LOPEZ CONQUISTA LA VUELTA A ANDALUCIA
Miguel Ángel López (Movistar Team) ha trovato i primi successi stagionali portando a casa la vittoria finale della Vuelta a Andalucia, oltre alla tappa regina della corsa. Antwan Tolhoek (Team Jumbo-Visma) ha concluso la corsa al secondo posto, mentre Julen Amezqueta (Caja Rural – Seguros RGA) in terza posizione finale. Le vittorie di tappa sono andate Gonzalo Serrano (Movistar Tean) nella frazione iniziale, a Ethan Hayter (INEOS Grenadiers) nella seconda e quinta tappa, a Andrè Greipel (Israel Start-Up Nation) la quarta tappa, mentre come anticipato Lopez ha trionfato nella terza tappa, quella più impegnativa.
La sessantasettesima edizione della Vuelta a Andalucia Ruta del Sol dopo essere stata spostata a causa dei casi di coronavirus in Spagna nello scorso febbraio, è stata inserita nel calendario durante il Giro d’Italia. Questa contemporaneità, chiaramente, ha inciso sulla qualità della startlist rispetto alle scorse edizioni.
Per quanto riguarda il percorso le prime tre frazioni presentavano le maggiori difficoltà con tre arrivi in salita di diverse intensità, seguite da due frazioni, sulla carta, per velocisti. La prima frazione era leggermente mossa con un finale in salita facile, la seconda più impegnativa con arrivo su un muro di ciottoli, misto mulattiera, mentre la terza tappa era la frazioni più impegnativa dal punto di vista di dislivello con un arrivo in salita non particolarmente impegnativo.
I corridori di primo piano per la classifica generale erano Miguel Ángel López (Movistar Team), Ilnur Zakarin (Gazprom – RusVelo), Antwan Tolhoek (Team Jumbo-Visma), Eddie Dunbar (INEOS Grenadiers) e Óscar Rodríguez (Astana – Premier Tech) con il corridore colombiano nettamente favorito. Altri corridori di rilievo erano l’ex campione del mondo Mads Pedersen (Trek – Segafredo), Daryl Impey e André Greipel (Israel Start-Up Nation), Alexander Kristoff e Matteo Trentin (UAE-Team Emirates), Ethan Hayter (INEOS Grenadiers), Mark Cavendish e Álvaro José Hodeg (Deceuninck – Quick Step).
Nella prima tappa di 152 chilometri da Cala de Mijas a Zahara de la Sierra i corridori doveva superare quasi 3000 metri di dislivelli continui senza nessuna salita estremamente impegnativa se non il Puerto de Mijas in apertura con i suoi 7 chilometri al 5%. Il finale era inoltre posto in cima ad uno strappo di 1500 metri al 5.8%. La fuga caratterizzava gran parte della corsa con Thomas Sprengers (Sport Vlaanderen-Baloise), Antonio Jesús Soto (Euskaltel-Euskadi) e Rui Oliveira (UAE Team Emirates) a prenderne parte con un vantaggio massimo per loro di 7 minuti. Intorno ai -25 con la fuga che conservava un paio di minuti di vantaggio, una caduta di Oliveira lo metteva fuori gioco venendo anche ripreso dal gruppo. Nel finale il gruppo spingendo molto forte andava a chiudere sui restanti fuggitivi a 13 chilometri dall’arrivo. Brutta caduta di Nicola Conci (Trek – Segafredo) ai -8, ma senza gravi conseguenze. Stijn Steels (Deceuninck – Quick Step) e Héctor Sáez (Caja Rural – Seguros RGA) provavano un allungo negli ultimi quattro chilometri, ma venivano controllati dall’incessante ritmo della Movistar Team. Il ritmo della formazione spagnola era estremamente intenso andando a creare una forte selezione. Negli ultimi 400 metri Gonzalo Serrano sfruttava il lavoro della sua squadra per fare un lungo sprint che lo portava al successo davanti a Orluis Aular (Caja Rural – Seguros RGA) e Daryl Impey. Hayter riusciva inoltre ad arrivare col loro stesso tempo, mentre la prima parte del gruppo perdeva tre secondi. Zakarin perdeva 17”, mentre Dunbar 38”. Marco Canola (Gazpromo – RusVelo) era il migliore degli italiani chiudendo al sesto posto.
