare negli ultimi metri portandosi a casa il successo di tappa su Deignan, mentre alle sue spalle Chabbey chiudeva terza e Van der Breggen a braccia alzate festeggiava la vittoria della classifica generale dopo una dieci giorni da dominatrice. Alle loro spalle il gruppo arrivava con Emma Norsgaard (Movistar Team) in grado di vincere lo sprint di gruppo. Nonostante questi punti raccolti, era Van der Breggen a conquistare la maglia ciclamino con le sue due vittorie.
Brand invece confermava la vittoria della maglia verde, mentre la maglia bianca di miglior giovane andava ad appannaggio della neozelandese Niamh Fisher-Black (SD Worx). Marta Cavalli (FDJ Nouvelle Aquitaine Futuroscope) confermava il sesto posto finale come miglior italiana. Il dominio SD Worx ha visto anche Ashleigh Moolman-Pasio al secondo posto e Demi Vollering al terzo posto, andando, ovviamente, anche a conquistare la classifica a squadre.
Carlo Toniatti.

I festeggiamenti del dominio SD Worx con la protagonista principale Anna Van der Breggen (Getty Images Sport)
SUL MATAJUR È SHOW DA PARTE DELLA SD WORX, A MOOLMAN-PASIO LA TAPPA
Ashleigh Moolman-Pasio (SD Worx) ha vinto la frazione regina di questo Giro Rosa con un attacco da lontano insieme a Elisa Longo Borghini (Trek-Segafredo), lasciando per strada sulla dura salita finale del Matajur. Nel gruppo era la SD Worx a dominare andando a coprire i gradini più bassi del podio di giornata con Demi Vollering e Anna Van Der Breggen, quest’ultima ha confermato la sua maglia rosa. Marta Cavalli (FDJ Nouvelle Aquitaine Futuroscope) si è confermata la migliore delle “altre”.
La nona tappa da Feletto-Umberto al Monte Matajur era la tappa regina dell’edizione 2021 del Giro Rosa. Lungo i suoi 122 chilometri presentava la impegnativa salita a Stregna, 5.6 chilometro al 7.1%, a 40 chilometri dall’arrivo, dei quali una quindicina di fondovalle ad anticipare gli ultimi 12.8 chilometri all’8% che conducevano al Monte Matajur.
La fuga di giornata veniva formata da Giorgia Vettorello (Top Girls Fassa Bortolo), Asia Zontone (Servetto – Makhymo – Beltrami TSA) e Letizia Borghesi (Aromitalia – Basso Bikes – Vaiano) con un vantaggio massimo di tre minuti e mezzo, che veniva però ripresa sulla salita di Stregna quando ad attaccare erano, come nella frazione comasca, Elisa Longo Borghini (Trek-Segafredo) e Ashleigh Moolman-Pasio (SD Worx) che arrivavano ai piedi della salita conclusiva con due minuti di vantaggio. Sofia Bertizzolo (Liv Racing) e Clara Koppenburg (Rally Cycling) rimanevano coinvolte in una caduta nel tratto di discesa con quest’ultima costretta a ritirarsi, probabilmente per una frattura alla clavicola. All’inseguimento della coppia al comando si erano buttate Marta Bastianelli (Alé BTC Ljubljana) e Anouska Koster (Team Jumbo-Visma, che venivano però ricucite nel tratto più facile di salita. A 8.5 chilometri dall’arrivo Longo Borghini perdeva la ruota della sudafricana, mentre Moolman-Pasio si involava per un successo importantissimo. A 4 chilometri dall’arrivo Demi Vollering (SD Worx) attaccava, riducendo il gruppo a meno di una decina di atlete, dopo 500 metri era la maglia rosa Anna Van der Breggen (SD Worx) in persona ad aumentare il ritmo con solo Vollering e Marta Cavalli (FDJ Nouvelle Aquitaine Futuroscope). Queste atlete riprendevano la campionessa italia ai -3 con Moolman-Pasio che difendeva ancora un minuto e cinquanta secondi. Nel finale anche Cavalli aiutava la maglia rosa, provando a recuperare più terreno possibile in classifica generale. Finalmente dopo undici edizioni corse Moolman-Pasio riusciva a conquistare la vittoria di tappa, mentre alle sue spalle Cavalli cedeva contatto dalle due atlete della SD Worx con Vollering transitare al secondo posto a un minuto e 26 secondi abbracciandosi alla sua compagna di squadra e maglia rosa Van der Breggen che consolida così il suo successo finale. Cavalli terminava la sua prova in maniera brillante con un ritardo di un minuto e 39 dimostrando di essere davvero l’unica atlete ad avvicinarsi minimamente al dominio della SD Worx. Elizabeth Deignan transitava al quinto posto attardata di due minuti e 14.
La nuova classifica generale ha sempre Van der Breggen al comando, con 1’23” su Moolman-Pasio, 3’05” su Vollering, 6’48” su Deignan e 8’06” su Mavi Garcia (Alé BTC Ljubljana), Cavalli è risalita al sesto posto a 8’09”, sfiorando così la top 5 finale.
