IL TOUR CHE VERRÀ (e altro ancora)
luglio 19, 2021 by Redazione
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Terminato il Tour gli organizzatori cominciano a comporre le tessere del puzzle dell’edizione 2022 e già qualcosa trapela all’orizzonte: partenza dalla Danimarca, tre tappe sulle strade dello stato scandinavo rese indisidiose dal vento, poi il pavè all’ingresso in Francia e la salita pirenaica di Plateau de Beille. E, infine, (forse) l’Alpe d’Huez
Il sole è tramontato sul Tour de France 2021 ma già l’edizione del prossimo anno fa capolino all’orizzonte e già da parecchio tempo. A febbraio del 2020 l’organizzazione aveva annunciato che l’edizione di quest’anno sarebbe dovuta partire dalla Danimarca, presentando percorsi e altimetrie delle prime tre frazioni, ma poi la pandemia ci aveva messo lo zampino costringendo le Olimpiadi di Tokyo a traslocare a luglio 2021 e il Tour di quest’anno ad arretrare di una settimana. Quest’anticipo di sette giorni avrebbe, però, portato la “Grand Départ” da Copenaghen a sovrapporsi con una delle partite degli Europei in programma proprio nella capitale e così si è scelto di ripiegare sulla Bretagna per la partenza del Tour, rimandando così il progetto danese al 2022. Si partirà il primo del mese con una tappa a cronometro di 13 km totalmente pianeggiante che toccherà alcuni dei luoghi più celebri di Copenaghen, come i Giardini di Tivoli e la statua della Sirenetta: una prova contro il tempo tornerà così ad essere tappa d’apertura del Tour, evento che non capitava dal 2017 quando la corsa francese era partita dalla cittadina tedesca di Düsseldorf con una cronometro di 14 Km, vinta dal gallese Geraint Thomas. Il Tour si fermerà altre 48 ore nello stato scandinavo e proporrà una seconda tappa insidiosa, non tanto per i tre microscopici GPM da affrontare lungo i 199 Km della Roskilde – Nyborg quanto per il passaggio nel finale sul Great Belt Bridge, ponte lungo quasi 16 Km percorrendo il quale i corridori si ritroveranno a pedalare letteralmente in mare aperto, esposti al rischio di ventagli nei quali potrebbero rimanere incagliati anche uomini di classifica. Il vento potrebbe essere protagonista anche l’indomani nella terza e ultima tappa disegnata sul suolo danese, che porterà il gruppo in 182 Km da Vejle a Sønderborg. Il resto del tracciato sarà svelato in autunno, ma alcune indiscrezioni trapelate oltralpe permettendo di alzare il sipario su probabili tappe chiave. Tra le località che hanno alzato il ditino per richiedere la Grande Boucle c’è Arenberg, dove si vorrebbe riproporre per la terza volta un traguardo alle soglie della celebre foresta dopo aver percorso qualche tratto di pavé: considerata l’ubicazione del “Grand Départ” questa potrebbe essere la prima tappa della corsa dopo il trasferimento della Danimarca, che comporterà un giorno di riposo e la partenza ufficiale anticipata dal tradizionale sabato al venerdì. Dai Pirenei viene dato quasi per certo il ritorno a Plateau de Beille, in vetta a una salita “hors catégorie” di 16 Km al 7.8% che è stata battezzata da Marco Pantani nel 1998 e che è stata inserita per l’ultima volta nel percorso del Tour nel 2015. Dalle Alpi, invece, al momento tutto tace ma è curioso notare come l’immancabile Alpe d’Huez non venga affrontata dal 2018 e proprio nel 2022 cadrà il 70° anniversario della prima scalata, consacrata da una delle grandi imprese di Fausto Coppi: che sia l’occasione per rivederla nel tracciato del Tour e magari tornare a festeggiare un successo italiano su una salita che ci ha visto per molti anni protagonisti e sulla quale non vinciamo dal 1999?

La celebre statua della Sirenetta, uno dei monumenti più conosciuti di Copenaghen (www.copenaghen.net)
TOURALCONTRARIO
Ordine d’arrivo della ventunesima tappa, Chatou – Parigi
1° Anthony Turgis
2° Kenny Elissonde a 6′35″
3° Hugo Houle a 8′09″
4° Tim Declercq s.t.
5° Sergio Higuita a 8′44″
Miglior italiano: Mattia Cattaneo, 19° a 11′03″
Classifica generale
1° Tim Declercq
2° Cees Bol a 24′30″
3° Mark Cavendish a 26′55″
4° Michael Mørkøv a 28′24″
5° Mads Pedersen a 31′52″
Miglior italiano: Daniel Oss, 27° a 1h14′16″
Maglia nera: Tadej Pogacar, 141° a 5h01′09″
STRAFALGAR SQUARE
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Garzelli: “È una maglia anche interessante la lotta tra Cavendish e Matthews”
Conti: “È dal 1975 che si arriva a Parigi” (il Tour finisce a Parigi fin dalla prima edizione del 1903)
De Luca: “Stanno affrontando il verso verso Place de la Concorde”
Garzelli: “Grande velocità sempre più in pavè”
Garzelli: “Il primo scatto della fuga è arrivato al traguardo”
De Luca: “Deceunin” (Deceuninck)
Garzelli: “L’Arco di Trionfo allunga il gruppo”
De Luca (su Poulidor): “Quella maglia gialla non l’hai vissuta in tutta la carriera”
Televideo: “Arenburu” (Aranburu)
DISCOTOUR
Zdravljica (inno nazionale sloveno)
GRANDI POGI, CAV E I VANS MA LO SFONDO È DI CARTAPESTA
Tour fenomenale fino alla tappa numero nove, poi irrigidito in una coazione a ripetere resa inevitabile dall’eccessiva superiorità di pochi eccelsi protagonisti
Un Cavendish alla seconda, anzi terza freschezza, dopo anni di moscio e mesto appassimento (zero vittorie nelle scorse due stagioni, faticando a piazzarsi nei dieci contro rivali di modesta levatura in quel del Saudi Tour, della Vuelta a San Juan o del Giro di Turchia) ritrova la livrea vincente dei magici anni HTC e finisce nel verde squillante di una banana appena spiccata dall’albero.
