NIZZOLO FIRMA LA PRIMA A VERONA
Giacomo Nizzolo sfata il tabù piazzamenti e, dopo 11 secondi posti e 5 terzi, centra la sua prima vittoria di tappa nella corsa rosa al termine di uno sprint che un caparbio Edoardo Affini aveva cercato di anticipare, in una tappa completamente pianeggiante animata da una fuga a tre che non ha mai avuto alcuna possibilità di concludersi positivamente per gli attaccanti.
“Poi si rivolse e parve di coloro
che corrono a Verona il drappo verde
per la campagna; e parve di costoro
quelli che vince non colui che perde”
(Divina Commedia Inferno XV 121, 124)
Con questa frase, Dante paragonava Brunetto Latini a colui che disputa il palio di Verona e ne esce vincitore.
Oggi, proprio nella tappa dedicata a Dante, è stato Nizzolo ad uscire vincitore di una corsa che ben può paragonarsi al palio di Verona a cui Dante assistette durante uno dei suoi due soggiorni scaligeri, prima presso Bartolomeo e poi presso Cangrande Della Scala.
La tappa partiva da Ravenna, luogo di sepoltura del sommo poeta e dove egli passò gli ultimi anni della vita, e giungeva a Verona, celeberrimo traguardo del Giro d’Italia. La città dell’arena infatti ha ospitato spesso l’atto finale della corsa rosa. L’ultima volta fu nel 2019, quando Carapaz entrò in maglia rosa nell’arena dove si concludeva la tappa a cronometro finale.
Oggi le cose sono state decisamente più semplici.
La complessità letteraria dell’opera di Dante è sufficiente ed agli organizzatori deve essere sembrato non necessario aggiungere anche una complessità ciclistica, benché i dintorni d Verona presentino molte occasioni per inserire qualche piccolo movimento che avrebbe reso il finale comunque aperto ad uno sprint di massa, ma un po’ meno banale.
Gli appassionati però non possono che essere soddisfatti della vittoria di Giacomo Nizzolo che, dopo il ritiro scandaloso di Caleb Ewan, è riuscito a conquistare finalmente una vittoria di tappa al giro.
A questo obbiettivo, il velocista milanese era andato vicinissimo almeno 11 volte con il secondo posto e 5 con il terzo e quindi ha certamente meritato di concludere positivamente questa ricerca, tuttavia dispiace per Edoardo Affini che, nel finale, ha provato la classica fagianata per beffare i velocisti che avevano messo le loro squadre a tenere cucita la corsa tutto il giorno ed era riuscito a creare un buco, chiuso solo da Nizzolo, che ha dovuto lanciare la volata lunga, rischiando d perderla.
La tappa ha avuto il più classico e soporifero degli sviluppi.
Subito dopo il via ufficiale, vanno in fuga Samuele Rivi (Eolo-Kometa) e Umberto Marengo (Bardiani CSF Faizanè) raggiunti ben presto da Simon Pellaud (Androni-Sidermec).
La squadra del capoclassifica si disinteressa ovviamente di questo tentativo e sono quindi le squadre dei velocisti a doversi prendere la briga di controllare la corsa: Cofidis, Jumbo – Visma e UAE Team Emirates.
Il vantaggio veleggia sui 5/6 minuti, finché non interviene in testa la Qhubeka Assos che dimezza il gap, e la Deceuninck-QuickStep che, dopo il traguardo volante accelera ancora di più allungando il gruppo.
Il plotone però decide di non chiudere troppo presto sulla fuga per evitare altri attacchi e, di fatto, l’avventura dei tre speranzosi capitola ai – 7.
A quel punto il ritmo d gara aumenta sino ad arrivare in vista dello sprint.
Edoardo affini prova il colpo gobbo, sul modello di quelli che provava sesso Sorensen negli anni 90, e parte ai 600 metri, approfittando di un momento di incertezza della squadra della maglia ciclamino. L’ottimo passista riesce a prendere qualche metro e prova ad insistere, ma Nizzolo mangia la foglia e lancia la volata lunga, prendendo qualche discreto rischio. Il campione europeo la spunta solo negli ultimi 30 metri e sfata la maledizione della vittoria di tappa a giro.
Non vi sono particolari commenti da fare se non che, quando il territorio lo permette, sarebbe opportuno inserire della variabili che rendano la tappa aperta sia ad una soluzione di sprint di massa sia ad altri epiloghi.
Insomma sarebbe opportuno che i velocisti si guadagnassero la possibilità di disputare lo sprint, perché uno spettacolo come quello di oggi invoglia solo coloro che vogliono fare la pennichella lunga dopo pranzo.
Domani tappa che si concluderà sul Monte Zoncolan. Prima della difficile salita finale, c’è solo la Forcella di Monte Rest piazzata a metà percorso.
Per le caratteristiche del versate che sale da Sutrio è prevedibile che la battaglia tra i big scoppierà ai -2, quando le pendenze supereranno abbondantemente il 20%, si tratterà di dare tutto in pochi metri ed i distacchi tra i big saranno giocoforza contenuti. Sinora Bernal si è dimostrato superiore su certi terreni ma il vero giro d’Italia deve ancora iniziare.
Benedetto Ciccarone

Dopo un lungo inseguimento e un'infinita serie di piazzamenti anche per Giacomo Nizzolo arriva la gioia della vittoria al Giro d'Italia (Getty Images Sport)