GIRO D’UNGHERIA 2025: LOPEZ DOMINA LA GENERALE, COVI SECONDO
La 46ª edizione del Giro d’Ungheria si è confermata una corsa avvincente e ricca di emozioni, con cinque tappe intense tra salite, volate e percorsi impegnativi. Harold Martin Lopez ha conquistato la maglia gialla dopo una gara solida e tattica, resistendo fino all’ultimo chilometro sulle strade di Esztergom. A impreziosire la corsa le vittorie di tappa del colombiano Juan Sebastian Molano e l’ottima performance dell’italiano Alessandro Covi, che ha chiuso secondo in classifica generale. Una competizione che ha visto emergere giovani talenti e confermare la supremazia sudamericana.
14 maggio – 1a tappa: Budapest – Győr (210.3 Km)
Danny van Poppel anticipa tutti a Győr. Lo sprinter olandese fratello e figlio d’arte ha dimostrato tutta la sua esperienza nella lettura dei finali più compless anticipando i velocisti all’ultima curva e aggiudicandosi la prima tappa del Giro di Ungheria. Il corridore della Red Bull-BORA-hansgrohe, inizialmente al servizio del compagno di squadra Sam Welsford, ha colto l’occasione per tornare al successo dopo quasi due anni.
La tappa inaugurale, partita dalla capitale e lunga 210 chilometri, ha visto una fuga di quattro corridori — Matteo Ambrosini (MBH Bank Ballan CSB), Siebe Deweirdt (Team Flanders – Baloise), János Pelikán (Team United Shipping) e Michale Vanthourenhout (Pauwels Sauzen – Cibel Clementines) — con il gruppo che ha mantenuto il vantaggio sempre sotto controllo, grazie all’attività della Red Bull-BORA e del Team Jayco AlUla. Deweirdt si è imposto sui due GPM di terza categoria previsti, mentre Pelikán ha vinto gli sprint intermedi, conquistando preziosi secondi di abbuono e la maglia di miglior corridore ungherese.
Nella volata finale, con il UAE Team Emirates a guidare il treno per Juan Sebastián Molano, Van Poppel ha saputo sfruttare il momento giusto, superando Rui Oliveira (UAE Team Emirates – XRG) all’ultima curva e mantenendo il vantaggio fino al traguardo. Dietro di lui, secondo posto per Tim Torn Teutenberg (Lidl – Trek) e terzo Dylan Groenewegen (Team Jayco AlUla). Tra gli italiani, buon piazzamento per Matteo Malucelli (XDS Astana Team), Giacomo Nizzolo (Q36.5 Pro Cycling Team) e Luca Colnaghi (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè), rispettivamente quinto, settimo e decimo.
15 maggio – 2a tappa: Veszprém – Siófok (177.5 Km)
La seconda tappa si è conclusa con un arrivo allo sprint dominato ancora una volta da Van Poppel, che ha bissato il successo della frazione inaugurale superando all’ultimo istante Groenewegen e Teutenberg, gli stessi avversari sconfitti il giorno precedente (anche se in ordine inverso).Il miglior italiano al traguardo è stato ancora Malucelli, stavolta decimo. La tappa è stata animata dalla fuga dell’italiano Luca Cretti (MBH Bank Ballan CSB Colpack), del ceco Michal Schuran (Team United Shipping), del belga Deweirdt (che consolida così il primato nella classifica dei GPM) e degli ungheresi Pelikan e Balázs Rózsa (Epronex Hungary Cycling Team).
A circa metà gara il gruppo è stato coinvolto in una maxi-caduta che ha messo fuori gioco circa trenta corridori, tra cui alcuni dei favoriti come Pablo Torres (UAE Team Emirates XRG) e Rainer Kepplinger (Bahrain Victorious), oltre a tre uomini della Red Bull-Bora hansgrohe, Welsford, Ryan Mullen e Frederik Wandahl, quest’ultimo trasportato in ospidale con l’elicottero Con il vantaggio della fuga ridotto a meno di un minuto negli ultimi 50 km, il gruppo ha riassorbito gli attaccanti a 30 km dall’arrivo. Nel finale le squadre dei velocisti hanno controllato la corsa con precisione: il Team Jayco AlUla ha lavorato per lanciare Groenewegen, ma Van Poppel ha ritrovato ancora lo spunto vincente negli ultimi metri. Grazie alla seconda vittoria consecutiva e agli abbuoni, l’olandese consolida la maglia gialla, che ora veste con 8 secondi di vantaggio su Pelikan e 10 secondi su Groenewegen e Teutenberg
16 maggio – 3a tappa: Gödöllő – Gyöngyös (Kékestető) (162.8 Km)
Al terzo giorno si disputa la tappa regina della corsa magiara, che prevede l’arrivo sul Kékes, la montagna più alta dell’Ungheria. La cima è a 1014 metri sul livello del mare, il traguardo a quota 989 metri, nel luogo dove l’ecuadoriano Harold Martín López (XDS-Astana) giunge in solitaria, con un leggero vantaggio, dopo aver fatto la differenza con uno scatto decisivo a due chilometri dal traguardo. Miglior scalatore al via e fresco di ottime prestazioni, il sudamericano conquista così la sua seconda vittoria stagionale in una corsa a tappe dopo il recente successo al Giro di Grecia.
La fuga iniziala – composta da sei corridori, tra i quali l’italiano Gabriele Raccagni (Team Polti VisitMalta) – viene controllata con attenzione dalla squadra di López, che gestisce il ritmo fino alla salita finale. A circa 3 km dall’arrivo i grandi favoriti iniziano gli attacchi e tra questi si segnalano Sergio Higuita (XDS Astana Team), Ivo Oliveira (UAE Team Emirates – XRG) e Alessandro Covi (UAE Team Emirates – XRG). A -2 km López lancia il suo scatto vincente, staccando gli inseguitori e mantenendo un margine di 7” fino al traguardo.
Dietro, Covi conquista la volata per il secondo posto, mentre Albert Withen Philipsen (Lidl – Trek) sale sul terzo gradino del podio per la prima volta in una gara professionistica. L’ordine d’arrivo coincide con quello della nuova classifica generale, che López comanda con 11” su a Covi e 13” su Withen Philipsen.
17 maggio – 4a tappa: Tata – Székesfehérvár (153.6 Km)
A Székesfehérvár Groenewegen torna al successo dopo quasi un anno, regolando allo sprint il connazionale Van Poppel e Teutenberg. La tappa si è rivelata molto combattuta, con vento e strategie aggressive a movimentare il gruppo. Una fuga iniziale composta da sei corridori – tra i quali l’italiano Riccardo Lucca (Karcag Cycling ÉPKAR Team) – ha guadagnato fino a 2’30”, ma è stata neutralizzata a circa 30 km dal traguardo. Nel finale il vento ha spezzato il gruppo, con le squadre dei velocisti a spingere forte per proteggere i propri uomini. Covi si è messo in mostra con un paio di attacchi negli ultimi 25 km, ottenendo anche preziosi secondi di abbuono che lo avvicinano alla maglia gialla di Harold Martin López (XDS Astana), dalla quale lo separano ora solo 8 secondi. Dal canto suo, l’ecuadoriano ha gestito con attenzione la leadership, mentre la sua squadra ha lavorato per proteggere la corsa e il capitano.
La volata finale, come dicevamo, ha visto Groenewegen lanciare la sprint al momento giusto, superando Van Poppel e Teutenberg. Bene anche gli italiani con Malucelli quinto, Nizzolo sesto e Alberto Bruttomesso (Bahrain-Victorious) decimo.
