22-05-2021

maggio 22, 2021 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA

L’italiano Lorenzo Fortunato (EOLO-Kometa) si è imposto nella quattordicesima tappa, Cittadella – Monte Zoncolan, percorrendo 205 Km in 5h17′22″, alla media di 38.756 Km/h. Ha preceduto di 26″ lo sloveno Jan Tratnik (Bahrain – Victorious) e di 59″ l’italiano Alessandro Covi (UAE-Team Emirates). Il colombiano Egan Arley Bernal Gómez (INEOS Grenadiers) è ancora maglia rosa con 1′33″ sul britannico Simon Philip Yates (Team BikeExchange) e 1′51″ sull’italiano Damiano Caruso (Bahrain – Victorious)

VUELTA CICLISTA A ANDALUCÍA – RUTA CICLISTA DEL SOL

Il britannico Ethan Hayter (INEOS Grenadiers) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Vera – Pulpí, percorrendo 107 Km in 2h27′12″, alla media di 43.614 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Philipp Walsleben (Alpecin-Fenix) e il lettone Toms Skujiņš (Trek – Segafredo). Miglior italiano Antonio Nibali (Trek – Segafredo), 24° a 26″. Il colombiano Miguel Ángel López Moreno (Movistar Team) si impone in classifica con 20″ sull’olandese Antwan Tolhoek (Team Jumbo-Visma) e 1′10″ sullo spagnolo Julen Amezqueta Moreno (Caja Rural – Seguros RGA). Miglior italiano Antonio Nibali (Trek – Segafredo), 23° a 5′47″.

ALPES ISÈRE TOUR

Il danese Emil Toudal (BHS – PL Beton Bornholm) si è imposto nella quarta tappa, Les Roches-de-Condrieu – Saint-Maurice-l’Exil, percorrendo 174 Km in 4h17′48″, alla media di 40.497 Km/h. Ha preceduto di 4″ il polacco Paweł Bernas (Mazowsze Serce Polski) e l’australiano Taj Jones (Israel Cycling Academy). Miglior italiano Giacomo Ballabio (Charvieu Chavagneux Isère Cyclisme), 15° a 2′31″. L’austriaco Moran Vermeulen (Team Felbermayr – Simplon Wels) è il nuovo leader della classifica con 6″ sull’olandese Sjoerd Bax (Metec – Solarwatt p/b Mantel) e 15″ sul danese Anthon Charmig (Uno-X Dare Development Team). Miglior italiano Alessandro Bisolti (Androni Giocattoli – Sidermec), 17° a 2′07″

TOUR DU FINISTÈRE

Il francese Benoît Cosnefroy (AG2R Citroën Team) si è imposto nella corsa francese, Saint-Évarzec – Quimper, percorrendo 196.3 Km in 4h58′43″, alla media di 39.429 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Sean De Bie
(Bingoal Pauwels Sauces WB) e il norvegese Rasmus Fossum Tiller (Uno-X Pro Cycling Team). Miglior italiano Lorenzo Rota (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux), 15° a 3″

VUELTA A BURGOS FEMINAS (Donne)

La danese Cecilie Uttrup Ludwig (FDJ Nouvelle Aquitaine Futuroscope) si è imposta nella terza tappa, Medina de Pomar – Ojo Guareña, percorrendo 115.4 Km in 3h00′28″, alla media di 38.367 Km/h. Ha preceduto allo sprint la polacca Katarzyna Niewiadoma (Canyon SRAM Racing) e l’olandese Anna van der Breggen (SD Worx). Miglior italiana Elisa Longo Borghini (Trek-Segafredo Women), 4°. La neozelandese Niamh Fisher-Black (SD Worx) è la nuova leader della classifica con lo stesso tempo dell’australiana Grace Brown (Team BikeExchange) e 2″ sulla Niewiadoma. Miglior italiana la Longo Borghini, 4° a 2″.

LOPEZ CONQUISTA LA VUELTA A ANDALUCIA

maggio 22, 2021 by Redazione  
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Miguel Ángel López (Movistar Team) ha trovato i primi successi stagionali portando a casa la vittoria finale della Vuelta a Andalucia, oltre alla tappa regina della corsa. Antwan Tolhoek (Team Jumbo-Visma) ha concluso la corsa al secondo posto, mentre Julen Amezqueta (Caja Rural – Seguros RGA) in terza posizione finale. Le vittorie di tappa sono andate Gonzalo Serrano (Movistar Tean) nella frazione iniziale, a Ethan Hayter (INEOS Grenadiers) nella seconda e quinta tappa, a Andrè Greipel (Israel Start-Up Nation) la quarta tappa, mentre come anticipato Lopez ha trionfato nella terza tappa, quella più impegnativa.

La sessantasettesima edizione della Vuelta a Andalucia Ruta del Sol dopo essere stata spostata a causa dei casi di coronavirus in Spagna nello scorso febbraio, è stata inserita nel calendario durante il Giro d’Italia. Questa contemporaneità, chiaramente, ha inciso sulla qualità della startlist rispetto alle scorse edizioni.
Per quanto riguarda il percorso le prime tre frazioni presentavano le maggiori difficoltà con tre arrivi in salita di diverse intensità, seguite da due frazioni, sulla carta, per velocisti. La prima frazione era leggermente mossa con un finale in salita facile, la seconda più impegnativa con arrivo su un muro di ciottoli, misto mulattiera, mentre la terza tappa era la frazioni più impegnativa dal punto di vista di dislivello con un arrivo in salita non particolarmente impegnativo.
I corridori di primo piano per la classifica generale erano Miguel Ángel López (Movistar Team), Ilnur Zakarin (Gazprom – RusVelo), Antwan Tolhoek (Team Jumbo-Visma), Eddie Dunbar (INEOS Grenadiers) e Óscar Rodríguez (Astana – Premier Tech) con il corridore colombiano nettamente favorito. Altri corridori di rilievo erano l’ex campione del mondo Mads Pedersen (Trek – Segafredo), Daryl Impey e André Greipel (Israel Start-Up Nation), Alexander Kristoff e Matteo Trentin (UAE-Team Emirates), Ethan Hayter (INEOS Grenadiers), Mark Cavendish e Álvaro José Hodeg (Deceuninck – Quick Step).

Nella prima tappa di 152 chilometri da Cala de Mijas a Zahara de la Sierra i corridori doveva superare quasi 3000 metri di dislivelli continui senza nessuna salita estremamente impegnativa se non il Puerto de Mijas in apertura con i suoi 7 chilometri al 5%. Il finale era inoltre posto in cima ad uno strappo di 1500 metri al 5.8%. La fuga caratterizzava gran parte della corsa con Thomas Sprengers (Sport Vlaanderen-Baloise), Antonio Jesús Soto (Euskaltel-Euskadi) e Rui Oliveira (UAE Team Emirates) a prenderne parte con un vantaggio massimo per loro di 7 minuti. Intorno ai -25 con la fuga che conservava un paio di minuti di vantaggio, una caduta di Oliveira lo metteva fuori gioco venendo anche ripreso dal gruppo. Nel finale il gruppo spingendo molto forte andava a chiudere sui restanti fuggitivi a 13 chilometri dall’arrivo. Brutta caduta di Nicola Conci (Trek – Segafredo) ai -8, ma senza gravi conseguenze. Stijn Steels (Deceuninck – Quick Step) e Héctor Sáez (Caja Rural – Seguros RGA) provavano un allungo negli ultimi quattro chilometri, ma venivano controllati dall’incessante ritmo della Movistar Team. Il ritmo della formazione spagnola era estremamente intenso andando a creare una forte selezione. Negli ultimi 400 metri Gonzalo Serrano sfruttava il lavoro della sua squadra per fare un lungo sprint che lo portava al successo davanti a Orluis Aular (Caja Rural – Seguros RGA) e Daryl Impey. Hayter riusciva inoltre ad arrivare col loro stesso tempo, mentre la prima parte del gruppo perdeva tre secondi. Zakarin perdeva 17”, mentre Dunbar 38”. Marco Canola (Gazpromo – RusVelo) era il migliore degli italiani chiudendo al sesto posto.

Nella seconda tappa di 185 chilometri da Iznájar ad Alcalá la Real le salite da affrontare erano diverse con un totale di 3700 metri di dislivello. L’Alto de Hortichuela, 8.2km al 5.6%, veniva affrontato due volte, la prima a 64 chilometri dalla conclusione, mentre la seconda ad appena 10 chilometri dall’arrivo. Una volta giunti all’ultimo chilometri la strada andava ad inerpicarsi su una strada in cemento e a tratti ciottoli in doppia cifra per arrivare alla Fortaleza de la Mota. Come nella giornata precedente Oliveira e Soto entravano in fuga insieme ad Alvaro Cuadros (Caja Rural-Seguros Rga), Tobias Bayer (Alpecin-Fenix), Aaron Van Poucke (Sport Vlaanderen-Baloise) e Timo Roosen (Team Jumbo-Visma). Il gruppo controllava con più attenzione questo tentativo, non riuscendo mai a salire oltre ai tre minuti. Sul primo passaggio dell’Alto de Hortichuela Cuadros e Roosen se ne andavano in solitaria, per venire comunque ripresi dal gruppo nella prima parte del secondo passaggio sull’Alto de Hortichuela. L’ Equipo Kern Pharma si occupava di fare il ritmo sulla salita, Alex Kirsch (Trek – Segafredo) era il primo atleta a tentare un attacco ai -15.3, veniva seguito da Denis Nekrasov (Gazprom – RusVelo) e Ryan Gibbons (UAE-Team Emirates). Il gruppo però aumentava l’andatura con la Movistar Team chiudendo su di loro ai -14. Poco dopo era direttamente il nome più atteso, Miguel Ángel López, a partire in prima persona, venendo inseguito da Toms Skujins (Trek-Segafredo), Tsgabu Grmay (Team Bike Exchange), Tolhoek, Zakarin, Jonathan Lastra (Caja Rural-Seguros RGA), James Piccoli (Israel Start-Up Nation), Jaime Castrillo (Equipo Kern Pharma), Carlos Rodriguez (Ineos-Grenadiers) e Gibbons. In questo gruppo il lettone Skujins era il più attivo, mentre Piccoli tendeva a perdere contatto ad ogni accelerazione. Skujins in cima alla salita se ne andava in solitaria con circa 20” di vantaggio sul gruppo maglia gialla di Serrano. La mancanza d’accordo nel primo gruppo inseguitore permetteva al lettone di mantenere un discreto vantaggio, mentre i gruppi inseguitori andavano a riunirsi proprio all’inizio dello strappo conclusivo. Skuijns si difendeva bene nella prima parte in cemento, ma nel tratto ciottolato si piantava completamente permettendo il ritorno degli inseguitori che ormai salivano in maniera confusa con Hayter in grado di tenere un’andatura più alta sul terribile terreno conclusivo andando a trionfare in maniera netta. Dietro Lopez sfruttava un tratto in cemento per recuperare terreno riuscendo a chiudere al secondo posto a 7”, mentre Sven Erik Bystrøm (UAE-Team Emirates) chiudeva il podio di giornata a 10”, a 14” concludevano Carlos Rodriguez (INEOS Grenadiers) e Julien Amezqueta (Caja Rural – Seguros RGA). Serrano perdeva la maglia gialla arrivando undicesimo a 25”, ai danni di Hayter. In classifica generale poteva vantare un vantaggio di 10” su Lopez, 13” su Bystrøm, 20” su Lastra e 21” su Robert Stannard (Team BikeExchange) e Rodriguez.

