LA TAPPA DEL GIORNO: CERNUSCO SUL NAVIGLIO – MILANO
ottobre 25, 2020 by Redazione
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Si chiude a Milano la 103esima edizione del Giro d’Italia, disputata in autunno a causa dell’emergenza sanitaria che proprio in queste ore ha ripreso a vivere situazioni di allarme rosso. La Corsa Rosa si presenterà all’ultimo atto con una situazione inedita perchè mai era successo che un grande giro giungesse all’ultima tappa con due corridori pari tempo al vertice della classifica. Saranno così i 16 Km della cronometro meneghina a sancire il nome del vincitore del Giro
L’ultima tappa di montagna non ha risolto la questione maglia rosa ma, anzi, apparentemente l’ha ancora di più ingarbugliata. Dopo il tappone dello Stelvio si era ritrovato in rosa l’olandese Wilco Kelderman (Sunweb) con 12″ sull’australiano e compagno di squadra Jai Hindley (Team Sunweb) e 15″ sul britannico Tao Geoghegan Hart (INEOS Grenadiers). Ieri la doppia scalata al Sestiere è servita solo a togliere dal mazzo Kelderman, che già non era sembrato brillantissimo nella frazione dei Laghi di Cancano, mentre si è completamente azzerato il distacco tra gli altri due, con Hindley che ha potuto fasciarsi di rosa solo grazie ai centesimi delle crono fin qui disputate. Saranno così i 15.7 Km della cronometro meneghina a decretare il nome del vincitore del Giro e fare un pronostico sembra difficilissimo perchè nelle due tappe contro il tempo finora disputate i due hanno sfoderato prestazione esattamente opposto, con Hindley che ha guadagnato quasi un minuto sull’avversario a Palermo e il britannico che ha fatto meglio di lui per un minuto e mezzo a Valdobbiadene. Pare certo che la vittoria di tappa non sarà affare tra questi due corridori perchè il favoritissimo pare ancora Filippo Ganna, agevolato non solo dalle sue doti d’eccellente cronoman ma anche da un tracciato velocissimo. I quasi 16000 metri che separeranno Cernusco sul Naviglio a Milano oltre ad essere totalmente pianeggianti presenteranno abbondanza di tratti da percorrere in rettilineo e rarissime curve, una decina in tutto con i segmenti più spigolosi nel chilometro conclusivo che precede l’ingresso sul rettilineo d’arrivo in lastricato di Piazza Duomo.
METEO
Cernusco sul Naviglio – partenza primo corridore: nebbia con visibilità scarsa (meno di 100 metri), 15°C, vento debole da W (4 Km/h), umidità al 93%
Cernusco sul Naviglio – partenza maglia rosa: cielo coperto, 16°C, assenza di vento, umidità al 94%
Milano – arrivo primo corridore: foschia, 15.1°C, vento debole da WSW (2-3 Km/h), umidità al 93%
Milano – arrivo maglia rosa: cielo coperto, 15.5°C,assenza di vento, umidità al 93%
GLI ORARI DEL GIRO
12.30: inizio collegamento Raisport (un’ora e 10 minuti prima della partenza del primo corridore)
13.15: inizio collegamento Eurosport 1 (25 minuti prima della partenza del primo corridore)
13.40: partenza del primo corridore da Cernusco sul Naviglio (Jonathan Dibben)
13.47: partenza di Matthias Brändle
13.53: partenza di Alex Dowsett
14.00: arrivo del primo corridore a Milano
14.00: inizio collegamento Rai2
14.16: partenza di Mikkel Bjerg
14.17: partenza di Victor Campenaerts
14.26: partenza di Josef Cerny
14.37: partenza di Matteo Sobrero
14.44: partenza di Chad Haga
14.51: partenza di Jan Tratnik
14.52: partenza di Filippo Ganna
15.17: partenza di Rohan Dennis
15.48: partenza di Fausto Masnada
15.54: partenza di Vincenzo Nibali
16.00: partenza di João Almeida
16.06: partenza di Wilco Kelderman
16.09: partenza di Tao Geoghegan Hart
16.12: partenza della maglia rosa Jai Hindley
16.30: arrivo della maglia rosa Jai Hindley a Milano
UN PO’ DI STORIA
Pur con qualche “mancanza”, Milano è la città dove il Giro – che vi è nato nell’agosto del 1908 – ha posto più volte il traguardo e molto spesso si è trattato di arrivi allo sprint. Da quando nel 1933 sono state introdotte le cronometro, in dodici occasioni qui s’è scelto di far terminare nel capoluogo lombardo frazione contro il tempo, come accadrà quest’anno con la frazione che prenderà il via da Cernusco sul Naviglio. La prima volta doveva essere una novità assoluta perchè nel 1967 Vincenzo Torriani aveva disegnato sulle strade di Milano il primo cronoprologo della storia del ciclismo, ma quel giorno una manifestazione di piazza ne impedì lo svolgimento. Per la prima cronometro meneghina effettivamente portata a termine bisognerà attendere così il 1971, quando la Corsa Rosa si concluse con una frazione di 20 Km partita da Lainate e vinta dal pistard danese Ole Ritter. Otto anni più tardi si assistette ad un’altra frazione a cronometro proposta all’ultimo giorno di gara, disegnata per 44 Km tra Cesano Maderno e la pista d’atletica dell’Arena Civica, dove Giuseppe Saronni si impose in maglia rosa nello stesso luogo dove 70 anni prima era terminata la prima tappa del primo Giro d’Italia, vinta dal romano Dario Beni. Nel 1982 Milano viene scelta per dare eccezionalmente il via alla corsa (la conclusione sarà a Torino), che prende le mosse con una cronosquadre di 16 Km vinta dalla Renault-Elf-Gitane, la formazione del corridore che poi vestirà la maglia rosa sul traguardo finale, il francese Bernard Hinault. Nel 1984 si disputerà per l’ultima volta nella storia un