18 maggio – 5a tappa: Etyek – Esztergom (169.5 Km)
Juan Sebastian Molano (UAE Team Emirates-XRG) conquista la quinta e ultima tappa del Giro di Ungheria, imponendosi nettamente in volata a Esztergom. Il colombiano, supportato in modo impeccabile da Ivo Oliveira, ha bruciato la concorrenza con uno sprint irresistibile. Dietro di lui Van Poppel si conferma secondo, mentre Teutenberg completa il podio di giornata. Il capoclassifica Lopez resiste agli attacchi nel finale impegnativo e si aggiudica la classifica generale. Sul podio finale salgono anche Covi, ottimo decimo nella tappa e secondo in classifica a 7 secondi da Lopez, e Withen Philipsen, terzo a 16 secondi.
La quinta frazione è stata caratterizzata da un percorso impegnativo con tre ripetizioni della dura salita di Pilisszántó (1,8 km all’8,7%) e un finale particolarmente selettivo grazie a tre tratti di pavé in salita che hanno messo a dura prova i corridori. La maglia gialla ha controllato con la squadra e neutralizzato ogni tentativo di fuga, difendendo il vantaggio fino all’ultimo metro.
La classifica a punti premia Van Poppel, che grazie a due vittorie di tappa e due secondi posti ha conquistato la maglia verde, mentre la maglia rossa di miglior scalatore va a Deweirdt, protagonista di fughe e grande protagonista in montagna. E’ stato, infine, il team francese Unibet Tietema Rockets a portarsi a casa la vittoria nella speciale classifica riservata alle squadre, nella quale ha preceduto di 20″ il team spagnolo Caja Rural – Seguros RGA.
Mario Prato

L'ecuadoriano Lopez si impone sul monte Kékes, traguardo della tappa più impegnativa del Giro d'Ungheria (www.ciclismoafondo.es)
DOMINIO BRITANNICO ALLA 4 GIORNI DI DUNKERQUE 2025: WATSON TRIONFA E I GIOVANI TALENTI SI FANNO VALERE
La 69ª edizione della 4 Giorni di Dunkerque ha incoronato il talento emergente Samuel Watson (Ineos Grenadiers), protagonista con due vittorie di tappa e la conquista della maglia rosa finale. La corsa, combattuta e ricca di colpi di scena, ha visto un dominio britannico che ha contraddistinto la manifestazione fin dall’inizio, con successi di corridori giovani come Watson e Jake Stewart (Israel – Premier Tech), vincitore dell’ultima tappa. Tra fughe, salite insidiose su pavé e sprint serrati, si sono distinti anche altri protagonisti come Alberto Dainese (Tudor Pro Cycling Team) e Lewis Askey (Groupama – FDJ), capaci di imporsi con grinta e costanza, regalando spettacolo fino al traguardo finale di Dunkerque.
14 maggio – 1a tappa: Sainte-Catherine – Amiens (177.3 Km)
La prima frazione della 4 Giorni di Dunkerque è stata una vera battaglia tattica di 177 Km, partita da Sainte-Catherine e conclusasi ad Amiens. Sin dall’inizio si è formata una fuga a sei con corridori come Joren Bloem (Unibet Tietema Rockets), Ben Swift (INEOS Grenadiers), Danny van der Tuuk (Euskaltel – Euskadi), Luca De Meester (Wagner Bazin WB), Gil Gelders (Soudal Quick-Step) e Per Strand Hagenes (Team Visma | Lease a Bike), che hanno preso un buon vantaggio e hanno animato la corsa per gran parte della tappa.
Ma la bagarre vera è arrivata negli ultimi chilometri quando il gruppo principale, guidato con grande intensità da Alberto Bettiol (XDS Astana Team), ha imposto un ritmo serrato smorzando la fuga e facendo una selezione importante nel gruppo. Nel frattempo, squadre forti come Israel Premier Tech e Unibet hanno lavorato per preparare lo sprint dei loro velocisti. Lo sprint finale è stato incerto e combattuto: Pascal Ackermann (Israel – Premier Tech), uno dei favoriti, ha provato a partire presto ma ha perso terreno nel finale. A sorprendere tutti è stato Axel Zingle, 26enne francese della Visma Lease a Bike, che ovviamente ha anche conquistato la prima maglia di leader della corsa. Per lui è una doppia soddisfazione, considerando che il giorno prima era caduto alla Classique Dunkerque e non si sentiva tra i velocisti più rapidi, ma con una posizione perfetta negli ultimi chilometri ha saputo imporsi con autorità davanti al giovane danese Tobias Lund Andresen (Team Picnic PostNL) e al norvegese Stian Fredheim (Uno-X Mobility) Questa vittoria rappresenta anche il primo successo di Zingle con la maglia della Visma e fa respirare una squadra che finora era stata in difficoltà. La prestazione di Bettiol nel finale è stata da applausi, fondamentale per la buona riuscita dello sprint.
15 maggio – 2a tappa: Avesnes-sur-Helpe – Crépy-en-Valois (178.7 Km)
La seconda frazione della 4 Giorni di Dunkerque ha portato i corridori da Avesnes-sur-Helpe a Crépy-en-Valois, con un percorso di 179 chilometri che ha visto uno sprint finale molto combattuto, con più di 80 corridori a disputarsi il successo a dispetto delle “côtes” con le quali gli organizzatori avevano infarcito il finale.
Il protagonista è stato Lewis Askey, giovane britannico della Groupama-FDJ, che con questo successo ha conquistato la sua seconda vittoria stagionale e in carriera, confermando un ottimo stato di forma dopo il trionfo nella Boucles de l’Aulne appena una settimana prima. Lo sprint è stato tirato e intenso e Askey ha avuto anche qualche difficoltà negli ultimi metri, quando ha perso l’aggancio con il pedale destro, ma ha tenuto duro e ha tagliato il traguardo per primo.
Dietro di lui si sono piazzati Sakarias Koller Løland della Uno-X Mobility, che ha chiuso secondo, e Samuel Watson dell’Ineos Grenadiers, terzo. Buona prova anche per l’italiano Alberto Dainese, portacolori della Tudor Pro Cycling Team, che ha chiuso al sesto posto dimostrando di essere ancora competitivo nelle volate.
In classifica generale, la maglia di leader rimane sulle spalle di Zingle, che oggi si è piazzato quarto. Il francese conserva il primato grazie alla miglior somma di piazzamenti rispetto ad Askey, che gli è rimasto dietro per differenza di posizioni. Dietro di loro, a 2 secondi di distacco, si trova Ben Swift, corridore dell’Ineos Grenadiers che rimane un avversario temibile per la vittoria finale.
16 maggio – 3a tappa: Valenciennes – Famars (154.2 Km)
La terza tappa della 4 Giorni di Dunkerque, da Valenciennes a Famars per 154,2 Km, ha regalato un momento speciale al giovane francese Pierre Gautherat (Decathlon-AG2R La Mondiale), che ha conquistato la sua prima vittoria tra i professionisti con un’azione da manuale. Al termine di una frazione quasi del tutto pianeggiante ma resa dura dal vento forte e da ben 12 settori di pavé, il 22enne alsaziano ha attaccato ai 1500 metri dal traguardo, sfruttando una grande progressione di Bettio, che aveva selezionato il gruppo poco prima della “flamme rouge”. Gautherat ha saputo mantenere un vantaggio di pochi secondi resistendo al ritorno dei velocisti. Secondo posto per Jake Stewart, che ha anticipato in volata il leader della classifica Zingle, il quale – grazie ai 4 secondi di abbuono conquistati – ha consolidato la sua maglia rosa di leader mantenendo un vantaggio di 4 secondi su Askey e Gautherat. Ancora una buona prova per Dainese, che ha chiuso sesto confermandosi il miglior italiano della tappa e replicando il piazzamento ottenuto il giorno precedente.