La tappa conclusiva di domani da Capriva del Friuli a Cormons dovrebbe arrivare allo sprint, ma il circuito conclusivo vallonato potrebbe favorire delle fughe o delle attacchi per un successo di tappa.
Carlo Toniatti.

Il podio di giornata firmato dalle incredibili atlete SD Worx (Getty Images Sport)
MOLLEMA, UNA FURIA A QUILLAN. L’OLANDESE CORONA LA FUGA DI GIORNATA, POGACAR RESTA IN GIALLO
Bauke Mollema (Team Trek Segafredo) entra nella fuga che si concretizza soltanto dopo più di 80 km dalla partenza, scatta in discesa dopo lo scollinamento del penultimo GPM e si invola verso una delle vittorie più belle del Tour 2021 dopo 50 km di pedalata in solitaria. Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) conserva agevolmente la maglia gialla alla vigilia di due giorni sui Pirenei dove ne vedremo delle belle.
I cinque GPM della quattordicesima tappa da Carcassonne a Quillan caratterizzano una frazione non durissima ma nervosa, ai piedi dei Pirenei, dove la fuga sembra avere concrete chance di successo. I big di classifica a loro volta non dovranno sottovalutare le insidie del percorso e sull’ultimo GPM del Col de Saint-Louis, a 17 km dall’arrivo, potremmo anche assistere a qualche scaramuccia. Da segnalare le non partenze di Warren Barguil (Team Arkea Samsic) e Soren Kragh Andersen (Team DSM). Il ritmo era subito elevato e gli scatti allungavano il gruppo. La domanda era solo una: a che km sarebbe partita la fuga di giornata, che probabilmente si sarebbe giocata la vittoria di tappa ? Dopo una decina di km provavano l’attacco Steven Kruijswijk (Team Jumbo Visma), Simon Geschke (Team Cofidis), Thomas de Gendt (Team Lotto Soudal) e Fred Wright (Team Bahrain Victorious). Il gruppo non dava troppo spazio a questo primo tentativo di fuga che veniva ripreso nel giro di un paio di km. Un nuovo tentativo si sviluppava poco dopo con l’azione di Matej Mohoric (Team Bahrain Victorious), Julian Alaphilippe (Team Deceuninck Quick Step) e Quentin Pacher (Team B&B Hotels KTM). Anche questa volta il gruppo annullava questo tentativo. Dopo una ventina di km si portava il testa Kristian Sbaragli (Team Alpecin Fenix). L’italiano manteneva un vantaggio di una trentina di secondi su Toms Skujins (Team Trek Segafredo), Jonas Rickaert (Team Alpecin Fenix), Anthony Turgis (Team TotalEnergies) e Maxime Chevalier (Team B&B Hotels KTM). Il gruppo maglia gialla inseguiva a circa 1 minuto e 20 secondi. Sbaragli veniva ripreso dal primo gruppo inseguitore al km 37. Il quintetto di testa iniziava l’ascesa del Col du Bac, primo GPM in programma, con 40 secondi di vantaggio sul gruppo. Sbaragli era il primo a scollinare sul GPM ma alle spalle del gruppetto di testa il gruppo aveva recuperato e inseguiva a circa 15 secondi di ritardo. Al traguardo intermedio di Lavelanet era Rickaert a transitare per primo, ma il gruppo maglia gialla aveva ormai raggiunto i cinque di testa. Il gruppo si avvicinava al Col de Montsegur, secondo impegnativo GPM di giornata. Sulle prime rampe del GPM subbetto si portavano in testa Wout Poels (Team Bahrain Victorious) e Mattia Cattaneo (Team Deceuninck Quick Step). Michael Woods (Team Israel StartUp Nation) raggiungeva la coppia di testa a circa 3 km dallo scollinamento. Alle spalle del terzetto il gruppo tirato dall’UAE Team Emirates restava abbastanza compatto. Poels scollinava in prima posizione. Dietro i tre di testa si formava un drappello di sette ciclisti: Bauke Mollema (Team Trek Segafredo), Patrick Konrad (Team Bora Hansgrohe), Guillaume Martin (Team Cofidis), Sergio Higuita (Team EF Education First), Esteban Chaves (Team BikeExchange), Omar Fraile (Team Astana) e Louis Meintjes (Team Intermarchè Wanty Gobert). Il terzetto di testa iniziava l’ascesa del Col de la Croix des Morts con 31 secondi di vantaggio sul primo gruppo inseguitore ed 1 minuto e 50 secondi di vantaggio sul gruppo maglia gialla. Woods scollinava in prima posizione mentre il gruppo inseguitore era sempre più vicino al terzetto di testa. Sulle prime rampe della Côte de Galinagues un gruppo di quattro ciclisti, che avevano attaccato sul GPM precedente, rientravano sul gruppo di testa. I quattro erano tuuti francesi: Valentin Madouas, Elie Gesbert (Team Arkea Samsic), Quentin Pacher e Pierre Rolland (Team B&B Hotels KTM). Il gruppo di testa era così formato da quattordici ciclisti. Poels scollinava in prima posizione, mentre il gruppo maglia gialla aveva rallentato l’andatura ed era segnalato a 3 minuti e 40 secondi di ritardo. Nella discesa successiva Woods era vittima di una caduta ma si rimetteva in sella e rientrava sul drappello di testa a 43 km dalla conclusione. Un’improvvisa accelerazione di Mollema in discesa portava l’olandese in testa con un