La terza tappa di 177 chilometri da Beas de Segura al Puerto de Onsares a Villarrodrigo si presentava come frazione più impegnativa con i suoi 4200 metri di dislivello. In apertura il Puerto del Yelmo, 10.7km al 7%, e il Puerto de la Toba, 10km al 6%, consistevano nelle due salite più impegnativa di giornata. Mentre nella seconda parte di tappa andava affrontato l’Alto del Fustal, 14.7km al 4% con un tratto iniziale più impegnativo, ma soprattutto le due salite conclusive che avrebbero dovuto decidere la corsa. L’Alto Collado de los Yesos, 6.7km al 6.5%, terminava ad appena 15 chilometri dell’arrivo quasi interamente in discesa e in salita, dei quali gli ultimi 4 al 5.8% che portavano all’arrivo di giornata.
La fuga di giornata vedeva la comparsa per il terzo giorno di fila di Oliveira, in compagnia questa volta di Nikita Stalnov (Astana-Premier Tech), Nathan Van Hooydonck (Jumbo-Visma), Michel Ries (Trek-Segafredo ), Luis Ángel Maté e Mikel Bizkarra (Euskaltel-Euskadi), Philipp Walsleben (Alpecin-Fenix), Thomas Sprengers (Sport Vlaanderen-Baloise), Urko Berrade e Kiko Galván (Equipo Kern Pharma) e Daniel Navarro (Burgos-BH). Su di loro rientravano anche Héctor Carretero (Movistar), Julen Amezqueta (Caja Rural-Seguros RGA) e James Piccoli (Israel Start-Up Nation) sul Puerto de la Toba. Sull’Alto Collado de los Yesos iniziava la lotta tra i fuggitivi con un gruppo però ormai a solo un minuto di distanza. Piccoli portava via un tentativo comprendente anche Carretero, Amezqueta, Bizkarra e Berrade. Contemporaneamente iniziava il forcing della Movistar Team dopo aver notato un Hayter in difficoltà. Ai -18 Lopez attaccava con forza, il solo Carlos Rodriguez riusciva a rispondere in prima persona. Van Hooydonck si fermava per aiutare Tolhoek che grazie al suo aiuto riusciva a rientrare sul colombiano. Ai -16 Lopez riusciva a rientrare sulla fuga, mentre Rodriguez cedeva il passo dei primi. Carretero si metteva così al lavoro per il suo capitano. Il gruppo di testa scollinava con 1’10” di vantaggio su Hayter, mentre Rodriguez restava all’inseguimento con Lastra e Skujns.

Sotto il ritmo di Carretero perdeva contatto Berrade, portando Lopez all’ultimo chilometro. Il colombiano scatenava così le sue energie rimanenti andando a staccare prima Amezqueta e poi Bizkarra. Negli ultimi 200 metri avveniva la vera accelerazione andando a vincere senza problemi la frazione con un margine di 2” su Tolhoek, 6” su Piccoli, 17” su Amezqueta, 28” su Bizkarra, 1’25” Carretero, 1’29” Rodriguez e Skujins, 1’41” Lastra, mentre Hayter perdeva ben 2’23”. La classifica generale veniva quindi ribaltata con il colombiano saldamente al comando con 20” su Tolhoek, 55” su Amezqueta, 1’40” su Carlos Rodriguez e 1’47” su Skuijns. Si ritirava durante la frazione Mark Cavendish che aveva un’ottima opportunità nelle tappe successive per puntare a un altro successo di tappa.

La quarta tappa di 183 chilometri da Baza a Cullar Vega non presentava particolari difficoltà se non qualche salita nella prima parte di corsa. Prima della partenza il CPA (associazione ciclisti professionisti) annunciava come i corridori avevano deciso di protestare per le cattive condizioni in cui era stata organizzata la corsa. Infatti, nei giorni precedenti sono stati percorsi tratti sterrati in discesa non segnalati e strade con varie buche. Per questo motivo la corsa è stata ritardata di qualche minuto. La fuga di giornata veniva rappresentata da Aaron Van Poucke e Robbe Ghys (Sport Vlaanderen – Baloise), Luis Ángel Maté (Euskaltel – Euskadi), Benjamin Perry (Astana – Premier Tech). Isaac Canton e Ander Okamika (Burgos-BH) e Jordi Lopez (Equipo Kern Pharma). La fuga veniva controllata con Canton ultimo a resistere al ritorno del gruppo fino agli ultimi 3km. Nel finale erano UAE – Team Emirates e Israel Start-Up Nation a controllare la corsa con Trentin a pilotare il gruppo fino all’ultima curva ai -300. Qua la situazione diventava un po’ più confusa con Greipel che sfruttava lo spazio aperto nel lato destro della strada e si involava in una vittoria senza rivali. Kristoff rimaneva bloccato alle spalle di Rick Zabel (Israel Start-Up Nation) non riuscendo a sprintare regolarmente. Hodeg si piazzava al secondo posto di giornata davanti Pedersen. Il velocista colombiano sembrava avere la gamba giusta per giocarsi le sue carte, ma nella curva finale aveva perso metri da i primi corridori. A livello di classifica generale non avvenivano cambiamenti.

La tappa conclusiva di 108 chilometri da Vera a Pulpí relativamente pianeggiante con un lungo circuito finale comprendente una salita dell’Alto de la Geoda, 3.4km al 5.4% con gli ultimi 1800 metri al 7.4%. L’ultimo passaggio sul GPM era previsto a cinque chilometri dalla conclusione permettendo delle azioni per anticipare lo sprint o una selezione che possa mettere in crisi le ruote veloce. Dopo sette chilometri prende il via la fuga con Unai Cuadrado (Euskaltel – Euskadi), Julian Mertens (Sport Vlaanderen – Baloise) e
Ander Okamika (Burgos-BH) che riuscivano a mantenere un vantaggio massimo di un paio di minuti. Senza nessun patema il gruppo chiudeva su di loro a dieci chilometri dalla fine, ai piedi dell’ultimo strappo grazie al lavoro fatto durante la frazione da Movistar Team, Israel Start-Up Nation e INEOS Grenadiers. Quest’ultima formazione si occupava del ritmo nel finale andando a selezionare violentemente il gruppo di testa, con Tsgabu Grmay (Team BikeExchange) a completare il forcing facendo scollinare soltanto 13 atleti nel gruppo di testa con Robert Stannard pronto per la volata conclusiva. Diversi corridori erano leggermente attardati, ma il ritmo di Grmay non permetteva a nessuno di rientrare, tanto che Jonathan Lastra (Caja Rural – Seguros RGA) si doveva fermare per aiutare Amezqueta rimasto attardato rischiando di perdere posizioni in classifica generale. Nell’ultimo chilometro era Carlos Rodriguez a lanciare la volata al suo capitano Hayter, ma nell’ultima curva quest’ultimo perdeva qualche metro provando in un primo momento a lasciare Rodriguez giocarsi le sue chance, ma poi capendo che il suo ritmo non era sufficiente, provava a lanciare una lunga volata. Alla sua ruota si portava Impey che riusciva ad affiancarlo nel finale, ma contemporaneamente risaliva ancora più veloce Stannard sulla sinistra. Hayter era destinato probabilmente a chiudere al terzo posto, ma Impey spostandosi verso sinistra andava al contatto con Stannard provocando una caduta tra di loro fermandosi a un metro dalla linea d’arrivo. Era così Hayter a trionfare seppur sbigottito per il finale a sorpresa, al secondo posto arrivava Philipp Walsleben (Alpecin-Fenix) e terzo Skujns. Stannard visibilmente frustrato andava a faccia a faccia con un Impey ancora frastornato e a terra dolorante.

Nel frattempo Lopez poteva festeggiare per la conquista della classifica generale davanti a un convincente Tolhoek e Amezqueta che riusciva a difendere ampiamente la terza posizione ai danni di Rodriguez. Maté portava a casa la classifica di miglior scalatore, la classifica a punti andava a Hayter e Sprengers conquistava la classifica degli intermedi.