Di fatto, la notizia in cronaca per quest’ultima tappa passarella è che Cavendish riesce a non vincere, forse sopraffatto da un senso di leggero imbarazzo che l’ha frenato nel supremo atto iconoclasta di superare il record di Merckx quanto a tappe vinte al Tour. Record solamente eguagliato dunque, con la consolazione per l’uomo di Man che se parliamo di volate vinte al Tour, il povero Merckx resta senz’altro in secondo piano, dato che il Cannibale per fare numero ha dovuto ricorrere a ogni sorta di mezzuccio, vincendo crono, arrivi in salita, tapponi in fuga più o meno solitaria e, certo, qualche volata. Ma allo sprint la coazione a ripetere di Cannoball è impareggiabile! Si ironizza, ma l’impresa resta, e probabilmente colloca il buon Cav al primo posto nella graduatoria assoluta dei più grandi velocisti puri di tutti i tempi, grazie a questo spareggio fuori tempo massimo con cui viene decretata, pur nell’arbitrio di queste valutazioni, la sua superiorità nei confronti di Cipollini, che costituiva finora il più accreditato rivale in questa volata nella Storia, improntata, com’è ovvio per la categoria, alla pura prolificità, senza scendere in altre sottigliezze. Perché, se di sottigliezze volessimo parlare, andrebbe detto che l’efficacia della Quickstep nel fare e disfare sprinter imbattibili con un semplice tocco di bacchetta magica in qualche modo sminuisce il valore intrinseco del campione di volta in volta elevato a insospettate altezze. Non si tratta di lanciarsi in campagne di sospetto (anche se ci pensa da sé il buon Lefevere a farci rabbrividire quando critica a mezzo stampa Sam Bennett per essersi sottratto alle cure dell’ineffabile Vanmol – della serie, sì, il nostro patto col diavolo continua e guai a chi non firma). Anche rimanendo alla più superficiale evidenza tecnica, una combinazione di preparazione e gestione del treno ha in questi anni trasformato onestissimi mestieranti come Bennett o specialisti non purissimi come Viviani, direttamente, nel “miglior sprinter del mondo” finché durava l’idillio. Idem dicasi per un talento puro ma di arduo affinamento come Gaviria. La commovente resurrezione dell’ex campione 36enne dopo quattro anni di buio puro va contestualizzata in questo quadro favorevole: ma per le circostanze bisogna farsi trovare pronti, e Cavendish ha indiscutibilmente trovato il guizzo fra temerarietà e scelta dell’attimo per piegare lo spazio tempo ed entrare nel mito, proprio come nella sua indimenticabile Sanremo di dodici anni fa.Di questa congiuntura fa parte anche un parco di rivali ai minimi storici, nel comparto almeno degli sprinter purissimi, con la ciliegina dei vezzi di casa Alpecin ove, dopo la prima vittoria, si è sacrificato il più veloce Merlier alle ambizioni di Philipsen in nome di una improbabile legge di alternanza. Mettiamoci il declino inarrestabile della magica classe 1990 (Sagan e Matthews appannati perfino nel loro specifico, la caccia alla maglia verde) e si intuirà come perfino un Greipel ormai quasi quarantenne, già determinato a pensionarsi a breve, abbia raccolto svariate top ten.
Il rivale principale di Cavendish, o almeno il più fatale, è stato un altro gigante, in questo caso davvero al culmine del proprio splendore, ma non certo un velocista puro – e anche questo la dice lunga! Wout Van Aert ha stroncato sui Campi Elisi i sogni di sorpasso made in UK e così si è in qualche modo elevato a paladino del record del proprio connazionale, della cui stravolgente polivalenza sembra il più degno e inedito erede, anche se un’epoca troppa diversa e altri valori fisici gli predestinano un cammino differente. E tuttavia è inevitabile la sensazione di monumentalità che comunica un atleta capace di vincere tre tappe al Tour (dove si porta sempre a casa due o tre tappe da quando ha debuttato, come se nulla fosse), e non tre tappe “qualunque”, ammesso che ne esistano, bensì lo sprint più importante ed emblematico sui Campi Elisi, la crono pura dell’ultima settimana e la tappa regina in montagna, quella del doppio Mont Ventoux, casomai il tutto non fosse già abbastanza leggendario. Un atleta fuori da ogni incasellamento, che rende trionfale il Tour dei Jumbo Visma nonostante il ritiro causa cadute del capitano Roglic: la squadra finisce ridotta alla metà, e ciò nondimeno il livello di forma esibito è così insultante che riescono a vincere, oltre alle tre di Van Aert, un’altro tappone pirenaico, con Kuss (e perfino Teunissen ci va vicino). Il secondo posto finale dell’esordiente e giovanissimo Vingegaard, capace di staccare Pogacar in salita e, alla faccia dei propri 58 kg, pure in una crono piatta non fa che confirmare lo stato di grazia di un collettivo che, senza il capitano designato, si è espresso in una costellazione di talenti individuali invece che replicare l’effetto “schiacciasassi da guerra” dell’anno passato. Francamente, tutto a maggior godimento dello spettatore, con una conversione che invece è riuscita solo a metà (cioè solo al Giro…!) al Team INEOS, qui precipitato invece in una parodia di se stesso sui Pirenei, col duplice risultato di ammazzare la gara e magnificare il proprio stato attuale di irrilevanza.
Ma, francamente, i Pirenei è meglio dimenticarli. Non che ci sia stato molto da ricordare in quel paio di tappette formato juniores, con troppi km piatti prima delle scalate, che presuntamente dovrebbero far la delizia dello spettatore moderno. Basti dire che il podio di giornata si è ripetuto identico da un giorno all’altro. Premessa smorta di una terza settimana afflosciata su stessa, tutta affidata alle alzate di ingegno in cerca di gloria del già giallissimo Pogacar. Ne è un altro esempio quella crono che pur corposetta è del tutto irrilevante per la classifica generale: se non andiamo errati l’unico mutamento nelle prime venti posizioni è l’ingresso di Mollema (appunto 20esimo con più di un’ora di distacco da Pogacar) ai danni di Henao. Il resto della top 20 ne esce del tutto identico.
A fronte della modestia di troppi protagonisti, con una startlist che per la generale lasciava parecchio a desiderare specie dopo le cadute di prammatica (ma il Giro ha retto meglio pur con grandi perdite), il tracciato è divenuto un fattore estremamente determinante. Disegnatasi benissimo la “prima settimana”(che sono poi nove tappe, di fatto), al di là delle brutte cadute è stata anche sulla strada entusiasmante. La seconda settimana è vissuta solo di imprese individuali, di poco peso in GC, perché il tracciato favoriva il controllo e la stasi. La terza settimana all’insegna della leggerezza non ha fatto altro che ratificare il già noto. Troppa leggerezza è sconfinata nell’inconsistenza.