arrivo sulla mitica pista del velodromo Vigorelli, al termine di una crono scattata 38 km prima dalla Certosa di Pavia e vinta dal fresco recordman dell’ora Francesco Moser, che una settimana più tardi si ripeterà nella leggendaria e decisiva cronometro di Verona. Anche nel 1985 è previsto un arrivo al Vigorelli, ma la storica nevicata che si abbatterà sull’Italia settentrionale tra 13 e il 17 gennaio provocherà il crollo del tetto dell’impianto, costringendo Torriani a collocare all’esterno del velodromo l’arrivo della seconda tappa, una cronosquadre di 38 Km partita da Busto Arsizio e vinta dalla Del Tongo-Colnago di Saronni. Nel 1990 Milano tornerà ad essere la sede d’arrivo finale del Giro e lo sarà in maniera stabile fino al 2008, accogliendo in questo periodo per tre volte l’approdo di una cronometro, la prima nel 1992 (66 km da Vigevano, vittoria dello spagnolo Miguel Indurain), la seconda nel 2003 (13 Km dall’Idroscalo, vittoria dell’ucraino Serhij Hončar) e la terza nel 2008 (28 Km da Cesano Maderno, vittoria di Marco Pinotti). Negli ultimi 12 anni la presenza della Corsa Rosa si è fatta più saltuaria e in questi casi quasi sempre s’è scelto la soluzione finale a cronometro, talvolta risultata determinante per il successo finale: nel 2011 si è imposto il britannico David Millar, nel 2012 ancora Pinotti e nel 2017 l’olandese Jos van Emden

Piazza Duomo e Milano viste dall'aereo e, in trasparenza, l'altimetria dell'ultima tappa del Giro 2020 (adottaunaguglia.duomomilano.it)
LA ETAPA DEL DÍA: BIESCAS – SALLENT DE GÁLLEGO (ARAMÓN FORMIGAL)
ottobre 25, 2020 by Redazione
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Era previsto a questo punto l’unico vero tappone della Vuelta 2020, ma la pandemia se l’è “mangiato” come ha fatto con la frazione del Colle dell’Agnello al Giro d’Italia e agli organizzatori non è rimasto altro che ridisegnarlo tutto in territorio spagnolo. Ma il risultato non è all’altezza dell’originale…
È un pò come scambiare l’introvabile figurina del portiere bergamasco Pier Luigi Pizzaballa con un’altra più “dozzinale”. La frazione che ha preso il posto di quello che doveva essere l’unico vero tappone della Vuelta (pur essendoci diverse altre occasioni per gli scalatori, anche più dotate in quanto a pendenze) non regge il paragone con l’originale, che prevedeva di sconfinare in Francia e affrontare due mitiche ascese del Tour, l’Aubisque e il Tourmalet, in vetta alla quale sarebbe stato collocato il traguardo. Ma l’emergenza sanitaria che già aveva costretto gli organizzatori del Giro a rinunciare alle ascese all’Agnello e all’Izoard, ha visto indaffarati anche i colleghi della Vuelta, che dopo il diniego allo sconfinamento pirenaico hanno tirato fuori dal cassetto il “piano B” che già avevano disegnato, anche perchè a fine ottobre c’era il rischio di trovare la neve ai 2115 metri del Tourmalet. Il tracciato di riserva, però, oltre a non avere lo stesso fascino del percorso originario non ne ha nemmeno il potenziale perchè le tre ascese che lo caratterizzano “sfigurano” al confronto di quelle che si sarebbe dovuto affrontare. Le prime due saranno quasi sicuramente ininfluente e nemmeno quella finale verso la stazione di sport invernali di Aramón Formigal fa particolarmente tremare i polsi per via dei suoi quasi 15 Km al 4.6% di pendenza media. Nemmeno nei conclusivi 3600 metri, tratto più esigente dell’ascesa (media del 6.5%, massima del 10%), si incontrano inclinazioni in grado di mandare in estasi gli scalatori, anche se il precedente del 2016 fa ben sperare…
METEO
Biescas: pioggia debole (0.1 mm), 10.2°C (percepiti 3°C), vento moderato da WSW (21 Km/h), umidità al 66%
Sabiñánigo (31.7 Km): pioggia debole (0.2 mm), 14.3°C (percepiti 11°C), vento moderato da SSW (14-17 Km/h), umidità al 58%
Biescas (traguardo volante – 119.7 Km) : pioggia consistente (1 mm), 7.7°C (percepiti 5°C), vento moderato da SW (19-24 Km/h), umidità al 90%
Sallent de Gállego (Aramón Formigal): previsioni non disponibili
GLI ORARI DELLA VUELTA
Segnaliamo che la corsa non sarà seguita dalla RAI
13.00: inizio diretta su Eurosport 2 (18 minuti prima della partenza)
13.18: partenza da Biescas
15.00-15.20: scollinamento Alto de Petralba
16.00-16.20: scollinamento Puerto de Cotefablo
16.20-16.45: traguardo volante di Biescas
17.00-17.30: arrivo a Sallent de Gállego (Aramón Formigal)
UN PO’ DI STORIA
La stazione di sport invernali di Formigal, situata nel territorio del municipio di Sallent de Gállego, con la tappa di quest’anno porterà a quattro il suo “bottino” di arrivi di tappa ospitati, inagurati nel 1972 dalla vittoria del “Pantani” spagnolo dell’epoca, José Manuel Fuente. Dopo questo precedente dovranno trascorrere ben 41 anni per rivedere i corridori in questa località, quando coglierà la vittoria il “grimpeur” francese Warren Barguil. Sarà però la tappa qui terminata nel 2016 a far rimbalzare sulle pagine del giornalismo sportivo il nome di Formigal, quando la vittoria dell’italiano Gianluca Brambilla passerà in secondo piano a causa dell’impresa del colombiano Nairo Quintana, secondo al traguardo dopo esser riuscito a scardinare il tradizionale ferreo controllo della Sky di Chris Froome ed incrementare maggiormente il vantaggio che già aveva in classifica.

