DOVE ERAVAMO RIMASTI: LA VUELTA A ANDALUCÍA DOPO UN ANNO DI STOP RIPARTE PROPRIO DA VAN GILS
Nella frazione d’apertura della Vuelta a Andalucía, il fiammingo ha avuto la meglio sui due compagni di fuga al termine di un percorso di media montagna, senza alcun metro di pianura. Tra i protagonisti del giorno il norvegese Leknessund e il britannico Pidcock, autore di un interessante azione da discesista.
È partita col botto la 71a Vuelta a Andalucía – Ruta del Sol, disputata a un anno dall’annullamento dell’edizione 2024 a causa delle proteste e degli scioperi degli agricoltori locali, che permisero all’organizzazione di far disputare solamente una cronometro di cinque chilometri, vinta da belga Max Van Gils. E si è ripartiti con il medesimo corridore, nel frattempo passato dalla Lotto Dstny alla Red Bull – BORA – hansgrohe, al punto più alto della classifica perchè Van Gils si è imposto anche sul traguardo della prima tappa, al termine di una gara ricca di sussulti interessanti tra i vari contendenti per la vittoria finale.
Il primo protagonista è stato il norvegese Andreas Leknessund (Team Uno-X Mobility), promotore di una fuga durata quasi tutta la tappa, tentativo che lo ha visto inizialmente in compagnia di Leander Van Hautegem (Wagner Bazin WB), Víctor de la Parte (Euskaltel-Euskadi), Unai Iribar (Equipo Kern Pharma), Ander Okamika (Burgos Burpellet BH), Siebe Deweirdt (Team Flanders – Baloise) ed Alan Jousseaume (Team TotalEnergies). Nel gruppo il primo corridore a prendere l’iniziativa è stato Pavel Sivakov (UAE – Team Emirates) e poco dopo Thomas Pidcock (Q36.5 Pro Cycling Team) ha tentato la sortita personale in un tratto di discesa piuttosto tecnico.
Leknessund verrà poi ripreso e staccato a meno di 20 km dal traguardo di Nerja e subito dopo al comando si forma un terzetto con Van Gils, Sivakov e Tim Wellens (UAE Team Emirates – XRG). Van Gils va dritto su un tornante ma riprende in breve tempo la coppia del team emiratino e così il terzetto procede compatto verso il traguardo. Wellens e Sivakov cercano di sfruttare la superiorità numerica ma il fiammingo Van Gils è in grande condizione e non concede un centimetro ai due avversari, battendoli in volata. Al secondo posto si piazza Wellens e Sivakov è terzo. Nel gruppetto inseguitore, giunto al traguardo dopo 30″, vince lo sprint Marc Soler (UAE Team Emirates – XRG) su Clement Berthet (Decathlon – AG2R La Mondiale).
Domani si affrontare una tappa ancora più impegnativa ed esplosiva di quella odierna, da disputare sui 133.2 Km che da Alcaudete condurranno a Torrdelcampo, con la doppia scalata del Puerto Viejo (8.8 Km al 5.8% con un tratto di 3 Km al 10.6%) e un rampa finale di 1200 metri all’8%.
Andrea Giorgini

Van Gils vince la prima tappa della corsa andalusa (Getty Images)
POGACAR INIZIA A FARE SUL SERIO A JEBEL JAIS. TAPPA E MAGLIA PER LO SLOVENO
Tadej Pogacar non si smentisce e vince sul primo arrivo in salita all’UAE Tour, quello di Jebel Jais nella seconda tappa. Lo sloveno, nuova maglia rossa, batte Oscar Onley (Team Picnic PostNL) e Felix Gall (Decathlon AG2R La Mondiale Team). Buon quinto posto per Giulio Ciccone (Team Lidl Trek)
L’UAE Tour 2025 giunge ad una delle sue tappe clou, la terza da Ras al Khaimah a Jebel Jais. Lunga 181 km, vedrà gli uomini di classifica battagliare sull’ultima salita di 19 km al 5.6 di pendenza media. Difficile se non impossibile che la maglia rossa Joshua Tarling (Team INEOS Grenadiers) possa confermarsi in testa alla classifica generale. Il britannico dovrà verosimilmente cedere il simbolo del primato a uno dei ciclisti che si giocherà la vittoria finale. Dopo la partenza da Ras al Khaimah si formava la fuga di giornata grazie all’azione di Đorđe Đurić e Carlos Samudio (Team Solution Tech – Vini Fantini), Federico Biagini, Lorenzo Conforti e Manuele Tarozzi (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè). Dopo 25 km il vantaggio dei cinque battistrada