Ma, oltre al tracciato, in quella prima settimana c’era un’altra macchina da spettacolo. Totalmente on fire, oltretutto. Mathieu van der Poel è stato il mattatore della settimana che ha trascorso in giallo, fin dal vero e proprio arrembaggio con cui ha strappato il primato a un Alaphilippe che ha bruciato quasi tutto il proprio splendore in quel primo ed unico jour en jaune. Il capolavoro, la sua “difesa all’attacco” nella lunghissima tappa di Le Creusot. Tornano i chilometraggi over 200, quelli che portano noia secondo gli esperti da salotto televisivo, e il Tour vive cinque ore e mezza di spettacolo puro, nonché probabilmente l’unico momento in cui Pogacar deve aver avvertito un effettivo senso di minaccia. Complicità assoluta con Van Aert nel mettere in subbuglio il pollaio, rivalità assoluta nel giocare il tutto e per tutto pur di non passare il giallo all’arcinemico, che lo tallonava a trenta secondi.
Tutto il resto è Pogacar. Devastante nella prima crono, incomparabile sul bellissimo percorso di Le Grand Bornand dove attacca in solitaria a 30 km dalla fine per firmare un’impresa che resterà negli annali. Il Tour finisce il giorno dopo a Tignes, con la conferma che non di fiammata isolata si è trattato. Da lì in poi restano solo le occasioni perse, quelle degli altri s’intende. Pogacar si andrà a prendere le sue tappe di montagna in giallo per la foto mentre il resto del peloton si spartisce il contorno del banchetto. Impazzano i Bahrain (per una volta, davvero eloquente la classifica finale per squadre che li premia), raccattano un paio di stuzzichini i Bora e i Trek, vive la propria favola di fuga bidone, crolli e infine tenuta il buon Ben O’Connor… e poco altro. Piacciono diversi atleti, Enric Mas che regge, stenta ma non si arrende a ci prova sempre (chiaramente in chiave tradizionale, senza troppa fantasia, ma si fa apprezzare), sulla stessa linea pure Bilbao. Ancor meglio i Guillaume Martin o Gaudu che provano pure a inventare. Ma l’impressione è che la loro dimensione sia sempre e comunque la top 10, forse top 5, più che un podio. Bravissimi comprimari, non autentici rivali che costituiscano la pietra di paragone per un campione. Per fortuna in questo caso ci pensa il campione a metter se stesso alla prova, dando così una qualche indiretta misura della propria caratura. Ma, soprattutto, regalandoci grande ciclismo anche in un Tour di chiaroscuri, dove i lampi individuali, pregiatissimi, spiccano fra carriere in appannamento, eterni incompiuti e imponenti dinamiche di squadra.
Gabriele Bugada

Il podio del Tour de France 2021 (foto Bettini)
18-07-2021
luglio 18, 2021 by Redazione
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TOUR DE FRANCE
Il belga Wout Van Aert (Team Jumbo-Visma) si è imposto anche nella ventunesima ed ultima tappa, Chatou – Parigi (Champs-Élysées), percorrendo 108.4 Km in 2h39′37″, alla media di 40.748 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Jasper Philipsen (Alpecin-Fenix) e il britannico Mark Cavendish (Deceuninck – Quick Step). Miglior italiano Daniel Oss (Bora – Hansgrohe), 11°. Lo sloveno Tadej Pogačar (UAE-Team Emirates) si impone in classifica con 5′20″ sul danese Jonas Vingegaard Rasmussen (Team Jumbo-Visma) e 7′03″ sull’ecuadoriano Richard Antonio Carapaz Montenegro (INEOS Grenadiers). Miglior italiano Mattia Cattaneo (Deceuninck – Quick Step), 12° a 24′58″
SETTIMANA CICLISTICA ITALIANA
Il tedesco Pascal Ackermann (Bora – Hansgrohe) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, circuito di Cagliari, percorrendo 170.2 Km in 4h11′01″, alla media di 40.683 Km/h. Ha preceduto allo sprint il colombiano Jhonatan Restrepo Valencia (Androni Giocattoli – Sidermec) e il belga Sep Vanmarcke (Israel Start-Up Nation). L’italiano Diego Ulissi (UAE-Team Emirates) si impone in classifica con 8″ su Vanmarcke e 16″ sull’italiano Giovanni Aleotti (Bora -Hansgrohe)
GRAND PRIX INTERNATIONAL DE LA VILLE DE NOGENT-SUR-OISE
L’estone Karl Patrick Lauk (Team Pro Immo Nicolas Roux) si è imposto nella corsa francese, circuito di Nogent-sur-Oise, percorrendo 173.87 Km in 3h49′32″, alla media di 45.449 Km/h. Ha preceduto allo sprint il sudafricano Morne Van Niekerk (St Michel-Auber 93) e di 3″ il francese Mickaël Guichard (Team Pro Immo Nicolas Roux). Nessun italiano in gara
GP INTERNACIONAL TORRES VEDRAS – TROFEU JOAQUIM AGOSTINHO (Portogallo)
Il portoghese José Carlos Prates Neves Fernandes (W52 / FC Porto) si è imposto nella terza ed ultima tappa, Serra d’El-Rei – Alto do Montejunto, percorrendo 187 Km in 4h38′26″, alla media di 40.296 Km/h. Ha preceduto alllo sprint il connazionale Frederico José Oliveira Figueiredo (Efapel) e di 21″ lo spagnolo Jokin Murguialday Elorza (Caja Rural-Seguros RGA). Nessun italiano in gara. Oliveira Figueiredo si impone in classifica con 15″ su Prates Neves Fernandes e 1′33″ su Murguialday Elorza
TOUR OF KOSOVO
Il francese Paul Hennequin (Sprinter Nice Metropole) si è imposto nella terza ed ultima tappa, Hani i Elezit – Morinë, percorrendo 155 Km in 3h37′02″, alla media di 42.85 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli olandesi Joost Nat e Adne Van Angelen (Global Cycling Team). Miglior italiano Giacomo Cassarà (Gragnano Sporting Club), 5° a 3″. Il francese Tristan Delacroix (Team Sprinter Nice Métropole) si impone in classifica con 3″ sull’albanese Ylber Sefa (nazionale albanese) e 20″ sul tedesco Nikodemus Holler (Bike Aid). Miglior italiano Davide Italiani (Gragnano Sporting Club), 4° a 22″
PUCHAR MON