vantaggio di 15 secondi sugli ex compagni di fuga. A 34 km dall’arrivo l’olandese aveva 35 secondi di vantaggio sul primo gruppo inseguitore. Il vincitore del Giro di Lombardia 2019 aumentava il vantaggio sul primo gruppo inseguitore e a 30 km dall’arrivo sembrava volare sulle ali dell’entusiasmo. Si avvicinava intanto il Col de Saint-Louis, ultimo GPM della tappa con i primi 2 km molto duri, avendo diversi tratti superiori al 10%. Mollema iniziava l’ultima salita con oltre 1 minuto di vantaggio sul primo gruppo inseguitore e scollinava tutto solo mantenendo un vantaggio ancora rassicurante superiore al minuto. Da segnalare nel frattempo che Woods era la nuova maglia pois, che avrebbe sfoggiato l’indomani nella prima tappa sui Pirenei. Mollema andava a vincere meritatamente sul traguardo di Quillan dopo 50 km di fuga solitaria. A 1 minuto e 4 secondi di ritardo Konrad si imponeva su Higuita nello sprint del secondo posto. Il gruppo maglia gialla arrivava con un ritardo di 6 minuti e 53 secondi. Tadej Pogacar UAE Team Emirates) resta in maglia gialla ma al secondo posto subentra Guillaume Martin con un ritardo di 4 minuti e 4 secondi sullo sloveno, mentre Rigoberto Uran (Team EF Education First) è terzo a 5 minuti e 18 secondi di ritardo. Domani è in programma la quindicesima tappa da Ceret ad Andorra la Vella di 191.3 km. Un GPM di seconda e tre di prima categoria – anche se l’arrivo è posto al termine di una discesa – testimoniano le difficoltà di una tappa in cui ci sarà certamente bagarre tra gli uomini di classifica.
Giuseppe Scarfone

Bauke Mollema vince a Quillan (foto: Getty Images)
IL GIRO ROSA HA LA SUA CAVENDISH: LORENA WIEBES VINCE ANCHE L’OTTAVA TAPPA
Lorena Wiebes (Team DSM) ha dimostrato ancora di essere l’atleta più veloce in corsa con una volata anche questa volta perfetta che non ha lasciato scampo alle sue avversario. Continua l’ottima corsa anche per Emma Norsgaard (Movistar Team) che ha conquistato il suo secondo posto, oltre alla vittoria di Colico, davanti all’italiana Maria Vittoria Sperotto (A.R. Monex Women’s Pro Cycling Team). Anna Van der Breggen (SD Worx) è sempre più vicina alla vittoria finale, ma domani ci sarà l’ostacolo più importante nel Monte Matajur, dove però sicuramente vorrà aumentare il suo dominio.
L’ottava frazione di 129 chilometri del Giro Rosa presentava un percorso interamente pianeggiante da San Vendemiano a Mortegliano che doveva garantire un arrivo in volata, forse l’ultimo della corsa con l’incognita sull’ultimo giorno di corsa.
Diverse sono state le ritirate durante la corsa, in particolare durante la cronoscalata ben dodici atlete erano rimaste tagliate fuori dal tempo massimo, in più, alcune positività al covid-19 hanno costretto Bizkaia-Durango e Team TIBCO-Silicon Valley Bank a ritirarsi dalla corsa, oggi anche Cecilie Uttrup Ludwig (FDJ Nouvelle-Aquitaine Futuroscope) decideva di non partire, vittima di una caduta nella cronosquadre, ma volenterosa di rientrare in condizione per le olimpiadi di Tokyo.
La prima parte di corsa veniva affrontata a forte ritmo con vari attacchi senza però che nessuna ciclista riuscisse a formare un gruppetto di attaccanti. Dopo il traguardo volante di San Vito al Tagliamento al km 52, finalmente si formava la fuga composta da Anastasia Carbonara e Natalya Studenikina (Born To Win G20 Ambedo) e Giorgia Vettorello (Top Girls Fassa Bortolo). Il loro vantaggio saliva fino a tre minuti e quindici secondi quando mancavano 50 chilometri alla conclusione. Da quel momento erano Team DSM e Movistar Team a lavorare per chiudere sul tentativo avendo le due atlete che finora avevano vinto tutte le volate della corsa, ovvero Lorena Wiebes (Team DSM) e Emma Norsgaard (Movistar Team). L’aiuto decisivo per chiudere completamente sulle fuggitive veniva dato da Team Jumbo-Visma e Valcar-Travel & Service che annullavano il tentativo con sei chilometri all’arrivo. Nel finale non c’era una squadra che riusciva a fare la differenza con il treno della Team DSM che solo nell’ultimo chilometro usciva allo scoperto, venendo però scavalcato dalla Movistar Team. che prendeva al comando l’ultimo curva, usciva però più forte Coryn Rivera (Team DSM) capace quindi di lanciare alla perfezione ancora una volta Wiebes che prendeva il largo negli ultimi 200 metri con Norsgaard capace solo di accontentarsi del secondo posto battendo Maria Vittoria Sperotto (A.R. Monex Women’s Pro Cycling Team). Altra giornata calma per la leader della classifica Anna Van der Breggen (SD Worx) che domani potrà aumentare ulteriormente il suo dominio nella tappa più difficile di questa corsa, con l’arrivo sul Monte Matajur, una salita di 14 chilometri al 7.7% con il finale quasi interamente in doppia cifra.