Nella seconda tappa di 185 chilometri da Iznájar ad Alcalá la Real le salite da affrontare erano diverse con un totale di 3700 metri di dislivello. L’Alto de Hortichuela, 8.2km al 5.6%, veniva affrontato due volte, la prima a 64 chilometri dalla conclusione, mentre la seconda ad appena 10 chilometri dall’arrivo. Una volta giunti all’ultimo chilometri la strada andava ad inerpicarsi su una strada in cemento e a tratti ciottoli in doppia cifra per arrivare alla Fortaleza de la Mota. Come nella giornata precedente Oliveira e Soto entravano in fuga insieme ad Alvaro Cuadros (Caja Rural-Seguros Rga), Tobias Bayer (Alpecin-Fenix), Aaron Van Poucke (Sport Vlaanderen-Baloise) e Timo Roosen (Team Jumbo-Visma). Il gruppo controllava con più attenzione questo tentativo, non riuscendo mai a salire oltre ai tre minuti. Sul primo passaggio dell’Alto de Hortichuela Cuadros e Roosen se ne andavano in solitaria, per venire comunque ripresi dal gruppo nella prima parte del secondo passaggio sull’Alto de Hortichuela. L’ Equipo Kern Pharma si occupava di fare il ritmo sulla salita, Alex Kirsch (Trek – Segafredo) era il primo atleta a tentare un attacco ai -15.3, veniva seguito da Denis Nekrasov (Gazprom – RusVelo) e Ryan Gibbons (UAE-Team Emirates). Il gruppo però aumentava l’andatura con la Movistar Team chiudendo su di loro ai -14. Poco dopo era direttamente il nome più atteso, Miguel Ángel López, a partire in prima persona, venendo inseguito da Toms Skujins (Trek-Segafredo), Tsgabu Grmay (Team Bike Exchange), Tolhoek, Zakarin, Jonathan Lastra (Caja Rural-Seguros RGA), James Piccoli (Israel Start-Up Nation), Jaime Castrillo (Equipo Kern Pharma), Carlos Rodriguez (Ineos-Grenadiers) e Gibbons. In questo gruppo il lettone Skujins era il più attivo, mentre Piccoli tendeva a perdere contatto ad ogni accelerazione. Skujins in cima alla salita se ne andava in solitaria con circa 20” di vantaggio sul gruppo maglia gialla di Serrano. La mancanza d’accordo nel primo gruppo inseguitore permetteva al lettone di mantenere un discreto vantaggio, mentre i gruppi inseguitori andavano a riunirsi proprio all’inizio dello strappo conclusivo. Skuijns si difendeva bene nella prima parte in cemento, ma nel tratto ciottolato si piantava completamente permettendo il ritorno degli inseguitori che ormai salivano in maniera confusa con Hayter in grado di tenere un’andatura più alta sul terribile terreno conclusivo andando a trionfare in maniera netta. Dietro Lopez sfruttava un tratto in cemento per recuperare terreno riuscendo a chiudere al secondo posto a 7”, mentre Sven Erik Bystrøm (UAE-Team Emirates) chiudeva il podio di giornata a 10”, a 14” concludevano Carlos Rodriguez (INEOS Grenadiers) e Julien Amezqueta (Caja Rural – Seguros RGA). Serrano perdeva la maglia gialla arrivando undicesimo a 25”, ai danni di Hayter. In classifica generale poteva vantare un vantaggio di 10” su Lopez, 13” su Bystrøm, 20” su Lastra e 21” su Robert Stannard (Team BikeExchange) e Rodriguez.