Vista panoramica dal piazzale dove terminerà la sesta tappa della Vuelta e, in trasparenza, l'altimetria (www.cols-cyclisme.com)
WELLENS, CLASSE E POTENZA A SABIÑÁNIGO. ROGLIČ SEMPRE IN MAGLIA ROSSA
Tim Wellens (Team Lotto Soudal), già attivo nelle fughe delle prime tappe, ci prende gusto e questa volta riesce ad entrare bella fuga vincente insieme a Guillaume Martin (Team Cofidis) ed a Thymen Arensman (Team Sunweb). Sullo strappo finale di Sabiñánigo il belga con uno scatto bruciante ha la meglio sul francese ed ottiene così la prima vittoria stagionale. Tutto invariato in classifica generale con Primož Roglič (Team Jumbo Visma) sempre in maglia rossa.
La quinta tappa della Vuelta 2020 parte da Huesca e termina a Sabiñánigo dopo più di 184 km. Dopo le prime tre tappe scandite dalla lotta tra i big per la classifica generale e la quarta tappa appannaggio dei velocisti, oggi è la volta della fuga. Il percorso infatti invita all’azione quei ciclisti che hanno nel sangue la voglia di attaccare e pensiamo proprio che non vorranno lasciarsi sfuggire questa tappa, anche perché domani è in programma un’altra frazione in cui torneranno a sfidarsi i pretendenti alla vittoria finale. Dopo la partenza da Huesca erano numerosi gli attacchi per portare via la fuga. Si formava un primo gruppo di 14 ciclisti tra cui si segnalava la presenza di Mattia Cattaneo (Team Deceuninck Quick step), tra l’altro il ciclista messo meglio in classifica generale con poco più di 4 minuti di ritardo sulla maglia rossa Primož Roglič (Team Jumbo Visma). Il gruppo, tirato da Caja Rural e Burgos BH, non lasciava troppo spazio ai fuggitivi, che venivano ripresi prima dell’inizio verso l’Alto de Vio. A questo punto ricominciavano gli attacchi e si formava in testa un quartetto con Remi Cavagna (Team Deceuninck Quick Step), Andrei Amador (Team INEOS Grenadiers), Stan Dewulf (Team Lotto Soudal) e Magnus Cort Nielsen (Team EF Education First). Il gruppo però non lasciava spazio e riprendeva i quattro. Un successivo attacco di Sepp Kuss (Team Jumbo Visma) era di nuovo fermato sul nascere, anche perché lo statunitense si può considerare a tutti gli effetti uomo di classifica. A circa 4 km dallo scollinamento, un nuovo tentativo di attacco vedeva protagonisti Tim Wellens (Team Lotto Soudal), Guillaume Martin (Team Cofidis) e Thymen Arensman (Team Sunweb). L’accordo fra i tre portava Wellens a scollinare con un vantaggio di oltre un minuto sul gruppo maglia rossa, che si era improvvisamente calmato. Sul successivo Alto de Fanlo Wellens transitava ancora per primo. La fuga aumentava progressivamente il vantaggio tanto che all’inizio dell’Alto de Petralba, secondo GPM in programma, il vantaggio sul gruppo era di oltre 4 minuti. Era ancora Wellens a scollinare in prima posizione ed a diventare virtualmente il nuovo leader della classifica GPM. Gli ultimi 20 km non presentavano ulteriori difficoltà altimetriche, ad esclusione degli ultimi 500 m in costante ascesa. Proprio sull’ultimo strappo Wellens se ne andava di forza e vinceva meritatamente sul traguardo di Sabiñánigo. Secondo a 4 secondi di ritardo dal belga si classificava Martin mentre chiudeva il podio Arensman a 12 secondi. Il gruppo maglia rossa era regolato proprio da Roglič a 2 minuti e 13 secondi di ritardo da wellens. Da segnalare all’inizio dello strappetto conclusivo una caduta che coinvolgeva Gorka Izagirre (Team Astana), David Gaudu (Team Groupama FDJ), José Joaquín Rojas (Team Movistar) e soprattutto Daniel Martin (Team Israel StartUp Nation). Ma essendo la caduta avvenuta all’interno dei 3 km finali ed essendo l’arrivo di tappa considerato in pianura, il ritardo finale dei quattro al traguardo dei quattro veniva neutralizzato. Wellens ottiene la prima vittoria stagionale e come detto è la nuova maglia a pois. In classifica generale Roglič conserva la maglia rossa con 5 secondi di vantaggio su Daniel Martin e 13 secondi di vantaggio su Richard Carapaz (Team INEOS Grenadiers). Domani è in programma la quinta tappa da Biescas ad Aramon Formigal, anche se inizialmente l’arrivo era previsto sul Col du Tourmalet ma la Francia ha vietato lo sconfinamento alla carovana della Vuelta a causa delle restrizioni anti Covid e così è stata modificata la località di arrivo. Prima della scalata finale, di prima categoria, i ciclisti dovranno affrontare altri due GPM: l’Alto de Petralba al km 70 ed il Puerto de Cotefablo al km 105.5. Non è scontato che la fuga non possa arrivare alla fine, ma dopo il riposo di oggi INEOS e Jumbo Visma potrebbero decidere di fare la corsa.