Il danese Louis Bendixen (Team Coop) si è imposto nella corsa polacca, circuito di Wysokie Mazowieckie, percorrendo 158.05 Km in 3h26′40″, alla media di 45.885 Km/h. Ha preceduto allo sprint il norvegese Tord Gudmestad (Team Coop) e il polacco Patryk Stosz (Voster ATS Team). Nessun italiano in gara
VISEGRAD 4 BICYCLE RACE GRAND PRIX POLAND
L’israeliano Itamar Einhorn (nazionale israeliana) si è imposto nella corsa polacca percorrendo 147 Km in 3h11′56″, alla media di 45.953 Km/h. Ha preceduto allo sprint il ceco Alois Kankovsky (Elkov – Kasper) e l’italiano Matteo Pongiluppi (Gallina-Ekotek-Colosio)
GRAND PRIX DEVELI
L’ucraino Mykhaylo Kononenko (Salcano-Sakarya) si è imposto nella corsa turca, Yahyalı – Erciyes Ski Resort, percorrendo 130.8 Km in 3h14′14″, alla media di 40.405 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese
Jeroen Meijers (Terengganu) e l’eritreo Metkel Eyob (Terengganu). Nessun italiano in gara
GRAND PRIX DEVELI DONNE
in aggiornamento
TOUR OF QINGHAI LAKE (Cina)
Il cinese Zisen Li (Tianyoude Hotel Cycling Team) si è imposto nell’ottava ed ultima tappa, circuito di Delingha, percorrendo 105 Km in 2h20′09″, alla media di 44.952 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Dongyi Hou (IGPsport-Pardus) e Weiyi Zhang (Lianoning). Nessun italiano in gara. Il cinese Zhishan Zhang (Tianyoude Hotel Cycling Team) si impone in classifica con 1′02″ sul connazionale Xin Peng (China Continental Team of Gansu Bank) e 5′16″ sul connazionale Tiantian Hu (Shunshizhen)
GIRO CICLISTICO DELLA VALLE D’AOSTA – MONT BLANC
Il tedesco Georg Steinhauser (Tirol KTM Cycling Team) si è imposto nella terza ed ultima tappa, Fénis – Cogne (Valnontey), percorrendo 149 Km in 4h30′51″, alla media di 33.007 Km/h. Ha preceduto di 3′41″ il danese Asbjørn Hellemose e di 3′41″ l’italiano Davide De Cassan (Cycling Team Friuli ASD). Il neozelandese Reuben Thompson (Equipe continentale Groupama-FDJ) si impone in classifica con 1′57″ sull’italiano Gianmarco Garofoli (Development Team DSM) e 3′28″ sull’italiano Mattia Petrucci (Team Colpack Ballan)
SETTIMANA CICLISTICA ITALIANA, TRIS DI ACKERMANN. ULISSI VINCITORE FINALE
Pascal Ackermann cala il tris nell’ultima tappa della corsa sarda battendo in volata Jhonatan R. Valencia e Sep Vanmarcke. Diego Ulissi porta a casa la classifica finale
Ultima tappa della corsa in terra sarda, da Sassari a Cagliari. Come da copione delle precedenti frazioni, anche quest’oggi la corsa è movimentata e fatica a prendere una direzione delineata. La fuga non riesce a partire: dato il forte ritmo il gruppo si fraziona in più tronconi nella fase centrale di corsa, e alcuni dei velocisti favoriti per la vittoria finale vengono tagliati fuori dalla contesa. Il drappello formatosi al comando giunge così al traguardo pronto a lanciare la volata: ancora una volta è Pascal Ackermann (Bora Hansgroe) il più veloce, battuti nettamente il colombiano Jhonatan Restrepo (Androni Giocattoli Sidermec) e Sep Vanmarke (Israel Start Up Nation). Per il tedesco è la terza vittoria di tappa in questa edizione della corsa sarda.
L’altro vincitore di giornata è Diego Ulissi (UAE Emirates) che non si fa trovare impreparato nei frazionamenti in testa alla corsa e giunge al traguardo con i migliori, sigillando la vittoria in classifica generale.
Lorenzo Alessandri
Twitter @LorenzoAle8

Pascal Ackermann cala il tris sul traguardo di Cagliari. Photo Credit: Bettini Photo
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): CHATOU – PARIGI
luglio 18, 2021 by Redazione
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Il Tour è arrivato al suo atto conclusivo, la tradizionale passerella conclusiva sugli Champs-Élysées che quest’anno presenterà la novità di un rettilineo d’arrivo leggermente più lungo rispetto al solito
Il Tour è arrivato al suo ultimo capitolo, un capitolo che sarà ancora una volta scritto dai velocisti. La frazione conclusiva scatterà quest’anno dal centro di Chatou, situato una dozzina di chilometri a ovest del centro di Parigi, e prima di giungere sulle strade della capitale francese proporrà l’ultima salita ufficiale di questa edizione del Tour, la semplice Côte des Grès (1.9 Km al 5%), che sarà affrontata a soli 7 Km dalla partenza, in una fase di corsa che solitamente si svolge – finalmente – a velocità da crociera. È questo il momento dei brindisi, dei sorrisi, delle pacche sulle spalle e delle foto ricordo, festeggiamenti che si esauriscono con l’avvicinarsi a Parigi, nella quale i corridori entreranno dopo aver sfiorato la reggia di Versailles e attraversato il comune di Issy-les-Moulineaux, passaggio previsto quasi tutti gli anni nell’ultima tappa perché qui ha sede Amaury Sport Organisation (più nota tra gli appassionati con l’acronimo ASO), il gruppo che organizza il Tour de France e non solo poiché nel suo “parco gare” sono presentati anche eventi sportivi non ciclistici come la Maratona di Parigi e la Dakar. Entrato nella “Ville Lumière” costeggiando un tratto della “rive gauche” della Senna, il gruppo andrà quindi a fiancheggiare i “Giardini del Lussemburgo” per poi attraversare l’estremità occidentale dell’Île de la Cité (dove troneggia la basilica di Notre-Dame) e i due cortili del Louvre prima di giungere sugli Champs-Élysées e iniziare il primo degli otto giri del tradizionale circuito di 6.8 Km. Pur non essendone stato modificato di una virgola il tracciato quest’anno ci sarà una novità, che potrebbe modificare i tradizionali meccanismi dell’ultima volata, perché il traguardo è stato spostato in avanti di 300 metri e così, dopo l’ultima curva a destra in Place de la Concorde, i corridori si troveranno di fronte un rettilineo d’arrivo più lungo del solito, 700 e non 400 metri. Poi spazio alle celebrazioni per lo strepitoso bis di Tadej Pogačar.