sul gruppo maglia rossa era di 1 minuto e 50 secondi. Đurić vinceva il primo traguardo volante di Al Marjan Island posto al km 66.2. Le squadre più attive all’inseguimento della fuga erano l’UAE Team Emirates XRG, il Team Tudor Pro Cycling ed il Team INEOS Grenadiers. Samudio vinceva il secondo traguardo volante posto al km 145.6. La fuga veniva ripresa poco prima della salita finale verso Jabel Jais. La maglia rossa Tarling dopo una stoica resistenza si staccava a poco meno di 4 km dalla conclusione. Tadej Pogacar attaccava dopo un ottimo lavoro dei compagni di squadra ed andava a vincere davanti ad Oscar Onley (Team Picnic PostNL) e Felix Gall (Decathlon AG2R La Mondiale Team). Quarto era Lennert van Eetvelt (Team Lotto) mentre chiudeva la top five Giulio Ciccone (Team Lidl Trek). Pogacar, alla prima vittoria stagionale, mette subito in chiaro le cose in classifica generale ed è la nuova maglia rossa con 18 secondi di vantaggio su Tarling e 23 secondi di vantaggio su Pablo Castrillo (Team Movistar). Domani la quarta tappa da Fujairah Qidfa Beach ad Umm al Quwain di 181 km arride ai velocisti. Jonathan Milan (Team Lidl Trek) è pronto a bissare la vittoria della prima tappa ed a scalare posizioni nella classifica della maglia verde.
Antonio Scarfone

Tadej Pogacar vince a Jebel Jais (foto: Getty Images)
TARLING, UNA FRECCIA NEL DESERTO: IL BRITANNICO VINCE LA CRONOMETRO ED È LA NUOVA MAGLIA ROSSA
Joshua Tarling (Team INEOS GREnadiers) domina da favorito la cronometro individuale di Al Hudayriyat Island e balza in vetta alla classifica generale. Domani primo vero test per gli uomini di classifica sull’arrivo in salita di Jebel Jais
La seconda tappa dell’UAE Tour è una cronometro individuale di 12.2 km da Al Hudayriyat Island ad Al Hudayriyat Island. Il percorso completamente pianeggiante favorirà i cronomen più forti anche se qualche curva impegnativa rallenterà la loro azione. Jonathan Milan (Team Lidl Trek) deve difendere la maglia rossa dopo la bella vittoria in volata nella prima tappa e i big di classifica non staranno a guardare; tutti guarderanno con interesse alla prova di Tadej Pogacar (UAE Team Emirates XRD) ma sarà da seguire anche Finn Fisher-Black (Team Redbull BORA Hansgrohe), ottimo passista e buon scalatore, che è attualmente secondo in classifica generale dietro Milan. Il ciclista neozelandese è stato infatti favorito dal declassamento di Jasper Philipsen (Team Alpecin Deceuninck) nella volata della prima tappa e quei sei secondi di vantaggio sugli avversari diretti possono già essere determinati oggi nella prova contro il tempo. A vincere è Joshua Tarling (Team INEOS Grenadiers), favorito della vigilia, con il tempo di 12 minuti e 55 secondi, unico ciclista a scendere sotto i 13 minuti alla media record di 56.671 km/h. In seconda posizione si piazza Stefan Bissegger (Decathlon AG2R La Mondiale) a 18 secondi di ritardo da Tarling. Tadej Pogacar chiude invece in terza posizione a 18 secondi di ritardo da Tarling. La top five è completata in quarta posizione da Jay Vine (UAE Team Emirates XRG) ed in quinta posizione da Max Walscheid (Team Jayco AlUla), rispettivamente a 21 e 24 secondi di ritardo da Tarling. Per il britannico dell’INEOS Grenadiers è la prima vittoria stagionale. Tarling è anche la nuova maglia rossa con 13 secondi di vantaggio su Bissegger e 18 secondi di vantaggio su Pogacar. Domani è in programma la terza tappa da Ras al Khaimah a Jebel Jais di 181 km. Dopo tre quarti di tappa completamente pianeggianti si sale in cima a Jebel Jais, una salita di 19 km al 5.6%. I big di classifica si daranno battaglia e la classifica generale assumerà una fisionomia ancora più definita dopo la cronometro di oggi.
Antonio Scarfone

Joshua Tarling vince la cronometro di Al Hudayriyat Island (foto: Getty Images)
CLÁSICA JAÉN, ASSOLO DI KWIATKOWSKI
Michal Kwiatkowski conquista la “Strade Bianche” spagnola davanti a Isaac Del Toro e Ibon Ruiz.