Antonio Scarfone

La vittoria di Tim Wellens a Sabiñánigo (foto Getty Images Sport)
24-10-2020
ottobre 24, 2020 by Redazione
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GIRO D’ITALIA
Il britannico Tao Geoghegan Hart (INEOS Grenadiers) si è imposto nella ventesima tappa, Alba – Sestriere, percorrendo 190 Km in 4h52′45″ alla media di 38.94 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’australiano Jai Hindley (Team Sunweb) e di 25″ l’australiano Rohan Dennis (INEOS Grenadiers). Miglior italiano Andrea Vendrame (AG2R La Mondiale), 5° a 1′34″. Hindley è la nuova maglia rosa con lo stesso tempo di Geoghegan Hart e 1′32″ sull’olandese Wilco Kelderman (Team Sunweb). Miglior italiano Vincenzo Nibali (Trek-Segafredo), 7° a 7′46″
VUELTA A ESPAÑA
Il belga Tim Wellens (Lotto Soudal) si è imposto nella quinta tappa, Huesca – Sabiñanigo, percorrendo 184.4 Km in 4h19′25″ alla media di 42.65 Km/h. Ha preceduto di 4″ il francese Guillaume Martin (Cofidis, Solutions Crédits) e di 12″ l’olandese Thymen Arensman (Team Sunweb). Miglior italiano Mattia Cattaneo (Deceuninck – Quick Step), 20° a 2′28″. Lo sloveno Primož Roglič (Team Jumbo-Visma) è ancora in maglia rossa con 9″ sull”irlandese Daniel Martin (Israel Start-Up Nation) e 17″ sull”ecuadoregno Richard António Carapaz Montenegro (INEOS Grenadiers). Miglior italiano Andrea Bagioli (Deceuninck – Quick Step), 15° a 3′15″
VUELTA A GUATEMALA
Il panamense Roberto Carlos González Castillero (nazionale panamense) si è imposto nella seconda tappa, Cerecitos – Barbarena, percorrendo 147.5 Km in 4h03′28″ alla media di 36.35 Km/h. Ha preceduto di 4″ il guatemalteco Leonardo González Lares (Add Chimaltenango-Comayma-Linaflor) e di 40″ il connazionale Bolivar Gabriel Espinosa Serrano (nazionale panamense). Nessun italiano in gara. González Castillero è il nuovo leader della classifica con 4″ su González Lares e 39″ sul guatemalteco Edgar Geovany Torres Yuman (Hino-One-La Red)
AL SESTRIERE E’ DUELLO HART-HINDLEY. ALL’INGLESE LA TAPPA, ALL’AUSSIE LA MAGLIA ROSA
Al Sestriere si svelano i veri pretendenti di questo Giro 2020. La lotta tra Jai Hindley (Team Sunweb) e Tao Geoghegan Hart (Team INEOS Grenadiers) premia quest’ultimo per la vittoria di tappa ma l’austroliano, secondo al traguardo, accumula gli abbuoni necessari che gli consentono di indossare la maglia rosa, con lo stesso tempo dell’inglese. Wilco Kelderman (Team Sunweb) si defila ed è terzo in classifica generale. Domani la crono finale da Cernusco sul Naviglio a Milano sancirà il vincitore del Giro 2020.
L’Alba – Sestriere deciderà tanto, se non tutto, in ottica maglia rosa. La tappa piemontese, penultima frazione del Giro 2020, inizialmente doveva prevedere il passaggio sul Passo dell’Agnello ma le temperature rigide e la neve attesa in cima ha fatto propendere per un cambio di percorso con la triplice scalata finale del Sestriere. Una tappa comunque dura in cui i primi tre della classifica generale, divisi da soli 15 secondi, si daranno sicuramente battaglia in attesa della cronometro finale di domani. Dopo la partenza da Alba si formava una maxi fuga di 21 ciclisti, di cui otto italiani: Nicola Conci (Team Trek Segafredo), Matteo Sobrero (Team NTT Pro Cycling), Davide Villella (Team Movistar), Davide Cimolai (Team Israel StartUp Nation), Elia Viviani (Team Cofidis), Andrea Vendrame (Team AG2R), Filippo Fiorelli (Team Bardiani CSF) e Davide Ballerini (Team Deceuninck Quick Step). Il ciclista meglio posizionato in classifica generale era Brandon McNulty (UAE Team Emirates), ad oltre 33 minuti di ritardo da Wilco Kelderman (Team Sunweb). L’assenza nella fuga di uomini Sunweb, INEOS e Bahrain McLaren evidenziava il fatto che i primi quattro della classifica generale volevano tenersi tutti gli uomini per sé. Anche l’Astana di Jakob Fuglsang era assente nelle squadre presenti in fuga ed anzi proprio la squadra kazaka tirava in testa al gruppo per non consentire al gruppo di prendere troppo vantaggio. Dopo 40 km il vantaggio della fuga sul gruppo maglia rosa era di 6 minuti e 30 secondi. Arnaud Demare (Team Groupama FDJ) si aggiudicava il traguardo intermedio di Saluzzo. La prima scalata verso il Sestriere vedeva il gruppo di testa ridursi di unità. I primi a staccarsi erano Demare, Viviani e Vendrame. Il primo a scollinare era Fiorelli. Il gruppo maglia rosa aveva un ritardo di circa 5 minuti. Durante la seconda ascesa del Sestriere il gruppo di testa si riduceva ulteriormente, tanto che Ballerini provava l’azione isolata. Alle sue spalle restavano al suo inseguimento Geoffrey Bouchard (Team AG2R), Einer Rubio (Team Movistar), Amanuel Ghegreigzabhier (Team NTT Pro Cycling), Pieter Serry e Mikkel Honorè (Team Deceuninck Quick Step). Il gruppo maglia rosa, tirato dalla INEOS Grenadiers, era segnalato a poco più di 3 minuti di ritardo. Grazie al lavoro di Rohan Dennis si verificava lo stesso copione della tappa dell’altro ieri ai Laghi di Cancano. L’australiano trainava con sé Tao Geoghegan Hart (Team INEOS GRENADIERS) e Jai Hindley (Team Sunweb), mentre più dietro erano segnalati gli altri big della classifica generale, tra cui la maglia rosa Wilco Kelderman (Team Sunweb). Rubio raggiungeva Ballerini e lo superava, andando a conquistare il secondo passaggio sul Sestriere. Il terzetto con Hindley, maglia rosa virtuale, scollinava con 1 minuto e 30 secondi di ritardo da Rubio. Ancora più dietro il gruppo maglia rosa con Kelderman era segnalato ad oltre 2 minuti di ritardo da Rubio ed a circa 40 secondi di ritardo da Dennis, Hart e Hindley. A 9 km dal termine il gruppo di testa con Rubio, Ballerini e Serry si riuniva al gruppo con Dennis, Hart, e Hindley. Il gruppo maglia rosa inseguiva a 1 minuto e 30 secondi di ritardo. A questo punto la lotta per la maglia rosa diventava una questione tra Hart e Hindley. Quest’ultimo si aggiudicava il secondo traguardo volante. A 6 km dall’arrivo Serry, Dennis, Hart e Hindley restavano da soli in testa alla corsa. Era sempre l’australiano dell’INEOS a fare l’andatura. Dennis dava l’ultima sgasata consentendo ad Hart ed Hindley di giocarsi la vittoria. Era Hart questa volta ad avere la meglio sull’australiano nella volata a due. Dennis era terzo a 25 secondi da Hart. Più dietro in quarta posizione di classificava Joao Almeida (Team Deceuninck Quick Step)mentre chiudeva la top five Andrea Vendrame ad 1 minuto e 34 secondi da Hart. In classifica generale Hindley è la nuova maglia rosa nonostante condivida lo stesso tempo di Hart. In terza posizione Kelderman a 1 minuto e 32 secondi di ritardo. Domani l’ultima tappa a cronometro da Cernusco sul Naviglio a Milano determinerà il vincitore del Giro d’Italia 2020 in un’appassionante sfida all’ultimo secondo tra Hart ed Hindley.