17 maggio – 4a tappa: La Chapelle d’Armentières – Cassel (172.7 Km)
Al penultimo giorno si è disputata la tappa regina della corsa transalpina che, dopo la partenza da La Chapelle d’Armentières, prevedeva il classico arrivo a Cassel, dove doveva essere ripetuta per 12 volte (ma da versanti diversi) la salita che conduceva al traguardo. Qui la vittoria è andata dal giovane britannico della INEOS Grenadiers Samuel Watson, recente vincitore del cronoprologo del Giro di Romandia, che ha preceduto lo spagnolo Carlos Canal (Movistar), mentre al terzo posto si è piazzato l’altro britannico Lewis Askey (Groupama-FDJ), staccato di tre secondi. Con questo successo Watson ha conquistato anche la maglia rosa di leader della classifica generale, approfittando del ritiro per caduta del francese Zingle, ex leader della corsa: ora è lui il nuovo capoclassifica con 3″ su Askey e 8″ su Canal, mentre Hagenes e Lund Andresen seguono a 13 secondi.
18 maggio – 5a tappa: Wormhout – Dunkerque (185.6 Km)
Si chiude con un doppio trionfo britannico la 4 Giorni di Dunkerque 2025, a partire dall vittoria nella quinta e ultima tappa di Jake Stewart (Israel Premier Tech). Il corridore inglese, reduce dal successo al Tour de Kumano in Giappone, ha preceduto allo sprint un brillante Dainese e il francese Thibaud Gruel (Groupama-FDJ). Nonostante diversi piazzamenti di rilievo durante la corsa, Dainese riesce così a salire sul podio di giornata. La vittoria finale della classifica generale va, invece, a Watson che chiude davanti al connazionale Askey e a Canal, completando una festa tutta inglese in questa storica gara transalpina.
Mario Prato

Watson vince la decisiva tappa di Cassel (foto Luc Claessen/Getty Images)
MESSICO E NUVOLE. DEL TORO ESCE IN ROSA DALLA CORRIDA DEGLI STERRATI CON VAN AERT PRIMO SUL TRAGUARDO DI SIENA
L’ennesima stella nel firmamento UAE Team Emirates è Isaac Del Toro che con una condotta di gara perfetta va a prendersi la maglia gialla nella tappa degli sterrati e cede la vittoria di tappa a Wout van Aert (Team Visma Lease a Bike) alla prima vittoria stagionale. Primoz Roglic (Team Redbull BORA Hansgrohe) tra i big più attardati
Il Giro giunge ad una delle tappe più attese e spettacolari con la nona frazione da Gubbio a Siena di 181 km. E’ infatti il momento delle strade bianche che i ciclisti percorreranno nella seconda metà della tappa per un totale di 30 km spalmato su cinque settori. I primi tre, lunghi rispettivamente 8, 9.3 e 9.3 km potranno fare già una bella selezione prima del quarto e del quinto, nel quale spicca la salita di Colle Pinzuto. Gli uomini di classifica sono chiamati ad una giornata davvero impegnativa in cui la sorpresa meno gradita potrebbe essere la pioggia, visto che alcune previsioni la danno per probabile nei dintorni di Siena tra le 15 e le 17. Diego Ulissi (Team XDS Astana) parte da Gubbio in maglia rosa ma non è detto che la conservi al termine della tappa. Dopo la partenza da Gubbio si formava un primo drappello di ciclisti formato da Dries De Bondt (Decathlon AG2R La Mondiale), Milan Fretin (Team Cofidis), Kaden Groves e Quinten Hermans (Team Alpecin Deceuninck). Taco van Der Hoorn (Team Intermarchè Wanty) e Luke Lamperti (Team Soudal Quick Step), dopo essere stati per una decina di km a bagnomaria, riuscivano a raggiungere i quattro battistrada. Il gruppo teneva comunque la fuga sotto controllo visto che il vantaggio almeno nei primi 60 km di tappa non saliva mai oltre i 3 minuti. De Bondt si aggiudicava il primo traguardo volante di Mercatale posto al km 46.6. Era invece Hermans a scollinare i prima posizione sul gpm di La Cima posto al km 52.4. Fretin era vittima di una scivolata in una curva in discesa ma il ciclista belga si rialzava immediatamente e si rimetteva in sella senza apparenti conseguenze. De Bondt si aggiudicava anche il secondo traguardo volante di Sinalunga posto al km 91.6. A 80 km dalla conclusione il vantaggio dei sei battistrada era di 1 minuto e 40 su un gruppo maglia rosa che procedeva a velocità regolare ma non ancora elevata. La fuga iniziava a percorrere il primo tratto in sterrato di Pieve a Salti con di vantaggio di 1 minuto e 45 secondi sul gruppo maglia rosa. Nei primi metri del primo settore di sterrato erano molto attivi nelle prime posizioni del gruppo Mads Pedersen (Team Lidl Trek) e Wout van Aert (Team Visma Lease a Bike) mentre la maglia rosa Diego Ulissi (Team XDS Astana) era un po’ attardato nella pancia del gruppo. Il primo fuggitivo ad essere ripreso era Fretin mentre il ritmo imposto dalla Lidl Trek faceva una netta selezione. Groves ed Hermans restavano in testa ed iniziavano il secondo settore in sterrato con una quarantina di secondi di vantaggio sul primo gruppo inseguitore. Michael Storer (Team Tudor Pro Cycling) era vittima di una caduta proprio nella curva verso destra che immetteva nel secondo settore di sterrato. In un’altra curva più avanti a farne le spese erano Tom Pidcock (Team Q36.5 Pro Cycling) e Primoz Roglic (Team Redbull BORA Hansgrohe), anche loro vittima di una caduta. A questo punto era l’INEOS Grenadiers ad aumentare decisamente il ritmo, forte di più uomini (Rivera, Arensman e Bernal). Groves ed Hermans venivano quindi ripresi a 48 km dal termine. I guai per Roglic non erano finiti visto che era anche vittima di una foratura. Nel terzo settore di sterrato restavano in testa alla corsa il terzetto della INEOS formato da Bernal, Arensman e Rivera oltre a Van Aert ed Isaac Del Toro (UAE Team Emirates). Arensman si staccava dal gruppetto di testa a causa di un problema meccanico. Bernal scollinava in prima posizione sul gpm di San Martino in Grania posto al km 147. Anche Diego Ulissi, ormai ex maglia rosa, era vittima di una foratura a 25 km dalla conclusione. Mathias Vacek (Teal Lidl Trek) era intanto abile a riportarsi sul quartetto di testa dopo un inseguimento durato alcuni km. Dopo il ripido settore in sterrato di Montaperti, sul quale Del Toro tentava un allungo invano, il quartetto di testa si apprestava ad affrontare il quinto ed ultimo settore in sterrato di Colle Piunzuto, in cima al quale era posto anche l’abbuono come terzo traguardo volante. Del Toro e Van Aert allungavano su Vacek e Bernal e facevano praticamente il vuoto nel giro di un paio di km. Il messicano ed il belga si sarebbero giocati la vittoria di tappa mentre Bernal e Vacek arrancavano alle loro spalle e venivano ripresi dal gruppo Ayuso a circa 6 km dall’arrivo. Van Aert vinceva la tappa davanti a Del Toro con quest’ultimo che si ‘accontentava’ della maglia rosa mentre nello sprint per la terza posizione Giulio Ciccone (Team Lidl Trek) aveva la meglio su Richard Carapaz (Team EF Education EasyPost) a 58 secondi di ritardo. Chiudeva la top five Simon Yates (Team Visma Lease a Bike) a 1 minuto di ritardo da Van Aert. Più dietro il gruppetto Roglic-Pidcock. Van Aert finalmente si sblocca ed ottiene la prima vittoria stagionale dopo ave corso ai suoi livelli. Del Toro è la nuova maglia rosa con 1 minuto e 13 secondi di vantaggio su Ayuso e 1 minuto e 30 secondi di vantaggio su Antonio Tiberi (Team Bahrain Victorious). Domani è in programma il secondo giorno di riposo prima della ripresa di martedì con la decima tappa da Lucca a Pisa, la seconda cronometro individuale del giro adatta agli specialisti e che darà un’altro significativo scossone alla classifica generale. Roglic può recuperare il tempo perso oggi ma deve fare una prova a cronometro davvero convincente.