La fuga iniziale composta da sette corridori ottiene rapidamente il via libera del gruppo, raggiungendo un vantaggio massimo di cinque minuti. Alle loro spalle però UAE Team Emirates e Visma – Lease a Bike aumentano progressivamente il ritmo, riducendo il distacco col passare dei chilometri.
L’azione si accende nei settori di sterrato, dove il gruppo si sgretola come da previsioni. Arriola-Bengoa e Ruiz restano soli al comando, mentre dietro si susseguono gli attacchi. Wellens, Tulett e Bernal tentano di evadere, ma vengono ripresi. Successivamente, McNulty e Swift provano ad allungare, ma anche questo tentativo viene neutralizzato. La svolta arriva con l’attacco di Kwiatkowski e McNulty, che riescono a prendere un po’ di margine sul gruppo inseguitore insieme a Ruiz.
Ai 15 km dal traguardo una foratura costringe McNulty ad arrendersi, lasciando così Kwiatkowski solo al comando per l’ultima dozzina di chilometri.
Nel frattempo alle sue spalle Del Toro accelera e riprende Ruiz, ma non basta per raggiungere il polacco che si invola vrso il traguardo finale.
Kwiatkowski gestisce l’ultima parte con esperienza e vince con 30” di vantaggio su Del Toro, mentre Ruiz chiude terzo a 45”.
Lorenzo Alessandri

Kwiatkowski esulta in solitaria alla Clásica Jaén (Getty Images)
MILAN RE DEL DESERTO, TAPPA E MAGLIA A LIWA PALACE
Nella prima tappa dell’UAE Tour Jonathan Milan (Team Lidl Trek) è autore di un’imperiosa volata sul traguardo di Liwa, con una pendenza negli ultimi 200 metri che arrivava al 9%. Il trentino batte Jasper Philipsen (Team Alpecin Deceuninck) e Finn Fisher-Black (Team Redbull BORA Hansgrohe) ed indossa la prima maglia rossa
L’UAE Tour è l’ultima corsa a tappe mediorientale ed essendo anche corsa WT vede un parterre d’eccezione nobilitato dalla presenza di Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), all’esordio stagionale e subito deciso a portarsi a casa la terza vittoria dopo quelle del 2021 e del 2022. La prima tappa parte da Madinat Zayed e si conclude a Liwa dopo circa 137 km. Non sono previsti gpm e quindi assisteremo quasi sicuramente ad una volata, ma bisogna considerare l’ultimo km che sale intorno al 3% con punte del 9% negli ultimi 200 metri quindi i velocisti dovranno calcolare bene quando lanciarsi nello sprint. Rispetto alla lista partenti ufficiale, non prendeva il via Chris Harper (Team Jayco AlUla). La fuga di giornata si formava dopo appena due km dalla partenza grazie all’azione di Carlos Samudio (Team Solution Tech – Vini Fantini), Federico Biagini e Manuele Tarozzi (Team VF Group – Bardiani CSF – Faizanè). Già dopo 5 km il vantaggio dei tre battistrada era salito a 2 minuti. Samudio si aggiudicava il primo traguardo volante di Liwa posto al km 48.2. Era invece Tarozzi a vincere il secondo traguardo volante posto al km 111.8 dopo essersi avvantaggiato sui due compagni di fuga. Il ciclista faentino perseverava nella sua azione anche se il gruppo si faceva sempre più minaccioso alle sue spalle con le squadre dei velocisti nelle prime posizioni; molto attive si registravano la Lidl Trek, l’Alpecin Deceuninck e la Soudal Quick Step. Tarozzi veniva ripreso a 1 km dal termine. SI registrava anche la caduta di Juan Sebastian Molano (UAE Team Emirates XRG) a 8 km dalla conclusione per cui il velocista della formazione di casa non avrebbe potuto partecipare alla volata. Era proprio Tadej Pogacar (UAE Team Emirates XRG) a lanciare lo sprint nel tratto più duro dell’ultimo km. Il fenomeno sloveno veniva affiancato da Jonathan Milan (Team Lidl Trek) che a sua volta era autore di una progressione irresistibile ed andava a vincere davanti a Jasper Philipsen (Team Alpecin Deceuninck), successivamete declassato, Finn Fisher-Black (Team Redbull BORA Hansgrohe) e Tobias Lund Andresen (Team Picnic PostNL). Quarto era Lennert van Eetvelt (Team Lotto) mentre chiudeva la top five Oscar Onley (Team Picnic PostNL). Per Milan si tratta della seconda affermazione stagionale dopo la vittoria nella quinta tappa della Volta a la Comunitat Vallenciana. Il ciclista friulano è la prima maglia rossa della corsa a tappe emiratina con 4 secondi di vantaggio su Fisher-Black e di 6 secondi su Andresen. La seconda tappa di domani, in circuito sull’Hudayriyat Island, è una cronometro individuale di 12.2 km. La classifica generale inizierà a delinearsi e vedremo all’opera quei ciclisti che cercheranno di insidiare il favoritissimo Pogacar.