Carlo Toniatti

Lopez trionfa nella terza frazione della Vuelta a Andalucia ipotecando la classifica finale (Getty Images Sport)

Lopez trionfa nella terza frazione della Vuelta a Andalucia ipotecando la classifica finale (Getty Images Sport)

LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): CITTADELLA – MONTE ZONCOLAN

maggio 22, 2021 by Redazione  
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Oggi i corridori affrontareranno il famigerato Zoncolan, ma in questa occasione sarà risparmiato loro il tremendo versante di Ovaro. Si salirà, infatti, da quello meno impegnativo di Sutrio, che è comunque una signora salita di tutto rispetto, con pendenze interessanti già nel tratto che erroneamente viene ritenuto “facile” e picchi estremi solamente negli ultimi 3 Km, che presentano una media del 13% e una piccante sventagliata al 27%

Stavolta dovremmo accontentarci del lato “B” perché quest’anno Enzo Cainero, da due decenni promotore delle tappe friulane del Giro d’Italia, ha voluto far salire i corridori dal lato “buono” del Monte Zoncolan. Buono è virgolettato perché il versante che sale da Sutrio, pur non essendo nemmeno lontanamente paragonabile a quello tremendo di Ovaro (9.5 Km al 12.3%), non è proprio così gentile come si potrebbe pensare. I suoi numeri sono, infatti, quelli di una signora salita sulla quale uno scalatore può conquistare un bel gruzzoletto sugli avversari, dovendosi superare nel finale un dislivello di quasi 1200 metri, dato che coniugato alla distanza di 13.3 Km fornisce una pendenza media dell’8.9%. La strada che risale le pendici orientali del “Kaiser”, così è stato ribattezzato dagli appassionati il monte carnico, è scomponibile in due parti distinte, con la prima che termina in prossimità del bivio per il rifugio Enzo Moro dopo aver affrontato 9 Km d’ascesa all’8.3%. 1500 metri dalle inclinazioni tenere (media del 4.5%) fanno quindi da antipasto alla ripidissima rampa finale, che ricorda le micidiali rasoiate che s’incontrano salendo da Ovaro e addirittura le supera: in quei 3000 metri conclusivi, che salgono al 13% medio, si raggiunge infatti il picco di pendenza massima più alto dell’intero monte, con la strada che schizza fino al 27% quando mancano 400 metri al traguardo. Lo Zoncolan non sarà l’unica difficoltà altimetrica del tracciato della tappa odierna poiché a una sessantina di chilometri dalla conclusione si dovrà superare la Forcella Monte Rest, più impegnativa nel versante della discesa rispetto a quello della salita (10.5 Km al 5.9%): al Giro del 1987 percorrendo quella ripida e stretta picchiata di quasi 6 Km all’8% andò in scena lo storico attacco dell’irlandese Stephen Roche al suo capitano in maglia rosa Roberto Visentini, episodio passato alla storia con il nome di “tradimento di Sappada” dal nome della località dove quella frazione terminò con la vittoria dell’olandese Johan van der Velde e il ritorno di Roche al vertice della classifica.

Il “plateau” del Monte Zoncolan e l’altimetria della tredicesima tappa (www.montagnadiviaggi.it)

Il “plateau” del Monte Zoncolan e l’altimetria della tredicesima tappa (www.montagnadiviaggi.it)

L’ANGOLO DELLA STORIA

Il Monte Zoncolan ha una madrina perché è stata una donna la prima a tenere a battesimo il “Kaiser”. Cinque anni prima dell’approdo dei professionisti, infatti, nel 1997 questa salita ospitò l’arrivo di una tappa del Giro d’Italia femminile conquista dalla toscana Fabiana Luperini, alla quale fu però risparmiato il tratto finale perché in quell’occasione il traguardo era fissato presso il Rifugio Moro. Fu percorsa fino in vetta, invece, al Giro del 2003, quando il primo professionista a metter vittoriosamente le ruote in vetta allo Zoncolan fu il trentino Gilberto Simoni, che al traguardo precedette di 34” il varesino Stefano Garzelli e di 39” il toscano Francesco Casagrande. In entrambi i casi si salì da Sutrio, anche se per il 2003 Cainero aveva proposto il versante di Ovaro, rigettato dall’allora direttore del Giro Carmine Castellano perché riteneva improponibili in corsa le basse gallerie finali, sotto le quali non sarebbero potute transitare né le ammiraglie con le bici montate sul tetto, né i camion che trasportavano le transenne. Fu il suo successore Angelo Zomegnan a risolvere il problema decidendo che le auto si sarebbero fermate ai piedi della salita, che il servizio tecnico sarebbe stato offerto dalle moto e che al posto delle transenne ci sarebbe stato il “cordone umano” degli Alpini. Così nel 2007 per la prima volta nella storia fu proposto il micidiale versante occidentale, in cima al quale tornò ancora a imporsi Simoni, al quale seguì Ivan Basso nel 2010. L’anno successivo, quando s’impose sullo spagnolo Igor Antón, Zomegnan e Cainero vollero “strafare” abbinando lo Zoncolan al vicino Monte Crostis, tolto dal tracciato all’ultimo momento a causa delle proteste dei direttori sportivi che lamentavano il fatto che non avrebbero potuto seguire i corridori dalle ammiraglie per quasi 50 Km, essendo queste state escluse da entrambe le ascese. In seguito gli arrivi sul “Kaiser” saranno più cadenzati nel tempo e si avranno così le vittorie dell’australiano Michael Rogers nel 2014 e del britannico Chris Froome nel 2018, stesso anno nel quale anche il Giro femminile tornerà sullo Zoncolan, stavolta salendo dal versante di Ovaro, che sarà domato dall’autentica dominatrice di quell’edizione, l’olandese Annemiek van Vleuten.

CIAK… SI GIRO

In occasione della tappa di Termoli avevamo parlato di location dalla duplice natura perché per “Il viaggio” si erano utilizzati due luoghi differenti per scene che nella finzione cinematografica erano ambientate nel medesimo luogo. Ma in passato è capitato che se ne usassero anche tre o quattro di location diverse ed è quel che fece, per esempio, nel 1976 il regista Flavio Mogherini quando decise di trarre un film da “Un coperto in più”, commedia teatrale che quattro anni prima era stata scritta da Maurizio Costanzo e portata in scena dall’attore e regista napoletano Carlo Giuffrè, che vi recitò assieme al fratello Aldo. Mogherini ne rivoluzionò la trama, cambiò il luogo dove si svolge la vicenda e ne mutò il titolo in “Culastrisce nobile veneziano”, film che racconta le vicissitudini del marchese Luca Maria Sbrizon (Marcello Mastroianni), vedovo ma convito che sia ancora in vita accanto a lui la defunta consorte Luisa, interpretata da Claudia Mori, moglie di Adriano Celentano. Per la dimora di “Culastrisce” il regista aveva davvero l’imbarazzo della scelta per il gran numero di ville che punteggiano le terre che il gruppo solcherà nel tratto iniziale di questa tappa e alla fine non seppe decidersi perché quella che nel film sembra un’unica villa nelle realtà sono tre differenti, tra l’altro situate in tre provincie diverse. La parte del leone la fa Villa Almerico Capra di Vicenza, più nota come “La Rotonda” e le cui inquadrature rappresentano gli esterni della dimora del marchese. Per le scene girate nel vasto parco circostante, invece, ci si spostò tra il laghetto di Villa Barbarigo a Valsanzibio (Padova) e la serra di Villa Revedin Bolasco a Castelfranco Veneto (Treviso), centro che i “girini” attraverseranno subito dopo la partenza da Cittadella. E non è finita qui perché altre ville compaiono nel film….

La serra di Villa Revedin Bolasco a Castelfranco Veneto, parte del mosaico di ville venete che compongono la dimora del marchese Sbrizon in Culastrisce nobile veneziano (www.davinotti.com)

La serra di Villa Revedin Bolasco a Castelfranco Veneto, parte del "mosaico" di ville venete che compongono la dimora del marchese Sbrizon in "Culastrisce nobile veneziano" (www.davinotti.com)

Cliccate qui per scoprire le altre location del film

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/culastrisce-nobile-veneziano/50004830

METEO GIRO

Le previsioni meteo per la tappa del giorno

<Cittadella: cielo coperto, 18°C, vento debole da SSW (5 Km/h), umidità al 66%
Spresiano (Km 43.3) : cielo coperto, 18.7°C, vento moderato da S (11-13 Km/h), umidità al 62%
Castello di Caneva – GPM (Km 76.9) : cielo coperto con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 17.8°C, vento moderato da S (11-12 Km/h), umidità al 71%
Meduno – traguardo volante (120.6 Km): pioggia modesta (0.5 mm), 15.1°C (percepiti 16°C), vento moderato da S (15-17 Km/h), umidità al 83%
Priuso (161.5 Km): temporale con pioggia consistente (1.5 mm), 13.6°C, vento moderato da S (20-24 Km/h), umidità al 95%
Arta Terme – traguardo volante (186.3 Km): temporale con pioggia consistente (1.5 mm), 13.5°C, vento moderato da S (19-25 Km/h), umidità al 93%
Monte Zoncolan: pioggia modesta (0.5 mm), 5.9°C, vento moderato da SSW (18-23 Km/h), umidità al 97%

GLI ORARI DEL GIRO

10.15: inizio diretta su Raisport
11.25: inizio diretta su Eurosport1
11.30: partenza da Cittadellla
13.20-13.35: GPM di Castello di Caneva
14.00: inizio diretta su Rai2 (dopo circa 107 Km dalla partenza)
14.25-14.40: traguardo volante di Meduno
15.15-15.40: GPM di Forcella Monte Rest
16.05-16.35: traguardo volante di Arta Terme
16.15-16.45: inizio salita Monte Zoncolan
16.55-17.35: arrivo sul Monte Zoncolan

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.

Ordine d’arrivo tredicesima tappa, Ravenna – Verona

1° Samuele Rivi
2° Albert Torres a 43″
3° Jai Hindley s.t.
4° Chris Hamilton s.t.
5° Victor Lafay s.t.