Carlo Toniatti.

Secondo successo in carriera per Lorena Wiebes al Giro Rosa (Getty Images Sport)
NESSUNO ESPUGNA CAVENDISH A CARCASSONNE, 34 VITTORIE COME MERCKX
A Carcassonne ritornano in scena i velocisti ed è ancora Mark Cavendish (Team Deceuninck Quick Step) a dominare la scena, vincendo con autorità ed eguagliando le vittorie al Tour di Eddy Merckx. Domani tappa che anticipa i Pirenei in cui i fuggitivi hanno un’occasione per giocarsi la vittoria.
Se ieri il vento ha caratterizzato la dodicesima tappa con ventagli iniziali che hanno determinato la fuga vincente con la vittoria di Nils Politt (Team Bora Hansgrohe), oggi potremmo assistere ad una tappa fotocopia da Nimes a Carcassonne, tredicesima tappa pre-pirenaica del Tour 2021 di quasi 220 km. Anche la distanza sarà una variabile non indifferente visto che una fuga ben nutrita avrà più possibilità di giungere al traguardo al contrario di una meno numerosa. D’altra parte, la voglia di Mark Cavendish di equiparare il record di vittorie di Eddie Merckx potrebbe stimolare la Deceuninck Quick Step a lavorare per il britannico dopo un giorno di scarico. Prima della partenza l’organizzazione comunicava che oggi il tempo sarebbe stato neutralizzato ai meno 4.5 km dall’arrivo invece che ai consueti meno 3. Dopo un primo tentativo di attacco di alcuni ciclisti che comprendeva anche Lorenzo Rota (Team Intermarchè Wanty Gobert), sul quale il gruppo rientarva immediatamente, si formava un nuovo drappello di ciclisti che comprendeva Omer Goldstein (Team Israel StartUp Nation), Sean Bennett (Team Qhubeka NextHash) e Pierre Latour (Team Total Energies). Questo terzetto si avvantaggiava sul gruppo maglia gialla e dopo 35 km aveva un vantaggio superiore ai 4 minuti. Latour scollinava in prima posizione sulla Côte du Pic Saint-Loup, unico GPM della tappa, posto al km 51.5. La Deceuninck Quick Step controllava la fuga che si manteneva sui 4 minuti di vantaggio. Goldstein si aggiudicava il traguardo intermedio di Fontès posto al km 104.2. A circa 55 km dal termine una caduta di una ventina di ciclisti nel gruppo maglia gialla faceva vittime eccellenti tra cui Rafal Majka (Team Bora Hansgrohe), Geraint Thomas (Team INEOS Grenadiers), Simon Yates (Team BikeExchange), mentre tra i velocisti coinvolti attesi oggi allo sprint si segnalavano anche Nacer Bouhanni (Team Arkea Samsic) e Cees Bol (Team DSM). Tra quelli più malconci, Robert Kluge (Team Lotto Soudal) era costretto al ritiro. La fuga veniva ripreva a poco più di 50 km dal termine. Anche Simon Yates si ritirava mentre Quentin Pacher (Team B&B Hotels KTM) attaccava ed a 43 km dall’arrivo aveva guadagnato 20 secondi di vantaggio sul gruppo. A 36 km dal termine Mark Cavendish (Team Deceuninck Quick Step) era vittima di una foratura ma rientrava immediatamente in gruppo dopo il cambio ruota. Lo stesso destino capitava a Jasper Philipsen (Team Fenix Alpecin) ed anche il ciclista belga rientrava in gruppo poco dopo. A 34 km dall’arrivo Pacher aveva aumentato il proprio vantaggio sul gruppo a oltre un minuto. A 25 km dall’arrivo il vantaggio di Pacher sul gruppo era sceso a 45 secondi. Il francese veniva ripreso a 19 km dall’arrivo. La Deceuninck era come al solito impeccabile nel condurre al meglio Cavendish nei km finali, prima con Asgreen, poi con Ballerini ed infine con Morkov. Quest’ultimo lanciava il britannico che vinceva nettamente proprio davanti a Morkov mentre terzo era Jasper Philipsen (Team Fenix Alpecin). Chiudevano la top five Ivan Garcia Cortina (Team Movistar) in quarta posizione e Danny Van Poppel (Team Intermarchè Wanty Gobert) in quinta posizione. Cavendish raggiunge così le 34 vittorie di Eddy Merckx al Tour de France e ipoteca la maglia verde. Pogacar resta in maglia gialla davanti a Uran e Vingegaard. Domani si correrà la quattordicesima tappa da Carcassonne a Quillan, lunga quasi 184 km. Il percorso presenta cinque GPM non durissimi che potrebbero favorire l’azione di una fuga da lontano con gli uomini di classifica che dovranno comunque tenere gli occhi aperti. Insomma vedremo un bell’antipasto di Pirenei, in programma sabato e domenica.