Antonio Scarfone

Jonathan Milan vince a Liwa (foto:Getty Images)
MORGADO PROFETA IN PATRIA, IL PORTOGHESE VINCE LA FIGUEIRA CHAMPIONS CLASSIC
Il corridore lusitano vince la terza edizione della corsa di casa. Tra i protagonisti l’italano Filippo Ganna, a lungo in fuga solitaria
Non c’è disciplina sportiva nella quale non si cerchi in tutti i modi possibili, spesso a scapito della salute degli atleti, di aumentare il numero delle gare e di conseguenza i guadagni, diretti e indiretti, di cui godono un po’ tutti coloro che a vario titolo lavorano nell’ambito dello sport professionistico. Il ciclismo non fa certo eccezione e il mese di febbraio, un tempo dedicato agli allenamenti e a sporadiche competizioni di ciclocross, si va riempiendo di nuove gare alle quali anche i migliori corridori non disdegnano di partecipare, anche se solo per allenarsi in vista di quelle più importanti.
È stato così che a febbraio sono gradualmente entrate in calendario dapprima corse in località esotiche, ma che in quel periodo godono di un buon clima (Australia, Sudamerica, penisola arabica), e poi anche nelle zone più calde dell’Europa, in particolare Spagna e Portogallo. La classica portoghese chiamata “Figueira Champions Classic” è arrivata solo alla terza edizione, ma è già riuscita a guadagnarsi un posto nelle UCI ProSeries, il circuito che raccoglie le più importanti corse di seconda fascia del calendario mondiale (tra le quali, per fare un esempio, vi sono le nostre Milano-Torino, il Giro dell’Emilia e il Giro del Veneto). La corsa si è sempre svolta sullo stesso percorso, con partenza e arrivo nella località di Figueira da Foz, importante città marittima e turistica situata sulla costa portoghese a metà strada fra Lisbona e Porto. Il suo percorso che ricorda un po’ un trifoglio, con un primo lobo – a sud di Figueira – lungo circa 50 chilometri, un secondo – ad est – all’incirca sulla medesima distanza e infine un terzo e conclusivo disegnato a Nord della città, lungo 30 chilometri e che viene percorso 3 volte (l’anno scorso 4) per un totale complessivo di 193 chilometri circa. Il “lobo” conclusivo è quello che presenta le salite più impegnative, quelle su cui potrebbe decidersi la corsa: la Rua Parque Forestal (2,1 km all’8%) e la Enforca Cães (0,9 km al 10,3%), strappo breve ma molto duro situato a soli 6 chilometri dal traguardo.
Tra i favoriti, in assenza dei vincitori delle due precedenti edizioni (Casper Pedersen e Remco Evenepoel, entrambi della Soudal Quick Step), vanno segnalati il più forte dei corridori portoghesi, Joao Almeida (UAE Team Emirates – XRG), i francesi Romain Bardet (Team Picnic PostNL) e Julian Alaphilippe (Tudor Pro Cycling Team), il velocista eritreo Birian Girmay (Intermarché – Wanty) e il nostro Filippo Ganna (INEOS Grenadiers). Da non dimenticare due specialisti delle corse in linea come Nelson Powless (EF Education – EasyPost, vincitore di una San Sebastian) e il giovane svizzero Jan Christen (UAE Team Emirates – XRG), che l’anno scorso si è messo in luce vincendo diverse corse minori, tra le quali il Giro dell’Appennino.