Antonio Scarfone

Wout van Aert vince a Siena (foto: Getty Images)
AL GIRO E’ ARRIVATO IL MOMENTO DELLA FUGA. APPLAUSI PER PLAPP A CASTELRAIMONDO, ULISSI SI VESTE DI ROSA
Luke Plapp (Team Jayco AluLa) vince a Castelraimondo dopo un assolo di oltre 40 km. Il ciclista australiano sfrutta le sue doti da passista e lascia la compagnia dei fuggitivi, dai quali però Diego Ulissi (Team XDS Astana) balza agli onori della cronaca per essere la nuova maglia rosa, che mancava dalle spalle di un ciclista italiano dal 2021
L’ottava tappa del Giro 2025 parte da Giulianova e termina a Castelraimondo dopo 197 km; ci si addentra nell’Appennino marchigiano dove sono previste le scalate di quattro gpm: Croce di Casale, Sassotetto, Montelago e Gagliole. Primoz Roglic (Team Redbull BORA Hansgrohe) è la nuova maglia rosa ma allo sloveno, come già fatto al termine della terza tappa, non spiacerà affatto cederla di nuovo sulle spalle di qualcun altro, visto che non siamo neanche a metà Giro e le tappe che contano devono ancora arrivare. Oggi è perciò una tappa da fuga e sono stati davvero tanti gli attacchi prima che si concretizzasse qualle giusta. Molto attivo nei primi km si segnalava Mads Pedersen (Team Lidl Trek) che andava a prendersi i punti del primo traguardo volante di Roccafluvione posto al km 49.9 rafforzando così la sua maglia ciclamino. Dopo il gpm di Croce di Casale posto al km 60.9 e sul quale scollinava per primo Davide Piganzoli (Team Polti VisitMalta), si segnalava l’accelerazione di Wilco Kelderman (Team Visma Lease a Bike) che faceva da anticamera alla fuga di giornata. La trentina di km che conducevano all’inizio della salita di Sassotetto erano molto frenetici e percorsi ad un ritmo davvero indiavolato con il gruppo maglia rosa spesso allunato. A Keldermann si sarebbero uniti un’altra ventina di ciclisti tra cui gli italiani Lorenzo Fortunato e Diego Ulissi (Team XDS Astana), Marco Frigo (Team Israel Premier Tech), Davide Formolo (Team Movistar), Stefano Oldani (Team Cofidis), Manuele Tarozzi (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè), Andrea Vendrame (Decathlon AG2R La Mondiale) e Mattia Bais (Team Polti VisitMalta). Fortunato scollinava in prima posizione sul gpm di Sassotetto posto al km 104.9. A 75 km dalla conclusione restavano in testa alla corsa Vendrame, Frigo, Fortunato, Ulissi, Kelderman, Georg Steinhauser (Team EF Education EasyPost), Damien Howson (Team Q36.5 Pro Cycling), Luke Plapp (Team Jayco AlUla), Romain Bardet (Team Picnic PostNL) e Igor Arrieta (UAE Team Emirates). Tra rientri e scatti si arrivava alla scalata del successivo gpm di Montelago sul quale il gruppo di testa si riduceva a quattro unità ovvero Ulissi, Plapp, Kelderman e Steinhauser. Era Plapp a scollinare in prima posizione. Il ciclista australiano allungava sui compagni di fuga e con le sue qualità di passista aumentava pedalata dopo pedalata il suo vantaggio. Plapp scollinava tutto solo sul quarto ed ultimo gpm di Gagliole posto al km 190.5. mentre il gruppo maglia rosa era segnalato tra i 5 ed i 6 minuti di ritardo. Gli ultimi muri posti nel finale non fermavano l’azione dell’australiano che andava a vincere in solitaria sul traguardo di Castelraimondo. A 38 secondi di ritardo Kelderman batteva Ulissi nella volata per il secondo posto mentre chiudevano la top five Arrieta quarto e Nicolas Prodhomme (Decathlon AG2R La Mondiale) quinto, rispettivamente ad 1 minuto e 22 secondi ed a 1 minuto e 35 secondi di ritardo da Plapp. Il gruppo maglia rosa veniva regolato da Juan Ayuso (UAE Team Emirates) che era abile a guadagnare anche 1 secondo sugli altri big di classifica. Per Plapp è la prima vittoria stagionale nonché la prima vittoria in un GT. In classifica generale Diedo Ulissi è la nuova maglia rosa con 12 secondi di vantaggio su Fortunato e 17 secondi di vantaggio su Roglic. Domani è in programma l’attesa tappa con le strade bianche da Gubbio a Siena, il cui finale ricalca proprio quello della semiclassica italiana di marzo con i ciclisti che dovranno percorrere una trentina di km di sterrato. L’arrivo in Piazza del Campo potrebbe riservare nuove sorprese in classifica generale, ancora abbastanza fuida.