Classifica generale

1° Riccardo Minali
2° Attilio Viviani a 5″
3° Dylan Groenevegen a 5′15″
4° Samuele Rivi a 6′58″
5° Umberto Marengo a 7′50″

Maglia nera: Egan Bernal, 164° a 2h36′47″

STRAFALGAR SQUARE

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

Professor Fagnani: “La tappa si svolgerà senza fenomeni avversivi” (avversi)
Bastianelli (direttore Agenzia Nazionale del Turismo): “Questa sarà un’estata”
Genovesi: “Vicino a Learco Guerra è nato Virgilio”
Borgato: “Si accumulano le fatica”
Borgato: “Ieri gli era stata data questa novità” (notizia)
Pancani: “Bagnolo sul Vito” (Bagnolo San Vito)
Borgato: “Si stanno guardandi tutti”
Borgato: “Corsa Porta Nuova” (corso)
Borgato: “L’organizzazioni delle squadre”
Pancani: “Bagni di Romagna”
Pancani: “Sono andati a 40 e 800 nella media di gara”
Pancani: “Campenaerts prova a mettere in fuga il gruppo” (in fila)

DISCOGIRO

Finalmente io (Irene Grandi)

NIZZOLO FIRMA LA PRIMA A VERONA

maggio 21, 2021 by Redazione  
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Giacomo Nizzolo sfata il tabù piazzamenti e, dopo 11 secondi posti e 5 terzi, centra la sua prima vittoria di tappa nella corsa rosa al termine di uno sprint che un caparbio Edoardo Affini aveva cercato di anticipare, in una tappa completamente pianeggiante animata da una fuga a tre che non ha mai avuto alcuna possibilità di concludersi positivamente per gli attaccanti.

“Poi si rivolse e parve di coloro
che corrono a Verona il drappo verde
per la campagna; e parve di costoro
quelli che vince non colui che perde”

(Divina Commedia Inferno XV 121, 124)

Con questa frase, Dante paragonava Brunetto Latini a colui che disputa il palio di Verona e ne esce vincitore.
Oggi, proprio nella tappa dedicata a Dante, è stato Nizzolo ad uscire vincitore di una corsa che ben può paragonarsi al palio di Verona a cui Dante assistette durante uno dei suoi due soggiorni scaligeri, prima presso Bartolomeo e poi presso Cangrande Della Scala.
La tappa partiva da Ravenna, luogo di sepoltura del sommo poeta e dove egli passò gli ultimi anni della vita, e giungeva a Verona, celeberrimo traguardo del Giro d’Italia. La città dell’arena infatti ha ospitato spesso l’atto finale della corsa rosa. L’ultima volta fu nel 2019, quando Carapaz entrò in maglia rosa nell’arena dove si concludeva la tappa a cronometro finale.
Oggi le cose sono state decisamente più semplici.
La complessità letteraria dell’opera di Dante è sufficiente ed agli organizzatori deve essere sembrato non necessario aggiungere anche una complessità ciclistica, benché i dintorni d Verona presentino molte occasioni per inserire qualche piccolo movimento che avrebbe reso il finale comunque aperto ad uno sprint di massa, ma un po’ meno banale.
Gli appassionati però non possono che essere soddisfatti della vittoria di Giacomo Nizzolo che, dopo il ritiro scandaloso di Caleb Ewan, è riuscito a conquistare finalmente una vittoria di tappa al giro.
A questo obbiettivo, il velocista milanese era andato vicinissimo almeno 11 volte con il secondo posto e 5 con il terzo e quindi ha certamente meritato di concludere positivamente questa ricerca, tuttavia dispiace per Edoardo Affini che, nel finale, ha provato la classica fagianata per beffare i velocisti che avevano messo le loro squadre a tenere cucita la corsa tutto il giorno ed era riuscito a creare un buco, chiuso solo da Nizzolo, che ha dovuto lanciare la volata lunga, rischiando d perderla.
La tappa ha avuto il più classico e soporifero degli sviluppi.
Subito dopo il via ufficiale, vanno in fuga Samuele Rivi (Eolo-Kometa) e Umberto Marengo (Bardiani CSF Faizanè) raggiunti ben presto da Simon Pellaud (Androni-Sidermec).
La squadra del capoclassifica si disinteressa ovviamente di questo tentativo e sono quindi le squadre dei velocisti a doversi prendere la briga di controllare la corsa: Cofidis, Jumbo – Visma e UAE Team Emirates.
Il vantaggio veleggia sui 5/6 minuti, finché non interviene in testa la Qhubeka Assos che dimezza il gap, e la Deceuninck-QuickStep che, dopo il traguardo volante accelera ancora di più allungando il gruppo.
Il plotone però decide di non chiudere troppo presto sulla fuga per evitare altri attacchi e, di fatto, l’avventura dei tre speranzosi capitola ai – 7.
A quel punto il ritmo d gara aumenta sino ad arrivare in vista dello sprint.
Edoardo affini prova il colpo gobbo, sul modello di quelli che provava sesso Sorensen negli anni 90, e parte ai 600 metri, approfittando di un momento di incertezza della squadra della maglia ciclamino. L’ottimo passista riesce a prendere qualche metro e prova ad insistere, ma Nizzolo mangia la foglia e lancia la volata lunga, prendendo qualche discreto rischio. Il campione europeo la spunta solo negli ultimi 30 metri e sfata la maledizione della vittoria di tappa a giro.
Non vi sono particolari commenti da fare se non che, quando il territorio lo permette, sarebbe opportuno inserire della variabili che rendano la tappa aperta sia ad una soluzione di sprint di massa sia ad altri epiloghi.
Insomma sarebbe opportuno che i velocisti si guadagnassero la possibilità di disputare lo sprint, perché uno spettacolo come quello di oggi invoglia solo coloro che vogliono fare la pennichella lunga dopo pranzo.
Domani tappa che si concluderà sul Monte Zoncolan. Prima della difficile salita finale, c’è solo la Forcella di Monte Rest piazzata a metà percorso.
Per le caratteristiche del versate che sale da Sutrio è prevedibile che la battaglia tra i big scoppierà ai -2, quando le pendenze supereranno abbondantemente il 20%, si tratterà di dare tutto in pochi metri ed i distacchi tra i big saranno giocoforza contenuti. Sinora Bernal si è dimostrato superiore su certi terreni ma il vero giro d’Italia deve ancora iniziare.

Benedetto Ciccarone

Dopo un lungo inseguimento e uninfinita serie di piazzamenti anche per Giacomo Nizzolo arriva la gioia della vittoria al Giro dItalia (Getty Images Sport)

Dopo un lungo inseguimento e un'infinita serie di piazzamenti anche per Giacomo Nizzolo arriva la gioia della vittoria al Giro d'Italia (Getty Images Sport)

21-05-2021

maggio 21, 2021 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA

L’italiano Giacomo Nizzolo (Team Qhubeka ASSOS) si è imposto nella tredicesima tappa, Ravenna – Verona, percorrendo 198 Km in 4h42′19″, alla media di 42.08 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Edoardo Affini (Team Jumbo-Visma) e lo slovacco Peter Sagan (Bora – Hansgrohe). Il colombiano Egan Arley Bernal Gómez (INEOS Grenadiers) è ancora maglia rosa con 45″ sul russo Aleksandr Vlasov (Astana – Premier Tech) e 1′12″ sull’italiano Damiano Caruso (Bahrain – Victorious)

VUELTA CICLISTA A ANDALUCÍA – RUTA CICLISTA DEL SOL

Il tedesco Andrè Greipel (Israel Start-Up Nation) si è imposto nella quarta tappa, Baza – Cúllar Vega, percorrendo 182.9 Km in 4h37′12″, alla media di 39.589 Km/h. Ha preceduto allo sprint il colombiano Álvaro José Hodeg Chagüi (Deceuninck – Quick Step) e il danese Mads Pedersen (Trek – Segafredo). Miglior italiano Alexander Konychev (Team BikeExchange), 9°. Il colombiano Miguel Ángel López Moreno (Movistar Team) è ancora leader della classifica con 20″ sull’olandese Antwan Tolhoek (Team Jumbo-Visma) e 55″ sullo spagnolo Julen Amezqueta Moreno (Caja Rural – Seguros RGA). Miglior italiano Antonio Nibali (Trek – Segafredo), 23° a 5′21″.

ALPES ISÈRE TOUR

L’olanaese Sjoerd Bax (Metec – Solarwatt p/b Mantel) si è imposto nella terza tappa, Saint-Exupéry – Pusignan, percorrendo 157.8 Km in 3h39′26″, alla media di 43.148 Km/h. Ha preceduto allo sprint il ceco Adam Ťoupalík (Elkov – Kasper) e l’olandese Marijn van den Berg (Equipe continentale Groupama-FDJ). Miglior italiano Luca Chirico (Androni Giocattoli – Sidermec), 15°. Van den Berg è ancora leader della classifica con 9″ sul francese Clément Jolibert (Team Pro Immo Nicolas Roux) e su Bax. Miglior italiano Alessandro Bisolti (Androni Giocattoli – Sidermec), 12° a 19″

VUELTA A BURGOS FEMINAS (Donne)

La russa Anastasiia Chursina (Alé BTC Ljubljana) si è imposta nella seconda tappa, Pedrosa de Valdeporres – Villarcayo, percorrendo 97 Km in 2h29′28″, alla media di 38.938 Km/h. Ha preceduto di 1′11″ la britannica Alice Barnes (Canyon SRAM Racing) e la danese Amalie Dideriksen (Trek-Segafredo Women). Miglior italiana Laura Tomasi (Alé BTC Ljubljana), 6° a 1′11″. L’elvetica Elise Chabbey (Canyon SRAM Racing) è la nuova leader della classifica con lo stesso tempo della neozelandese Niamh Fisher-Black (SD Worx) e dell’australiana Grace Brown (Team BikeExchange). Miglior italiana Sofia Bertizzolo (Liv Racing), 9° a 5″.

LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): RAVENNA – VERONA

maggio 21, 2021 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

È la “Dante Stage” ma non solo. Nella tredicesima tappa del Giro, oltre ad omaggiare l’autore della Divina Commedia nel 700° anniversario della morte, si festeggerà il novantesimo compleanno della maglia rosa con il passaggio dalle terre natale di Learco Guerra, il corridore che per primo ebbe l’onore di indossare il prestigioso indumento, conquistandolo proprio sulle strade di casa. Poi tutti a gustarsi quello che sarà molto probabilmente l’ultimo arrivo in volata di questa edizione.

Quest’anno c’era da celebrare il 700° anniversario della morte di Dante Alighieri e gli organizzatori avevano due scelte: ricordare il Divin Poeta disegnando un tappone infernale o una frazione più paradisiaca e alla fine s’è scelta questa strada, collegando in poco meno di 200 Km privi di qualsivoglia difficoltà altimetrica due centri cari ai dantisti. Si partirà così da Ravenna – dove l’Alighieri trascorse gli ultimi anni di vita, morì stroncato dalla malaria e dove è sepolto – per veleggiare in direzione di Verona, dove l’autore della Divina Commedia soggiornò per cinque anni presso la corte scaligera su espresso invito di Cangrande I Della Scala. In mancanza di divagazioni in salita strada facendo ci si potrà “distrarre” con un’altra celebrazione, quella del novantesimo compleanno della maglia rosa, assegnata per la prima volta nel 1931. Quell’anno il Giro lo vinse il piemontese Francesco Camusso, ma il primo ad avere l’onore di indossarla fu Learco Guerra, che il 10 maggio 1931 s’impose nella tappa d’apertura, Milano – Mantova, precedendo allo sprint Alfredo Binda e Michele Mara. Proprio da Mantova i corridori transiteranno mancheranno circa 40 Km all’arrivo e poco prima si sarà affrontato il secondo dei due traguardi volanti giornalieri a Bagnolo San Vito, il comune d’origine di Guerra, nato il 14 ottobre 1902 nella vicina frazione San Nicolò Po. Un’ora più tardi assisteremo in quel di Verona ad un appassionante arrivo in volata che si annuncia particolarmente combattutto perchè sarà l’ultimo di questa edizione: da qui a Milano il percorso non offrirà più occasioni per i velocisti.

L’isolata chiesa campestre di San Nicolò Po, paese natale di Learco Guerra, e l’altimetria della tredicesima tappa (Google Street View)

L’isolata chiesa campestre di San Nicolò Po, paese natale di Learco Guerra, e l’altimetria della tredicesima tappa (Google Street View)

L’ANGOLO DELLA STORIA

Verona si colloca alla settima posizione nella classifica della città più toccate dal Giro, a pari quota con Trieste e preceduta in ordine crescente da Bologna, Firenze e Genova (anche queste ex aequo), Torino, Napoli, Roma e dall’irraggiungibile Milano. La prima conclusione all’ombra dell’Arena porta la data del 30 maggio 1924, quando il milanese Arturo Ferrario vinse quella che era la penultima tappa di quell’edizione, disputata solo da corridori “individuali” e vinta dal piemontese di natali americani Giuseppe Enrici. A Verona la Corsa Rosa tornerà stabilmente nei tre anni successivi, quando questo traguardo sarà rispettivamente di Costante Girardengo (1925) e per due volte di Alfredo Binda (1926 e 1927), poi non se ne parlerà più fino al 1940, l’anno della prima vittoria di Fausto Coppi alla vigilia del lungo stop causato dalla seconda guerra mondiale, quando sarà il suo capitano Gino Bartali a tagliare per primo la linea d’arrivo. Verona sarà presente anche nel tracciato del Giro della Rinascita (1946; vittoria del friulano Oreste Conte), poi si dovranno attendere undici anni per rivedere la corsa sulle strade della città veneta e in un’occasione particolare perché sarà Verona ad “assegnare” la prima maglia rosa nel 1957 accogliendo l’arrivo della tappa d’apertura, conquistata allo sprint dal belga Rik Van Steenbergen. Proseguendo con le edizioni del Giro nel 1959 arriverà la vittoria dello spagnolo Miguel Poblet, nel 1960 quella del francese André Darrigade, mentre per vedere un italiano tornare a sfrecciare vittorioso su questo traguardo bisognerà aspettare il 1964, anno della vittoria del trevigiano Vendramino Bariviera. Tre anni più tardi Torriani porterà per la prima volta il Giro all’interno dell’Arena, sede d’arrivo di una tappa a cronometro di 45 Km scattata da Mantova e vinta dal danese Ole Ritter. 19 anni dopo la vittoria di Van Steenbergen un altro Rik che vien dal Belgio, Van Linden, farà suo il traguardo veronese nel 1973, poi arriveranno le affermazioni del parmense Ercole Gualazzini nel 1979 e del norvegese Knut Knudsen nel 1981, anche stavolta al termine di una cronometro che approdava all’interno dell’Arena, ma che prevedeva la partenza da Soave. Tra le medesime località e sul medesimo tracciato di 42 Km si tornerà a gareggiare in occasione dell’ultima tappa del Giro del 1984, la storica frazione del “sorpasso” in extremis di Francesco Moser ai danni del francese Laurent Fignon, evento il cui clamore spinse Torriani ad assegnare a Verona anche il cronoprologo dell’edizione successiva, pure conquistato dal corridore trentino. Dopo la tappa del 1997, che propose in anteprima il circuito dei mondiali del 1999 e che terminò con la vittoria in solitaria del bergamasco Mirco Gualdi, tutti i successivi ritorni del Giro a Verona saranno all’insegna del tic-tac, con frazioni a cronometro che sono state nell’ordine conquistate dal bergamasco Paolo Savoldelli nel 2007, dallo svedese Gustav Erik Larsson nel 2012 e dallo statunitense Chad Haga nel 2019, mentre nel 2012 le strade della città scaligera ospitarono una cronometro a squadre – prima tappa italiana di quell’edizione, partita dalla Danimarca – vinta dalla formazione statunitense Garmin-Barracuda.

CIAK… SI GIRO

Non sappiamo se Learco Guerra fosse un appassionato di cinema. Ma se, nell’autunno del 1949, fosse andato ad assistere alla proiezione de “Il mulino del Po” di sicuro non fatichiamo a immaginarcelo compiere un salto sulla poltrona e provare un tuffo al cuore nel riconoscere luoghi a lui cari. Per le riprese del film ispirato al terzo dei tre volumi che all’epoca componevano l’omonimo romanzo di Riccardo Bacchelli, pubblicato in forma unitaria solamente nel 1957, il regista Alberto Lattuada non scelse di girare nella zona del delta del Po, dove il romanzo era ambientato, ma optò per le campagne mantovane, forse perché più vicine alle grandi città e meglio raggiungibili con gli ingombranti mezzi utilizzati dalle produzioni cinematografiche. Così per una delle principali location del film, la fattoria di padron Clapassòn nella quale lavorano come braccianti i membri dei Verginesi (una delle due famiglie protagoniste, antagonista degli Scacerni) fu scelta la Corte Arrigona, complesso rurale situato nelle campagne di Bagnolo San Vito, il paese del quale era originario Guerra, che come ricordavamo più sopra era nato nella frazione di San Nicolò Po: proprio la piccola chiesetta intitolata a San Nicola, nella quale Learco era stato battezzato poche ore dopo la nascita, fa la “comparsa” sullo sfondo di una scena secondaria del film, nella quale i Verginesi rifiutano di rispondere al saluto di un componente dell’avversaria famiglia, colpevole di non aver aderito alla “Lega dei Lavoratori”.

La chiesetta di San Nicolò Po, nella quale fu battezzato Learco Guerra, fa da comparsa in una scena del Il mulino del Po (www.davinotti.com)

La chiesetta di San Nicolò Po, nella quale fu battezzato Learco Guerra, fa da "comparsa" in una scena del "Il mulino del Po" (www.davinotti.com)

Cliccate qui per scoprire le altre location del film

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/il-mulino-del-po/50012369

METEO GIRO

Le previsioni meteo per la tappa del giorno

Ravenna: poco nuvoloso, 23.2°C (percepiti 24°C), vento debole da SW (8-11 Km/h), umidità al 32%
Argenta (Km 34) : poco nuvoloso, 25.2°C (percepiti 26°C), vento debole da SW (8-9 Km/h), umidità al 23%
Ferrara – traguardo volante (Km 67.5): cielo sereno, 25.4°C, vento debole da SW (7-8 Km/h), umidità al 23%
Bergantino (110.4 Km): poco nuvoloso, 25°C, vento debole da SW (6-8 Km/h), umidità al 26%
Bagnolo San Vito – traguardo volante (144.6 Km): poco nuvoloso, 25.5°C, vento moderato da SW (12 Km/h), umidità al 24%
Verona: nubi sparse, 24°C, vento moderato da SW (12-15 Km/h), umidità al 28%

GLI ORARI DEL GIRO

11.15: inizio diretta su Raisport
12.20: inizio diretta su Eurosport1
12.25: partenza da Ravenna
14.00: inizio diretta su Rai2 (dopo circa 60 Km dalla partenza)
14.05-14.15: traguardo volante di Ferrara
15.50-16.10: traguardo volante di Bagnolo San Vito
17.00-17.25: arrivo a Verona

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.