Giuseppe Scarfone

La vittoria di Tao Geoghegan Hart al Sestriere (foto Getty Images)
LA TAPPA DEL GIORNO: ALBA – SESTRIERE
ottobre 24, 2020 by Redazione
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L’emergenza sanitaria ha costretto l’organizzazione a rinunciare agli ingredienti più ghiotti del tappone del Sestriere. Ma, nonostante l’assenza forzata di Agnello e Izoard, l’ultima frazione di montagna si annuncia lo stesso appassionante alla luce della particolare situazione in classifica venutasi a creare dopo la tappa dello Stelvio, con i primi tre corridori racchiusi in soli quindici secondi
Il Covid aveva già fatto un paio di sgambetti al Giro contagiando due dei grandi nomi al via della corsa rosa, il britannico Simon Yates e l’olandese Steven Kruijswijk. Il direttore della corsa non poteva immaginare, però, che la pandemia lo avrebbe costretto a rinunciare ad una delle frazione di punta della corsa, il tappone del Sestriere, che dava più preoccupazioni per la possibilità di transitare o meno sul Colle dell’Agnello a causa della neve. Mentre si stava riuscendo a liberando la strada d’accesso al secondo valico d’Italia per altitudine, inferiore allo Stelvio per soli 14 metri, è arrivato il dietrofront quando il Centro di Crisi Interministeriale transalpino ha vietato il passaggio della corsa sul territorio francese proprio a causa del dilagare dei contagi. Si è stati costretti a ripiegare sul piano B, che del vecchio tracciato conserva la sola ascesa al Sestriere, che dovrà essere ripetuta tre volte, ma da lati differenti. La prima scalata avverrà dall’interminabile versante di Pinerolo, oltre 30 Km molto dolci nelle pendenze (la media è del 4% appena), poi si percorrerà in discesa la strada verso Cesana Torinese dalla quale si sarebbe dovuto salire nella versione originaria del tracciato. Infine, le ultime due ascensione vedrano i “girini” percorrere il versante di Sauze, che dei tre è quello più impegnativo perchè negli ultimi 7 Km la pendenza media è del 7.2%. Esaminata al di fuori del contesto del Giro 2020 non si tratta di una tappa particolarmente difficile, ma peserà molto la sua collocazione al termine di un’edizione della Corsa Rosa resa ancora più impegnativa dalla particolare stagione che stiamo attraversando e dall’inedita collocazione autunnale. La tappa con arrivo al Sestriere potrebbe così risultare più selettiva di quel che annunciano le cartine e anche la tensione di gara causata dalla particolare situazione in classifica verificatasi dopo il tappone dello Stelvio, con i primi tre corridori radunati nello spazo di 15 secondi, sicuramente sarà un valore che aggiungerà altro pepe alla tappa del Sestriere
METEO
Alba : nebbia con visibilità scarsa (meno di 100 metri), 13.3°C, vento debole da WSW (6 Km/h), umidità al 94%
Saluzzo (traguardo volante – 52 Km): nebbia con visibilità scarsa (meno di 100 metri), 14.1°C, vento debole da SW (4 Km/h), umidità al 92%
Pinerolo (83.2 Km) : nubi sparse, 14.1°C (percepiti 13°C), vento debole da W (5 Km/h), umidità al 91%
Sestriere (1° passaggio – 137.9 Km) : cielo sereno, 4.6°C (percepiti 2°C), vento debole da NNW (10 Km/h), umidità al 74%
Sestriere – arrivo : cielo sereno, 4.7°C (percepiti 3°C), vento debole da NW (9 Km/h), umidità al 73%
GLI ORARI DEL GIRO
11.10: partenza da Alba
12.20-12.30: traguardo volante di Saluzzo
12.25: inizio collegamento Eurosport 1 (a circa 52 Km dalla partenza)
14.00: inizio collegamento Rai2 (a circa 116 Km dalla partenza)
14.40-15.05: primo scollinamento Sestriere
15.20-15.55: secondo scollinamento Sestriere
15.50-16.25: traguardo volante di Sauze di Cesana e inizio salita finale
16.10-16.50: arrivo al Sestriere
UN PO’ DI STORIA
Il Sestriere è una salita che è nella storia del Giro per almeno due eventi, il primo dei quali porta la data del 23 maggio del 1911, quando per la prima volta la Corsa Rosa superò 2000 metri di quota nella tappa che conduceva da Mondovì a Torino: il primo a scollinare in testa al Sestriere – senza intascare nulla perché la classifica degli scalatori sarà introdotta 22 anni più tardi – fu il bolognese Ezio Corlaita, poi al traguardo nel capoluogo piemontese s’impose il francese Lucien Georges Mazan (che tutti chiamavano “Petit-Breton”), che durante la tappa s’era infuriato con l’organizzatore del Giro Armando Cougnet dopo che, alle rimostranze del gruppo all’idea di affrontare nel gelo quella salita ritenuta impossibile, il direttore della corsa aveva replicato loro chiamandoli “femminucce”. L’altra storica giornata vissuta sul colle fu quella suggellata dalla mitica impresa di Fausto Coppi alla Cuneo-Pinerolo, il 10 giugno del 1949; sarà il biglietto da visita che consentì a Sestriere d’ottenere tre anni più tardi il primo arrivo di tappa, anche se la prima corsa a terminare lassù non fu il Giro ma il Tour de France del 1952 e anche in quell’occasione il primo a transitare sulla linea d’arrivo fu il Campionissimo, che poche ore prima si era imposto sul traguardo – all’epoca inedito – dell’Alpe d’Huez. Per vedere una tappa della Corsa Rosa concludersi in vetta al Sestriere bisognerà attendere ancora molto perché questa lacuna sarà colmata solamente nel 1991, quando lassù colse la vittoria lo spagnolo Eduardo Chozas. Nel 1993 e nel 2000 saranno due cronoscalate a raggiungere il colle (vittorie dello spagnolo Miguel Indurain e del ceco Jan Hruška) mentre gli altri vincitori di tappa al Sestriere saranno l’elvetico Pascal Richard nel 1994, il venezuelano José Rujano nel 2005, il bielorusso Vasil’ Kiryenka nel 2011 e il sardo Fabio Aru nel 2015. Il Tour, invece, dopo il 1952 ci tornerà solo altre due volte, la prima ancora consacrata dall’impresa di un italiano (Claudio Chiappucci nel 1992), la seconda rimossa dall’albo d’oro come successo a tutte le affermazioni di Lance Armstrong (1999)