Antonio Scarfone

Luke Plapp vince a Castelraimondo (foto: Getty Images)
AYUSO, SEGNALE AL GIRO. VITTORIA A TAGLIACOZZO PER LO SPAGNOLO, ROGLIC TORNA IN MAGLIA ROSA
La salita finale della settima tappa si fa dura negli ultimi 3 km ed il gruppo maglia rosa si riduce all’osso sotto il forcing di Lidl Trek, Bahrain Victorious e UAE Team Emirates. Juan Ayuso (UAE Team Emirates) coglie l’attimo a 500 metri dal traguardo e con una accelerazione be assestata vince praticamente in solitaria, lasciando a 4 secondi i diretti avversari. Giulio Ciccone (Team Lidl Trek) deve accontentarsi del quinto posto mentre Primoz Roglic (Team BORA Hansgrohe) torna a indossare la maglia rosa
La settima tappa del Giro 2025 è il primo vero test per gli uomini di classifica. L’appennino abruzzese sarà assoluto protagonista con le salite di Roccaraso, Monte Urano, Vado della Forcella e Tagliacozzo, quest’ultimo anche arrivo di tappa. Si parte da Castel di Sangro e la distanza complessiva è di 168 km. Appare scontato il cambio della maglia rosa al termine della tappa, con Primoz Roglic (Team Redbull BORA Hansgrohe) pronto a riprendersela dalle spalle di Mads Pedersen (Team Lidl Trek), anche se lo sloveno ha perso nella tappa di ieri un prezioso gregario come Jai Hindley, costretto al ritiro nella maxicaduta a 60 km dalla conclusione. Per quanto riguarda l’andamento tattico, la fuga potrebbe avere concrete chance di successo se ben assortita. Intanto dopo la partenza da Castel di Sangro il gruppo percorreva compatto ed a ritmo abbastanza tranquillo la salita verso Roccaraso, sulla quale transitava in prima posizione Lorenzo Fortunato (Team XDS Astana). Nel tratto in pianura prima della discesa verso Sulmona si formava in testa alla corsa un gruppo di sette ciclisti ovvero Nicolas Prodhomme (Decathlon AG2R La Mondiale), Gianmarco Garofoli (Team Soudal Quick Step), Paul Double (Team Jayco AlUla), Casper van Uden (Team Picnic PostNL), Alessandro Tonelli (Team PoltiVisit Malta), Manuele Tarozzi (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) e Christian Scaroni (Team XDS Astana). Tonelli vinceva il traguardo volante di Sulmona posto al km 49.9. All’inizio della salita di Monte Urano la fuga aveva 1 minuto e 40 secondi di vantaggio sul gruppo tirato dalla Redbull BORA Hansgrohe e dalla Lidl Trek. Double scollinava per primo sul gpm di Monte Urano posto al km 70. Il ciclista britannico si ripeteva dopo una trentina di km scollinando per primo sul gpm di Vado della Forcella posto al km 104.9. Tonelli si aggiudicava invece il secondo traguardo volante di Ovindoli posto al km 115.5. Prima della scalata finale verso Tagliacozzo si segnalavano le cadute di Romain Bardet (Team Picnic PostNL) e di David Gaudu (Team Groupama FDJ). Entrambi i ciclisti francesi riuscivano a rientrare nel gruppo maglia rosa scortati dai propri compagni di squadra. Tarozzi vinceva il terzo traguardo volante di Tagliacozzo posto al km 155.2. Dopo un lavoro encomiabile in testa al gruppo, Mads Pedersen si staccava all’inizio dell’ultima salita mentre il gruppo rimontava rapidamente sui fuggitivi tirato dagli uomini dell’INEOS Grenadiers. Van Uden e Double erano i primi due fuggitivi ad essere ripresi ad 8 km dalla conclusione. A 6 km dal termine la Bahrain Victorious si faceva vedere nelle prime posizioni del gruppo. Una decisa accelerazione annullava definitivamente la fuga quando mancavano 5 km alla fine. A poco meno di 3 km dal termine iniziavano le pendenze più arcigne in doppia cifra e Bardet era il primo nome caldo a staccarsi. Rafal Majka (UAE Team Emirates) si metteva in testa a fare l’andatura. Giulio Ciccone (Team Lidl Trek) dava una prima accelerazione a 1 km e 300 metri dalla conclusione. La stoccata decisiva era ad opera di Juan Ayuso (UAE Team Emirates) che partiva a circa 500 metri dalla conclusione avvantaggiandosi decisamente sul resto degli avversari. Lo spagnolo vinceva praticamente in solitaria con 4 secondi di vantaggio sul compagno di squadra Isaac del Toro e su Egan Bernal (Team INEOS Grenadiers) mentre Primoz Roglic (Team Redbull BORA Hansgrohe) era quarto e Ciccone quinto a completamento della top five. Per Ayuso è la quinta vittoria stagionale. In classifica generale Roglic ritorna ad indossare la maglia rosa con 4 secondi di vantaggio su Ayuso e 9 secondi di vantaggio su Del Toro. Domani è in programma l’ottava tappa da Giulianova a Castelraimondo. Ancora l’appennino protagonista, questa volta quello marchigiano con le salite di Croce di Casale, Sassotetto e Montelago. Gli ultimi 45 km sono privi di particolari difficoltà altimetriche per cui se la fuga verrà ripresa non escludiamo che la vittoria di tappa possa giocarsi con una volata di una sessantina-ottantina di ciclisti.
Antonio Scarfone

Juan Ayuso vince a Tagliacozzo (foto: Luca Bettini / AFP / Getty Images)
ECATOMBE VERSO NAPOLI, VINCE GROVES MA LA TAPPA È NEUTRALIZZATA
L’australiano Kaden Groves vince a Napoli al termine di una tappa “inutile” ai fini della classifica, dopo che la giuria ha deciso di neutralizzarne gli effetti in classifica a causa di una maxicaduta innescata dalla pioggia
La sesta tappa del 108esimo Giro d’Italia è la più lunga di questa edizione dall’alto dei suoi 227 chilometri, e inizia già alle 11.50, due ore prima rispetto a quella di ieri. La partenza è a Potenza, secondo capoluogo di
provincia della Basilicata a essere toccato dal Giro (dopo che ieri il Giro era arrivato nel primo, Matera) e si
inizia subito con una salita impegnativa, il Valico Romito (4 chilometri al 4% circa), che tuttavia
non è GPM. Sarà molto più impegnativo, al 57esimo chilometro, il Valico di Monte Carruozzo, ben 20
chilometri al 3,7%, in realtà quasi sempre al 5-6% per la presenza di un lungo falsopiano a metà salita, e che
viene considerato GPM di 2° categoria. Dopo altri saliscendi in Irpinia intorno al centesimo chilometro si
affronterà un secondo GPM, stavolta di 3° categoria, la salita di Monteforte Irpino, anche questa molto
lunga, quasi 15 chilometri, ma la cui pendenza media è appena del 2,2%. Seguirà una discesa sino alla
pianura intorno a Napoli con l’arrivo di tappa previsto proprio nel capoluogo campano, sul lungomare di Via
Caracciolo alla fine di un lungo rettilineo: è la situazione ideale per assistere ad una volata di gruppo
nonostante le salite tutt’altro che banali, ma pur sempre lontane dal traguardo. Maglia rosa è il danese
Mads Pedersen (Lidl – Trek), tra i dominatori di questa prima parte di stagione, e già vincitore di tre tappe.
Sulla primissima salita, dopo qualche bagarre iniziale, partono sei corridori di secondo piano, tra i quali si
trova il nostro Lorenzo Fortunato (XDS Astana Team), attuale leader della classifica degli scalatori e che
punta palesemente a vincerla. A 20 chilometri dalla partenza si riporta sui fuggitivi il nostro Lorenzo
Germani (Groupama – FDJ), col gruppo che si trova ad una quarantina di secondi. Il distacco non aumenta
più di tanto e dapprima altri 5 corridori – fra i quali Mathias Vacek (Lidl – Trek), ieri sugli scudi e terzo in
classifica generale – e infine l’intero gruppo si riportano sui battistrada prima ancora che inizi l’ascesa del
Valico di Monte Carruozzo. All’inizio della salita vanno in fuga l’olandese Taco van der Hoorn (Intermarché –
Wanty, una tappa al Giro e una Parigi-Bruxelles) e il giovane francese Enzo Paleni (Groupama – FDJ), che
vengono ben presto raggiunti dal solito Fortunato. Col vantaggio che stavolta si dilata oltre i cinque minuti
quest’ultimo diventa a un certo punto anche maglia rosa virtuale e riesce a cogliere il suo obiettivo, la
vittoria sul GPM, dopo di che si fa staccare e riprendere dal gruppo. Intanto comincia a piovere, ma Van der
Hoorn e Paleni continuano nella loro azione e affrontano i saliscendi dell’Irpinia con un paio di
minuti sul gruppo. Passano molte decine di chilometri senza che nulla succeda, anche a causa del tempo
inclemente, e il vantaggio della coppia di fuggitivi rimane sempre stabile fra i due minuti e i due minuti e
mezzo.