Giuseppe Scarfone

La vittoria di Mark Cavendish a Carcassonne (foto: Getty Sport)
MARIANNE VOS FA TRENTA AL GIRO ROSA
Marianne Vos (Team Jumbo-Visma) ha trionfato per la trentesima volta nella sua carriera sulle strade del Giro Rosa. Questa volta il successo è arrivato sullo strappo di Puegnano del Garda battendo in volata Elisa Longo Borghini (Trek-Segafredo) e la maglia rosa Anna Van der Breggen (SD Worx).
La settima tappa del Giro Rosa 2021 presentava un percorso vallonato su circuito di 17 chilometri a Puegnano del Garda, da ripetere 5 volte, la partenza era collocata Soprazocco Di Gavardo a 109 chilometri dall’arrivo. Gli ultimi 1500 metri erano su uno strappo al 4.8% che poteva creare un po’ di bagarre nel finale.
La prima fase di corsa vedeva l’attacco di Matilde Vitillo (BePink) e Riejanne Markus (Team Jumbo-Visma) riuscire a guadagnare fino a 1’30”, ma venire riprese al termine del primo giro, poco dopo era Lucinda Brand (Trek – Segafredo) ad attaccare in solitaria riuscendo a mantenere un gap di 1’30” sul gruppo per diverso tempo. Ai -30 si generava un nuovo gruppo di attaccenti composto da Eugénie Duval (FDJ Nouvelle-Aquitaine Futuroscope), Sofia Bertizzolo (Liv Racing), Coryn Rivera (Team DSM), Alexis Ryan (Canyon-SRAM) e Leah Thomas (Movistar). Queste atlete riuscivano a rientrare su Brand a 25 chilometri dall’arrivo, ma poco dopo anche il gruppo riusciva a chiudere su di loro.
La SD Worx imprimeva quindi un forte ritmo nel gruppo dal quale provava ad emergere Marta Jaskulska (Liv Racing) per qualche chilometro, ma senza mai guadagnare abbastanza, come tante altre atlete ci hanno provato in seguito. Tra queste anche Marta Bastianelli (Alé BTC Ljubljana) che riusciva a guadagnare una decina di secondi partendo negli ultimi dieci chilometri, Jeanne Korevaar (Liv Racing) provava ad unirsi sull’italiana senza successo, Bastianelli veniva comunque ripresa ai -6. Nel finale Trek-Segafredo impostava un treno che veniva affiancato dalla Team DSM. La stessa Brand che era stata in fuga metà della giornata forzava nella prima parte dello strappo finale. In quel momento scattava Tiffany Cromwell (Canyon SRAM Racing), la quale veniva seguita da Elisa Longo Borghini (Trek-Segafredo) immediatamente marcata da Marianne Vos (Team Jumbo-Visma). Longo Borghini raggiungeva Cromwell sotto la Flamme Rouge dove allungava con prepotenza non riuscendo però a liberarsi della maglia ciclamino Vos. L’italiana praticamente lanciava la volata alla sua rivale che negli ultimi 200 metri lanciava il suo sprint andando a vincere per distacco con Longo Borghini capace di difendersi dal ritmo della maglia rosa Anna Van der Breggen (Team SD Worx), la quale restava chiaramente al comando con quasi tutte le big di classifica con lo stesso gruppetto all’arrivo. Marianne Vos con oggi ha raggiunto le 30 vittorie al Giro Rosa in quello che sta diventando uno di quei record difficilmente battibili. Altra tappa per velocisti da San Vendemiano a Mortegliano nella giornata di domani con chance per l’olandese di allungare ancora questo suo record.
Carlo Toniatti.

La vittoria di Marianne Vos a Puegnano sul Garda (Getty Images Sport)
BORA IN POPPA AL TOUR. POLITT SPACCA LA FUGA E VINCE IN SOLITARIA A NIMES.
A Nîmes Nils Politt (Team Bora Hansgrohe) corona una fuga di 13 uomini iniziata dopo una ventina di km ed ottiene una vittoria che gli mancava dal 2018. I velocisti, sulla carta favoriti, si prendono un giorno di riposo. Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) conserva la maglia gialla.