Ordine d’arrivo dodicesima tappa, Siena – Bagno di Romagna

1° Łukasz Wiśniowski
2° Matteo Jorgenson s.t.
3° Mauro Schmid s.t.
4° Valerio Conti a 2″
5° Riccardo Minali s.t

Classifica generale

1° Riccardo Minali
2° Attilio Viviani a 5″
3° Dylan Groenevegen a 5′15″
4° Umberto Marengo a 7′48″
5° Samuele Rivi a 9′53″

Maglia nera: Egan Bernal, 164° a 2h36′47″

STRAFALGAR SQUARE

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

Saligari: “Ecco le immagini che lo hanno portato al ritiro”
Barresi: “Bagno di Romana”
Pancani: “L’ospedale di Careggi è stato sottoposto a vari esami”
Borgato: “Alfredo Martini è stato il padre e il nonno di molti corridori”
Pancani: “Simone Petilli era nelle ammiraglie”
Genovesi: “Comune di Bagno di Santa Sofia” (Santa Sofia e Bagno di Romagna sono due comuni distinti, toccati nel finale)
Pancani: “Elia Viviani ha fatto poco fa un nome” (correndo non poteva parlare con i giornalisti)
Pancani: “Coppia formata da Edet Visconti”
Televideo RAI: “Il gruppo lascia fare i fuggitivi”
Televideo RAI: “Honore” (Honorè)

DISCOGIRO

Escape to Victory (Bill Conti, colonna sonora del filmn “Fuga per la vittoria”)

FUGA E RITIRI; A BAGNO DI ROMAGNA LA SPUNTA VENDRAME

maggio 20, 2021 by Redazione  
Filed under News

In una giornata caratterizzata da moltissimi ritiri, Vendrame ha vinto sul traguardo di Bagno di Romagna, battendo un Hamilton che, dopo essere rimasto da solo con il vincitore, non ha dato un cambio. Follia Brambilla e Bennet che pensano ad ostacolarsi, mentre gli altri due vanno via. Segnali di vita da Nibali che allunga in discesa e anticipa il gruppo di qualche secondo.

Una delle principali notizie della tappa di oggi è il nutrito bollettino dei ritiri.
Sono stati costretti ad abbandonare la carovana Gino Mader (Bahrain-Victorious), Fausto Masnada (Deceuninck Quick-Step), Alex Dowsett (Israel Start-Up Nation), Marc Soler, uomo di classifica della Movistar, e soprattutto l’ex maglia rosa Alessandro De Marchi (Israel Start-Up Nation) che è incappato in una paurosa caduta che ha tenuto gli appassionati con il fiato sospeso.
Il corridore italiano per fortuna non ha riportato i danni che la caduta aveva fatto temere ma ha comunque subito la frattura della clavicola.
La tappa di oggi ha visto protagonista una fuga in cui superstiti sono arrivati con enorme vantaggio sul gruppo della maglia rosa.
Il percorso, del resto, si prestava molto ad un tentativo de genere, con diverse salite appenniniche non impossibili ed un gruppo dei big ancora provato dopo le fatiche della tappa di ieri, desideroso di tirare il fiato in vista dello spauracchio Zoncolan, previsto per sabato.
Non è stato però facile per gli aspiranti attaccanti riuscire a centrare il tentativo giusto.
Subito dopo il via ufficiale gli scatti sono stati numerosi e continui, ma sono stati tutti neutralizzati da gruppo che, ad un certo punto, per far cessare gli allunghi ha anche alzato notevolmente il ritmo.
Tra i vari uomini con intenzioni bellicose ha messo il naso fuori anche Sagan, ma pure il suo tentativo è stato stoppato.
L’azione buona si è concretizzata dopo circa 50 km con Simone Ravanelli (Androni Giocattoli – Sidermec), Mikkel Honoré (Deceuninck – Quick-step), Vincenzo Albanese (Eolo-Kometa), Diego Ulissi (UAE-Team Emirates) e Dries De Bondt (Alpecin-Fenix) che evadono per primi per venire presto raggiunti da Gianluca Brambilla (Trek-Segafredo), Christopher Hamilton (Team DSM), Andrea Vendrame (Ag2r Citroën), Simone Petilli (Intermarché-Wanty-Gobert) e Victor Campenaerts (Qhubeka Assos) e successivamente anche da Geoffrey Bouchard (Ag2r Citroën), Natnael Tesfazion (Androni Giocattoli-Sidermec), Guy Niv (Israel Start-Up Nation) e George Bennett (Jumbo-Visma).
In un secondo momento, anche Giovanni Visconti (Bardiani CSF Faizanè) e Nicolas Edet (Cofidis) riescono ad accodarsi ai battistrada.
Il gruppo, guidato dagli Ineos, a questo punto, tira i remi in barca e lascia che i 16 uomini prendano il largo.
Il vantaggio continua a salire arrivando anche a superare i 12 minuti e la frazione vede per gran parte del percorso i due gruppi procedere separatamente.
Nella discesa del Passo della Consuma, i corridori troveranno una pioggia battente che li accompagnerà per buona parte del percorso prima di cedere il passo al sole nelle fasi finali.
Sul Passo la Calla, il gruppo di testa si fraziona ma è un falso allarme, dato che il drappello si riforma con la sola defezione di Campenaerts.
Nella discesa, perdono contatto alcuni attaccanti, tra cui anche Diego Ulissi, mentre Geoffrey Bouchard, Simone Petilli e Natnael Tesfazion riescono a contenere il distacco ed a rientrare a fine discesa.
Il punto chiave della tappa era l’ascesa al Passo e Carnaio che presenta i tre chilometri centrali molto duri, con una pendenza media del 10% e punte del 14%.
Sulla salita, Brambilla fa il diavolo a quattro, costringendo diversi uomini ad alzare bandiera bianca, ma dopo un tentativo di Bennet prontamente stoppato da Brambilla parte in contropiede Vendrame che riesce a prendere qualche metro di vantaggio, ma non a fare il vuoto, dietro ci sono George Bennett, Gianluca Brambilla, Christopher Hamilton, Nicolas Edet e Giovanni Visconti.
Gli ultimi due perdono però contatto sulla accelerazione di George Bennet, con la quale il capitano della Jumbo Visma si riporta su Vendrame con Brambilla ed Hamilton.
Nel gruppo, prova un timido allungo Giulio Ciccone al quale si accoda anche il compagno di squadra Nibali, ma l’attacco non è deciso e gli uomini della maglia rosa non hanno problemi a chiudere. Del resto vista la condizione di forma di Bernal e la presenza degli Ineos in versione “cani da guardia” nessuno ha provato una azione, oltre al fatto che le fatiche di ieri s sono fatte sentire sicuramente anche oggi.
Poco dopo il cartello dei meno 3, accade l’inspiegabile: Hamilton prova a partire, Vendrame si affila immediatamente, mentre Bennet e Brambilla si ostacolano a vicenda e ognuno dei due cerca di rifilare all’altro la responsabilità dell’inseguimento. Ovviamente con questo comportamento non riusciranno a rientrare. Davanti, Hamilton non tira un metro, ma Vendrame oltre ad essere più veloce, ha anche più energie e riesce a vincere agevolmente, pur lanciando la volata davanti.
In gruppo, Nibali prova ad allungare in discesa e riesce a tagliare il traguardo con qualche secondo sul gruppo. Un moto di orgoglio per il siciliano che forse vuole provare qualche allungo per tentare una vittoria di tappa nella terza settimana, generalmente più congeniale per un uomo di fondo come lui.
Tappa certamente adatta alle fughe e fuga è stata anche se gli organizzatori avevano provato ad inserire il trabocchetto de Carnaio. Sui chilometri centrali si poteva organizzare un attacco, mala situazione di corsa venutasi a creare, la superiorità mostrata da Bernal, la solidità della Ineos e le fatiche d ieri hnno indotto i big a prendersi una giornata di riposo.
Ve però osservato che sul traguardo Bernal è arrivato con il solo Narvaez a significare che l’intera giornata avanti a tirare si è fatta sentire anche per la squadra della maglia rosa e non è quind escluso che sulle grandi montagne la corazzata Ineos possa accusare qualche passaggio a vuoto.
Domani, tappa completamente pianeggiante per velocisti da Ravenna a Verona, dedicata al sommo poeta Dante Alighieri che a Ravenna passò gli ultimi anni della sua vita ed a Verona soggiornò ospite dei Della Scala.

Benedetto Ciccarone

La vittoria di Vendrame a Bagno di Romagna (Getty Images Sport)

La vittoria di Vendrame a Bagno di Romagna (Getty Images Sport)

20-05-2021

maggio 20, 2021 by Redazione  
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GIRO D’ITALIA

L’italiano Andrea Vendrame (AG2R Citroën Team) si è imposto nella dodicesikma tappa, Siena – Bagno di Romagna, percorrendo 212 Km in 5h43′48″, alla media di 36.998 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’australiano Chris Hamilton (Team DSM) e di 15″ il neozelandese George Bennett (Team Jumbo-Visma). Il colombiano Egan Arley Bernal Gómez (INEOS Grenadiers) è ancora maglia rosa con 45″ sul russo Aleksandr Vlasov (Astana – Premier Tech) e 1′12″ sull’italiano Damiano Caruso (Bahrain – Victorious)

VUELTA CICLISTA A ANDALUCÍA – RUTA CICLISTA DEL SOL

Il colombiano Miguel Ángel López Moreno (Movistar Team) si è imposto nella terza tappa, Beas de Segura – Villarrodrigo (Puerto de Onsares), percorrendo 176.9 Km in 5h03′26″, alla media di 34.98 Km/h. Ha preceduto di 2″ l’olandese Antwan Tolhoek (Team Jumbo-Visma) e di 6″ il canadese James Piccoli (Israel Start-Up Nation). Miglior italiano Antonio Nibali (Trek – Segafredo), 25° a 3′12″. López Moreno è il nuovo leader della classifica con 20″ su Tolhoek e 55″ sullo spagnolo Julen Amezqueta Moreno (Caja Rural – Seguros RGA). Miglior italiano Nibali, 20° a 4′16″.