Poco dopo le 15 i corridori passano da Avellino, a circa 93 chilometri dal traguardo, e iniziano la salita
verso il secondo GPM, quello di Monteforte Irpino; in città i due fuggitivi mantengono ancora 1 minuto e mezzo di vantaggio sul gruppo che, tirato dagli uomini della Team Visma | Lease a Bike, si avvicina un po’ ma senza mai colmare il distacco. Al GPM è Paleni a transitare per primo; il gruppo, guidato da Fortunato, scollina dopo circa un minuto. Verso la fine della discesa la tappa si ravviva, ma purtroppo nel modo peggiore: nella parte più arretrata del gruppo molti corridori cadono a causa l’asfalto reso viscido dalla pioggia sottile ma incessante. Data la gravità dell’incidente – sono coinvolti, tra gli altri, Jay Hindley (Red Bull – BORA – hansgrohe), Adam Yates (UAE Team Emirates – XRG), Derek Gee (Israel – Premier Tech), Richard Carapaz (EF Education – EasyPost), Jay Vine (UAE Team Emirates – XRG), Fortunato e la stessa maglia rosa – la corsa viene neutralizzata dalla giuria, anche per dare tempo alle ambulanze al seguito di soccorrere i corridori incidentati. Tra questi a Hindley, vincitore del Giro del 2020, subisce un trauma cranico e nonostante non sembri avere niente di rotto è inevitabilmente costretto a ritirarsi. Dopo molte discussioni, che
coinvolgono anche gli stessi corridori, la giuria decide di far ripartire la corsa quando mancano 60 chilometri
al traguardo. Si assiste così allo spettacolo surreale del gruppo che si ferma poco fuori Nola e attende una nuova partenza, mentre 50 secondi prima di tutti gli altri vengono fatti ripartire i due fuggitivi in modo da mantenere il vantaggio residuo che avevano al momento dello stop. L’insistenza dei corridori induce infine la giuria a prendere una decisione di compromesso, che inevitabilmente scontenterà molti appassionati: la corsa
viene neutralizzata per la classifica generale, che quindi non cambierà a fine giornata, ma non per la vittoria
di tappa. Van der Hoorn e Paleni dovranno quindi essere ripresi dal gruppo se qualcuno vorrà impedire loro
di transitare per primi sul traguardo. Sono le 16.10 quando si riparte; il gruppo ha palesemente poca voglia
di impegnarsi e riesce a recuperare lo svantaggio solo quando mancano meno di tre chilometri all’arrivo. A
causa della neutralizzazione tutti gli uomini di classifica si sono fatti staccare e arrivano al traguardo con distacchi pesanti. Per questo motivo il gruppo che arriva a giocarsi la vittoria è composto solo da una cinquantina di corridori, quasi tutti velocisti con qualche compagno di squadra. Di questa anomala situazione cerca di approfittare il redivivo Wout van Aert (Team Visma | Lease a Bike), con un tentativo a 500 metri dalla linea del traguardo che per poco non riesce a dargli la vittoria. Alla fine va a vincere, con uno scatto poderoso negli ultimi 100 metri, l’australiano Kaden Groves (Alpecin – Deceuninck), un velocista puro, davanti al belga Milan Fretin (Cofidis) e al francese Paul Magnier (Soudal Quick-Step). Olav Kooij (Team Visma | Lease a Bike), che indossa la maglia di leader della classifica a punti (primo in realtà è la maglia rosa Pedersen) e che stava rimontando su Groves, è stato però stretto alle transenne da Matteo Moschetti (Q36.5 Pro Cycling Team), che infatti verrà relegato dalla giuria in ultima posizione, anche se il beneficio per Kooij, solo decimo, è minimo.
Tutto sommato la tappa di oggi è andata – sia nello svolgimento, sia nell’ordine d’arrivo – secondo le
previsioni e verrà ricordata quasi esclusivamente per la disastrosa caduta di Baiano e per le polemiche che
ne seguiranno, tra chi riterrà “giusta” la decisione di neutralizzare la tappa per evitare che le conseguenze
dell’incidente mettano fuori gioco troppi corridori incolpevoli, e chi invece sosterrà che il ciclismo si va
sempre più snaturando e che ormai bastano “poche gocce” per falsare le gare e che “una volta” si
gareggiava in condizioni ben peggiori e senza che i corridori si lamentassero. Altre discussioni infinite
nasceranno sulle cause dell’incidente odierno: incoscienza dei corridori, incapaci di “moderarsi” quando le
circostanze lo richiedono o grande sfortuna nell’incontrare un tratto di strada particolarmente insidioso? Il
ciclismo, sport da sempre avvolto da un mare di polemiche, continuerà ad inventarsi qualcosa per non
rinunciare ad uno spettacolo dove ormai la tradizione e la passione si mischiano continuamente a interessi
economici e persino politici. Intanto con Hindley, un altro dei grandi favoriti, i ritirati illustri sono già due:
ricordiamo che già nella prima tappa si era ritirato, anche lui per una caduta, lo spagnolo Mikel Landa,
uomo di punta della Soudal Quick-Step.
Andrea Carta

Il conciliabolo tra corridori e organizzatori dopo la caduta che portato alla neutralizzazione della tappa di Napoli (foto Dario Belingheri/Getty Images)
PEDERSEN TINGE DI ROSA I SASSI, IL DANESE VINCE A MATERA E CONSOLIDA IL PRIMATO
Il corridore danese ottiene la sua terza vittoria in cinque giorni e consolida a Matera il suo primato in classifica generale. Preceduti in volata l’italiano Zambanini e il britannico Pidcock
La quinta tappa del 108esimo Giro d’Italia parte alle ore 13.50 da Ceglie Messapica, un comune del brindisino e, dopo avere aggirato il golfo di Taranto, risale sull’Appenino lucano sino a giungere a Matera. Il passaggio per il paese di Montescaglioso (3 chilometri di salita con pendenza dell’8.4% e molti tratti ben superiori al 10%) è classificato come GPM di 4° categoria, mentre la successiva salita verso Matera (più di 6 chilometri con pendenza media del 4,3%) non lo è. Giunti in cima a questa salita si scende sulla tangenziale e si aggira Matera ad ovest per poi risalire sul lato Nord e arrivare, dopo una ulteriore salita tutt’altro che banale (punte del 13%), sul traguardo posto in via Dante.