Dopo le fatiche di Alpi e Mont Ventoux i velocisti dovrebbero tornare di scena nella dodicesima tappa da Saint-Paul-Trois-Châteaux a Nîmes. Diciamo dovrebbero perché, nonostante l’assenza quasi totale di insidie altimetriche, durante tutta la tappa è previsto vento moderato con raffiche superiori ai 20 km/h che potrebbe scompaginare le carte e dare vita a ventagli. Oltretutto a 1 km e 800 metri dall’arrivo, in un tratto in leggera di scesa, il gruppo dovrà attraversare – verosimilmente a tutta velocità – un angusto sottopassaggio ferroviario che potrebbe complicare il posizionamento dei velocisti. Ad ogni modo Mark Cavendish (Team Deceuninck Quick Step) è il principale favorito e si prepara per il quarto sigillo al Tour 2021. Inoltre con una vittoria il britannico eguaglierebbe il numero di tappe vinte al Tour da Eddie Merckx ed entrerebbe in qualche modo nella storia della Grande Boucle. Da segnalare che Peter Sagan (Team Bora Hansgrohe) non prendeva il via per un dolore al ginocchio che non gli dava pace da qualche giorno. Il tre volte campione del mondo termina così un Tour anonimo dopo un ottimo Giro d’Italia. La partenza era molto nervosa e le insidie del vento non si facevano attendere. Il gruppo si spezzava in vari tronconi e dopo 20 km in testa si trovava un drappello di tredici ciclisti: Julian Alaphilippe (Team Deceuninck Quick Step), Andrè Greipel (Team Israel StartUp Nation), Edward Theuns (Team Trek Segafredo), Imanol Erviti (Team Movistar), Nils Politt (Team Bora Hansgrohe), Stefan Kung (Team Groupama FDJ), Stefan Bissegger (Team EF Education First), Connor Swift (Team Arkea Samsic), Luka Mezgec (Team BikeExchange), Sergio Henao (Team Qhubeka NextHash), Edvald Boasson Hagen (Team TotalEnergies), Brent Van Moer ed Harry Sweeny (Team Lotto Soudal). Dopo 25 km il vantaggio della fuga era di 3 minuti sul gruppo maglia gialla. La fuga aumentava progressivamente il vantaggio sul gruppo e si capiva che i 13 di testa si sarebbero giocati la vittoria finale. Politt scollinava in prima posizione sulla Côte du belvédère de Tharaux posto al km 83.7. Politt si aggiudicava invece il traguardo intermedio di Uzes posto al km 132.7. La fuga andava d’amore e d’accordo fino ad una ventina di km dall’arrivo quando Erviti, Politt, Kung e Sweeny attaccavano e si avvantaggiavano sui compagni di fuga sfruttando anche il vento a favore. A sua volta Sweeny attaccava ai meno 15 ed il primo a non seguire le ruote del giovane australiano era Kung. Politt rilanciava l’azione ai meno 10, su un tratto al 3%, e questa volta il tedesco faceva il vuoto. Il ciclista tedesco, ottimo passista, andava tutto solo a vincere sul traguardo di Nîmes. A 31 secondi di ritardo Erviti anticipava Sweeny per la terza posizione. Il gruppo maglia gialla arrivava a quasi 16 minuti di ritardo regolato da Mark Cavendish (Team Deceuninck Quick Step). In classifica generale tutto resta invariato nelle prime posizioni con Pogacar davanti a Rigoberto Uran (Team EF Education First) e Jonas Vingegaard (Team Jumbo Visma). L’avvicinamento verso i Pirenei continua domani con la dodicesima tappa da Nîmes a Carcassonne di quasi 220 km e priva di insidie altimetriche se si esclude il GPM della Côte du Pic Saint-Loup posto dopo una cinquantina di km. Sulla carta è un a tappa che strizza l’occhio una volta ancora ai velocisti ma se la fuga di giornata sarà numerosa non escludiamo la vittoria di qualche fuggitivo, praticamente lo stesso discorso che abbiamo fatto per la tappa di oggi.
Giuseppe Scarfone

Nils Politt vince a Nimes (foto: Getty Images Photo)
GIRO ROSA, IL LAGO DI COMO SORRIDE A EMMA NORSGAARD
La diciannovenne Emma Norsgaard (Movistar Team) ha vinto a Colico la sesta tappa del Giro Rosa battendo in volata Coryn Rivera (Team DSM) e Marianne Vos (Team Jumbo-Visma). Altra giornata tranquilla per Anna Van der Breggen (Team SD Worx) che conserva senza patemi la sua maglia rosa.
La sesta tappa del Giro Rosa prevedeva un percorso tendenzialmente pianeggiante attorno al Giro di Como con partenza e arrivo a Colico dopo 157 chilometri.
La corsa veniva percorsa a ritmo altissimo non permettendo attacchi nella prima ora di corsa percorsa a 43.2 chilometri orari con solo la campionessa americana in carica Lauren Stephens (Team TIBCO-Silicon Valley Bank) a tentare un attacco venendo però ripresa dal gruppo. La vera fuga avveniva al km 60 di corsa con la campionessa italiana Elisa Longo Borghini (Trek-Segafredo) e la seconda in classifica generale Ashleigh Moolman-Pasio (Team SD Worx), andando ad accumulare fino a due minuti e 25 secondi con 50 chilometri da percorrere. Team DSM e Jumbo-Visma principalmente si occupavano dell’inseguimento andando a ricucire sulla pericolosa coppia ai -13.