Il palazzo dell’Eliseo e l’altimetria della ventunesima tappa (wikipedia)
L’ANGOLO DELLA STORIA
È dal 1989 che la tappa di Parigi non è più determinante per la vittoria finale. Quell’anno cadeva il 200° anniversario della Rivoluzione Francese e così gli organizzatori decisero di celebrare l’evento riproponendo una cronometro come atto di chiusura della corsa. L’ultima volta era successo nel 1971, quando gli Champs-Élysées non erano ancora stati presi in considerazione come traguardo finale e i Tour si concludevano sulla pista del velodromo di Vincennes, che a sua volta aveva preso il posto dello storico epilogo al Parco dei Principi, utilizzato l’ultima volta a tale scopo nel 1968. Introdotto lo spettacolare finale sui Campi Elisi nel 1975, qui due brevissime crono-passerella di 6 Km si erano disputate all’ultimo giorno di gara nel 1976 e nel 1977 (vinte rispettivamente dal belga Freddy Maertens e dal tedesco Dietrich Thurau), ma si trattava della prima semitappa, seguita da una frazione pomeridiana in circuito. Così il 23 luglio del 1989 si viaggiò contro il tempo per 24 Km e mezzo dalla reggia di Versailles, simbolo massimo dell’”Ancien régime”, ai Champs-Élysées, con il traguardo fissato ad un passo da Place de la Concorde, luogo dove negli anni della Rivoluzione era stata collocata la ghigliottina. Alla partenza la maglia gialla era sulle spalle di Laurent Fignon e i “suiveurs” transalpini ritenevano impossibile una detronizzazione del parigino, che vestiva le insegne del primato con 50 secondi di vantaggio sull’americano Greg LeMond; all’arrivo si ritrovarono il loro “roi” decapitato dal Robespierre statunitense per l’inezia di 8 secondi, uno smacco dopo il quale mai più si pensò di riproporre una cronometro all’ultimo giorno di gara. In precedenza un “ribaltone” del genere all’ultima tappa si era verificato in sole due occasioni, nel 1947 quando a Parigi Jean Robic tolse la maglia gialla dalle spalle di Pierre Brambilla (corridore italiano che due anni più tardi prenderà la cittadinanza francese) e nel 1968 con l’avvicendamento al vertice della classifica per soli 38 secondi tra il belga Herman Van Springel e l’olandese Jan Janssen.
METEO TOUR
Le previsioni meteo per la tappa del giorno
Chatou : cielo sereno, 28°C (percepiti 29°C), vento moderato da NE (22-29 km/h), umidità al 47%
Versailles (28.9 Km): cielo sereno, 27.9°C (percepiti 29°C), vento moderato da NE (23-30 km/h), umidità al 47%
Parigi – 1° passaggio dal traguardo: cielo sereno, 28.6°C, vento moderato da NE (24-32 km/h), umidità al 42%
Parigi – arrivo: cielo sereno, 27.9°C, vento moderato da NE (24-32 km/h), umidità al 45%
GLI ORARI DEL TOUR
16.10: inizio diretta su Eurosport1
16.15: partenza da Chatou
16.30: partenza ufficiale
16.40-16.45: scollinamento Côte des Grès
17.15: inizio diretta su RAI (a circa 24 Km dalla partenza, poco prima del passaggio dalla reggia di Versailles
17.40-17.50: ingresso in Parigi
18.00-18.15: primo passaggio dal traguardo
18.30-18.45: traguardo volante sull’Haut des Champs-Élysées
19.00-19.15: arrivo a Parigi
TOURALCONTRARIO
Ordine d’arrivo della ventesima tappa, Libourne – Saint-Émilion
1° Esteban Chaves
2° Élie Gesbert a 24″
3° Matej Mohorič a 27″
4° Sean Bennett a 29″
5° Silvan Dillier a 34″
Miglior italiano: Sonny Colbrelli, 37° a 1′38″
Classifica generale
1° Tim Declercq
2° Cees Bol a 20′06″
3° Mark Cavendish a 22′27″
4° Michael Mørkøv a 24′00″
5° Mads Pedersen a 27′28″
Miglior italiano: Daniel Oss, 27° a 1h09′52″
STRAFALGAR SQUARE
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
De Luca: “Velocista pura”
De Luca: “Francesco Moser non è più in attività perchè ha regalato tantissime emozioni agli italiani”
Moser: “L’anno scorso Pogacar ha vinto il Tour stando a ruota all’ultima crono”
Garzelli: “Lunghi rettilini”
Garzelli: “Politt dava tirate che mettevano a tutta i corridori alla sua ruota”
De Luca: “Tempi di riferimenti”
De Luca: “Passa Van Baarle al rifornimento cronometrico”
De Luca: “Pierre Loger Latour” (Pierre Roger)
De Luca: “Pedale che ha sofferto quei cambi di ritmo”
Garzelli: “Le bandiere stanno soffiando lateralmente”
De Luca: “Gli sloveni e i danesi sono il primo e il secondo della classifica”
De Luca: “Parlevamo della Parigi-Nizza”
De Luca: “Asgreen aveva 25 mezzi” (secondi)
Garzelli: “I body materiali fanno più differenza”
De Luca: “Quel body aveva due secondi di ritardo al chilometro”
Garzelli: “Ricardo Valverde” (Alejandro)
De Luca: “Van Aert, il manubrio è stato disegnato sulla sua forma”
De Luca: “Guadagna anche nel secondo cronometrico”
De Luca: “Pogacar non ama cambiare le scarpe in corso”
De Luca: “Hanno crononerato”
Garzelli: “Tutte le televisione”
De Luca: “Non ha voluto vincere la vittoria di tappa”
Garzelli: “Pogacar, il suo secondo Tour a 23 anni” (ne ha ancora 22)
Televideo: “La cronometro finisce nei pedali di Wout Van Aert”
Televideo: “Vingegaard scavalca Carapaz nella generale” (erano già 2° e 3° alla partenza della crono)
DISCOTOUR
L’orologio (Sergio Endrigo)
17-07-2021
luglio 17, 2021 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