Una tappa con questo finale può avere qualunque esito, inclusa la volatona di gruppo (comunque l’esito meno probabile) o la cavalcata solitaria di un uomo di classifica (ma difficilmente questo accadrà, in mancanza di Pogacar ed Evenepoel). Dopo pochi istanti dalla partenza inizia una fuga di tre corridori: Giosuè Epis (Arkéa – B&B Hotels), Lorenzo Milesi (Movistar Team), due anni fa campione del mondo (Under 23) a cronometro, e Davide Bais (Team Polti VisitMalta), famoso per aver vinto, nel Giro di due anni fa, l’ignobile tappa di Campo Imperatore. Il vantaggio del terzetto si stabilizza ben presto sui due minuti, dopo aver raggiunto un massimo di tre, mentre il gruppo è tirato quasi sempre da Jacopo Mosca (Lidl – Trek), fido gregario della maglia rosa Mads Pedersen, e poi da tutta la squadra di Primož Roglič, la Red Bull – BORA – hansgrohe. Nulla accade sino al paese di Bernalda, quando dopo un centinaio di chilometri privi di difficoltà altimetriche, la strada inizia lentamente a salire verso Matera. Il distacco del gruppo scende a questo punto sino a un minuto, ma poco dopo torna nuovamente a salite e tocca nuovamente i due minuti. I tre fuggitivi, a una quarantina di chilometri dal traguardo, iniziano a guardarsi in faccia finché Epis, rimasto attardato, viene ben presto riassorbito dal gruppo. Bais e Milesi insistono nella loro azione, col secondo che transita per primo al GPM di Montescaglioso; il gruppo, lungo la salita, perde quasi tutti i velocisti, ma transita in cima sostanzialmente compatto. La salita verso Matera vede la coppia di fuggitivi perdere a poco a poco il loro vantaggio, anche perché dietro, a tirare, si mettono gli uomini della UAE Team Emirates – XRG, forse in vista di un tentativo del loro capitano Juan Ayuso (che tuttavia non avverrà). A soli 13 chilometri dal traguardo, ormai in vista del primo passaggio da Matera, il gruppo si riporta su Bais e Milesi. A questo punto la UAE, sotto la spinta di Jay Vine, aumenta ancora il ritmo, ma ai piedi dello strappo finale il gruppo risulta composto ancora da un centinaio di corridori, fra i quali tutti i migliori, maglia rosa inclusa. L’ultima ascesa si dimostra più selettiva delle precedenti e molti corridori, inclusi Wout van Aert (Team Visma | Lease a Bike) e Pello Bilbao (Bahrain – Victorious), si staccano. Nel tratto più duro, sotto la spinta del suo compagno di squadra Mathias Vacek, che dovrebbe pilotarlo allo sprint, anche Pedersen sembra in difficoltà; ma con un ultimo sforzo la maglia rosa recupera nell’ultimo chilometro, torna nelle prime posizioni e, ben guidata dal corridore ceco, va a vincere anche questa tappa (ed è la terza su cinque) davanti al nostro Edoardo Zambanini (Bahrain – Victorious) e all’onnipresente Thomas Pidcock (Q36.5 Pro Cycling Team). Ovviamente Pedersen mantiene la maglia rosa e, grazie all’abbuono, porta a 17 secondi il suo vantaggio su Roglic. Nel complesso tappa decisamente noiosa, dove poteva succedere molto ma non è successo nulla, e che si è conclusa con una volata di ben 60 corridori, sia pure senza i velocisti puri; domani, con l’arrivo a Napoli, le prospettive non sembrano migliori.
Andrea Carta

Mads Pedersen vince anche la tappa di Matera (foto Luca Bettini/AFB via Getty Images)
GIRO D’ITALIA, SORPRESA VAN UDEN A LECCE
L’olandese del Team Picnic-PostNL nega il tris alla Maglia Rosa Mads Pedersen e si prende la sua prima vittoria World Tour in carriera, la quinta assoluta, vincendo la volata generale nel capoluogo pugliese. Il podio di tappa è tutto olandese, completato da Olav Kooij e Maikel Zijlaard. Primoz Roglic rosicchia due secondi di abbuono al traguardo volante e si porta a 7” dal leader della classifica generale Pedersen.
Dopo le tre tappe inaugurali in terra albanese, il Giro sbarca sullo “Stivale Italico” ripartendo con la Alberobello (Pietramadre) – Lecce, di 189 km. E’ una tappa facile dal punto di vista altimetrico, con il solo GPM di Putignano (4° cat.), posizionato poco dopo il via, ad alzare in maniera impercettibile i metri di dislivello. Ed è lo spagnolo Francisco Muñoz Llana (Team Polti – Visit Malta) l’unico protagonista della fuga di giornata, partito appena dopo il chilometro zero e da solo per ben 132 km.
L’iberico supera indenne il GPM di Putignano e raggiunge 4′20” di vantaggio massimo e passa al comando anche al traguardo volante di Polignano a Mare. In seguito si verifica una caduta nella quale restano coinvolti anche i leader della Lidl – Trek Mads Pedersen e Giulio Ciccone con Felix Engelhardt (Team Jayco – Alula) e il canadese Nickolas Zukowsky (Q36.5 Pro Cycling Team), che ha la peggio e deve ritirarsi.
Con il passare dei chilometri il vantaggio di Muñoz inizia a calare e si arriva al Red Bull Km di Ostuni, dove sprinta anche Primoz Roglic (Red Bull – BORA – hansgrohe), secondo in classifica generale, che rosicchia 2” a Pedersen. A fuga ripresa, rimane solo un traguardo volante, a San Pancrazio Salentino, dove il danese vincitore a Tirana e a Valona si prende qualche punto valido per la Maglia Ciclamino. E poi si arriva sul tortuoso circuito di Lecce, al termine del quale Casper Van Uden (Team Picnic PostNL) ha la meglio nello sprint davanti ai connazionali Olav Kooij (Team Visma | Lease a Bike) e Maikel Zijlaard (Tudor Pro Cycling Team). Agli ultimi due posti della topten si piazzano gli italiani Matteo Moschetti (Q36.5 Pro Cycling Team) e Filippo Zanoncello (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè).
In classifica ora Pedersen guida con 7” su Roglic e 14” sul compagno di squadra e leader della classifica giovani Mathias Vacek. Domani si va dalla Puglia alla Basilicata con la Ceglie Messapica – Matera di 151 km: oltre al finale in leggera in salita, è in programma un GPM a Montescaglioso (4° cat.) dopo 123 km.
Andrea Giorgini

Van Uden vince a sorpresa la tappa di Lecce (foto Luca Bettini/AFP via Getty Images)
ACKERMANN DOMINA LA VOLATA DI LENS E VINCE LA PRIMA EDIZIONE DELLA CLASSIQUE DUNKERQUE
Il tedesco della Israel-Premier Tech torna al successo dopo due anni battendo Girmay e Dainese al termine di una giornata piovosa e combattuta. Per lui è la 41esima vittoria in carriera.
Pascal Ackermann conquista la prima edizione della Classique Dunkerque, corsa francese nata da una “costola” della Quattro Giorni di Dunkerque, corsa a tappe che prenderà il via domani. Dopo 193 chilometri e mezzo disputati sotto la pioggia tra Dunkerque e Lens il velocista tedesco della Israel – Premier Tech si è imposto in rimonta su Biniam Girmay (Intermarché – Wanty) e Alberto Dainese (Tudor Pro Cycling), centrando così il suo primo successo dal 2 luglio 2023, quando si era imposto nella prima tappa del Giro dell’Austria, e la vittoria numero 41 in carriera.
L’azione si è accesa fin dai primi chilometri con una fuga composta da Similien Hamon (CIC – U – Nantes), Kenny Molly (Van Rysel Roubaix), Luca De Meester (Wagner Bazin WB) e Abram Stockman (Unibet Tietema Rockets), che hanno accumulato fino a otto minuti di vantaggio. Il gruppo, guidato dalle squadre dei velocisti, ha sempre tenuto sotto controllo la situazione, ricucendo lungo la seconda salita verso Notre Dame de Lorette. A 30 km dall’arrivo ci ha provato un terzetto con Robbe Dhondt (Team Picnic PostNL), Per Strand Hagenes (Team Visma | Lease a Bike) e Samuel Watson (INEOS Grenadiers), ma anche questo tentativo è stato neutralizzato rapidamente.