Vista panoramica sul Colle del Sestriere e, in trasparenza, l'altimetria della ventesima tappa del Giro 2020 (www.comune.sestriere.to.it)
LA ETAPA DEL DÍA: HUESCA – SABIÑÁNIGO
ottobre 24, 2020 by Redazione
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Si torna in montagna per la prima delle due frazioni disegnate sui Pirenei. Le ascese odierne non paiono particolarmente impegnative e per gli uomini di classifica dovrebbe risolversi in una giornata priva di particolari scossoni, mentre protagonisti al traguardo con tutta probabilità saranno gli attori della fuga di giornata
Neanche il tempo di tirare il fiato ed è già ora di tornare a parlare di salite con la prima delle due frazioni disegnate sui Pirenei, non particolarmente difficili anche perchè, come successo al Giro, l’organizzione della Vuelta è stata costretta a rimetter mano al tappone di domenica dopo il divieto di gareggiare in Francia confezionando una frazione sostituta nettamente meno impegnativa dell’originale. Quella odierna di Sabiñánigo pare più una tappa da fuga con ottime possibilità di arrivare fino al traguardo perchè le tre ascese che sono state inserite nel finale non presentano pendenze particolarmente ostiche e difficilmente vedremo in quei frangenti azioni da parte degli uomini di classifica, che probabilmente penseranno a risparmiarsi per l’arrivo in salita di domenica, nemmeno lui difficile ma che è meritevole di attenzioni particolari perchè la tappa con arrivo alla stazione di sport invernali di Aramón Formigal fu una delle chiavi di volta della Vuelta del 2016 a favore di Nairo Quintana. Oggi, dunque, spazio ai cacciatori di tappa che, dopo essersi lanciati in fuga, dovrebbero arrivare a giocarsi il successo sullo strappo di 500 metri al 6.8% (con i 300 metri finali all’8.1%) al termine del quale sarà collocato il traguardo.
METEO
Huesca : cielo sereno, 16°C (percepiti 15°C), vento debole da W (9-13 Km/h), umidità al 52%
Barbastro (44 Km): cielo sereno, 19.3°C (percepiti 18°C), vento moderato da W (10-13 Km/h), umidità al 41%
Ainsa (99.6 Km) : cielo sereno, 16°C (percepiti 15°C), vento debole da WSW (9 Km/h), umidità al 43%
Sabiñánigo : cielo sereno, 15.7°C, vento debole da WSW (7-9 Km/h), umidità al 46%
GLI ORARI DELLA VUELTA
Segnaliamo che la corsa non sarà seguita dalla RAI
12.54: partenza da Huesca
14.55: inizio diretta su Eurosport Player (a circa 80 Km dalla partenza)
15.50-16.15: scollinamento Alto de Vio
16.10-16.30: scollinamento Alto de Fanlo
16.40-17.05: traguardo volante di Fiscal
16.50-17.20: scollinamento Alto de Petralba
17.15-17.45: arrivo a Sabiñánigo
UN PO’ DI STORIA
La cittadina aragonese di Sabiñánigo, capoluogo della “comarca” dell’Alto Gállego sulle cui cui strade si correrà anche la frazione di domenica, ospiterà quest’anno la Vuelta per l’ottava volta nella storia. Il primo a tagliare vittorioso questo traguardo è stato lo spagnolo Enrique Martínez Heredia nel 1982, poi gli sono succeduti il connazionale Jesús Suárez Cuevas nel 1983, il colombiano Julio César Cadena nel 1992, il russo Asjat Saitov nel 1995 (era la prima edizione della Vuelta disputata in estate), l’italiano Nicola Minali nel 1996, il russo Andrei Zintchenko nel 1998 e il belga Greg Van Avermaet nel 2008

La chiesa di San Pedro a Sabiñánigo e, in trasparenza, l'altimetria della quinta tappa della Vuelta 2020 (wikipedia)
AD EJEA SFRECCIA SAM BENNETT. ROGLIČ CONSERVA LA MAGLIA ROSSA
Dopo la conquista della maglia verde al Tour Sam Bennet (Deceuninck-QuickStep) fa suo il primo arrivo in volata alla Vuelta dimostrando un’ottima condizione di forma andando a riprendere a pochi metri dal traguardo Jasper Philipsen (UAE Team Emirates )nel tentativo di sorprendere l’irlandese che deve quindi accontentarsi della seconda posizione, terzo è Jakub Mareczko (CCC) che precede chi esce per il momento sconfitto dalla prima volata ovvero Pascal Ackermann (Bora-hansgrohe) al quarto posto. Invariata la classifica generale, che vede sempre conservare la maglia roja Primož Roglič con 5” di vantaggio su Daniel Martin, e 13” su Richard Carapaz