Un’altra campionessa nazionale provava quindi ad attaccare con quattro chilometri all’arrivo, era l’australiana Sarah Roy (Team BikeExchange) in compagnia di Tiffany Cromwell (Canyon-SRAM), che aveva il suo ragazzo Valtteri Bottas, pilota della Mercedes in F1, a sostenerla al traguardo. La forte lotta nel finale non permettava al duetto di proseguire la loro azione venendo stoppata a due chilometri dall’arrivo. Team DSM ancora una volta impostava un treno molto forte con Maria Giulia Confalonieri (Ceratizit-WNT Pro Cycling) in grado però di mantenere un ritmo ancora più alto fino agli ultimi 700 metri, quando i treni dominanti diventavano la stessa Team DSM e la Trek-Segafredo. Quest’oggi era Lorena Wiebes a lanciare la sua compagna di squadra Coryn Rivera che veniva superata negli ultimi metri da Emma Norsgaard (Movistar Team) capace così di trionfare davanti alla stessa Rivera e a Marianne Vos (Team Jumbo-Visma) nuovamente terza. Per Anna Van der Breggen (Team SD Worx) un’altra giornata tranquilla mantenendo la maglia rosa. Nella tappa di domani un percorso vallonata da Soprazocco di Gavardo a Puegnano sul Garda con un circuito da compiere cinque volte che potrebbe cambiare la classifica generale.
Carlo Toniatti.

Emma Norsgaard conquista il successo a Colico. (Getty Images Sport)
IL DOPPIO VENTOUX PORTA LA FIRMA DI VAN AERT, POGACAR SOFFRE MA RESTA IN GIALLO
Una delle tappe più dure se non la più dura del Tour de France 2021 vede Wout van Aert (Team Jumbo Visma) vincere in solitaria sul traguardo di Malaucène dopo la doppia ascesa del Mont Ventoux. Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) soffre negli ultimi due km prima dell’ultimo scollinamento ma rientra in discesa e nonostante tutto mantiene la maglia gialla e resta il grande favorito per la vittoria finale.
La doppia scalata verso il Mont Ventoux, anche se da due versanti differenti, è il piatto forte dell’undicesima tappa ed uno dei momenti certamente più attesi di questo Tour de France 2021. Il vantaggio di Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) sugli avversari diretti è già notevole dopo dieci tappe e lo sloveno vuole suggellare il suo dominio con una vittoria speciale, magari proprio oggi nella tappa che parte da Sorgues e si conclude a Malaucène dopo quasi 200 km. Ma anche la fuga potrebbe avere le sue possibilità, con gente come Michael Woods (Israel StartUp Nation), Simon Yates (Team BikeExchange), Wout Poels (Team Bahrain Victorious) e Nairo Quintana (Team Arkea Samsic), quest’ultimo attuale maglia a pois. Insomma oggi assisteremo sulla carta ad una tappa vivace e dai presupposti interessanti. Da considerare anche che il secondo scollinamento sul Mont Ventoux darà ai primi tre speciali abbuoni di tempo. La notizia più importante dopo la partenza da Sorgues era la caduta di Tony Martin (Team Jumbo Visma) dopo poco meno di 20 km. Il tedesco era costretto ad abbandonare il Tour. Sul GPM della Cote de Fontaine de Vaucluse Julian Alaphilippe scollinava per primo trainando con sè altri quattro ciclisti, ovvero Daniel Martin (Team Israel StartUp Nation), Anthony Perez (Team Cofidis) e Pierre Rolland (Team B&B Hotels KTM). I cinque di testa aumentavano il vantaggio sul gruppo e Alaphilippe transitava ancora primo siaa sul traguardo volante di Les Imberts posto al km 40.2 che sul GPM della Cote de Gordes posto al km 32.1. Lungo le rampe del successivo Col de la Liguiere i quattro di testa venivano raggiunti da un nutrito gruppo di contrattaccanti, ben 13, ovvero Vegard Stake Laengen (UAE Team Emirates), Wout Van Aert (Team Jumbo Visma), Julien Bernard, Kenny Ellissonde e Bauke Mollema (Team Trek Segafredo), Nils Politt (Team Bora Hansgrohe), Pierre-Luc Perichon (Team Cofidis), Xandro Meuriss e Kristian Sbaragli (Team Alpecin Fenix), Bemoit Cosnefroy e Greg Van Avermaet (Team AG2R Citroen), Luke Durdbridge (Team BikeExchange) e Quentin Pacher (Team B&B Hotels KTM). Daniel Martin scollinava in prima posizione sul Col de la Liguiere posto al km 83.6. Sulle prime rampe della prima scalata verso il Mont Ventoux il gruppo di testa aveva 5 minuti di vantaggio sul gruppo maglia gialla il quale era tirato dagli uomini della INEOS Grenadiers. Nel frattempo si registravano anche i ritiri di Miles Scotson (Team Groupama FDJ), Daniel McLay (Team Arkea Samsic), Tosh van der Sande e Tiesj Benoot (Team Lotto Soudal). Alaphilippe scollinava in prima posizione sul primo passaggio in cima