Si parte puntualmente alle 12.30 locali (13.30 in Italia). Il cielo è nuvoloso ma non piove, la temperatura è mite, sui 14 gradi. Quasi subito parte la fuga di giornata, con dentro nove corridori, tutti spagnoli o portoghesi, nessuno dei quali è mai salito sul podio di una corsa importante: il più quotato sembrerebbe il portoghese Rafael Reis (Anicolor/Tien 21), campione nazionale a cronometro nel 2022. Il gruppo sonnecchia e la corsa si snoda senza sussulti fra le colline dell’entroterra sino alle 16 del pomeriggio (ora italiana) quando, una volta percorsi i primi due “lobi”, inizia il primo dei tre giri conclusivi. Il vantaggio dei fuggitivi non è stratosferico come avviene sempre in questi casi: si parla di soli 4 minuti, probabilmente più per demerito dei nove, nessuno dei quali pensa davvero di poter vincere la corsa, che per merito degli inseguitori. Già al primo passaggio sulla Rua Parque Forestal, una collina panoramica alta 210 metri sul livello del mare, il loro vantaggio si dimezza. Intanto il cielo si è rasserenato e la temperatura è rimasta intorno ai 14 gradi, anche 15, quasi ideale per chi voglia tentare lo sforzo di una fuga da lontano. Sulla seconda asperità, la Enforca Cães, è proprio Reis a passare per primo, mentre il gruppo continua a mantenersi a circa due minuti di distanza. La diretta televisiva inizia alla fine del primo giro, in un momento in cui il gruppo procede tranquillo e i fuggitivi, che intanto sono scesi ad otto, tornano a guadagnare, raggiungendo i tre minuti di vantaggio. Quando i corridori si accorgono di essere in diretta la musica cambia all’improvviso e, prima ancora che inizi la salita della Rua Parque Forestal il gruppo si allunga e dimezza lo svantaggio. Già a metà salita i fuggitivi vengono ripresi e in cima il gruppo passa sfilacciato, ma ancora abbastanza compatto (conta in tutto una cinquantina di corridori). Nei chilometri seguenti si mettono in luce prima Alaphilippe, poi Ganna: alla fine è proprio il passista italiano a guadagnare in discesa un vantaggio non banale. Col passare dei chilometri il gruppo, che pure insegue con notevole convinzione, non sembra recuperare, anzi. In vista della Enforca Cães si muovono il danese Michael Valgren (EF Education – EasyPost, una Amstel e un giro di Toscana fra le sue non poche vittorie) e l’eritreo Natnael Tesfatsion (Movistar Team), campione nazionale in carica; tuttavia, in cima alla salita Ganna mantiene 20 secondi di vantaggio. Più lontano il resto del gruppo, ormai ridotto a trenta, forse quaranta unità. Sul lungo tratto in pianura, lungo il mare, con cui termina il secondo giro i due inseguitori vengono ripresi, mentre l’italiano, che riesce a esprimere tutta la sua potenza, porta a 30 secondi il suo vantaggio, poi 35, infine 40 ai piedi della Rua Parque Forestal. Sulla salita, notoriamente il suo punto debole, Ganna si gioca la vittoria. E questa sfuma: affaticato e appesantito, l’italiano cede nel tratto più duro, dove la pendenza arriva al 16%, e viene passato con facilità dai primi inseguitori. È il giovane portoghese António Morgado (UAE Team Emirates – XRG), che l’anno scorso ha vinto il Giro di Romagna ed è stato campione nazionale a cronometro, a passare per primo in cima alla salita, con una manciata di secondi sul resto del gruppo, ormai ridotto a venti corridori. La discesa gli è favorevole e, come già aveva fatto Ganna nel giro precedente, Morgado porta a 30 secondi il suo vantaggio. In cima all’ultima salita, la terza ascesa all’Enforca Cães, il suo vantaggio è sempre di una trentina di secondi su ciò che resta del gruppo: ma negli ultimi 6 chilometri lo sforzo si fa sentire e dietro iniziano a tirare sul serio. Inesorabilmente il vantaggio scende, dapprima a 20 secondi al termine della discesa e poi, nel lungomare che sembra interminabile e sotto un sole che va tramontando come le sue forze, cala progressivamente sino a 13 secondi, quando arriva lo striscione dell’ultimo chilometro. Le forze abbandonano il giovane portoghese, da dietro lanciano persino lo sprint… ma alla fine, quando il più vicino degli inseguitori si trova a soli 30 metri, la linea del traguardo trasforma la sua sofferenza in una delle più importanti vittorie della sua carriera. Vince lo sprint per il secondo posto il francese Paul Magnier (Soudal Quick-Step), terzo il ceco Mathias Vacek (Lidl – Trek). Girmay è sesto, Alaphilippe ottavo. Primo degli italiani Lorenzo Rota (Intermarché – Wanty), decimo. Filippo Ganna, che alla fine ha perso anche le ruote del gruppo principale, è solo ventinovesimo.