Come accaduto ieri, anche oggi la fuga di giornata nasce nei primi chilometri di tappa con il benestare del gruppo dei migliori, in quattro vanno via: Harry Tanfield (AG2R-La Mondiale), Luis Angel Maté (Cofidis), Jesús Ezquerra (Burgos-BH) e Willie Smit (Burgos-BH) arrivando ad avere in soli 10 chilometri di corsa un vantaggio di 3’45”. Gruppo che ha lasciato fare fino ai 4’ di ritardo quando in testa al plotone si sono cominciate a vedere le squadre dei velocisti, tra tutte la più attrezzata la Deceuninck-QuickStep, per l’irlandese Sam Bennet, aiutata in testa successivamente dalla Bora-Hansgrohe per Pascal Ackermann ed alla Trek-Segafredo per il nostro Matteo Moschetti. Azione in testa al gruppo inseguitore che ha permesso di dimezzare il loro ritardo e tenere i fuggitivi a tiro. Quando all’arrivo mancavano circa 100Km gli uomini di classifica aiutati dai rispettivi compegni di squadra hanno risalito le posizioni del gruppo inseguitore in quanto l’orografia della tappa condizionata da un vento traversale dava la sensazione di poter mettere in atto qualche tentativo di ventaglio ed infatti è stata proprio la squadra spagnola la Movistar ad aumentare l’andatura in testa al gruppo con un progressivo aumento della velocità per diversi chilometri mai sotto i 65Km/h. In pochissimo tempo se da una parte la fuga conservava appena a 25”, dall’altra, vista la poca intensità del vento, non riuscendo a create la selezione sperata, i Movistar desistevano dal condurre il gruppo. L’effetto elastico ha fatto sì che i quattro battistrada, potessero riacquistare ben 2’:10” di vantaggio a 50 Km dalla conclusione. Messa alle spalle la parte di tappa esposta al vento, in testa al gruppo ecco alternarsi nuovamente le squadre interessate alla volata con anche, in questa fase di corse, gli uomini della UAE Team Emirates per il loro velocista Philipsen. Situazione di corsa con il gruppo lanciatissimo e fuga ormai destinata ad essere assorbita nonostante un disperato tentativo di allungo ai meno 25Km dall’arrivo da parte di Tanfield e Smit che tutti soli hanno provato ad andarsene dai due spagnoli Angel Maté e Ezquerra. Dopo altri 10Km di corsa, in un breve tratto in salita, ancora un attacco in testa da parte di Smit tra i più decisi a non voler essere ripreso dagli inseguitori. Tutto solo al comando il sudafricano è stato però inesorabilmente ripreso dal gruppo tirato dalla Deceuninck-QuickStep a 14Km dalla conclusione. Velocità altissima fino ai meno 2km quando nella curva che immetteva sul rettilineo di arrivo gli uomini di Sam Bennet non sono stati perfetti, complice anche un rallentamento della velocità, Jasper Philipsen è sbucato in posizione migliore rilanciando e proseguendo l’azione verso l’arco di arrivo ma, da dietro, con una grande progressione Sam Bennet ha chiuso il buco ed a 50m dal traguardo ha saltato il belga andando a prendersi la prima volata della Vuelta. Al terzo posto l’italiano Jakub Mareczko. Invariata la classifica generale con Primož Roglič leader della corsa spagnola in una classifica ancora molto corta. Domani quinta tappa da Huesca a Sabiñánigo con un profilo mosso ed un GPM di seconda categoria, l’Alto de Petralba, posto a meno di 20Km dall’arrivo che potrebbe far nascere qualche attacco tra i big.
Antonio Scarfone

La vittoria di Sam Bennett ad Ejea (foto: Getty Images)
23-10-2020
ottobre 23, 2020 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
GIRO D’ITALIA
Il ceco Josef Černý (CCC Team) si è imposto nella diciannovesima tappa, Abbiategrasso – Asti, percorrendo 124 Km in 2h30′40″ alla media di 49.38 Km/h. Ha preceduto di 18″ il belga Victor Campenaerts (NTT Pro Cycling) e 26″ l’italiano Jacopo Mosca (Trek – Segafredo). L’olandese Wilco Kelderman (Team Sunweb) è ancora in maglia rosa con 12″ sull’australiano Jai Hindley (Team Sunweb) e 15″ sul britannico Tao Geoghegan Hart (INEOS Grenadiers). Miglior italiano Vincenzo Nibali (Trek-Segafredo), 8° a 5′47″
VUELTA A ESPAÑA
L’irlandese Sam Bennett (Deceuninck – Quick Step) si è imposto nella quarta tappa, Garray (Numancia) – Ejea de los Caballeros, percorrendo 191.7 Km in 3h53′29″ alla media di 49.26 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Jasper Philipsen (UAE-Team Emirates) e l’italiano Jakub Mareczko (CCC Team). Lo sloveno Primož Roglič (Team Jumbo-Visma) è ancora in maglia rossa con 5″ sull”irlandese Daniel Martin (Israel Start-Up Nation) e 13″ sull”ecuadoregno Richard António Carapaz Montenegro (INEOS Grenadiers). Miglior italiano Andrea Bagioli (Deceuninck – Quick Step), 15° a 2′58″
VUELTA A GUATEMALA
Il guatemalteco Julio Padilla Miranda (Ópticas Deluxe) si è imposto nella prima tappa, Chiquimula – Guastatoya, percorrendo 148 Km in 3h38′33″ alla media di 40.63 Km/h. Ha preceduto di 9″ il connazionale Edgar Geovany Torres Yuman (Hino-One-La Red) e di 10″ il panamense Christofer Robín Jurado López (nazionale panamense). Nessun italiano in gara. Padilla Miranda è il primo leader della classifica con 9″ su Torres Yuman e 10″ su Jurado López
I CAPRICCI DI MORBEGNO NON FERMANO ČERNÝ. IL POLACCO VINCE AD ASTI E KELDERMAN RESTA IN ROSA
Ad Asti, in una tappa decurtata per un ‘capriccio’ dei ciclisti, la probabile volata nei pronostici della vigilia viene meno grazie ad una fuga di 14 ciclisti che premia Josef Černý (Team CCC), partito tutto solo a poco più di 20 km dall’arrivo. Wilco Kelderman (Team Sunweb) resta in maglia rosa e domani nella triplice ascesa del Sestriere dovrà vedersela con Tao Geoghegan Hart (Team INEOS Grenadiers), con il compagno di squadra Jai Hindley pronto all’azione.