TOUR DE FRANCE
Il belga Wout Van Aert (Team Jumbo-Visma) si è imposto nella ventesima tappa, cronometro individuale Libourne – Saint-Émilion, percorrendo 30.8 Km in 35′53″, alla media di 51.500 Km/h. Ha preceduto di 21″ il danese Kasper Asgreen (Deceuninck – Quick Step) e di 32″ il danese Jonas Vingegaard Rasmussen (Team Jumbo-Visma). Miglior italiano Mattia Cattaneo (Deceuninck – Quick Step), 6° a 49″. Lo sloveno Tadej Pogačar (UAE-Team Emirates) è ancora maglia gialla con 5′20″ su Vingegaard Rasmussen e 7′03″ sull’ecuadoriano Richard Antonio Carapaz Montenegro (INEOS Grenadiers). Miglior italiano Cattaneo, 12° a 23′28″
SETTIMANA CICLISTICA ITALIANA
L’italiano Diego Ulissi (UAE-Team Emirates) si è imposto nella quarta tappa, circuito di Cagliari, percorrendo 168 Km in 4h03′58″, alla media di 41.317 Km/h. Ha preceduto allo sprint il bielorusso Alexandr Riabushenko
(UAE-Team Emirates) e il belga Sep Vanmarcke (Israel Start-Up Nation). Ulissi è ancora leader della classifica con 12″ su Vanmarcke (Israel Start-Up Nation) e 16″ sull’italiano Giovanni Aleotti (Bora -Hansgrohe)
DOOKOLA MAZOWSZA (Polonia)
Il finlandese Antti-Jussi Juntunen (Ampler Development Team) si è imposto nella quarta ed ultima tappa, circuito di Kozienice, percorrendo 165 Km in 3h27′21″, alla media di 47.745 Km/h. Ha preceduto allo sprint il ceco Petr Kelemen (Elkov – Kasper) e il norvegese Eirik Lunder (Team Coop). Nessun italiano in gara. Lunder si impone in classifica con 7″ sul tedesco Tobias Nolde (P&S Metalltechnik) e 14″ su Kelemen
GP INTERNACIONAL TORRES VEDRAS – TROFEU JOAQUIM AGOSTINHO (Portogallo)
L’australiano Alastair Mackellar (Israel Cycling Academy) si è imposto nella seconda tappa, Arruda dos Vinhos – Torres Vedras, percorrendo 166 Km in 4h07′50″, alla media di 40.188 Km/h. Ha preceduto alllo sprint i portoghesi Rafael Jorge Magalhães Silva ( Antarte-Feirense) e Tiago Gomes Antunes (Tavfer – Measindot – Mortagua). Nessun italiano in gara. Il portoghese Frederico José Oliveira Figueiredo (Efapel) è ancora leader della classifica con 19″ sul connazionale José Carlos Prates Neves Fernandes (W52 / FC Porto) e 21″ sulk connazionale João Ricardo Cardoso Benta (Radio Popular Boavista).
VISEGRAD 4 BICYCLE RACE – GP CZECH REPUBLIC
Il ceco Adam Ťoupalík (Elkov – Kasper) si è imposto nella corsa ceca, Brno – Spielberg (Brino), percorrendo 183.5 Km in 4h28′28″, alla media di 41.011 Km/h. Ha preceduto di 6″ il connazionale Daniel Turek (Team Felbermayr – Simplon Wels) e di 14″ il connazionale Karel Camrda (Topforex – ATT Investments). Miglior italiano Walter Calzoni (Gallina Ecotek Colosio), 8° a 1′07″
TOUR OF KOSOVO
L’italiano Simone Innocenti (Gragnano Sporting Club) si è imposto nella seconda tappa, Morinë – Hani i Elezit, percorrendo 144 Km in 3h12′41″, alla media di 44.84 Km/h. Ha preceduto allo sprint il greco Ioannis Iliadis (Aleos Team of Athens) e l’italiano Davide Masi (Gragnano Sporting Club). Il francese Tristan Delacroix (Team Sprinter Nice Métropole) è ancora leader della classifica con 3″ sul connazionale Léo Bouvier (Team Francese Défense) e 4″ sull’albanese Ylber Sefa (nazionale albanese). Miglior italiano Davide Italiani (Gragnano Sporting Club), 6° a 10″
GRAND PRIX VELO ERCIYES
L’algerino Azzedine Lagab (Groupement Sportif des Petroliers) si è imposto nella corsa turca percorrendo 139.9 Km in 3h12′31″, alla media di 43.601 Km/h. Ha preceduto allo sprint il bielorusso Yauheni Sobal (Minsk CC) e di 9″ il bielorusso Dzianis Mazur (BelAZ Team). Nessun italiano in gara
GRAND PRIX VELO ERCIYES DONNE
in aggiornamento
TOUR OF QINGHAI LAKE (Cina)
Il cinese Zhanhui Yuan (Tianyoude Hotel Cycling Team) si è imposto nella settima tappa, Chaka – Wulan, percorrendo 89.2 Km in 1h52′57″, alla media di 47.384 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Hailin Sun (Tianyoude Hotel Cycling Team) e Cairang Duojie (Tianyoude Hotel Cycling Team). Nessun italiano in gara. Il cinese Zhishan Zhang (Tianyoude Hotel Cycling Team) è il nuovo leader della classifica con 56″ sul connazionale Xin Peng (China Continental Team of Gansu Bank) e 5′16″ sul connazionale Tiantian Hu (Shunshizhen)
GIRO CICLISTICO DELLA VALLE D’AOSTA – MONT BLANC
L’italiano Gianmarco Garofoli (Development Team DSM) si è imposto nella seconda tappa, Valtournenche – Breuil-Cervinia, percorrendo 158.4 Km in 4h56′50″, alla media di 32.017 Km/h. Ha preceduto di 1′31″ l’italiano Mattia Petrucci (Team Colpack Ballan) e di 1′34″ il neozelandese Reuben Thompson (Equipe continentale Groupama-FDJ), nuovo leader della classifica con 1′57″ su Garofoli e 3′28″ su Petrucci
VAN AERT, VITTORIA A SAINT-EMILION. POGACAR SE LA PRENDE COMODA
A Saint-Emilion Wout van Aert (Team Jumbo Visma) vince con autorità la seconda cronometro individuale del Tour 2021, dimostrando un’ottima condizione che lo potrà accompagnare anche alle prossime Olimpiadi. Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) questa volta non fa il cannibale anticipa la passerella che lo vedrà trionfate domani a Parigi.