La terza tappa di 177 chilometri da Beas de Segura al Puerto de Onsares a Villarrodrigo si presentava come frazione più impegnativa con i suoi 4200 metri di dislivello. In apertura il Puerto del Yelmo, 10.7km al 7%, e il Puerto de la Toba, 10km al 6%, consistevano nelle due salite più impegnativa di giornata. Mentre nella seconda parte di tappa andava affrontato l’Alto del Fustal, 14.7km al 4% con un tratto iniziale più impegnativo, ma soprattutto le due salite conclusive che avrebbero dovuto decidere la corsa. L’Alto Collado de los Yesos, 6.7km al 6.5%, terminava ad appena 15 chilometri dell’arrivo quasi interamente in discesa e in salita, dei quali gli ultimi 4 al 5.8% che portavano all’arrivo di giornata.
La fuga di giornata vedeva la comparsa per il terzo giorno di fila di Oliveira, in compagnia questa volta di Nikita Stalnov (Astana-Premier Tech), Nathan Van Hooydonck (Jumbo-Visma), Michel Ries (Trek-Segafredo ), Luis Ángel Maté e Mikel Bizkarra (Euskaltel-Euskadi), Philipp Walsleben (Alpecin-Fenix), Thomas Sprengers (Sport Vlaanderen-Baloise), Urko Berrade e Kiko Galván (Equipo Kern Pharma) e Daniel Navarro (Burgos-BH). Su di loro rientravano anche Héctor Carretero (Movistar), Julen Amezqueta (Caja Rural-Seguros RGA) e James Piccoli (Israel Start-Up Nation) sul Puerto de la Toba. Sull’Alto Collado de los Yesos iniziava la lotta tra i fuggitivi con un gruppo però ormai a solo un minuto di distanza. Piccoli portava via un tentativo comprendente anche Carretero, Amezqueta, Bizkarra e Berrade. Contemporaneamente iniziava il forcing della Movistar Team dopo aver notato un Hayter in difficoltà. Ai -18 Lopez attaccava con forza, il solo Carlos Rodriguez riusciva a rispondere in prima persona. Van Hooydonck si fermava per aiutare Tolhoek che grazie al suo aiuto riusciva a rientrare sul colombiano. Ai -16 Lopez riusciva a rientrare sulla fuga, mentre Rodriguez cedeva il passo dei primi. Carretero si metteva così al lavoro per il suo capitano. Il gruppo di testa scollinava con 1’10” di vantaggio su Hayter, mentre Rodriguez restava all’inseguimento con Lastra e Skujns.
Sotto il ritmo di Carretero perdeva contatto Berrade, portando Lopez all’ultimo chilometro. Il colombiano scatenava così le sue energie rimanenti andando a staccare prima Amezqueta e poi Bizkarra. Negli ultimi 200 metri avveniva la vera accelerazione andando a vincere senza problemi la frazione con un margine di 2” su Tolhoek, 6” su Piccoli, 17” su Amezqueta, 28” su Bizkarra, 1’25” Carretero, 1’29” Rodriguez e Skujins, 1’41” Lastra, mentre Hayter perdeva ben 2’23”. La classifica generale veniva quindi ribaltata con il colombiano saldamente al comando con 20” su Tolhoek, 55” su Amezqueta, 1’40” su Carlos Rodriguez e 1’47” su Skuijns. Si ritirava durante la frazione Mark Cavendish che aveva un’ottima opportunità nelle tappe successive per puntare a un altro successo di tappa.