A movimentare ulteriormente il finale è intervenuta una caduta a 6 km dal traguardo, causata da un cordolo spartitraffico: diversi atleti sono finiti a terra, ma senza gravi conseguenze.
Si arriva così allo sprint, lanciato da Bryan Coquard (Cofidis) e proseguito da Alberto Dainese (Tudor Pro Cycling Team). Ma da dietro risalgono fortissimo sia Biniam Girmay (Intermarché – Wanty), sia Ackermann: il tedesco, partito in ritardo ma perfettamente pilotato dalla sua squadra, piazza la stoccata decisiva proprio sulla linea d’arrivo, battendo di pochissimo l’eritreo e l’azzurro.
Le parole del vincitore – «Oggi la squadra ha fatto una bellissima gara, non potevo sciupare il prezioso lavoro dei miei compagni: sono stati veramente fortissimi», ha commentato Ackermann. «Ho avuto diversi infortuni nelle ultime stagioni, ma ora voglio ricominciare: spero che questa vittoria sia l’inizio della mia nuova vita ciclistica. Il mio obiettivo? Vincere una tappa al Tour».
Mario Prato

Ackermann vince la prima edizione della corsa transalpina (foto Luc Claessen/Getty Images))
BIS DI PEDERSEN, A VALONA IL DANESE SI RIPRENDE IL MALTOLTO
In una tappa che sulla carta poteva sembrare complicata il danese, grazie all’aiuto della squadra, riesce a portare la corsa allo sprint e la spunta su uno Strong affaticato dallo sforzo fatto per rientrare dopo essersi staccato in salita. Si va al riposo con Pedersen in rosa in attesa di rientrare in Italia con una tappa completamente pianeggiante.
Nell’intervista post tappa, Mauro Vegni, nel promuovere la tre giorni albanese, ha detto che dalla tappa di oggi si sarebbe aspettato di più, salvo poi darsi da solo la risposta osservando che siamo solo alla terza tappa.
Un tracciato come quello della frazione odierna, inserito al terzo giorno di una corsa che di tappe ne prevede ventuno, non poteva che mandare in scena ciò che si è visto e questo non significa necessariamente che le energie spese oggi non si faranno sentire in futuro.
Chiaramente, una tappa come quella di oggi, piazzata nella terza settimana, avrebbe probabilmente offerto quel quid pluris che Vegni si aspettava.
Il busillis oggi era in realtà capire se e chi, tra i velocisti, sarebbe riuscito a rimanere in gruppo dopo le salite e quindi quali sarebbero state le mosse delle squadre per portare gli uomini veloci a giocarsi lo sprint.
Mads Pedersen (Lidl – Trek), ad esempio, è riuscito a battere un pistard provetto come Corbin Strong (Israel – Premier Tech), che si era addirittura piazzato sulla sua ruota sfruttandone le scia e non si può fare a meno di pensare che quanto accaduto sia conseguenza delle energie che Strong, staccato sulla salita, ha dovuto spendere per rientrare in gruppo.
Pedersen, al contrario, più resistente in salita di Strong, è stato supportato da una squadra che ha impostato un ritmo adatto per tenere il danese in gruppo, probabilmente troppo elevato per molti velocisti puri, anche perché era necessario, oltre che far fuori potenziali avversari, evitare che l’attacco di due scalatori come Lorenzo Fortunato (XDS Astana Team) e Pello Bilbao (Bahrain – Victorious) potesse prendere il largo.
Primoz Roglic (Red Bull – BORA – hansgrohe) con la sua squadra ha fatto il minimo sindacale dettato da una sorta di noblesse oblige, essendo in realtà sommamente felice di cedere il vessillo del primato insieme all’onere di gestire la corsa a un corridore che tenterà di tenere la rosa sulle spalle il più a lungo possibile (probabilmente fino a Tagliacozzo).
Come nella prima tappa Giulio Ciccone (Lidl – Trek) si è messo la servizio del compagno di squadra e, se questo può avere un senso (ma fino a un certo punto) sulle salite, è sembrato piuttosto singolare mettere a rischio un corridore come l’abruzzese piazzandolo in testa al gruppo negli ultimi chilometri pianeggiati e tortuosi.
Quali che siano i piani della Lidl per Ciccone (classifica generale o lotta in tappe adatte) sarebbe stato più opportuno mettere davanti qualcun altro negli ultimi pericolosi chilometri.
Dopo un inizio concitato, con un po’ di fatica si forma una fuga di quattro uomini ai quali se ne aggiungono altri due in un secondo momento. Il sestetto che si forma al comando è composto da Lorenzo Germani (Groupama-FDJ), Joshua Tarling (Ineos Grenadiers), Mark Donovan (Q36.5 Pro Cycling Team), Chris Hamilton (Team Picnic PostNL), Dries De Bondt (Decathlon Ag2r La Mondiale Team) e Alessandro Tonelli (Team Polti VisitMalta).
Il gruppo non lascia mai più di tre minuti agli attaccanti e sono soprattutto Lidl e Bora a incaricarsi di tenere sotto controllo il drappello in avanscoperta.
Su un percorso disseminato di saliscendi l’aumento del ritmo in gruppo fa precipitare il vantaggio dei battistrada e mette a dura prova anche molti uomini, in particolare velocisti, che si staccano nei punti più duri.
Sulla salita di seconda categoria del Passo Llogara la Lidl prosegue nel tentativo di staccare i velocisti senza mettere in croce Pedersen e imponendo un ritmo che è molto difficile da reggere per i velocisti puri ma risulta blando per gli scalatori. La situazione ispira in particolare Fortunato – che vede la possibilità di conquistare la maglia azzurra – Bilbao e Gianmarco Garofoli (Soudal Quick-Step) a tentare un attacco, mentre i fuggitivi del mattino vengono man mano riassorbiti.
E’ soprattutto Fortunato ad alimentare l’azione e il suo ritmo costringe Garofoli ad alzare bandiera bianca. I due attaccanti scollinano con meno di 50 secondi, troppo pochi per resistere al rientro del gruppo nei 40 chilometri che mancano per andare all’arrivo.
Lungo la salita ha provato ad evadere anche Thomas Pidcock (Q36.5 Pro Cycling Team), ma il suo tentativo è stato prontamente stoppato da Ciccone e a quel punto anche la UAE si è messa in testa al gruppo per evitare guai.
Ai meno 17 avviene il ricongiungimento e, nel finale, si organizzano le squadre, in un gruppo in cui è rientrato un ottimo velocista come Strong, che tenta di contendere la vittoria a Pedersen ma paga lo sforzo effettuato per chiudere e non riesce ad essere brillante.
Pedersen riconquista la maglia rosa e Roglic è ben felice di cedergliela in una prima parte di Giro che potrebbe rivelarsi dispendiosa per la squadra che dovrà controllare la corsa.
Ultima notazione degna di nota è il cattivo stato di forma di Wout Van Aert (Team Visma | Lease a Bike), che anche oggi ha palesato gravi difficoltà e che gli appassionati sperano di vedere al meglio più avanti, anche perché le tappe adatte alle sue caratteristiche non mancheranno di certo.
Domani giorno di riposo e rientro in Italia, poi la Corsa Rosa si rimetterà in marcia con una delle tappe più facili di questa edizione, 189 Km di quasi totale pianura da percorrere tra Alberobello e Lecce.
Benedetto Ciccarone

Pedersen punta a testa bassa verso il traguardo di Valona e la riconquista della maglia rosa (foto Luca Bettini / AFP via Getty Images)