Andrea Carta

Il portoghese Morgado vince la terza edizione della Figueira Champions Classic (foto Figueira Champions Classic)
SAM BENNETT BISSA IL SUCCESSO DI TAPPA E MADS PEDERSEN BISSA IL TOUR DE LA PROVENCE
La conclusione della corsa a tappe francese ha visto il bis dell’irlandese Sam Bennett, che si impone anche ad Arles. Bis vittorioso anche per Mads Pedersen che si aggiudica nuovamente la corsa dopo il successo finale dello scorso anno. La volata è stata caratterizzata dalla caduta innescata da Pascal Ackermann. Primo degli italiani Alessandro Borgo.
La tappa conclusiva del Tour de la Provence 2025 per poco non ha premiato gli autori della fuga di giornata, ovvero Raùl Garcia Pierna (Arkéa-B&B Hôtels) – il corridore messo meglio in classifica essendo alla partenza 6° a 29″ dal leader Mads Pedersen (Lidl – Trek) – Samuel Leroux (TotalEnergies), Cériel Desal (Wagner Bazin WB), Daniel Smajkic Årnes (Van Rysel-Roubaix), Matisse Julien (CIC U Nantes) e Damien Girard (Nice Métropole Côte d’Azur). Nonostante la presenza dello spagnolo il gruppetto è riuscito a sfiorare i due minuti di vantaggio, cosa che ha permesso ad alcuni di questi coraggiosi di entrare nell’ultimo chilometro davanti a tutti. La loro avventura si è però conclusa grazie allle manovre che precedono ogni finale di gara, come questo già in atto. La conseguente volata è stata lanciata dal tedesco Pascal Ackermann (Israel – Premier Tech), autore di una caduta sul quale sono “franati” altri corridori. Nel caos successivo a questo incidente ha avuto la meglio l’irlandese Sam Bennett (Decathlon AG2R La Mondiale Team), che ha preceduto nell’ordine Marijn van den Berg (EF Education – EasyPost), Alexander Konijn (Nice Métropole Côte d’Azur), Lukáš Kubiš (Unibet Tietema Rockets), Paul Penhoët (Groupama – FDJ), Matyáš Kopecký (Team Novo Nordisk), Valentin Tabellion (Van Rysel Roubaix), Alessandro Borgo (Bahrain Victorious Development Team), Pedersen, Stanisław Aniołkowski (Cofidis) e il resto del plotone. Per l’irlandese un bis dopo la vittoria riportata nella prima tappa.
Così come lo scorso anno a imporsi in classifica è stato il danese Pedersen, che preceduto di 13″ Matej Mohorič (Bahrain – Victorious) di 23″ Marijn van den Berg, salito sul podio finale proprio grazie al piazzamento odierno. Seguono Fred Wright (Bahrain – Victorious) a 23”, Lukáš Kubiš (Unibet Tietema Rockets) a 25” e Raúl García Pierna (Arkéa – B&B Hotels) a 26”, mentre il primo degli italiani è risultato Marco Tizza (Wagner Bazin WB), che ha chiuso in 12a posizione con 31″ di ritardo. grazie ai suoi 23 anni è il vincitore della speciale Classifica dei Giovani.
Le classifica accessorie sono state conquistato dallo stesso Pedersen (a punti), da Damien Girard (GPM), da García Pierna e dal team Lidl – Trek (a squadre).
Mario Prato
CLÁSICA DE ALMERÍA, VINCE FRETIN A SORPRESA
Milan Fretin vince la volata della Clásica de Almería davanti a Emilien Jeannière e Max Kanter.
Fin dai primi chilometri la corsa è stata animata dagli attacchi da lontano. Il primo tentativo, con Samuel Fernandez (Caja Rural), Aaron Van Poucke (Flanders-Baloise) e altri tre uomini, viene rapidamente annullato dal plotone, ma subito dopo parte un nuovo drappello di sei corridori, tra cui Victor Vercouillie (Flanders-Baloise) e Ibai Azanza (Equipo Kern Pharma). Il loro vantaggio si stabilizza intorno ai 2’30” ma il gruppo guidato da Tudor e Q36.5 tiene la situazione sotto controllo.
Nella seconda metà di gara il ritmo si alza: Lotto e Cofidis si uniscono a dare manforte alle operazioni di inseguimento e i battistrada iniziano a perdere pezzi. A 60 km dal traguardo Curto e Gamundi si staccano, mentre gli ultimi tre attaccanti resistono fino ai dieci chilometri finali, quando il gruppo chiude definitivamente il gap.