La quarta tappa di 183 chilometri da Baza a Cullar Vega non presentava particolari difficoltà se non qualche salita nella prima parte di corsa. Prima della partenza il CPA (associazione ciclisti professionisti) annunciava come i corridori avevano deciso di protestare per le cattive condizioni in cui era stata organizzata la corsa. Infatti, nei giorni precedenti sono stati percorsi tratti sterrati in discesa non segnalati e strade con varie buche. Per questo motivo la corsa è stata ritardata di qualche minuto. La fuga di giornata veniva rappresentata da Aaron Van Poucke e Robbe Ghys (Sport Vlaanderen – Baloise), Luis Ángel Maté (Euskaltel – Euskadi), Benjamin Perry (Astana – Premier Tech). Isaac Canton e Ander Okamika (Burgos-BH) e Jordi Lopez (Equipo Kern Pharma). La fuga veniva controllata con Canton ultimo a resistere al ritorno del gruppo fino agli ultimi 3km. Nel finale erano UAE – Team Emirates e Israel Start-Up Nation a controllare la corsa con Trentin a pilotare il gruppo fino all’ultima curva ai -300. Qua la situazione diventava un po’ più confusa con Greipel che sfruttava lo spazio aperto nel lato destro della strada e si involava in una vittoria senza rivali. Kristoff rimaneva bloccato alle spalle di Rick Zabel (Israel Start-Up Nation) non riuscendo a sprintare regolarmente. Hodeg si piazzava al secondo posto di giornata davanti Pedersen. Il velocista colombiano sembrava avere la gamba giusta per giocarsi le sue carte, ma nella curva finale aveva perso metri da i primi corridori. A livello di classifica generale non avvenivano cambiamenti.
La tappa conclusiva di 108 chilometri da Vera a Pulpí relativamente pianeggiante con un lungo circuito finale comprendente una salita dell’Alto de la Geoda, 3.4km al 5.4% con gli ultimi 1800 metri al 7.4%. L’ultimo passaggio sul GPM era previsto a cinque chilometri dalla conclusione permettendo delle azioni per anticipare lo sprint o una selezione che possa mettere in crisi le ruote veloce. Dopo sette chilometri prende il via la fuga con Unai Cuadrado (Euskaltel – Euskadi), Julian Mertens (Sport Vlaanderen – Baloise) e
Ander Okamika (Burgos-BH) che riuscivano a mantenere un vantaggio massimo di un paio di minuti. Senza nessun patema il gruppo chiudeva su di loro a dieci chilometri dalla fine, ai piedi dell’ultimo strappo grazie al lavoro fatto durante la frazione da Movistar Team, Israel Start-Up Nation e INEOS Grenadiers. Quest’ultima formazione si occupava del ritmo nel finale andando a selezionare violentemente il gruppo di testa, con Tsgabu Grmay (Team BikeExchange) a completare il forcing facendo scollinare soltanto 13 atleti nel gruppo di testa con Robert Stannard pronto per la volata conclusiva. Diversi corridori erano leggermente attardati, ma il ritmo di Grmay non permetteva a nessuno di rientrare, tanto che Jonathan Lastra (Caja Rural – Seguros RGA) si doveva fermare per aiutare Amezqueta rimasto attardato rischiando di perdere posizioni in classifica generale. Nell’ultimo chilometro era Carlos Rodriguez a lanciare la volata al suo capitano Hayter, ma nell’ultima curva quest’ultimo perdeva qualche metro provando in un primo momento a lasciare Rodriguez giocarsi le sue chance, ma poi capendo che il suo ritmo non era sufficiente, provava a lanciare una lunga volata. Alla sua ruota si portava Impey che riusciva ad affiancarlo nel finale, ma contemporaneamente risaliva ancora più veloce Stannard sulla sinistra. Hayter era destinato probabilmente a chiudere al terzo posto, ma Impey spostandosi verso sinistra andava al contatto con Stannard provocando una caduta tra di loro fermandosi a un metro dalla linea d’arrivo. Era così Hayter a trionfare seppur sbigottito per il finale a sorpresa, al secondo posto arrivava Philipp Walsleben (Alpecin-Fenix) e terzo Skujns. Stannard visibilmente frustrato andava a faccia a faccia con un Impey ancora frastornato e a terra dolorante.
Nel frattempo Lopez poteva festeggiare per la conquista della classifica generale davanti a un convincente Tolhoek e Amezqueta che riusciva a difendere ampiamente la terza posizione ai danni di Rodriguez. Maté portava a casa la classifica di miglior scalatore, la classifica a punti andava a Hayter e Sprengers conquistava la classifica degli intermedi.
Carlo Toniatti

Lopez trionfa nella terza frazione della Vuelta a Andalucia ipotecando la classifica finale (Getty Images Sport)