ALPES ISÈRE TOUR

Il francese Clément Jolibert (Team Pro Immo Nicolas Roux) si è imposto nella seconda tappa, Saint-Jean-de-Soudain – La Verpillière, percorrendo 167.3 Km in 4h02′31″, alla media di 41.391 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Maxime Jarnet (Velo Club Villefranche Beaujolais) e l’olandese Marijn van den Berg (Equipe continentale Groupama-FDJ. Miglior italiano Alessandro Bisolti (Androni Giocattoli – Sidermec), 17°. Van den Berg è ancora leader della classifica con lo stesso tempo di Jolibert e Jarnet. Miglior italiano Bisolti, 13° con lo stesso tempo dei primi

VUELTA A BURGOS FEMINAS (Donne)

L’australiana Grace Brown (Team BikeExchange) si è imposta nella prima tappa, Villadiego – Sargentes de la Lora, percorrendo 100 Km in 2h28′28″, alla media di 40.413 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’elvetica Elise Chabbey (Canyon SRAM Racing) e la neozelandese Niamh Fisher-Black (SD Worx). Miglior italiana Soraya Paladin (Liv Racing), 5° a 5″. La Brown è la prima leader della classifica con lo stesso tempo della Chabbey e della Fisher-Black. Miglior italiana la Paladin, 5° a 5″.

LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): SIENA – BAGNO DI ROMAGNA

maggio 20, 2021 by Redazione  
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Al tappone degli sterrati segue a ruota l’ultima frazione disegnata sugli Appennini. Il percorso è ben infarcito di difficoltà e, sebbene non appaia come selettivo, potrebbe lasciare il segno in classifica se qualche big non avesse digerito la giornata di Montalcino

Il Giro saluta gli Appennini con l’ultimo dei due “tapponi” disegnati sulla catena montuosa che rappresenta la spina dorsale della penisola italiana, una frazione apparentemente innocua ma in realtà doppiamente delicata. Il percorso può sembrare poco promettente perché la sua ossatura ricalca quello della tappa terminata a Bagno di Romagna nel 2017 e conclusasi con un nulla di fatto in classifica e la vittoria di uno dei fuggitivi di giornata. Le salite della prima parte saranno le stesse mentre è stato tagliato il circuito finale che prevedeva la lunga e pedalabile ascesa al Monte Fumaiolo e così si troverà più vicina al traguardo l’ascesa del Colle del Carnaio, che presenta pendenze interessanti nella prima parte. Il problema principale di questa giornata sarà, però, rappresentato dalla vicinanza con la tappa degli sterrati disputata poche ore prima e che molti potrebbero non avere ancora smaltito, con il rischio di incappare in imprevisti distacchi in questa frazione, che è anche molto più lunga rispetto a quella del 2017: questa sarà, infatti, la prima delle quattro tappe del Giro 2021 nelle quali si supereranno i 200 Km di gara. Percorsi i primi 76 Km senza incontrare grosse difficoltà, a parte i saliscendi del Chianti da scavalcare in partenza, si renderà omaggio ad Alfredo Martini nel centesimo anniversario della nascita e proprio all’uscita dalla sua Sesto i corridori incontreranno la prima delle quattro salite che caratterizzano il tracciato, che è anche quella fornita della pendenza massima più elevata, perché si tocca un picco del 19% nell’affrontare i 7.6 Km al 6.6% del Monte Morello, al cui inizio s’incontra un troncone di 2 Km e mezzo all’11.2% di media. Una trentina di chilometri più avanti si attaccherà quella che è la salita più lunga di questa frazione, che in 17 Km al 5.7% condurrà i “girini” sino ai 1060 metri del Passo della Consuma; di poco più breve sarà il successivo Passo della Calla (15.3 Km al 5.5%), svalicato il quale la Corsa Rosa tornerà sulle strade della Romagna una settimana dopo l’arrivo della tappa di Cattolica. È a questo punto che i corridori si troveranno a fare i conti con una salita non durissima ma che potrebbe lasciare il segno, soprattutto se qualche corridore non avesse ancora digerito lo sterrato di ieri e qualcun altro deciderà proprio ora di alzare il ritmo: son poco meno di 11 Km al 5.1% che celano un cuore di 3 Km al 9.5% che, a soli 9 Km e mezzo dal traguardo, potrebbe per davvero provocare un piccolo Carnaio.

Il lago di Ridracoli a Bagno di Romagna e l’altimetria della dodicesima tappa (TripAdvisor)

Il lago di Ridracoli a Bagno di Romagna e l’altimetria della dodicesima tappa (TripAdvisor)

L’ANGOLO DELLA STORIA

Abbiamo già accennato all’arrivo del Giro 2017 a Bagno di Romagna, dove a tagliare per primo il traguardo fu lo spagnolo Omar Fraile, che precedette allo sprint il portoghese Rui Costa e il francese Pierre Rolland mentre l’olandese Tom Dumoulin conservò agevolmente la maglia rosa che aveva conquistato il giorno prima al termine della cronometro di Foligno e che vestirà anche sul traguardo finale di Milano dopo averla ceduta per un paio di giorni al colombiano Nairo Quintana. Tra le ascese che si dovranno affrontare quella con il curriculum più nutrito è il Passo della Consuma, che dal 1933 – anno dell’istituzione della classifica dei Gran Premi della Montagna – a oggi è stata inserita nove volte nel percorso della Corsa Rosa. A inaugurare questo passaggio fu nel 1934 Francesco Camusso, il corridore piemontese che nel 1931 aveva vinto la prima edizione del Giro nel quale era prevista l’assegnazione della maglia rosa e che scollinò in testa sulla Consuma nel corso della Rimini – Firenze, vinta dal mantovano Learco Guerra. Gli altri corridori che “incideranno” il loro nome sul fondo stradale della Consuma saranno il toscano Primo Volpi nel 1940, il bergamasco Armando Pellegrini nel 1959, l’elvetico Ueli Sutter nel 1978, il belga Lucien Van Impe nel 1983, il piemontese Marco Della Vedova nel 1996, il colombiano José Jaime “Chepe” González nel 2000, il laziale Stefano Pirazzi nel 2013 e il belga Laurens De Plus nella citata tappa di Bagno di Romagna del 2017.

CIAK… SI GIRO

Probabilmente non se lo aspettava nemmeno lui un successo così strepitoso. Quando nel 1996 Leonardo Pieraccioni si mise dietro la macchina da presa per girare il suo secondo film da regista arrivava dall’esperienza de “I laureati”, che l’anno precedente gli aveva permesso di incassare 13 miliardi di lire dopo averne spesi due per la produzione della pellicola. Ma di certo non avrebbe potuto immaginare che “Il ciclone” di miliardi gliene avrebbe portati ben 75 di miliardi, facendo di quel film uno dei più visti di quella stagione, un vero e proprio cult con diversi appassionati di “cineturismo” che ancora oggi si recano in pellegrinaggio sui luoghi delle riprese, che vedono in cima alla lista la Giuncaia, il casale nel quale abita la famiglia protagonista, che si trova nel comune aretino di Laterina e che è parte della tenuta di Villa Monsoglio, spettacolare location che molte coppie scelgono per svolgervi il loro matrimonio. Lungo il percorso di questa tappa, esattamente dove finisce la discesa della Consuma e inizia la successiva salita verso la Calla, si attraverserà il piccolo borgo di Stia, comune autonomo all’epoca delle riprese e dal 2014 divenuto una delle due principali frazioni del municipio di Pratovecchio Stia. È nella centralissima Piazza Tanucci che furono filmate diverse scene, come quella nella quale Levante (Pieraccioni) ode il frastuono provenente dal suo casale, scambiato per agriturismo da un gruppo di ballerine di flamenco e dal loro impresario: così nella finzione, ma sarebbe stato impossibile nella realtà perché tra Stia e il casale della Giuncaia ci sono quasi 60 Km e di mezzo un’alta montagna, il massiccio del Pratomagno.

Leonardo Pieraccioni scorrazza in motocicletta in Piazza Tanucci a Stia nelle sequenze dapertura del film campione dincassi Il ciclone (www.davinotti.com)

Leonardo Pieraccioni scorrazza in motocicletta in Piazza Tanucci a Stia nelle sequenze d'apertura del film campione d'incassi "Il ciclone" (www.davinotti.com)

Cliccate qui per scoprire le altre location del film

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/il-ciclone/50003478

METEO GIRO

Le previsioni meteo per la tappa del giorno

Siena: cielo sereno, 18.2°C (percepiti 19°C), vento debole da NNE (6 Km/h), umidità al 48%
Greve in Chianti (Km 35.7) : cielo sereno, 19.6°C, vento debole da NNE (8-9 Km/h), umidità al 42%
Sesto Fiorentino – traguardo volante (Km 76.5): cielo sereno con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 22.7°C, vento debole da NNE (6 Km/h), umidità al 39%
Passo della Consuma (GPM – 132.6 Km): cielo sereno, 17.4°C, vento debole da NNE (9-11 Km/h), umidità al 39%
Passo della Calla (GPM – 163.9 Km): cielo sereno, 12.9°C, vento debole da NNE (8 Km/h), umidità al 37%
Bagno di Romagna: cielo sereno, 18.5°C, vento debole da NNE (7-8 Km/h), umidità al 35%

GLI ORARI DEL GIRO

10.15: inizio diretta su Raisport
11.15: inizio diretta su Eurosport1
11.20: partenza da Siena
13.10-13.20: traguardo volante di Sesto Fiorentino
13.30-13.45: GPM di Monte Morello
14.00: inizio diretta su Rai2 (dopo circa 100 Km dalla partenza)
14.50-15.20: GPM di Passo della Consuma
15.45-16.20: GPM di Passo della Calla
16.20-16.55: traguardo volante di Santa Sofia
16.45-17.25: GPM di Passo del Carnaio
16.55-17.35: arrivo a Bagno di Romagna

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.

Ordine d’arrivo undicesima tappa, Perugia – Montalcino (Brunello di Montalcino Wine Stage)

1° Gino Mäder
2° Simone Consonni a 7″
3° Dylan Groenevegen a 12″
4° Alexander Krieger s.t.
5° Cameron Meyer s.t.