Doveva essere la tappa più lunga del Giro 2020 con i suoi 253 km da Morbegno ad Asti. E invece, questa mattina prima della partenza un nutrito gruppo di ciclisti capitanato da Adam Hansen (Team Lotto Soudal) ha protestato con l’organizzazione per l’eccessiva lunghezza della tappa e delle difficili condizioni meteo, visto che pioveva con insistenza. E’ stato così presa la decisione di far partire in modo fittizio la tappa da Morbegno e spostare la partenza ufficiale ad Abbiategrasso, che i ciclisti avrebbero raggiunto in pullman. Una decisione che fa storcere un po’ il naso agli appassionati di ciclismo ma che comunque, vista l’assenza di insidie altimetriche con il prevedibilissimo arrivo in volata, in fondo ci può anche stare, tenuto conto dell’eccezionalità delle varie situazioni venutesi a creare, non ultima il fatto di gareggiare a fine Ottobre. E così, dopo la ‘nuova’ partenza da Abbiategrasso, con soli 124 km da affrontare fino all’arrivo di Asti, si formava la fuga di giornata ad opera di quattordici ciclisti: Simon Pellaud (Team Androni Giocattoli), Giovanni Carboni (Team Bardiani CSF), Josef Černý (Team CCC), Nathan Haas e Marco Mathis (Team Cofidis), Iljo Keisse (Team Deceuninck Quick Step), Simon Clarke e Lachlan Morton (Team EF Education First), Alex Dowsett (Team Israel StartUp Nation), Sander Armèe (Team Lotto Soudal), Albert Torres (team Movistar), Victor Campenaerts (Team NTT Pro Cycling), Jacopo Mosca (Team Trek Segafredo) ed Etienne Van Empel (Team Vini Zabù KTM). Al traguardo intermedio di Vigevano era Pellaud a transitare in prima posizione. Nella prima metà della tappa la fuga accumulava un vantaggio massimo di circa 1 minuto e 20 secondi ma il gruppo maglia gialla la teneva nel mirino, visto che in testa si alternavano gli uomini della Bora Hansgrohe e della Groupama FDJ. Era troppo ghiotta infatti l’occasione, per i velocisti rimasti in corsa, specialmente Arnaud Demare e Peter Sagan, di arrivare in volata in quel di Asti. Eppure, complice un rallentamento nel gruppo maglia rosa, la fuga resisteva al comando ed anzi guadagnava qualcosa. A 50 km dall’arrivo il suo vantaggio sul gruppo maglia rosa era superiore ai 3 minuti. Il gruppo maglia rosa mollava del tutto, anche perché la fuga era formata da diverse squadre né Bora Hansgrohe nè Groupama FDJ trovavano la collaborazione di altre squadre per ricucire sui fuggitivi. A 40 km dall’arrivo i quattordici uomini di testa avevano oltre 6 minuti di vantaggio sul gruppo. Pellaud si aggiudicava il secondo sprint intermedio di Masio, dopodiché su uno zampellotto a circa 30 km dall’arrivo iniziavano scatti e contro scatti nel gruppo di testa. A 22 km dall’arrivo era Černý a sferrare un deciso attacco. Il forte passista polacco guadagnava una ventina di secondi di vantaggio sui più diretti inseguitori. A 8 km dall’arrivo Černý aveva 30 secondi di vantaggio su Campenaerts, Armèe, Mosca, Keisse e Clarke. A 3 km dall’arrivo il vantaggio del polacco sugli inseguitori era sceso a 17 secondi. Černý stringeva i denti e vinceva sul traguardo di Asti, consegnando alla sua squadra la prima vittoria del Giro 2020. In seconda posizione a 18 secondi di ritardo si classificava Campenaerts mentre Jacopo Mosca era terzo a 26 secondi. Il gruppo maglia rosa arrivava con un ritardo si oltre 11 minuti. In classifica generale resta tutto invariato con Wilco Keldermann che resta in maglia rosa con 12 secondi di vantaggio sul compagno di squadra Jai Hindley e 15 secondi di vantaggio su Tao Geoghegan Hart (Team INEOS Grenadiers). Domani la penultima tappa da Alba al Sestriere, dopo il taglio necessario del Colle dell’Agnello, prevede la triplice scalata della rinomata località piemontese. E’ aperta la lotta per la maglia rosa tra Tao Geoghegan Hart (Team INEOS Grenadiers) e la coppia della Sunweb Kerdermann/Hindley, primo mini capitolo di due appassionanti atti che si concluderanno domenica nella cronometro individuale da Cernusco sul Naviglio a Milano.
Giuseppe Scarfone

La vittoria di Černý ad Asti (foto Getty Images)