A questo punto inizia la battaglia per la volata. Movistar, Lotto, TotalEnergies e Bardiani si contendono le prime posizioni, ma negli ultimi mille metri emergono Cofidis e XDS Astana. Il team cino-kazako lancia perfettamente Max Kanter con Gleb Syritsa a fare da ultimo uomo, ma a spuntarla è a sorpresa Milan Fretin, che con uno sprint potente batte la concorrenza e firma una vittoria sorprendente. Sfortunati gli italiani: Giovanni Lonardi (Team Polti-VisitMalta) resta chiuso nel momento decisivo, mentre Alberto Dainese (Tudor) termina settimo senza riuscire a trovare lo spazio per lanciarsi.

Milan Fretin vince la Clasica de Almeria (Getty Images)
VENDETTA DANESE CON MADS PEDERSEN AL TOUR DE LA PROVENCE
Tappa e maglia per il danese Mads Pedersen che si è imposto nella seconda tappa del Tour de la Provence. Posizioni di rincalzo per Matej Mohorič e Fred Wright. Fuori dalla TopTen Marco Tizza, undicesimo .
Dopo la beffa di ieri che lo ha visto rimanere ai piedi del podio, nonostante il gran lavoro fatto da lui e dalla sua squadra, oggi Mads Pedersen (Lidl – Trek) ha messo in campo tutto il suo valore accendendo le fasi finali della Forcalquier-Manosque, seconda tappa del Tour de la Provence, frazione nella quale il corridore danese si era imposto anche lo scorso anno, quando fu proposto il medesimo tracciato sul quale si è gareggiato oggi.
L’ultimo a cedere all’aggressività agonistica dello scandinavo è stato lo sloveno Matej Mohorič (Bahrain – Victorious), che ha avuto solo le soddisfazioni del secondo gradino del podio e di un bel salto in avanti in classifica. La terza piazza è andata Fred Wright (Bahrain – Victorious) che, 16 secondi dopo l’arrivo di Pedersen, ha regolato il primo gruppo inseguitore precedendo nell’ordine Dorian Godon (Decathlon AG2R La Mondiale Team), Marijn van den Berg (EF Education – EasyPost), Paul Penhoët (Groupama – FDJ), Alex Kirsch (Lidl – Trek), Thibaud Gruel (Groupama – FDJ), Bauke Mollema (Lidl – Trek), Raúl García Pierna (Arkéa – B&B Hotels) e altri 11 corridori, tra i quali c’era l’italiano Marco Tizza (Wagner Bazin WB), che anche in questa tappa si è dimostrato il migliore dei nostri e ha chiuso 11°, appena fuori la TopTen.
La gara non è iniziata sotto i migliori auspici, poichè una caduta di gruppo nelle primissime fasi ha costretto alcuni al ritiro. L’immancabile fuga di giornata, partita dopo che la situazione si era normalizzata, porta la firma di Matis Louvel (Israel-Premier Tech), Mattéo Vercher (TotalEnergies), Damien Girard (Nice Métropole Côte d’Azur) e Daniel Årnes (Van Rysel-Roubaix). I quattro, partiti “a cannone” dopo 16 km dal via, hanno raggiunto un vantaggio di 4 minuti lungo l’ascesa al Col de Buire, il primo dei tre GPM previsti. La reazione del gruppo non si è fatta attendere, su iniziativa in primis della Decathlon AG2R La Mondiale. Il gap dei fuggitivi si è così inesorabilmante assottigliato, permettendo al plotone di tenerli a distanza di sicurezza. L’ingresso negli ultimi 40 km di gara vede i fuggitivi con un vantaggio di soli 30″. Staccatosi Girard, l’azione dei tre sopravvissuti ormai ha i minuti contati, situazione che accende le velleità di Vercher. La sua azione in solitaria termina, però, ai meno 31 e, riportato così l’ordine in gruppo, la Lidl-Trek prende in mano la corsa ad opera di Bauke Mollema, che ha letteralmente lanciato il compagno di squadra Mads Pedersen. L’azione del vincitore dello scorso anno ha frantumato il gruppo e i primi capaci di resistere con successo all’azione del danese sono stati Sander De Pestel (Decathlon Ag2R La Mondiale) e Jefferson Alexander Cepeda (Ef Education-EasyPost). All’inseguimento si sono portati Mohorič, Wright, Lukáš Kubiš (Unibet Tietema Rockets), Toms Skujiņš (Lidl-Trek), Ewen Costiou (Arkéa-B&B Hotels) e l’italiano Tizza. Il loro inseguimento si conclude con successo dopo qualche chilometri anche grazie al rallentamento del trio di testa, che ha preferito aspettarli. Con il gruppetto ricompattato il primo a muoversi è stato lo Mohorič. L’azione dello sloveno ha finito per provocare la reazione di Pedersen, intenzionato a bissare il successo dello scorso anno (il danese non vinse solo la tappa, come ricordato più sopra, ma portò a casa anche la classifica generale). I due procedono così verso il traguardo mettendo tra loro e i primi inseguitori secondi preziosi. Il duello a due sul rettilineo finale, in leggera salita, ha premiato Pedersen, che ha staccato il compagno di strada di 4″. Dopo 16″, come già detto, Wright ha conquistato la terza posizione regolando il primo gruppo inseguitore.