Classifica generale

1° Attilio Viviani
2° Riccardo Minali a 58″
3° Dylan Groenevegen a 5′10″
4° Umberto Marengo a 7′43″
5° Samuele Rivi a 9′48″

Maglia nera: Egan Bernal, 170° a 2h20′51″

STRAFALGAR SQUARE

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

Brocci: “Il percorso è tutto cartellato” (cartellonato)
Borgato: “È difficile controllare il mezzo e la bici”
Borgato: “Arrivano in un gruppo compatto”
Cassani: “Le coperture” (i copertoncini)
Borgato: “Si troveranno bene chi useranno i tubeless”
Borgato: “Uomini dell’IEF” (EF)
Genovesi: “Le terre dell’Etrua” (Etruria)
Pancani: “Caduta scivolata per Battaglin”
Televideo RAI: “Vanoucke” (Vanhoucke)
Comunicato stampa RCS Sport: “La maglia rosa è arrivato”
Comunicato stampa RCS Sport: “Il debuttante svizzero ha attacato”

DISCOGIRO

Centro di gravità permanente (Franco Battiato)

BERNAL VOLA ANCHE SUGLI STERRATI DI MONTALCINO, CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE SUL PRIMATO IN CLASSIFICA

maggio 19, 2021 by Redazione  
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La prima non si dimentica mai, ed è speciale per Mauro Schmid (Qhubeka Assos) la prima vittoria in carriera perché la conquista in una tappa epica contraddistinta dagli sterrati toscani verso Montalcino. Il giovane 21enne svizzero grazie ad una corposa fuga da lontano è il più forte e si impone su un ottimo Alessandro Covi (UAE Team Emirates). Tra i big cede, e scivola in classifica generale, Remco Evenepoel (Deceuninck-QuickStep) per lui indigesti i settori in sterrato mentre la maglia rosa Egan Bernal (Ineos-Grenadiers) rafforza il primato.

Attesissima la tappa degli sterrati concentrati negli ultimi 70 km di corsa per un totale di 35, 2 Km in quattro distinti settori con il Passo del Lume Spento, GPM di terza categoria, da affrontare due volte prima della rampa su verso Montalcino. La partenza è da Perugia sotto un bel sole dopo il giorno di riposo, il primo del Giro 104. La fuga si forma subito dopo il Km zero ed è composta da ben 11 corridori, questi sono: Lawrence Naesen (Ag2r Citroen), Francesco Gavazzi (Eolo-Kometa), Alessandro Covi (UAE Team Emirates), Harm Vanhoucke e Roger Kluge (Lotto Soudal), Simon Guglielmi (Groupama-FDJ), Enrico Battaglin (Bardiani-CSF), Mauro Schmid e Bert-Jan Lindeman (Team Qhubeka-Assos), Taco Van Der Hoorn (Intermarché-Wanty Gobert Matériaux), Dries De Bondt (Alpecin-Fenix). Dietro, alla Ineos-Grenadiers della maglia rosa, la condizione di corsa sta bene tanto che nessuno si porta avanti a tirare. E’ la quiete prima della tempesta in attesa dell’ingresso nel primo settore di strade bianche. Il gruppetto degli undici va via di comune accordo arrivando ad avere un vantaggio massimo di 14’.30” a 72 Km dalla conclusione. Sarà corsa nella corsa con gli uomini in fuga a giocarsi la vittoria di tappa e gli uomini di classifica a darsi battaglia nella polvere. Il vantaggio dei fuggitivi si riduce a 12’:20” quando il gruppo inizia ad affrontare il primo settore di sterrato, velocità aumentata dagli uomini più fidati di Egan Bernal a condurlo davanti infatti sono Gianni Moscon e Filippo Ganna. In località Torrenieri il primo settore è il più facile dei quattro previsti, 9,1 Km, è qui grazie soprattutto alle trenate di Filippo Ganna che il gruppo dei migliori inizia a polverizzarsi frazionandosi in più tronconi. All’uscita dello sterrato davanti, tra i migliori, restano una ventina di uomini tra cui: Gianni Moscon, Jhonatan Narváez ed Egan Bernal (Ineos-Grenadiers), (Ineos-Granadiers), Peter Sagan (Bora-Hansgrohe), Giulio Ciccone, Vincenzo Nibali e Gianluca Brambilla (Trek-Segafredo), Attila Valter e Antoine Duchesne (Groupama-FDJ), Matteo Jorgenson, Albert Torres, Marc Soler e Nelson Oliveira (Movistar), Romain Bardet (Team DSM), Ruben Guerreiro (EF-Nippo), George Bennett (Jumbo-Visma), Gorka Izagirre (Astana-Premier Tech) e Quinten Hermans (Intermarché-Wanty Gobert Matériaux. Restano attardati tra i capitani, Aleksandr Vlasov (Astana Premier Tech), Simon Yates (Team BikeExchange), Remco Evenepoel (Deceuninck-Quick-Step) apparso in difficoltà a condurre la bici su questo tipo di terreno sempre in fondo al gruppo dei migliori e Hugh Carthy (EF Education-Nippo); per loro la fortuna è avere ancora a disposizione compagni di squadra in un gruppo inseguitore numeroso. Il ritardo dal gruppo maglia rosa è di 30”, l’inseguimento è portato a termine anche grazie al tratto di pianura prima del secondo settore di sterrato. Tra i primi dieci della classifica generale pagano il primo tratto di strade bianche Davide Formolo (UAE Team Emirates) e Daniel Martin (Israel Start-Up Nation), i due scompaiono letteralmente tra la polvere, pagheranno all’arrivo oltre 9’. In testa alla corsa gli uomini più freschi sembrano essere Kluge, Schmid, Covi e Guglielmi che iniziano a testare la gamba con qualche allungo subito riassorbito mentre il primo a staccarsi è Lindeman. Stessa sorte, ma dietro, per la maglia ciclamino Peter Sagan che lascia sfilarsi dal gruppo degli uomini di classifica nel secondo settore di sterrato di Castiglion di Bosco con l’ultimo tratto in salita del Passo del Lume Spento dove al traguardo volante intanto in testa è transitato per primo Francesco Gavazzi. La discesa successiva è velocissima ed in pratica piomba ai piedi dello strappo di Castelnuovo dell’Abate prima dell’ingresso nel terzo settore di strade bianche nella frazione Tavernelle. Soprattutto da qui in poi è un calvario per Remco Evenepoel (Deceuninck-QuickStep), sia la discesa, sia la strada bianca mettono in difficoltà il belga apparso anche nervosissimo, simbolico il gesto con cui si toglie gli auricolari della radiolina, innervosito forse anche dalla gestione della corsa da parte della sua squadra, spesso infatti João Almeida è rimasto lontano lasciandolo al suo destino. In gruppo maglia rosa il primo vero affondo, nel tratto in salita, è di Egan Bernal (Ineos Grenadiers) accortosi dell’assenza di Evenepoel, a dar man forte al colombiano è ancora Gianni Moscon con un ritmo indiavolato. Solo adesso la Deceuninck-Quick-Step ferma João Almeida per aspettare il capitano, inghiottito dalla polvere, e cercare così di limitare i danni. Nel frattempo in testa alla corsa Van der Hoorn e Kluge, perdono contatto, mentre gli altri otto si apprestano ad entrare nell’ultimo settore di sterrato, il quarto, con il gruppo Maglia Rosa distante a circa cinque minuti. Da segnalare una caduta per Gavazzi, Battaglin e Kluge che li mette fuori dai giochi per la vittoria di tappa, mentre Covi e Schmid proseguono di comune accordo, scollinando assieme al secondo passaggio del Passo del Lume Spento. Nel gruppo dei big, invece, è la EF Education-Nippo a prendere adesso l’iniziativa forte di Bettiol e Guerreiro per il capitano Carthy il ritmo della formazione statunitense miete alcune vittime tra cui Soler, Nibali e Ciccone. Davanti a ciò che resta del gruppo maglia rosa Emanuale Buchmann (Bora–Hansgrohe) riesce a prendere qualche secondo di vantaggio ma in prossimità dello scollinamento il primo a portarsi sotto è Vlasov con dietro Bernal che risponde al russo, lo stacca, e va a riprendere Buchmann. Ancora dietro Evenepoel grazie al lavoro di Almeida, che nel frattempo recupera altri corridori per strada, tra cui Attila Valter (Groupama – FDJ) è riuscito a contenere i danni con un ritardo attestatosi a 1’.40” dalla maglia rosa Bernal. La testa della corsa intanto entrata a Montalcino si appresta ad affrontare lo strappo in vista del traguardo dove Schmid con più energie lancia la volata e stacca Covi. Per il giovane svizzero della Qhubeka Assos è un giorno da incorniciare, prima vittoria in carriera in una tappa dantesca! Dietro, via via arrivano gli altri uomini della fuga con VANHOUCKE Harm Vanhoucke (Lotto Soudal) in terza posizione. Poco dietro Buchmann e Bernal giungono insieme all’ultimo chilometro, ma la maglia rosa è incontenibile, attacca e si toglie di ruote il tedesco negli ultimi metri, mentre ancor più dietro gli altri uomini di classifica giungono uno ad uno all’arrivo con ritardi compresi tra i 30″ per Aleksandr Vlasov (Astana-Premier Tech) e i 2′: 03” di Remco Evenepoel (Deceuninck-QuickStep) e Romain Bardet (Team DSM), nel mezzo tutti gli altri. Una classifica generale che vede la maglia rosa sempre sulle spalle di Egan Bernal che rafforza il vantaggio su Aleksandr Vlasov (Astana-Premier Tech) nuovo secondo posto della generale, terzo Damiano Caruso (Bahrain – Victorious) a 1.12”. Domani in scena la tappa numero 12, da Siena a Bagno di Romagna con 4 GPM di seconda e terza categoria, l’ultimo con l’ascesa al passo del Carnaio posto a meno di 10Km dall’arrivo, sarà una frazione che può ancora condizionare la classifica generale.

Antonio Scarfone

Egan Bernal si fionda come un ariete alla carica sugli sterrati del senese (Getty Images)

Egan Bernal si fionda come un ariete alla carica sugli sterrati del senese (Getty Images)

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