La penultima tappa del Tour 2021 prevede una cronometro complessivamente pianeggiante di 30 km abbondanti da Libourne a Saint-Emilion. Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) vestirà i panni di nuovo cannibale e correrà per vincere oppure si limiterà a controllare? Vedremo come affronterà il percorso e sapremo già tutto sui suoi avversari per la vittoria di tappa – presumibilmente Stefan Kung (Team Groupama FDJ) e Wout Van Aert (Team Jumbo Visma) – visto che partirà per ultimo. Stefan Kung era il primo ciclista a dare dimostrazione di potenza, facendo segnare 9 minuti netti al primo intermedio posto al km 7.2. Lo svizzero però perdeva progressivamente lo slancio iniziale ed al secondo intermedio, pur essendo ancora primo con 24 minuti e 28 secondi, veniva raggiunto da Kasper Asgreen (Team Deceuninck Quick Step). Il danese manteneva un ritmo costante nella terza ed ultima parte della crono che gli permetteva di tagliare il traguardo col miglior tempo di 36 minuti e 14 secondi. I ciclisti più attesi per la vittoria di tappa restavano Van Aert e Pogacar. Il talento olandese dimostrava tutta la sua classe conducendo una cronometro lineare e senza sbavature, tant’è vero che faceva segnare i tempi migliori sia nei primi due intermedi che all’arrivo. Al primo intermedio faceva meglio di 3 secondi rispetto a Kung, al secondo intermedio era davanti allo svizzero di 24 secondi e infine concludeva col tempo di 35 minuti e 53 secondi, 21 secondi meglio di Asgreen. Pogacar invece se la prendeva comoda e già al primo intermedio era addirittura in ottava posizione con 17 secondi di ritardo da Van Aert. Lo sloveno concludeva la sua prova in ottava posizione a 57 secondi di ritardo da Van Aert. Da sottolineare l’ottima prova di Jonas Vingegaard (Team Jumbo Visma) che dopo il terzo posto nella cronometro di Laval eguagliava il risultato, concludendo in terza posizione a 32 secondi di ritardo da Van Aert. Kung alla fine doveva accontentarsi della quarta posizione, davanti al connazionale Stefan Bissegger (Team EF Education Nippo). Soddisfacente prova infine anche per Mattia Cattaneo (Team Deceuninck QUick Step), che chiudeva sesto a 49 secondi di ritardo da Van Aert. L’olandese vince così la seconda tappa al Tour 2021, dimostrando di avere un’ottima tenuta in ogni situazione: tappe per velocisti, tappe di media e alta montagna e cronometro. A questo punto vedremo se sarà capace in futuro di puntare concretamente alla classifica generale di un GT. Classifica generale che domani vedrà la vittoria di Tadej Pogacar in un Tour 2021 dominato dall’inizio alla fine. Lo sloveno ha 5 minuti e 20 secondi di vantaggio su Vingegaard e 7 minuti e 3 secondi di vantaggio su Richard Carapaz (Team INEOS Grenadiers). Domani è in programma la passerella finale da Chatou a Parigi. L’attesa è tutta per Mark Cavendish che vuole battere il record di vittorie al Tour superando Eddy Merckx proprio sugli Champs Elysees.
Giuseppe Scarfone

La vittoria di Wout van Aert a Saint-Emilion (foto: Getty Images Sport)
SETTIMANA CICLISTICA ITALIANA, ANCORA ULISSI
Dopo il bis di Ackermann, raddoppia anche Diego Ulissi vincendo la quarta tappa in terra sarda. Dietro di lui Riabushenko e Vanmarcke
Quarta frazione della Settimana Ciclistica Italiana, anello molto mosso di 168 Km con partenza e arrivo a Cagliari. Tappa strana quest’oggi per come si è sviluppata la corsa: evade nelle fasi iniziali un tentativo di cinque uomini composto da Evaldas Siskevicius (Delko), Aaron Verwilst (Sport Vlaanderen – Baloise), Miguel Florez (Team Arkea – Samsic), Jonas Abrahamsen (Uno-X Pro Cycling Team) e Raul Colombo (Work Service Marchiol), ma il plotone invece di lasciare fare si spezza e nasce così un secondo drappello inseguitore di una ventina di unità con dentro pezzi grossi come Diego Ulissi (UAE Emiraters), leader della classifica generale, e Ilnur Zakarin (Gazprom – Rusvelo).
Si forma un folto gruppo al comando che procede di buon accordo lungo le asperità che caratterizzano la parte centrale del percorso. In vista dell’arrivo di Cagliari si susseguono dei tentativi da finisseurs ma tutti rintuzzati dal plotoncino, intenzionato a portare la contesa alla volata a ranghi ristretti.
Sul traguardo il più veloce è di nuovo Diego Ulissi che bissa il successo della prima tappa e rafforza il primato in classifica generale. Alle sue spalle completa il trionfo UAE il compagno di squadra Alexander Riabushenko, terzo Sep Vanmarcke (Israel Start-Up Nation).
Lorenzo Alessandri
Twitter @LorenzoAle8

Diego Ulissi esulta sul traguardo di Cagliari. Photo Credit: Bettini Photo
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): LIBOURNE – SAINT-ÉMILION
luglio 17, 2021 by Redazione
Filed under Approfondimenti
È arrivato il giorno dell’ultima tappa a cronometro del Tour de France, quasi un clone di quella disputata tre settimana fa. Ma da quel giorno tante energie sono stata sprecate sulle strade di Francia
Alla vigilia della frazione conclusiva tornano a scorrere le lancette dei cronometri. È arrivato il momento della seconda delle due cronometro individuali previste quest’anno, a livello difficoltà generali non molto dissimile da quella disputata tre settimane fa sulle strade della Mayenne. Il chilometraggio è superiore di 3.6 Km mentre leggermente inferiore è il dislivello complessivo e dal punto di vista altimetrico le due tappe sembrano quasi gemelle. C’è, però, una grossa differenza che inciderà non poco: la tappa di Laval si disputò cinque giorni dopo la partenza, quando le energie fin lì sprecate non erano ancora molte, mentre quella di Saint-Émilion arriva al penultimo giorno di un Tour nel quale i protagonisti non si sono certo trattenuti e ne sono un emblema le partenze a razzo viste quasi tutti i giorni. In effetti, normalmente nell’ultima cronometro si vedono distacchi meno marcati del solito e anche un campione del calibro di Tadej Pogačar difficilmente riuscirà a ripetere la prestazione di Laval, anche se potrebbe ancora guadagnare sui rivali.