Dopo questa scoppiettante tappa la classifica vede Pedersen precedere di 13” Mohorič, che ha conquistato ben 13 posizioni in un colpo solo. 24 sono, invece, i secondi che separano Wright dalla vetta. Il vincitore di ieri Sam Bennett oggi ha chiuso 42° con un ritardo di 1’25, un vero e proprio addio ai piani nobili della classifica.
Domani si disputerà tra Rognac e Arles la terza ed ultima tappa, quasi totalmente pianeggiante ma non prive d’insidie in quanto disegnata attraverso la Camargue, terra conosciuta anche per i forti venti che sovente la spazzano. Previsioni meteo alla mano, però, domani Eolo dovrebbe starsene buono buono in disparte e Pedersen non dovrebbe aver troppi problemi a mettere in cascina il secondo successo consecutivo al Giro della Provenza.
Mario Prato

Pedersen vince ancora Manosque, come nel 2024 (Getty Images)
A MURCIA FABIO CHRISTEN TIMBRA LA PRIMA
Con un’azione da finisseur lo svizzero Q36.5 anticipa il gruppo e va a segnare la sua prima vittoria in carriera in una corsa professionistica. Alle sue spalle si piazzano Paret-Peintre (Decathlon AG2R) e Scaroni, che con Champussin e Fortunato completa una tripletta frimata XDS Astana.
La Vuelta a Murcia si presenta come sempre una corsa molto movimentata grazie al suo percorso di quasi 200 Km che alterna un profilo altimetrico impegnativo ad un finale pianeggiante con gli ultimi 10 Km privi di difficoltà altimetriche L’inizio della gara è scoppiettante con alcuni tentativi di fuga che si concretizzano poco prima del GPM dell’Alto El Portazgo. A provarci sono l’italiano Filippo D’Aiuto (Petrolike), José Luis Faura (Burgos), José María García (Illes Baleares), Francisco Joel Penuela e Samuel Fernandez (Caja Rural Seguros), mentre dietro il ritmo è fatto dalla UAE fino al secondo GPM di giornata, lungo il quale avviene il ricongiungimento.
E’ qui che si verifica l’azione decisiva che creerà il gruppetto che si andrà a giocare la corsa. Parte Tim Wellens (UAE Team Emirates), seguito dal compagno di squadra Isaac Del Toro (UAE) e da una ventina di altri corridori, tra i quali spiccano i nomi del colombiano Nairo Quintana (Movistar) e degli italiani Christian Scaroni, Lorenzo Fortunato e Simone Velasco, tutti e tre in forze alla XDS Astana Team. Nel tratto pianeggiante successivo un’altra trentina di corridori si aggiungono a questi attaccanti, non prima di un ultimo tentativo avvenuto nei pressi dello scollinamento del Collado Bermejo. Il gruppetto guidato dalla Movistar non lascia, però, strada e con questa situazione si arriva ai piedi dell’ultimo GPM, la Cresta del Gallo.
Qui è ancora Wellens a provare l’allungo, ma il suo tentativo non crea il vuoto e il belga viene lasciato a bagnomaria. Allo scollinamento si riporta sulla testa anche Scaroni, ma dietro una manciata di corridori è in agguato e attende la discesa per rientrare. Sono in sette i corridori che arrivano a giocarsi la vittoria in volata in quel di Murcia, dove l’elvetico Fabio Christen (Q36.5 Pro Cycling Team) piazza un’azione chirurgica che gli consente di guadagnare quei pochi metri che gli permetteranno di passare per primo il traguardo e pareggiare i conti con il fratello minore Jan, vincitore a gennaio del Trofeo Calvià, allo Challenge Ciclista Mallorca
Andrea Mastrangelo

Fabio Christen vince la 45a edizione della Vuelta a la Región de Murcia (foto Tim de Waele/Getty Images)