al Mont Ventoux. Nella successiva discesa restavano in testa otto ciclisti, ovvero Alaphilippe, Van Aert, Mollema, Ellissonde, Bernard, Perez, Durbridge e Meurisse. All’inizio dell’ultima scalata verso il Mont Ventoux la testa della corsa aveva 4 minuti e 45 secondi sul gruppo. La maggioranza degli uomini della Trek Segafredo dava una bella spinta affinchè la fuga potesse avere chance di riuscita ma il gruppo maglia gialla a sua volta poteva rientrare grazie al lavoro della UAE Team Emirates e del Team INEOS Grenadiers. Tutto si sarebbe deciso su quest’ultima salita, la più dura ed iconica della tappa odierna. Ellissonde provava l’azione personale e prendeva qualche centinaio di metri di vantaggio su Alaphilippe, Van Aert e Mollema. Van Aert a sua volta scattava e riprendeva il francese quando mancavano circa 11 km allo scollinamento. Sotto la spinta dell’INEOS il primo nome caldo a venire meno era quello di Ben O’Connor (Team AG2R Citroen), secondo in classifica generale. Nel frattempo Van Aert restava da solo in testa. Il belga scollinava con 1 minuto e 15 secondi di vantaggio su Mollema ed Ellissonde. Subito dietro Jonas Vingegaard (Team Jumbo Visma) che aveva staccato la maglia rosa Pogacar, Richard Carapaz (Team INEOS Grenadiers) e Rigoberto Uran (Team EF Education Nippo). Van Aert vinceva dopo la discesa finale con un vantaggio di 1 minuto e 14 secondi di vantaggio su Ellissonde e Mollema. In quarta posizione Pogacar regolava il gruppo con Vingegaard, Uran e Carapaz ad 1 minuto e 38 secondi di ritardo da Van Aert. Dopo il forte ritardo accusato da O’Connor sul traguardo, Alle spalle della maglia gialla c’è adesso Rigoberto Uran (Team EF Education) secondo a 5 minuti e 18 secondi dallo sloveno mentre Vingegaard è terzo a 5 minuti e 32 secondi di ritardo. Domani è in programma la dodicesima tappa da Saint-Paul-Trois-Chateaux a Nimes. Tornano di scena le ruote veloci visto che il percorso è quasi totalmente piatto, se si esclude l’unico GPM della Côte du Belvédère de Tharaux situato a metà tappa. Cavendish può raggiungere Merckx nel computo totale di vittorie al Tour.
Giuseppe Scarfone

La vittoria di Wout van Aert a Malaucène (foto: Getty Imager Sport)
SUCCESSO DI LORENA WIEBES A CARUGATE
Lorena Wiebes (Team DSM) ha vinto la quinta frazione del Giro Rosa 2021 davanti a Emma Norsgaard (Movistar Team) e Marianne Vos (Team Jumbo-Visma). Anna Van der Breggen (SD Worx) conserva la maglia rosa.
La quinta tappa da Milano a Carugate di 120 chilometri presentava un percorso interamente pianeggiante con un breve trasferimento ad anticipare il percorso finale svolto su un circuito da ripetere quattro volte. La fuga di giornata prendeva piede soltanto durante il secondo giro con Matilde Vitillo e Silvia Zanardi (BePink), Noemi Lucrezia Eremita (Isolmant-Premac-Vittoria), Giorgia Vettorello (Top Girls Fassa Bortolo), Federica Piergiovanni (Valcar-Travel & Service) e Maria Novolodskaya (A.R. Monex Women’s Pro Cycling Team). Queste atlete raggiungevano un margine di 2’23” a due giri dal termine della prova, ma il Team DSM controllava senza problemi la corsa con l’aiuto di altre squadre. A 15 chilometri dall’arrivo era Novolodskaya a tentare un attacco solitario avendo ancora 38” sul gruppo che le permettevano di difendersi dal ritorno del gruppo fino agli ultimi quattro chilometri dove doveva arrendersi. Trek-Segafredo prendeva il comando del plotone finché Elisa Longo Borghini ai -2 terminava il suo sforzo vedendo la Canyon-SRAM prendere la testa della corsa con un treno ben organizzato, alla loro sinistra usciva però il treno della Team DSM nell’ultimo chilometro. Coryn Rivera (Team DSM) lanciava perfettamente Lorena Wiebes per gli ultimi 150 metri riuscendo a sfruttare il lavoro perfetto della sua squadra e conquistando così il successo con una bicicletta di vantaggio su Emma Norsgaard (Movistar Team) e Marianne Vos (Team Jumbo-Visma). La migliore delle italiane era Marta Bastianelli (Alé BTC Ljubljana) concludendo al quinto posto. Giornata ideale per Anna Van der Breggen e la sua SD Worx che non hanno nemmeno dovuto lavorare conservando agilmente la maglia rosa. Per domani frazione interessante con giro attorno a tutto il Lago di Como con partenza e arrivo a Colico, sulla carta per velocisti, ma qualche strappo e il lungo chilometraggio (155 chilometri) potrebbero condizionare la corsa.
Carlo Toniatti.

La vittoria di Lorena Wiebes a Carugate (Getty Images Sport)