I vigneti patrimonio UNESCO di Saint-Émilion e l’altimetria della ventesima tappa (TripAdvisor)
L’ANGOLO DELLA STORIA
C’è un solo precedente a Saint-Émilion, località rinomata per i suoi vini, e anche in quell’occasione la tappa era un cronometro, pur con “tinte” decisamente diverse rispetto a quella che si disputerà quest’anno. Era la penultima tappa dell’edizione del 1996 e quel giorno si partiva da Bordeaux, percorrendo una distanza “doppia” rispetto a quella odierna, ben 63.5 Km sui quali ci si aspettava una sorta di risurrezione da parte di Miguel Indurain. Quell’anno lo spagnolo aveva nel mirino il sesto Tour, un obiettivo mai colto da nessuno, e gli organizzatori gli avevano persino inserito nel percorso per omaggiarlo e al contempo stimolarlo una tappa con arrivo nella sua Pamplona. Ma il navarro incappò in un’inattesa crisi di sete nella prima tappa alpina e da quel momento il suo Tour fu tutto in salita, arrivando ad accusare distacchi in tutte le altre tappe di montagna e addirittura giungendo 8 minuti dopo i migliori della classifica nella frazione che terminava a Pamplona. Ci si attendeva, dunque, un suo riscatto nella lunga crono di Saint-Émilion, ma fu solo parziale la sua rivalsa sugli avversari, perché riuscì ad anticiparli tutti tranne uno, il giovane tedesco Jan Ullrich, passato professionista l’anno prima, che al traguardo fece meglio di lui di 56 secondi. Tutti gli altri, invece, gli finirono abbondantemente alle spalle e il primo fu il suo connazionale, Abraham Olano, terzo a 2’06” dal tedesco e a 1’10” dallo spagnolo. Chi passò un momentaccio quel pomeriggio fu la maglia gialla Bjarne Riis, che fu vittima di una mezza crisi nel finale e perse 2’18” dal suo compagno di squadra Ullrich, salvando il primato per 1’41” proprio nei confronti del tedesco.
METEO TOUR
Le previsioni meteo per la tappa del giorno
Libourne – partenza primo corridore: cielo sereno, 24.1°C (percepiti 25°C), vento moderato da NE (13-15 km/h), umidità al 66%
Saint-Émilion – arrivo maglia gialla: poco nuvoloso, 27°C (percepiti 28°C), vento moderato da NE (17-21 km/h), umidità al 59%
GLI ORARI DEL TOUR
13.00: inizio diretta su Eurosport1
13.05: partenza del primo corridore da Libourne
14.55: inizio diretta su RAI
17.55: arrivo della maglia gialla a >Saint-Émilion
TOURALCONTRARIO
Ordine d’arrivo della diciannovesima tappa, Mourenx – Libourne
1° Kasper Asgreen
2° Jonas Rickaert s.t.
3° Jérémy Cabot s.t.
4° Lukas Pöstlberger s.t.
5° Ide Schelling s.t.
Miglior italiano: Mattia Cattaneo, 38° (s.t.)
Classifica generale
1° Tim Declercq
2° Cees Bol a 21′02″
3° Mark Cavendish a 22′12″
4° Michael Mørkøv a 23′15″
5° Mads Pedersen a 27′25″
Miglior italiano: Daniel Oss, 24° a 1h09′23″
STRAFALGAR SQUARE
L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti
Garzelli: “Si giocano loro le vittorie”
Garzelli: “Fanno la doppia ruota” (doppia fila)
Garzelli: “Erano sei le squadre italiane che si vinceva”
Garzelli: “Ci vorrà del ghiaccio su quel colpo che ha preso”
Garzelli: “Devi essere fortunato di prendere lo scatto importante”
Garzelli: “Non sarà per niente andare a riprenderli”
Garzelli: “Dietro si è aperto Davide Ballerini”
Garzelli: “Pollitt” (Politt)
Garzelli: “Non deve fare quell’accelerazione della testa”
Garzelli: “Laporte deve resporare un po’”
De Luca: “Mohoric sembra andare vicino al colpo doppio” (che sarebbe tappa e maglia, ma ci si riferiva alla seconda vittoria di tappa in questo Tour)
Garzelli: “Stilisticarmente”
Garzelli: “Gli anni duenni”
De Luca: “Al limite del fine di quella zona”
De Luca: “Ha accompagnato la borraccia”
De Luca: “Il campionato sloveno è stata la seconda gara che Pogacar non ha vinto in questa stagione dopo il Giro dei Paesi Baschi” (ha gareggiato anche alla Strade Bianche, dove si è piazzato settimo)
De Luca: “È arrivato primo al traguardo del suo gruppetto”
DISCOTOUR
Canzone di fuga e speranza (Yo Yo Mundi)
SETTIMANA CICLISTICA INTERNAZIONALE, BIS DI ACKERMANN AL PHOTOFINISH
Pascal Ackermann vince di centimetri in volata la terza tappa in terra sarda. Secondo Jonathan Milan, terzo posto per Rudi Barbier
Terza tappa della Settimana Ciclistica Italiana, seconda conclusa in volata. Frazione indirizzata verso lo sprint finale fin dalle battute iniziali, con la fuga lasciata evadere senza troppi problemi ma sempre tenuta sotto stretto controllo dalle squadre dei velocisti.
Si avvantaggiano così in 5: Sagastibel Azurmendi (Euskatel-Eskadi), Arturo Gravalos (Eolo-Kometa), Igor Boev (Gazprom-Rusvelo), Cedric Beullens (Sport Vlaanderen – Baloise) e Paul Wright (MGK Vis – Vpm). L’altimetria odierna però non presenta rilievi interessanti per poter mettere in difficoltà il plotone, che rientra sulla testa della corsa senza troppi problemi.
Parte dunque la volata a ranghi compatti: per la seconda volta consecutiva in due giorni Pascal Ackermann (Bora – Hansgrohe) è il più veloce ma quest’oggi è necessario il photofinish per assegnargli la vittoria finale sul secondo al traguardo, Jonathan Milan (Bahrein Victorious). Chiude il podio Rudy Barbier (Israel Startup Nation) davanti all’azzurro Elia Viviani (Nazionale Italiana).
Lorenzo Alessandri
TW @LorenzoAle8

Pascal Ackermann dà il colpo di reni decisivo sul traguardo. Photo Credit: Bettini Photo